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RAPPRESENTARE L’ALTRO NELLA MODERNA LETTERATURA GIAPPONESE

(un approccio critico)

Di Rachel Hutchinson e Mark Williams

INTRODUZIONE

Che si tratti di indicare la propria identità individuale o quella nazionale , il compito di definire il ‘’sé’’ ha
assunto un grande significato nel XX secolo. La domanda di come il Giappone avrebbe dovuto
modernizzarsi e allo stesso tempo preservare la sua eredità ha afflitto l’intellettuali del periodo Meiji,
mentre gli altri erano più interessati a definire la posizione del Giappone nei confronti di altre nazioni
nelle mutevoli dinamiche di potere del colonialismo occidentale. La preoccupazione di preservare la
propria eredità è uscita fuori soprattutto con il movimento Nihon e no kaiki (1920/1930) , in cui si
aspirava un ritorno al Giappone dopo anni di occidentalizzazione , mentre si elevava il patriottismo
spesso ossessivo nei confronti del ‘’Japaneseness’’, uno stato d’essere quasi consacrato. La devastazione
della guerra generò la ricerca di un nuovo modello nazionale con cui ricostruire il Giappone , mentre al
livello personale le persone iniziarono il difficile compito di conciliarsi con i personaggi della guerra con i
loro sé del dopoguerra. Quando le famiglie separate furono riunite e rimpatriate ,un nuovo senso di
alienazione è emerso tornando in Giappone. Non sorprende quindi che, anche la letteratura , scritta da
persone che vivevano in tempi turbolenti, assunse un ruolo significativo nelle domande che si facevano
in quel periodo, su cosa significasse essere giapponese e su come farlo al meglio, definendo la propria
identità. L’attenzione all’identità o al sé nella letteratura giapponese è visibile anche in una delle forme
letterarie più durature e popolari del tempo : ‘’ Shishosetsu’’ romanzo dell’io. Tuttavia, Kobayashi Hideo
fece una lettura critica, all’interno della quale espresse il fatto che la concentrazione giapponese sull’io
purificato poteva essere vista come isolata e problematica. Come vedevano se stessi gli scrittori
giapponesi in relazione alla società e al resto del mondo? Il significato di io purificato deriva da
circostanze storiche, in particolare dalle relazioni coloniali che hanno dominato l’esperienza giapponese
per tutto il XX secolo. Come hanno mostrato John Lie e gli altri , la definizione geografica del Giappone è
cambiata radicalmente nel corso del XX secolo e l’espansione dell’impero portò ad un aumento
dell’immigrazione o il dispiegamento in tempi di guerra. Quindi più l’impero di etendeva e cresceva e più
variavano le persone che formavano la nuova cittadinanza di quell’impero nel 1914. I soggetti giapponesi
includevano ex cittadini di Taiwan o Corea ecc…. inoltre, molti erano andati nelle isole giapponesi per
approfittare della carenza di manodopera durante la guerra , cosi che la composizione etnica del
‘’Gippone’’ è cambiata radicalmente. Questo quindi portava ad una tensione tra i soggetti dell’impero e
l’individuo di origine nazionale. Questo divario tra le diverse versione di Sé può essere visto nella
letteratura scritta da persone dell’impero . Alle stesso tempo, l’occupazione americana del 1945_1952
creò una crisi di identità perché l’impero conquistatore fu trasformato in uno spazio colonizzato .

Questo libro esamina i modi in cui l’idea del sé giapponese è stata problematizzata in letteratura e come
gli scrittori , durante il XX secolo, hanno cercato di definire la loro identità nazionale in un mondo in
rapida evoluzione e come hanno deciso di rappresentare l’altro. L’altro sono quindi entità immaginate he
gli autori letterari hanno costruito come altro che definisce il sé giapponese. Questa opposizione biniaria
è una struttura fondamentale della fenomenologia. Definiamo una cosa come ‘’altra’’ o ‘’non cosa’’ , al
fine di cercare la verità sull’essenza della cosa definita. Questa opposizione riguarda anche Oriente,
Occidente ed è una componente importante dell’orientalismo e occidentalismo che coinvolge ciò che
James Carrier ha chiamato definizione ‘’essensialista e dialettica, dove essenzializzazione è definita come
il processo di ridurre l’entità complesse che vengono confrontate con una serie di caratteristiche
fondamentali che esprimono l’essenza di ogni entità , ma solo in quanto in contrasto con l’altro.
Tuttavia, i problemi principali con l’utilizzo della struttura binaria sono problemi base della
fenomenologia. 1 = qualsiasi struttura binaria è arbitraria nella sua natura, in quanto le persone devono
scegliere gli oggetti da contrapporre alla cosa che vogliono definire. Questa scelta è soggettiva e
arbitraria, ma potrebbe essere distorta poiché la scelta di un oggetto di opposizione rispetto a un altro
produrrebbe un diverso e forse più favorevole risultato. 2= sono sempre costruite su gerarchie, ponendo
la cosa da definire al di sopra dell’altro constante. 3= cerca di rendere il contrasto più efficace,
concentrandosi maggiormente sulla differenza o più sulla somiglianza. Tuttavia uno dei principali
problemi dell’opposizione binaria, come sostiene Derrida, è il fatto che non possono esistere due entità
totalistiche. La forte relazione tra due entità qualsiasi costruite in opposizione è molto più significativo
della costruzione di entrambe le entità in sé.

Libro diviso in III parti.

La prima parte riguarda ‘’ The outside Other’’, cioè si so concentra sulla concettualizzazione degli stranieri
da parte di scrittori giapponesi che stavano viggiando all’estero, come Nagai Kafu, Tanizaki JUnichiro,
Yokomitsu Riichi.

Parte 2= ‘The other inside Japan’’ tratta di coloro che sono considerati giapponesi, ma che sono visti alla
periferia della società giapponese come Burakumin (che Mark Morris chiama ‘’la minoranza invisibile del
Giappone’’) e gli HIbakusha ( sopravvissuti Bomba Atomica)

Parte 3= ‘’The complicated other of the liminal’’, ovvero coloro che non erano giapponesi ma che erano
costretti a diventarlo a causa del colonialismo giapponese in Asia, come i taiwanesi, i coreani e gli
abitanti di Okinawa.

