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FORZA ED ENERGIA
MAGNETICA

1
Energia Magnetica
Autoinduttanza e mutua induttanza sono stati esaminati in termini
statici, considerando dunque la corrente costante.
Sebbene gli induttori privi di resistenza si comportino come un
corto circuito in regime stazionario (in c.c.) diventa necessario
studiare il campo magnetico dovuto a correnti variabili quando si
vogliono studiare gli effetti delle induttanze nei circuiti e nei
campi magnetici. Ora assumiamo sia valida la condizione di
quasi staticità, con questa ipotesi assumiamo che la variazione
della corrente sia così lenta che le dimensioni del circuito siano
trascurabili rispetto alla lunghezza d’onda della corrente. In questa
condizione possono essere trascurati i fenomeni di radiazione e il
ritardo di propagazione del campo elettromagnetico.

2
Energia Magnetica
Si consideri una spira di induttanza L1 percorsa da una corrente
variabile che, in un certo intervallo di tempo, passa 0 a I1.

I1

C1

In base alla legge di Lenz, nella spira verrà indotta una forza
elettromotrice e1, tale da opporsi alla variazione di corrente che l’ha
generata, data da: 𝑑Φ1 𝑑𝑖1
𝑒1 = − = −𝐿1
𝑑𝑡 𝑑𝑡

In un circuito non dissipativo (R=0) la e1 compensa perfettamente la


tensione V1 del generatore che alimenta la spira
𝑑𝑖1
𝑉1 = −𝑒1 = 𝐿1 3
𝑑𝑡
Energia Magnetica
Il lavoro compiuto dall’esterno per incrementare la corrente da 0 a
I1 nella spira 1 sarà:
𝐼1
𝑑𝑖1 1
𝑊1 = න𝑉1 𝑖1 𝑑𝑡 = න𝑒1 𝑖1 𝑑𝑡 = න 𝐿1 𝑖1 𝑑𝑡 = 𝐿1 න 𝑖1 𝑑𝑖1 = 𝐿1 𝐼12
𝑑𝑡 2
0

e poiché per i mezzi lineari il flusso concatenato è 1=L1I1 → L1=


1/I1, Il lavoro necessario per portare una correnti in una spire
conduttrici da 0 ad I1, viene immagazzinato sotto forma di energia
magnetica.
l’energia magnetica immagazzinata, può essere espressa anche in
funzione del flusso concatenato :
1 2 1
W1 = L1 I 1 = I1Φ1
2 2
4
Energia Magnetica
Analogamente, è possibile calcolare l’energia magnetica
immagazzinata nel caso di due spire percorse dalle correnti i1 e i2
rispettivamente con correnti inizialmente nulle, che siano
incrementate rispettivamente da 0 → sino ai valori I1 e I2.

I2
I1

C1 C2

Per determinare il lavoro richiesto, applichiamo il principio di


sovrapposizione degli effetti.
5
Energia Magnetica
I. Manteniamo i2 = 0 (circuito 2 aperto) e incrementiamo i1 da 0
a I1. Ciò richiede un lavoro W11 nella spira C1 e nessun lavoro
nella spira C2 , perché i2=0: 𝐼1
𝑑𝑖1 1
V11 = −𝑒11 = 𝐿11 𝑊11 = නV11 ⋅ 𝑖1 𝑑𝑡 = 𝐿1 න 𝑖1 𝑑𝑖1 = 𝐿1 𝐼12
𝑑𝑡 2
0
𝑑𝑖1
𝑉21 = 𝑒21 = 𝐿21 𝑊12 = නV21 𝑖2 𝑑𝑡 = 0 Perché i2=0
𝑑𝑡

