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a) Proroga dei termini delle disposizioni sospese dal D.L. 32/2019 conv. in L.
55/2019
Come noto, il D.L. 32/2019 conv. ha disposto la “sospensione in via sperimentale”, fino al 31-
12-2020, delle seguenti disposizioni del Codice: art. 37, comma 4, che disciplina le modalità
con cui i comuni non capoluogo di provincia devono provvedere agli acquisti di lavori, servizi
e forniture; art. 59, comma 1, quarto periodo, ove viene stabilito il divieto di «appalto inte-
grato», per cui fino alla data stabilita è ammesso l’affidamento congiunto della progettazione e
dell’esecuzione dei lavori; art. 77, comma 3, quarto periodo, quanto all’obbligo di scegliere i
commissari tra gli esperti iscritti all’albo istituito presso l’A.N.AC.
Secondo la previsione originaria, alla data stabilita, è il Parlamento a dover valutare
l’«opportunità del mantenimento o meno della sospensione stessa» sulla base di una rela-
zione che il Governo deve presentare alle Camere entro il 30-11-2020 in ordine agli effetti della
sospensione per gli anni 2019 e 2020.
Con il D.L. 76/2020 come convertito (art. 8) tali termini sono stati prorogati di un anno, rispet-
tivamente al 31-12-2021 e 30-11-2021.
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della verifica, anche a campione, della documentazione relativa dell’assenza dei motivi di
esclusione e del rispetto dei criteri di selezione. Sulla base dell’esito di detta verifica, si procede
eventualmente a ricalcolare la soglia di anomalia (secondo l’art. 97 del Codice).
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scientifica e per le infrastrutture per la sicurezza pubblica, per i trasporti e per le infrastrutture stradali,
ferroviarie, portuali, aeroportuali, lacuali e idriche), le stazioni appaltanti — salvo quanto disposto dallo
stesso art. 2 del decreto 76/2020 conv. — per l’affidamento delle attività di esecuzione di lavori, servizi e
forniture nonché dei servizi di ingegneria e architettura, inclusa l’attività di progettazione, e per l’esecuzione
dei relativi contratti, operano in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto
salvo il rispetto: delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al
D.Lgs. 159/2011; dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea, ivi inclusi quelli
derivanti dalle direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE; dei principi di cui agli artt. 30, 34 e 42 del Codice dei
contratti pubblici e delle disposizioni in materia di subappalto.
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in base a quanto stabilito dall’art. 97, commi 2, 2bis e 2ter, anche nel caso in cui il numero di
offerte sia pari o superiore a cinque.
Salve le ipotesi in cui la procedura sia sospesa per effetto di provvedimenti dell’autorità giudi-
ziaria, l’aggiudicazione o l’individuazione definitiva del contraente avviene entro due mesi dalla
data di adozione dell’atto d’avvio del procedimento nei casi di affidamento diretto, aumentati a
quattro mesi nel caso di affidamento con procedura negoziata senza bando.
Anche in questi casi, il mancato rispetto dei termini, la mancata tempestiva stipulazione del
contratto e il tardivo avvio dell’esecuzione dello stesso possono essere valutati ai fini della re-
sponsabilità del RUP per danno erariale; laddove tali circostanze siano imputabili all’operatore
economico costituiscono causa di esclusione dalla procedura o di risoluzione del contratto per
inadempimento che viene senza indugio dichiarata dalla stazione appaltante e opera di diritto.
Infine, nei casi su descritti, il decreto stabilisce che le stazioni appaltanti non richiedano le garanzie
provvisorie (di cui all’art. 93 del Codice), a meno che non ricorrano particolari esigenze, derivanti dalla
tipologia e specificità della procedura, che ne giustifichino la richiesta; tali esigenze devono essere indi-
cate dalla stazione appaltante nell’avviso di indizione della gara o in altro atto equivalente. Se la garanzia
viene richiesta, il suo ammontare deve essere, però, dimezzato rispetto all’importo ordinario fissato dal
legislatore del Codice.
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Per le opere sotto soglia le parti possono comunque nominare un collegio consultivo tecnico.
Inoltre, le stazioni appaltanti, tramite il loro RUP, possono costituire un collegio consultivo
tecnico formato da 3 componenti per risolvere problematiche tecniche o giuridiche di ogni
natura suscettibili di insorgere anche nella fase antecedente all’esecuzione del contratto,
comprese le determinazioni delle caratteristiche delle opere e le altre clausole e condizioni del
bando o dell’invito, nonché la verifica del possesso dei requisiti di partecipazione, e dei criteri
di selezione e di aggiudicazione.
Le determinazioni del collegio consultivo tecnico hanno la natura del lodo contrattuale previ-
sto dall’art. 808ter del Codice di procedura civile, salva diversa e motivata volontà espressamente
manifestata in forma scritta dalle parti stesse.
Il collegio consultivo tecnico obbligatorio è sciolto al termine dell’esecuzione del contratto,
oppure dal 31-12-2021 in qualsiasi momento, su accordo tra le parti. Nelle ipotesi in cui non è
obbligatoria la costituzione del collegio, esso può essere sciolto in data precedente all’esecuzione
del contratto su accordo delle parti.
L’art. 6 del D.L. 76/2020, come convertito, disciplina, inoltre, le modalità operative e i com-
pensi del collegio consultivo tecnico.
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pubblici di importo inferiore a 50 milioni di euro è previsto che si debba prescindere dal parere
del Consiglio.
Quanto alla tempistica, si ricorda che il parere del CSLP deve essere reso entro 45 giorni (a
fronte degli attuali 90) dalla trasmissione del progetto. Rimane fermo che decorso tale termine,
il parere si intende reso in senso favorevole.