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*design *design
Collana a cura di Vanni Pasca
Oggi i materiali vengono progettati in scala molecolare e trovano applicazione MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Marco Cardillo, Marinella Ferrara
pratica nella realizzazione di dispositivi intelligenti che reagiscono agli stimoli
ambientali, configurando scenari di una nuova realtà sensibile e interattiva.
MATERIALI INTELLIGENTI,
Materiali che cambiano colore al variare della temperatura, liquidi che diventa-
no solidi, monitor flessibili, teli che convertono la luce del sole in energia e indu-
SENSIBILI, INTERATTIVI
menti elettronici per il monitoraggio sanitario sono solo alcuni esempi. Quello
02 materiali per il design
dei materiali smart è un universo “meraviglioso” che rende quotidiano lo straor-
dinario. Il libro documenta un’ampia gamma di applicazioni che segnano l’inizio
di una nuova fase del design in cui il concetto di oggetto-servizio si estende
all’intero habitat, l’interazione diventa sostenibile e migliora la qualità della vita.
Questa è la vera sfida per il designer.
Lupetti
Marco Cardillo, Marinella Ferrara
Collana a cura di
Vanni Pasca
Comitato di redazione
Cinzia Ferrara
Marinella Ferrara
Dario Mangano
Dario Russo
Impaginazione grafica
Marco Cardillo
© 2008 Lupetti - Editori di Comunicazione
via M.M. De Taddei, 3
20146 Milano
tel. 02 202025
fax 02 20404340
www.lupetti.com
in copertina
Linear Light Flex Colormix, modulo luminoso Led su circuito stampato flessibile, Osram
Sylvania, 2003
in quarta di copertina
Leo Fernekes & Joakim Hannerz, Sensacell Modular Sensor Surface, sistema modulare
interattivo, Sensacell NY, 2004
MATERIALI INTELLIGENTI,
SENSIBILI, INTERATTIVI
02. Materiali per il design
0. Premessa 007
1. La rivoluzione informatica
e il “paradigma dei materiali progettati” 013
2. Dentro la materia 025
3. Smart material 033
4. Schede 041
5. Conclusioni 107
zioni pratiche dei materiali intelligenti disponibili nel mercato, oltre a pro-
totipi e sperimentazioni in fase di definizione. Qui si dà priorità a un’ottica
progettuale in cui si individuano le questioni relative al “come” e al “per-
ché” delle prestazioni dei sistemi che integrano gli smart material.
Gli esempi forniscono un’ampia visione delle soluzioni smartness del
design nei diversi settori applicativi (attrezzature sportive, automotive,
housewear, moda e abbigliamento). L’analisi delle soluzioni evidenzia un
diffuso processo di aggregazione delle singole prestazioni, prima separa-
te, che implica la trasformazione radicale delle tipologie oggettuali della
nostra cultura materiale, già stabilizzate da tempo, per dare vita a “ibridi
pensanti” e inedite entità multifunzionali. Alcuni casi mostrano che una
stessa prestazione è ottenibile attraverso l’applicazione di materiali e tec-
nologie diverse. La corrispondenza tra materiale, forma e funzione, nel
suo significato consolidato, perde oggi la sua importanza mentre emerge
una nuova idea di “forma” come essenza, un concetto che coincide con il
“comportamento” stesso del materiale.
L’Appendice Tecnica affronta i meccanismi che regolano il funzionamen-
to dei materiali intelligenti, per presentare quanto oggi abbiamo a dispo-
sizione e ciò che, soprattutto, vedremo nel prossimo futuro. La funziona-
lizzazione della materia, il controllo e la gestione del progetto in tutte le
scale (dal micro o dal nano al macro) comporta la necessità di una cono-
scenza strutturale degli aspetti tecnici. Oltre i pregi dei nuovi materiali, si
valutano anche i rischi che implicano per comprendere come difendersi
dall’abuso deliberato delle tecnologie. Impadronendosi dei nuovi stru-
menti e con la capacità di andare “avanti e indietro”, tra il micro e il
macro, tra il vecchio e il nuovo, i designer saranno in grado di usufruire
dei materiali smart per realizzare il senso di benessere e comfort,
espressione dei nostri bisogni e desideri. La seconda parte del libro è
dedicata, dunque, all’analisi dei materiali intelligenti disponibili e delle
potenzialità prestazionali. I materiali sono classificati per tipologie fun-
10
zionali e definiti per quello che “sono capaci di fare”. Tale informazione,
infatti, stimola l’ideazione di configurazioni relazionali interattive e sensi-
bili che, attraverso il progetto della prestazione, si trasformano in ogget-
ti e servizi, sistemi e strutture, ambienti e superfici, secondo nuove
modalità comportamentali.
In conclusione, il libro esplora il processo di trasformazione del mondo ar-
tificiale, rilevando nel presente gli indizi di un futuro sensibile, adattivo,
interattivo che ci affascina e preoccupa allo stesso tempo. Le nuove
modalità di interazione, che scaturiscono dall’essenza della materia intel-
ligente, implicano la ridefinizione del concetto stesso di benessere, con
l’obiettivo di elevare la qualità della vita, del comfort e delle relazioni
sociali. Il cambiamento dell’intero processo progettuale implica l’intima
conoscenza tecnica della materia e stimola la capacità di prefigurare un’i-
dea di futuro sostenibile per l’intera società. Affinché il futuro sia proget-
PREMESSA
Note
1. La prima definizione di smart material si deve a Craig Rogers che, nel 1990, li definisce
«Materials possessing adaptive capabilities to external stimuli.»
2. Commentando la Great Exhibition di Londra, l’architetto e teorico tedesco G. Semper scri-
veva «La scienza arricchisce continuamente se stessa e la vita con la scoperta di nuove
sostanze utili e di sostanze naturali dagli effetti meravigliosi, con l’introduzione di nuovi meto-
di nel campo della tecnica e con l’invenzione di nuovi strumenti e macchine. La sovrabbon-
danza di mezzi è il primo grande pericolo che l’arte deve affrontare. Quest’espressione è
invero illogica (non c’è sovrabbondanza di mezzi, ma un’incapacità di impadronirsene), ma
si giustifica nella misura in cui riesce a esprimere l’assurdità della nostra situazione».
3. In psicologia (Teoria dei bisogni di Heller) il bisogno identifica la interdipendenza tra gli
11
organismi viventi e l’ambiente. Il bisogno è uno stato di carenza che spinge l’organismo a
rapportarsi con il suo ambiente al fine di colmarlo. L’esperienza del design e, per altri versi,
della moda hanno dimostrato negli anni ’80 che non è possibile per il progettista muoversi
sui terreni consolidati del funzionalismo o del radicalismo. Al contrario, è necessario creare
nuovi “ancoraggi” collettivi, allargando le prospettive e gli orizzonti in direzione del desiderio.
Adesso il modello della globalità tende a una profonda mediazione tra ciò che è relativo e
ciò che è possibile. Come afferma Francesco Morace (1990, Controtendenze. Una nuova cul-
tura del consumo), abbandonate le pretese di inseguire il Vero e il Giusto in termini univer-
sali, tendere alla globalità significa ricomporre gli orizzonti di riferimento, superare gli stec-
cati disciplinari, guardare al di là degli specialismi e rifondare un modello etico globale che
possa avvalersi di contributi incrociati provenienti dall’Est e dall’Ovest, dalle scienze e dal-
l’arte, dalla psicologia e dalla sociologia, dalla politica e dalla filosofia. Enfatizzare i punti di
contatto e le opportunità comuni, invece che le diversità e le divergenze, dovrebbe consen-
tire l’edificazione di una cultura globale, planetaria, arricchita dalle diverse prospettive emer-
se dal travaglio teorico degli anni passati. La globalità potrebbe dimostrarsi in grado di sti-
molare, in un panorama sempre più omogeneo, la ricerca di un’interiorità e di una identità
profonda.
1. Elettrovalvola
2. Il primo transistor, 1947
1. 2.
1. La rivoluzione informatica
e il “paradigma dei materiali progettati”
3.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA
nelle
10
nuove generazioni, per la sua duttilità e semplicità di interpretazio-
ne . Nel 1967 nell’ambito della ricerca di sistemi per gestire gli ipertesti,
Douglas Engelbart dello Stanford Research Institute, brevetta il dispositi-
vo di puntamento per display.
Il rivoluzionario sistema di posizionamento rapido del cursore sullo scher-
mo viene chiamato inizialmente “mouse”, per la sua forma particolare,
nome che lo accompagnerà per il resto della sua esistenza. Tuttavia, solo
nel 1981 viene introdotto nel mercato, insieme al computer Alto della
Xerox Parc. In questo periodo si assiste alla diffusione dei computer in
settori industriali, commerciali e finanziari. L’iniziale progettazione del-
l’hardware, di tipo prettamente ingegneristico, si evolve con le prime col-
laborazioni tra le industrie elettroniche e i designer per la progettazione dei
computer, dei videoterminali e di tutta la nuova tipologia di oggetti e dispo-
sitivi elettronici che iniziavano a invadere il mercato.
Nel 1965 entrano in commercio i nuovi prodotti per uso professionale e
domestico. In Italia, l’azienda Olivetti produce Programma-101, una cal-
colatrice programmabile da tavolo chiamata “Perottina” dal nome del suo
progettista, l’ingegnere Giorgio Perotto. Con il design della scocca di Mar-
cello Nizzoli, fu introdotta nel settore dell’ufficio come computer da tavo-
lo. Si ricordano, inoltre, il videoterminale TCV-250, la Logos 270, la cal-
colatrice elettronica portatile Divisumma 18 e la Divisumma 28, prodotti
da Olivetti e progettati da Mario Bellini. Prodotti dalla Brionvega su pro-
getto di Marco Zanuso e Richard Sapper, il televisore Algol con schermo
obliquo e la radio cubo TS 502, un oggetto che nasconde la sua funzione.
L’apice dello sviluppo tecnologico, introdotto dalla rivoluzione elettronica
è rappresentato dallo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11 nel 1969, momen-
to che segna il progresso scientifico e culturale dell’intera umanità, con
un radicale cambiamento del punto di vista dell’uomo. La svolta definitiva
si attua negli anni ’70 con la progressiva miniaturizzazione del circuito
15
4. M. Zanuso e R. Sapper, 6. M. Bellini, TCV-250, Olivetti
TS-502, Brionvega
4.
5. M. Zanuso e R. Sapper,
Algol, Brionvega
5. 6.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
7. 8.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA
9. 10.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
11. M. De Lucchi, Think Pad, IBM, 1992 12. Jonathan Ive, iMac, Apple
11. 12.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA
13. 14.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
20
15.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA
Note
1. Cfr. Bernhard E. Burdek (1991), Design, storia, teoria e prassi del disegno industriale. Il
confronto che fa Burdek tra la rivoluzione della stampa e quella informatica e telematica si
spiega perché, al pari della stampa, l’informatica ha codificato il sapere, rendendolo più ac-
cessibile attraverso normali canali digitali.
2. Il transistor, contrazione di transfer resistor, è un resistore di trasferimento che conduce,
modula e amplifica un segnale elettrico tramite un semiconduttore.
3. Walter Brattain fu premio Nobel per la fisica nel 1956.
4. William Shockley inventò il transistor a giunzione. La base epistemica consisteva nella
naturale regolarità del comportamento del silicio come semiconduttore, spiegata in termini
di meccanica quantistica da Alan Wilson nel 1931. Gran parte della teoria non fu compresa,
però, che nel 1949, quando Shockley scrisse il libro in cui dimostrava come e perché fun-
zionava il transistor a giunzione.
5. I calcolatori elettromeccanici di prima generazione come il Mark I, realizzato presso
l’Università di Harvard, erano costituiti da macchine di 17 metri di lunghezza, 1,80 di altez-
za, contenevano 800.000 componenti e 80 km di fili, per un peso di circa 5 tonnellate. Il
funzionamento era automatico ma lento poiché funzionava con i relè in uso nelle centrali
telefoniche. Anche nel modello Eniac (Electronic Integrator and Computer) del 1943, com-
missionato dall’esercito degli Stati Uniti d’America all’Università della Pennsylvania, le
dimensioni erano notevoli: 30 tonnellate di peso su una superficie di 150 metri quadrati;
19.000 valvole, altissimi consumi dell’ordine dei 150 kilowatt e dispersioni notevoli di calo-
re, per un considerevole costo di circa un milione di dollari di quel periodo.
6. La cibernetica, termine che fu coniato nel 1947 dal matematico statunitense Norbert
Wiener, studia i fenomeni di autoregolazione e comunicazione, tramite la teoria dell’infor-
mazione, negli organismi naturali e nei sistemi artificiali. Lo sviluppo delle teorie sull’orga-
nizzazione, attraverso l’osservazione del mondo vivente, ha generato un neomeccanicismo
che studia gli organismi viventi come macchine naturali.
7. La teoria dei sistemi, fondata negli anni 1950 da Ludwig von Bertalanffy e William Ross
Ashby, si basa sui principi dell’ontologia, della filosofia della scienza, della fisica, della bio-
logia e dell’ingegneria, trovando poi applicazioni e nuove idee in tutte le scienze, tra cui geo-
grafia, sociologia, scienze politiche, teoria delle organizzazioni, management, psicoterapia,
economia e sistemi intelligenti.
8. Per velocizzare l’assemblaggio in serie, i componenti sono integrati su un supporto pre-
stampato con un processo di incisione fotochimico per ricavare le piste di rame.
9. Del 1961 è il primo video game per computer interattivo creato da Slug Russell, Shag
Graetz e Alan Kotok, studenti del MIT. Venne giocato in tutti i laboratori degli USA, installato
su un DEC PDP-1, visualizzato solo con caratteri sul monitor circolare del sistema. Rappre-
21
sentava lo schema di un arcade spaziale, giocabile da due persone con una specie primor-
diale di joystick. L’unico inconveniente era il costo di una partita di un’ora, di circa 300 dol-
lari americani. Nello stesso periodo la Philips inventa la cassetta audio compatta, un nastro
magnetico che diventerà un media utilizzato su molti home computer dei successivi venti
anni, oltre a diffondere il concetto di ascolto privato della musica con l’innovazione del walk-
man.
10. Una versione ridotta del BASIC venne elaborata per essere installata nei primi computer
domestici a metà degli anni ’70. Gli autori della riduzione furono Bill Gates e Paul Allen. Nello
stesso anno, tramite un progetto in comune tra IBM e General Motors, è stato sviluppato il
CAD (Computer Aided Design): si apre la strada per la progettazione tecnica e il disegno
attraverso l’utilizzo dei computer.
11. Nella valle del silicio, in un garage di Los Altos, nasce il primo il personal computer Apple
progettato da Steven Jobs che lavorava presso l’Atari, una delle prime case produttrici di gio-
chi elettronici, e Stephen Wozniak, uno dei talenti elettronici della Silicon Valley.
12. Il successivo modello della Apple fissa il prototipo di personal computer. Il Machintosh,
progettato da Terry Oyama e Jerry Manock, esprime il concept di un elettrodomestico con-
tenuto, autosufficiente e non espandibile.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
13. Formulata nel 1964 dall’ingegnere Gordon Moore, presidente della Intel, la legge omo-
nima si basa sul principio secondo cui la potenza dei microprocessori cresce in maniera
esponenziale. Tratta dalle osservazioni dello sviluppo tecnologico dell’elettronica, l’ipotesi di
partenza è stata precisata nella legge secondo cui il numero dei transistor di un chip rad-
doppia ogni 18 mesi e, con il downsizing (la diminuzione delle dimensioni degli elementi che
costituiscono un microprocessore), i costi per produrre e commercializzare i dispositivi digi-
tali scendono in maniera proporzionale.
14. Il just in time prevede la riduzione dei tempi per lo sviluppo del prodotto, razionalizza-
zione delle scorte, esternalizzazione delle forniture per componenti specializzati.
15. CAD (Computer Aided Design), CAM (Computer Aided Manufacturing).
16. Per la prima volta, negli anni ’50 al MIT furono sperimentate macchine utensili a coman-
do automatico, per tagliare le lamiere degli aeroplani.
17. L’applicazione del microscopio elettronico a scansione (1965) ha permesso di studiare
meglio la plasticità dei metalli migliorandone le caratteristiche meccaniche e di resistenza,
soprattutto nel campo delle leghe. Per l’industria spaziale vengono realizzate superleghe con
fibre a base di nichel, titanio, berillio.
18. Il sub-notebook IBM, delle dimensioni di 210x148x32 mm e un peso di 1050 grammi,
è alimentato a pile, integra un PC con monitor Lcd, un registratore vocale operativo anche a
computer spento.
19. Gli smart phone sono oggetti-servizio che integrano le funzioni complementari di telefo-
nia mobile, fotocamera digitale, lettore multimediale, sistema satellitare, portale internet, da
cui trasmettere e ricevere e-mail ed effettuare transazioni commerciali.
22
16 Apple, iPod
16.
17. Microchip VLSI
17.
2. Dentro la materia
tori e dei robot, della teoria dei sistemi e della cibernetica ha rafforzato la
visione olistica in molti campi7 della scienza e del sapere con i concetti di
“evoluzione” e “complessità” . Dalla8 definizione di informazione, collega-
ta con i principi della termodinamica , la nuova visione ha coinvolto la bio-
logia i cui progressi nel campo molecolare hanno rivelato che, su scala
enormemente più complessa e sofisticata, i sistemi organici 9
sono retti da
leggi analoghe a quelle dei sistemi elettronici complessi .
Indagando i meccanismi di sviluppo dei processi relativi alla crescita, alla
riparazione e allo svolgimento delle funzioni biomeccaniche si sono otte-
nuti importanti risultati nella comprensione delle strutture organiche e dei
biosistemi. Le logiche di selezione e combinazione dei materiali, nei siste-
mi compositi naturali, hanno livelli di complessità avanzati e sono in grado
di fornire prestazioni che si adattano alle mutevoli condizioni.
L’interesse scientifico sui biosistemi sta formulando nuovi concetti e prin-
cipi per creare strutture biomimetiche
10
dalle proprietà modulabili in funzio-
ne della specifica applicazione . La metafora biologica entra nelle teorie
antropologiche di Gregory Bateson, secondo cui il pensiero può essere
interpretato come11
qualcosa che accomuna l’uomo con le strutture natu-
rali. Kevin Kelly prospetta l’inizio di un’era tecno-biologica in cui la poten-
za della tecnica si incontra con la potenza della natura e si fonde con es-
sa, per dar luogo a una seconda natura artificiale. Per comprendere la
complessità del mondo è necessario, quindi, rivolgersi al mondo della
natura. In pratica, più rendiamo meccanico l’ambiente artificiale, più esso
dovrà divenire biologico per continuare a funzionare. Il limite tra tecnolo-
gia e natura tende a essere valicato. Tecnologie sempre più complesse
influenzano in maniera sempre più pervasiva la vita umana e l’ambiente.
Sempre secondo Kelly, il complicarsi della tecnologia e il suo evolversi ver-
so la tecno-biologia tenderà a semplificare, piuttosto che a complicare, la
vita. A differenza della tecnologia industriale degli anni ’50 dal carattere
meccanico “pesante”, la metafora biologica avvicina la tecnologia alla di-
26
mensione umana, la rende più facile da usare. Le conoscenze acquisite
in meccanica, microelettronica, informatica, neuroscienza e biologia han-
no stimolato un approccio multi-tecnologico di tipo biomimetico che simu-
la il comportamento dei sistemi biologici, inclusi gli umani. La natura è
18. 19.
DENTRO LA MATERIA
28
20. 21.
DENTRO LA MATERIA
29
22.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Note
1. Cfr. Mokyr Joel (2004), I doni di Atena. Le origini storiche dell’economia della conoscen-
za, il Mulino, Bologna, pp. 163-165.
2. La fisica classica si basa sul concetto di particelle solide e indistruttibili che si muovono
nel vuoto secondo leggi meccaniche per cui a ogni causa corrisponde un effetto. Conosciuta
con precisione la causa è possibile quindi determinare con altrettanta precisione l’effetto.
L’universo e ogni cosa esistente sono considerati di conseguenza come parte di un sistema
meccanico.
3. Nel 1803 Thomas Young dimostrò che la luce è composta da onde elettro-magnetiche.
Einstein e Plank dimostrarono, invece, la natura corpuscolare della luce in quanto agisce
sulla materia come particella.
4. La meccanica quantistica si occupa di particelle sub-atomiche rappresentate da corpu-
scoli o onde di energia.
5. Successivamente, Bohr formulò un modello dell’atomo in cui l’elettrone si poteva muo-
vere solo sulle orbite che soddisfacevano le condizioni di quantizzazione delle particelle. Un
quanto è l’unità indivisibile di energia che può assumere la particella.
6. Il termine holism compare nel 1921 nel libro di Cristian Smuts (un politico sudafricano)
Holism and Evolution. I concetti sono sviluppati negli anni ’50 da Bohm, Prigogine e Bateson.
Per l’Enciclopedia Britannica l’olismo è «una teoria che fa dell’esistenza di “totalità” una con-
figurazione fondamentale del mondo. Esso considera gli oggetti naturali, sia animati che ina-
nimati, totalità e non semplicemente raccolta di elementi o parti. Questi corpi o cose non
sono assolutamente divisibili in parti, in un modo o in un altro essi sono una totalità che
vale più della somma delle parti.»
7. Questa visione, che apre la strada ai temi della complessità, deriva dalla tesi che l’os-
servatore di un fenomeno costituisce parte integrante del sistema che si osserva. Il con-
cetto di sistema in queste teorie assume un’estrema importanza perché fornisce una pre-
ziosa chiave di lettura per la complessità.
8. La teoria della complessità studia il comportamento dei sistemi caratterizzati da elemen-
ti numerosi e diversi tra di loro con connessioni non lineari.
9. I principali contributi che riguardano la moderna termodinamica si devono a Ilya Prigogine,
premio Nobel per la chimica nel 1977, che ha rivoluzionato, a partire dagli anni ’50, questo
campo della fisica. I concetti di auto-organizzazione della materia e di entropia (grado di disor-
dine di un sistema fisico isolato) hanno permesso importanti applicazioni in chimica, biolo-
gia e persino nella teoria matematica del traffico automobilistico. Di particolare importanza
è il concetto di struttura dissipativa che scambia energia con l’ambiente esterno e, pur pro-
ducendo entropia (disordine), è capace di auto-strutturarsi acquisendo una qualche forma di
organizzazione interna. La scoperta delle “reazioni oscillanti” in chimica e in biochimica ha
30
permesso gli sviluppi pratici di queste strutture. I concetti elaborati da Prigogine spiegano
molti processi biologici degli organismi viventi in quanto sistemi termodinamici aperti. Le
strutture dissipative, infatti, manifestano un duplice comportamento. In condizioni prossime
all’equilibrio, l’ordine tende a essere distrutto. Lontano dall’equilibrio, si genera ordine e si
formano nuove strutture. Ciò dimostra un possibile meccanismo per la creazione di ordine
a partire dal disordine tipico dei fenomeni biologici.
10. Come ha osservato Ashby W. R., (1971): «Agli inizi del secolo, con gli esperimenti di
Ronald Fischer sui suoli coltivati, si è visto chiaramente che esistono sistemi complessi che
non permettono in alcun modo di variare un fattore alla volta, perché sono così ricchi di inter-
connessioni dinamiche che la variazione di un singolo fattore provoca la variazione imme-
diata di altri fattori, e probabilmente di molti altri fattori.» Problema analogo si pone nello stu-
dio degli organismi viventi, e soprattutto dell’uomo in ambito psicologico, socioculturale, poli-
tico, religioso.
11. Nel 1989 l’Army Research Office organizzò il workshop “Biostructures as composite
materials” riguardo l’organizzazione gerarchica delle strutture nei biosistemi. Da ciò derivò
lo sviluppo di nuovi materiali bio-mimetici basati su principi progettuali organici.
DENTRO LA MATERIA
12. Kevin Kelly scrittore americano, fotografo, ambientalista, esperto di cultura digitale, è
stato fondatore di Wired.
13. La ragione per cui gli atomi si sistemano in modo così regolare nel cristallo è semplice:
la materia si facilita il più possibile la vita. Disporsi secondo una struttura ordinata è la solu-
zione più comoda.
14. Il Santa Fe Institute, fondato nel 1984, è uno dei centri di ricerca più importanti sulla
teoria della complessità, dedicato allo studio dei sistemi complessi adattativi CAS (Complex
Adaptive Systems), in grado di imparare dall’esperienza evolvendosi nel tempo, come gli
organismi viventi.
15. Come il velcro, che imita la forma a uncino degli aculei di alcune piante infestanti, il tes-
suto Fastskin della Speedo imita le squame degli squali e conferisce idrodinamicità.
16. Studiando la sostanza colloidale che tiene uniti i gusci di alcuni mitili.
17. Come i meccanismi di termoregolazione del pinguino, il rivestimento della madreperla e
i processi di crescita di denti e e delle corna.
18. Il corno del rinoceronte, ad esempio, è costituito da materiale autorigenerante, morbido
ma resistente alla compressione e tenace in superficie.
19. Molti tessuti naturali hanno comportamenti reattivi, si contraggono e si estendono in
risposta a stimoli esterni come il calore, la luce, le reazioni chimiche.
