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Vorrei iniziare riassumendo il concetto della "Classificazione tassonomica"e cioè affermando che è
un sistema di raggruppamento e denominazione degli organismi in base a criteri di varia natura. Lo
scopo della classificazione è quello di disporre in maniera ordinata i viventi in modo che tutti gli
studiosi, tassonomi e i sistematici, si possano comprendere l'uno con l'altro, senza possibilità di
errore, sull'identità degli organismi che sono oggetto di ricerca.
La tassonomia e la sistematica costituiscono due discipline che in buona parte si sovrappongono; la
tassonomia si occupa più della costruzione di un sistema gerarchico e dell'attribuzione della
nomenclatura, cioè dell'assegnazione dei nomi agli organismi o ai gruppi di organismi, mentre la
sistematica cerca di individuare le correlazioni evolutive esistenti tra i diversi gruppi.
Questa non vuole essere una classificazione tassonomica ufficiale, che lasciamo ovviamente agli
studiosi del ramo, ma una semplice classificazione secondo quelli che sono i punti di interesse
riscontrati nella mia qualità di "tenutaria di vasche".
Ed è per questa diversità di pigmentazione che le elencherò in base ad un criterio di colore e forma,
soprattutto per come esse ci appaiono.
Ospiti indesiderati in acquario, per evitare che diventino un problema è indispensabile trattarle con
rispetto: studiandole e imparando a conoscerle infatti, è indubbiamente più facile evitarle. La stretta
affinità esistente tra alghe e piante superiori, rende spesso molto difficile combattere le
proliferazioni algali infatti molte sostanze che danneggiano le alghe risultano nocive anche alle
piante.
Esistono molti gruppi di alghe che provocano effetti diversi sull'acquario. Alcuni risultano più o
meno innocui, risultando ottimi indicatori biologici in grado di rivelare la presenza di problemi
nelle nostre vasche, altri estremamente pericolosi, poiché in caso di sviluppo eccessivo possono
deteriorare le condizioni di vita di pesci e piante.
Spesso in acquario, le alghe sembrano apparentemente generarsi da sole, in realtà però le loro
strutture riproduttive, minuscole spore, sono presenti in quasi tutti gli acquari, introdotte con le
piante, con l'acqua in cui sono trasportati i pesci, oppure in seguito a contatti con altri acquari dovuti
a scambi di materiale.
Una loro indesiderata proliferazione è poi di norma legata alle condizioni di vita in cui si trovano le
piante, infatti, è possibile limitare l'esplosione algale favorendo una ottimale crescita delle piante
con una adeguata fertilizzazione, senza eccessi che produrrebbero contrari effetti, monitorando i
valori chimici dell'acqua ed effettuando regolari cambi. Questo in linea generale ma i fattori che
contribuiscono alla loro proliferazione sono molteplici e vanno ricercati nella rottura di quegli
equilibri che ogni buon acquariofilo anela di raggiungere.
Ad esempio, spesso ci si chiede: Come mai pur avendo i Nitrati a zero nella mia vasca spuntano le
alghe?
La risposta è da ricercarsi nella purificazione biologica dell'acqua ad opera dei batteri nitrificanti e
denitrificanti. Quando è presente una buona attività batterica le alghe non si manifestano in maniera
eccessiva, perchè i batteri hanno scisso le sostanze organiche in un continuo susseguirsi di scambi
chimici, per cui i rifiuti dei pesci vengono resi assimilabili dalle piante passando attraverso la
continua elaborazione dell'ammonio/ammoniaca ad azoto. Quando l'attività batterica è carente, e
come attività batterica mi riferisco non solo a quella presente nei nostri filtri ma soprattutto
all'attività dei batteri che sono ovunque nell'acqua e nel ghiaietto, il materiale organico non viene
scisso, a seconda della quantità di ossigeno presente in vasca, come ad esempio in condizioni di
carenza di ossigeno, potranno essere rilevate sostanze come l'ammonio anzichè avere prevalenza di
nitrati. E Sappiamo bene che l'ammonio o ammoniaca, dipende dal pH, è altamente nocivo per i
pesci nonchè indice di una mancata trasformazione, a conclusione del procedimento, delle sostanze
organiche dei pesci in azoto.
