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Lezione di storia contemporanea: Italia come moderna democrazia di massa

Prima della metà del XX secolo, suffragio universale maschile(1912) e il patto Gentiloni(1913) che
smantella la mancata partecipazione dei cattolici alla vita politica per creare il partito popolare italiano. Forze
liberal-conservatrici non riescono a concepire l’idea di un partito moderno, pure perché non ce ne era
bisogno ma nel 1919 si arriva, Francesco Saverio Nitti, meridionale con tratti progressisti, vuole tenere la
sua maggioranza e trasforma il sistema elettorale italiano da maggioritario a proporzionale. Il sistema
maggioritario(anglosassoni, usa) ogni deputato da eleggere viene eletto se ha la maggioranza, notabile del
posto, in quella zona è conosciuto e rispettato,al di la delle ideologie, partecipazione clientelare, rappresenta
il tessuto di relazioni che rappresenta(classi dirigenti), Filippo Turati, con il suffragio universale comporta
una rappresentanza diversa, la rappresentanza non si basa sulla località ma sulla ideologia che il
rappresentante deve mantenere una volta eletto. Si conformano le ideologie che includono le masse a cui
danno una rappresentazione in cui farli identificare: Socialisti accumulazione di forze importante, rapporti di
forza complicati, partito comunista si staccherà dopo la rivoluzione d’ottobre, nuovo partito che rappresenta
il cattolicesimo popolare Sturzo, morale pubblica era un conservatore ma sulla dottrina della chiesa messa su
posizioni molto avanzate, partito popolare italiano(voto alle donne, partecipazione popolare, senato
elettivo, riforma fiscale in senso progressivo, sviluppo autonomie locali, i sindacati = leghe bianche). Prime
elezioni con il sistema proporzionale +20% voti partito polare favorire l’organizzazione di massa. Giolitti e
le altre unità non vedevano di buon occhio le Leghe bianche che erano in grado di creare sommosse nel
Mezzogiorno per il “problema della terra”, occupandola e prendendosela. Paura del partito popolare che sta
conquistando le amministrazioni locali possa andare verso una rivoluzione proletaria, come in Russia.
Programmi rifondisti avanzati che conta di raggiungere attraverso la lotta politica, Nenni socialista nel 1921,
romagnolo con tradizione repubblicana conosceva Benito Mussolini molte battaglie insieme poi altra storia e
farà parte della costituente (Santarelli bibliografia). Democratizzazione dell’Italia su cui si abbatterà la
violenza degli squadristi fascisti. Nelle ultime elezioni prima della guerra il blocco dei democratici
conservatori aveva ottenuto il 17% dei seggi, forma del calcolo proporzionale pone una rappresentanza più
precisa. I socialisti ottennero una grande avanzata 1/3 dei voti 32% equilibrio che può essere rotto dalla parte
riformista, nuove forze dei ex-combattenti e chiedendo ai cattolici di collaborare formando una maggioranza
parlamentare. Stessi liberali ( Orlando, Nitti, Giolitti) difficile mettersi d’accordo con i cattolici ma ci sono
anche le possibili unioni con il combattentismo e nazionalismo acceso che causerà il fascismo,
parlamentarizzazione del fascismo, fine carriera politica Giolitti e crollo stato liberale e regime democratico
in Italia. Biennio rosso, occupazioni terreni, scioperi con quote di violenza e visto con terrore da parte di chi
governa il mondo liberale. Agrari della regione dell’Emilia Romagna e dove il finanziare azioni violente
contro i capi dei socialisti. Mussolini mette insieme le masse nazionalistiche con elementi di irredentismo,
reduci della guerra che hanno combattuto credendo di liberarsi dell’ “Italietta” e ritorna con ancora Giolitti e
con le masse contadine che reclamano uguaglianza, persone che nella trincea era diventata adulta. Mussolini
gioca su due tavoli, “istituzionale”, lui vuole essere incaricato dal re, gioca con la legalità e nel territorio e in
Emilia Romagna gioca con le squadre d’azione e con la capacità senza limiti di usare la violenza , soprattutto
a considerare i socialisti come un “nemico esterno”. Mussolini è capace di giocare con entrambe le facce, la
sua forza parlamentare 35 deputati, 1921, non ferma la violenza diventa un elemento fondativo dell’ideologia
fascista, La strage di Palazzo d'Accursio, avvenuta il 21 novembre 1920 a Bologna, fu la conseguenza degli
scontri che si scatenarono in Piazza Maggiore tra squadristi fascisti, Guardie Rosse e componenti della Regia
guardia per la pubblica sicurezza, durante i festeggiamenti per l'insediamento della nuova Giunta comunale
presieduta dal socialista massimalista Enio Gnudi. Gli scontri, la cui dinamica non è mai stata interamente
chiarita, portarono alla morte di dieci sostenitori socialisti e di un consigliere comunale liberale, oltre che al
ferimento di altre 58 persone. Battaglia delle idee, essenza del regime democratico, tagliata con i fascisti, i
socialisti non riescono a capire che la piccola classe media è il potenziale alleato e non riescono a cooptarli.
