Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Granducato di Toscana
1571: Divieti di rimozione di insegne e iscrizioni dai palazzi antichi
1602: Divieti di esportazione senza un’apposita licenza
1780: Disciplina dell’attività di scavo
16 aprile 1854 Legge Leopoldina: divieto di rimozione di oggetti d’arte dal luogo in cui
si trovano
Regno Lombardo-Veneto
13 aprile 1745 Decreto di Maria Teresa: Divieto d’esportazione di cose d’arte
1815-1817: Decreto che viene esteso a oggetti di tipografia e codici manoscritti
1846: Disciplina sui ritrovamenti
Regno di Napoli
1755: Divieti di esportazione di antichità, confermato nel 1766-69
1822 Decreto di Ferdinando I di Borbone: divieto di demolizione, esportazione e
rimozione.
Il Regno di Sardegna
Statuto Albertino (costituzione adottata dal Regno di Savoia dal 1848)
Sulla base della dichiarazione dell’uomo e del cittadino del 1749 che confluirà
nell’Art.29: “Tutte le proprietà, senza alcuna eccezione, sono inalienabili. Tuttavia
quando l’interesse pubblico legalmente accertato, lo esige, si può essere tenuti a
cederle in tutto o in parte, mediante una giusta indennità conformemente alle leggi”
Art. 17 della Dichiarazione dei Diritti: “La proprietà essendo un diritto inalienabile e
sacro, nessuno può esserne privato, solo quando la necessità pubblica legalmente
constatata, lo esiga in maniera evidente e previo un giusto e preventivo indennizzo”
Art. 436 c.c. del 1865: “La proprietà e il diritto di goderne e disporre delle cose nella
maniera più assoluta, purché non se ne faccia un uso vietato dalle leggi e dai
regolamenti.”
Art. 832 c.c. del 1942: “Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua
proprietà, se non per causa di un pubblico interesse, legalmente dichiarato e contro il
pagamento di una giusta indennità”
Art. 3 comma 2 Cost: Principio di uguaglianza sostanziale
“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che
limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.”
Art. 42 Cost: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne
determina i modi d’acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurare la
funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.”
Dopo l’Unificazione
Legge n°286 del 1871:
Permanente efficacia legislazione preunitaria
Indivisibile tra eredi di collezioni d’arte
Leggi “Bottai” n°1089 (Bello Artistico) del 1939 e n°1497 (Bello Naturalistico) del 1939:
Rafforzare controllo e intervento dello stato nella conservazione
Maggiore apertura per esigente economiche connesse al commercio dei beni
artistici: meno limitazioni a proprietà privata e meno protezionismo per esportazioni
Concezione storica della tutela e tendenza centralistica
Predominante obbiettivo di protezione del bene da tutti gli eventi materiali e
giuridici che potessero metterne a rischio l’integrità
Divieto di demolizione, modificazione e restauro, in mancanza dell’autorizzazione nel
ministero, anche delle cose Mobili
Poteri impositivi in relazione alle attività di restauro e manutenzione delle cose
d’arte
Regine vincolistico delle cose private limitando a quelle di interesse particolarmente
importante (Editto Pacca)
Cambiamento rispetto alla legge Rosati, che prevedeva delle limitazioni del diritto di
proprietà quando l’interesse della cosa fosse importante. Nella legge Bottai per
giustificare il regime vincolistico troviamo l’aggiunta dell’avverbio
La Bottai agisce anche sulla tassa di esportazione, riducendola.
Bottai decide di affidare a due giuristi il compito di elaborare due diverse discipline
normative, entrambe organiche, di tutela di interessi a sé intrecciati.
I testi sono concepiti unitariamente, ma sono separati
L’obbiettivo di Bottari è quello di tutelare il bello, nelle sue diverse prospettive; Bello
Artistico e Bello Naturalistico.
La prima elaborazione di legge di tutela è inerente al Bello Artistico; creato dall’uomo ed a
una diversa commissione si da il carico di elaborare una legge di tutela del Bello
Naturalistico, dove l’attività dell’uomo non è stata determinante, dove spesso è richiesta
l’astensione dell’attività di modifica.
La legge di tutela del Bello Artistico è rimasta in vigore per un tempo assai protratto.
È rimasta infatti l’unico punto di riferimento per la tutela delle cose d’arte, fino al 1999;
con l’entrata in vigore del testo unico. Testo che ha sia abrogato la legge Bottai, ma al
contempo l’ha travasata al proprio interno.
Il testo unico recupera in modo molto significativo i contenuti della Legge Bottai e la
prosegue
Permane questo interesse per l’equilibrio tra diritto e proprietà privata e pubblica.
