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DIRITTO PUBBLICO

ORDINAMENTO GIURIDICO
Ogni Stato ha un ordinamento giuridico, esso è un insieme di regole e principi che disciplinano la
realtà sociale. L'ordinamento giuridico dello Stato è: originario (non deriva da nessun ordinamento),
sovrano e indipendente; l'unico ordinamento che è originario come lo Stato è la Chiesa.
Gli ordinamenti giuridici degli Stati contemporanei si caratterizzano per la loro estensione e la loro
complessità; sono complessi poiché sono formati da numerose fonti del diritto, sono estesi poiché
disciplinano settori sempre più ampi della società e tutelano gli interessi di essa.
NORMA GIURIDICA
E' una regola generale e astratta emanata dallo Stato che concorre a disciplinare l'organizzazione
della vita della collettività. Le sue caratteristiche:
1. Generalità: la norma giuridica si rivolge a tutti
2. Astrattezza: la norma giuridica disciplina casi ipotetici che potrebbero verificarsi nella
realtà
3. Positività: la norma giuridica disciplina gli interessi della comunità e predispone gli
strumenti necessari per il soddisfacimento di tali interessi.
4. Effettività: la norma è efficace quando è osservata spontaneamente dalla maggior parte dei
soggetti a cui è indirizzata.
5. Coattività: se l'osservanza della norma è indispensabile per il soddisfacimento dell'interesse
della comunità, l'ordinamento predisporrà sanzioni al fine di far rispettare la norma.
6. Esteriorità: la norma disciplina i rapporti tra poteri pubblici o poteri privati.
L'applicabilità delle norme giuridiche ha una sua dimensione temporale: la legge spiega la sua
efficacia nel tempo fino a che una legge successiva o una fonte di pari grado non l'abroghi,
l'abrogazione può essere: 1)espressa quando la nuova legge indica chiaramente le disposizioni o le
norme che si intendono abrogare; 2)tacita quando le disposizioni della nuova legge sono
incompatibili con le disposizioni della vecchia legge; 3)implicita quando l nuova legge ridisciplina
l'intera materia. Una sua dimensione spaziale che viene ricollegata al principio di territorialità della
legge, secondo cui le norme vigono e hanno efficacia nell'ambito territoriale entro il quale lo Stato
esercita la sua sovranità.
In un ordinamento con una pluralità di fonti legislative, come quello italiano, si hanno tre livelli di
applicabilità delle leggi: uno statale, uno regionale e uno provinciale.
FONTI DEL DIRITTO
Sono gli atti e i fatti mediante i quali vengono prodotte le norme giuridiche. Si distinguono in:
• Fonti di produzione: sono gli atti e i fatti idonei a produrre norme giuridiche. Le fonti di
produzione si distinguono poi in fonti-atto: sono atti volontari imputabili a soggetti
determinati, esempio: le leggi e i regolementi e sono fonti scritte; e in fonti-fatto: non sono
riconducibili ad azioni volontarie per esempio le consuetudini e sono fonti scritte.
La consuetudine è un comportamento costante nel tempo ripetuto da parte di un gruppo di
consociati con il convincimento che tale comportamento sia giuridicamente obbligatorio.
Essa ha un elemento soggettivo: il convincimento, e uno oggettivo: il comportamento.
Esistono 3 tipi di consuetudine: 1)secundum leggem; 2)praeter leggem; 3)contram leggem.
Consuetudini costituzionali: comportamenti tenuti da pochi soggetti che fanno parte degli
organi istituzionali, esempio Governo, Presidente della Repubblica, Parlamento.
• Fonti sulla produzione: esse disciplinano gli organi e le procedure necessarie alla
produzione delle norme. Esempio fonte sulla produzione dei decreti legge è l' art.77 Cost.
• Fonti dirette: sono quelle previste e regolate dall'ordinamento dello Stato cui sono adottate.
• Fonti indirette: sono disciplinate in un ordinamento esterno a quello dello Stato.