Inoltre, riguardo questo processo è anche da tener presente la qualità delle sostanze in acqua. La
presenza di "materiali differenti" e cioè composti organici a struttura più complessa di quelli ad
esempio rilasciati dai pesci, non è gradita dalle piante con conseguente mancata assimilazione da
parte delle stesse e conseguente rallentamento della crescita, le alghe invece, grazie a degli enzimi
propri, riescono a rompere queste molecole per assimilarle, avvantaggiandosene e sfruttandole per il
loro accrescimento.
Ed è per questo motivo che si può avere proliferazione algale anche con NO3 nn rilevati.
Stesso ragionamento vale per i fosfati e la mancata assimilazione di questi ultimi da parte delle
piante è verificabile dal deposito sul fondo per la proprietà di questi di legarsi col ferro. La sola
differenza stà nel fatto che i fosfati risultano sempre presenti in quanto in equilibrio con quelli
presenti in acqua.
Poi c'è da considerare anche il Ferro introdotto con la fertilizzazione, che se in quantità eccessiva è
sfruttato dalle alghe, dalla intensità della illuminazione, insomma le alghe saranno sempre presenti
nelle nostre vasche, l'unica è di non farne prendere il sopravvento sulle piante.
Nella loro lunga storia evolutiva, durata miliardi di anni, quindi, molte specie di alghe hanno
trovato modo di sopravvivere anche in condizioni di vita sfavorevoli, per cui risulta di grande
importanza il ruolo ricoperto dall'azoto, sotto forma di nitrati, ed il fosforo, sotto forma di fosfati.
Le piante in natura si sono adattate a coprire il loro fabbisogno di queste importanti sostanze con un
minuscolo apporto di azoto e fosforo nell'acqua. In acquario, invece, si raggiungono spesso
concentrazioni da 100 a 1000 volte superiori a quelle naturali. La causa di questa situazione
sfavorevole va ricercata nella struttura stessa dell'acquario, dove molti pesci vengono allevati in uno
spazio ridotto e quindi le sostanze chimiche disciolte in acqua finiscono per concentrarsi in grandi
quantità. Anche i resti di cibo e di piante marcescenti, i fondi non bene ossigenati, e i filtri poco
curati possono avere un peso determinante in queste reazioni.
Concludendo si può affermare che la presenza delle alghe nei nostri acquari solitamente è per
eccesso di organico e per carenza.
Per chiunque volesse sapere che tipo di alga è presente nella sua vasca qui sono classificate secondo
quelle che sono le necessità più comuni di conoscenza. Alle domande: Che tipo di alga è?, è
pericolosa? e a quale classe appartiene? - si è cercato di dare una risposta sintetizzata, mentre per
ciò che riguarda i metodi di rimozione di dette alghe si rimanda ad altre letture, dato che questo
articolo vuol essere solo una classificazione semplicistica per meglio identificarle.
La prima cose che ci colpisce è come le alghe ci appaiono, sia dal punto di vista del colore: verdi,
marroni, nere, rossicce e azzurre, che dalla loro forma, per cui ritengo porre in primo piano la
classificazione secondo il loro aspetto.
(Foto di LadydarKness)
Alghe Verdi Filamentose
Le loro esigenze sono simili a quelle delle piante e la loro crescita indica, solitamente, un buono
stato generale della vasca e dei valori chimici. Sono alghe del genere Spirogyra e non provocano
danni se non di concorrenza verso le piante. Solitamente sono stimolate dalla forte irradiazione
luminosa.
Alghe azzurre
Le alghe azzurre, dette più propriamente cianobatteri, non sono vere e proprie alghe ma sono
organismi unicellulari che si riuniscono in agglomerati più o meno diffusi di colore verde brillante o
rosso brunastre, o ancor meglio di colore tendente all'azzurro che dà loro il nome appunto di alghe
azzurre. Per meglio specificare la questione del colore c'è da dire che posseggono solo la clorofilla a
e il colore verde è nascosto da alcuni pigmenti che le fanno apparire di colore blu verde o verde
bruno. Mi è stato detto, ma non l'ho mai sperimentato, che immergendole in alcool perdono il colore
verde della clorofilla e mostrano il loro reale colore sull'azzurro. Ne esistono molteplici specie.