Nella Legge Rosadi la tutela dell’interesse pubblico era risultata estremamente rigida,
schiacciando l’interesse privato.
La legge Bottari manifesta una certa apertura nei confronti delle cose d’arte, è una legge
piuttosto liberale, non è estremamente protezionista e chiusa come la Rosadi
La legge Bottai è una legge aperta nei confronti del mercato dell’arte.
Contemporaneamente queste aperture nei confronti del mercato dell’arte vengono
bilanciate dal rafforzamento di una serie di poteri che vengono riconosciuti allo stato,
poteri di controllo che lo stato esercita nei confronti delle cose d’arte laddove le cose
restino di proprietà dei sogg. privati.
Con questa legge vengono elaborati una serie di poteri pubblici di controllo; strumenti
attraverso i quali lo stato, senza la necessità di azzerare la proprietà privata, si assicura
che le cose d’arte vengano rispettate e tutelate correttamente.
Lo stato viene dotato di una serie di poteri ispettivi per verificare ad esempio lo stato di
conservazione della cosa. E il privato del bene comincia ed essere gravato (questo
avverrà sempre più negli anni) da una serie di oneri (una serie di obblighi)
1. Oneri Negativi: Divieto di danneggiare/alterare il bene
2. Oneri Positivi: Curare la conservazione dell’oggetto d’arte: facendosi carico di una
serie di attività di restauro, volte a tutelare e conservare lo stato dell’opera
utilizzando i propri fondi privati
Es. Nel momento in cui un bene viene rinvenuto viene a far parte del patrimonio
pubblico, divenendo patrimonio indisponibile dello stato, questa fase transitoria sussiste
poiché bene mobile singolo, ma nel momento in cui quel dato bene viene inserito in un
museo, è soggetto a demanio accidentale.
Es. Cosa differente è per il bene immobile, che già al momento della scoperta diviene
demanio accidentale, poiché essendo un bene immobile, la titolarità ricade sullo stato.
La Legge Bottai non riceve nei primi anni della sua entrata in vigore nessuna applicazione
(per via dei conflitti mondiali) sopraggiungerà dunque in lungo periodo di ineffettività
Con la fine della guerra cambia la cornice normativa all’intero della quale si va ad
inserire la Legge Bottai, poiché essa nasce in uno stato unitario con monarchia.
Con la costituzione del 1948 si passa da monarchia a repubblica e cambia
completamente la forma di stato, uno stato Liberal Democratico.
Si entra all’interno dell’Assemblea Costituente, quella che ha scritto la nostra
costituzione
L’assemblea Costituente si interessa di dare un riconoscimento all’interno della
costituzione al patrimonio storico artistico. Non erano molte le costituzioni dell’epoca
che si erano poste l’obbiettivo di elevare la tutela del patrimonio storico artistico
all’interno della disciplina costituzionale.
A questa decisione viene ad aggiungersi quella dell’inserimento della tutela del
patrimonio artistico nazionale non semplicemente nella costituzione ma in una parte
fondamentale della suddetta; Tra i principi Fondamentali (la prima nazione che compirà
un tale gesto)
Le altre nazioni di conseguenza emuleranno nel corso del tempo l’importanza attribuita
alla tutela del patrimonio storico artistico all’interno della costituzione italiana.
Mentre nello Statuto Albertino non viene citata la tutela delle cose d’arte, la costituzione
fa una scelta completamente diversa: Sancisce nell’Art. 9 due esigenze:
1. L’Obbligo in capo alla Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura
2. Nel comma n°2 la Tutela, l’obbligo di conservazione e valorizzazione.
Ritorna il rapporto tra paesaggio e cose d’arte; “Tutela del paesaggio e del
patrimonio storico artistico”.
Il Codice della Tutela Dei Beni Culturali del 2004 (tutt’oggi in vigore) è titolato
come “Codice dei beni culturali e paesaggistici”.
All’interno dello stesso atto normativo troviamo due distinte sezioni, concepite
insieme ma con esigenze di tutela distinte
Dopo un decennio dalla fine della seconda guerra mondiale inizia ad affiorare a livello
internazionale una Nuova Nozione che condizionerà profondamente l’ordinamento della
costituzione italiana.
La nozione di “Beni Culturali” non è presente nel testo del 1948 (ma “Patrimonio Storico
Artistico”). Dal 1954 attraverso una convenzione; Trattato internazionale, che in questo caso
ha ad oggetto la protezione dei beni culturali, in caso di conflitto armato.
Convenzione Aja 1954
Con essa si cerca di trovare un accordo tra gli stati affinché queste distruzioni non si
producano in caso di conflitto bellico.