II. Manteniamo i1= I1 costante e incrementiamo i2 da 0 a I2. A


causa del mutuo accoppiamento, una parte del flusso magnetico
dovuto a i2 si concatena con la spira C1, inducendo una f.e.m e12
che deve essere compensata con un aumento della tensione
applicata v12 a cui è associata una energia W12:
I2
di2
V12 = −e12 = L12 W12 =  V12 I1dt = L12 I1  di2 = L12 I1 I 2
dt 0 6
Energia Magnetica
Allo stesso modo, per poter aumentare la corrente al valore I2 , deve
essere fatto un lavoro W22 sulla spira C2
1I
di2 1
v 22 = −e22 = L22 W22 =  v 22  i2 dt = L22  i2 di2 = L22 I 22
dt 0
2
III. Applichiamo la sovrapposizione degli effetti per determinare
il lavoro totale richiesto per far circolare entrambe le correnti
nelle 2 spire: 2 2
1 1 1
Wtot = W11 + W21 + W22 = L1 I1 + L21 I1 I 2 + L2 I 2 =  Lkj I j I k
2 2

2 2 2 k =1 j =1
Questa relazione può essere scritta in forma compatta ad un sistema
di N spire :
1 N N 1 N N  1 N
Wtot =  Lkj I j I k =    Lkj I j  I k =   k I k
2 k =1 j =1 2 k =1  j =1  2 k =1
Dove Фk è il flusso concatenato alla spira k-esima dovuto a tutte le Ij.
7
Energia Magnetica in funzione delle grandezze di campo
Possiamo riscrivere l’equazione precedente in modo tale da far
comparire i campi. Consideriamo un campo di corrente, ogni singolo
tubo di flusso può essere visto come una spira circolare, l’intero
campo di corrente può essere considerato come costituito da N
filamenti elementari di correnti aventi un percorso chiuso 𝑙𝑘′ e che
delimitano una sezione 𝑠𝑘′ attraverso il quale si concatena un flusso Фk


Tubo di flusso 𝑙𝑘′ Φ𝑘 = න 𝐵

⋅ 𝑑𝑠𝑘 = ර𝐴 ⋅ 𝑑𝑙𝑘
d𝑠𝑘ҧ ′ 𝑠𝑘′ 𝑙𝑘′

Energia magnetica associata al


𝑠𝑘′ k-esimo filamento:
d𝑙𝑘′ҧ
1 1 ′
Ik 𝑊𝑘 = Φ𝑘 𝐼𝑘 = 𝐼𝑘 ර 𝐴 ⋅ 𝑑𝑙𝑘
2 2 8
𝑙𝑘 ′
Energia Magnetica in funzione delle grandezze di campo
L’energia magnetica associata agli N filamenti può essere scritta:
𝑁 𝑁
1 ′ 1 ′
𝑊𝑚 = ෍ 𝐼𝑘 ර 𝐴 ⋅ 𝑑𝑙𝑘 = ෍ ර 𝐴 ⋅ 𝐼𝑘 𝑑𝑙𝑘
2 2
𝑘=1 𝑙𝑘′ 𝑘=1 𝑙 ′
𝑘
Considerando che Ik, J e dl’ hanno tutto la stessa direzione e verso:
'
I k dl = J Sk dlk' = Jdvk'
k

1 N 1
Wm =   A  J dvk =  A  J dvk'
'

2 k =1 v' 2 v'
k

Dove v’ è il volume occupato dal campo di corrente.


Dati due campi vettoriali 𝐹ത 𝑒 𝐺ҧ è valida la seguente identità vettoriale:
  (G  F ) = F  (  G) − G  (  F )
se poniamo G = A e F = H , possiamo scrivere:
9
A  (  H ) = H  (  A) −   ( A  H )
Energia Magnetica in funzione delle grandezze di campo
Sostituendo nell’equazione precedente:
  A = B

