Sei sulla pagina 1di 2

Nome: Seth

Cognome: ****

(ha cambiato la sua identità a seguito dei fatti discussi nel bg, per tenersi distante dal passato, non ha
perciò cognome ed il nome Seth è stato acquisito successivamente)

Background:

Seth nacque nelle gloriose terre di Netherium. Ultimo di sette figli, crebbe in una famiglia di cacciatori:
il padre, Dag, spesso accompagnato dai figli maggiori, passava le giornate nei boschi alla ricerca di
prede, la madre, Hilda, si occupava di conciare le pelli per poi portarle al mercato del paese e
rivenderle per far del soldo.
Durante la sua infanzia, le aspettative dei genitori erano che lui divenisse un fiero cacciatore,
eppur'egli, fin dalla tenera età, non dimostrò una grande attitudine al mestiere; goffo, impacciato,
piagnucolone, laddove il fratello Jorgen (al tempo 16enne) aveva ucciso con l'arco la prima preda a sei
anni, lui a quell'età neanche era capace di tenderlo.
Gli episodi negativi si fecero sempre più ricorrenti, e divenne chiaro come più che un investimento per
il futuro, la sua venuta al mondo si fosse rivelata un errore, un fardello. Essendo una famiglia molto
religiosa (verso Neader) e tradizionalista, non mancarono mai di fargli notare quanto fosse dura
sfamare 9 persone, quando solo otto contribuivano al sostentamento.
Seth dal canto suo, sembrava più fissare il mondo che lo circondava con sguardo curioso, soffrendo di
un autistico bisogno di far domande ed esplorare piccoli dettagli inutili, piuttosto che focalizzarsi su
quello che tentavano di impartigli. La sua testa era tra le nuvole, inadatta ad un Netherium. Hilda fu
l'unica a spendere qualche parola in difesa del figlio, ma la sua opinione fu tenuta scarsamente in
considerazione.
Dag iniziò a chiedersi se un figlio tanto incapace, tocco di capo e debole, fosse un cattivo presagio per
la famiglia, e si consultò con un sacerdote locale per cercare una soluzione. Quest'ultimo suggerì di
spedirlo in mezzo al bosco al compimento dei dieci anni, permettendogli di tornare a casa solo
quandunque fosse sopravvissuto all'incontro con un predatore, per poi riportarne la pelle a casa.
La debolezza non era ammissibile, la legge della natura avrebbe operato il suo corso , d'altronde una
patata marcia rischiava di far ammuffire tutto il sacco.

Così fu fatto. Seth, si ritrovò un giorno abbandonato dal padre e dai fratelli nel folto con: un arco, una
freccia ed un'ascia. La scarsità di equipaggiamento era un chiaro segno della comune idea che non
valeva sprecare troppo equipaggiamento per un caso perso. La madre fu l'unica ad opporsi
Solo ed esposto alle intemperie del mondo, vagò alla ricerca di quanto gli avevano richiesto. Era
impassibile, privo di emozioni, una macchina che camminava nella tundra, alienato dalla situazione
(come sempre, sembrava neanche rendersi conto di dove si trovasse).
Infreddolito e sull'orlo di crollare, dopo solo un giorno, la morte finalmente lo venne a reclamare sotto
forma di un grosso lupo solitario (anch'egli un escluso dal branco?) che gli si parò davanti. La bestia
ringhiava, feroce e ferale, affamata quant'era affamato il giovane. Scattò, prim'ancora che Seth potesse
afferrare l'ascia, e gli balzò addosso.
Per la prima volta nella sua vita, come risvegliatosi da un sogno, Seth vide il mondo per quello che era.
Cadde il velo di passività, qualcosa in lui lo stava spronando a sopravvivere, quegli occhi persi nel
vuoto divennero scuri ed un raggio di tenebra fuoriscì dalle sua dita e si abbatté sul corpo della
creatura.
Si ritrovò ad osservare l'animale morto, affascinato da quello che gli era appena accaduto. Si era sentito
vivo come mai prima d'ora, afferrò un pugnale ed un ascia e, in modo molto improvvisato, recuperò il
pellame della bestia per ritornare verso casa, zuppo di sangue e frattaglie. Durante il cammino fissava
in silenzio la testa del canide, ormai svuotata di vita, che aveva deciso di tenere con sé.

