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Tactus

Termine latino con il quale, in epoca rinascimentale, si indicava quella che oggi è detta «battuta».
The Renaissance Latin term for what is now called a measure.

℗ 2018
Tactus s.a.s. di Gian Enzo Rossi & C.
www.tactus.it

In copertina / Cover:
Anton Raphael Mengs (Aussig, 1728 – Roma, 1779)
Semiramide riceve la notizia della rivolta babilonese.
Semiramis Receives News of the Babylonian Revolt.

Si ringrazia / Many thanks to

Famiglia Mutti per la disponibilità e l’accoglienza riservata ai musicisti


nonchè per l’utilizzo della splendida Pieve.

24 bit digital recording

Recording, editing, mastering: Matteo Costa


Direttore della registrazione: Luigi Accardo
English translation: Marta Innocenti
L’editore è a disposizione degli aventi diritto

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Elena De Simone, mezzosoprano, si è diplomata a pieni voti in canto lirico e in
pianoforte, conseguendo contemporaneamente la laurea in psicologia. Ha seguito corsi di
specializzazione con Montserrat Caballè, Claudio Desderi, e in canto barocco con Sara
Mingardo. Vincitrice di Concorsi Nazionali ed Internazionali, comincia la sua carriera
interpretando ruoli rossiniani quali Clarina (La Cambiale di Matrimonio) Angelina (La
Cenerentola), Rosina (Il Barbiere di Siviglia) e Isabella (L’Italiana in Algeri). Approfondisce
lo studio dei ruoli mozartiani col regista Stefano Vizioli col quale debutta Dorabella
nell’opera Così fan Tutte. Interpreta in seguito il ruolo di Cherubino nell’opera Le Nozze
di Figaro. Viene scelta dal compositore Luca Mosca per il ruolo di Ria nell’opera Aura da
lui scritta e andata in scena al Teatro Comunale di Treviso. Appassionata dell’opera del
Settecento interpreta alcuni ruoli del repertorio buffo al Teatro Malibran di Venezia e al
Teatro di Castelfranco Veneto. Tra questi il ruolo della protagonista nelle opere Il Filosofo
di campagna di Baldassarre Galuppi, Il Matrimonio Segreto di Domenico Cimarosa,
L’Uccellatrice di Nicolò Jommelli, Dirindina di Domenico Scarlatti e Il Pimpinone di
Tomaso Albinoni. È stata più volte ospite televisiva in programmi dedicati alla musica
barocca collaborando con Sergio Balestracci, ed è stata citata nel giornale L’Opera. Si
esibisce regolarmente in concerti di musica barocca spesso con particolare attenzione
al repertorio settecentesco, di cui si è dedicata allo studio e alla ricerca. Ha pubblicato
Dieci Arie di Hasse per la casa editrice Armellin. Ha registrato per le case discografiche
Dynamic e Tactus.

L’ensemble Il Mosaico si dedica all’interpretazione della musica vocale e strumentale del