20. Sono in fase di sviluppo sensori tattili che permettono di rilevare le caratteristiche super-
ficiali e le proprietà meccaniche dell’epidermide, come le sensazioni di caldo/freddo, asciut-
to/bagnato, liscio/ruvido, duro/morbido.
21. Il concetto di sviluppo sostenibile, contenuto nel Rapporto Our Common Future (1987)
della World Commission on Environment and Development (Commissione Bruntland), “garan-
tisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazio-
ni future riescano a soddisfare i propri”.
22. La strada allo sviluppo delle nanotecnologie si è aperta negli anni ’80 anche grazie alla
messa a punto del microscopio a scansione a effetto tunnel, strumento in grado non solo
di visualizzare i singoli atomi di un cristallo ma anche di muoverli.
23. Nel campo medico sono stati progettati biomateriali in grado di sostituire o riparare tes-
suti soffici (protesi per tendini, legamenti, dischi intervertebrali), tessuti duri (piastre per
osteointegrazione, protesi d’anca, sostituti ossei iniettabili), fluidi biologici (soluzioni viscoe-
lastiche per visco-chirurgia e visco-supplementation) e bio-materiali in grado di favorire la
ricrescita cellulare (scaffolds per rigenerazione tissutale per le protesi bio-compatibili, che
integrano dispositivi con le proprietà meccaniche e sensoriali della pelle umana) nonché
dispositivi per il rilascio controllato dei farmaci (drug delivery).
31
23. Nanomotore atomico
23.
24. Microsensore
24.
3. Smart material
34
25. 26.
SMART MATERIALS
35
27. 28.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
29. 30.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
38
31.
SMART MATERIALS
Note
1. Un agente intelligente, come un robot, è una struttura artificiale composta da un softwa-
re un hardware integrati con sensori e attuatori che, in funzione delle percezioni, azioni, obiet-
tivi e applicazioni specifiche; è in grado di adattarsi alle variazioni dell’ambiente circostante
e delle condizioni di esercizio.
2. I sensori percepiscono i fenomeni biologici, elettromagnetici, meccanici, ottici e termici. I
dati sono elaborati dal microprocessore che monitorizza lo stato del sistema. Gli attuatori
reagiscono agli stimoli esterni in modo automatico adattandosi alle sollecitazioni, in base
all’applicazione specifica, con filtrazioni, movimenti, posizionamenti, pompaggi, ecc.
3. I microattuatori elettrostatici, integrati su un wafer di silicio, sono costituiti da due piatti
piani paralleli il cui funzionamento si basa sul principio della forza di Coulomb. Queste forze
determinano un’attrazione fra due corpi aventi cariche opposte, con la tendenza a riallinea-
re i piatti dopo uno spostamento relativo. Negli attuatori elettromagnetici per il controllo della
forza e della velocità, basati sulla forza di Lorentz, l’intensità del campo magnetico genera-
to è proporzionale alla corrente e al numero di spire che costituiscono l’avvolgimento. Nella
maggior parte dei casi si utilizzano bobine costituite da una spirale singola attraverso la tec-
nica LIGA. Gli attuatori idraulici si distinguono nel tipo a pistone, a camera elastica e a tur-
bina. A parità di volume, riescono a generare una forza maggiore rispetto gli altri attuatori
elettromagnetici e statici. Gli attuatori elastici sono formati da un tubo cilindrico in cui sono
ricavate tre camere parallele a pressione controllata. Gli attuatori di tipo a microturbine sono
facili da realizzare ma hanno una minore efficienza a causa dell’attrito sviluppato.
4. Nei trasduttori di pressione il sensore è costituito da una membrana su cui è stato appli-
cato un ponte estensimetrico. I sensori possono essere collegati con un’interfaccia grafica
di comunicazione. L’elaborazione dei dati avviene attraverso la conversione analogico-digita-
le che traduce il segnale elettrico in dati digitali memorizzati su un microchip.
5. I sensori di prossimità di tipo induttivo sono composti da un circuito oscillante LC (com-
posti da induttanza L e da capacità C), un selettore di segnali e un amplificatore di commu-
tazione. La bobina del circuito oscillante genera un campo elettromagnetico alternato ad alta
frequenza, che viene emesso sulla superficie attiva del sensore. Quando un oggetto metalli-
co si avvicina al dispositivo, vengono generate correnti che sottraggono energia al circuito
oscillante. Il selettore di segnali converte le informazioni in un segnale di commutazione uni-
voco. I sensori di prossimità di tipo capacitivo riconoscono sia oggetti metallici che polimeri-
ci. La distanza di commutazione è direttamente proporzionale alla costante dielettrica del-
l’oggetto da rilevare. I sensori vengono applicati, ad esempio, per il controllo della presenza
durante i processi di imballaggio. I sensori di prossimità magnetici rilevano oggetti anche a
elevate distanze con applicazioni che riguardano la presenza di sostanze aggressive anche
in presenza di temperature elevate e attraverso una parete di protezione in Teflon o plastica.
39
6. Il termistore (thermal sensitive resistor) è un dispositivo per il rilevamento della tempe-
ratura utilizzato per applicazioni industriali e di automazione. I dispositivi si basano sull’ef-
fetto Joule per cui, al passaggio di corrente elettrica, la variazione della temperatura di un
materiale (conduttore o semiconduttore) modifica la sua resistenza e la quantità di energia
dissipata. I termistori sono composti da semiconduttori che diminuiscono la resistenza
all’aumento di temperatura, mentre le termoresistenze sono composte da conduttori metal-
lici (platino) che aumentano la propria resistenza in funzione della temperatura. Attraverso il
drogaggio dei composti, è possibile modificare la struttura dei semiconduttori per renderli
sensibili alla temperatura come i conduttori.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
LE SCHEDE
Microsoft Corporation
Milan Surface computer, tavolo interattivo
Schermo Lcd touch-screen, sensore di posizione e pressione, CPU
Microsoft, 2007
Milan Surface è il sistema intelligente rea- giocano insieme. Surface interagisce con
lizzato da Microsoft che introduce l'innova- altri dispositivi elettronici posti sulla super-
tivo concetto di Surface Computing, un ficie interattiva sensibile, con cui si con-
nuovo modello di computer interattivo in nette attraverso sistemi wireless, blue-
cui la comunicazione avviene attraverso la tooth e IrDA. Il sistema è dotato di video-
voce e il tatto, eliminando definitivamente camere che registrano gli oggetti e i movi-
mouse e tastiere. Dopo 5 anni di speri- menti sulla superficie, un sistema a infra-
mentazione, Surface è stato presentato rossi (IR), un proiettore digitale per visua-
alla "All Things Digital Conference" in Ca- lizzare le immagini. È possibile scaricare e
lifornia. L’innovativa piattaforma digitale condividere, ad esempio, i dati del telefo-
rivoluziona il concetto di comunicazione nino semplicemente poggiandolo sulla
uomo-macchina configurando nuovi scena- superficie sensibile. L’interfaccia grafica
ri di interazione. Il dispositivo si presenta permette di disegnare con le mani, immer-
come un tavolino con uno schermo a cri- gendo direttamente le dita nel colore vir-
stalli liquidi (Lcd) touch-screen da 30” che tuale e tracciando le linee sulla superficie
permette agli utenti di toccare e muovere tattile. Il sistema Surface rappresenta una
gli oggetti virtuali sullo schermo. La moda- NUI (Natural User Interface), un concetto
lità multi-touch percepisce fino a 52 sti- che esprime la modalità naturale per gli
moli tattili simultanei, come 4 persone che utenti di interagire con i contenuti digitali.
43
Philips Design Center
In-form health monitor, sistema di monitoraggio sanitario
Schermo Lcd, sensore biometrico, CPU
Philips, 2006
“Sense and Simplicity” è il nuovo concept po. Il sistema interattivo è adatto sia per
design, elaborato dal Design Center della ambienti domestici quali il bagno, la came-
Philips, che configura una serie di scenari ra da letto, che i luoghi pubblici come le
futuri in cui la semplicità e l'usabilità sono palestre, centri di benessere e riabilitazio-
fattori fondamentali per la qualità della ne. L'assistente sanitario digitale aggiorna
vita. L’innovativa generazione, composta sulle condizioni generali in tempo reale,
da 15 sistemi intelligenti, è stata presen- suggerendo un corretto regime alimentare
tata nel 2006 in occasione del “Simplicity da seguire e i controlli medici da fare in
Event” a Londra presso l'ExCeL Exhibition caso di necessità, come un medico di fami-
Centre. Il progetto In-Form, della categoria glia. In-Form migliora la conoscenza sulle
“Listen to your body”, rappresenta il nuovo personali condizioni fisiche e di salute, aiu-
concetto di personal healthcare. Il sistema tando a prevenire i problemi di peso e le
di monitoraggio dello stato di salute è patologie collegate ai disturbi alimentari
composto da biosensori che percepiscono come l'anoressia o la bulimia, considerati
i parametri fisici quali il peso, la massa come i mali del nuovo millennio. Il sistema
grassa, la temperatura corporea, la pres- agisce direttamente sul nostro life-style, le
sione del sangue e il livello di idratazione. abitudini quotidiane da cui dipende la
L'interfaccia grafica di comunicazione è nostra salute. Il sistema interattivo stimola
integrata in uno specchio con display a cri- la creazione di uno stile di vita più salutare,
stalli liquidi per visualizzare i dati rilevati e contribuendo, quindi, a migliorare notevol-
la statistica della loro variazione nel tem- mente la qualità della vita.
44
Uvex Design
F1 Magic Goggles “click & see”, occhiali fotocromici
Cristalli liquidi, film in polimero conduttivo
Alpha Micron, 2004
Nella pratica degli sport invernali, la visi- inseriti tra un doppio strato di filtri neutri
bilità è uno degli elementi che influenza e flessibili, e un film conduttivo.
maggiormente la performance atletica. L’implulso di una corrente a bassa ten-
L'intenso biancore delle piste e le repen- sione causa la reazione elettrocromica dei
tine variazioni di luminosità, dovute agli cristalli liquidi che alterano le caratteristi-
agenti atmosferici, costituiscono una diffi- che ottiche dei filtri. La variazione dell'in-
coltà per le prestazioni di sciatori e snow- dice di trasmissione della luce è pratica-
boarder. La nebbia e la luce diffusa richie- mente istantanea. Quando il dispositivo è
dono occhiali da sole con un alto contra- disattivato, i cristalli si allineano in senso
sto, per poter vedere gli ostacoli a distan- verticale alla superficie dei filtri, con una
za. Al contrario, in condizioni di alta lumi- gradazione di colore chiara e tenue che
nosità diretta, necessitano lenti scure che permette il passaggio della luce. Quando
evitino abbagliamenti e riflessi, proteg- il sistema viene attivato, lo stimolo elettri-
gendo gli occhi dai raggi solari. La società co modifica la struttura molecolare dei cri-
americana Uvex ha realizzato un innovati- stalli liquidi da una configurazione lineare
vo modello di occhiali da sci che soddisfa ad una a spirale. Ciò causa la variazione
entrambe le esigenze in un'unica soluzio- di colore e la differenza di trasmissione
ne. Il modello F1 Magic Goggles integra i della luce. Il sistema sensibile è attivato
filtri VALiD (Variable Attenuation Liquid da un comando manuale posto sul bordo
Crystal Device) sviluppati da Alpha Micron della mascherina. I consumi sono estre-
Inc. per i piloti dell'US Air Force. I filtri mamente ridotti (6 volt) e relativi alla sola
intelligenti si adattano alle mutevoli con- fase di attivazione dei filtri a cristalli liqui-
dizioni di luce con una variazione istanta- di per la mutazione di colore. Nel 2004 la
nea e reversibile da uno stato trasparente rivista americana "Popular Science" ha
al filtro scuro. Le lenti VALiD sono realiz- inserito gli occhiali sensibili nella selezio-
zate con un composito in cristalli liquidi, ne tra i "Best of What's New".
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Panoptx Sunglasses
Day & Night, occhiali fotocromici
Filtro fotocromico, NXT
Intercast Europe, 2006
Nel 2002 la società californiana Panoptx, cromic” in grado di adattarsi a ogni condi-
produttrice di occhiali da sole per lo sport, zione di luce. I filtri sono stati utilizzati nel
in collaborazione con la Intercast Europe, nuovo modello di occhiali Day & Night che,
leader mondiale nella produzione di filtri in condizioni di luce diretta, si oscurano
solari in resina organica, ha sviluppato un gradualmente. Con scarsa luminosità, inve-
nuovo modello di lenti fotosensibili. I labo- ce, tornano allo stato iniziale trasparente. I
ratori di ricerca e sviluppo di Intercast filtri fotocromici reagiscono automatica-
hanno sperimentato l’innovativo materiale mente in base alla quantità di raggi UV.
NXT, un monomero a base di poliuretano, L'intensità del colore delle lenti si adatta
che garantisce ottime proprietà ottiche, alla luminosità dell'ambiente, con un indice
comfort visivo, leggerezza, stabilità termi- di trasmissione variabile tra 25% e 85%. I
ca e meccanica. I filtri in NXT sono ottenu- filtri, leggeri e sottili, possono essere rea-
ti per colata, tecnologia che permette lizzati attraverso tre processi di lavorazio-
caratteristiche ideali per produrre lenti ne. Nel primo, il rivestimento superficiale
senza l'effetto arcobaleno visibile nel poli- fotocromico è applicato sulla parte conves-
carbonato. La compatibilità del NTX con i sa della lente tramite spin coating. Il secon-
pigmenti fotocromici ha permesso di rea- do trattamento avviene per impregnazione.
lizzare i filtri “Pure Tec Polarized Photo- Nell’ultimo i pigmenti fotosensibili sono
aggiunti direttamente nel polimero in
pasta.
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Fioravanti
Ferrari Superamerica, tettuccio revocromico
Vetro elettrocromico
Saint Gobain Security, 2005
47
E-Ink Corporation
Librié Electronic Paper Display, libro elettronico
Inchiostro elettrocromico, carta elettronica, film in polimeri conduttivi, CPU
Sony Corporation, Polymer Vision, 2004
48
49
Chronos Chromos Concrete è un innovativo menti elettrici realizzati con fibre in nichel e
sistema di cemento interattivo che permet- cromo, che surriscaldano al passaggio del-
te di visualizzare elementi grafici, numeri e la corrente a bassa tensione. L'aumento
testi in modalità dinamica su superfici rea- della temperatura attiva i pigmenti termo-
lizzate in cemento. Il progetto è stato svi- cromici che cambiano colore, passando dal
luppato da Chris Glaister, Afshin Mehin e nero al rosso o dal grigio al bianco, con
Tomas Rosen, dell'unità Art Innovation del tempi di risposta di circa cinque secondi. Il
Royal College of Art di Londra. Il prototipo sistema interattivo diventa una superficie a
è in fase di sperimentazione per verificare colorazione variabile, simile a uno schermo
le prestazioni nelle applicazioni pratiche e a colori a bassa risoluzione. La comples-
rendere il sistema riproducibile su scala sità degli effetti dinamici dipende, infatti,
industriale. Il cemento interattivo è basato dallo schema della griglia in cui sono dispo-
sull'applicazione degli inchiostri termocro- ste le resistenze elettriche. Il dispositivo
mici, miscelati nel composto di cemento. Chronos Chromos Concrete può essere
L’integrazione dei dispositivi elettronici per- applicato come rivestimento per superfici
mette la gestione dell'interfaccia grafica. In verticali e pavimentazioni, anche riscaldan-
base ai dati elaborati da un software, infat- ti, adatto per qualsiasi ambiente, anche in
ti, il sistema alimenta la griglia di collega- presenza di acqua.
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PP Gevelbouw
Luminous Concrete, composito luminoso
Materiali fosforescenti e fluorescenti
PP Gevelbouw, 2005
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Droog design, Susanne Happle, Frederik Molenschot
Solid Poetry, cemento termocromico
Inchiostro termocromico
Prototipo, 2004-06
Solid Poetry è una piastrella in cemento stampati per serigrafia. Il disegno, invisibi-
che reagisce al contatto con l'acqua fred- le quando la superficie è asciutta, appare
da, lasciando apparire immagini e disegni. progressivamente quando viene a contatto
Presentato nel 2006 al Salone del mobile con l'acqua o il vapore. L'effetto grafico
di Milano, il progetto è stato sviluppato da prodotto è una reazione reversibile per cui
Susanne Happle e Frederik Molenschot, ritorna invisibile quando il materiale asciu-
del gruppo Droog Design, in collaborazione ga. Le applicazioni pratiche riguardano pa-
con Terratorium, azienda olandese che pro- vimentazioni e superfici verticali per am-
duce e lavora ceramiche e pietre naturali. bienti esterni esposti alla pioggia, come
La collaborazione tra i tecnici e i designer giardini e spazi pubblici, o interni con alta
ha permesso di sperimentare applicazioni umidità come bagni, saune e cucine. Il
in cui vetro e cemento reagiscono alle con- cemento termocromico può essere realiz-
dizioni ambientali, quali la temperatura o zato in diversi formati, anche modulari, con
l'umidità. La superficie del conglomerato colori e pattern personalizzabili in base alle
viene trattata con inchiostri termocromici esigenze funzionali.
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CIRA
Smart Plane, aereo con ali adattive
Fluidi elettroreologici, materiali piezoelettrici, CPU
Langley Research Center (NASA), 2001
53
FeONIC
SoundBug, trasduttore sonoro
Terfenol-D, fluidi magnetoreologici
FeONIC, 2000
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esigenze funzionali specifiche. La Omnivox nologia è sperimentata in campo aeronau- 55
Presenter integra un microfono per essere tico e nel settore dei trasporti ad alta velo-
utilizzato in video conferenze o riunioni. cità, in cui si utilizzano i sistemi smart
Con questa versione è possibile diffondere absorber. Un microsensore capta i suoni e
il suono e la voce anche a distanza tra- li converte in impulsi elettrici che vengono
sformando, ad esempio, il tavolo da lavoro elaborati dal microprocessore. Il sistema
in un amplificatore vocale. Il Solid Drive è digitale reagisce alle condizioni esterne
un trasduttore metallico di forma cilindrica cambiando la fase delle oscillazioni sono-
con una qualità del suono particolarmente re. I rumori sfasati dall’unità centrale (CPU)
elevata. La Whispering Window, adatta per vengono riprodotti direttamente dalle su-
installazioni di tipo commerciale, ha una perfici insieme al suono originale, con il
resa acustica maggiore. Il SoundBug può risultato che le due vibrazioni in controfase
essere utilizzato anche per contrastare tendono ad annullarsi. Il sistema utilizza,
l'inquinamento acustico emesso dalle quindi, lo stesso rumore per convertirlo e
industrie e dal traffico nelle aree urbane, assorbire eliminandolo del tutto senza
attraverso l’assorbimento delle vibrazioni usare i tradizionali materiali e sistemi di
sonore e la riduzione del rumore. La tec- isolamento acustico.
Infineon Technologies, Fraunhofer IPM
Peltier cooler, Thermogenerator device, dispositivi TEC
Materiali termoelettrici
Micropelt, 2006
Nel campo della ricerca sui materiali ter- borazione con il Fraunhofer IPM (Institute
moelettrici (TE) per sistemi miniaturizzati, for Physical Measurement Techniques) in
la società Infineon, di Monaco di Baviera, Germania. La Micropelt sviluppa innovativi
sviluppa innovativi termogeneratori e celle termogeneratori e dispositivi TEC applican-
di Peltier, che possono essere integrati in do la tecnologia di produzione dei wafer di
tessuti e capi di abbigliamento. Le due substrato in silicio utilizzati in microelet-
modalità di funzionamento sono il raffred- tronica. L’attuale trend tecnologico verso
damento e la generazione di elettricità. I la miniaturizzazione in tutti i campi della
dispositivi TEC (Thermal Electric Cooling) tecnica richiede nuovi concept design per
per il raffreddamento, basati sull’effetto le applicazioni pratiche. Lo sviluppo tecno-
Peltier, utilizzano l'energia elettrica per logico futuro dei microdispositivi termoe-
produrre una differenza di temperatura tra lettrici e dei sistemi TEC prodotti in film
le due superfici opposte del modulo. Il ter- sottile (Thin-Film) riguarda la riduzione
mogeneratore, applicazione dell’effetto delle dimensioni, dei costi di produzione, il
Seebeck, è il dispositivo che converte la miglioramento dell’efficienza e delle pre-
differenza di temperatura tra le superfici stazioni. Nel 2007 la Micropelt ha parteci-
opposte del modulo TE in energia elettrica. pato al 2° workshop europeo sulle tecno-
Gli innovativi microdispositivi utilizzano la logie avanzate sul micro-packaging e la
differenza di temperatura tra la superficie gestione termica, organizzato da iMAPS
del corpo e quella del tessuto, di circa France a La Rochelle. In questa occasione
5°C. L’intervallo termico è applicato per ha presentato soluzioni avanzate sui
generare una tensione elettrica sufficiente microsistemi di raffreddamento termoelet-
per alimentare sensori biometrici e micro- trici. Nello stesso anno, durante lo “Smart
chip integrati direttamente nel tessuto. Il Systems Integration” svoltosi a Parigi, la
sistema permette il monitoraggio continuo Micropelt ha presentato le innovazioni del-
dello stato di salute fisica attraverso il con- la tecnologia TEC nei dispositivi di raffred-
trollo dei parametri vitali e del bioritmo. La damento a film sottili integrati nei sistemi
Micropelt è una neo società di start-up fon- smart. I principali campi di applicazione
data da Infineon Technologies Ag in colla- dei dispositivi TE riguardano il controllo
56
della temperatura ambientale con moduli circa 60°C. La tecnologia introdotta dalla
di condizionamento HVAC (Heating, Ven- Micropelt permette la produzione di termo-
tilation and Air-Conditioning), il settore bio- generatori in film e microcelle di Peltier in
medicale con i PCR cycler (Polymerase cui è possibile integrare oltre 100 coppie
Chain Reaction), i sistemi a fibre ottiche di componenti su ogni mmq di superficie.
per le telecomunicazioni. In microelettroni- I vantaggi principali riguardano i bassi con-
ca i moduli di raffreddamento TE sono inte- sumi energetici, i ridotti costi di produzio-
grati per raffreddare i microchip dell'unità ne in serie, oltre l'efficienza e l'affidabilità
centrale (CPU) e delle schede grafiche dei moduli. Attualmente sono impiegati
(GPU) dei personal computer e notebook. per la produzione di sensori, attuatori, Led
La Micropelt produce una nuova genera- e Laser per applicazioni in microelettroni-
zione di dispositivi TE thin-film sottili e fles- ca, robotica e biotecnologie. Un'altra appli-
sibili realizzati con processo per sputte- cazione riguarda i microchip di raffredda- 57
ring. Sviluppato da Infineon e Micropelt, il mento Peltier, per il controllo della tempe-
processo è stato ottimizzato per applicare ratura dei diodi Laser, utilizzati nel settore
la tecnologia CMOS utilizzata in elettronica delle telecomunicazioni a fibre ottiche. Il
per la produzione dei componenti digitali dispositivo TE non elimina il calore prodot-
utilizzando i transistor. I moduli TE sono to dai componenti ma lo trasporta da una
composti in bismuto di tellurio, e i suoi de- superficie all’altra del modulo, per la suc-
rivati, depositati su wafer distinti e succes- cessiva dispersione. I moduli TE, dalla su-
sivamente sovrapposti per ottenere la Cel- perficie di circa 1 mmq, permettono il con-
la di Peltier. I microdispositivi TEC della trollo attivo della temperatura e una rispo-
Micropelt sono sottili, leggeri, flessibili sta del sistema elettronico in tempo reale.
senza parti meccaniche e mobili, con la L'innovazione introdotta dalla Micropelt
possibilità di applicazioni in serie e in com- permette nuovi campi di applicazione per i
binazione ibrida con i termogeneratori. La dispositivi TEC come il settore dei tessuti
superficie calda del modulo può raggiun- intelligenti (E-Textile) e dell'abbigliamento
gere una temperatura di 85°C, con una dif- performante (Smart Wear).
ferenza termica tra le superfici opposte di
Maria Langberg e Tine Hertz
Powertex, UNplugged Mobilizing Power, tessuto fotovoltaico
Inchiostro fotovoltaico
Prototipo, 2005
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61
soluzione di nanoparticelle del composto mentre i pannelli sono esposti alla luce di-
fotovoltaico che assorbe i raggi solari. I retta. L'innovativa giacca multimediale con
pannelli flessibili convertono la luce solare sistema solare della Scott&Vest, rappre-
in elettricità che ricarica la batteria interna, senta una soluzione efficiente e pulita per
delle dimensioni di un mazzo di carte da ottenere una sorgente di energia rinnovabi-
gioco, in un tempo medio di 2-3 ore. Il le, autonoma e personale, utile in molte
sistema fotovoltaico della Solar Jacket è applicazioni pratiche e contesti ambientali
un supporto che può essere rimosso e esposti ai raggi solari, dal deserto al mare
usato separatamente dall'indumento, con aperto.
la possibilità di alimentare i dispositivi
Electro LuminX Lighting Corporation
Light Tape, film sottile luminoso
Materiali elettroluminescenti, film in polimeri conduttivi
Light Tape, Osram Sylvania, Honeywell International, 2005
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Rachel Wingfield, Mathias Gmachl (Loop. Ph)
Digital dawn, tenda luminosa interattiva
Materiali elettroluminescenti, film in polimeri conduttivi, fotosensore
Elumin8 Electroluminescent Systems, 2000-03
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Rachel Wingfield
History Tablecloth, tovaglia luminosa interattiva
Materiali elettroluminescenti, inchiostro conduttivo, sensore di pressione, CPU
Elumin8 Electroluminescent Systems, 2004
Nel contesto dell’innovativo concept desi- dità nella pelle, riducendo la tensione
gn “Sense and Simplicity”, elaborato dal muscolare e le infiammazioni dell’apparato
Design Center della Philips, Soft Therapy è muscolo-scheletrico. Alla terapia del calo-
il sistema intelligente che sviluppa il tema re, inoltre, è possibile combinare l’effetto
Care for your body, un insieme di terapie del massaggio rilassante che aumenta il
sensoriali elaborate per rinnovare il corpo flusso sanguigno, favorisce l’ossigenazio-
e conferire nuove energie. L'innovativo ne e il nutrimento delle cellule, con effetti
indumento funzionale è in grado di ridurre positivi sui muscoli, le ossa e sullo stato
la tensione muscolare e articolare delle generale di salute fisica. Il concept di Soft
spalle e del collo, combinando i benefici Therapy prende forma in un corpetto indos-
effetti del calore e del massaggio. Il siste- sabile, confortevole, morbido al tatto, cal-
ma è composto da un modulo Laser a do e sicuro che può essere messo diretta-
infrarossi (IR), che sviluppa calore concen- mente a contatto con la pelle. Il sistema
trato sulla zona interessata, e un sistema permette di regolare l’intensità del calore e
di microvibrazione per il massaggio rilas- del massaggio, spegnendosi automatica-
sante, integrati in un tessuto elettronico in mente dopo venti minuti di utilizzo. Un ac-
polimeri conduttivi. Applicando la tecnolo- cessorio personale, che migliora la qualità
gia Laser IR, il dispositivo emette onde della vita attraverso rituali quotidiani di be-
elettromagnetiche che penetrano in profon- nessere e momenti di relax.