PARTE I L’ALTRO NELLA LETTERATURA MODERNA GIAPPONESE. (HERMES AND HERMES)

Importante è esaminare il rapporto del Giappone con il mondo. Molto importante fu sicuramente
l’influenza della cultura cinese, uno dei primi punti con cui i viaggiatori occidentali potevano confrontarsi
con l’oriente, giudicando il Giappone come il piccolo fratello imitatore. Come ha detto David Pollack, c’è
stata con la Cina una relazione dialettica di sottomissione e subordinazione. Il Giappone ha tratto profitto
dalle conquiste della cultura dominante , ma la sua distanza ha permesso anche al giappone di decidere
cosa accettare e in che misura. Quindi l’altro veniva interiorizzato selettivamente , ma allo stesso tempo
l’essenza del sé era articolata. Prima del 1868 il Cinese era l’unica lingua straniera letta in Giappone.
D’altra parte , il cinese scritto aveva un carattere ibrido e a causa del Kanbun giapponese, che permetteva
ad un autore giapponese di scrivere un testo in cinese senza essere in grado di parlare una parola della
lingua . Con questa procedura di lettura o articolazione del testo scritto in giapponese non solo è stata
sospesa l’alterità del testo cinese , ma anche la polarità del simbolo e del significato è stata neutralizzata.
Fu solo l’incontro con l’occidente che ha imposto ai giapponesi una nuova comprensione della
‘’traduzione’’ perché si trovavano per la prima volta di fronte al fatto che simbolo e significato non
coincidono, che la connessione tra i caratteri scritti e ciò che denotano che è arbitrario e che quindi il
significato di un testo in una lingua straniera può essere rivelato solo da una traduzione reale. Tuttavia,
per la prima volta in diversi secoli, c’è stata la possibilità di incontrare stranieri in Giappone o come
membri di una delegazione all’estero, oppure attraverso le esperienze degli scrittori giapponesi dalla fine
del XIX secolo in America e Europa che, in forma letteraria, evidenziano lo shock culturale e le diverse fasi
di auto esplorazione all’estero e dopo il rientro in patria. Ma per la maggior parte degli
scrittori/intellettuali giapponesi, l’incontro con l’Occidente è avvenuto in patria soprattutto con il
cristianesimo e il marxismo. Il cristianesimo era visto come un sistema di valori adatto a distruggere il
feudalesimo tradizionale. Il Cristianesimo servi da catalizzatore spirituale per la ricerca giapponese di
identità , che seguiva il modello caratteristico di un ritorno in Giappone (Nihon e no Kaiki) : questo
modello prevedeva una fase di adozione entusiastica della cultura e della civiltà occidentale e del
cristianesimo , seguita dal rifiuto dello spirito e dei valori tradizionali. Tuttavia, anche l’incontro con il
Marxismo fu fondamentale per l’intellettuali giapponesi , soprattutto nel periodo Taisho (1912-1926) ,
dove iniziò a dominare la vita intellettuale in quanto offriva un modello di completo per interpretare la
storia cosi come l’età presente. Quindi esercitò una grande influenza per le sue idee rivoluzionarie che
portavano ad azioni concrete, anche quando gli studiosi furono costretti a rimangiarsi le loro idee a causa
della pressione politica (Tenko Bungaku).

‘’Una cultura che scopre ciò che è estraneo a se stessa manifesta simultaneamente cosa è di per se.’’
(Bernard McGrane)

L’alieno o l’altro è una nozione relazionale. Presuppone una relazione dialettica tra il Sé e l’altro. Il Sé
diventa consapevole di se stesso solo attraverso la percezione dell’altro e la consapevolezza dell’altro è
possibile solo nella misura in cui il Sé oggettivizza coscientemente e relativizza il proprio sistema di codici.
La Xenologia , o studio dell’altro, come campo interdisciplinare orientato all’interculturalità . Tuttavia, la
nozione di ‘’altro’’, prefigura una comprensione radicata nella semantica inglese. In Inglese, foreigner e
stranger designano la non appartenenza a un’unità etnico politica o a comunità locali, classe sociale
ecc…., mentre ‘’alieno’’ ad un alterità naturale. La stessa struttura tripartita la ritroviamo nell’italiano con
i termini straniero, alieno e forestiero. In questo argomento diventano importanti i rispettivi termini
giapponesi , dalle nozione binarie Uchi vs Soto (Interno vs Esterno) o la distinzione di Ji vs Ta (Stesso Vs
Altro) a termini usati per designare lo spazio, la società , l’etnia o l’etnia di una persona (Es: Yosomono,
Gaijin, Nanban, bugaisha ecc..) . Non solo la letteratura moderna giapponese, ma anche nella letteratura
più ‘’vecchia’’ come i diari di viaggio, diari letterari (Nikki), le topografie, saggi (Zuihitsu) ecc…, ci
permettono di studiare l’intero spettro culturale delle alterità, dall’etnia, gli aspetti socilogici,
antropologici, esistenziali, o da quelli epistemologici a quelli politici. Dove cerchiamo il Sé Giapponese e i
suoi altri nei testi letterari scritti? Al livello di contenuto possiamo distinguere due grandi categorie di
ambientazioni, la prima le opere ambientate in giappone , e la seconda da opere ambientate all’estero
(Kaigai Shosetsu) . Al livello di contenuto possiamo distinguere diversi fenomeni di altro in un testo
letterario Giapponese. Non si tratta solo di personaggi, ma anche oggetti, concreti e astratti, possono
rappresentare l’altro in un testo letterario . Gli oggetti di alterità in un testo giapponese possono essere
artefatti culturali a livello referenziale , relativi a contatti tra diverse letterature o sistemi letterari. Sin
dall’inizio del periodo Meiji questi riferimenti alle ‘’cose occidentali’’ sono cosi abbondanti in cosi tanti
lavori che la loro pura frequenza si traduce in assimilare e ‘’naturalizzare’’ lo straniero. Tuttavia,
possiamo discernere una serie di diverse funzioni che questi riferimenti possono coprire
dall’autorizzazione, come quando gli scrittori Naturalisti (Shizenshugi) citavano Rousseau o Zola per
sostenere la loro teoria o come quando Akutagwa Ryunosuke abbozza un modo giapponese di scrittura
realistica incarnata da Shiga Naoya che superò anche maestri come Tolstoi. Gli oggetti stranieri, inoltre,
potrebbero assumere anche la forma di istituzione. Studi precedenti dell’immagine degli stranieri nellaa
moderna letteratura giapponese erano d’accordo che aveva prevalso l’assoluta ripugnanza o
l’inequivocabile reputazione. Tuttavia, gli sviluppi storici sono innegabili e alcuni dei più oltraggiosi mit
razzisti non potrebbero funzionare oggi. Ted Goossen sospetta che dobbiamo tenere in considerazione
anche la distanza dell’oggetto estraneo. Era l’uomo nero, in questo caso il soldato nero nella storia
‘’Shiiku’’ di Oe Kenzaburo . I testi giapponesi moderni riflettono un processo di appropriazione culturale
caratterizzato dall’assimilazione del passato elementi di non appartenenza (estranei) ,un processo
durante il quale il punto di vista del sé è in continuo mutamento . di conseguenza , anche la percezione
del sé e dell’altro sta cambiando. All’interno di questo gioco complesso , ricorrere a confini cosi
discutibili come ‘’influenza occidentale’’ sarebbe altamente controproducente . Una tale
concettualizzazione non implicherebbe solo l’esistenza di una posizione superiore e sopra-temporale che
determina la natura di certi elementi ,se devono essere considerati stranieri o indigeni, lo sarebbe anche
rivendicare qualcosa di un copyright culturale , la cui dichiarazione , tuttavia, si trova esclusivamente a
discrezione di chi guarda.