  H = J
Otteniamo:
  ( A H ) = H  B − A J  A J = H  B −   ( A H )
L’espressione dell’energia magnetica assume la forma:
1 1
𝑊𝑚 = න 𝐴 ⋅ 𝐽 𝑑𝑣′ = න 𝐻 ⋅ 𝐵 𝑑𝑣′ + න ∇′ ⋅ (𝐴 × 𝐻) 𝑑𝑣′
2 2
𝑣′ 𝑣′ 𝑣′
1
𝑊𝑚 = න 𝐻 ⋅ 𝐵 𝑑𝑣′ + ර 𝐴 × 𝐻 𝑑𝑠 ′
2
𝑣′ 𝑆′

|𝐴|ҧ e |𝐻|
ഥ diminuisco all’aumentare della distanza, rispettivamente con
legge lineare e quadratica, dunque |𝐴ҧ × 𝐻| ഥ ∝ 1Τ𝑅3 perciò se il
volume della sorgente è abbastanza grande il contributo del secondo
10
integrale è nullo.
Energia Magnetica in funzione delle grandezze di campo
Si dimostra dunque che l’energia magnetica totale Wm necessaria per
produrre un’induzione 𝐵ത in un volume v’ dovuta ad distribuzione
continua di corrente è: 1
Wm =  H  B dv '  J 
2 v'
1  J 
Dove m w = H  B  3  è l’energia magnetica specifica.
2 m 
B
per i mezzi lineari con permeabilità costante, dove H = , si ha:
2

1B 1 1
wm = = μ H2 = B H
2 μ 2 2
Poiché l’energia magnetica immagazzinata é esprimibile in funzione
della autoinduttanza o induttanza L, come:
1 2
Wm = LI [ J ]
2 11
si può determinare L direttamente da 𝐵ത e 𝐻.

Effetto Hall
Si consideri un materiale conduttore con sezione trasversale
rettangolare immerso in un campo magnetico uniforme 𝐵ത = 𝑎ത𝑧 𝐵0 e
ҧ 0 𝑎ത𝑦 = 𝑁𝑞 𝑣ҧ
percorso da una densità di corrente continua 𝐽=𝐽

B = a z Bo
+
▪ N è il numero di cariche
- Vh per unità di volume
y
z
o
x ▪ q carica trasportata
d b
▪ 𝑣ҧ velocità

J = a y J0

Per la relazione 𝐹ത 𝑚=𝑞 𝑣ҧ × 𝐵,


ത ciascuna carica in movimento sarà
sottoposta a una forza perpendicolare a 𝐵ത e a 𝑣.ҧ 12
Effetto Hall
+ + + + +
a) conduttore o J
semiconduttore di tipo n 𝑢 - y
𝐹𝑚
- - - - - x

𝐹𝑚 = −𝑞(𝑢 × 𝐵)

b) conduttore o - - - - -
J
semiconduttore di tipo p + 𝑢 y
𝐹𝑚
+ + + + + x
13
𝐹𝑚 = 𝑞(𝑢 × 𝐵)
Effetto Hall
a) conduttore o semiconduttore di tipo n
Le cariche trascinate sono elettroni, e q è negativa. La forza
magnetica tende a muovere gli elettroni lungo la direzione x,
creando un campo elettrico trasversale Ex. Questo effetto è noto
come effetto Hall. Il fenomeno continua sino a quando il campo
trasversale sarà sufficiente a fermare il trasporto delle cariche e la
forza risultante sulle cariche sarà nulla.
Imponendo questa condizione, è possibile calcolare l’entità del
campo elettrico trasversale generato: B
J
𝐹 = 𝐹𝑒 + 𝐹𝑚 = −𝑞(𝐸ℎ + 𝑢 × 𝐵) = 0
Eh
perciò va y
Eh = −(𝑢 x 𝐵) = − (−𝑎𝑦 𝑢 × 𝑎𝑧 𝐵𝑜 ) = 𝑎𝑥 𝑢𝐵𝑜 14
Effetto Hall
Integrando lungo la direzione x entrambi i membri dell’equazione
precedente ottengo la differenza di potenziale trasversale Vh che si
stabilisce tra le due facce del materiale per effetto del trascinamento
degli elettroni: 𝑑 𝑑