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VKB Virtual Keyboards
Virtual Laser Keyboard, tastiera olografica
Laser IR, proiettore olografico, sensore ottico IR, sensore di posizione, CPU
Hutchison Harbour Ring, 2005
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Microvision R&D
Nomad Augmented Vision System, visiera olografica
Laser IR, proiettore olografico, sensore di posizione e movimento, CPU
Microvision, 2002
Nomad Augmented Vision System è un si- deo con elevata leggibilità. Il Nomad Di-
stema per la visualizzazione tridimensiona- splay per la realtà aumentata è composto
le in "realtà aumentata", prodotto dall'a- da un leggero e compatto dispositivo in-
zienda americana Microvision di Seattle, dossabile con sistema di comunicazione
leader nel settore industriale della fotoni- wireless che collega la visiera olografica
ca, per la progettazione di dispositivi e all’unità centrale elettronica (CPU) per l’e-
sistemi digitali. Il Nomad Display è costi- laborazione delle informazioni digitali. Il si-
tuito da una visiera che integra un proiet- stema è facile da usare, dotato di una ta-
tore Laser olografico, sensori di posizione stiera multi-funzione touch-pad a quattro
e movimento. L’immagine virtuale è proiet- tasti e può essere aggiornato in base alle
tata su un piano frontale agli occhi con la esigenze funzionali. Il dispositivo olografico
stessa profondità focale della superifcie di permette la proiezione di immagini e testi
lavoro. Il risultato è uno schermo da 17" digitali in sincronia con la visualizzazione
posto alla distanza della lunghezza delle degli oggetti reali, senza distogliere lo
braccia, con un’immagine monocromatica sguardo dal campo di azione, interrompere
stabile con un alto contrasto visivo. Il siste- il lavoro o spostarsi per accedere alle infor-
ma di proiezione Laser si adatta automati- mazioni necessarie. Posizionata diretta-
camente a ogni condizione di luminosità mente sul capo, la visiera permette la tota-
ambientale, per una visibilità ottimale in le libertà di movimento delle mani durante
tutta la superficie virtuale. È possibile le attività lavorative, aumentando la pro-
visualizzare test, immagini, diagrammi e vi- duttività e riducendo i rischi di incidenti.
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Philips Design Center
Drag & Draw, gioco interattivo
Proiettore Laser, sensore ottico, sensore di movimento, CPU
Philips, 2006
Drag & Draw è il nuovo concept design estraggono dal secchio, il sistema si attiva
della Philips dedicato al gioco dei bambini ed è pronto per proiettare. Quando il dise-
che sviluppa la tematica "Move your body" gno è finito e gli strumenti vengono riposti
all'interno della nuova linea "Sense and nel secchio, il fascio di luce del proiettore
Simplicity". Inserito tra i prodotti progettati decresce progressivamente e si disattiva.
per stimolare la creatività e l'attività moto- Inserendo lo strumento pennello nel sec-
ria, Drag & Draw è un sistema intelligente chio, questo assumerà la tonalità di colore
che trasforma gli ambienti domestici in del contenitore. Per cambiare colore è suf-
superfici virtuali su cui il bambino può ficiente inserire il pennello nel secchio e
esprimersi disegnando, senza lasciare girare in senso orario per scorrere e sele-
tracce indelebili. Il gioco prevede che il zionare tutte le combinazioni dello spettro
bambino simuli tutte le operazioni neces- cromatico. Quando il colore è scelto, basta
sarie a un lavoro reale di pittura. Il sistema tirare fuori il pennello e iniziare a dipingere
è composto da più dispositivi digitali: un sulla parete interattiva. È inoltre possibile
“pennarello” multicolore, una "gomma", inserire un oggetto colorato nel secchio per
una "bacchetta magica" e un "secchio" attingere da esso il particolare colore desi-
che proietta i disegni virtuali sulla parete derato. Per dipingere si passa leggermente
del muro. Il sistema permette di giocare il pennello virtuale sulla parete per lascia-
disegnando su ogni superficie. Il secchio re tracce luminose e colorate che possono
costituisce il dispositivo di visualizzazione, essere cancellate attraverso lo strumento
l'interfaccia grafica che integra un proiet- gomma. Infine lo strumento bacchetta
tore Laser che riproduce sulla parete del magica permette di animare i disegni sulla
muro i disegni e i colori utilizzati. Quando parete, costruendo storie e scene nate
gli strumenti digitali per disegnare si dalla fantasia come espressione intima
della propria personalità.
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Leo Fernekes, Joakim Hannerz
Sensacell Modular Sensor Surface, sistema modulare interattivo
Led RGB, sensore di prossimità, CPU
Sensacell NY, 2004-2006
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Lightspace Corporation
Lightspace Interactive Led Tile System, sistema modulare interattivo
Led RGB, sensore di pressione, CPU
Lightspace, 2001
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Jenna Didier, Oliver Hess, Marcos Lutyens
House Swarming, sistema modulare interattivo
LED, sensore ambientale, CPU
Autoproduzione, 2007
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Ben van Berkel, UN Studio
Galleria Hall West Shopping Centre, mediabuilding
Led RGB, sensore ambientale, CPU
Arup Lighting 2004
Nel 2003 Ben Van Berkel, dello studio UN, illuminazione realizzato con moduli Led
ha progettato la riqualificazione del centro RGB, realizzato in collaborazione con la
commericale Shopping Centre Galleria Hall società Arup Lighting. Il sistema, inoltre, è
West, nella zona ovest di Seoul. L’obiettivo integrato con sensori ambientali che regi-
dell’intervento è quello di caratterizzare la strano le variazioni dei parametri atmosfe-
trasformazione verso il settore di alta rici. I dati rilevati sono elaborati da un si-
gamma. Lo studio UN ha riconfigurato la stema elettronico e rappresentati sulla
funzionalità degli spazi di circolazione, in- superficie del prospetto attraverso i pixel
serendo elementi, passerelle e soffitti co- dei dischi in vetro, in sequenza di testi e
ordinati che ottimizzano l'orientamento e immagini digitali in modalità dinamica.
conferiscono allo spazio un effetto visivo Durante il giorno, la facciata sensibile riflet-
più luminoso. L’immagine esterna del cen- te la luce naturale, che filtra attarverso i
tro è riqualificata con un sistema luminoso dischi in vetro, creando un effetto opale-
interattivo che include tutta la superficie scente. I sensori percepiscono le differen-
dei prospetti, di circa 3300 mq. La faccia- ze di temperatura, umidità, pressione e le
ta è composta da 4330 dischi di vetro, del condizioni di nuvolosità, vento e traffico ur-
diametro di 85 cm, montati su una struttu- bano. Nelle ore notturne, il sistema dei
ra metallica fissata direttamente alle pare- moduli Led riproduce con effetti luminosi
ti esistenti. I dischi sono trattati con un film dinamici l'elaborazione digitale delle condi-
dicroico iridescente che crea cambiamenti zioni ambientali diurne. L’interfaccia digita-
costanti nella percezione visiva della super- le genera nel visitatore, anche un semplice
ficie. Ogni elemento integra un sistema di passante, un'esperienza sensoriale con un
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forte impatto visivo. La Galleria Hall West, percepisce le mutevoli condizioni ambien-
diventata l'icona della città di Seoul, rap- tali e interagisce generando effetti lumino-
presenta un mediabuilding, l’integrazione si vibranti. La superficie interattiva, come
tra architettura della luce, arte digitale e una membrana sensibile, è un sistema
ingegneria elettronica. Il prospetto dell'edi- digitale di comunicazione a scala urbana
ficio diventa una struttura intelligente che (interactive architecture).
Artemy Lebedev Studio
Optimus Keyboard, tastiera multifunzione
Oled
Artemy Lebedev Studio, 2006
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Violet
The Dal lamp ambient device, lampada interattiva
Sensore di pressione, modulo Wi-Fi
Violet, 2003
Il Luminex è un innovativo tessuto lumino- riali organici per aumentare l'indice di rifra-
so sviluppato dalla omonima società ita- zione della luce, migliorando l’efficienza e
liana, con sede a Prato, fondata nel 2003. la resa cromatica in tutta la superficie. Il
Il concept sperimenta la possibilità di Luminex, realizzato in dimensioni massi-
poter "tessere la luce" usando la tecnolo- me di 180 cm di altezza, può essere taglia-
gia delle fibre ottiche. La soluzione è nata to, assemblato e trattato per il lavaggio
dalla collaborazione tra la FIT (Fabbrica Ita- come un comune capo delicato. Il tessuto
liana Tessuti) di Prato e la Stabio Textile, funzionale permette applicazioni nel setto-
azienda svizzera specializzata nel settore re dell’interior design, moda, abbigliamen-
tessile. Le fibre ottiche sono prodotte dal- to comunicativo per la sicurezza nei tra-
la società italiana CAEN (Costruzioni Ap- sporti. La collezione di moda Etro, presen-
parecchiature Elettroniche Nucleari) di tata nel 2004 al Salone del Mobile di Mi-
Viareggio, specializzata in strumenti micro- lano, è stata la prima applicazione pratica
elettronici per il settore informatico, fisico- del Luminex in abbigliamento e accessori
nucleare, aerospaziale, biomedico. Le fi- prodotti in serie. Il tessuto luminoso, inol-
bre luminose sono state accoppiate con tre, permette l’integrazione con sensori
diversi tipi di filati naturali e artificiali, co- biometrici, direttamente a contatto con il
me il cotone, la lana, il lino, la viscosa, per corpo. I dati rilevati sono elaborati da un
ottenere tessuti con differenti tramature, microprocessore e trasmessi sulla super-
configurazioni e prestazioni. Il risultato ficie del tessuto funzionale in modalità
della sperimentazione, durata tre anni, è interattiva, con effetti luminosi colorati e
un tessuto composto da fibre ottiche poli- immagini digitali personalizzabili. L’integra-
meriche, realizzate in PMMA, integrate con zione della microelettronica permette di
moduli Led RGB ad alta luminosità, ali- realizzare gli smart wearable computer in
mentati da batterie ricaricabili nascoste grado di percepire i parametri fisici e del
nel bordo del tessuto per rendere il pro- bioritmo, come la pulsazione, sudorazione,
dotto portatile. Le fibre ottiche del tipo a respirazione, temperatura corporea per il
emissione laterale, con diametro di 80 mi- monitoraggio continuo dello stato di salu-
cron, sono drogate con l'aggiunta di mate- te.
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France Telecom R&D
Wearable Flexible Display, giacca luminosa interattiva
Tessuto in fibre ottiche polimeriche, Led, CPU
Audio Images, France Telecom, 2002
81
produzione tessile. Lo schermo indossa- L'azienda Elisabeth de Senneville ha inte-
bile della France Telecom rappresenta l’e- grato una versione ridotta del display
voluzione della comunicazione interperso- indossabile, limitata ai soli caratteri alfa-
nale attraverso la tecnologia digitale, per numerici, in alcuni modelli di magliette in-
esprimere informazioni o stati d'animo. terattive. Gli effetti luminosi sono attivati
Le applicazioni del Wearable Flexible direttamente da un telefono cellulare con
Display interessano il servizio pubblico, tecnologia bluetooth, utilizzato come un
la sicurezza, l'interior design, la moda, il telecomando per gestire le funzionalità
settore dei trasporti e l'entertainment. degli effetti digitali sullo schermo.
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J. Meejin Yoon, Eric Howeler
White Noise-White Light, Interactive luminous soundscape, ambiente sensibile
Fibre ottiche polimeriche, sensore di prossimità, Led, CPU
MY Studio, 2004
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Oki Sato
Hanabi, lampada termosensibile
Leghe a memoria di forma
Nendo, 2004
86
Giada Dammacco
Quota zero Jacket, indumento termoregolatore
Diaplex, membrana in polimeri a memoria di forma
Grado Zero Espace, 2006
Grado Zero Espace è un centro italiano di mici utilizzati. Nella versione High Perfor-
ricerca che sperimenta materiali smart e mance l'imbottitura della giacca garantisce
sviluppa i programmi di trasferimento delle l'isolamento termico in condizioni climati-
tecnologie (TTP) nel settore tessile e del- che estreme, garantendo elevata traspira-
l’abbigliamento. L’innovativa Quota zero zione. La versione Extreme Aerogel integra
Jacket è una giacca che integra un tessuto un'imbottitura composta in Aerogel, un in-
in polimeri a memoria di forma e l'Aerogel, novativo materiale ultraleggero e termoiso-
un innovativo coibente termico. Quota Zero lante utilizzato nel settore aerospaziale,
è un indumento funzionale protettivo, in composto al 99% da aria. La versione Blue
edizione limitata, sviluppato per garantire Air è composta da polimeri a memoria di
un elevato comfort termico in condizioni forma, accoppiati ad altri tessuti in un mul-
ambientali e fisiche estreme, come nel tistrato caratterizzato dal cambiamento
caso delle spedizioni sull’Everest. Il tessu- della permeabilità al variare della tempera-
to della giacca è composto da una struttu- tura. La membrana realizzata in Diaplex
ra multistrato a sandwich che integra tes- mantiene costante la temperatura corpo-
suti antivento e membrane microporose rea grazie alla struttura microporosa, che
con ottime caratteristiche di traspirabilità e assorbe l'umidità del corpo per rilasciarla
leggerezza. Inoltre, è stato brevettato un gradualmente all'esterno. Quando la tem-
sistema in cui i guanti sono integrati con le peratura esterna è superiore a quella di
maniche, per evitare lo smarrimento in attivazione del polimero SMP, si formano
caso di forte vento. Lo strato esterno del micropori che aumentano la permeabilità
tessuto composito ha uno strato rinforzato del tessuto. Quando la temperature si
realizzato in Turtleskin, inserito sulle spal- abbassa, la membrana ha una struttura
le per garantire maggiore resistenza nella molecolare chiusa con permeabilità ridot-
zona dello zaino. Le cuciture impermeabili ta. Il Diaplex garantisce elasticità fino al
sono ottenute tramite processi con tecno- 200%, flessibilità, idrorepellenza, leggerez-
logia ad alta frequenza. Lo strato interno za, proprietà antivento, anticondensazione,
della giacca è composto da tre tipi di traspirabilità con un’elevata velocità di
imbottitura, in base ai materiali isolanti ter- assorbimento-emissione del calore.
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GZ Espace R&D
LQ Jacket, indumento di protezione
Polimeri a memoria di forma
d3o Lab, Grado Zero Espace, 2007
Grado Zero Espace ha sviluppato una giac- mente tra loro in condizioni normali. Quan-
ca sportiva performante per il motocicli- do sono sollecitate da una shock meccani-
smo da strada. La Liquid Jacket, sperimen- co improvviso, le moelcole smart si legano
ta i materiali intelligenti e le tecnologie in- formando un reticolo tridimensionale rigido
novative per il settore tessile dell’abbiglia- che assorbe l'energia dell'impatto. Il d3o è
mento. La giacca LQ è realizzata con una stato integrato nella LQ Jacket nelle zone
pelle ultrasottile, trattata con il nuovo pro- maggiormente esposte del corpo per ga-
cesso produttivo Liquid Shell, brevetto rantire elevate caratteristiche di protezione
internazionale, in cui la composizione di e sicurezza contro gli infortuni nella massi-
vari strati permette di ottenere una super- ma libertà dei movimenti. Il trattamento
ficie resistente, elastica, morbida e flessi- protettivo Liquid Shell costituisce uno scu-
bile, mantenendo la vestibilità e il comfort do liquido a base polimerica con eccellenti
caratteristici della pelle. La struttura della proprietà impermeabili, ignifughe, di re-
LQ Jacket integra l'innovativo polimero a sistenza all'abrasione e ai raggi UV, di atos-
memoria di forma (SMP) prodotto dalla sicità, antimicrobiche, antimacchia. La su-
azienda inglese d3o Lab. Il materiale intel- perficie trattata, con ottima qualità esteti-
ligente è uno smart absorber che protegge ca, è ideale per applicazioni nel settore de-
le zone esposte agli urti, come i gomiti, le gli sport estremi, nautica, arredamento, an-
spalle e la schiena. Il polimero SMP è fles- che in ambienti marini in cui i materiali
sibile e morbido in condizioni normali ma sono sottoposti a usura e continui sbalzi
reagisce all'impatto diventando istantanea- termici. Inoltre, la LQ Jacket integra nella
mente rigido. La tecnologia d3o si basa sui parte posteriore un sistema realizzato con
polimeri a memoria di forma composti da film elettroluminescente (EL) che aumenta
molecole intelligenti che scorrono libera- la visibilità notturna e la sicurezza in strada.
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Wronz R&D
Softswitch, tessuto elettronico interattivo
Polimeri elastoresistivi, sensore piezoelettrico, fibre in polimeri conduttivi
Wronz, Peratech, 2000
Softswitch è un innovativo dispositivo tes- zione con i sistemi elettronici, digitali e mul-
sile elettronico sviluppato dal centro di timediali per sostituire le comuni tastiere,
ricerca neozelandese Wronz (Wool Re- mouse e comandi. La membrana funziona-
search Organisation of New Zeland), per lo le sensibile alla differente pressione della
sviluppo e la sperimentazione tecnologica mano ha l’aspetto estetico di un comune
dell'industria tessile. Il tessuto elettronico tessuto morbido, flessibile, leggero e resi-
è prodotto in collaborazione con la compa- stente. Le prime applicazioni riguardano
gnia inglese Peratech, che ha sviluppato una tastiera musicale, un telecomando per
una serie di polimeri elasto-resistivi con il controllo del sistema multimediale inte-
proprietà elettroniche. Il composito permet- grato nel bracciolo di un divano, un mouse
te il comando delle funzioni dei comuni per personal computer. In futuro si prevede
dispositivi elettronici come reazione del la diffusione del Softswitch nel campo del-
materiale alla semplice pressione delle l'interazione digitale e delle Wearable Tech-
dita. L'obiettivo dello sviluppo di Softswitch nology, con la produzione di computer e let-
permette di realizzare superfici in tessuto tori multimediali indossabili e personalizza-
interattivo sensibile al tatto per la gestione bili, piacevoli al tatto e facili da usare. La
dei dispositivi digitali. La Wronz ha speri- recente collaborazione tra la Softswitch e
mentato l'applicazione del dispositivo tes- la Burton, produttrice di abbigliamento
sile in una superficie tattile conduttiva che sportivo, ha prodotto uno zaino tecnico
integra sensori di pressione elettro-mecca- multimediale, lo Snowboard’s Amp Back-
nici, con le proprietà estetiche di un tessu- pack, e i’Pod Jacket, una giacca con letto-
to tradizionale. Attraverso i convenzionali re multimediale eletta nel 2002 la "Time
processi di produzione dei filati, il tessuto Magazine's Coolest Inventions". La colla-
elettronico può essere prodotto su scala borazione con la O’Neill, produttrice di ab-
commerciale per applicazioni pratiche nel bigliamento sportivo, e la tedesca Infineon
settore dell’abbigliamento sportivo, della Technologies AG, leader nel campo della
moda, dell’arredo, per realizzare oggetti microelettronica, ha prodotto O’Neill Hub
funzionali e performanti. Softswitch rappre- Snowboard Jacket, una giacca interattiva
senta un’interfaccia tessile di comunica- multimediale per gli sport invernali.
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Infineon Technologies R&D
Thinking carpet, moquette interattiva
Sensore di pressione e prossimità, Led, tessuto elettronico
Infineon, Teppichwerke, Vorwerk, 2005
La Electro Texiles, il centro ricerche dell'a- dano i comuni dispositivi elettronici e digi-
zienda inglese Eleksen, svolge un'impor- tali quali notebook, laptop, PDA, smart-
tante attività di sperimentazione nel phone. La tastiera in tessuto elettronico
campo delle interfacce elettroniche tessili. migliora la qualità dell’interazione tra
Nel 2004 Eleksen ha prodotto un'innovati- uomo-macchina e rappresenta una valida
va tastiera con tecnologia bluetooth, fles- alternativa alle comuni tastiere. Una volta
sibile e tascabile. La tastiera è realizzata terminato l'utilizzo, è sufficiente arrotolare
in tessuto funzionale composto da fibre il tessuto e riporla nella custodia, con mini-
conduttive elettroniche realizzate in Ara- mi ingombri di spazio. La recente collabo-
con, brevetto della DuPont. Il tessuto con- razione tra Elektex e O’Neill ha prodotto lo
duttivo integra una serie di sensori tattili zaino H2 Solar Backpack che integra
costituiti da microinterruttori in materiale dispositivi elettronici, sensori, microfoni e
piezoresistivo (PZT) che percepiscono la auricolari direttamente nel tessuto elettro-
pressione delle dita. Le fibre in Aracon nico. Lo zaino intelligente svolge le funzio-
combinano le proprietà conduttive dei ni complementari di tastiera tattile e letto-
metalli con la leggerezza, flessibilità e resi- re multimediale. Inoltre, il sistema è dota-
stenza delle fibre aramidiche. Con l’ag- to di moduli di comunicazione bluetooth e
giunta di sottili strati di nichel, rame e ar- integra pannelli fotovoltaici flessibili. La
gento, le fibre acquisiscono proprietà fisi- tastiera in tessuto elettronico è stata inte-
che che le rendono conduttive. Le ap- grata anche nei sedili della Kion concept
plicazioni del dispositivo in tessuto riguar- car sviluppata dalla Johnson Controls.
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Sundaresan Jayaraman, Georgia Tech's PTFE
Smart Shirt, indumento di monitoraggio sanitario
Fibre ottiche, polimeri conduttivi, sensore biometrico
Georgia Tech Research Corporation, Sensatex, 2001
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Smartex, Polo Scientifico Tecnologico di Navacchio
Wealthy, indumento di monitoraggio sanitario
Fibre conduttive in Aracon, sensore piezoresistivo
Smartex, 2002-05
La società italiana Smartex dal 1999 spe- funzionale rileva i parametri del bioritmo,
rimenta materiali intelligenti e tecnologie come la respirazione, battito cardiaco,
innovative nel settore delle Smart Wear- posizione statica e dinamica, temperatura
able Technology, sviluppando tessuti tecni- e pressione corporea. Il tessuto della ma-
ci e indumenti intelligenti per aumentare le glia è elastico, morbido, leggero e aderisce
prestazioni dei capi di abbigliamento. Le perfettamente alla superficie del corpo
soluzioni integrate trovano applicazioni pra- come una seconda pelle, garantendo il
tiche nella riabilitazione medica, sicurezza, massimo comfort e vestibilità da parte del-
sport agonistici, realtà virtuale. L'attività di l'utente. Il sistema di monitoraggio sanita-
ricerca è sviluppata in collaborazione con il rio assiste durante la riabilitazione, in con-
Centro Interdipartimentale “Enrico Piag- dizioni ambientali estreme o di stress fisi-
gio” dell’Università di Pisa, presso il Polo co. I dati rilevati sono elaborati da un mi-
Scientifico e Tecnologico di Navacchio. Nel croprocessore integrato nell’unità di con-
2002 la Smartex ha partecipato al proget- trollo centrale PPU (Portable Patient Unit),
to “Wealthy Wearable Health Care System” un dispositivo tascabile che rappresenta
in cui si sviluppa un nuovo concept di graficamente le condizioni di salute attra-
health care, riferito alla salute pubblica e verso un’interfaccia user friendly, facile da
alla prevenzione nel settore biomedico. usare e interpretare. Inoltre, la PPU integra
Wealthy è un sistema indossabile di moni- sistemi di comunicazione GPRS, wireless e
toraggio delle condizioni fisiche integrato in bluetooth, per la trasmissione in tempo
un indumento intelligente. L'interfaccia reale dei dati alla centrale sanitaria, con
indossabile è costituita da una maglia rea- l’invio di un allarme in caso di emergenza
lizzata in un tessuto elettronico, composto o pericolo. Wealthy è un efficiente sistema
da fibre in polimeri conduttivi, che integra smart di controllo e prevenzione sanitaria,
una serie di sensori biometrici e ambienta- con l’obiettivo di migliorare la qualità della
li in materiali piezoresistivi (PZT). Il tessuto vita e il benessere psico-fisico attraverso
un check-up discreto e continuo.