Sono anche parte di licheni: organismo vegetale dato dall'unione tra un micobionte (fungo) e un
fotobionte (alga o cianobatterio), dando luogo ad una simbiosi che le permette di vivere in
particolari ambienti sfruttando le qualità dei funghi e sopperendo così alle proprie carenze.
Classificazione come innocue e pericolose
Ora dopo aver identificato l'alga secondo come ci appare vediamo se essa è pericolosa.
Nella sintesi sopra esposta, si è detto che:
- le alghe brune vivono prevalentemente in habitat marini, mentre le diatomee si trovano in tutti i
tipi di acque e sono simili alle prime dal punto di vista della pigmentazione. Esse sono alghe
innocue.
- le alghe verdi vivono in acqua dolce come anche negli ambienti lentici tipo i laghi in zone
sufficientemente illuminate. In genere indicano buone condizioni dell'acqua, ma non per questo
devono essere tollerate. Esse sono alghe innocue.
Le alghe innocue
Alghe brune e diatomee
E' possibile che già pochi giorni dopo l'allestimento di un acquario, compaia un velo sottile e
marrone sui vetri, ed eventualmente anche sulle pietre, sul termometro ecc. Si tratta sicuramente di
diatomee, alghe silicee considerate pioniere, che in seguito scompaiono completamente. Questa
patina marrone può essere facilmente eliminata con un raschietto calamitato o con un batuffolo di
lana di perlon. Non appena le piante iniziano a crescere bene e si raggiungono valori ottimali di
ossigeno in acquario, queste alghe si riducono progressivamente fino a scomparire.
Le alghe verdi
Anche le alghe verdi possono essere annoverate tra le alghe innocue. E' inoltre possibile
considerarle indicatori biologici. Esse sono anche le più affini alle nostre piante d'acquario. Si
presentano spesso come filamenti di colore da verde a giallo-verde, oppure anche come delicati
batuffoli. Nonostante si tratti di alghe non pericolose, non devono essere tollerate in acquario. Sono
infatti in competizione con le piante per le sostanze nutritive. La loro eliminazione di regola non
crea problemi: si lasciano facilmente prelevare con le mani oppure avvolgere su un bastoncino.
- le alghe azzurre ora sono più propriamente chiamate cianobatteri e fanno parte di un regno a sè,
posseggono una sola clorofilla: la a e dei pigmenti accessori che le permettono di vivere anche con
riduzioni di emissione di luce; inoltre, può vivere in simbiosi con alcuni funghi, da qui la loro
pericolosità anche per i pesci. Esse sono alghe pericolose.
- le alghe rosse vivono in profondità grazie al loro pigmento rosso con il quale catturano i picchi di
emissione della luce nel blu che si sa è quella che raggiunge gli ambienti più profondi. Esse sono
alghe pericolose.
Quindi, al contrario di quelle alghe già descritte, non vanno tollerate e la loro rimozione deve essere
fatta tempestivamente poiché esse possono portare velocemente l'acquario in una situazione di
pericolo, specialmente se si lascia loro il tempo di insediarsi.
Le alghe pericolose
Le alghe azzurre
Sono considerate le alghe più pericolose; sono osservabili spesso nella fase iniziale di un acquario.
Approfittano facilmente delle condizioni che si vengono a creare quando il sistema acquario non è
ancora in equilibrio. Riconoscibili per l'aspetto di una pellicola blu-verde, talvolta anche bruno-
nerastra, che riveste foglie, rocce, legni e materiali di fondo, hanno un odore oltremodo penetrante.
Vengono anche chiamate alghe patinose per il loro aspetto untuoso. Al contrario delle alghe verdi,
segnalano uno stato di allarme: troppe sostanze nutritive disciolte in acqua, soprattutto nitrati e
fosfati, acqua non sufficientemente curata, piante sofferenti. Appena individuate, vanno asportate
velocemente con un tubo aspirante; l'operazione va ripetuta fino a che esse non sono completamente
e definitivamente scomparse. Questa operazione di norma dura pochi giorni, solo raramente più a
lungo. Per fortuna non è difficile eliminarle.