න 𝐸ℎ 𝑑𝑥 = 𝑢𝐵𝑜 න 𝑑𝑥 ⇒ 𝑉ℎ = 𝑢𝐵𝑜 𝑑
0 0
𝐸ℎ 1
Vh è chiamata tensione di Hall. Il rapporto 𝐽 𝐵 = 𝑁𝑞 , ottenuto
𝑧 0
𝑧𝐽
Sostituendo u=𝑁𝑞 nell’equazione precedente, è chiamato coefficiente
di Hall e caratterizza il materiale.
Caso b): conduttore o semiconduttore di tipo p.
Le cariche trascinate sono le buche, o cariche positive. L’effetto Hall
sarà ugualmente presente, ma il potenziale che si stabilisce sarà di
segno contrario al caso precedente. 15
Effetto Hall
L’effetto Hall può essere usato per:
• misurare il campo magnetico H = f (B);
• determinare la natura del materiale, ossia il segno predominante
delle cariche trascinate (distinguendo un semiconduttore di tipo n
da uno di tipo p);
• realizzare un generatore elementare di corrente elettrica
Magnetoidrodinamico MHD, che non necessita di turbine, ossia
di parti meccaniche in movimento, quindi in grado di operare con
temperature del gas ionizzato in movimento molto più elevate.
Con la conversione diretta MHD si possano raggiungere
efficienze termodinamiche tra il 50 e il 60 %.

16
Forze Magnetica
dv’
𝐹𝑚 = 𝑞 𝑢 × 𝐵 N
A’ I dq = Nq d𝑣′ = Nq A′𝑑𝑙′

dl’

Si consideri un elemento dl di un corpo conduttore di sezione


trasversale A’,
• immerso in un campo d’induzione 𝐵ത
• percorso dalla corrente elettrica I
Se N sono le cariche trascinate per unità di volume con una velocità
𝑣,ҧ la forza magnetica che agisce sull’elemento infinitesimo dl sarà:
𝑑𝐹𝑚 = 𝑁𝑞𝐴′ 𝑑𝑙′ 𝑢 × 𝐵 17
Forze Magnetica
𝑑𝐹𝑚 = 𝑁𝑞𝐴′ 𝑑𝑙′ 𝑢 × 𝐵 = 𝑁𝑞𝐴′ 𝑢 𝑑𝑙′ × 𝐵

Dove 𝑢 è la velocità del portatore di carica q. Le due espressioni


sono equivalenti perché la velocità e l’asse del conduttore hanno la
stessa direzione, poiché le cariche sono vincolate a muoversi nella
direzione della dimensione prevalente del conduttore. Inoltre,
essendo:
𝑑𝑙′ 𝑑𝑣 𝑑𝑞
𝑁𝑞𝐴′ 𝑢 = 𝑁𝑒𝐴 = 𝑁𝑞 = =𝐼
𝑑𝑡 𝑑𝑡 𝑑𝑡

la forza magnetica elementare che agisce sull’elemento differenziale


di conduttore dl può essere scritta con la seguente espressione:
d F m = I dl ' B 18
Forze Magnetica: conduttori paralleli
Si supponga che giacciano nel piano x-y. La forza agente per unità
di lunghezza sul conduttore 2 dovuta al campo 𝐵ത1 generato dalla
circolazione della corrente nel conduttore 1, sarà:

(
F 21 = I 2 a z  B1 )
z
μ0 𝐼1
con 𝐵1 (𝑑) = −𝑎𝑥 da cui :
I1 I2 2π𝑑
𝐵ത 1 𝐵ത 1 μ o I1I 2 N
F21 = −a y m
F 12 F 21 2πd  
d
y
analogamente:
μ o I1I 2 N
0 F12 = −F21 = a y m
2 d  
x

✓ se le due correnti sono equiverse le forze sono attrattive


19
✓ se le due correnti sono controverse le forze sono repulsive.
Forze Magnetica: circuito chiuso
Nel caso di due circuiti adiacenti attraversati dalle correnti I1 e I2
rispettivamente, ciascuno di essi è sotto l’influsso del campo
magnetico generato dall’altro.
la corrente I2 che circola nel circuito 2 genera un campo magnetico di
induzione 𝐵ത2 (espresso tramite la legge di biot- Savart):