Kyoko di Mishima Yukio come caso di studio. Kyoko no Ie è il secondo testo + voluminoso ,
un’opera ambiziosa, pubblicata tra il 1958-1959. La serietà di Mishima è enfatizzata dal fatto
chel’opera fu pubblicata come uno dei suoi pochissimi Kakioroshi shosetsu (un racconto scritto in
un casting)in contrasto con la procedura giapponese standard di pubblicazione dell’opera su
periodici di riviste o giornali prima della forma del libro. Anche se i critici lo considerano un
fallimento, non si può negare il fatto che sia un testo paradigmatico per molti aspetti , chiamato
dall’autore il suo studio sul ‘’nichilismo’’ e il suo addio al dopoguerra. MIshima , dopo ‘’il tempio
di padiglione d’oro’’, scritta nel 1956, opera che mostra la reazione di un individuo al
cambiamento dell’atmosfera dopo la sconfitta del Giappone nella guerra, intendeva sviluppare la
sua interpretazione di dopoguerra nel suo insieme. Le sue ambizioni sono ulteriormente
sottolineate dal fatto che in questo caso ha tenuto un diario letterario , pubblicato poco dopo il
romanzo , con il titolo Ratai to isho (1959), che documenta e commenta la gestazione del suo
lavoro in un modo che ricorda quello di Thomas Mann. Senza dubbio Mishima intendeva unirsi ai
ranghi di quella che era percepita come letteratura mondiale da questi stessi atteggiamenti e
modi di pubblicazione , ma ancor di più dal suo stile e dai suoi temi letterari. Durante la sua
carriera Mishima, nonostante aveva mostrato interesse per la giapponese classica come No e
apprezzava i classici moderni dei periodi Meiji e Taisho, si ispirava anche ad autori occidentali
come Baudelaire, Balzac, Ibsen, D’annunzio, Socrate ecc… Questo non voleva dire che Mishima
prendeva le distanze dal canone giapponese, ma la sua era una fusione di nativi e occidentale,
cosi come elementi tradizionali e moderni. Tra i riferimenti più evidenti ci sono l’allusioni alla
Morte a Venezia di Thomas Mann, ll ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde e a Walter Pater e
cosi via….L’intenzione di Mishima di scrivere un’opera di letteratura mondiale che negli anni 50 si
identificava, sia in Occidente che in Giappone, con testi canonizzati nelle lingue europee, veniva
cosi ignorato e la stessa cosa è successa alla sua opera ‘’La casa di Kyoko.’’ Questa incongruenza
tra produzione e ricezione è importante . La casa di Kyoko è un romanzo che copre un arco di
tempo narrativo di 2 anni (da aprile 1956 ad aprile 1958) e racconta la storia di quattro giovani
sulla ventina Il pugile Shunkichi, il pittore Natsuo, l’attore Osamu e un impiegato di azienda
Seiichiro. Le strade di queste 4 persone si incroceranno a casa della loro stravagante amica Kyoko
negli alloggi di Shinanomachi a Tokyo. Il loro è un mondo di prosperità, simboleggiato da beni
come camini aperti, lampadari, e un sistema di riscaldamento funzionante (in quel momento
storico poche famiglie potevano permettersi oggetti del genere). Kyoko e le sue amiche
indossano cappotti di visone, i protagonisti preferiscono cibo, abiti e case in stile occidentale. Il
fatto che si stringano la mano invece di salutarsi in un modo giapponese più convenzionale è un
segno evidente della misura in cui prendono le distanze dalla normale classe media del
dopoguerra nel loro tentativo di adottare uno stile di vita occidentale. Gli stranieri e i prodotti di
origine straniera abbondano nelle opere di Mishima e hanno la funzione di far respirare un’aria di
lusso e fascino cosmopolita nel mondo del romanzo . le feste di kyoko sono guarnite dalla
presenza di stranieri. Commenti come ‘’c’erano 4 o 5 stranieri’’ suggeriscono, tuttavia, un
orgoglio per questo risultato, sebbene anche una sorta di inferiorità di fronte all’occidente.
Questo vale anche per Osamu che è orgoglioso del fatto che le sue natiche siano attraenti per le
donne perché ricordano i marinai stranieri ed è altrettanto orgoglioso che sua madre abbia l’aria
di una proprietaria di bordello francese e sogna di andare a letto con un’attrice straniera. Sul
piano linguistico /stilistico troviamo un connubio di tradizionalismo e cosmopolitismo , da leggere
nell’ostinata adesione dell’autore alla forma storica di scrittura. Questo lo si può vedere perché a
uno stile conservatore combina termini in Katakana e citazioni di lingue Europee. Nei suoi
romanzi l’autore tenta anche di incorporare l’altro sottoforma di estensione dei confini geografici
della trama. In una parte della casa di Kyoko , assistiamo al trasferimento di Seiichiro a New York
e, alla fine, Nastuo sta progettando di partire per il messico . ciò che accade a New York è
‘’portato a casa’’, nel senso più letterale , agli altri personaggi cosi come al lettore attraverso le
lettere , in cui Seiichiro descrive la sua vita all’estero. Un espediente narrativo evidente è la
maggiore frequenza di dettagli realistici in questa parte del libro. Particolare attenzione viene
data alla descrizione di fenomeni che sembrano essere sconosciuti ai lettori giapponesi al
momento della pubblicazione , quindi l’autore adotta il ruolo di mediatore culturale. Che la casa
di Kyoko non sia un semplice romanzo realistico diventa chiaro quando prendiamo in
considerazione le strategie di stereotipo e simbolismo, che figura in primo piano quest’opera.
Entrambe queste strategie, stereotipi che spesso di fondono con il simbolismo , devono essere
osservate in configurazione dei personaggi e degli spazi recitativi , a cominciare dalle due
megalopoli, tokyo e new york ambientate in un rapporto di gradazione . il trasferimento di
Seiichiro a New York è un segno visibile del suo successo come professionista e questo per tutto
il romanzo implica una generalizzazione ulteriore del mondo del romanzo , in cui sia le città che i
loro abitanti devono essere considerati parti dello stesso paradigma. I sentimenti base dei
protagonisti come muchitsujo (disordine), sekaihokai (fine del mondo) , waisetsu (oscenità) ,
fuan (incertezza), taikustu (noia), kodoku (solitudine) e muimi (mancanza di significato). Fin dalla
prima fase si allude a questo stato d’animo : ‘’tutti stavano sbadigliando (minna akubi shite ita) .
questo stato d’animo elitario di noia e nichilismo forma un curioso contrasto con le banali
aspirazioni borghesi menzionate prima, e distingue i protagonisti dell’individuo medio in un
modo che ricorda il superuomo di Nietzsche. Frammenti di queste idee si riflettono in Seiichiro
cosi come nell’attivismo e anti-intellettualismo di Shunkichi. Mishima è l’alfiere del dopoguerra
della letteratura giapponese, in quanto aspira a fondere il conservatorismo , una forma
reinventata del tradizionalismo, e quello che lui considera il filone artistico più valido della
letteratura moderna che va dal simbolismo all’esistenzialismo. Quindi Mishima aspira a
trascendere i confini della letteratura giapponese.