Fascismo ha una composizione gerarchica dello stato, bruciano le biblioteche e porta si che lo stato liberale,
che è in disfacimento e che non rappresenta più l’Italia, fascismo era un fenomeno totalmente nuovo,
capacità interclassista, illegale ma avendo la simpatia di una parte delle forze dell’ordine. Partito con una
milizia privata non riconosciuta, ma tutti lo sanno, se qualcuno ha un conto da regolare si facevano aiutare
dai fascisti, le classi dirigenti hanno uno strumento in più. Nascita del partito comunista italiano è stato un
partito politico italiano di sinistra, nonché il più grande partito comunista dell'Europa occidentale. Venne
fondato il 21 gennaio 1921 a Livorno con il nome di Partito Comunista d'Italia come sezione italiana
dell'Internazionale Comunista in seguito al biennio rosso, alla rivoluzione d'ottobre e alla separazione dell'ala
di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata tra gli altri da Nicola Bombacci, Amadeo Bordiga, Onorato
Damen, Bruno Fortichiari, Antonio Gramsci e Umberto Terracini al XVII Congresso del Partito Socialista
Italiano. Durante il regime fascista, che dal 1926 lo costrinse alla clandestinità e l'esilio, ebbe una storia
complessa e travagliata all'interno dell'Internazionale Comunista negli anni venti e trenta, al termine della
quale nel 1943 divenne noto come Partito Comunista Italiano. Durante la seconda guerra mondiale assunse
un ruolo di primo piano a livello nazionale, promuovendo e organizzando con l'apporto determinante dei suoi
militanti la Resistenza contro la potenza occupante tedesca e il fascismo repubblicano. Il segretario Palmiro
Togliatti attuò una politica di collaborazione con le forze democratiche cattoliche, liberali e socialiste,
propose per primo la «via italiana al socialismo» ed ebbe un'importante influenza nella creazione delle
istituzioni della Repubblica Italiana. Giolitti nel 1921 afferma che “le violenze fasciste durante le elezioni
del paese rappresentano un disonore”. Aristocrazia papalina romana “aristocrazia nera”, contesto dei clerico
fascisti che non si riconoscevano nel partito di Sturzo. Grande avanzata delle organizzazioni classiste che
avevano portato i sindacati delle leghe ad avere aderenti vedo una grande massa ritirarsi,per paura. La marcia
su Roma fu una manifestazione armata organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), guidato da Benito
Mussolini, il cui successo ebbe come conseguenza l'ascesa al potere del partito stesso in Italia. Il 28 ottobre
1922, circa 25.000 camicie nere si diressero sulla capitale rivendicando dal sovrano la guida politica del
Regno d'Italia e minacciando, in caso contrario, la presa del potere con la violenza. La manifestazione
eversiva si concluse con successo quando, il 30 ottobre, il re Vittorio Emanuele III cedette alle pressioni dei
fascisti e decise di incaricare Mussolini di formare un nuovo governo. Vengono ricompresi nella medesima
locuzione anche altri eventi collegati verificatisi, fra il 27 e il 30 ottobre, in tutto il territorio nazionale. La
marcia su Roma venne celebrata negli anni successivi come il prologo della "rivoluzione fascista" e il suo
anniversario divenne il punto di riferimento per il conto degli anni secondo l'era fascista. Il re non dichiara lo
stato d’assedio e incarica a Mussolini di creare il nuovo governo distruggendo l’idea di stato e diventando
complice degli atti del fascismo. Il discorso dall’aula “sorda e grigia”, le opposizione gli sono contrarie ma
non tutti hanno capito che quella non è solo la caduta dell’Italia liberale ma è l’avvento di un nuovo regime
che avrebbe distrutto la democrazia e i cambiamenti della società e democrazia di massa e che avrebbe
condotto l’Italia l’intera alla distruzione totale.

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