• Fonti legali: sono previste dalla legge
• Fonti extra-ordinem: sono fonti non previste dall'ordinamento ma possono produrre effetti.
• Fonti di cognizione: fonti che portano a conoscenza del diritto, per esempio la Gazzetta
Ufficiale.
Quando due fonti entrano in conflitto c'è un problema, per cui sono stati creati tali criteri per
mettere le fonti a sistema:
1. Criterio gerarchico: la fonte di grado superiore prevale su quella di grado inferiore.
2. Criterio cronologico: la fonte entrata in vigore successivamente prevale sulla prima.
3. Criterio della specialità: la fonte speciale prevale sulla fonte generale
4. Criterio della competenza: in un conflitto fra fonti prevale fonte a cui è attribuita la
competenza.
DELEGIFICAZIONE
E' il processo attraverso cui avviene il trasferimento di certe discipline dalla sede legislativa alla
sede regolamentare, in tal modo si alleggerisce il Parlamento da attività superflue e non consone
alle funzioni che esso dovrebbe svolgere.
FONTI ESTERNE ALL'ORDINAMENTO STATALE
Gli ordinamenti esterni a quello dello Stato sono di tre tipi:
1. Generali: per eccellenza è quello della Comunità Internazionale la quale è è costituita da
tutti gli stati sovrani ed è una comunità tra eguali, le fonti di tali ordinamenti sono le norme
di diritto internazionale generalmente riconosciute e le norme pattizie, la formazione delle
norme avviene in via consuetudinaria e convenzionale.
2. Particolari: sono quelli dei singoli Stati o istituzioni, come la Chiesa Cattolica, le fonti di
tali ordinamenti sono: la presupposizione: per interpretare una norma dell'ordinamento
interno è necessario far riferimento ad ua norma contenuta in un ordinamento straniero; e il
rinvio: richiamo da un ordinamento giuridico ad un altro.
3. Intermedi: dati dall'unione tra più Stati, esempio l'Ordinamento dell'UE, le fonti di tali
ordinamenti sono le norme comunitarie.
Nel nostro ordinamento le forme di collegamento fra diritto internazionale e diritto interno sono:
• L'adattamento automatico: lo ritroviamo nell'art. 10 cost. In cui si afferma che l'ordinamento
italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute.
• L'ordine di esecuzione: riguarda le norme di diritto internazionale prodotte dall'accordo fra
due o più Stati
Le principali fonti comunitarie sono:
1. Regolamenti: hanno portata generale, sono obbligatori in tutti i loro elementi e sono
direttamente applicabili in ciascuno degli stati membri.
2. Direttive: vincola lo Stato membro a cui è rivolta per quanto riguarda lo scopo da
raggiungere, ma lo lascia libero di decidere il mezzo e la forma più idonei per il
raggiungimento del fine previsto.
3. Decisioni: sono atti che hanno portata generale e sono a carattere vincolante, possono avere
come destinatari Stati membri o imprese.
INTERPRETAZIONE DEI TESTI NORMATIVI
• Interpretazione letterale: chi interpreta deve tener conto del significato grammaticale delle
parole e delle intenzioni del legislatore.
• Interpretazione autentica: è fornita dal legislatore per chiarire il significato delle norme
preesistenti(Parlamento lo usa)
• Interpretazione sistematica: tiene conto del contesto in cui la norma è inserita.
• Interpretazione teleologica: tiene conto dei fini e degli scopi da raggiungere.
• Interpretazione analogica: analogia iuris= testo x lo interpretiamo in modo analogico
sfruttando il significato del testo y; analogia logis= si pone a confronto un testo con un
principio.
• Interpretazione adeguatrice: si cerca di interpretare un testo di legge cercando di
adeguarlo ad un altro testo di legge.
• Interpretazione estensiva: si estende il significato delle parole oltre l'uso cui sono
normalmente destinate
• Interpretazione restrittiva: chi interpreta ricava un significato più ridotto da quello che
emergerebbe dal testo.