SUSAN NAPIER : STRATEGIE DI ALTERITà NELLA MODERNA LETTERATURA GIAPPONESE.

L’altro lato o muko gawa in giapponese , è un concetto che attraversa le culture toccando lo
spirituale, il mitico e il culturale. Nel 1985, Kinya Tsuruta , insieme ad altri critici giapponesi, ha
pubblicato un libro chiamato ‘’Bungaku ni okeru muko gawa’’ (l’altro lato nella letteratura) dove
definisce il mukogawa come un qualcosa che esiste in contraddizione con questa parte, qualcosa
che è concepito come uno spazio artistico e non esiste nella realtà. Un luogo di compensazione
per questa parte , uno spazio di illusione . molto di quello che descrive Tsuruta sembra essere
applicabile a testi di letteratura fantastici e misteriosi, ma anche a quelli più realistici. Con il XX
secolo la visione dell'altra parte diventa sempre spesso di più politicizzato . Le versioni
nazionaliste sel Sé e dell’altro nella letteratura giapponese non sono ristrette al Giappone e
all’Occidente. L’altro è quello che non siamo. Natsume Soseki e Murakami Haruki condividono
l’interesse nei confronti dell’altro occidentale ed entrambi , attraverso l’interazione con
l’occidente, hanno costruito un’importante identità letteraria. Nel caso di Murakami,
l’incorporazione della letteratura occidentale è ancora più ovvia. Mescola infatti a narrativa con
la tragedia greca, realismo in stile Rymond Carver, il realismo , quindi fa opere che non dovevano
essere accessibili solo ai giapponesi ma anche agli occidentali. Soseki ha scritto Rondonto (La
torre di Londra) , scritto nello stile di un saggio, la torre doveva essere una sorta di resoconto del
solo e unico viaggio fatto da Soseki anche se, fin dall’inizio, c’è un’aria di irrealtà che pervade il
racconto. Soseki si descrive come una ‘’lepre’’ scatenata a Nihonbashi (equivalente giapponese
del London Bridge) e parla del Kumodeji (sistema di ragnatele)dei trasporti londinesi, suggerendo
implicitamente che sia un insetto, intrappolato nella rete dell’Oiccidente. La torre stessa significa
qualcosa di molto diverso e per lo stesso Soseki la torre diventa un’immagine dell’illuminazione,
una sorta di fulcro del suo sogno mondano. L’uso del termine buddhista ‘’Shukusei’’ (sogno
mondano) è intrigante ed è come se Soseki , nonostante le sue evidenti obiezioni nei confronti
dell’inghilterra e al suo sentirsi alienato , si ritrova attratto da molti aspetti della cultura inglese.
Soseki era sicuramente più immerso nella storia inglese , più esperto della letteratura inglese
rispetto ai suoi connazionali , e proietta sulle mura fisiche della torre una varietà di fantasmi del
passato inglese. Le immagini che vede Soseki non sono quelle di una civiltà della modernità e
dell’illuminismo . Sono sangue in cui è intriso (a volte letteralmente nel caso di Jane Gray)il
ricordo di un passato problematico. È forse significativo che Soseki parli delle vittime nella torre.
Non solo il lettore (probabilmente giapponese), vede la giustizia nel modo più barbaro, ma è
anche un mezzo con la quale Soseki può identificarsi con l’altro occidentale dato che questo è un
altro vulnerabile e impotente. Aggettivi fin troppo appropriati per la condizione di Soseki aa
Londra. D’altra parte il senso di controllo di Soseki può durare a lungo e può essere problematico
nella sua intensità inducendolo a proiettare le sue fantasie anche nell’inghilterra di oggi. Questo
lo troviamo quando proietta le sue fantasie su una donna misteriosa e bella che sembra avere
una straordinaria conoscenza della torre . Soseki fantastica che sia l’incarnazione di Jane Gray e
questo, come abbiamo detto, aveva lo scopo di incorporare lo storico e l’altro femminile nella
realtà della londra moderna. Tuttavia, al narratore non è permesso restare a lungo nelle sue
fantasie. Ritornando al suo alloggio in una trance autodefinita, le fantasie del visitatore
giapponese vengono respinte dal suo padrone di casa che offre spiegazioni prosaiche per tutti. Il
padrone di casa è disilluso sull’argomento della donna misteriosa , dicendo con disprezzo che
Londra è piena di belle donne. Se non stai attento , potresti correre in pericolo . dato questo
finale ironico e deludente , sembra che il contatto con l’altro possa dare potere solo quando
l’immaginazione del soggetto è a carica e non è più abietta a causa delle realtà di razza e di
nazionalità. Quindi, la torre, simile all’antico castello o ad una casa di fantasia gotica, diventa un
luogo di alterità dove le regole convenzionali sono sollevati o invertiti e, nello spazio libero
fluttuante del misterioso, i personaggi possono assumere, anche se solo temporaneamente ,
nuovi poteri.
Fujita Eichi afferma che Soseki aveva considerato inizialmente il suo tempo a Londra come una possibilità
di realizzare la sua ambizione repressa che era quella di padroneggiare la lingua inglese e di offrire
risultati globali di letteratura inglese. Tuttavia, in questa ambizione fu contrastato dal suo sentirsi
