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UNGARETTI

Non gridate più


1) Ungaretti fa riferimento a determinati eventi stori quale fine seconda
guerra mondiale.
2) Il messaggio che il poeta vuole mandare al lettore è che bisogna
ritrovare il rispetto per i caduti in guerra e il senso della dignità
umana, facendo prevalere il silenzio.
3) Ungaretti afferma che l’erba è lieta dove non passa l’uomo perché
l’uomo porta solo distruzione e dolore lungo il suo cammino.
5) L’ elemento che è connotato in maniera positiva è il silenzio perché
solo con i silenzio si possono onorare i caduti in guerra.
6) Le preposizioni che sono presenti nel verso 3-4 sono: preposizione
semplice (di) e se.
7) Nell’aggettivo lieta è presente un dittongo.
8) In tutte le liriche scritte da Ungaretti dedicate alla guerra le
accomuna un aspetto che è quello di odio da parte di Ungaretti e di
come la guerra lungo il suo passaggio cambia le persone e i luoghi,
nella stessa opera di Ungaretti denominata sono una creatura
afferma che la guerra ha completamente cambiato il suo stato
d’animo, pietrificando i sui sentimenti e cambiandolo per sempre. In
un’altra opera è possibile evidenziare come i soldati durante la
guerra hanno due condizioni di attesa la morte e l’attacco verso il
nemico, tutte queste condizioni modificano e segnano
profondamente lo stato mentale di un uomo portandolo sull’orlo del
baratro. Una delle differenze che si ha con tra l’allegria con l’opera
non gridate più è che Ungaretti non la vive in prima persona ma
nonostante ciò chiede di rispettare i caduti in guerra tramite il
silenzio, cessando queste guerre che portano solo odio e distruzione
segando l’intera razza umana, solo in questo modo si può riscoprire
la solidarietà umana.

COMMENTO
In questa lirica è espresso il motivo del dolore colto attraverso un
dato occasionale (il bombardamento del cimitero di Verano a Roma)
e mediante un dialogo con gli altri uomini.
Il significato del primo verso "Cessate di uccidere i morti" è quello
smetterla con gli assurdi rancori e a lasciare riposare in pace le
vittime innocenti di una guerra folle, di una tragedia spaventosa e,
quindi, di cessare i bombardamenti ai cimiteri. Il poeta invita i
sopravvissuti a quell'immane guerra al silenzio (che è sacro), unica
forma possibile di solidarietà e rispetto per i morti che dall'aldilà ci
parlano con una voce impercettibile (ammoniscono i vivi ad essere
più buoni, mandano un messaggio di speranza). Questa condizione è
necessaria qualora i vivi vogliano sopravvivere, in quanto l'odio
avvelena le anime e rovina gli uomini. In caso contrario, i morti
verrebbero uccisi un'altra volta dalla guerra, della cui disumanità il
bombardamento del cimitero si erge a tremenda metafora.
Solamente l'erba cresce lietamente, in quanto non vi è più nessuno a
calpestarla, e allo stesso modo sarebbero lieti i morti se cessassero i
rancori e gli odi.

PASQUALE EMANUELE MANFREGOLA VH

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