• Interpretazione evolutiva: con il passar del tempo il testo viene interpretato in modo
diverso; esempio il concetto di buon costume un tempo ed oggi.

[Il fine del diritto è la conservazione del gruppo sociale, questo fine può essere perseguito mediante
la tutela di determinati interessi privati(diritto privato) quindi indirettamente; o direttamente cioè
mediante la tutela di interessi pubblici(diritto pubblico).]

SOGGETTIVITA' GIURIDICA: con essa si intende l'idoneità di un soggetto giuridico ad essere


titolare di diritti o tenuto ad adempiere a determinati obblighi.
CAPACITA' GIURIDICA: con essa si intende l'idoneità ad essere titolari di diritti e doveri, essa si
acquista al momento della nascita e si perde al momento della morte.
CAPACITA' DI AGIRE: con essa si intende l'idoneità a compiere atti giuridicamente rilevanti i
cui effetti si riferiscono alla sfera giuridica propria o altrui, essa viene acquisita a 18 anni
PERSONA FISICA: ognuno di noi dal momento in cui nasce viene riconosciuto dal nostro Stato
come tale, la persona fisica è l'uomo che dalla nascita ai 17 anni è solo titolare della capacità
giuridica, e che dai 18 anni in poi diventa anche titolare delle capacità di agire.
SOGGETTO DI DIRITTO: sono coloro a cui le norme sono dirette.
RAPPORTI GIURIDICI: per essi si intendono le relazioni tra soggetti relative ad interessi,
oggetti, beni, diritti e obblighi, eventi naturali regolati dall'ordinamento e quindi per esso rilevanti.
SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE:(indica la posizione di un soggetto di diritto
assume in un rapporto giuridico), esse si distinguono in attive e passive , tra quelle attive le
principali sono:
• il potere giuridico: basti pensare al potere dei cittadini di eleggere i loro rappresentanti
politici.
• il diritto soggettivo: è il potere di agire nel proprio interesse riconosciuto da una norma
giuridica.
• Interesse legittimo: è lo strumento con cui la legge garantisce ad un soggetto la legittimità
dell'attività della pubblica amministrazione.
Tra quelle passive le principali sono:
• Doveri: il dovere vincola il soggetto a tenere un comportamento determinato nei confronti
dell'ordinamento giuridico per la soddisfazione di un interesse di carattere generale.
• Obbligo: vincola un soggetto ad assumere una condotta tale da soddisfare direttamente e
pienamente un interesse particolare di un altro soggetto titolare di una posizione giuridica
attiva; esempio obbligo dei genitori di educare mantenere e istruire la prole.
• Onere: con esso si fa riferimento alla soddisfazione di un interesse proprio e non altrui.
STATO
E' un ordinamento giuridico originario, a fini generali e a base territoriale. Perché si abbia uno Stato
sono necessari tre elementi:
1. Territorio: esso è costituito dalla terraferma, dalle acque interne, dallo spazio aereo
sovrastante e dal mare territoriale. Il territorio è delimitato da confini che possono essere
naturali come le Alpi o artificiali come un reticolato. In Italia l'estensione del mare
territoriale è fissato in 12 miglia; aldilà del mare territoriale si estende il mare libero che non
è soggetto alla sovranità di alcun Stato. Il territorio può essere assunto come centro di
riferimento oltre che dello Stato anche di altri enti detti appunto territoriali.
2. Popolo: è costituito da tutti i cittadini, l'art. 1 Cost, a riguardo dispone che è cittadino per
nascita il figlio di padre o di madre cittadini; chi è nato nel territorio della Repubblica se
entrambi i genitori sono ignoti o apolidi. Dal popolo inteso come insieme di cittadini, va
distinta la popolazione che è l'insieme di tutti coloro che in un dato momento risiedono
stabilmente sul territorio dello Stato e sono sottoposti alle sue leggi. Va distinta anche la
nazione che è una entità etnico-sociale caratterizzata dalla comunione di razza, di lingua, di
cultura, di tradizioni, di costumi, di religione fra coloro che la compongono.