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Immersion Corporation
Cyber Glove System, guanto interattivo
Sensore di pressione, attuatore tattile, tessuto elettronico
Immersion, 2007
Cyber Glove è il guanto interattivo per la te sul dorso che permette di implementare
“realtà aumentata” prodotto dall’azienda il ritorno in forza del guanto. Lo sviluppo
americana Immersion. L’innovativo disposi- futuro dei dispositivi aptici prevede l'uso
tivo aptico è in grado di fornire feedback integrato di una tuta tattile integrale con un
tattile attraverso 22 sensori di pressione dispositivo olografico di visualizzazione 3D.
PZT, distribuiti lungo tutta la superficie Si prospetta, quindi, la possibilità di una
della mano. L’interfaccia integra trasdutto- totale immersione nel mondo virtuale in cui
ri di curvatura e quattro sensori di abduzio- scoprire nuove dimensioni della realtà, dal
ne per ogni dito che permettono di misura- nanomondo degli atomi e delle molecole, al
re il movimento laterale delle articolazioni macro dell'esplorazione spaziale, comoda-
lungo l'asse del palmo della mano. Il polli- mente seduti sul divano di casa.
ce e il mignolo sono dotati di altri due sen-
sori, in grado di misurare la rotazione
rispetto al palmo e al pollice stesso. Infine,
due sensori sono posizionati nel polso per
misurare il beccheggio e l'imbardata. Il
guanto è collegato a un sistema di comuni-
cazione wireless con il pc. Il dispositivo ap-
tico è stato sviluppato dalla sperimentazio-
ne del Touch Lab, il laboratorio robotica del
MIT di Boston. Utilizzato inizialmente nel
settore medicale, biomeccanico e militare,
attualmente le applicazioni pratiche riguar-
dano l’animazione grafica 3D, motion cap-
ture, robotica, realtà virtuale, prototipazio-
ne digitale. Il dispositivo è facile da usare e
permette una sensazione tattile realistica,
con distinzione tra materiali, temperature,
consistenza e posizione degli oggetti mani-
polati in realtà aumentata. Il sistema può
essere interfacciato con il Cyber Grasp, un
96 leggero eso-scheletro montato direttamen-
Adam Whiton, Yolita Nugent
Shocking No-Contact Jacket, indumento di protezione
Fibre conduttive in Aracon
MIT, Advanced Research Apparel, 2002
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Head Design R&D
Intelligence i.S18 ChipSystem, racchetta da tennis intelligente
Intellifiber, sensore piezoelettrico, CPU
Head, 2005
L’innovativa racchetta da tennis Intel- contenuta nel manico, che gestisce elettro-
ligence i.S18 Chip System è prodotta dalla nicamente la reazione attiva della racchet-
Head, leader nel settore degli articoli spor- ta. Il processore si attiva a ogni colpo per
tivi. Il prodotto è stato sviluppato in colla- effetto delle fibre che trasformano l’ener-
borazione con la Continuum Control Cor- gia meccanica dell’impatto della pallina in
poration, società del Massachusetts che corrente elettrica. L’impulso, a sua volta,
produce componenti piezoelettrici (PZT) stimola le fibre PZT che generano una forza
integrati per sistemi di energia e movimen- opposta. Il sistema elettronico modifica la
to. La racchetta integra le IntelliFibers, in- forma e la resistenza delle fibre per adat-
novative fibre ultrasottili ottenute da mate- tarsi ai differenti impatti, in tempi di rispo-
riale PZT, che reagiscono agli sforzi mecca- sta nell'ordine dei millesimi di secondo,
nici con una reazione elettrica. Le fibre praticamente in tempo reale. La reazione
intelligenti sono utilizzate per realizzare le permette di eliminare circa il 50% delle
corde della racchetta, IntelliString, forman- vibrazioni totali durante l’impatto della
do una superficie di anti-trazione con capa- palla migliorando la stabilità della tenuta.
cità di assorbimento degli sforzi. La vibra- Dopo una sperimentazione durata tre anni,
zione della racchetta, dovuta all'impatto l’innovativa racchetta smart migliora le pre-
della palla, viene assorbita e convertita in stazioni di gioco e permette una maggiore
energia di reazione. Le intellifiber sono con- precisione e potenza della battuta di rispo-
nesse alla CPU (Control Processor Unit) sta con un peso di appena 245 grammi.
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James Owen
Michelin EAP Tire System, copertoni adattivi
Polimeri elettroattivi, sensore di pressione
Concept design, 2006
La Mazda RX 9 è la concept car, progetta- ni della sede stradale e dello stile di guida,
ta da James Owen, che ha vinto nel 2006 il sistema permette di adattare la sezione
il “Michelin Design Challenge” in occasio- del copertone da sottile a spesso, da rigi-
ne del Salone Internazionale dell’auto nel do a morbido, con superficie liscia o sca-
Nord America. L'auto ha un motore ibrido nalata. I copertoni EAP adattivi ottimizzano
con sistema elettrico, realizzato con wafer le prestazioni dell’auto in ogni tipo di per-
a film sottile, e integra collettori elettrosta- corso sia asciutto, bagnato o innevato, in
tici collegati con pannelli esterni all'abita- sede asfaltata o fuoristrada, per garantire
colo. Durante il movimento del veicolo, l’e- la massima sicurezza dei passeggeri. Con
lettricità statica viene assorbita in specifi- una reazione reversibile, i polimeri elettro-
che zone della superficie esterna, a con- attivi simulano il funzionamento dei mu-
tatto con il flusso d’aria, e accumulata per scoli umani, con contrazioni e distensioni
alimentare il motore elettrico ibrido. L'in- delle fibre intelligenti in funzione degli im-
novazione principale della Mazda RX 9 con- pulsi elettrici. Inoltre, le ruote sono con-
siste nel sistema di copertoni Michelin nesse al sistema ibrido dei collettori a cari-
EAP realizzati con polimeri elettroattivi in ca elettrostatica, realizzando un sistema
grado di cambiare la forma e la struttura tecnologico unico nel suo genere. Il movi-
del battistrada. I polimeri EAP reagiscono mento dell’auto permette di caricare le bat-
allo stimolo di una corrente a basso vol- terie, costituendo una struttura autonoma
taggio, modificando la superficie a contat- per la gestione dei copertoni EAP e il con-
to con la strada. In funzione delle condizio- trollo dei dispositivi elettronici.
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Vectra Sense R&D
Verb-for-Shoe, scarpa intelligente
Sensore di movimento, CPU
Vectra Sense, 2004
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Adidas R&D
Adidas One, Scarpa intelligente
Sensore di movimento, micro-cavo motorizzato, CPU
Adidas, 2004
Definita dal Times la prima scarpa da run- magnetico chiamato Hall, in grado di rile-
ning intelligente, la Adidas One è in grado vare la larghezza di un capello, esegue un
di adattarsi in tempo reale alle condizioni monitoraggio continuo del peso, movimen-
del terreno e allo stile di corsa di chi la to e superficie di contatto. A ogni impatto
indossa. Risultato di tre anni di sperimen- del piede, Hall misura la distanza dall’ini-
tazione, la scarpa performante integra un zio alla fine della suola con un’approssi-
sistema di ammortizzazione intelligente, mazione di un millimetro, calcolando la
inserito nella suola, che migliora notevo- compressione e il livello di assorbimento
mente le prestazioni dell’atleta. Il sistema dell’energia di impatto. I dati rilevati sono
One è composto da dispositivi elettronici, inviati al microchip che compie circa 1000
sensori, materiali intelligenti, in grado di letture al secondo analizzando le condizio-
percepire, elaborare e adattarsi in tempo ni del terreno, dell’aria e lo stile di corsa.
reale alle esigenze individuali e alle conti- Il processore valuta il grado di rigidità o
nue sollecitazioni del piede. Una volta morbidezza dello strato ammortizzante,
indossata e attivato il sistema elettronico, per adattare la flessibiltà e la resistenza
attraverso un semplice comando manuale della suola della scarpa con il livello appro-
sul lato esterno di ogni scarpa, il dispositi- priato di sospensione e assorbimento
vo regola automaticamente una sequenza degli shock meccanici. Di conseguenza, il
di ammortizzazioni ideali. Il sistema intelli- sistema di cablaggio motorizzato effettua
gente è costituito da microsensori magne- le necessarie regolazioni mediante un
tici di movimento inseriti nel tacco, un cilindro di ammortizzazione posizionato nel
cavo motorizzato e un microprocessore tallone della scarpa. Il motorino riceve le
all’interno dell’arco plantare. Il sensore istruzioni dal processore e adatta il siste-
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ma girando una vite che tende o allenta il del sistema è automatico, graduale e pro-
cavo collegato al cuscinetto. Il cavo stringe gressivo, senza essere avvertito dall’atle-
o rilascia il cilindro regolando il grado di ta. La struttura della scarpa intelligente ha
tensione, condizioni di stabilità e livello di un comportamento simile ai muscoli orga-
ammortizzazione ottimale per tutta la dura- nici, con impulsi nervosi e riflessi condi-
ta della corsa. Quando il cavo è teso, lo zionati. Adidas One garantisce prestazioni
smar t absorber si irrigidisce con un elevate che migliorano notevolmente le
aumento della compressione. Quando è performance atletiche, con una continua
rilasciato, invece, permette di ammorbidire sensazione di comfort e benessere del
il sistema di sospensione. L’adattamento piede.
Body Media
SenseWear Armband, sistema di monitoraggio sanitario
Sensore biometrico, CPU
Body Media, 2006
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5. Conclusioni
"… non è la tecnologia che cambia la società,1
ma è la società che, tramite la tecnologia, cambia se stessa."
Note
1. Cfr. Tomás Maldonado (2005), Memoria e conoscenza. Sulle sorti del sapere nella pro-
spettiva digitale, Feltrinelli, pag.185.
2. Cfr. intervista di Daniel Capella a John Thackara, “Internet è la causa di una rivoluzione
estetica” pubblicata in Domus n. 826, maggio 2000, pagg. 70-79
3. Cfr. Vanni Pasca, editoriale in Pad - Palermo design, magazine on-line n.2/2007.
4. Il Centro di Etica dell’Università di Toronto svolge un’indagine sugli effetti benefici delle
nanotecnologie per risolvere con soluzioni sostenibili i problemi dei paesi in via di sviluppo,
come l’approvvigionamento di energia e di acqua e la condizione sanitaria.
5. In questi anni stanno emergendo alcuni movimenti culturali che propongono approcci
diversi ai problemi energetici e ambientali, individuando nel concetto di “sviluppo” il nodo da
risolvere. Tali visioni propongono di rivedere lo stile di vita a cui lo sviluppo ci ha portati e
abituati, ridimensionando l’importanza della crescita economica fine a se stessa, tipica del
XX secolo, ma anche così com’è concepita all’interno del modello “sostenibile”. Non invita-
no a ritornare al passato, né a bloccare ogni ulteriore sviluppo tecnologico ed economico. Il
fulcro di queste impostazioni culturali “alternative” consiste nella valorizzazione di parametri
umani come la capacità creativa, le relazioni interpersonali, il tempo libero, la qualità della
vita, il rispetto della natura.
6. Bruce Sterling ne La forma del futuro (Apogeo, 2005) ci offre una chiave di lettura interes-
sante sul mondo che sarà, o meglio che dovrà essere se non desideriamo andare incontro a
rovinose conseguenze. Il cambiamento prefigurato mette al centro la conoscenza, l’informa-
zione e la sostenibilità. A questi principi si ispira anche Kohei Nishiyama, uno dei fondatori di
Elephant Design co. e l’inventore di Design To Order system (DTO). Il sistema di transazioni in
rete riduce il rischio delle imprese nello sviluppo di nuovi prodotti, permette che i fornitori
attendano il punto d’equilibrio degli ordini prima di mettere in produzione un prodotto.
7. Tomas Maldonado, (2005).
8. Mark Weiser (1952-1999), direttore di ricerca del Xerox Parc a Palo Alto in California,
durante la sua attività di ricerca ebbe la visione che nel XXI secolo la rivoluzione tecnologica
sarebbe entrata nel quotidiano, nel piccolo e nell’invisibile.
9. Un esempio specifico è il Tokyo Ubiquitos Network Project che Ken Sakamura sta attuan-
do in Giappone. Un’infrastruttura urbana che si avvale di tecnologie GPS, 3G, RFID, wireless,
per collegarsi a sensori, chip, tag, fax e smartphone sparsi nei pali della luce o integrati nei
prospetti degli edifici. Un sistema in grado di informare dettagliatamente e su richiesta, in
tempo reale e in totale comfort immersi nell’Ubiquitous Computing.
10. Stefano Marzano, Chief Creative Director di Philips Design, dirige dal 1991 il team di
designer e ricercatori Philips sviluppando una cultura aziendale orientata verso l’interesse
per l’uomo. Il concept ha condotto dalla pluripremiata “Vision of the Future” del 1995, fino
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all’ultimo progetto strategico, NEXT Simplicity, presentato a Parigi nel settembre 2006. Ciò
testimonia l’approccio di Philips alla tecnologia che coniuga l’innovazione con il bisogno
emergente di semplicità. “Sense and Simplicity”è il brand utilizzato per la promozione dei
nuovi prodotti digitali. Il “Manifesto della Semplicità” è il documento propositivo, stilato a
seguito di “LivingSimplicity”, il festival della Semplicità, organizzato a Milano a metà novem-
bre 2006. Inoltre “trasformare la complessità tecnica in semplicità fruibile” è la regola n.14
dell’arte della felicità, secondo Style magazine di dicembre 2006.
11. Come ha gia affermato Neil Gershenfeld, direttore del “Center for Bits and Atoms” del
MIT, in cui sperimenta le relazioni tra informazione e proprietà fisiche attraverso cui questa
si esprime, «è molto più interessante chiedersi come catturare l’essenza di ciò che funziona
bene nel presente per migliorarlo ulteriormente nel futuro».
12. David Goleman (Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 1996) psicologo di Harward è idea-
tore dell’intelligenza emotiva. In questo tema si inserisce il contributo di Donald A. Norman,
il principale esponente della moderna psicologia cognitiva, che nel suo Emotional design,
affronta il tema delle emozioni emanate dagli oggetti d’uso considerando come gli oggetti
piacevoli svolgono meglio la loro funzione. Le emozioni richiedono diversi livelli di design che
coincidono con i livelli mentali viscerale, comportamentale e riflessivo.
CONCLUSIONI
14. Le conoscenze scientifiche che coinvolgono gli studi di medicina, neurologia, psicologia
della percezione ed ergonomia cognitiva, riguardano l’interiorità del sensorio, inteso come
l’insieme delle funzioni sensoriali che la mente utilizza per la rielaborazione di ogni input
interno o esterno al corpo. Queste conoscenze permettono di valutare i meccanismi che
intervengono nel processo di elaborazione percettiva, che dipendono dall’esperienza vissu-
ta e dalle capacità mentali di attivare i sistemi sensoriali.
15. Tomás Maldonado nel “Mondo e teche. Una teoria critica degli artefatti” (in Il Verri n. 27,
2005) definisce protesi «le strutture artificiali che sostituiscono, completano o potenziano,
in parte o totalmente, una determinata prestazione dell’organismo». All’interno di questa
categoria di artefatti, egli opera la distinzione tra protesi motorie, sensorio-percettive, intel-
lettive e sincretiche. Le protesi intellettive sono quelle che hanno la capacità di immagazzi-
nare ed elaborare un’enorme quantità di dati. Quelle sincretiche, di ultima generazione, inte-
grano capacità di calcolo, azione e percezione.
16. Cfr. Tomás Maldonado (2005), “Mondo e teche. Una teoria critica degli artefatti” in Il
Verri n. 27, pag.15.
17. Il pensiero di Anders si radica profondamente nella cultura nel ’900. La sua filosofia
tende a stabilire le cause che hanno portato l’uomo a creare una società in cui l’unico pro-
tagonista è l’apparato tecnico. Secondo Anders, infatti, oggi viviamo in un mondo in cui la
macchina e gli oggetti prodotti in serie sono diventati i protagonisti della storia, il mondo è
il luogo in cui ogni essere umano è “gettato” e costretto a vivere in qualità di essere total-
mente inadeguato ai nuovi tempi. Figura paradigmatica di questa situazione è Prometeo.
L’uomo della civiltà tecnologica, come un novello Prometeo, è subalterno alle macchine da
lui stesso create, e per queste prova soggezione e vergogna. Questa vergogna è anche lega-
ta a un dislivello tra l’uomo e i prodotti meccanici che, essendo più efficienti e funzionali, lo
oltrepassano facendolo diventare antiquato. Le macchine sono perfette, funzionano e sono
ripetibili in serie: questo concede loro una sorta di eternità che all’uomo è negata. Di fronte
alle macchine l’uomo perde la sua importanza all’interno del sistema sociale, egli diventa
antiquato perché, appunto, ha bisogno di riposarsi, di mangiare, di divertirsi mentre le mac-
chine funzionano “sempre” senza intervalli e distrazioni. Il parallelo uomo-macchina sembra,
dunque, volgere tutto a favore di quest’ultima.
18. A questo riguardo è interessante la raccolta degli studi operata dal libro a cura di
Leopoldina Fortunati, James Katz, Raimonda Riccini, Corpo futuro. Il corpo tra tecnologie,
comunicazione e moda, Franco Angeli, 1997.
19. La ricerca entra nell’organizzazione del vivente per comprendere i principi utili che pos-
sono essere trasferiti al settore della tecnologia e nelle organizzazioni umane, reinterpre-
tando le logiche del vivente per ricavarne nuovi strumenti di lettura e di progettazione del-
l’artificiale con il fine ultimo di esplorare la ciclicità del tempo biologico, la complessità fun-
115
zionale, l’auto-organizzazione, l’adattabilità e la flessibilità tra essenza della materia e pre-
stazioni. Siamo arrivati a una massa critica di conoscenze che prelude a un salto di livello
nella sfida della complessità.
APPENDICE TECNICA
MATERIALI CHE...
32.
6. Materiali che cambiano colore
33. 34.
... CAMBIANO COLORE
11
tura di un polimero allo stato solido . Variando l'orientazione delle mole-
cole con un campo elettrico, è possibile modificare l'intensità della luce
trasmessa. Le prestazioni dei PDLC dipendono dal tipo di polimero utiliz-
zato e dalla disposizione delle miscrosfere del cristallo liquido disperso.
Il processo di produzione
12
può avvenire per micro-incapsulamento o per
separazione di fase . Le applicazioni pratiche dei dispositivi PDLC riguar-
dano la realizzazione di smart window, i sistemi per la protezione solare
attiva e il controllo del microclima. Nel design vengono prodotti superfici
che limitano la visibilità
13
tra due ambienti pur mantenendo un'alta trasmis-
sione della luce . 14
In Italia l'azienda Isoclima realizza l’innovativo sistema Varilite , utilizzato
per il tettuccio della concept car "Avantissimo", prodotta dalla Audi e pre-
sentata nel 2002 a Francoforte. La tecnologia Cromalite, sperimentata
dalla Isoclima, applica uno speciale film sensibile, che permette di realiz-
zare sistemi intelligenti a trasparenza variabile e bassi consumi energeti-
ci (appena 1,5 volt), applicati nel settore dei trasporti. Il Priva-Lite è un al-
15
tro prodotto interessante realizzato dall’azienda francese Saint-Gobain
applicato nelle soluzioni per il controllo del regime termico degli ambienti.
122
35. 36.
... CAMBIANO COLORE
6.2. Elettrocromici
L'elettrocromismo è il fenomeno fisico per cui il passaggio di una corren-
te elettrica in un materiale comporta la modificazione della struttura chi-
mica, con la conseguente variazione del colore. Le proprietà dei materiali
elettrocromici EC (Electro Chromic) sono attribuite all’inserimento o estra-
zione di ioni ed elettroni. L’effetto di uno stimolo elettrico a bassa ten-
sione causa 16
la trasformazione da uno stato iniziale trasparente verso uno
riflettente . Quando il campo elettrico è attivato, le particelle reagiscono
generando dei composti colorati. Quando lo stimolo è interrotto, il mate-
riale ritorna allo stato iniziale trasparente.
I materiali EC si distinguono in due categorie principali costituite dagli ossi-
di dei metalli di transizione e dai composti organici. Il fenomeno elettro-
cromico si manifesta in parecchi materiali sia inorganici (ossido di tung-
steno, molibdeno, titanio, niobio, vanadio, iridio, cobalto, nichel), che orga-
nici tra cui alcuni polimeri (polianilina, polipirrolo, politiofene, poli-isotia-
nofene, pirazolina). Il composito più utilizzato per realizzare i dispositivi 17
elettrocromici ECD (Electro Chromic Devices) è il triossido di tungsteno .
Il dispositivo consiste in un multistrato, realizzato da un sandwich di tre o
cinque strati, composto da celle elettrochimiche in cui gli elettrodi, chimi-
camente attivi,
18
sono costituiti da materiali EC depositati sotto forma di
film sottili . Sperimentati già dagli anni ’70, la IBM e la AT&T Bell Labora-
tories negli USA, e la Philips e la Brown Boveri in Europa; hanno sviluppa-
to display EC con applicazioni commerciali.
Rispetto ai sistemi a cristalli liquidi, nei dispositivi EC lo stimolo elettrico
serve solo per attivare il processo di colorazione, che avviene in modo gra-
duale e progressivo. Oggi la tecnologia permette prestazioni ottiche ele-
vate con maggiore contrasto, nessuna limitazione dell'angolo di visuale e
il mantenimento dello 19
stato attivo per lunghi tempi, anche interrompendo
lo stimolo elettrico . La difficoltà principale per la diffusione dei sistemi
123
37. 38.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
39.
40. 41.
... CAMBIANO COLORE
Basato sulle ricerche condotte dal Media Lab del Mit di Boston, l’E-ink è
composto da microcapsule in cui sono inserite particelle di pigmento elet-
trocromico bianco e nero. Le microcapsule sono realizzate con un involu-
cro in plastica trasparente. L’inchiostro è contenuto tra due film flessibili
in polimeri conduttivi, che costituiscono i due elettrodi del dispositivo.
Applicando un campo elettrico a bassa tensione, è possibile controllare il
movimento delle particelle di pigmento verso uno dei due elettrodi.
Quando le microcapsule bianche, con carica positiva, si accumulano sullo
strato superiore trasparente del composito, la superficie del display si colo-
ra di bianco. Nel caso opposto, le microcapsule si depositano sulla super-
ficie di fondo, permettendo di visualizzare l’inchiostro di colore nero con
carica negativa. Ogni microcapsula, che rappresenta un singolo pixel del
display, è attivabile separatamente. Come in un dispositivo Lcd, è possibi-
le comporre qualunque scritta o immagine in modalità statica o dinamica.
L’inchiostro elettronico permette di riprodurre la qualità visiva della co-
mune carta stampata, con la possibilità di simulare antichi testi e mano-
scritti. A differenza di un comune display in cui i pixel sono retroilluminati,
l’E-paper riflette la luce come un normale foglio di carta. La superficie digi-
tale può essere scritta e cancellata un numero indefinito di volte con un
semplice impulso elettrico. La tecnologia è stata sviluppata dalla Philips,
dalla Sony e dalla Casio per realizzare i primi prototipi di carta elettroni-
ca e E-book, i libri elettronici basati sull’E-Ink assimilabili a un Tablet PC.
I dispositivi digitali garantiscono perfetta leggibilità e contrasto visivo con
tempi di risposta nell’ordine dei millesimi di secondo. Il sistema EPD inte-
125
42. 43.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
126
44.
... CAMBIANO COLORE
6.3. Fotocromici
Il fotocromismo è il fenomeno fisico per cui un materiale, sottoposto ad
uno stimolo luminoso, reagisce con il cambiamento reversibile del suo
colore. Alcune sostanze chimiche (sali d'argento, cloruro e bromuro) e
composti organici (spiropirani, cromeni, fulgidi, azobenzeni, anili), sono in
grado di assorbire l'energia delle radiazioni elettromagnetiche modifican-
do le proprie caratteristiche ottiche. In condizioni di luminosità normali, i
materiali fotocromici (FC) sono incolore. Se esposti alle radiazioni ultra-
violette (UV), la loro struttura molecolare si modifica assumendo un aspet-
to colorato. Quando lo stimolo luminoso viene interrotto, il colore scom-
pare e il materiale ritorna allo stato iniziale. Le prime applicazioni com-
merciali riguardano la produzione di pigmenti e inchiostri22
sensibili alla luce
del Sole, al flash fotografico o alle lampade di Wood .
