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Preludio no.

20

Il preludio no. 20 di Fryderyk Chopin appartiene alla raccolta dei 24 Preludi op. 28 composta tra il
1835 e il 1839. Essa contiene un preludio per ogni tonalità, sia maggiore che minore.
Il ventesimo preludio è nella tonalità di Do minore e si divide in tre sezioni.

STRUTTURA MACROFORMALE PRELUDIO NO. 20


Sezione Battute Dinamica
A 1-4 ff
B 4-8 p
B' 9-13 pp

In alcune edizioni la terza sezione B' è riportata in p, il che non rende il decrescendo che ha origine
dalla prima battuta del preludio e che si esaurisce totalmente sull'ultima.
La scrittura del pezzo è accordale e corale. Escludendo, infatti, le note che vengono raddoppiate in
entrambe le mani, le voci vengono ricondotte alle tipiche quattro parti soprano, contralto, tenore e
basso.
Esempio n. 1, b. 1.

S
C
T

A seguire l'analisi armonica delle prime due sezioni, essendo la terza ripetizione della seconda con
l'aggiunta finale dell'accordo coronato di Do minore.
Esempio n. 2, bb. 1-13.
Come si può notare, il preludio non modula mai in altre tonalità. Vi è una tonicizzazione a batt. 3,
dove sul secondo tempo della battuta viene inserita una dominante secondaria, ovvero la dominante
del IV di Dom, Fam. Questa, infatti, risolve sul IV e il discorso armonico continua non
confermando Fam come nuova tonalità. Altra tonicizzazione è presente a batt. 4, sul cui primo
tempo vi è la dominante della dominante di Do min e per la quale vale il ragionamento appena atto.
In questa battuta, tutte le armonie si basano sulla dominante, il che, a fine frase, crea una cadenza
sospesa che trova risoluzione sull'inizio della seconda frase (batt. 5).
La seconda battuta ripropone, invece, il modello armonico della prima, ma rispetto al VI di Dom,
LabM. Il secondo accordo di questa battuta, Re♭ magg, potrebbe essere considerato sesta
napoletana (non rivoltata) della tonalità d'impianto, ma è corretto leggere l'accordo come IV di La♭
perché è seguito dalla dominante di questa tonalità. Nonostante ciò, la nuova tonalità non viene
confermata nella battuta successiva, dove l'armonia torna legata a Do min. Tra la prima e la seconda
battuta vi è, dunque, affinità di terza (Dom-La♭M), legame che si crea tra due tonalità che sono a
distanza di un intervallo di terza, come banalmente avviene tra un modo maggiore e la sua relativa
minore e viceversa. Su questo tipo di affinità si basano lavori più complessi quali l'ultima sonata di
Schubert d. 960 e l'ultimo dei Lieder eines fahrenden Gesellen di Mahler. Nella sonata, questo si
realizza sia nell'esposizione (e ugualmente nella ripresa), a battuta 20, dove il tema viene trasposto
dal Si♭M al Sol♭M, mentre nel lied il cambio di armatura in chiave di battuta 17 ci porta dal Mim al
DoM.

MELODIA
Alla mano destra è affidato l'elemento melodico, che viene cantato per tutto il pezzo dalla voce del
soprano e nella prima battuta della sezione B (e B') da quella del contralto. È questo stesso elemento
ritmico, caratterizzato da croma col punto e semicroma sul terzo tempo della misura, che si ripete
uguale in ogni battuta, per tutto il pezzo, rendendo l'andamento melodico lineare dal punto di vista
ritmico. Le note della melodia presentano anche stesso profilo di battuta in battuta, toccando i suoni
che individuano il campo armonico di ogni misura.
L'unica battuta con profilo melodico completamente ascendente è la penultima di sezione B (e B').

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