I2 𝐵ത 2

𝑑𝑙2 ′
μo I2 𝑑𝑙2× 𝑎𝑅
𝑅12 𝐵2 = ර
4π 𝑅2
𝑐2′

𝑑𝑙1 I1
y

La forza magnetica complessiva che agisce su un circuito chiuso


con contorno C, sarà:
𝐹𝑚 = 𝐼 ර 𝑑𝑙′ × 𝐵 N 20
𝐶′
Forze Magnetica: circuito chiuso
La forza magnetica esercitata sul circuito 1 per effetto del campo 𝐵ത2
è: ′
′ 𝜇𝑜 ′ (𝑑𝑙2 × 𝑎𝑅12 )
𝐹12 = 𝐼1 ර 𝑑𝑙1 × 𝐵2 = 𝐼2 𝐼1 ර ර 𝑑𝑙1 × 2
4𝜋 𝑅12
𝐶1′ 𝐶1′ 𝐶2′
′ ′ ′ ′ ′ ′
Con: 𝑑𝑙1 × 𝑑𝑙2 × 𝑎𝑅12 = 𝑑𝑙2 𝑎𝑅12 ∙ 𝑑𝑙1 − 𝑎𝑅12 𝑑𝑙1 ⋅ 𝑑𝑙2

Si dimostra che il contributo del primo termine nel doppio integrale è nullo,
infatti :
′ ′ (∗)
′ (𝑑𝑙1 ∙ 𝑎𝑅12 ) ′ 𝑑𝑙1 ∙ 𝑎𝑅12 ′ 1
ර ර 𝑑𝑙2 2 = ර 𝑑𝑙2 ර 2 = − ර 𝑑𝑙2 ර 𝑑( ) = 0
𝑅12 𝐶2′ 𝐶1′ 𝑅12 𝐶2′ 𝐶1′ 𝑅12
𝐶1′ 𝐶2′

Il differenziale del raggio integrato sulla linea chiusa è necessariamente nullo

(∗) ′
𝑑𝑙1 ∙ 𝑎𝑅12 ′ 1 1
2 = 𝑑𝑙1 ∙ −∇ = −𝑑( )
𝑅12 𝑅12 𝑅12
Forze Magnetica: circuito chiuso
La forza magnetica agente sul circuito 1 è:
′ 1
𝜇𝑜 𝑎𝑅12 𝑑𝑙1 ⋅ 𝑑𝑙2
𝐹12 =− 𝐼2 𝐼1 ර ර 2
4𝜋 𝑅12
𝐶1′ 𝐶2′

La forza magnetica agente sul circuito 2, quando consideriamo il


l’effetto della corrente I1 che circola nel circuito 1 è 𝐹ത21 = −𝐹ത12 .
′ 1
𝜇𝑜 𝑎𝑅12 𝑑𝑙1 ⋅ 𝑑𝑙2
𝐹21 = 𝐼2 𝐼1 ර ර 2
4𝜋 𝑅12
𝐶1′ 𝐶2′ 22

Se le 2 correnti sono discordi le forze avranno segno invertito


rispetto al risultato ottenuto con le correnti concordi. 22
Forza espressa in termini di energia magnetica

La determinazione delle forze e delle coppie agenti su conduttori e


circuiti attraversati da corrente in presenza di un campo magnetico
utilizzando la legge di Ampere è piuttosto complicata, se non
esistono particolari condizioni di simmetria.
Un metodo alternativo per la determinazione delle forze (o coppie)
suddette quando non esistono particolari condizioni di simmetria, è
basato sul principio degli spostamenti virtuali, considerando i due
casi:
I) un sistema di circuiti con Φk flussi magnetici concatenati costanti
II) un sistema di circuiti con Ik correnti costanti .