3. Sovranità: caratterizza l'ordinamento giuridico dello Stato come originario e indipendente.
Essa si concretizza in una serie di atti mediante i quali viene fatta valere la supremazia, essi
sono: la legge, la sentenza e l'atto amministrativo.
FUNZIONI DELLO STATO
1. Funzione legislativa: spetta al Parlamento, consiste nell'emanazione delle leggi per
disciplinare la vita associata.
2. Funzione amministrativa: lo Stato svolge una attività effettiva e concreta diretta al
soddisfacimento dei suoi fini immediati: il benessere economico, la sicurezza pubblica. Essa
spetta al Governo.
3. Funzione giurisdizionale: è chiamata a risolvere controversie che nascono tra cittadini o tra
cittadini e lo Stato. Essa spetta alla Magistratura.
Una rigida separazione dei poteri non è però in concreto attuabile, infatti se ogni potere esercitasse
esclusivamente la funzione ad esso attribuita, non verrebbe realizzata una esigenza fondamentale di
ogni Stato ben organizzato, ossia quella della coordinazione fra i vari poteri.
GLI ORGANI DELLO STATO
Con il termine organo si indica la persona fisica che agisce per conto della persona giuridica.
L'organo è costituito oltre che dalla persona fisica anche dalla sfera di competenza che
l'ordinamento gli attribuisce e dai mezzi materiali di cui l'organo si avvale per svolgere le sue
funzioni.Quando per esempio ci riferiamo all'organo prefetto, intendiamo comprendere in questa
figura sia la persona fisica del prefetto si la sfera di competenza che le leggi dello Stato assegnano
al prefetto sia i mezzi materiali posti a disposizione dell'organo. Le persone fisiche titolari di un
organo di ente pubblico assumono il nome di funzionari; esse possono essere più o meno collegate
all'ente da un rapporto di impiego, nel caso in cui lo siano saranno oltre che funzionari anche
pubblici impiegati, qualora non lo siano saranno funzionari onorari.
Gli organi in base alla loro struttura si distinguono in:
• organi individuali: costituiti da una sola persona, esempio Presidente della Repubblica
• organi collegiali: costituiti da una pluralità di persone che agiscono come unità, esempio
Giunta comunale.
• organi esterni: che si dividono -in organi primari: che hanno per legge una loro
competenza, esempio il prefetto; e in organi secondari: destinati a sostituire altri organi in
caso di assenze o impedimento del titolare di questi, esempio vice-prefetto.
• organi centrali: la loro competenza si estende a tutto il territorio dello Stato.
• organi locali: la loro competenza è territorialmente limitata.
• organi attivi: manifestano la volontà dell'ente o la portano ad esecuzione.
• organi consultivi: non esercitano funzioni di volontà.
• organi di controllo: controllano la conformità degli atti.
Gli organi in base alla loro formazione si distinguono in:
• organi rappresentativi: sono in collegamento diretto con il popolo tramite la
rappresentanza politica.
• organi non rappresentativi: non sono in collegamento diretto con il popolo tramite la
rappresentanza politica.
Gli organi in base alla loro posizione giuridica si distinguono in:
• organi direttivi: esercitano funzioni di amministrazione attiva, esempio i ministri.
• organi dipendenti: sono gerarchicamente subordinati agli organi direttivi, esempio
segretario di un ministro.
Infine, si definiscono organi costituzionali: quegli organi che hanno una posizione di indipendenza
e di parità giuridica fra loro, nel nostro Paese essi sono per esemoio il Presidente della Repubblica,
il Governo, la Corte Costituzionale.

