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L’IDEA di un nuovo “concetto” di MUSEO DINAMICO si è fatta strada fin

dai primi mesi di insediamento dell’attuale gruppo amministrativo, grazie alla


sensibilità del quale già da due anni e mezzo si sono intrapresi cambiamenti
sostanziali che vanno dal regolamento all’ampliamento dell’offerta museale.
La SINERGIA che si è venuta a creare tra il nostro piccolo museo (comunque
riconosciuto e inserito nel Sistema Museale Regionale e oggi in fase di
accreditamento per il Sistema Nazionale…), l’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, la
Regione e il Gal Trasimeno Orvietano (attraverso cui sono stati veicolati gli ultimi
progetti di incremento e rinnovamento), ha creato i PRESUPPOSTI per un percorso
di METAMORFOSI che, ci auguriamo, possa essere sempre nel segno della
CRESCITA.
MUSEO DINAMICO significa dunque molteplici cose:
1) NON SOLO rinnovamento del tradizionale edificio di fruizione di cultura,
attraverso collezioni e/o mostre permanenti, di cui il MusEC nel suo piccolo
dispone.
2) MA nella più ampia ottica, veicolata anche dalla sua radicale appartenenza al
territorio, diviene LUOGO di CONTENITORE e INCUBATORE di saperi
antichi… QUI a Castel Viscardo nella fattispecie abbiamo la cultura dell’antica
attività manufatturiera e artigiana del COTTO FATTO A MANO (che
ricordiamo proprio con la Festa del Solleone). Un mestiere che per secoli,
insieme all’agricoltura, ha disegnato il volto di Castel Viscardo, INCIDENDO
sulla sua comunità, CONDIZIONANDOLA in maniera significativa sia da un
punto di vista economico che sociale. Noi “castellesi”, infatti, intendiamo e
chiamiamo questo antico mestiere “l’ARTE del COTTO”, non soltanto nella
sua primitiva etimologia di ARS intesa come mestiere, ma proprio
nell’estensione del suo significato e quindi TALENTO, PERIZIA,
MAESTRIA.
Dunque MUSEO DINAMICO, contenitore di saperi: presto infatti si arricchirà
di una sezione più specificamente ARCHEOLOGICA, con la sala ETRUSCO-
ROMANA, che conterrà in mostra reperti provenienti dalla Necropoli Etrusca delle
Caldane e dal sito romano di Coriglia. Purtroppo c’è da dire che la GENESI di questi
incrementi è lunga e delicata, poiché il patrimonio storico-artistico, il transito e lo
spostamento di reperti che sono beni universali e pertanto assolutamente SOTTO
TUTELA, richiedono anni di lavoro. Siamo in dirittura di arrivo con i lavori
STRUTTURALI della SALA che accoglierà i reperti, che nel frattempo sono stati
scelti e catalogati, che proprio per l’importanza “degli ospiti” ha dovuto soddisfare
numerosi requisiti specifici sia strutturali, architettonici che di sicurezza.
Ancora MUSEO DINAMICO, nel senso di un nuovo dinamismo nel ripensarci
all’interno di un territorio più vasto, come incubatore di saperi: da un anno infatti
su stimolo della Regione, che con apposita legge dal 2004 sostiene i suoi Musei, il
MusEC si aperto ad un progetto di RETE, di cui ci parlerà nel dettaglio M. Luciani,
coordinatore dell’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano. In questo lavoro c’è un
particolare sforzo dell’Amministrazione di inserire il MusEC in un CIRCUITO
VIRTUOSO, che parta dalla tradizionale fruizione per visite guidate, alle più varie
forme che prevedano corsi, seminari, workshop (grazie al nostro rinnovato
laboratorio di manipolazione dell’argilla); fino all’inserimento del nostro Museo
all’interno di percorsi ed eventi che lo “sfruttino” come PUNTO DI PARTENZA per
una più ampia e consapevole CONOSCENZA del TERRITORIO, prima di tutto per
la comunità che lo abita estesa naturalmente a tutta la gamma possibile di visitatori
occasionali o strutturati.
Lascio per ultime queste parole che dedico all’Ecomuseo del Paesaggio
Orvietano, di cui il nostro MusEC rappresenta una cosidetta ANTENNA (ovvero
una parte specifica, un pezzetto di territorio, rappresentativo per la sua parte di tutto
l’insieme), Ecomuseo che in tutto questo cammino, partito DALLA FINE DEGLI
ANNI ’90, è il vero ISPIRATORE del principio del DINAMISMO su cui tanto si sta
insistendo oggi. Cos’è dunque l’Ecomuseo? E’il COMUNE DENOMINATORE, il
pungolo e lo stimolo continuo, l’AGGREGATORE di idee, istituzioni, ma
soprattutto persone.
L’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, il NOSTRO ecomuseo, raccoglie insieme
un territorio che comprende 8 COMUNI (Allerona Castel Viscardo, Ficulle, Fabro,
Monteleone, Montegabbione, Parrano, San Venanzo), tutti con caratteristiche
ambientali ben definite, peculiari, se vogliamo anche morfologicamente molto varie.
La sua VOCAZIONE PRIMARIA è la valorizzazione del patrimonio UMANO,
inserito nel proprio contesto ambientale e socio-culturale. Per fare questo DEVE
occuparsi di PAESAGGIO e dell’impronta che vi imprime chi lo abita, di
AMBIENTE, FOLKLORE, STORIA, mutamenti SOCIALI.
Questo anno per il 50esimo anno dalla nascita degli Ecomusei, la Rete Nazionale
degli Ecomusei Italiani ha organizzato una lunga serie di TAVOLI DI LAVORO
proprio sul tema “Gli Ecomusei sono Paesaggio”, che sono sfociati in un Convegno
Nazionale tra il 21 e il 25 giugno.
Il nostro Ecomuseo si è distinto partecipando attivamente a tutta la fase
preparatoria ed è stato chiamato in causa nella fase finale del Convegno, con gli
interventi di Massimo Luciani, coordinatore, Donatella Venti, membro del Consiglio
Direttivo e uno dei fondatori del nostro Ecomuseo, Claudia Consalvo, membro del
Comitato Tecnico Scientifico di Orientamento, considerati evidentemente come
esperienze esemplificative di cui dare conto alla rete nazionale.
La vita di un Ecomuseo è fatta di AZIONI e MANIFESTAZIONI che partono
dalle Antenne, che sono le varie anime di cui è formato e si irradiano sul territorio,
intrecciandosi e cercando di creare partecipazione reciproca, percorsi paralleli di
crescita ed esperienze che prendano anche una propria vita e una propria strada (come
quella del TRAMERCATO, che conosceremo qui a Castello il 22 agosto).
Questo insegna l’Ecomuseo al nostro piccolo museo locale e QUESTO deve
essere il senso del suo voler continuare a vivere, per la sua comunità e per
chiunque abbia un occhio sensibile e attento verso le persone che incontra e i luoghi
che attraversa.

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