primo barocco italiano e francese: si avvale, solitamente, nei suoi spettacoli, della presenza
fondamentale della danza storica, al fine di ricondurre la mente dello spettatore a periodi
lontani e pieni di fascino. L’esecuzione avviene su strumenti conformi agli originali,
con particolare attenzione a una prassi esecutiva storicamente informata. I musicisti
che lo compongono si sono esibiti all’interno di importanti rassegne italiane e straniere,
vantando collaborazioni con enti e personalità di rilievo del panorama musicale: hanno
suonato in numerose incisioni, uscite per note etichette discografiche, come Stradivarius,
Brilliant Classics, Dynamic Records e Arcana.
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Il progetto di trascrizione e realizzazione di dieci arie di Johann Adolf Hasse nasce dalla
volontà di contribuire alla conoscenza e alla divulgazione in tempi moderni dell’opera di
un grande compositore del Settecento apprezzato ma non ancora del tutto conosciuto dal
pubblico contemporaneo. Questa produzione vuole ricordare e celebrare il genio musicale
di Hasse e lo splendore artistico dell’epoca in cui il musicista visse.
  Johann Adolf Hasse nacque a Bergedorf il 25 Marzo 1699 e morì a Venezia il 23
Dicembre 1783. Fu un compositore tedesco che fece dell’Italia la sua patria d’elezione, tanto
da essere soprannominato «il caro sassone». Fu allievo di Nicola Porpora e di Alessandro
Scarlatti, dai quali apprese il modo di scrivere tipico della Scuola Napoletana. Nel 1727
fu nominato Maestro di Cappella al Conservatorio degli Incurabili di Venezia, città in
cui conobbe la sua sposa Faustina Bordoni. Fu compositore della Corte di Polonia per la
quale scrisse moltissime opere che vennero rappresentate a Dresda e nel resto d’Europa con
particolare riferimento all’Italia.
  Le arie qui proposte appartengono al genere dell’opera seria e sono state scelte tra le più
rappresentative della produzione inedita di Hasse, basata su quei testi, – il più delle volte di
Pietro Metastasio e Apostolo Zeno – che furono fonte di grande ispirazione per i maggiori
musicisti dell’Europa dell’epoca.
  Di particolare interesse in questo senso sono le arie Parto, ma tu ben mio e Deh se piacer
mi vuoi tratte dall’opera Tito Vespasiano su libretto di Pietro Metastasio e musicate anche
da Mozart nella sua opera La Clemenza di Tito, il cui libretto venne modificato da Caterino
Mazzolà per le esigenze artistiche del compositore. Anche l’aria Se tutti i mali miei tratta
dall’opera Demofoonte fu musicata da Mozart e realizzata come aria da concerto. Un’altra aria
di cui si conosce la versione di Nicolò Porpora è Tradita, sprezzata tratta dalla Semiramide
Riconosciuta, opera in cui si cimentarono numerosissimi compositori.
  Le dieci arie costituiscono una raccolta di brani scritti per i più famosi cantanti dell’epoca,
prima fra tutti la celebre Faustina Bordoni, primadonna e moglie del compositore,
ricordata per la sua voce di mezzosoprano particolarmente adatta ad eseguire ardui
passaggi virtuosistici e per la quale lo stesso Handel scrisse parti di estrema difficoltà. A
seguire Giovanni Carestini eccezionale castrato dell’epoca, Domenico Annibali, Francesca
Cuzzoni, anch’essa grande interprete di opere di Hasse e di Handel e rivale di Faustina,
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ed infine Caterina Gabrielli, cantante molto apprezzata dallo stesso Pietro Metastasio e
soprannominata la «Coghetta».
  La prima aria Parto, ma tu ben mio fa riferimento alla prima versione dell’opera Tito
Vespasiano andata in scena al Teatro Pubblico di Pesaro nel 1735 e scritta per la voce di
Giovanni Carestini che interpretava il ruolo di Sesto, così pure l’aria Deh se piacer mi vuoi
scritta per Faustina Bordoni, interprete di Vitellia. Ancora per Faustina è l’aria Tradita,
sprezzata tratta dall’opera Semiramide Riconosciuta rappresentata a Dresda nel 1747 e di cui
Faustina era l’interprete principale. Le due arie dell’Asteria Uomini e Al Diletto che l’inonda,
tratte una dal primo atto dell’opera e una dal terzo e ultimo in cui si vede il cambiamento
dell’atteggiamento del personaggio Asteria verso il sesso opposto. L’opera rappresentata
a Dresda nel 1737 ebbe ancora una volta Faustina Bordoni come protagonista. Un’altra
aria relativa al personaggio di Faustina è Eccomi non ferir tratta dall’opera Isippile, in cui
la cantante vestiva i panni della protagonista figlia del re di Lemno e promessa sposa
di Giasone, andata in scena nel 1732 al Teatro di San Bartolomeo a Napoli e musicata
successivamente anche da Christoph Willibald Gluck nel 1752.
  Un’aria per castrato invece è Dell’amante l’alma bella scritta da Hasse per la voce di
Domenico Annibali interprete principale dell’opera Cajo Fabricio. L’unica aria qui proposta
il cui manoscritto presenta la parte del canto scritta in chiave di contralto (invece che in
chiave di soprano) è Fissa ne’ sguardi miei tratta dall’opera ormai perduta Ulderica, di cui ci
rimangono solo alcuni frammenti.
  Le altre due arie Se tutti i mali miei e Amo bramo e non dispero sono tratte rispettivamente
dall’opera Demofoonte e dall’opera Euristeo. La prima fa riferimento alla versione del 1758
in cui la cantante Caterina Gabrielli vestiva i panni di Dircea (Caterina Gabrielli fu
protagonista femminile nell’opera Demofoonte anche nella versione di Baldassarre Galuppi,
e di Antonio Ferradini). La seconda fu scritta invece per Francesca Cuzzoni che interpretò
il ruolo di Aglatida al Teatro San Samuele di Venezia nel 1732.