Nel settore degli inchiostri di sicurezza vengono riprodotte immagini e testi
invisibili che possono essere rivelati solo ai raggio UV, per cui non posso-
no essere fotocopiati o acquisiti con lo scanner. In fase attiva, l’inchiostro
passa velocemente da uno stato invisibile a una colorazione intensa, man-
tenendo la tonalità per circa 30 secondi. Sono disponibili in commercio
composti con diverse tonalità standard per miscele lavorate sia in massa
che in finitura. Gli inchiostri fotosensibili possono essere applicati su 23
qual-
siasi supporto,
24 25
superficie e materiale, con processi di flessografia , seri-
grafia , off-set a secco e tipografia. Per ottenere migliori risultati lo stra-
to di inchiostro deve essere il più compatto possibile e con uno spessore
dell'ordine del millimetro. I dispositivi FC sono utilizzati per limitare l’as-
127
45.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
128
46.
... CAMBIANO COLORE
6.4. Termocromici
Il termocromismo è il fenomeno fisico diffuso in molti sistemi chimici, sia
organici che inorganici, in grado di modificare la colorazione al variare
della temperatura ambientale. I materiali termocromici (TC) sono costitui-
ti da elementi semiconduttori metallici o polimerici che si presentano tra-
sparenti allo stato di quiete. In funzione dell’intervallo termico cui sono
sottoposti, essi reagiscono modificando le proprietà ottiche.
Il fenomeno avviene con una reazione chimica reversibile per cui, una volta
ripristinate le condizioni termiche iniziali, il materiale ritorna allo stato di
trasparenza iniziale27. La variazione di colore avviene per determinati inter-
valli di temperatura che possono essere programmati “dopando” il mate-
riale con particolari additivi. Tra gli ossidi metallici il più interessante è
quello di vanadio, che oltre la temperatura critica di 70°C, passa da uno
stato di semiconduttore ad uno metallico mostrando una maggiore capa-
cità riflettente e sensibilità ai raggi infrarosso (IR).
I dispositivi termocromici sono realizzati attraverso 28
l'inserimento di speciali
gel termosensibili tra due strati di film plastici .
Nei sistemi inorganici lo ioduro di mercurio, a temperatura ambiente, 29
pre-
senta una colorazione giallo-arancio e diventa rosso oltre i 200°C .
In molti settori industriali e civili gli inchiostri, le pitture e le vernici termo-
sensibili sono utilizzate sia in massa che di finitura. Alcuni inchiostri ter-
mici sono invisibili in condizioni normali e reagiscono, in modo irreversibi-
le, colorandosi quando sono esposti a temperature oltre i 70°C. Questi
inchiostri, inoltre, diventano visibili se scalfiti o intaccati con un oggetto.
129
47. 48.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
131
52.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Note
1 Claes-Göran Granqvist, del dipartimento di scienza dei materiali The Angstrom laboratory
della Uppsala University in Svezia, e Carl M. Lambert, del Lawrence Berkeley Laboratory /
Energy and Environment Division della Berkeley University of California; nel 1990 pubblica-
rono i risultati della ricerca sui materiali e dispositivi per il controllo della trasmittanza "Chro-
moenics: Materials and devices for transmittance control", SPIE Optical Engineering Press,
Bellingham, WA, 1990.
2. I cristalli del benzoato di colesterine fondevano a 145,5°C formando un liquido torbido che
a 178,5°C diventava limpido. La sostanza presentava due distinti punti di fusione, con la for-
mazione di una fase liquida opalescente che diventava limpida a temperatura maggiore. Una
volta raffreddato, il liquido diventava bluastro e poi cristallizzava. Reinitzer notò che il com-
posto presentava una nuova fase della materia intermedia tra lo stato cristallino e quello
liquido.
3. In questa particolare condizione le mesofasi sono dovute all'organizzazione che le mole-
cole assumono dalla disposizione ordinata, tipica dei cristalli del solido, a quella casuale del
liquido.
4. Ovvero con un comportamento identico in ogni direzione nello spazio.
5. Una caratteristica fondamentale dei cristalli liquidi, in particolare delle mesofasi nemati-
che, è la birifrangenza ovvero la capacità di un solido di scomporre un unico raggio di luce
in due raggi che si propagano con direzioni e velocità diverse. Questo fenomeno è importante
per la colorazione dei display Lcd. I cristalli liquidi colesterici hanno la capacità di riflettere
selettivamente le radiazioni di frequenza tanto più bassa quanto più la temperatura è alta.
Questo tipo è applicato per la produzione di termometri in film flessibili e sensori termici.
6. Furono sintetizzati molti composti senza successo ma nel 1972, semplificando la strut-
tura molecolare dell'MBBA (metoxi-benzilidene-butil-anilina) che a temperatura ambiente si
comportava da cristallo liquido nematico, i ricercatori riuscirono a ottenere un rivoluzionario
composto. Inoltre George Gray scoprì le proprietà liquido-cristalline del bifenile che permet-
te soluzioni stabili in condizioni ambientali. Peter Raynes e il gruppo di ricercatori dell'RSRE
sperimentarono composti per la produzione di display LC affidabili.
7. L'attivazione di ogni singolo punto viene comandata da un meccanismo di indicizzazione
riga per colonna, per cui ogni pixel si attiva quando passa corrente in entrambi gli elettrodi
che lo interessano. Nella fase liquido-cristallina le molecole tendono ad assumere posizioni
intermedie fino a generare una struttura elicoidale simile a quella della fase colesterica, che
permette la colorazione del display.
8. Non è più necessario porre davanti al monitor una serie di elettrodi riga-colonna ma è suf-
ficiente la presenza di una unica lastra trasparente con la funzione di “messa a terra”.
9. I MS-PLC si formano quando gli elementi rigidi vengono incorporati nella catena principa-
132
le di polimeri flessibili, consentendo al polimero di orientarsi e avere caratteristiche simili ai
cristalli liquidi ordinari. Esistono due gruppi di MS-PLC, il primo caratterizzato da monomeri
rigidi e filiformi costituiti da anelli aromatici, il secondo integra direttamente un mesogeno
nella catena che si comporta come le zone rigide del primo gruppo.
10. Gli SC-PLC mostrano la tendenza a separare la catena principale dai gruppi mesogenici,
formando la tipica configurazione double comb, utilizzata nei dispositivi ottici non lineari.
11. Nel dispositivo PDLC le particelle di cristalli liquidi sono microincapsulate in ordine casua-
le in una matrice polimerica. Le particelle vengono inserite tra due elettrodi trasparenti di polie-
stere rivestito in ossido di indio (ITO) che, stimolati da una tensione elettrica, creano un
campo orientato. Il dispositivo in fase non attiva assume una colorazione opalescente.
Quando viene applicato un campo elettrico, le molecole disperse si orientano in direzione dello
stimolo e il dispositivo diventa trasparente. I Guest-Host sono cristalli misti a molecole dicroi-
che che permettono la produzione di superfici sensibili per finestre, automobili e occhiali.
12. Attraverso l'incapsulamento, i cristalli liquidi sono miscelati con un polimero disciolto in
acqua che, una volta evaporato, lascia il cristallo liquido circondato da strati di polimeri.
Durante il processo vengono prodotte centinaia di microcapsule, uniformi e interconnesse
tra loro, distribuite all’interno della struttura polimerica. Nel processo per separazione di fase
... CAMBIANO COLORE
si produce una miscela omogenea di polimero e cristallo liquido. Le microsfere sono realiz-
zate per separazione indotta dalla polimerizzazione, termicamente o da solvente.
13. Lo sviluppo dei dispositivi Lcd è dovuto alla versatilità dei composti sensibili alle radia-
zioni elettromagnetiche. Gli sviluppi riguardano la durata del ciclo di vita, la riduzione dei con-
sumi.
14. I pannelli, dello spessore di soli 9 millimetri, sono attivati con un'alimentazione di 60
volt, hanno un consumo energetico di 20 w/mq. Il dispositvo presenta un fattore di tra-
smissione solare dall'80% al 60%.
15. I pannelli, dello spessore da 10 a 14 millimetri, sono attivati con un'alimentazione di
120 volt e hanno un consumo di 50 w/mq. Il fattore di trasmissione varia dal 75% con vetri
semplici, al 67% con vetri doppi.
16. Il cambiamento di colore è associato alla variazione dello stato di trasmissione e assor-
bimento dello spettro luminoso.
17. Gli specchi elettro-reattivi integrano una superficie metallica riflettente in alluminio,
argento o nichel.
18. In un dispositivo a tre superfici lo strato centrale è un conduttore di ioni (elettrolita). Gli
strati esterni, che funzionano da elettrodo e controelettrodo, sono costituiti da film in poli-
meri conduttivi. Lo schema più complesso è composto da una struttura a cinque strati. Il
primo è un film trasparente conduttore di elettroni (TC-Transparent Conductor), depositato
direttamente a contatto con il substrato (SS-Solid Substrate) realizzato in vetro o plastica che
ha la funzione di distribuire il campo elettrico uniformemente sulla superficie del dispositivo.
Successivamente viene disposto uno strato (EC-Electrochromic Conductor), che conduce
contemporaneamente ioni ed elettroni. Il terzo strato è un conduttore di ioni ad alta diffusi-
vità (SIC-Super Ionic Conductor) o elettrolita con la funzione di fornire (o ricevere) ioni da inse-
rire (o estrarre) dal materiale EC. Il quarto strato è il controelettrodo in grado di condurre elet-
troni e ioni, con la funzione di serbatoio di ioni (IS-Ion Storage) che cede o immagazzina gli
ioni per il funzionamento del dispositivo. In tal caso si comporta in modo complementare al
secondo strato, costituendo la coppia catodo-anodo che assicura la modulazione cromatica.
In alcuni casi il quarto strato, oltre a essere un serbatoio di ioni, è anche un efficace con-
duttore di ioni mostrando caratteristiche tali da sostituire contemporaneamente tutti e tre gli
strati (elettrocromico, conduttore ionico e serbatoio di ioni). Il quinto, e ultimo strato, costi-
tuisce il secondo conduttore elettronico simile al primo. Per garantire l’adesione tra gli stra-
ti e l’uniformità delle superfici, l'assemblaggio del dispositivo viene effettuato in autoclave
a una pressione di circa 10 atmosfere. Infine il composito viene sigillato e reso ermetico.
19. Le prestazioni dei vetri a colorazione variabile dipendono dalle caratteristiche ottiche delle
celle EC e la stabilità cromatica in condizioni termiche tra -20°C e +80°C. I dispositivi basa-
ti sui materiali inorganici sono efficienti e affidabili ma hanno ancora alti costi di produzione.
133
20. Il dispositivo, con una trasmittanza tra il 5% ed il 55%, è composto da un elettrodo costi-
tuito da un conduttore ionico, in ossido di polietilene, e da un controelettrodo. Il sistema è
protetto da due strati di vetro con un film conduttore applicato nella superficie interna.
L'impiego di finestre EC contribuisce al risparmio energetico del 30-40% rispetto ai sistemi
convenzionali e garantisce il comfort del microclima interno.
21. La smart window è composta da moduli con uno spessore di circa 30 millimetri in dop-
pio strato vetro-camera. Il dispositivo ha un consumo energetico ridotto e ottime proprietà
ottiche. Il sistema presenta fattori di trasmissione luminoso tra 15% e 50%, e fattori di tra-
smissione del calore tra 7% e 35%.
22. Le lampade di Wood evidenziano qualsiasi sostanza che reagisce ai raggi UV emetten-
do luce fluorescete. Le applicazioni principali riguardano il campo della mineralogia, archeo-
logia, restauro, biologia, e di recente anche il light deisgn.
23. La flessografia (flexografia) è un processo di stampa rilievografica rotativa diretta, simi-
le alla tipografia, che utilizza matrici elastiche e resilienti. Le lastre hanno una superficie in
rilievo di gomma o materiali fotopolimerici sensibili alla luce. Le matrici (cliché) flessibili sono
fissate su cilindri curvi e inchiostrate con un rullo dosatore, composto da celle che trasferi-
scono l’inchiostro liquido a rapida essiccazione. La stampa si adatta a qualsiasi superficie
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
e materiale naturale o artificale come carta, pelle, legno, laminati plastici e metallici. La ver-
satilità e i bassi costi hanno permesso la diffusione in molte applicazioni comuni.
24. La serigrafia è un processo di stampa permeografico in cui le forme sono costituite da
tessuti a maglie fitte. Il tessuto è permeabile all'inchiostro soltanto nelle zone corrispondenti
ai grafismi da stampare, mentre è impermeabile nei contrografismi. Il procedimento di base
monocromatico avviene tracciando i grafismi su un film di acetato trasparente e resistente.
Il film si pone sul “quadro da stampa”, un telaio su cui si tende la matrice costituita da una
tela di seta sintetica spalmata con uno strato di gelatina fotosensibile. Il film con i grafismi
da riprodurre e il quadro da stampa, sul quale è tesa la matrice sono inseriti in un sacco a
vuoto per garantire l'aderenza tra i due elementi. A questo punto si illumina il quadro seri-
grafico con una radiazione fortemente attinica (5000 watt), in cui prevalgono i raggi UV,
secondo un procedimento analogo all'impressione delle lastre off-set. Il telaio viene lavato
con un getto d'acqua tiepida a pressione. La gelatina, sulle parti che non hanno ricevuto la
luce, viene sciolta liberando la trama del tessuto del quadro. Quando la matrice è asciutta,
il telaio viene installato in una macchina serigrafica automatica, semi-automatica o manua-
le. Nei punti in cui la matrice è stata lavata, il colore passa e si imprime sul supporto. La
stampa policroma prevede l'uso di una matrice per colore e implica grande precisione nella
sovrapposizione delle immagini, attraverso la tracciatura dei crocini di registro. La serigrafia
riproduce una stampa leggermente in rilievo a campitura piatta e netta o con effetti sfuma-
ti. È possibile stampare su materiali fragili e non assorbenti (carta, alluminio, acciaio, vetro,
plastica, tessuto) utilizzando supporti di qualsiasi forma (oggetti sferici, ovali, cilindrici) e con
spessori elevati per ottenere film coprenti.
25. L’off-set è uno dei principali sistemi di stampa planografica in cui i grafismi, ricettivi all'in-
chiostro, e i contrografismi che invece lo rifiutano sono sullo stesso piano. Il processo è indi-
retto per cui l'immagine viene trasferita dalla forma inchiostrata a un cilindro intermedio, rive-
stito di tessuto gommato, e da questo al supporto di stampa. Il sistema è diffuso per sem-
plicità, bassi costi, durata, affidabilità e versatilità dei supporti. Le forme per la stampa sono
costituite da un film di alluminio idrofilo capace di assorbire l'acqua e rifiutare i grassi. Per la
formatura della lastra si riproducono (sulla superficie idrofila di alluminio) i grafismi lipofili che
assorbono l'inchiostro. Le macchine da stampa possono essere da foglio o da bobina, mono
o policromi, con impressione su uno o entrambi i lati. La struttura è composta da tre cilindri
(portalastre, gommato e di pressione) e due gruppi di rulli bagnatori e inchiostratori. L’off-set
a secco (waterless) è un processo che elimina la fase di bagnatura: l'inchiostrazione avviene
su una lastra asciutta, sfruttando la repellenza tra alcuni siliconi e tipi speciali di inchiostro.
26. Alcuni materiali, detti “sensibilizzatori ottici”, se esposti a raggi UV diventano “agenti
riducenti”. Nei vetri che contengono rame e argento, ciò permette che i metalli diventino col-
loidali assorbendo alcune frequenze della luce. Un fenomeno simile si verifica in elementi
134
non metallici per il principio della “nucleazione eterogenea”. Gli “agenti enucleanti”, se espo-
sti al calore, inducono la crescita di cristalli (litio metasilicato, sodio fluorico, bario disilicato)
che riflettono alcune lunghezze d'onda dello spettro luminoso e riducono la trasmissione
della luce, causando la colorazione e opacizzazione del vetro.
27. La reazione è attivata dalla modificazione dell'equilibrio molecolare indotta per la transi-
zione della struttura cristallina.
28. La ricerca scientifica sviluppa soluzioni per abbassare la soglia dei 70°C alla tem-
peratura media ambientale. La condizione di equilibrio del composito, dato dal rapporto tra
le concentrazioni delle due soluzioni, varia sensibilmente con la temperatura. La prevalenza
di una sostanza sull'altra produce una diversa colorazione della soluzione.
29. Oltre la temperatura critica, la struttura atomica si modifica con una differente posizio-
ne degli ioni di ioduro attorno allo ione di mercurio, permettendo la variazione di colore.
30. L'alta percentuale di luce trasmessa, sia nello stato trasparente che in quello opaco,
dei dispositivi TC permette di creare una condizione climatica ottimale per il comfort ambien-
tale, con l’abbattimento dei carichi termici stagionali e del fabbisogno energetico.
31. In condizioni normali di esercizio, il Tald permette una trasmissione solare dell'84%,
mentre nello stato attivo oscurato la trasmissione è compresa tra il 10 e il 40%.
... CAMBIANO COLORE
53.
135
Sono definiti fluidi intelligenti (smart fluid) quelle sostanze amorfe in grado
di reagire allo stimolo di un campo elettrico o magnetico con una trasfor-
mazione istantanea dallo stato fluido a quello solido.
Gli smart fluid sono costituiti da un liquido, anche semplice olio, in cui ven-
gono inserite microparticelle magnetiche. Quando viene applicato uno sti-
molo1
elettromagnetico, i micromagneti sospesi trasformano il fluido in so-
lido . La reazione, che avviene in un millesimo di secondo, è reversibile,
per cui interrotto lo stimolo il composito ritorna allo stato iniziale. Le pro-
prietà dei fluidi intelligenti sono conosciute da oltre settant’anni, ma solo
di recente si sono sviluppati dispositivi con applicazioni pratiche.
I principali fluidi intelligenti sono rappresentati dai ferrofluidi, i magneto-
reologici e gli elettroreologici. La capacità di modificare lo stato della mate-
ria attraverso la transizione liquido-solida, è applicata in molti campi indu-
striali quali la microelettronica, il settore aerospaziale e dei trasporti, la
medicina, la biologia, l'ingegneria edile, la robotica e la nanotecnologia.
Il settore più avanzato della ricerca dei fluidi amorfi è quello dell'aviazio-
ne militare in cui si sviluppano sistemi intelligenti che si adattano automa-
ticamente alle condizioni di volo, riducendo l’attrito e i consumi di carbu-
rante. Gli aerei sperimentali realizzati dalla NASA modificano la forma del-
le ali per migliorare l’aerodinamicità e la stabilità in ogni assetto.
Inoltre il sistema è in grado di autodiagnosticare e riparare automatica-
mente i guasti dei dispositivi elettronici. Un recente progetto sviluppato da
un team di trenta ricercatori e sei università, ha ricevuto i finanziamenti del
Texas Institute for Intelligent BioNano Materials and Structures for Aero-
space Vehicles, con sede presso la Texas A&M University College Station.
La Philips sta sviluppando sistemi basati sui gel mutanti per realizzare
137
monitor flessibili in grado di adattare la superficie interattiva in base al-
l'uso.
7.1. Ferrofluidi 2
Un ferrofluido è un composto di nanoparticelle ferromagnetiche sospese
in un liquido, spesso un solvente organico o anche acqua, che si polariz-
za in presenza di un campo magnetico. Sottoposto allo stimolo magneti-
co, il ferrofluido reagisce istantaneamente passando allo stato solido.
La reazione è reversibile per cui, quando il campo viene interrotto, il siste-
ma ritorna allo stato iniziale. Le particelle,
3
composte da magnetite, ema-
tite o altri composti contenenti ferro , hanno dimensioni
4
nell'ordine dei 10
nanometri e sono 5
rivestite da un surfattante per prevenire l'agglomera-
zione del fluido . Dopo alcuni anni di esercizio, i surfattanti tendono a
spezzarsi con la conseguente agglomerazione6 delle nanoparticelle e l'in-
terruzione della risposta magnetica del fluido .
Nel settore militare i ricercatori dell'Institute for Soldier Nanotechnologies
(ISN) del Mit di Boston hanno sperimentato una tuta da combattimento
che integra un composto di nanoparticelle di ferro sospese in un olio sili-
conico. In condizioni normali, l'indumento intelligente permette la piena
libertà di movimento. In caso di urti improvvisi o colpi di arma da fuoco, il
tessuto si irrigidisce fino a diventare antiproiettile.
La USA Air Force ha introdotto una vernice in materiale Radar assorbente
(RAM) composta da sostanze ferrofluide. Applicata sulla superficie degli
aerei Stealth, la vernice RAM riduce la riflessione delle onde elettroma-
gnetiche e contribuisce a ridurre la visibilità ai radar.
La NASA sviluppa sistemi ferrofluidi per il controllo della stabilità in volo e
della navigazione dei veicoli aerospaziali. Alcune sperimentazioni in robo-
tica e biotecnologia riguardano la produzione di arti biomeccanici e prote-
si artificiali. In microelettronica si utilizzano ferrofluidi per realizzare i sigil-
li liquidi attorno agli assi di rotazione degli hard-disk dei computer.
La società giapponese Matsushita Electric Industry ha prodotto una stam-
pante con un innovativo inchiostro ferrofluido. In ottica si producono dispo-
138
55.
... CAMBIANO FORMA
139
56.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
140
57.
... CAMBIANO FORMA
141
58.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
ciali flap attivi capaci di ridurre la turbolenza dei flussi d’aria e migliorare
l'efficacia aerodinamica dei velivoli.
L'azienda inglese FeONIC applica il Terfenol-D per realizzare gli innovativi
smart damper integrati nei sistemi di controllo attivo delle vibrazioni.
Recentemente l’azienda ha sviluppato un innovativo dispositivo MR in
grado di trasformare qualsiasi superficie piana in un diffusore sonoro.
Nel 2005 l'azienda olandese Philips Electronics ha presentato al Cebit, la
fiera delle innovazioni tecnologiche di Hannover, un progetto per l'applica-
zione dei fluidi intelligenti per realizzare monitor flessibili e dvd con tecno-
logia Blue Ray. I display sono in grado di modificare la superficie di inte-
razione in base all’uso, con modalità tattile anche per i non vedenti.
La società canadese Smart Technology ha prodotto un innovativo dispo-
sitivo aptico che permette di leggere e scrivere in Braille. In modalità
“scrittura” la superficie del monitor diventa un touch-screen con cui comu-
nicare attraverso il tatto. In modalità “lettura”, i caratteri in Braille sono
composti da microrilievi che possono essere letti dai non vedenti.
Nel campo della robotica i fluidi MR sono integrati nelle protesi biomec-
caniche per fornire sensibilità agli arti degli automi. L'azienda americana
Lord Corporation, leader nel settore automobilistico, sviluppa sistemi
smart absorber per il controllo delle oscillazioni dei mezzi pesanti.
Il ricercatore John M. Ginger della Ford sviluppa prototipi di automobili in
cui le carrozzerie sono realizzate con smart fluid in grado di “ricordare” le
forme predefinite. Nel caso in cui la vettura dovesse subire un incidente,
sarebbe possibile ripararla esponendola semplicemente all’azione di un
campo magnetico.
143
59.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
144
60.
... CAMBIANO FORMA
146
61.
... CAMBIANO FORMA
62.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
vinilico ramificato (PVA). Scegliendo solventi adatti miscelati con liquidi pla-
stificanti, il comune PVC forma un gel termo-reversibile chiamato
39
PVC ela-
sticizzato, con una consistenza sia gommosa che rigida .
L'acido poliacrilico (PAA) è utilizzato come legante, stabilizzante, filmante
e viscosizzante delle emulsioni per la produzione di cosmetici. Il polimero
organico PAN (poliacrilonitrile) con caratteristiche resinose, fibrose o gom-
mose, è utilizzato come precursore chimico della fibra di carbonio.
In tutti i gel polimerici l’elasticità e la viscosità sono proporzionali alla
capacità
40
di trattenere il solvente e alla massa della macromolecola impie-
gata . La capacità di aumentare 41
il volume, invece, dipende dalla natura
del solvente e del polimero . In generale, più solvente riesce ad assorbi-
re il gel, maggiore è la capacità di aumentare il volume. Più il gel è gom-
moso ed elastico, più è ramificata la macromolecola che si è formata.
Gli idrogel sono particolari gel polimerici composti da macromolecole con
la capacità di assorbire o trattenere considerevoli quantità42
d'acqua o sol-
venti liquidi, formando una massa elastica e resistente .
Di solito sono amorfi ma è possibile ottenere particolari strutture cristal-
line, come lo stearil-acrilato (SA) e l'acido AHA (acriloilhexadecanoico).
Inoltre è possibile ottenere idrogel con effetto a memoria di forma (Shape
Memory Effect) in43cui la reazione di contrazione e dilatazione del volume
è a ciclo continuo .
La sperimentazione degli smart gel riguarda il settore delle bio e nano-
tecnologie, della robotica con lo sviluppo di muscoli artificiali, microattua-
tori, assorbitori di sostanze tossiche. Le applicazioni pratiche interessano,
ad esempio, la produzione di microvalvole autoattivanti, in cui il volume
degli idrogel aumenta quando il fluido diventa troppo acido.
In medicina gli idrogel sono sono utilizzati per la produzione di lenti a con-
tatto e bende per ustioni. Recentemente i ricercatori dell’IBN di Singapore
(Institute of Bioengineering and Nanotechnology) Motoichi Kurisawa, Joo
Eun Chung, Fan Lee e Runsheng Ruan; hanno sperimentato un idrogel bio-
148
63. 64.
