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y abbia un’ordinata z pari a zr rispetto al piano tangente, ed a questo ho cambiato un po’ il problema non ho

più due superfici a doppia curvatura che si urtano, ma c’ho una superfice che urta un piano.

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Quindi potrò usare, per sovrapposizione, la soluzione di Boussinesq ovvero quella di un carico normale ad
un piano indefinito (semispazio elastico), quindi usare una soluzione che in buona misura già conosco;
ovviamente per effetto del carico queste superfici si deformano, quindi ognuno di questi punti subirà uno
spostamento lungo z; avremo una w1 e una w2 quindi la posizione deformata di questi due punti sarà
diventata questa(???). Quando applico il carico noto che tra punti molto distanti tra di loro c’ho un
avvicinamento, (esempio se prendo un pallone lo poggio per terra e poi lo premo, la quota del centro del
pallone si è abbassata). Quindi se prendo due punti uno per ogni superfice e misuro la loro distanza iniziale e
poi misuro la loro distanza finale, vedo che questa distanza è diminuita, questa diminuzione la chiamo
accostamento ed è sostanzialmente uno spostamento che attribuisco a tutti i punti della superfice. Quindi se
l’accostamento è più grande della distanza tra i due punti, dopo l’applicazione del carico, i punti si toccano.
Se l’accostamento è più piccolo della distanza tra i due punti, i punti si saranno avvicinati ma non si
toccheranno ancora.

Torniamo a considerare la direttrice relativa, una cosa che odiamo è lavorare con i termini misti, ragion per
cui cercheremo una rotazione del sistema di riferimento per eliminare il termine xy della zr. Questo lo
facciamo molto rapidamente, devo applicare una rotazione nel mio riferimento di ampiezza ψ che sia radice
dell’equazione (vedi slide 25). Se applico ad un riferimento una rotazione ψ (questa operazione in realtà non
la facciamo mai, ma comporta dei risultati che usiamo)…

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