estraneo, alienato dalla vita inglese, cosa che lo porterà a costruire la sua dottrina di Jikohon’i (alle mie
condizioni) il quale può essere visto come una sfida intellettuale abbattuta dalla società occidentale.
Hazama sostiene che Soseki esplora un continuum complesso che coinvolge la storia del mondo reale , il
dramma (in particolare le opere si Shakespeare e del drammaturgo contemporaneo Ainsworth) e infuso
di illusione (genso), immaginazione (sozo) e fantasia per toccare ciò che Soseki descriveva come passato.
Inoltre, è evidente anche l’uso da parte di Soseki del verbo sembrare (mieru) rispetto al verbo Miru
(guardare) che implica il narratore all’interno del proprio mondo immaginario. Quindi per lui Soseki crea
e manipola la propria versione di alterità in cui è, anche se solo transitoriamente , un completo
partecipante. Tuttavia, probabilmente, l’impegno più duraturo che Soseki aveva con l’alterità fu con il
suo breve lavoro ‘’Dieci Notti di sogno’’ , scritto come ‘’Torre’’ pochi anni dopo il suo ritorno da londra.
Come con Torre, anche qui Soseki assume la personalità dell’estraneo ma in questo caso l’io sognante
non ha mai il controllo. Ogni sogno è impegno con l’altro , sia esso il passato (sia personale che nazionale)
, la donna o l’occidente. L’alterità può essere una cosa imbricata sia nella cultura che ne sé. L’altro lato
dell’intrappolamento è il desiderio di evadere ma, anche qui, l’io sognante è ostacolato . Come afferma il
suo personaggio da samurai in sogno della seconda notte , il mio sé interiore era sigillato , tutte le uscite
bloccate. In questo caso il sognatore non è in grado di sfuggire all’alterità (in questo caso
un’illuminazione buddista desiderata) e rimane solo soggettività. Sebbene il sognatore sia un samurai , e
quindi di nuovo evocativo del passato, la sua incapacità di sfuggire al suo io interiore suggerisce uno dei
temi chiavi di Soseki : l’inevitabile solitudine dell’individuo nel mondo moderno . nella quinta notte , l’io
è condannato alla morte e ha perso la speranza di scappare. L’unica cosa che vuole è rivedere la sua
amata, ma sarà tradito dalle macchinazioni di una strega malvagia. Quindi donna vista come traditrice,
appaiono negli specchi , ma scompaiono nella realtà. Sono sfuggenti e morendo si trasformano in fiori
Anche le questioni di mascolinità e femminilità sono importanti nei sogni . Soseki riunisce una serie di
visioni di alterità : il sé alienato, la minacciosa e irraggiungibile femmina e l’irraggiungibile altro
occidentale. Se, come ci dice la psicoanalisi, i personaggi dei sogni sono proiezioni su se stessi , un
tentativo di connetterci con una varietà di altri lati all’interno della nostra stessa natura, i sogni di Soseki
alludono a ciò che potrebbe essere descritto come un tentativo frustrato di affrontare l’alterità. L’io è
consapevole del suo isolamento e alienazione e desidera altro, ma alla fine è incapace di oltrepassare i
confini. Ci sono altri momenti nella letteratura di Soseki in cui, il sé e l’altro, sembrano incontrarsi ,
almeno transitoriamente. Un altro autore che ha mostrato un impegno prolungato con l’alterità è
Murakami, in particolare con la sua opera Nejimakidori kuronikaru ‘’the wind up bird Chronicle’’ scritta
nel 1996. L’opera affronta vari temi che ritroviamo anche in Soseki come ad esempio il fardello del
passato , sia personale che nazionale, il desiderio di salvezza e di illuminazione , spesso combinato con un
senso di intrappolamento e un fascino nei confronti dell’alterità femminile da parte di un soggetto
maschio passivo. Chronicle , come il ‘’crono’’ nel titolo suggerisce che varia nel tempo e nello spazio fino
a presentare una visione memorabile ma inquietante del Giappone in cui la soggettività maschile e
femminile esiste in relazione difficile con un tessuto sociale problematico e spesso anche in una relazione
estranea con se stessi , come l’uso del romanzo .tuttavia, tratta anche in maniera brillate l’esperienza del
Giappone in Manciuria, dove quest’ultima diventa non solo un altro giapponese, ma un autentico
esempio dell’altro lato dove le mappe sono inutili e dove le leggi della natura e dell’umanità non si
applicano. La Manciuria sottolinea il problema del protagonista ma anche quello della nazione nel
rapporto con la realtà della loro storia passata. Murakami costringe il lettore giapponese a vedere la
guerra sotto una nuova luce

Nella visione del narratore, la figura della donna è altro, non è solo bellezza e femminile, ma è legata al
mondo dei fantasmi e della morte , in particolare la morte di Kosan . tuttavia, Murakami non lavora solo
attraverso i personaggi femminili, ma anche attraverso l’uso del mito e della leggenda. Infatti, proprio
come Soseki, Murakami incorpora sia riferimenti religiosi giapponesi/ occidentali che riferimenti mitici.
(miti greci, il mito di Orfeo ecc..)
La realtà nelle opere di Soseki e Murakami è profondamente sovrapposta con l’altro.