Nel rientrare a casa, incappò nella madre che era andata a cercarlo, senza avvisare il marito; la donna
gli corse incontro e si ritrovò davanti un ragazzo che non era più suo figlio.
Seth le raccontò tutto e, concentrandosi sulle proprie dita, mostrò come non fosse frutto della sua
immaginazine.
Hilda, che sapeva benissimo quanto Dag fosse reticente alle pratiche arcane e che probabilmente a
maggior ragione lo avrebbe lasciato a marcir fuori al freddo, aspettando che morisse, portò il figlio in
paese e, pagando un carro con alcuni risparmi, lo invitò a dirigersi al confine, verso Thanaros.

Là, nel raccontare la sua storia ad un maestro, Seth venne accolto e cominciò il suo percorso
accademico all'ombra della torre dell'ametista.
Da quel giorno trascorsero più di quindici anni che egli dedicò alla ricerca ed allo studio.
Le tenebre che scorrevano tra le sue dita, erano per lui motivo di orgoglio e d'onore, così com'era un
piacere per lui aver la sensazione di riuscire a spegnere le vite altrui o controllarle semplicemente con
le proprie mani, senza dover passare per delle stupide armi.
Agli occhi altrui non si rivelò mai un genio, bensì un mediocre arcanista. Il suo limite, nonostante il
cambiamento di carattere avuto in gioventù, fu sempre quello di non focalizzarsi sui dettagli essenziali,
ma di cercare di analizzare il mondo nel suo insieme. La curiosità e la fame di sapere, lo spingeva ad
approndire fin troppo, senza rendersi conto di quanto il suo tempo fosse limitato.
Quando si rese conto di ciò, iniziò ad avvicinarsi sempre di più all'idea che l'eternità su questo mondo
fosse per lui una cosa dovuta e necessaria per poter soddisfare ogni suo capriccio, senza doversi
preoccupare dello scorrere del tempo.
Si interessò per questo motivo al concetto di morte, vita e non-morte: studi proibiti e malvisti da quasi
tutti i suoi colleghi (tuttavia tenendo un profilo basso presso la torre, nessuno gli diede mai troppa
importanza). Approndì tantissimo la ritualistica e la glifologia, sia per pareggiare le lacune dovute ad
una predisposizione all'”ametista”, sia perché unite al suo potere magico, queste due potevano essere
importanti passi avanti per la propria ricerca.
Negli ultimi anni è invecchiato fisicamente, nonostante sia sulla soglia dei trentanni gli studi e
l'esposizione alle energia della tenebra, gli hanno ingrigito i capelli prima del tempo.
Sarebbe rimasto alla torre senza far grandi passi avanti ancora a lungo se non fosse che, all'orecchio, gli
giunse voce dell'arrivo dei quattri cavalieri dell'apocalisse. Le guerre erano sempre interessanti
occasioni, specie per la raccolta di cadaveri su cui avrebbe potuto sperimentare alcune delle sue folli
teorie. Inoltre alcuni parlavano della presenza di non morti, e laddove questi erano presenti, significava
che vi era un arcanista a cui avrebbe potuto strappare il sapere.

Talenti:
Ritualistica (6 pt)
Magia (10 pt) ---> (Sapere di Ametista: Tocco Necromantico, Manto delle Ombre, Controllo sulla
Morte)
Glifologia (4 pt)
Applicare Glifi (4 pt)
Istruzione (2 pt)
Nuova conoscenza: Incantesimo Flusso Oscuro (3 pt)
Armi a una mano (1 pt)

Potrebbero piacerti anche