ATTI GIURIDICI
1. Atti semplici: possono essere individuali o collegiali.
2. Atti composti: si distinguono in -atti reiterati: che richiedono più di una manifestazione di
volontà da parte dello stesso organo per la loro formazione; -atti complessi: risultanti dalla
fusione della volontà di più organi.
3. Atti collettivi: la volontà non si fondono come negli atti complessi ma restano distinte.
FORME DI STATO
Per forma di Stato si intende il rapporto che vi è tra i governanti e i governati, cioè fra Stato e
popolo. Elenco:
• Stato Assoluto: esso rappresenta la prima forma di Stato, la sua caratteristica principale è
quella di essere un regime politico in cui il potere politico è concentrato nella mani del
monarca che è anche il titolare della sovranità. Il sovrano era considerato il rappresentante di
Dio sulla terra e a lui spettava il compito di emanare le leggi, di nominare i giudici, di
comandare l'esercito, di dichiarare guerra, di emettere moneta, di imporre tasse. Il termine
assoluto deriva dal fatto che il potere del re è assoluto, cioè privo di vincoli.
Lo Stato assoluto è detto anche Stato Patrimoniale perchè il territorio e il popolo erano
considerati patrimonio del re; e perchè il patrimonio dello Stato e il patrimonio del re non
erano separati, ma formavano un tutt'uno, ad esempio i tributi versati dai cittadini allo Stato
venivano spesso usati dal re per finanziare le proprie spese e quelle della sua corte.
• Stato di Polizia: qui il sovrano non aveva più un potere assoluto sui beni e persone, ma era
anche lui subordinato allo Stato. Il patrimonio del re e quello dello Stato divennero distinti,
il sovrano non poteva più vendere i beni che facevano parte del patrimonio dello Stato, i
tributi dei cittadini non venivano più usati per finanziare le spese del re e della sua corte, ma
si riversavano in un fondo pubblico destinato al sostenimento delle spese dello Stto.
• Stato Liberale: nasce tra la fine del 700 a seguito della crisi dello Stato Assoluto; l'elemento
sociale ed economico che determina la crisi dello stato assoluto e la sua trasformazione in
stato liberale è l'ascesa della borghesia. I caratteri dello stato liberale sono:
-la base sociale è ristretta ad una sola classe sociale.
-lo Stato è considerato un mezzo per la tutela della libertà e dei diritti degli individui.
-lo Stato garantisce, tutela, riconosce la libertà personale, la proprietà privata, la libertà di
pensiero, la libertà di stampa, la libertà di religione e di domicilio.
-separazione dei poteri.
-la tutela dei diritti è affidata alla legge.
• Stato Democratico: nasce nel corso del 900 e rappresenta una evoluzione dello stato
liberale. La sua caratteristica fondamentale è che si fonda sul concetto di democrazia( il
potere spetta al popolo); per cui alla base dello Stato democratico vi è la sovranità popolare.
Esso si differenzia da quello liberale poiché prevede che tutti i cittadini partecipino alla vita
pubblica e che tutti beneficino dei diritti fondamentali. Le caratteristiche dello stato
democratico sono: -pluralismo politico
-suffragio universale
-presenza di uno Stato di diritto che garantisce le libertà civili.
-indipendenza dei tribunali dal governo e dai partiti.
Quasi sempre lo Stato Democratico è anche Stato Sociale cioè uno stato che promuove
condizioni di benessere per tutti i cittadini e che ha tra i suoi fini quello di eliminare le
differenze tra le classi sociali adottando azioni a favore delle classi più disagiate.
• Stato Totalitario: è caratterizzato
- dall'accentramento di tutti i poteri pubblici nelle mani di un capo.
-dalla assenza di libere elezioni.
-dalla limitazione delle libertà dei cittadini.
-dall'uso della violenza e del terrore per reprimere ogni forma di opposizione.
-dalla presenza di forze armate che sono al servizio del potere, che vengono impiegate com
strumento di controllo e oppressione.