Chi tiene la frusta? Potere e critica Nagai Kafu ‘’AMERICAN STORIES’’ Rachael Huthinson

Il discorso del sé e dell’altro nella letteratura giapponese se ne è discusso soprattutto durante il periodo
Meiji , un’epoca in cui il Giappone ha cercato di definire il suo posto in un mondo in rapida evoluzione. In
un contesto discorsivo di gerarchie razziali europee e darwinismo sociale , l’altro che sembra dominare la
scrittura Meiji è l’occidente , costruito come seiyo (occidente) in opposizione binaria al Giappone
(oriente). All’inizio del XX secolo autori come Natsume Soseki, Shimazaki Toson, Nagai Kafu avevanp
viaggiato in Europa e pubblicato brevi storie sulle loro esperienze. Ma qual era l’Occidente nella scrittura
Meiji e come funzionava nella letteratura del periodo ? Quando si incontra la figura miserabile di Soseki a
Londra , appesantita dal complesso di inferiorità , e quando si legge il discorso dei Meirokusha , basato
sul principio di bunmei-kaika dove il Giappone doveva aprirsi e raggiungere l’illuminazione seguendo le
orme dell’Europa si potrebbe pensare che l’Occidente, nella scrittura Meiji, funzionava solo come
modello da emulare. In particolare, dopo la guerra Russo-Giapponese, gli scrittori giapponesi sentivano
un crescente disagio con questo modello e molti critici lessero la letteratura e la narrativa di questo
periodo come un modo di abbonarsi agli ideali del discorso bunmei-kaika. Questo tipo di teorizzazioni
sulla letteratura Meiji , Rachael le ha chiamate ‘’teoria del divario’’ perché presuppone che ogni scrittore
giapponese sentiva che il Giappone era inferiore all’Occidente e aveva bisogno quindi di colmare questo
divario. Tale teoria del divario può essere vista nelle letture di America monogatari (1908) di Nagai Kafu.
Scritto nel 1903-1907, abbraccia un periodo in cui l’immagine popolare dell’America come ‘’terra sacra
della libertà’’ si stava disintegrando e gli scrittori Meiji stavano adottando un approccio più critico nei
confronti della modernizzazione e identità giapponese. Tuttavia, spesso, Kafu non è stato visto come uno
scrittore critico, ma è invece associato ll bundan , al mondo fluttuante legato ai quartiere dei piaceri.
America monogatari è letto sulla superficie come una scrittura di viaggio , racconta le avventure di un
giovane giapponese intellettuale all’estero e quando fu pubblicato su waseda bungaku lo ha recensito
come una ‘’cartolina’’ senza coerenza, come un’insieme di immagini dell’America che appaiono prima al
lettore a scopo di intrattenimento e piacere. Edward Seidensticker legge la raccolta come un egoistica
prosa da cui suscitare l’invidia dei giovani maschi giapponesi, lasciati a casa , mentre Ken Ito lo legge in
termini di bramando l’altro dopo un modello orientalista, ovvero emerge il desiderio colorato di
diventare un’artista di un’altra razza e che questo desiderio, unito a un senso di privazione, di essere
nato in Giappone e non in Occidente ha formato il desiderio di Kafu per l’oggetto dato o per tutte le cose
Occidentali. Ito presume che Kafu aderisse al punto di vista di altri occidentali del periodo Meiji, ovvero
che la distanza giapponese dalla modernità, cultura, civiltà occidentale fosse la caratteristica essenziale
della sua identità. È stato affermato che molti intellettuali , incluso il Meirokusha , come premessa base
nei loro scritto hanno definito la distanza del Giappone dall’Occidente come Giappone come Giappone e
che il sé giapponese esisteva solo in contrasto con il suo altro occidentale. Ma l’uso di questo modello da
parte di Ito in relazione alla letteratura trascura il numero di intellettuali e scrittori come Futabetei
Shime, Natsume Soseki, Mori Ogai, Nagai Kafu altri che hanno messo in dubbio questa definizione di
identità giapponese , chiedendosi se il Giappone avesse bisogno di occidentalizzazioni. In America
Monogatari, Kafu Nagai usa l’altro occidentale in modo critico. La dinamica tra binarismo e complessità
nelle opere di Kafu, dimostrano il ruolo attivo che aveva lo scrittore nella scelta di come rappresentare
l’altro occidentale. A volte Kafu impiegava un seplice costrutto binario di Giappone/America , mentre a
volte complica il contrasto per inversione o per l’introduzione di un osservatore esterno.