... CAMBIANO FORMA
65.
149
Note
1. I dipoli magnetici sospesi nel fluido si allineano formando legami che aumentano la visco-
sità del composto.
2. Il ferromagnetismo è la proprietà di alcuni materiali di essere fortemente magnetizzati, al
di sotto della “temperatura di Curie”, anche se non sottoposti ad alcun campo magnetico
esterno. Al di sopra del “punto di Curie”, il materiale perde alcune proprietà comportandosi
come un paramagnetico. A temperature inferiori, il materiale recupera le caratteristiche ori-
ginarie. Sono materiali ferromagnetici la magnetite e il ferro, il cobalto, il nichel, molti metal-
li e le loro leghe.
3. Composti contenenti particelle di ferro Fe2+ o Fe3+
4. Come l'acido oleico, il TMAH (idrossido di tetrametilammonio) e la lecitina di soia. Il
surfattante è un complesso di sostanze tensioattive che aggiunte a un liquido ne riducono
la tensione superficiale.
5. L’agglomerazione è dovuta alle forze di Van der Waals, un tipo di debole attrazione inter-
molecolare causata dai dipoli indotti. Nel 1870 il fisico olandese Johannes Diderik Van der
Waals osservò per primo le deboli forze dovute alle perturbazioni di una nuvola elettronica
nei gas nobili. Le molecole del gas, nell'insieme neutre, sono soggette a un'interazione elet-
trostatica dovuta alle fluttuazioni nella distribuzione delle cariche con forze attrattive a gran-
de distanza e repulsive a breve distanza.
6. I ferrofluidi sono stabili e le nanoparticelle non si agglomerano, anche se immerse in
campi magnetici estremamente forti. Inoltre non esercitano ferromagnetismo in quanto non
mantengono la magnetizzazione in assenza del campo applicato. I superparamagnetici pre-
sentano il fenomeno del cosiddetto paramagnetismo. A livello atomico, i materiali parama-
gnetici sono caratterizzati da dipoli magnetici che si allineano con una debole attrazione al
campo magnetico. Alcune sostanze paramagnetiche sono l'alluminio, il bario, il calcio, l'os-
sigeno, il platino, il sodio, lo stronzio, l'uranio, il magnesio, il tecnezio e il disprosio.
7. L'effetto elettroreologico, che si esprime nella variazione sostanziale della viscosità in pre-
senza del campo elettrico, è dovuto alla differenza tra le costanti dielettriche del fluido idrofo-
bo e delle particelle sospese in esso.
8. La concentrazione delle nanoparticelle è dell'ordine del 20%-60%.
9. La viscosità varia proporzionalmente all'intensità del campo elettrico, alterando lo stato
iniziale liquido che si trasforma in un gel viscoelastico di natura plastica.
10. Un'interfaccia aptica è un dispositivo che permette di ricevere delle sensazioni tattili di
retroazione (feedback). Un dispositivo aptico è rappresentato dai joystick con ritorno di forza
(force feedback) utilizzati per le consolle di gioco, nelle simulazioni in realtà virtuale, in robo-
tica, chirurgia e nel settore aerospaziale. Il display aptico è costituito da una matrice di avvol-
gimenti elettromagnetici, stimolati singolarmente dal campo elettrico, che attivano ogni
150
rispettivo pixel a una specifica frequenza. Un elevato numero di microattuatori è integrato
sulla superficie del display a distanza di 1 mm. Il dispositivo prevede la modalità di stimo-
lazione termica con temperature di esercizio tra 5 e 45°C e una precisione di 0,1°C. La sen-
sazione di calore permette di intuire la composizione dell'oggetto con la distinzione tra i
materiali metallici freddi, e quelli in legno, carta o plastica che invece sono caldi.
11. Il microattuatore ER per display tattile è composto da due pistoni e due cilindri elettro-
magnetici. Quando viene indotto un campo elettrico tra il pistone (anodo) e il cilindro ester-
no (catodo), la viscosità del fluido ER aumenta. In base alla direzione della corrente, i pisto-
ni corrispondenti si muovono con uno spostamento inferiore a 1,5 mm e micro impulsi con
tempi di reazione nell'ordine del millisecondo.
12. Il fenomeno contrario, per cui un materiale ferromagnetico sottoposto a stress mecca-
nico produce un campo magnetico, viene definito Effetto Villari. Alla magnetostrizione sono
correlati anche l’Effetto Matteucci per cui un materiale soggetto a forza di torsione produce
un campo magnetico elicoidale. L’Effetto Wiedemann, al contrario, implica un movimento di
torsione del materiale MR soggetto a un campo magnetico elicoidale.
13. Per realizzare un sensore è sufficiente misurare il campo magnetico generato in conse-
guenza di un allungamento applicato, che provoca la rotazione dei domini magnetici.
... CAMBIANO FORMA
14. Il rumore prodotto dai dispositivi veniva attutito con coibentazioni in piombo e sistemi
passivi antivibrazione posti sulle lamiere. Inoltre, la maggior parte della potenza prodotta dal
generatore si disperdeva in calore per l’effetto Joule.
15. Nelle imbarcazioni le vibrazioni e il rumore si propagano dal motore a tutto lo scafo attra-
verso il metallo e la vetroresina. Generalmente vengono utilizzati sistemi di smorzamento
passivi (damping) costituiti da dischi in gomma su cui è poggiato il motore. Attraverso il con-
trollo elettronico delle vibrazioni, gli smart damper producono una frequenza in controfase
che annulla la propagazione del rumore aumentando il comfort e le prestazioni durante la
navigazione.
16. Gli smart absorber sono installati nelle strutture portanti del ponte per bilanciare in con-
trofase i movimenti e le vibrazioni prodotte dal traffico dei mezzi pesanti e dell'azione del
vento.
17. La mirabilite è detta anche sale di Glauber dal nome di Johann Rudolf Glauber che ne
scoprì le proprietà nel XVII secolo. La mirabilite è applicata in edilizia come accumulatore di
calore latente integrato nei sistemi di controllo del regime termico.
18. I sali eutettici sono miscele di due o più sostanze con un punto di fusione più basso di
quello dei singoli componenti, come la miscela di ghiaccio e sale.
19. Recenti sperimentazioni hanno provato che la conducibilità termica aumenta all'aumen-
tare della dimensione delle particelle.
20. Un importante sistema bifasico è costituito dalle miscele di anidride carbonica liquida e
ghiaccio secco, un composto utilizzato per i sistemi di refrigerazione a bassa temperatura. I
fluidi più utilizzati sono gli ice-slurry e l'anidride carbonica bifasica.
21. Quando l'emulsionante, composto da un radicale idrofilo e da una sostanza idrorepel-
lente, viene immesso nell'acqua si ottiene la dispersione della paraffina. Il processo richie-
de minime quantità di emulsionante, da cui dipende la dimensione delle particelle di paraf-
fina. L'aggiunta di additivi permette di risolvere i fenomeni di degenerazione tipici delle
miscele come la coagulazione, la coalescenza e la maturazione di Ostwald .
22. I PCM presentano ottime prestazioni integrati nel packaging per il controllo termico.
23. Detti anche gas idrati o clatrati, i clath-rates sono composti solido cristallini che si for-
mano al contatto con acqua, ghiaccio o molecole di gas. Durante il processo di congela-
mento, l'energia per creare un cristallo solido viene immagazzinata nella sostanza. Nel pro-
cesso inverso la sostanza si fonde rilasciando l'energia termica accumulata sottoforma di
calore latente.
24. Le sospensioni di particelle PCM a elevata capacità termica, disperse in un fluido vet-
tore, costituiscono una nuova classe di materiali funzionali. Le sospensioni multivettore ven-
gono prodotte miscelando un fluido termico ideale (fase continua) con alcuni additivi in par-
ticelle solide (fase dispersa). Applicati nel campo della refrigerazione, migliorano la condut-
151
tività termica del fluido e garantiscono notevole scambio termico. I PCM microincapsulati
applicano una tecnica utilizzata nell'industria farmaceutica per la produzione di pillole, pol-
veri, schiume e fibre. ll calore esterno viene assorbito dalla cera liquida contenuta nelle
capsule in plastica. Quando la temperatura si abbassa, la cera solidifica rilasciando il calo-
re accumulato.
25. Per stabilizzare la struttura dei compositi, le miscele PCM integrano polimeri, come il
polietilene. Nella transizione della fase solido-solido, le microsfere di polietilene PCM non
richiedono alcuna incapsulazione in quanto già allo stato solido.
26. I sistemi PCM accumulano da 5 a 15 volte più calore latente rispetto ai materiali con-
venzionali come l’aria, l'acqua, la muratura o la pietra.
27. Utilizzando il ciclo giorno/notte, il calore dall'ambiente viene accumulato di giorno e rila-
sciato di notte quando la temperatura esterna si abbassa. L’applicazione dei PCM permette
di ridurre notevolmente i consumi energetici e le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
28. Il sistema di isolamento PCM riduce i costi di condizionamento in media del 35% e quel-
li di riscaldamento del 15%.
29. I nanofluidi non presentano aumento della densità, erosione, sedimentazione e le cadu-
te di pressione, fenomeni tipici delle miscele PCM.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
30. Nella zona della testa per il rivestimento interno dei caschi per motociclisti, nel tronco
per le giacche, pantaloni e tute, nelle mani e nei piedi con guanti, calze e scarpe.
31. La schiumatura permette di integrare nel tessuto una maggiore quantità di microcapsu-
le PCM, fino a 100-150 g/mq.
32. Un colloide è una sostanza che si trova in uno stato finemente disperso, intermedio tra
la soluzione omogenea e la dispersione eterogenea. In base al tipo di fase dispersa (liqui-
da, solida o gas) e di fase continua, si possono distinguere numerosi tipi di dispersioni col-
loidali quali i sol, gli aerosol, le schiume, le emulsioni, i gel e le sospensioni solide.
33. La dispersione è un sistema costituito da più fasi in cui la prevalente è detta disperdente
mentre le altre sono dette disperse. Se la fase disperdente è liquida, si ottengono schiume
quando la fase dispersa è gassosa, emulsioni quando è liquida, e sospensioni quando è soli-
da. Se la fase disperdente è gassosa, si hanno nebbie quando la fase dispersa è liquida, e
fumo se è solida.
34. Il processo di trasformazione isotermica reversibile sol-gel (tissotropia) è la proprietà di
alcuni fluidi pseudo-plastici di variare la loro viscosità quando sottoposti a sollecitazioni di
taglio oppure nel caso di lunghi periodi di quiete. In queste condizioni il fluido può passare
dallo stato di grasso pastoso quasi solido a quello di liquido o, in generale, da quello di gel
a quello di liquido. I sistemi tissotropici hanno una struttura reticolata instabile formata dai
numerosi punti di contatto di particelle asimmetriche. Quando il materiale è in quiete, la
struttura conferisce rigidità simile a quella del gel. Quando si sottopone a forze di taglio, la
struttura si spezza in quanto diminuiscono i punti di contatto fra le particelle asimmetriche
che si allineano verso la direzione di uscita del fluido. La viscosità diminuisce progressiva-
mente e la sostanza passa dallo stato di gel a quello liquido. Conclusa l'azione di taglio, si
ricostituisce la struttura reticolata per effetto del moto browniano delle particelle.
35. I gel polimerici sono strutture disordinate composte da catene reticolate e da un com-
ponente liquido, come l'acqua, che riempie gli spazi interstiziali. Le sostanze solubili si distri-
buiscono nel gel per diffusione attraverso i micropori.
36. I gel polimerici sono in grado di convertire l’energia chimica in lavoro meccanico produ-
cendo l'espansione del materiale. Alcuni gel come la poliacrilammide, l'alcol polivinilico e l'a-
cido poliacrilico, sono superassorbenti e possono trattenere una quantità enorme di acqua,
fino a 2000 volte il peso del polimero, senza dissolversi in essa.
37. La variazione di volume, stimolata da una forza esterna, fa variare il pH del gel che rea-
gisce con un'espansione laterale. Inoltre è possibile far dilatare e contrarre una membrana
in gel polimerico applicando lo stimolo di un campo elettrico.
38. Lo Slime è una miscela di polimeri atossica e ignifuga, che non gela e non si essicca.
39. Un sistema termicamente attivabile è composto, ad esempio, da NIPA (N-isopropilacri-
lammide) e da PAAM (poliacrilammide).
152
40. La massa dipende dalla lunghezza e dalla ramificazione della catena polimerica.
41. Nei polielettroliti, come gli acidi poliacrilici, dipende anche dal grado di dissociazione.
42. Gli idrogel sono costituiti da catene reticolate e da un fluido che riempie gli spazi inter-
stiziali. La capacità di assorbimento dipende dalla natura del monomero e dalla presenza di
agenti di reticolazione. Un fenomeno interessante negli idrogel è il cosiddetto “effetto setac-
cio” utilizzato per separare i composti con molecole con diverse dimensioni.
43. L’effetto a memoria di forma avviene secondo meccanismi di tipo "a una via" (One Way
Memory Shape Effect) o "a due vie" (Two Ways Memory Shape Effect) ovvero in entrambe le
direzioni. Un esempio di SME a due vie si verifica nei polimeri reticolati interpenetranti (IPN).
44. In medicina esistono specie biologicamente attive che possono essere integrate negli
idrogel mediante polimerizzazione a basse temperature (inferiori a -78°C) ottenendo una matri-
ce polimerica con microcavità piene di ghiaccio. Quando il sistema torna a temperatura
ambiente, il ghiaccio si scioglie e la specie bioattiva viene inglobata nei pori per adesione.
45. A temperature normali, le catene del polimero formano una superficie continua che limi-
ta lo scambio termico. A temperature maggiori, la configurazione molecolare cambia for-
mando intercapedini che permettono il trasferimento del calore e del vapore verso l'esterno,
facilitando la traspirazione e l’eliminazione del sudore.
8. Materiali che cambiano temperatura
153
69.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
154
70.
... CAMBIANO TEMPERATURA
8.2. Termoelettrici
I materiali termoelettrici TE (Thermo Electric) sono particolari composti di
conduttori e semiconduttori utilizzati per realizzare generatori di corrente
elettrica e sistemi 1
di scambio termico. Nel 1821 il fisico russo Thomas
Johann Seebeck scoprì il fenomeno TE per cui, in un circuito costituito da
conduttori metallici o semiconduttori, una differenza di temperatura gene-
ra elettricità. Il fenomeno fisico, detto anche Effetto Seebeck, rappresen-
ta l’effetto inverso di quello scoperto da Jean Charles Peltier nel 1834.
Secondo l’Effetto Peltier, infatti, una corrente elettrica che scorre tra due
metalli o semiconduttori differenti, posti in contatto tramite una giunzione,
produce un trasferimento di calore. Il terzo effetto TE fu scoperto da Sir
William Thomson, conosciuto come Lord Kelvin. Nella sua teoria della ter-
modinamica, pubblicata verso il 1860, Sir W. Thomson spiegò i tre feno-
meni con dimostrazioni ancora oggi valide.
La produzione di elettricità per mezzo di dispositivi TE è stata sviluppata già
a partire dal 1950, con la scoperta delle caratteristiche dei semicondutto-
ri. I generatori termoelettrici, composti da silicio e germanio, dal 1980 sono
stati integrati per alimentare le sonde spaziali Voyager e Galileo.
Attualmente 2
i fenomeni TE sono applicati per produrre i dispositivi termo-
generatori e le Celle di Peltier di raffreddamento.
I dispositivi TEC (Thermal Electric Cooling) sono composti da microcelle di
raffreddamento basate sull'effetto Peltier per cui uno stimolo elettrico
causa una differenza di temperatura sulla superficie di giunzione.
L'applicazione dell'effetto Seebeck, invece, permette di realizzare i termo-
generatori che convertono l'energia termica in corrente elettrica.
Il processo di produzione dei moduli TEC si basa sulla tecnologia microe-
lettronica dei semiconduttori come il silicio. l moduli TE sono realizzati con
materiali diversi (metalli, semiconduttori e compositi a differente condutti-
vità), come il bismuto di tellurio e i suoi derivati.
3
I materiali
4
vengono depo-
sitati attraverso il processo per sputtering su un wafer di substrato in ma-
155
71.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
157
75.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Note
1. Seebeck notò una differenza di potenziale alle estremità di una barra metallica posta a
diverse temperature. Inoltre, osservò che l'ago di una bussola subiva un cambiamento di
direzione in prossimità di un anello, composto da due metalli differenti, sottoposto a una dif-
ferenza di temperatura. Il flusso di corrente generato produceva un campo magnetico che
influenzava l’ago della bussola.
2. Secondo l'effetto Peltier, fornendo una differenza di potenziale si attiva il sistema di scam-
bio termico. La corrente elettrica, a basso voltaggio, attraversa la cella di Peltier che reagi-
sce assorbendo il calore da un lato del dispositivo e rilasciandolo dall'altro, per cui una fac-
cia si riscalda mentre l'altra raffredda. Secondo l'effetto Seebeck, invece, per generare una
tensione elettrica si applica una differenza di temperatura alle due estremità del dispositivo.
3. Lo sputtering è il processo alla base della spettrometria (SIMS), una tecnica sofisticata
di analisi chimica utilizzata nell'industria e nella ricerca. Durante il processo si ha un’emis-
sione di atomi, ioni o frammenti molecolari, da parte di un materiale solido detto bersaglio
(target), bombardato con un fascio di particelle energetiche. Si distinguono tre diverse tec-
niche di sputtering: il Magnetron sputtering , il RF sputtering (Radio Frequency), il DC sput-
tering (Direct Current). Le principali applicazioni industriali sono la Sputter etching (pulizia per
polverizzazione anodica) e la Sputter deposition, una delle tecniche PVD (Physical Vapour
Deposition) di deposizione con metodi fisici da fase vapore che permette di ottenere film di
ottima qualità in ogni tipo di materiale. Le applicazioni riguardano il settore industriale dei
semiconduttori, dei rivestimenti superficiali, l’archeologia. La deposizione del film di allumi-
nio sui cd riscrivibili permette al Laser di leggere i dati incisi sul film organico sovrapposto
dello spessore di pochi micron.
4. Il wafer è un sottile strato di materiale semiconduttore, di solito silicio o ceramica, con
spessori di circa mezzo millimetro. Sul supporto viene realizzato un microcircuito attraverso
il drogaggio, l'incisione chimica o la deposizione di una sottile pellicola di materiale semi-
conduttore, come nei circuiti integrati dei dispositivi elettronici.
5. Il Dry etching (attacco secco) è uno dei metodi di rimozione di film sottili (etching) in cui
si usano gas in uno stato eccitato per attaccare il materiale. Altri metodi basati sugli ioni
sono il RIE (Reactive Ion Etching) e lo Ion-milling.
6. Una termocoppia è costituita da una coppia di conduttori elettrici di diverso materiale uniti
tra loro in due punti, detti giunzione “fredda” e giunzione “calda”. Una serie di termocoppie
collegate costituisce una termopila.
7. Il modulo TE è composto da un dissipatore di condensazione sul lato caldo, un dissipa-
tore di evaporazione sul lato freddo e un isolante termico tra i due dissipatori.
8. Un lato del modulo è esposto alla temperatura ambientale mentre l'altro è posto all'in-
terno del tubo, con una differenza di circa 200°C. Il dispositivo TE è formato da circa 50 ter-
158
mocoppie con un’efficienza del 5%. L’energia elettrica convertita alimenta i sistemi elettrici
del veicolo stesso, diminuendo così i consumi di carburante.
9. I moduli generano una tensione di parecchi microwatt/cmq.
9. Materiali che convertono la luce
9.1. Fotoelettrici
Nel 1880 Heinrich Rudolph Hertz, durante alcuni esperimenti sulla 1
natura
delle onde elettromagnetiche, scoprì l'effetto fotoelettrico (FE) .
Il fenomeno fisico implica l’emissione corrente elettrica da parte di una
superficie metallica, quando viene colpita da una radiazione elettroma-
gnetica, come la luce solare. Nel 1888, il fisico italiano Augusto Righi sco-
prì che una lastra metallica stimolata da raggi UV reagisce emettendo elet-
troni, introducendo il termine “fotoelettrico” per descrivere l’effetto.
Successivamente, Wilhem Hallwachs dimostrò che, durante il fenomeno,
non si trasportava elettricità ma si produceva. Inoltre, Hallwachs notò che
la dispersione delle cariche2 elettriche aumentava se gli elettrodi erano sti-
molati da luce ultravioletta . Da allora, il fenomeno FE viene definito anche
effetto Hertz-Hallwachs.
Infine, nel 1905 Albert Einstein elaborò la definizione corretta del feno-
meno, fondamentale per comprendere la natura 3
quantistica della luce,
ricevendo il Premio Nobel per la fisica nel 1921 .
Attualmente, l’effetto FE viene utilizzato per realizzare i dispositivi che pro-
ducono corrente elettrica se stimolati da energia luminosa. Basati sull’u-
so di materiali fotosensibili, come il cesio o il litio, sono disponibili nel mer-
cato fotomoltiplicatori, sensori, trasduttori, interruttori
4
di prossimità e rive-
latori ottici integrati con tecnologia microelettronica . In molti settori indu-
striali i dispositivi FE sono applicati nei sistemi di sicurezza.
Nel settore militare sono utilizzati, ad esempio, per realizzare i visori not-
turni. Recenti sperimentazioni sviluppano la tecnologia fotoelettrica per
convertire l’energia solare in corrente elettrica per usi civili.
159
76. Dispositivi fotoelettrici
76.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
9.2. Fotovoltaici
I materiali fotovoltaici (FV) sono caratterizzati dalla capacità di reagire a
uno stimolo luminoso generando corrente elettrica. Quando un fascio di
luce incide su un semiconduttore, l'assorbimento della radiazione elettro-
magnetica eccita lo stato molecolare del composto con la conseguente
emissione di elettricità.
Nel 1839 il francese Alexandre E. Bécquerel scoprì l'effetto fotogalvanico
negli elettroliti liquidi notando che, durante alcune reazioni chimiche indot-
te dalla luce, veniva generata corrente elettrica.
Nel 1883 l'inventore americano Charles Fritz produsse la prima cella sola-
re, di circa 30 centimetri quadrati, utilizzando il selenio con un'efficienza
di conversione del 2%.
Nel 1905, infine, A. Einstein dimostra la teoria fisica dell'effetto fotoelet-
trico, di cui il fotovoltaico rappresenta una categoria, come5 prova indiret-
ta della natura corpuscolare delle onde elettromagnetiche . Il fenomeno
FV si genera in modo spontaneo con una reazione reversibile che si ripe-6
te finchè il materiale è esposto alla luce solare diretta. La cella solare
costituisce il modulo di base per realizzare un dispositivo in grado di con-
vertire l'energia luminosa in energia elettrica. In base alla superficie foto-
sensibile, i moduli assemblati e integrati in pannelli permettono di ali-
mentare i comuni dispositivi elettronici e produrre elettricità per gli usi
domestici.
Attualmente, il silicio è il materiale più utilizzato per la produzione dei
sistemi FV realizzati con tecnologia a moduli cristallini, policristallini e
amorfi in film sottile. Di solito una7 comune cella solare è composta da uno
strato (wafer) realizzato in silicio con una struttura cristallina omogenea
(monocristallo). Utilizzando il silicio policristallino, il semiconduttore viene
disposto sul wafer in grani (policristalli). Nei moduli a film sottile (thick-film)
gli atomi di silicio sono allo stato amorfo, ovvero con una struttura disor-
160
77.
... CONVERTONO LA LUCE
78.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
162
79.
... CONVERTONO LA LUCE
163
80.
81.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Note
1. Hertz sviluppò gli studi di Schuster sulla scarica dei conduttori elettrizzati stimolata da una
scintilla nelle vicinanze.
2. Oltre un certo potenziale detto “d'arresto”, la corrente inizia a circolare aumentando fino
al valore massimo di stabilizzazione. Nel 1900 Lenard scoprì che tale valore è direttamente
proporzionale all'intensità della luce incidente.
3. Einstein parte dal principio che la radiazione incidente sulla superficie metallica possie-
de energia quantizzata, da cui la natura corpuscolare della luce. (Cfr. A. Einstein, Emissione
e trasformazione della luce, da un punto di vista euristico, tratto da Teoria dei quanti di Luce,
Edizioni Newton Compton).
4. Il fotomoltiplicatore è un dispositivo composto da elementi metallici sensibili alle radia-
zioni luminose anche a bassa intensità.
5. In un dispositivo FV, la produzione di energia elettrica avviene attraverso la separazione
delle cariche sulla giunzione p-n costituita da un cristallo semiconduttore, generalmente di
silicio, composto da due zone di cui una a eccedenza di elettroni (n) e una a eccedenza di
lacune (p).
6. Una cella FV è composta da un wafer in materiale isolante e trasparente, come il vetro
temperato o il Tedlar, un film polimerico di PVF (PoliVinilFluoruro) prodotto da DuPont, che
protegge la superficie esposta della cella.
7. Il semiconduttore viene drogato per realizzare la giunzione p-n. Il drogaggio avviene inse-
rendo, ad esempio, atomi di boro o fosforo. Il termine giunzione si riferisce alla regione in
cui si incontrano i due tipi di drogaggio (p-n), uno strato sottile in cui vi è una differenza di
potenziale costante.
