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Effetto specchio e “Lupo di Gubbio”

La nostra aura è un archivio di memorie energetiche, perché l'essere, perché io livello


profondo, devo tenere là fuori delle memorie bloccate? Funziona come le bollicine nell'acqua
minerale, quelle attaccate ai bordi del bicchiere, quando due si uniscono vengono a galla, io
tengo i file delle mie esperienze in sospeso, delle mie esperienze non risolte là fuori,
disposte secondo criteri precisi, tematici, eccetera, per vedere continuamente come siamo,
diciamo che noi, passiamo al setaccio il campo energetico degli altri.
Quasi tutti noi siamo portatori di esperienze pesanti lasciate in sospeso, e diciamo che c'è
un'agenda di priorità, poniamo che io sia stato violentizzato, che sia figlio di un padre
alcolista e che quindi nell'infanzia e nell'adolescenza abbia subito un sacco di problematiche
legate a queste prepotenze/violenze di mio padre, sia dirette e sia sui miei familiari, senza
poter fare niente, semplicemente perché non potevo fronteggiarlo, subivo e basta.
Semplificando posso dire che ho una bolla gigante d'energia fuoco legata al rapporto con la
gerarchia e il potere, quindi nella zona 3 dell'aura ho un "promemoria", un macigno da
digerire molto grosso. Noi abbiamo una serie di queste bolle nel campo energetico, con delle
priorità cioè a livello profondo sappiamo che prima di tutto sarebbe utile risolvere un
problema, poi ce n'è un altro e così via. Succede che quando raggiungi la maggiore età,
circa vent'anni, scatta proprio un meccanismo bioenergetico per il quale la tua anima ti
spinge verso le persone che hanno problemi analoghi ai tuoi, sospesi simili ai tuoi.
Questo è il tema dell'effetto specchio, la memoria energetica è un dispositivo che serve per
attirare le persone più adatte a farmi rivivere i traumi che non ho risolto, è terribile.
Cerchiamo sempre di non dare le colpe agli altri io parto dal mio scetticismo radicale cioè
che tutto è coscienza quindi tutto quello che affiora nel campo del mio rendimento percettivo
è un mio problema, nel senso che io sono responsabile al 100% della qualità percettiva della
mia vita. Questa strategia è molto liberatoria.
Se lo sbruffone di turno con le sue battutine umilianti mi fa star male sta mettendo il dito in
una piaga mia e il miglior modo di occuparmi di lui è guarire la mia piaga.
Per esempio una persona che ha un vissuto abbandonico, nelle relazioni di coppia si
innamora o attira persone che tendono a abbandonarlo ma il problema di fondo è sempre
suo, del suo rendimento percettivo.
Questo è un tema drammatico, invece una persona che ha un problema con la prepotenza
subita invece attira persone che gli stanno addosso, che sono prepotenti.
Non si tratta mai di nostre o di loro qualità ma si tratta sempre di avere più o meno un
problema e quando una persona ci fa star male,dovremmo “ringraziarla”.
Poi su questa sofferenza che la persona ha fatto affiorare dobbiamo lavorarci in tutti i modi
col biotensor/pendolo, respirando, andando in analisi, facendo il rebirthing, facendo la
biodanza, spaccando la legna, andando a cantare, tutto quello che volete.
Facciamo un esempio radicale, conoscete tutti la storia di San Francesco e del “lupo di
Gubbio”. È chiaro che come ce l'hanno raccontata alle elementari è una balla perché un lupo
anche nel Medioevo sapevano come ucciderlo. Quindi non poteva essere che un lupo
terrorizzava un'intera città, Gubbio era grande anche nel Medioevo, cioè avevano i cavalli, le
armature e un lupo non era certo un problema così grosso.
Chi era il lupo di Gubbio? Uno psicopatico, una specie di Hannibal Lecter del Medioevo, “un
mostro” fuori di testa che faceva fuori la gente e se leggete le fonti francescane, tra le righe,
questa cosa si capisce. San Francesco converte il lupo di Gubbio, capite bene che uno che
converte un vero cane lupo o un lupo è un po' curioso, che bisogno hanno questi di essere
convertiti?
Succede invece che San Francesco che è completamente identificato con il Sé, con la
coscienza cristica, chiamalo come vuoi, cioè è un sole lui stesso, e vede luce dappertutto, va
senza armature, senza nessuna protezione e si espone allo psicopatico, al “mostro”.
Gli va davanti completamente indifeso e siccome non entra neanche minimamente in
risonanza con le paure che schiacciano quest'uomo, per la prima volta il “lupo di Gubbio”
guarda negli occhi qualcuno che gli restituisce un'immagine non malata di sé.
San Francesco è uno specchio completamente pulito e nello specchio pulito l'altro vede la
propria natura Divina …. e il “lupo di Gubbio” ... tac ... ritorna uomo, perché San Francesco
gli restituisce un'immagine di sé sana. Riesce a farlo perché non ha una paura, è un
esempio estremo ma che secondo me dirime il concetto.
Se il vostro occhio è nella luce, dice il Vangelo, tutto il vostro corpo e tutta la vostra
coscienza sarà nella luce.
Se io sono identificato con il Sé, se sono nella presenza, questa cosa si trasmette
immediatamente anche agli altri. Noi dobbiamo lavorare per ottenere, intensificare e
mantenere la presenza, l'essere è luce e amore, punto, non c'è nient'altro.
Tutto quello che ci siamo convinti di essere, che non è luce e amore, è un incubo dal quale
dobbiamo svegliarci. L'effetto specchio è una cosa che continuamente ci segnala dove
abbiamo delle criticità, dove ci sono delle nuvolette intorno al nostro sole.

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