23
Forza espressa in termini di energia magnetica
I)Se si assume che, per uno spostamento virtuale differenziale dl i
circuiti sono collegati a generatori di tensione (v=cost) allora non ci
può essere alcuna f.e.m. indotta, quindi dФ=0. Perciò, la sorgente
non fornisce variazioni di energia (dWs=0) dunque lo spostamento
(variazione di energia meccanica WM) avviene a spese dell’energia
magnetica del circuito Wm; il bilancio energetico sarà:
dWM + dWm = 0  dWM = −dWm

F   dl = −dWm = − ( Wm )  dl  F  = −Wm  N


Dove 𝑑𝑊𝑀 = 𝐹തФ ∙ 𝑑𝑙 ҧ è il lavoro meccanico, e 𝐹തФ indica la forza in
condizioni di flusso costante. Se il circuito è vincolato a ruotare di un
angolo θ intorno ad un asse, la z componente della coppia agente sul
circuito sarà: Wm
(T ) z = −  N m
 24
Forza espressa in termini di energia magnetica
II) Se si assume che, per uno spostamento virtuale dl i circuiti sono
collegati a generatori di corrente (I=cost,V può variare) allora
possono esserci variazioni di tensione che compensano f.e.m. indotte
ek, quindi dФ≠0. L’energia fornita dalle sorgenti è
dWs=σ𝑘 𝐼𝑘 𝑒𝑘 𝑑𝑡=σ𝑘 𝐼𝑘 𝑑Ф𝑘 , il bilancio energetico sarà:
dWs = dWM + dWm
Dove 𝑑𝑊𝑀 = 𝐹ത𝐼 ∙ 𝑑𝑙 ҧ è il lavoro meccanico dovuto allo spostamento
dl. 𝐹ത𝐼 indica la forza in condizioni di corrente costante. Poiché
l’energia magnetica è: 1 1
dWm =  I k d  k = dWs  dWs = 2Wm
2 k 2

(
dWM = F I  dl = dWm = Wm  dl)  F I = Wm [N]
Se il circuito è vincolato a ruotare intorno all’asse z, la z componente
della coppia agente sul circuito sarà: Wm
( I )z
T =  N m 25

Forza espressa in termini di energia magnetica
I
Si consideri un elettromagnete di sezione S e
si voglia determinare la forza tra i giogo e
l’armatura del circuito in figura nel caso si Φ N

consideri uno spostamento virtuale della F


armatura dy >0: y

I) nell’ipotesi che il generatore (di tensione)


mantenga Ф=cost: F = −W
 m N 
Lo spostamento cambia la geometria del circuito nella sola
lunghezza del traferro; perciò è solo l’energia del traferro a variare.
1 𝐵2 Φ2
𝑊𝑡𝑟𝑎𝑓𝑒𝑟𝑟𝑖 = 2𝑤𝑡𝑟𝑎𝑓𝑒𝑟𝑟𝑜 𝜏𝑡𝑟𝑎𝑓𝑒𝑟𝑟𝑜 = 2 𝜏= 𝑦
2 𝜇0 𝜇0 𝑆
𝜕𝑊𝑡𝑟𝑎𝑓𝑒𝑟𝑟𝑖 Φ2
𝐹തΦ = −∇𝑊𝑚 = − 𝑎Ԧ 𝑦 = − 𝑎Ԧ 𝑦 [N] Forza attrattiva
𝜕𝑦 𝜇0 𝑆 26
Forza espressa in termini di energia magnetica
II) nell’ipotesi che il generatore (di corrente) che compensi la f.e.m
indotta causata dalla variazione di flusso dovuta all’aumento del
volume del traferro: F I = Wm
NI c N2
Per il circuito magnetico in figura =  L= =
2y I 2y
c + c +
0 S 0 S
 
Wm ( NI ) 2   
2
1 (NI ) 1
Perciò: Wm = LI 2 = e F I = Wm = =  ay
2 c +
2y y 2 y   + 2 y 
0 S  c S 
 0 
2
 
1   1
NI 2 −
FI = −   ay = − ay = F Forza attrattiva 0 S
0 S   + 2 y  0 S  2y 
 c S   c + 
0 S 
 0  
27

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