Elena De Simone

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The project for the transcription and performance of ten arias by Johann Adolf Hasse
originated from the wish to promote the knowledge and spreading, in modern times, of
the work of a great eighteenth-century composer who is appreciated but only partly known
by the contemporary public. The goal of this production is to revive and celebrate Hasse’s
musical genius and the artistic splendour of the period in which he lived.
  The German composer Johann Adolf Hasse was born in Bergedorf on 25 March 1699
and died in Venice on 23 December 1783. He chose Italy as his adopted country: there
he was nicknamed “the dear Saxon”. He was a pupil of Nicola Porpora and Alessandro
Scarlatti, from whom he learned the typical composition style of the Neapolitan School. In
1727 he was appointed Kapellmeister of the Conservatorio degli Incurabili of Venice, city
in which he met his bride, Faustina Bordoni. He was engaged as a composer by the Polish
court, for which he composed a great number of operas that were staged in Dresden and in
other European countries, particularly Italy.
  The arias presented here belong to the genre of the opera seria and have been chosen
among the most representative ones in Hasse’s unpublished production, which is based
on texts – most of them by Metastasio and Apostolo Zeno – that were a great source of
inspiration for the major European musicians of that time.
  Two arias that are particularly interesting from this point of view are Parto, ma tu ben mio
and Deh se piacer mi vuoi, from the opera Tito Vespasiano, which was based on a libretto by
Pietro Metastasio and was set to music also by Mozart, in his opera La Clemenza di Tito,
whose libretto was changed by Caterino Mazzolà in order to meet the composer’s needs.
The aria Se tutti i mali miei, from the opera Demofoonte, was also set to music by Mozart,
as a concert aria. Another aria of which the version by Nicolò Porpora is known is Tradita,
sprezzata, from Semiramide Riconosciuta, an opera that was set to music by a great number
of composers.
  The ten arias form a collection of pieces composed for the most famous singers of that
period, above all the celebrated Faustina Bordoni, prima donna and Hasse’s wife: she was
renowned for her mezzosoprano voice that was particularly suitable for performing highly
exacting virtuoso passages, and Handel composed some extremely difficult parts for her.
Next come Giovanni Carestini, an outstanding castrato of that period; Domenico Annibali;
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Francesca Cuzzoni, who was another great interpreter of Hasse’s and Handel’s operas and
Faustina’s rival; and lastly Caterina Gabrielli, a singer who was much appreciated by Pietro
Metastasio and nicknamed “la Coghetta”.
  The first aria, Parto, ma tu ben mio, is drawn from the first version of the opera Tito
Vespasiano, which was staged at the Teatro Pubblico of Pesaro in 1735, and had been
composed for the voice of Giovanni Carestini, who sang the role of Sesto. From the same
opera comes the aria Deh se piacer mi vuoi, which was composed for Faustina Bordoni in the
role of Vitellia. Another aria composed for Faustina is Tradita, sprezzata, from the opera
Semiramide Riconosciuta, which was staged in Dresden in 1747, with Faustina in the main
role. The two arias Asteria Uomini and Al Diletto che l’inonda, one from the first act of the
opera and the other from the third and last act, show the change in the attitude of the
character Asteria towards the opposite sex. The opera was staged in Dresden in 1737, once
again with Faustina Bordoni singing the main role. Another aria that pertains to Faustina
is Eccomi non ferir, from the opera Isippile, in which she sang the role of the protagonist, the
daughter of the king of Lemnos, affianced to Jason: it was staged in 1732 at the Teatro di
San Bartolomeo in Naples, and was set to music also by Christoph Willibald Gluck in 1752.
  Dell’amante l’alma bella is an aria for castrato: it was composed by Hasse for the voice of
Domenico Annibali, main singer in the opera Cajo Fabricio. The only aria presented here
whose manuscript has the sung part in alto key (instead of soprano) is Fissa ne’ sguardi miei,
from the lost opera Ulderica, of which only a few fragments have been preserved.
  The other two arias, Se tutti i mali miei and Amo bramo e non dispero are respectively
from the operas Demofoonte and Euristeo. The former refers to the 1758 version, in which
the singer Caterina Gabrielli sang the role of Dircea (Caterina Gabrielli was the female
protagonist of the opera Demofoonte also in the version by Baldassarre Galuppi and Antonio
Ferradini). The latter was composed for Francesca Cuzzoni, who sang the role of Aglatida at
the Teatro San Samuele of Venice in 1732.

Elena De Simone

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