8. Il rendimento della cella è dato dal rapporto tra l'energia elettrica prodotta e l'energia lumi-
nosa che incide sulla superficie.
9. Gli svantaggi delle celle fotovoltaiche CdS riguardano la tossicità del cadmio e il basso
rendimento del dispositivo.
10. La lega CdTe è composta da telloruro di cadmio; quella CIS da seleniuro di rame e indio;
quella CIGS da seleniuro di rame, indio e gallio.
11. Inizialmente sperimentati dalla NASA, i puntini quantici sono semiconduttori cristallini a
scala molecolare dispersi in soluzione colloidale. Composti da seleniuro di cadmio (CdSe) e
telloruro di cadmio (CdTe), i nanocristalli sono in grado di assorbire uno spettro di luce molto
più ampio dei comuni semiconduttori. Un tipico puntino, delle dimensioni di 2-10 nanometri,
può contenere un totale di 100.000 atomi del composto fotoreattivo. I puntini autoassemblati,
con dimensioni tra 10 e 50 nanometri, vengono depositati con tecnica elettro-litografica.
164
82.
... CONVERTONO LA LUCE
83.
165
84.
85. Loop.pH, Blumen
Wallpaper Electronic Display, 2004
86. Segnaletica stradale con superfici EL
87. LightTape (Electro LuminX)
88. Film flessibile EL
85.
10. Materiali che emettono luce
10.1. Elettroluminescenti
L'elettroluminescenza è il fenomeno fisico per cui alcuni materiali reagi-
scono allo stimolo di un campo elettrico producendo una luminosità colo-
rata senza emissione di calore. La tecnologia EL (Electro Luminescent) è
stata sviluppata all'inizio del ventesimo secolo con applicazioni inizialmen-
te limitate per la scarsa efficienza e affidabilità dei dispositivi.
Attualmente sono stati sviluppati sistemi EL che costituiscono vere e pro-
prie sorgenti
1
luminose leggere, sottili, flessibili e con bassi consumi ener-
getici .
Un tipico dispositivo EL è costituito da un sandwich multistrato, dello spes-
sore di pochi micron, realizzato con due superfici esterne conduttive di cui
una è trasparente per il passaggio della luce. Lo strato intermedio è costi-
tuito da una superficie isolante trattata con un composto di fosforo che
emette luce al passaggio della corrente elettrica.
I dispositivi sono prodotti attraverso metodi serigrafici di stampa con cui è
possibile riprodurre qualunque disegno, testo e forma in dimensioni per-
sonalizzabili. La superficie può essere lavorata tramite foratura, fustellatu-
ra e taglio per adattarla a tutte le esigenze funzionali, mantenendo una
luminosità uniforme anche su grandi dimensioni. Il dispositivo, resistente
agli urti e alle abrasioni, è alimentato a bassa tensione e ha un ciclo di vita
di decine di migliaia di ore, senza richiedere praticamente alcuna manu-
tenzione.
Integrando le superfici EL con i moduli fotovoltaici è possibile realizzare un
sistema autosufficiente che garantisce elevata efficienza e risparmio ener-
getico. Per ottenere dispositivi con tonalità diverse è possibile applicare fil-
tri colorati sulle superfici luminose bianche o miscelare direttamente i com-
positi EL con pigmenti di diverso colore. Sono disponibili nel mercato super- 167
86.
87. 88.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
89. 90.
... EMETTONO LUCE
10.2. Fluorescenti
La fluorescenza è la capacità di alcuni materiali di emettere luce quando
vengono stimolati da onde elettromagnetiche, come i raggi solari.
Il nome dell’effetto deriva dalla fluorite, composto minerale di calcio e fluo-
ro, in cui è stato scoperto il fenomeno. Il fenomeno è determinato dal-
l'assorbimento di energia da parte degli atomi del materiale eccitati dallo
stimolo luminoso. Quando gli elettroni sono colpiti dalla radiazione inci-
dente, come i raggi ultravioletti o gli infrarossi, il composto emette una
fluorescenza colorata. La reazione è reversibile per cui l'effetto termina
quando lo stimolo viene interrotto. 4
Le principali sostanze fluorofore biologiche sono gli amminoacidi aroma-
tici, in particolare
5
la tirosina e il triptofano; i coenzimi come i gruppi NADH,
FAD e FMN e i sali alcalini LiF (fluoruro di litio) e NaCl (cloruro di sodio).
La più nota proteina fluorescente di origine naturale è la GFP (Green
Fluorescent Protein), con luminosità nel verde, e i suoi mutanti BFP, YFP e
RFP, che emettono fluorescenza rispettivamente nel blu, nel giallo e nel
rosso. Anche la clorofilla in soluzione è abbastanza fluorescente ma la sua
emissione si riduce durante il processo della fotosintesi.
Nel campo della diagnostica medica, le sostanze fluorescenti 6
hanno la fun-
zione di marcatori per le molecole di interesse biologico . I composti sono
utilizzati anche per le datazioni archeologiche e per i test di autenticità.
Inoltre sono diffusi come 7additivi miscelati nei detersivi, per ottenere un
bucato bianco splendente . Il fenomeno8 della fluorescenza è applicato per
la produzione delle lampade di Wood che emettono raggi UV, invisibili
all'occhio umano. Le lampade sono utilizzate per il riconoscimento delle
banconote false e nella verifica dei francobolli di sicurezza in cui le imma-
gini e i testi vengono realizzati con inchiostri e vernici visibili solo se espo-
sti alla luce UV.
L’applicazione principale dei materiali fluorescenti riguarda la tecnologia dei
display al plasma, composti da due strati di vetro in cui si iniettano gas
169
nobili rarefatti. Le superfici delle microcelle, che costituiscono i pixel lumi-
nosi dello schermo, sono rivestite da composti fluorescenti colorati che
reagiscono agli impulsi elettrici emettendo luce.
92.
91. 93.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
10.3. Fosforescenti
La fosforescenza è il fenomeno fisico che consiste nell'emissione di luce
da parte di alcuni composti che contengono fosforo, quando vengono sti-
molati da radiazioni elettromagnetiche (raggi UV) o da una corrente elet-
trica. La luminescenza è l’effetto di una reazione chimica reversibile che
si attiva quando lo stimolo viene interrotto e persiste per un periodo di
tempo determinato. La fosforescenza è un processo più lento della fluo-
rescenza e la radiazione emessa è meno intensa. Il fenomeno è dovuto
all'eccitazione degli atomi del materiale durante l’assorbimento dell'ener- 9
gia di input, successivamente rilasciata attraverso l'emissione di luce .
I tempi di reazione del materiale dipendono dalla temperatura ambientale
e rientrano comunque nell'ordine dei millesimi di secondo, con una dura-
ta dello stato luminoso anche di alcuni minuti.
La fluorescenza è utilizzata, già da molti anni, nei laboratori di biologia per
il rilevamento molecolare e la marcatura degli anticorpi, sostituendo l’uso
delle radiazioni. In natura la fosforescenza è un fenomeno frequente dovu-
to alla presenza di micro organismi, soprattutto nei mari tropicali.
Le sostanze fosforescenti più diffuse, prodotte industrialmente, sono com-
poste da solfati e solfuri di zinco policristallino inorganico da cui si ottiene
la luminescenza verde. Utilizzando i composti di solfidi alcalini si ottiene fo-
sforescenza di colore rosso o blu, mentre i solfuri di calcio, bario e stron-
zio, reagiscono con luce rispettivamente nei colori giallo, blu-verde e rosa.
Le maggiori applicazioni pratiche riguardano l'illuminotecnica con la produ-
zione di tubi fosforescenti con colori che dipendono dai composti utilizzati.
L'azienda Italiana Ucic (Unione Colori Industrie Chimiche) produce la serie
di vernici Lumen caratterizzate da luminescenza colorata che si attiva
quando sono esposte ai raggi solari o alle lampade di Wood. Le tinte pos-
sono essere usate pure o miscelate tra loro, per ottenere vernici con pro-
prietà sia fluorescenti che fosforescenti. Le vernici fotoreattive sono appli-
cabili su qualsiasi supporto e materiale, come la carta, il legno, i metalli
170
94. 95.
... EMETTONO LUCE
171
96.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
10.4. Laser
I Laser (Light Amplification by the Stimulated Emission of Radiation) sono
diodi luminosi il cui funzionamento si basa sull'emissione di luce stimola-
ta, fenomeno fisico enunciato da A. Einstein nel 1917.
Le prime applicazioni pratiche risalgono agli anni ’50 con la ricerca sugli
orologi atomici, da cui la realizzazione del primo amplificatore di micro-onde
Maser (Microwave Amplification by Stimulated Emission of Radiation).
Inventato nel 1958 dallo scienziato americano Charles H. Townes, il primo
Laser è stato realizzato negli anni ’60 dagli americani
10
T. H. Maiman e A.
Javan, e dai russi N.G. Basov e A.M. Prochorov .
Per effetto dello stimolo elettrico applicato, il Laser reagisce emettendo
un fascio di luce11 “coerente”, ovvero monocromatico e con i raggi nella
stessa direzione . Il fascio luminoso è molto intenso e concentrato in un
unico punto, del diametro di pochi micron, per cui si considera un raggio
rettilineo. 12
Oltre i diffusi Laser a diodo , in cui l’elemento attivo luminoso è un semi-
conduttore, esistono anche i Laser a rubino, a gas e di tipo organico. In
genere i diodi Laser sono realizzati con un composto di arseniuro di gallio
(GaAs) e arseniuro di gallio e alluminio (AlGaAs). Il Laser emette un fascio
luce con una potenza e intensità regolabile in funzione delle applicazioni.
Il dispositivo emette luce sia in modo continuo che modulabile a impulsi 13
ultrabrevi, ovvero con intervalli di tempo nell'ordine del femtosecondo .
Le applicazioni pratiche dipendono dalla lunghezza d'onda, dalla durata e
dalla potenza del raggio di luce. Le combinazioni dei diversi parametri
172
97.
... EMETTONO LUCE
173
98.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
10.5. Led 15
Il Led (Light Emitting Diode) è uno speciale tipo di16diodo , costituito da un
sottile strato di materiale semiconduttore drogato , che emette luce quan-
do è attraversato da corrente elettrica a bassa tensione.
Il Led applica le proprietà ottiche dei materiali semiconduttori
17
utilizzati per
realizzare i componenti elettronici come i diffusi transistor . ll dispositivo è
stato sviluppato inizialmente nel campo dell'optoelettronica, il settore spe-
ciale dell'elettronica che associa i fenomeni elettrici con quelli ottici.
Il primo diodo a emissione di luce è stato prodotto nei laboratori della
General Electric nel 1960. Durante alcuni esperimenti sullo spettro della
luce, l’ingegnere Nick Holonyak scoprì che la lunghezza d'onda emessa dal
composto di arseniuro di gallio (GaAs) variava dall'infrarosso alla luce visi-
bile. Modificando la composizione chimica del cristallo stesso, lo stimolo
elettrico trasmesso nel composto poteva essere trasformato 18
in calore o in
luce, in base alle percentuali dei semiconduttori utilizzati .
Attualmente i Led disponibili in commercio sono composti da semicondut-
tori inorganici come l’arseniuro di gallio (GaAs), il fosfuro di gallio (GaP), il
fosfuro arseniuro di gallio (GaAsP), il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di
gallio e indio (GaInN). La scelta dei composti determina l'efficienza elettri-
19
ca e ottica del dispositivo, l'intensità luminosa e la tonalità della luce .
I dispositivi più diffusi per le applicazioni pratiche sono composti da In-
GaAIP (Indio-Gallio-Alluminio-Fosforo), da InGaN (Indio-Gallio-Azoto) e da
nitruro di gallio (GaN) con emissioni di luce di colore rosso, verde e blu.
Dalla loro combinazione è possibile ottenere tutte le variazioni cromatiche
desiderate nel sistema (RGB). Il dispositivo è realizzato con un circuito inte-
grato, montato in cima a un chip in silicone che fornisce le connessioni elet-
triche e protegge il circuito del semiconduttore dalle scariche elettrostati-
che ESD (Electro Static Discharge). Il chip è rivestito da una capsula di resi-
na epossidica con funzione di conduttore termoelettrico e di protezione con-
174
99. 100.
... EMETTONO LUCE
tro gli urti. I Led hanno un'efficienza luminosa cinque volte superiore rispet-
to alle normali lampade a incandescenza, con una durata di circa dieci anni
e un notevole risparmio energetico. Al contrario dei comuni sistemi elettri-
ci, in cui il filamento funziona a temperature elevatissime, i Led emettono
luce “fredda” ovvero senza emissione di calore.
I diodi luminosi sono stati applicati, inizialmente, nel settore delle comu-
nicazioni per la trasmissione dei dati con impulsi ultrabrevi nei sistemi a
fibra ottica. Successivamente, si sono diffusi nella maggior parte dei
dispositivi elettronici come spie luminose e indicatori per fornire un feed-
back sullo stato del sistema.
I recenti sviluppi della ricerca permettono la produzione di dispositivi leg-
geri e piccoli, delle dimensioni di soli 5 millimetri, con la possibilità di
visualizzare immagini e testi in modalità dinamica.
Gli innovativi Led ad alta potenza sono applicati nel settore della segnale-
tica e nei sistemi di illuminazione di emergenza. La tecnologia è utilizzata
di recente anche nell'industria automobilistica per produrre i gruppi ottici
delle autovetture come i fanali, i lampeggiatori e gli stop.
I dispositivi di ultima generazione sono applicati nel settore dell'illumino-
tecnica per sostituire le sorgenti luminose tradizionali a incendescenza.
Nel light design, da oltre dieci anni il noto designer Ingo Maurer è il pionie-
re nell’applicazione della tecnologia Led per creare oggetti e sistemi lumi-
nosi con un’elevata qualità estetica.
Nel 2002, in occasione del 60° anniversario di Coco Chanel, Ingo Maurer
ha realizzato un sistema con Led bianchi a emissione bilaterale, in cui i
conduttori dell'alimentazione e i cavi sono invisibili. I punti luminosi sem-
brano fluttuare all'interno del vetro in cui sono inseriti, creando un effetto
di leggerezza con un notevole impatto visivo.
175
101. 102.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
103.
176
104.
... EMETTONO LUCE
10.6. Oled
Gli Oled (Organic Light Emitting Diode) sono diodi a emissione di luce rea-
lizzati con materiali organici elettroluminescenti. Il funzionamento è simile
a quello dei Led per cui, stimolati da una corrente elettrica a bassa ten-
sione, gli Oled reagiscono emettendo luce colorata.
Le proprietà luminescenti di alcune molecole organiche sono conosciute
da molti anni ma solo recentemente sono stati sviluppati dispositivi Oled
affidabili per le applicazioni pratiche.
Presentati nel mercato dal 1987, i primi display Oled 20erano composti da
uno strato in materiale organico posto tra due elettrodi . Inoltre, i prototipi
richiedevano elevate tensioni di alimentazione, di oltre 100 volt.
Lo sviluppo successivo della tecnologia ha permesso di realizzare disposi-
tivi ad alta luminosità composti da film sottili di materiale organico EL ali-
mentati a bassa tensione, di soli 10 volt, e con consumi energetici note-
volmente ridotti. Un comune display Oled è realizzato con un composito a
sandwich di cinque strati. Il primo, con funzioni protettive, è realizzato di
solito in vetro o plastica trasparente. Il secondo strato, conduttivo e tra-
sparente, è il primo elettrodo che funge da anodo realizzato in ossido di
indio e stagno (ITO) e depositato per evaporazione termica. In seguito ven-
gono realizzati due strati organici in cui vengono depositati tre materiali
organici EL di colore rosso, verde e blu (RGB) che formano la superficie
attiva del display.
177
105.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
106. 107.
... EMETTONO LUCE
179
108.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
180
109.
... EMETTONO LUCE
10.7. Plasma
In natura la materia può assumere essenzialmente lo stato liquido, solido
o gassoso. In realtà esiste un quarto stato definito come plasma, un par-
ticolare fenomeno fisico che si manifesta quando un gas, stimolato da
una scarica elettrica o da temperature elevate, emette raggi luminosi.
L’applicazione principale della tecnologia al plasma riguarda la produzione
dei sistemi video digitali. Il dispositivo è costituito da una matrice di micro-
celle rivestite da fosfori, integrata tra due strati di vetro. Ogni cella con-
tiene una particolare miscela di gas rari, quali il neon e lo xenon. Applican-
do una scarica elettrica, il gas si ionizza e passa rapidamente allo stato
di plasma, creando un'emissione di luce ultravioletta non visibile.
I raggi UV reagiscono con i fosfori rossi, verdi e blu, che rivestono la super-
ficie di ogni microcella generando un punto di luce colorato.
Ogni pixel del display al plasma è costituito da tre celle adiacenti (RGB) in
cui viene generata contemporaneamente una sorgente di luce.
Dietro lo strato di microcelle sono collegati i circuiti elettronici necessari
per l'elaborazione del segnale digitale e l'indirizzamento dei pixel in modo
indipendente. L'immagine, quindi, non è proiettata sullo schermo 21
ma
viene creata direttamente sulla superficie delle celle del dispositivo .
Il display ha un'elevata resa cromatica, ottima risoluzione, contrasto e
definizione, caratteristiche che garantiscono immagini di ottima qualità e
permettono una visione perfetta da ogni posizione. A differenza dei tradi-
zionali sistemi a tubo catodico (CRT), i sistemi al plasma non inviano elet-
troni contro lo schermo, per cui l'immagine non è disturbata 22
dall'effetto di
distorsione per la presenza dei campi elettromagnetici . L'eliminazione
dei raggi catodici, inoltre, implica l'assenza totale di emissioni nocive per
la vista anche a distanze ravvicinate. La tecnologia al plasma permette di
181
110.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
182
111.
... EMETTONO LUCE
Note
1. Il dispositivo El è paragonabile ad un condensatore con elettrodo superiore trasparente.
Il condensatore, o capacitore, è un componente elettrico che immagazzina l'energia in un
campo elettrostatico, accumulando al suo interno una certa quantità di carica elettrica.
2. Le laminazioni isolano elettricamente, lasciando passare la luce emessa, e conferiscono
consistenza meccanica e protezione da graffi e abrasioni. Gli strati sono realizzati con mate-
riali atossici, resistenti alla scintilla, composti da poliestere ed EVA (acetato di vinile).
3. I moduli bright-pad hanno uno spessore di 0,3 mm, i bright-glass sono integrati con un
vetro di 4 mm e hanno una temperatura di esercizio da -30°C a +70°C. La durata di vita, cor-
rispondente al tempo in cui la luminanza diminuisce del 40%, varia tra 15.000 e 50.000 ore.
4. Ovvero che emettono fluorescenza.
5. Il NADH (Nicotinammide-Adenindinucleotide) è una macromolecola organica che svolge
importanti funzioni biologiche. La FAD (FlavinAdeninaDinucleotide) è una molecola che inter-
viene nei processi biochimici per il metabolismo energetico e per la sintesi dell'Rna.
6. Nello studio dell’evoluzione delle proteine in ambiente liquido, ad esempio, viene utilizza-
ta una proteina fluorescente verde (GFP) estratta dalla medusa Aequorea Victoria.
7. Le sostanze fluorescenti impregnano i tessuti che, esposti al sole e per effetto dei raggi
UV, emettono una luminosità bianca uniforme e diffusa.
8. Da Robert William Wood, fisico di Baltimora che la inventò alla fine degli anni ’20 realiz-
zando lampade con filtri in vetro a base di ossido di nichel, che bloccavano la radiazione visi-
bile e lasciavano passare solo i raggi ultravioletti.
9. Quando lo stimolo viene interrotto, le molecole dal livello elettronico eccitato tendono a
ritornare a quello iniziale. La conseguente perdita dell'energia accumulata avviene sottofor-
ma di luce colorata.
10. I primi Laser sperimentali utilizzavano il rubino posto fra due specchi paralleli e circon-
dato da un tubo di vetro contenente gas elio che veniva sottoposto a scariche luminose di
tipo impulsivo.
11. La luce coerente è caratterizzata da onde elettromagnetiche con la stessa frequenza e
la stessa fase per cui il fascio luminoso è monocromatico, si propaga in un’unica direzione
ed è concentrato in un punto.
12. Come nei Led, il diodo Laser utilizza sorgenti a semiconduttori che emettono radiazioni
a differenti lunghezze d'onda. Il diodo è composto da una struttura a sandwich con tre zone
drogate in modo diverso (n-p/p+) e con diverso indice di rifrazione ottico.
13. Il femtosecondo corrisponde al biliardesimo del secondo. La femtochimica è un campo
della chimica, della fisica e della cinetica nato nel 1999 che studia le reazioni in tali inter-
valli di tempo, tipici degli impulsi ultrabrevi emessi dai Laser.
14. Gli effetti meccanici sono prodotti con l'applicazione di impulsi ultrabrevi ad alta energia
183
con cui vengono prodotte onde di stress meccanico applicate, ad esempio, in campo medi-
co per disintegrare calcoli. In microchirurgia l'uso dei bisturi Laser permette l'estrema sotti-
gliezza del taglio e la capacità di cicatrizzare mentre taglia, impedendo quindi la perdita di
sangue. Gli effetti termici si ottengono abbassando la potenza degli impulsi Laser con appli-
cazioni in chirurgia rifrattiva ed estetica, in cui il Laser penetra solo alcuni micron nel tessu-
to organico. In medicina il Laser è utilizzato anche per la cura dei difetti alla vista in cui è suf-
ficiente l'asportazione di un solo nanometro di superficie della cornea. Nella terapia fotodi-
namica, il Laser è applicato come tecnica non invasiva per la rimozione dei tumori allo sta-
dio iniziale.
15. Il diodo è un componente elettronico che permette il flusso di corrente elettrica in una
sola direzione. Il funzionamento dei Led si basa sulla giunzione p-n, scoperta casualmente
da Russel Ohl nel 1939 durante esperimenti sulla differenza di conducibilità tra due lati di
un cristallo di silicio che presentava una crepa. Quando la giunzione p-n è sottoposta ad uno
stimolo elettrico, gli elettroni del composto di semiconduttori reagiscono rilasciando energia
sottoforma di emissione luminosa.
16. Per drogaggio si intende l'aggiunta al semiconduttore di impurità elettroniche, ovvero
atomi di diversi materiali in grado di modificare le proprietà elettriche del composto. Le tec-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
niche di drogaggio utilizzate sono la diffusione termica e l'impiantazione ionica. Nel silicio,
ad esempio, il drogaggio può essere effettuato con atomi di fosforo, arsenico o boro.
17. Il transistor è un dispositivo elettronico basato sui semiconduttori utilizzato inizialmente
per amplificare i segnali elettrici o come interruttore elettronico.
18. L'esperimento condotto, con un composto del 40% di fosfato di gallio e il 60% di arse-
niuro, formava un cristallo in grado di emettere luce intensa di colore rosso rubino.
19. Le tonalità di colore dipendono dai composti utilizzati tra cui AlGaAs (Alluminio-Gallio-
Arsenico) con emissioni nel rosso e infrarosso; GaAlP (Gallio-Alluminio-Fosforo) nel verde;
GaAsP (Gallio-Arsenico-Fosforo) nel rosso, arancione e giallo; GaN (Gallio-Azoto) nel verde e
blu; GaP (Gallio-Fosforo) nel rosso, giallo e verde; ZnSe (zinco e selenio) nel blu; InGaN (Indio-
Gallio-Azoto) nel blu e verde; InGaAlP (Indio-Gallio-Alluminio-Fosforo) nel rosso, arancione,
giallo e verde; SiC (Silicio-Carbonio) e lo Zaffiro (Al2O3) con emissioni di raggi UV.
20. Il passaggio della corrente nello strato organico causava l'emissione luminosa. Gli elet-
trodi utilizzati in passato richiedeva un'estrema precisione in fase di produzione per cui
anche un allineamento non perfetto causava perdite di energia e la scarsa durata dei dispo-
sitivi.
21. Nei dispositivi al plasma ogni fotogramma viene creato sullo schermo istantaneamente
con un'immagine stabile mentre nei comuni dispositivi a tubo catodico (CRT) l'immagine
viene prodotta attraverso una scansione a righe alternate (interlacciate) dei fotogrammi, che
determina il caratteristico difetto dello “sfarfallio”. L'interlacciamento è una tecnica svilup-
pata alla fine degli anni ’20 dall'ingegnere Randall C. Ballard dell'RCA (Radio Corporation of
America), che consiste nella visualizzazione alternata di un fotogramma tra le righe dispari e
le righe pari (PAL-SECAM) o viceversa (NTSC) dello schermo. La tecnica si diffuse all'inizio
degli anni ’70.
22. La disposizione dei pixel permette di ottenere immagini nitide, brillanti, con luminsosità
uniforme e dalla geometria precisa senza deformazioni dovute ai campi elettromagnetici.
184
112.
11. Materiali che trasportano la luce
186
113. 114.
... TRASPORTANO LA LUCE
187
115.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Note
1. I dielettrici sono materiali isolanti che hanno una conducibilità elettrica idealmente nulla.
2. Il fenomeno della riflessione totale si ottiene quando un fascio di luce proveniente da un
materiale ne incontra un altro con indice di rifrazione inferiore, in modo che l'angolo incidente
rientri nei limiti di ampiezza per la riflessione totale.