Le alghe rosse
Rappresentano un grande gruppo di alghe che vengono chiamate dagli acquariofili, a seconda
dell'aspetto, alghe filamentose, alghe a pennello o alghe a ciuffo. Sono molto sgradevoli in
acquario, in quanto assai difficili da eliminare. Spesso è necessario rimuovere l'intera foglia
infestata oppure, all'occorrenza, perfino l'intera pianta. La loro comparsa, a volte massiccia e
repentina, è oltremodo pericolosa per l'acquario. Le alghe filamentose si riconoscono da un lungo
filamento azzurroverde o nerastro, che cresce di preferenza sul margine delle foglie delle piante. Ma
anche i piccioli e gli spigoli degli oggetti di plastica e di legno sono luoghi di crescita preferenziali.
Anche queste alghe devono essere eliminate con interventi energici, spesso con l'asportazione
dell'intera parte contaminata; tali interventi devono essere ripetuti fino alla loro completa
scomparsa. Anche le cosiddette alghe a ciuffo e a pennello appartengono alle alghe rosse. E' tipico
il loro colore nerastro- verde sporco, mentre la colorazione rossa è mascherata e appare solo quando
le alghe vengono immerse in alcool. Anch'esse si insediano, come le alghe filamentose, su margini
di foglie non più intatte, su piccioli, sassi, legni e parti di plastica.
Le alghe brune sono alghe tipicamente marine, sono alghe macroscopiche che spesso presentano
tallo diviso in Rizoide, Cauloide e Filloide, che non sono vere radici, fusto e foglie ma parti che
assumono forme simili a quelle tipiche delle piante. Vengono dette anche alghe superiori ma non
sono troppo dissimili dalle altre, se non ai nostri occhi. Tra le più note ricordiamo il Sargasso.
Le alghe verdi comprendono più di 5000 specie e sono le tipiche alghe che infestano i nostri
acquari. Possono essere sia unicellulari che pluricellulari, sia isolate che coloniali, in filamenti
semplici o ramificati. A seconda del tipo di alga, possono dare luogo ad infestazioni di forma e
causa diversa. Anche le cause scatenanti possono essere diverse a seconda delle specie prese in
esame.
Sono alghe unicellulari che vivono sia isolate che in colonie, il loro colore deriva da pigmenti di
colore giallo (Caroteni e Fucoxantina), che spesso mascherano la clorofilla. Tra le alghe gialle
annoveriamo le Diatomee dette anche Alghe Silicee, per il loro caratteristico involucro esterno
siliceo a forma di scatola. I grandi depositi fossili di queste alghe sono presenti spesso in enormi
ammassi silicei, a cui si dà il nome di roccia incoerente, per la poca adesione tra le singole parti
(diatonie). Questi materiali vengono utilizzati spesso come antidetonante per la nitroglicerina,
formando la Dinamite. In acquario sono presenti in patine brunastre spesso fissati in modo coerente
a piante ed arredi, non amano ne le acque particolarmente tenere ne gli acquari molto illuminati.
Solitamente vivono a pH superiore al 7.5. la comparsa di queste alghe è il sintomo di
un'illuminazione inadeguata e di valori di durezze non adatti alla vita delle piante. La cura migliore
risulta sempre il controllo dell'illuminazione, la sostituzione di lampade eccessivamente vecchie o
inadatte e l'aumento delle ore di luce. Un controllo delle durezze utilizzando acqua osmotica con le
giuste integrazioni, eviterà l'introduzione di sostanze inadatte come i silicati (SiO2).
Le alghe azzurre sono organismi unicellulari a nucleo diffuso, che spesso si riuniscono in
agglomerati più o meno diffusi di colore verde brillante o rosso brunastre. La Clorofilla è sempre
presente anche se può essere mascherata da altri pigmenti di colore azzurro, la Ficocianina
(Phycocyan), che vale loro il nome di alghe azzurre e che conferisce loro il colore blu verde o verde
bruno. Esistono circa 400 specie di alghe azzurre e spesso le conosciamo con il nome di Alghe
Cianoficee o solo come Cianobatteri. Solitamente vivono in ambienti molto poveri di sostanza
organica, ove altri vegetali non riescono a sopravvivere. Sfruttano la luce e si sviluppano molto
velocemente. In acquario sono solite presentarsi dopo grosse degenerazioni delle colonie
azotofissatrici e di conseguenza a problemi di crescita delle piante. Debellarle non risulta difficile,
anche senza l'ausilio di antibiotici. Gli alghicidi classici possono funzionare ma anche il semplice
Verde di Malachite ottiene buoni risultati. Ciò nonostante non sarà necessario l'ausilio di prodotti
chimici, la soluzione viene dalla natura stessa: migliorando le condizioni ambientali per le piante,
quindi: l'introduzione di piante a crescita veloce, l'aumento graduale del carico organico al giusto
livello, il miglioramento e l'integrazione con fertilizzanti nel giusto livello e aumentando la
somministrazione di anidride carbonica, potremo combattere efficacemente le alghe azzurre.