In questo capitolo esamineremo 3 storie , ognuna delle quali esemplifica uno di questi momenti dell’altro
americano:
1 ( Ichigatsu Ichijitsu) Primo Gennaio 1907 -> pubblicato su taiseyo il 20 agosto del 1907, dimostra un
semplice costrutto binario dove l’america è usata per il contrasto con il Giappone e, in ultima analisi,
come auto definizione culturale. Giappone designato come società confuciana restrittiva e l’America
come terra di libertà e democrazia. Qui la libertà (jiyu) è usato per introdurre una critica severa a un
Giappone che non può sperimentare tale libertà . Come suggerisce il titolo ‘’primo gennaio’’si apre
durante le celebrazioni del primo anno per i dipendenti espatriati della filiale americana Banca Toyo,
completo con cibi tradizionali e bevande come il sakè e lo zoni. L’unica persona che manca è Kaneda che
è descritto come troppo ‘’haikara’’ (troppo occidentalizzato) per questi raduni , nel senso del
rokumeikan. infatti, la sua giapponesità viene messa in dubbio quando si scopre che non è mai apparso
banchetti in stile giapponese e detesta il sake e il riso. Avendo vissuto in america per 7 anni, non ha
intenzione di tornare in Giappone. Il suo essere anti-giapponese e il suo rifiuto di essere socievole con i
suoi compagni espatriati viene sottolineato dalle ripetizioni che Kafu inserisce come sake e riso, ripetuto
4 volte. Un uomo parla in difesa di Kaneda, affermando che ha buone ragioni di evitare i banchetti
giapponesi in quanto ha sentito la storia di Kaneda una sera la ristorante francese . una volta che la storia
è impostata lo stesso Kaneda si fa carico della storia e sentiamo direttamente da lui le sue parole. Questo
tipo di narrazione incorporata ha uno scopo critico . kaneda dice che la cucina giapponese gli ricorda la
madre morta che era sempre criticata dal padre sulla qualità della sua cucina e della scelta delle stoviglie.
Qui le idee Occidentalimesse in contrasto con quelle del confucianesimo e del bushido. Kaneda non può
più comunicare con suo padre , sua madre muore di polmonite prima della sua laurea mentre lottava per
portare al marito un prezioso bonsai dal giardino innevato. Quindi la madre uccisa dalla tradizione
giapponese. Da quando è arrivato in America è attratto dalla filosofia occidentale dell’amore e della casa
. infatti osserva che in America il ruolo degli uomini e delle donne a casa sono governate da rispetto e
considerazione, mentre fuori casa le donne possono comportarsi in un modo libero e godersi la vita.
Anche se poteva essere superficiale questa uguaglianza a Kaneda non interessava. L’invisibile narrazione
in terza persona si tinge di un’osservazione soggettiva , suggerendo che la narrazione onnisciente è in
realtà solo punto di vista personale di uno dei tanti ospiti riuniti.

2( Cho Hatsu) Capelli lunghi 1906 = esplora i ruoli sessuali e del genere attraverso l’inversione .
pubblicato in bungei kurabu nel 1906, a prima vista anche questa storia sembra essere una semplice
struttura binaria di un America libera rispetto a una società Giapponese più restrittiva, ma qui Kafu non
usa solo una struttura binaria, ma ne usa molte , formando un sistema interconnesso di insiemi binari
:Uomo/donna, Giappone/America , sottomesso/dominante , deviante/normale. Qui le strutture
diventano complicate e ciascun comportamento previsto invertito. Attraverso questa inversione e
complicazione ,Kafu esamina le dinamiche di potere e interroga l’autorità delle cosiddette strutture
‘’normative’’ in società e letteratura. Capelli lunghi viene letta come una storia di liberazione sessuale a
New York. La scena di apertura è incentrata su questioni dei ruoli di genere e di identità nazionale , come
il primo narratore (jibun) ci presenta una coppia su una carrozza in central park. La carrozza è della donna
, e l’uomo che cavalca è accanto a lei. Attraverso i capelli, il narratore cerca indizi sulla coppia,
speculando sulla sua nazionalità messicana o sudamericana, anche se il giapponese sa, nell’istante in ccui
l’ha visto, che l’uomo era di nazionalità giapponese. Il narratore si chiede che tipo di giapponese sia e se
la donna nella carrozza era sua moglie. La donna aveva i capelli biondi, kinpatsu, ed era bianca ,
colorazione straniera ed esotica. In seguito la storia viene raccontata da Watashi , un compagno
giapponese espatriato a New York. Dopo aver frequentato le lezioni alla Columbia University con l’uomo
della carrozza, watashi rivela che l’uomo si chiama Fujigasaki Kunio, il figlio maggiore della famiglia
aristocratica che aveva lasciato la Columbia per viaggiare e per divertirsi e che ora viveva in un
appartamento in central park con la donna bionda che ha circa 28 anni, occhi verdi, ciglia lunghe e la
solita espressione di donna occidentale. Watashi ce la descrive come una donna volgare, ma
affascinante. In Tales of America Kafu usa l’America , descrivendolo come un paese romantico ,
caratterizzato dalla libertà sessuale e critica il Giappone . sottolinea l’atteggiamento libertario americano
dicendo che non era insolito vedere un uomo e una donna andare a cavallo insieme in America. Tuttavia,
questa apparente libertà viene minata da Watashi quando scopre che i due hanno una relazione. Quando
Kunio ammette che la donna è divorziata ed emarginata da una società educata , prendendo una serie di
amanti per sviare se stessa, Watashi la etichetta come una donna ‘’caduta’’, immorale e spietata. La sua
bellezza e la sua sessualità intrappolano gli uomini. Il rapporto sessuale tra lei e questo giovane
aristocratico, sciocca Watashi perché rompe tutte le convenzioni sociali. Kunio ammette che questa
relazione durerà fino a quando la donna non troverà qualcun altro.Watashi cerca di capire , leggendo
Saffo di Daudet, dove l’eroe prova amore e orrore per una donna , ma sente che l’amore che ha Kunio è
completamente diverso. Lui non era virile, ed era come se si fossero scambiati i ruoli. Kunio non lascerà
la donna perché ha sacrificato tutto per vivere il suo ruolo da sottomesso, è un semi colonizzato e diventa
complice della sua ‘’colonizzazione’’. La complicità di Kunio la si vede nell’enfasi che Kafu inserisce nella
parola ‘’decisione’’ Kesshin, ripetuta 4volte, e come Watashi ammonisce Kunio per aver abbandonato
l’università a metà strada. Inoltre, nominando l’erore Kuni e non Kunio , rappresenta il carattere di
nazione . è la nazione giapponese da colonizzare dal potere bianco americano? ‘’Capelli lunghi’’
rappresenta l’America come una società liberata , un altro che inverte i ruoli di genere e le aspettative
familiari del Giappone. Questo sembra rafforzare l’immagine dell’america come tutto ciò che il giappone
non è . la storia si conclude con la completa sottomissione dell’uomo alla potente , ma squilibrata
‘’donna occidentale’’ .