3. Nel settore delle telecomunicazioni sono disponibili dispositivi che consentono una velo-
cità di trasmissione dei dati nell'ordine del Gigabit al secondo. I segnali elettrici vengono tra-
sformati in impulsi luminosi e convogliati nel cavo. I segnali luminosi viaggiano a una velo-
cità prossima a quella della luce e, all'arrivo, vengono riconvertiti in impulsi elettrici tramite
i diodi fotoelettrici. Le fibre ottiche non subiscono dispersioni del segnale o interferenze elet-
tromagnetiche dall'esterno anche a grandi distanze. Vengono impiegate nelle reti informati-
che a banda larga, con tecnologie WDM (Windows Driver Model) con cui è possibile tra-
smettere, su una singola coppia di fibre, diverse centinaia di migliaia di canali in frequenza.
4. I raggi incidono sull'interfaccia tra nucleo e mantello diffondendosi fino all'estremità oppo-
sta. All'interno di una fibra, il segnale luminoso può propagarsi secondo diverse modalità. Le
fibre monomodali hanno un diametro del core compreso tra 8 e 10 micron, quelle multi-
modali, con un diametro compreso tra 50 e 62,5 micron. In entrambi i casi il cladding ha un
diametro di 125 micron. Le fibre multimodali subiscono il fenomeno della dispersione inter-
modale, per cui le onde riflesse si propagano a velocità diverse, limitando la distanza mas-
sima del segnale.
5. Se il fascio di radiazioni incide con un angolo superiore all'angolo critico di riflessione tota-
le, rimane intrappolato nel nucleo. Se incide con un angolo inferiore, il raggio viene rifratto
nel mantello e quindi disperso.
6. Il drogaggio consiste nell’aggiunta di impurità elettroniche costituite da atomi di altri mate-
riali per modificare le caratteristiche ottiche della fibra.
7. Un sistema a fibre ottiche è composto da un illuminatore, una serie di guide ottiche, le
terminazioni e i supporti in cui si inseriscono le terminazioni. L'illuminatore contiene la sor-
gente di luce con l’ottica convogliante. Le lampade sono di solito alogene alimentate a 12
volt, con ottica incorporata in vetro dicroico. I sistemi più potenti utilizzano lampade a scari-
ca con vapori di alogenuri metallici, alimentate a 230 volt. I supporti di sostegno delle ter-
minazioni, orientabili o fissi, sono dotati di lenti per concentrare o diffondere la luce.
8. Il raggio di curvatura e la flessibilità delle fibre variano in funzione del diametro.
188
12.1. Elettroattivi
I polimeri elettroattivi EAP (Electro Active Polymer) sono materiali funzio-
nali che reagiscono agli stimoli elettrici con una deformazione meccanica.
Applicando al dispositivo EAP una corrente elettrica a basso voltaggio, la
struttura molecolare del polimero si modificata con una conseguente
espansione o contrazione del materiale. La reazione trasforma l'energia
elettrica in lavoro meccanico con un processo reversibile.
Tra i polimeri EAP di tipo elettronico si distinguono i polimeri dielettrici, gli
G-elastomeri elettrostrittivi (Electrostrictive Graft Elastomer), gli elastome-
ri elettro-viscoelastici e i polimeri ferroelettrici. I polimeri EAP di tipo ioni-
co sono compositi da nanotubi di carbonio (CNT), polimeri conduttivi (Con-
ductive Polymer), gel polimerici ionici IPG (Ionic Polymer Gel) e leghe poli-
mero-metalliche IPMC (Ionic Polymer Metallic Composite).
Sin dagli anni ’90, nel campo della robotica sono stati sviluppati polimeri
EAP con funzione di sensori e attuatori in grado di simulare la dinamica del
comportamento dei muscoli umani. Le fibre artificiali sono composte, ad
esempio, da polimeri conduttivi come il polipirrolo e la polianilina, drogati
con polimeri metallici elettroattivi IPCM.
Le recenti sperimentazioni hanno sviluppato l’applicazione dei polimeri EAP
con funzione di rilevazione e attuazione nei sistemi MEMS. I dispositivi
permettono di ottenere grandi deformazioni (strain) garantendo movimenti
naturali e progressivi con grande sensibilità tattile e capacità motoria. Le
fibre sono caratterizzati da flessibilità, leggerezza, deformabilità, bassi
costi e consumi energetici ridotti. Gli elastomeri dielettrici sono utilizzati
per realizzare i dispositivi di attuazione nei micro-robot in cui generano ele-
vate deformazioni con brevi tempi di risposta. Sono state sviluppate diver-
189
se configurazioni (bimorfe, unimorfe, a diaframma, tubiformi e planari) che
presentano deformazioni reversibili fino a 3 ordini di grandezza.
Gli attuatori EAP di ultima generazione sono realizzati da un composito a
sandwich multistrato in cui i film polimerici sono rivestiti con un materiale
elettro-conduttore. Applicando una tensione elettrica, si genera una forza
elettrostatica d’attrazione tra le due superfici del dispositivo che compri-
me il film e lo fa espandere orizzontalmente. Questa deformazione viene
applicata per trasmettere una forza meccanica a un oggetto.
Il sistema EAP permette alti rendimenti e una maggiore versatilità nelle
applicazioni rispetto ai comuni sistemi meccanici con ingranaggi e cusci-
netti rigidi e pesanti. L’integrazione dei sensori e degli attuatori EAP bio-
mimetici permette di realizzare sistemi intelligenti che si adattano alle
mutevoli condizioni ambientali cambiando forma in modo autonomo.
Nel campo della robotica e biotecnologia si sperimentano microattuatori
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12.2. Elettrostrittivi
L'elettrostrizione è il fenomeno per cui l'applicazione di uno stimolo elettri-
co genera una contrazione in3 un materiale con una conseguente deforma-
zione meccanica reversibile . Tra i materiali elettrostrittivi si distinguono
quelli del sistema PZT composti da piombo zirconato titanato (PbZrTi), i
ceramici del sistema PMN composti da piombo, magnesio e niobato; e i
materiali del gruppo PMN-PT con titanato di piombo.
Inoltre, sono stati sviluppati i polimeri a base di PMMA, gli elastomeri di
fosfazene fluorurato,
4
i film irradiati di PVDF (polivinildenfluoruro), e i cosi-
detti G-elastomeri sperimentati dalla NASA negli attuatori per le missioni
spaziali. I polimeri elettrostrittivi più diffusi in microelettronica sono il poli-
pirrolo, la polianilina
5
e il PEDOT, in quanto facilmente producibili a costi
molto competitivi . I composti elettrostrittivi sono caratterizzati da elevata
elasticità e conduttività che permettono notevoli allungamenti con 6
una rea-
zione in funzione della frequenza del campo elettrico applicato .
I dispositivi, sensibili alla temperatura ambientale, sono composti 7
da poli-
meri conduttivi depositati su elastomeri, integrati con un filler conduttivo
metallico o a base carboniosa. Le plastiche funzionali 8
sono ottenute
aggiungendo gli additivi conduttivi, come il carbon-black o polveri metalli-
che, alle resine di PP (polipropilene), PE (polietilene), PS (Polistirene), EMA
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12.4. Piezoelettrici
I materiali piezoelettrici (PZT) sono caratterizzati dalla capacità di reagire
allo stimolo di un campo di forze o di un impulso elettrico, con due com-
portamenti diversi e reversibili. Se sottoposti a una sollecitazione mecca-
nica, i materiali PZT generano una corrente elettrica. Quando, invece,
sono stimolati da un campo elettrico, i PZT reagiscono con una deforma-
zione che genera una forza meccanica.
I materiali naturali del gruppo PZT più diffusi sono il quarzo, la tormalina,
il sale Rochelle, la langasite. I materiali PZT artificiali sono i ceramici come
il titanato di bario, il titanato di piombo BNBT e i diffusi PLZT (Polarized
Lead Lanthanum Zirconate Titanate), composti ceramici polarizzati otte-
nuti dal PZT drogato con ossido di lantanio. Inoltre, si distinguono i PZT
con effetto diretto che caratterizzano i sensori e i microgeneratori elettri-
ci. I PZT con effetto inverso caratterizzano, invece, i microattuatori.
A livello molecolare, il processo di produzione induce nella 15struttura cri-
stallina del composto le fasi di piroelettricità e ferroelettricità . Durante le
prime fasi del processo, avviene la sintesi delle polveri attraverso cui le
materie prime vengono macinate in acqua, sottoposte a liofilizzazione per
essiccamento, a calcinazione a 800°C, e alla successiva macinazione e
vagliatura per ottenere la polvere PZT.
In seguito avviene la formatura dei componenti PZT con le tecniche di cold
pressing (pressione a freddo) e slip casting (colaggio) della sospensione
in stampi
16
o su nastro. In questa fase la polvere, il solvente e i defloccu-
lanti , vengono miscelati con il plastificante e il legante, sottoposti a dea-
reazione, colaggio ed essiccamento, punzonatura e sinterizzazione.
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12.5. Piezoceramici
La ricerca sui materiali piezoceramici si concentra principalmente sulle
metodologie di caratterizzazione funzionale del sistema PZT (piombo-zir-
conio-titanio), del sistema PMN (piombo-manganese-niobato) e del siste-
ma BNT (bismuto-sodio-titanio). La produzione dei compositi19
funzionali pre-
vede una fase di sintesi delle polveri perovskitiche , mediante reazione
degli ossidi allo stato solido con diverse sostanze droganti, e una suc-
cessiva fase di polarizzazione per l’attivazione dell’effetto piezoelettrico.
Il trattamento delle polveri avviene attraverso la pressatura, l'estrusione,
il colaggio e la densificazione in forni ad aria, a temperatura oltre i 1000°C
o in atmosfera di piombo. Con il processo ceramico si producono i com-
ponenti solidi e compatti lavorati in piastre, anelli, tubi e dischi.
In commercio sono disponibili dispositivi di tipo PZT-PMN per attuatori e
sensori massivi, di dimensioni anche nell'ordine del millimetro. I compo-
nenti piezoceramici, con effetto PZT sia diretto che inverso, hanno una defi-
nizione della struttura a livello nanometrico. Utilizzati come attuatori in inter-
ferometria, microscopia, olografia, saldatura con tecnologia Laser, i dispo-
sitivi PZT garantiscono alta efficienza, nessuna usura e attivazione ultrara-
pida. I sistemi, inoltre, hanno la capacità di assorbire le vibrazioni delle
parti meccaniche con la riduzione del rumore e dei consumi energetici.
I dispositivi multistrato sono realizzati per impilamento dei monostrati, pro-
dotti per colatura su nastro (bending), su cui sono depositati gli elettrodi
per 20serigrafia. I film sottili sono realizzati attraverso il magnetron sputte-
ring , per termo-compressione, rinvenimento e densificazione (cofiring).
I piezoceramici a porosità controllata sono ottenuti con l’aggiunta di agen-
ti porizzanti. Il processo di produzione dei PZT porosi avviene attraverso il
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vazione, il micromoto browniano a livello molecolare provoca la forma-
zione di micropori. La reazione comporta l'aumento della permeabilità
della membrana, con un conseguente aumento della traspirabilità. Il tes-
suto funzionale è caratterizzato da un'elasticità fino al 200%, estrema fles-
sibilità, leggerezza e resistenza, capacità antivento e di isolamento termi-
co variabile con la temperatura ambientale. Inoltre, grazie al processo di
laminazione degli strati, il tessuto è idrorepellente e anticondensazione
con un’elevata velocità di assorbimento ed emissione dell’umidità interna.
Le caratteristiche tecniche, prestazionali e la versatilità della lavorazione,
permettono la realizzazione di abbigliamento funzionale (Smart Wear) che
si adatta ad ogni condizione ambientale e di esercizio, in ogni attività in
cui è necessario mantenere un microclima interno ideale per garantire il
comfort termico e ottima vestibilità.
Un’innovativa molecola SMP chiamata d3o è stata recentemente realiz-
zata e brevettata dalla omonima società americana. Il composto a memo-
ria di forma può essere lavorato come un normale polimero termoplasti-
co, per colaggio, estrusione e in stampo. Le molecole intelligenti, in con-
dizioni normali, sono libere di muoversi rendendo il polimero morbido ed
eleastico. Quando vengono stimolate da una improvvisa forza d’urto, le
molecole si legano tra loro istantaneamente, assorbendo l’energia mec-
canica dell’impatto. Il polimero d3o viene utilizzato come sistema shock
absorber per ridurre i danni durante gli impatti. I dispositivi sono integra-
ti in accessori e capi d’abbigliamento leggeri, sottili e morbidi che garan-
tiscono protezione e sicurezza in ogni parte del corpo contro gli infortuni
permettendo la massima libertà dei movimenti.
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Note
1. Gli attuatori MEMS sono diffusi in robotica, biotecnologia e microelettronica. I polimeri elet-
troattivi e degli elastomeri dielettrici permettono di ottenere grandi deformazioni con campi
elettrici a bassa tensione. Utilizzando una matrice siliconica, è possibile realizzare attuatori a
configurazione planare con spessore di appena 1 millimetro. I dispositivi sono composti con
filler organici (politiofene) e inorganici (PMN-PT, carbon black, nanotubi di carbonio).
2. Il gel è costituito da acido acrilammide-metilpropano-polisulfonico.
3. A causa della simmetria della struttura cristallina dei materiali, l'applicazione di campi
elettrici di segno opposto non genera deformazioni opposte, come nei PZT, ma un effetto di
allungamento e in nessun caso una contrazione. L'unico modo per ottenere un'attuazione
bidirezionale è utilizzare più attuatori in direzioni opposte.
4. Gli elastomeri G (Grafted) sono polimeri speciali in cui vengono innestati elementi diversi
nella struttura molecolare, di solito per irraggiamento.
5. L'obiettivo è quello di addizionare cariche conduttive nella resina fino a superare il perco-
lation threshold limit, oltre il quale il polimero diventa conduttivo. Durante il processo si
forma una fitta rete conduttiva all'interno delle catene del polimero.
6. A differenza dei piezoelettrici (PZT), i materiali elettrostrittivi non necessitano di polarizza-
zione prima del loro utilizzo e non presentano polarizzazione residua, con prestazioni eleva-
te e una risposta su un'ampia banda di frequenze elettriche. Non richiedendo una fase di
polarizzazione, i materiali elettrostrittivi non mostrano fenomeni di isteresi, tipici nei PZT oltre
la temperatura critica di Curie, senza invecchiamento o cadute nelle prestazioni durante il
ciclo di vita.
7. Il filler in questo caso serve da riempitivo.
8. Si definisce carbon-black il particolato carbonioso, indicato anche con il termine di soot,
costituito da una polvere nera composta essenzialmente da carbonio incombusto amorfo
con tracce di altri composti. Detto anche fuliggine o nerofumo, in base all’aspetto ed alla per-
centuale dei componenti, rappresenta il sottoprodotto della combustione incompleta di qual-
siasi sostanza organica.
9. Gli idrofoni sono sensori che rilevano segnali acustici e vibrazioni nei fluidi.
10. Tramite osservazioni metallografiche e variazioni nella resistività.
11. Senza alcuno snervamento o deformazione plastica residua.
12. Il fenomeno è dovuto alle transizioni delle due fasi di trasformazione non diffusiva della
struttura della lega, definite austenite e martensite.
13. L’effetto è dovuto al trattamento di ciclaggio termico forzato della fase martensite. La
trasformazione si può verificare per variazione di temperatura (SME) o per sforzo applicato
(SIM-Stress Induced Martensite), da cui si possono ottenere due tipi di martensite, di cui
una è derivante dallo slittamento dei piani cristallini (SLIP). L'altra è dovuta al twinning, il
208
fenomeno che determina le deformazioni reversibili e l’effetto della memoria di forma.
14. Le fibre vengono precaricate e deformate a bassa temperatura, nella fase martensite.
Successivamente vengono annegate in una matrice per fornire un recupero della deforma-
zione all'azione di un aumento della temperatura.
15. La piroelettricità è il fenomeno di elettrizzazione che consiste nella comparsa di cariche
elettriche di segno opposto sulle facce di alcuni cristalli, per effetto di una differenza di tem-
peratura tra le superfici. La ferroelettricità è la capacità di un cristallo di orientare il proprio
dipolo nel senso del campo elettrico applicato.
16. Il flocculo è un aggregato di particelle all'interno di soluzioni colloidali.
17. Con il termine sol-gel si indica una sospensione colloidale in grado di solidificare forman-
do un gel. Il processo, che implica il passaggio da una fase liquida di sol a una fase solida di
gel, è utilizzato per ottenere materiali vetrosi e ceramici monolitici, polveri ultrafini, fibre cera-
miche, membrane inorganiche, rivestimenti in film sottili di ossidi metallici e aerogel. Il semi-
lavorato poroso viene successivamente trattato chimicamente e portato ad alte temperature,
per formare ossidi di elevata purezza. Nella fase solida il gel può essere drogato, ovvero addi-
zionato con altre sostanze per conferire proprietà specifiche al composto ottenuto.
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18. Un materiale polarizzato risponde allo stimolo di un campo elettrico formando un dipolo
orientato in modo tale da contrastare il campo applicato.
19. La perovskite è un minerale scoperto nel 1839 da Gustav Rose. Il nome deriva dal mine-
ralogista russo L.A. Perovski (1792-1856) che identificò e classificò tutti gli ossidi con strut-
tura simile (perovskiti) caratterizzata da proprietà fisiche ed elettro-ottiche, quali la super-
conducibilità, la ferro- e piezo- elettricità, il magnetismo e la catalizzazione nelle reazioni elet-
trochimiche.
20. Il magneton sputerring è un processo di rivestimento che utilizza campi elettromagnetici.
21. Il processo di spray-drying è una tecnica di essiccazione suddivisa in quattro stadi prin-
cipali quali l'atomizzazione della soluzione in gocce, la miscelazione dello spray con l'aria
calda, l'evaporazione ed essiccamento della goccia e la separazione delle particelle.
22. Lo sputtering è il processo per cui si ha emissione di atomi, ioni o frammenti molecola-
ri da parte di un materiale solido (target) bombardato con un fascio di particelle.
23. Gli SMP hanno lo stesso comportamento del NiTinol, la lega in nichel e titanio, con la
differenza che la temperatura critica (Tc) e di trasformazione (Ttrans) corrispondono a quel-
la di transizione vetrosa (Tg) e di fusione (Tm). Tali temperature corrispondono ai valori in cui
avviene la trasformazione dallo stato solido allo stato liquido.
24. I metodi di trattamento termomeccanico per creare l'effetto a due vie si basano sul-
l'introduzione di una concentrazione di sforzi che provoca l'orientazione della struttura
molecolare formatasi durante la fase di raffreddamento. Rispetto alle leghe metalliche i
polimeri SMP sono caratterizzati da una fase amorfa in cui le catene polimeriche hanno
una distribuzione casuale. I polimeri manifestano una variazione netta del modulo elastico
intorno alla temperatura di transizione vetrosa Tg, al di sopra della quale il materiale è mor-
bido mentre scendendo diventa rapidamente rigido. Applicando una forza esterna oltre la Tg,
il polimero è attivato dalla differenza di temperatura di esercizio, per cui le molecole delle
catene polimeriche tendono a orientarsi nella direzione della forza.
25. Nel 1991 il primo a scoprire un nanotubo fu il giapponese Sumio Iijima, ricercatore del-
l'industria elettronica nipponica NEC Corporation. In particolari situazioni, gli atomi di carbo-
nio formano delle strutture ordinate di forma sferica che tendono ad arrotolarsi su se stes-
se, ottenendo una struttura cilindrica. Esistono due tipi di nanotubi, quelli a parete singola
SWCNT (Single-Wall Carbon NanoTube), costituiti da un singolo foglio grafitico avvolto su se
stesso. I nanotubi a parete multipla MWCNT (Multi-Wall Carbon NanoTube), sono formati da
più fogli avvolti coassialmente uno sull'altro. Il diametro di un nanotubo è compreso tra un
minimo di 0,7 e un massimo di 10 nanometri.
26. La prima osservazione del moto browniano risale al 1785 da parte di Jan Ingenhousz,
ma viene associato a Robert Brown che nel 1828 osservò il moto del polline in una sospen-
sione acquosa. La trattazione scientifica risale agli inizi del '900 con L. Bachelier e A. Ein-
209
stein che definirono il moto delle microparticelle nelle sospensioni liquide.
27. Gli elettroni si muovono a livello molecolare nei passaggi di orbite delle catene polime-
riche.
28. Il poliacetilene è ottenuto dalla polimerizzazione dell’acetilene, un isolante con caratte-
ristiche di semiconduttore.
29. I polimeri a conduzione ionica si dividono in due gruppi. Nel primo si ha conduzione signi-
ficativa oltre la temperatura di transizione vetrosa (Tg) come nei complessi di poliesteri con
sali di metalli alcalini, nei polimeri a base di polifosfazene e nei polimeri MEEP (Metossi-
Etossi-Etanolo). In questo gruppo, il processo di conduzione si basa sull'interazione tra le
specie ioniche mobili e la matrice polimerica. Al secondo gruppo appartengono i polimeri con
conducibilità a temperatura ambiente o comunque al disotto della Tg. Tra questi si ricorda-
no gli alcoli polivinilici e il Nafion, una membrana iono-selettiva brevetto della DuPont com-
posta dallo ionomero perfluorosolfonato.
30. Si aggiungono quantità di cariche conduttive nella resina sufficiente a superare il per-
colation threshold limit, oltre il quale il polimero forma all'interno della struttura molecolare
una fitta rete conduttiva. Il drogaggio con altre sostanze fa raggiungere valori di conducibilità
paragonabili a quelli dei semiconduttori e degli elettroliti liquidi.
137. Sensori in film con inchiostri PC
138. MentorMe, RFID-UWB (CEFRIEL)
139. RFID adesivi con inchiostri PC
140. MicrosprocessoreVLSI in polimeri conduttivi
141. BIO-MEMS, Wireless Implantable Sensor
(ISSYS Sensing Systems)
141.
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214
*grazie
Marco Cardillo, architetto dal 2001 e dot- Marinella Ferrara è architetto e ricercato-
tore di ricerca in Disegno Industriale dal re in disegno industriale.
2006, svolge la libera professione. Nel Dipartmento di design dell'Università
È specializzato nella sicurezza dei cantieri di Palermo, si occupa prevalentemente di
edili e nella prevenzione incendi. innovazione, materiali e tecnologie, e
È stato componente del tavolo tecnico- coordina MAD - Material design library di
scientifico, commissione “Progetto Pilota”, Palermo. Nel Corso di laurea in Disegno
organizzato dalla Presidenza della Regione Industriale (Facoltà di Architettura)
Siciliana, per l'attuazione del disegno di dell'Università di Palermo, è docente di
legge sulla riqualificazione del territorio "Materiali per il design".
"Piano del Colore, del paesaggio e del de- È membro della rete nazionale SDI di ope-
coro urbano", già tema della sua tesi di ratori di ricerca sul design. Scrive per la
laurea. rivista DIID dell'Università La Sapienza di
Scrive articoli su riviste del settore, tra cui Roma, per la cui redazione coordina l'u-
DIID dell’Università La Sapenza di Roma; nità di Palermo. È responsabile redazio-
PAD-Palermo Design, magazine on-line. nale del magazine online PAD, Palermo
Partecipa a concorsi di Architettura e De- Design.
sign, tra cui il “Premio di Architettura Por- Nel 2003 ha conseguito il titolo di "dot-
tus” nel 2006, in occasione della “Mostra tore di ricerca in disegno industriale, arti
Internazionale di Architettura” della Bien- figurative e applicate" dell'Università di
nale di Venezia, sulla riqualificazione dei Palermo.
waterfront dei centri minori del Sud Italia. Il Cura l'organizzazione di manifestazioni
progetto presentato, sulla cittadina sicilia- culturali (Palermo design week 2007),
na di Sciacca, viene selezionato dalla giu- convegni (Luci della città. Luminarie a Pa-
ria, esposto in una mostra itinerante e pub- lermo, 2005; Materiali@design. Ricerca e
blicato sul catalogo. L’attività professiona- innovazione dei materiali per il design,
le si integra a quella didattica, che svolge Roma design+, 2006) conferenze (di: Vi-
presso la Facoltà di Archittura di Palermo. co Magistretti, Tomás Maldonado, Paolo
È cultore della materia nel CdL in Disegno Rizzatto, Alberto Meda), seminari di pro-
Industriale, al corso di Materiali per il De- gettazione e mostre di design.
sign. Inoltre svolge attività di docenza pres- Ha partecipato a master e convegni inter-
so corsi di formazione professionale. Ha nazionali (Projectar la Periferia al CCB. 215
partecipato alla progettazione e realizzazio- Centro di cultura contemporanea di Bar-
ne di MAD (Material Design Library), la celona; Producto de Equipamiento all'Uni-
materioteca del Dipartimento di Design di versidade de la Repubblica Oriental de
Palermo, di cui è responsabile per l’area l'Uruguay).
“materiali intelligenti”. Tra i suoi libri: Produzione, innovazione e
design in Sicilia (2001, con V. Trapani);
marco.cardillo@libero.it Materiali e innovazione nel design 1 e 2 -
Le Microstorie (2004), Acciaio. O1 mate-
riali per il design (2005) Guida Palermo
design (2006), Luminarie di città. Progetti
per Palermo (2006, con L.Benincasa).
marinellaferrara@unipa.it