In questo Stato ha un ruolo importante la propaganda diretta a inculcare gli ideali del
regime; per questo motivo i mezzi di comunicazione di massa sono controllati dal partito.
Esempio di stati totalitari è la Germania di Hitler.
• Stato Socialista: le sue caratteristiche principali sono:
-abolizione della proprietà privata
-presenza di un partito unico
Questa forma di Stato si basa sull'ideologia marxista e si contrappone a quella liberale.
L'attività economica qui è oggetto di severa pianificazione. Esso seppur si basasse sul
principio di eguaglianza in molti casi sfociò in forme di totalitarismo.
• Stato Feudale: il territorio era patrimonio del sovrano e dei feudatari, secondo un rapporto
di vassallaggio; l'ordinamento si reggeva su una pluralità di comunità politiche autonome
non coordinate fra loro. Non esisteva un interesse generale in quanto non vi era un populus o
una voluntas omnium, ma vi erano tanti interessi localizzati nel feudo ed impersonati nel
feudatario.
• Stato Accentrato: quando agli organi locali ed enti pubblici, poteri e attribuzioni sono
limitati.
• Stato Decentrato: quando agli organi locali e agli enti pubblici è data una ampia sfera di
attribuzione e di poteri.
• Stati Unitari: (uno stato unitario è anche uno stato decentrato) uno stato è unitario quando il
potere dello Stato è nelle mani di organi centrali che amministrano le funzioni pubbliche per
tutto il territorio nazionale. Per questo motivo lo stato unitario è detto anche stato accentrato,
esempi di stati unitari sono: Italia, Spagna, Francia.
• Stato Composto: è detto tale quando nasce dall'unione duratura e stabile di più stati che nei
loro rapporti interni conservano la loro sovranità. Nei loro rapporti internazionali sono
membri di uno Stato più ampio che è superiore ad essi e li rappresenta. Un esempio di stato
composto è lo Stato Federale che è composto da vari stati membri ognuno dei quali ha un
proprio territorio, un proprio popolo e una propria sovranità e a volte una propria
legislazione in alcune materie. L'ordinamento dello stato federale è fissato in una
Costituzione scritta che stabilisce le competenze dello Stato centrale e quella degli stati
membri.
FORME DI GOVERNO
1. Parlamentare: sorta in Gran Bretagna nel 18esimo secolo, essa possiede una caratteristica
fondamentale, ossia il rapporto fiduciario che lega le camere rappresentative al Governo, per
cui il Governo deve ottenere la fiducia delle Camere per poter iniziare a svolgere la sua
attività di indirizzo politico e tale fiducia deve mantenere per poter restare in carica.
2. Presidenziale: essa attua una separazione dei poteri relativamente rigida. Essa prevede che la
funzione esecutiva, legislativa e giurisdizionale vengano esercitate senza alcune interferenze
da parte di organi appartenenti a poteri diversi da quelli ai quali sono istituzionalmente
attribuite. Pertanto, nessun rapporto lega il Capo dello stato e l'esecutivo alle Camere, sia
perchè il Presidente della Repubblica è eletto dal popolo e sia perchè i segretari dello Stato
sono scelti dal Presidente e non sono responsabili davanti alle camere ma solo nei confronti
del Presidente
3. Direttoriale: essa vede una concentrazione di poteri nelle mani del legislativo che elegge il
Consiglio Federale, suprema autorità di Governo. La forma di Governo direttoriale è
incentrata su due organi:
- Assemblea Federale con poteri legislativi
- Consiglio Federale con poteri esecutivi
Fra i due organi non c'è rapporto fiduciario, infatti il consiglio federale resta in carica 4 anni
anche nel caso in cui non godesse più della fiducia dell'assemblea.
4. Semipresidenziale: rappresenta una unione fra forma di governo parlamentare e quella
presidenziale, i caratteri principali sono:
- elezione diretta del Presidente della Repubblica
- la nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri
- la sopravvivenza formale di un rapporto di fiducia fra Parlamento e Governo.

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