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A questo punto possiamo iniziare ad interessarci del problema, che è molto complicato dal punto di vista

analitico e teorico, per cui dobbiamo capire il metodo lungo il quale ci si muove (ci interessano
principalmente i risultati). Il problema che vogliamo affrontare è il contatto tra due superfici del secondo
ordine, queste due superfici si toccheranno in un punto e supponiamo che siano premute una contro l’altra da
un carico P normale ci riferiamo alla teoria di Hertz (esistono anche sviluppi della teoria hertziana che
tengono conto della possibilità di avere anche dei carichi tangenziali, la prima soluzione in questo senso fu
dovuto a Midlen ed ha molti risultati applicativi i quali sono utili nella tribologia).

Questi due elementi che in questa maniera vengono ‘’mal trattati’’ ovviamente presenteranno un piano
tangente comune nel punto di contatto, inoltre supponiamo che le superfici che li definiscono sono definiti
da raggi di curvatura che si trovano da bande opposte rispetto al piano tangente. Avremo, così, una superfice
riferita ad un asse z1 ed una superfice riferita ad un asse z2, gli assi x e y sono coincidenti. Quindi viste dal
piano tangente entrambe queste due superfici sono convesse, in alcune applicazioni può capitare che una
della due sia concava ed abbia un raggio di curvatura negativo. Il caso di interesse è quando tra le due
superfici ho un punto di contatto oppure un segmento quindi una zona di area nulla, se considerassimo il
carico rapportato a questa superfice di area nulla noi avremmo una tensione infinita. Quindi l’unica
possibilità per giustificare la resistenza degli elementi è che sotto il carico questi elementi si deformino in
maniera tale da avere una zona di contatto che non sia più ad area nulla ma di area finita. (Questo ci interessa
perché nella realtà le tensioni ingegneristiche non fanno questo discorso; la tensione ingegneristica nella
prova di trazione è il carico applicato diviso la sezione iniziale quindi mi riferisco alla configurazione
inziale dell’elemento, per cui dire adesso che per studiare il caso in esame abbiamo bisogno di considerare
l’area deformata è un fortissimo passo in avanti rispetto a ciò a cui siamo abituati normalmente e di solito di
questo teniamo conto quando vogliamo non limitarci allo sviluppo in serie dei Taylor per gli spostamenti
fermandoci al primo termine ma quando vogliamo studiare stati tensionali di deformazione in presenza di
grandi spostamenti e quel caso la teoria dello stato di deformazione diventa molto più complicata. In quel

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