(Rinkan ) Nella foresta 1906 = impiega un osservatore esterno . scritto nel novembre del 1906, affronta il
problema della razza in America,in particolare la questione del nero e del bianco e come la storia della
schiavitù ancora viva nella coscienza moderna. Qui introduce un osservatore esterno e chiarisce che
l’occidente , pur servendo come altro, il Giappone ha le proprie definizioni di altro al suo interno.
L’americanon è omogenea, ma è lacerata dalla discriminazione sociale. ‘’Nella foresta’’ si apre con i
narratore che commenta le due cose che i viaggiatori notano maggiormente a Washington. Primo, che la
capitale è aperta e simile a un parco nel design, secondo è pieno di gente ovunque vai. Il narratore sta
visitando Washington , la visita in ordine decrescente di importanza politica. La storia mostra che il
potere è ovunque. Quindi sono due le preoccupazioni che affiorano nella storia: 1 la razza, 2 il potere
dello stato. Il narratore trova una piccola stazione ferroviaria al servizio di Arlington che identifica come
luogo con un grande cimitero pubblico, campi di addestramento militare , caserme e residenze ufficiali.
Aspettando alla stazione vede un certo numero di soldati che rappresentano lo stato militare, e alcune
cameriere nere e le donne bianche di mezza età di ritorno dallo shopping che sono classificate per razza e
per il loro status sociale. In questa capitale la razza viene prima dell’umanità , come lo sono le persone
definiti dal colore della loro pelle e non dal loro status comune di esseri umani. Successivamente
menziona (Kokka) stato o nazione, ricordandoci il potere potere politico (seiken) che risiede in città . il
governo e l’esercizio del potere è il dominio degli maschi bianchi e il seguente si concentra
sull’ambizione (yashin) e sulla reputazione (meibo) nella città rafforza il potente status di politici e il
presidente degli USA e infine pensa alla storia (Rekishi) . la storia della nazione americana quella
dell’immigrazione , dei popolari, lo sfollamento della popolazione nativa, la schiavitù , la guerra civile e
l’istituzione dell’unione è pieno della questione razziale che ha scatenato il suo originale treno di
pensiero. Il narratore entra nella foresta e si nasconde quando incontra un bianco soldato con una
giovane ragazza nera inginocchiata ai suoi piedi che piange e stringe le mani al petto in atteggiamento di
preghiera perché il soldato americano vuole interrompere la relazione con lei. Il soldato qui viene
identificato come americano , non come bianco , perché avrà sempre la distinzione di ‘’americanità’’ nel
colore della sua pelle. Anche la ragazza è americana, ma viene identificata solo dai suoi schiavi antenati,
poiché non ha accesso al potere. La posizione di inferiorità e impotenza della ragazza è sottolineata dalla
sua incapacità di parlare. Il narratore trova la scena brutale, insopportabile. Il narratore collega il potere
statale alla questione razziale e caratterizza questa oppressione in termini di schiavitù . i bianchi
guardano i neri dall’alto in basso e i neri non hanno accesso all’organizzazione politica. Sakagami Hiroichi
sostiene che Kafu non è interessato alla razza più profonda . L’invisibilità dell’eredità coloniale sta nel
fatto che il narratore non rivedrà mai più la ragazza. La storia inizia con il narratore che vede tantissime
persone di colore, eppure , nonostante la numerosità, queste persone non hanno potere in città. Kafu
come rappresentante dell’altro orientale in occidente , sta decostruendo la società americana
nell’osservare come vede gli altri dentro di sé. L’osservatore esterno è un metodo che Kafu userebbe in
Furansu Monogatari nell’osservare l’Europa e le sue relazioni nell’Oriente d’Egitto (Persia e India) .
Questa attenzione al potere coloniale è stata vista anche in A few hours in Singapore 1908(Shingapo
runos ujikan) , poiché i sorveglianti occidentali vengono mostrati usando il codice malese e cinese
lavorare per costruire la potenza economica delle colonie britanniche dello stretto. In entrambi n ‘’the
forest’’ e ‘’a few hours in Singapore’’ , Kafu come osservatore esterno ha una posizione di agenzia non
disponibile per la ragazza nera o per i coolies malesi. Scrivendo una critica dei sistemi politici/sociali
americani e affermando la sua posizione in qualità di osservatore, Kafu interroga le gerarchie delle
nazioni cosi prevalente nel discorso Meiji.

L’altro americano funge da tropo attraverso il quale Kafu indaga le idee di potere, di libertà , di piacere
sessuale , ruoli, generi, eredità coloniale , costruzione della nazione ed esilio all’estero. Questo altro è
usato per criticare e definire il sé giapponese , e per una più profonda interrogazione dell’idea di altro. Le
rappresentazioni, le critiche e le domande dell’altro in queste 3 storie si svolgono attraverso narrazioni di
potere sessuale . è interessante che letture femministe in Kafu sono quasi inesistenti perché, ‘’primo
gennaio’’ sembra essere l’esempio perfetto di disuguaglianza di genere nel periodo Meiji. Tutte e tre
queste storie si concentrano sulle relazioni Uomo/Donna. In primo gennaio vediamo il dominio degli
uomini sulle donne e la relativa libertà delle donne in America. In ‘’ capelli lunghi’’ e ‘’nella foresta’’ Kafu
va oltre al rapporto di potere tra uomo e donna , utilizzando la relazione centrale come punto di partenza
per un indagine critica. La dominazione e la sottomissione in tali relazioni vengono lette come metafore
per la dominazione razziale , il colonialismo e la schiavitù , mentre le inversioni dei ruoli attesi
interrogano le aspettative dei lettori di Kafu .

Conclusione: Nelle 3 storie esaminate abbiamo visto come l’uso dell’altro di Kafu è complesso e critico .
non è omogeneo, l’America appare come una complessa costellazione di dicotomie . La libertà sociale e
l’uguaglianza è visibile in ‘’January first’’ , ma è riconosciuta come superficiale e non all’altezza di un
attento esame sessuale. La libertà è visibile in ‘’long hair’’ , ma è fornita con il prezzo dell’emarginazione
sociale. La libertà politica è possibile per i soldati bianchi nella foresta , ma non per chiunque sia schiavo
del potere dello stato o di preconcetti razziali . mettendo in dubbio l’alterazione dell’america come
pulita, moderna, tecnologica , avanzata , critica la democrazia dove le opere teatrali sono vietate, dove il
razzismo è alla base della capitale e , sollevando lo spettro del potere coloniale, Kafu mette in dubbio gli
ideali del bunmei-kaika e il ruolo dell’Occidente nella modernizzazione del Giappone.

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