3 milioni e mezzo di anni fa la terra era un pianeta inabitabile: L'atmosfera risultava priva di
ossigeno e piena di quei gas che sono oggi responsabili del cosiddetto effetto serra. All'improvviso
si verificò un evento miracoloso, comparvero semplici forme di vita monocellulari: i batteri. Fu
proprio una famiglia di batteri a realizzare per la prima volta il miracolo della fotosintesi,
producendo quell'ossigeno atmosferico che in seguito avrebbe permesso lo sviluppo della catena
alimentare in tutta la sua ricca diversità. Questi microrganismi generatori di vita erano i
cianobatteri, ovvero le alghe verdi-azzurre. I cianobatteri iniziarono a produrre ossigeno, che però
veniva sottratto da numerosi processi ossidativi. Data la diffusione delle alghe azzurrre in tutti i
mari del pianeta, la produzione di ossigeno aumentò e circa 2,3 miliardi di anni fa, l'atmosfera
cominciò a possedere un piccolo tenore di ossigeno. Questo tenore continuò a crescere finchè toccò
un massimo di circa il 30% durante il carbonifero, circa 300 milioni di anni fa. Successivamente il
tenore di ossigeno nell'atmosfera è calato, per poi mantenersi intorno al 21 % che abbiamo oggi.
Ancora oggi, esse rimangono i più efficienti fotosintetizzatori del pianeta. Utilizzando l'energia
della luce, il biossido di carbonio dell'aria e l'idrogeno e l'ossigeno dell'acqua, danno il via a una
combinazione super energetica di sostanze nutritive. Le alghe sono direttamente responsabili della
produzione di circa l'80% dell'ossigeno del pianeta e sono in ogni senso le promotrici della vera
fondazione biologica della vita sulla terra, una caratteristica unica delle alghe verdi-azzurre è il loro
essere al contempo piante, animali e batteri. Il motivo? compiono la fotosintesi come le piante,
anche se a differenza di quest'ultime hanno una parete cellulare ricca di elementi nutritivi che noi
possiamo digerire e assimilare, nonché un contenuto di proteine che va dal 51 al 71%. In quanto
batteri, invece, possiedono una eccezionale adattabilità, grazie alla capacità di scambiare
informazione genetica e conoscenza. Insomma, il possesso simultaaneo di carateristiche che
normalmente non si trovano mai insieme in natura fa delle alghe verdi-azzurre un regno a sè,
dotandole di una potenzialità nutrizionale già in passato ampiamente conosciuta: erano parte
integrante della dieta di varie popolazioni in africa, in sud america e in giappone. Le alghe verdi-
zzurre costituiscono una fonte di energia, ricche come sono di proteine non animali e tuttavia nobili
(cioè contengono tutti gli otto amminoacidi essenziali), di ossigeno (clorofilla), di vitamine e
minerali: un vero e proprio alimento, completo e vitale.
Molte piante posseggono diverse clorofille, ma le più comuni sono la a e la b. Tra i procarioti, i
cianobatteri posseggono la clorofilla a.
Perché gli organismi possiedono diversi tipi di clorofilla in grado di assorbire la luce a differenti
lunghezze d'onda? Una ragione sembra essere legata alla possibilitá di utilizzare in questo modo
una maggiore quantità di energia dello spettro elettromagnetico. Poiché soltanto la luce assorbita
può essere utilizzata biologicamente, gli organismi, essendo dotati di diverse clorofille, possono
utilizzare la maggior parte dell'energia luminosa. Grazie al fatto di possedere pigmenti diversi, due
organismi non strettamente correlati, possono coesistere in uno stesso habitat sfruttando ciascuno
luce a diversa lunghezza d'onda. Quindi, la diversità di pigmenti ha anche un significato ecologico.
I cianobatteri e le alghe rosse contengono le ficobiliproteine che, in questi organismi, sono i
principali pigmenti responsabili della cattura della luce. Le ficobiliproteine possono essere di colore
rosso o blu. Il pigmento rosso, chiamato ficoeritrina, assorbe luce a lunghezza d'onda di circa 55O
nm, mentre il pigmento blu, quella a 62O nm. Un terzo pigmento, chiamato alloficocianina. assorbe
a circa 65O nm. Le ficobiliproteine contengono tetrapirroli a catena aperta chiamate ficobiline,
coniugati a proteine. Le ficobiliproteine si presentano come grossi aggregati ad alto peso molecolare
denominati ficobilisomi, associati alle membrane fotosintetiche. I ficobilisomi sono organizzati in
modo tale che le molecole di alloficocianina, circondate da molecole di ficocianina e ficoeritrina,
siano a contatto con le membrane fotosintetiche. La ficoeritrina assorbe luce a lunghezze d'onda più
corte (alta energia) e la trasferisce alla alloficocianina e quindi alla clorofilla del centro di reazione,
alla quale è strettamente legata. I ficobilisomi permettono, quindi, un efficiente trasporto di energia
dal complesso di biliproteine alla clorofilla a, permettendo la crescita dei cianobatteri anche ad
intensità di luce abbastanza basse. Infatti, il contenuto di ficobilisomi aumenta nei cianobatteri al
diminuire dell'intensità della luce, così che le cellule ricche in ficobilisorni sono quelle che crescono
alle intensità di luce più basse. Ed è qui che interviene la presenza di pigmenti accessori come i
carotenoidi la cui funzione è quella di agenti fotoprotettivi. La luce molto intensa può spesso essere
dannosa per le cellule, in quanto può causare diverse reazioni di fotossidazione che possono portare
alla distruzione della clorofilla e dell'apparato fotosintetico stesso. I carotenoidi assorbono gran
parte di questa luce dannosa proteggendo la clorofilla; quindi, negli organismi fototrofi che devono
vivere in presenza di luce, il ruolo fotoprotettivo dei carotenoidi è molto importante. La presenza di
pigmenti accessori come carotenoidi e ficobiline è ovviamente vantaggiosa per l'organismo in
quanto la luce solare è distribuita nell'intero spettro del visibile, ma la clorofilla assorbe solo in una
parte di questo spettro. Grazie alla presenza di pigmenti accessori, l'organismo è in grado di
catturare gran parte della luce disponibile. Ecco perché nn è utile combatere i cianobatteri con la
riduzione della luce.
I cianobatteri fanno anche parte di un organismo vegetale chiamato lichene: ogni lichene è formato
dalla stretta alleanza fra due organismi molto diversi fra loro quali un fungo e un'alga verde e/o un
cianobatterio. La loro unione prende il nome di simbiosi mutualistica; entrambi gli individui infatti
traggono vantaggio dalla presenza del "partner". Il fungo può utilizzare parte dei composti organici
prodotti dall'attività fotosintetica dell'alga e l'alga stessa riceve protezione, acqua e sali minerali dal
fungo.
L'unione tra il micobionte (fungo) e il fotobionte (alga o cianobatterio) dà luogo alla formazione di
un organismo vegetale chiamato lichene.
I funghi sono organismi privi di clorofilla. Il corpo del fungo, chiamato tallo è formato da un
intreccio fittissimo di filamenti detti ife. I funghi si riproducono attraverso la formazione di spore.
Esistono funghi saprofiti, che si nutrono decomponendo i residui organici, parassiti, che si nutrono
aggredendo altri organismi e simbionti, che vivono in stretta relazione con altri organismi senza
però danneggiarli. A questi ultimi appartengono i "funghi lichenizzati".
Le alghe sono un gruppo variegato di vegetali fotosintetici, quindi autotrofi. Si distinguono alghe
unicellulari ed alghe pluricellulari. Non tutte le alghe vivono nell'acqua ma alcune crescono anche
all'interno delle nostre città su svariati tipi di substrato come muri, tronchi, rocce o addirittura vetri.
Le alghe dei licheni sono soprattutto le "alghe verdi" (cloroficee). Le "alghe azzurre" (cianobatteri),
invece, non possiedono cloroplasti.