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Lupetti

*design *design
Collana a cura di Vanni Pasca

Oggi i materiali vengono progettati in scala molecolare e trovano applicazione MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
Marco Cardillo, Marinella Ferrara
pratica nella realizzazione di dispositivi intelligenti che reagiscono agli stimoli
ambientali, configurando scenari di una nuova realtà sensibile e interattiva.
MATERIALI INTELLIGENTI,
Materiali che cambiano colore al variare della temperatura, liquidi che diventa-
no solidi, monitor flessibili, teli che convertono la luce del sole in energia e indu-
SENSIBILI, INTERATTIVI
menti elettronici per il monitoraggio sanitario sono solo alcuni esempi. Quello
02 materiali per il design
dei materiali smart è un universo “meraviglioso” che rende quotidiano lo straor-
dinario. Il libro documenta un’ampia gamma di applicazioni che segnano l’inizio
di una nuova fase del design in cui il concetto di oggetto-servizio si estende
all’intero habitat, l’interazione diventa sostenibile e migliora la qualità della vita.
Questa è la vera sfida per il designer.

Lupetti
Marco Cardillo, Marinella Ferrara

www.lupetti.com Euro 15,00


*design
*design

Collana a cura di
Vanni Pasca

Comitato di redazione
Cinzia Ferrara
Marinella Ferrara
Dario Mangano
Dario Russo

Progetto grafico e copertina


Cinzia Ferrara

Impaginazione grafica
Marco Cardillo
© 2008 Lupetti - Editori di Comunicazione
via M.M. De Taddei, 3
20146 Milano
tel. 02 202025
fax 02 20404340
www.lupetti.com

Distribuito nelle librerie da


Messaggerie Libri

in copertina
Linear Light Flex Colormix, modulo luminoso Led su circuito stampato flessibile, Osram
Sylvania, 2003
in quarta di copertina
Leo Fernekes & Joakim Hannerz, Sensacell Modular Sensor Surface, sistema modulare
interattivo, Sensacell NY, 2004
MATERIALI INTELLIGENTI,
SENSIBILI, INTERATTIVI
02. Materiali per il design

Marco Cardillo e Marinella Ferrara


Questo testo è stato steso a quattro mani, sulla base di ampie discussioni, di comune
accordo. In particolare vanno riferiti a Marinella Ferrara: Premessa, La rivoluzione infor-
matica e il “paradigma dei materiali progettati”, Dentro la materia, Conclusioni.
A Marco Cardillo vanno riferiti: Smart material, Materiali che cambiano colore, Materiali
che cambiano forma, Materiali che cambiano temperatura, Materiali che convertono la
luce, Materiali che emettono luce, Materiali che trasportano la luce, Materiali che si muo-
vono e tutte le relative Schede.
*indice

0. Premessa 007
1. La rivoluzione informatica
e il “paradigma dei materiali progettati” 013
2. Dentro la materia 025
3. Smart material 033
4. Schede 041
5. Conclusioni 107

Appendice Tecnica 117


6. Materiali che cambiano colore 119
7. Materiali che cambiano forma 137
8. Materiali che cambiano temperatura 153
9. Materiali che convertono la luce 159
10. Materiali che emettono luce 167
11. Materiali che trasportano la luce 185
12. Materiali che si muovono 189

13. Bibliografia 211


0. Premessa

Questo 1libro si occupa dell’ultima generazione dei materiali, gli smart


material e del design che li applica. Si inserisce nella collana *design
dopo Acciaio. 01 Materiali per il design, che ha inaugurato la serie dedi-
cata all’analisi del rapporto tra i materiali e il progetto, durante le diverse
fasi della rivoluzione industriale (la rivoluzione del vapore, dell’elettricità e
quella informatica). Il primo libro ha affrontato la relazione tra la disponi-
bilità dei materiali (in particolare degli acciai) e il design, evidenziando le
connessioni tra il processo di evoluzione socio-tecnica e i meccanismi di
innovazione del prodotto industriale.
Tra questi si inserisce l’attività progettuale che presiede alla scelta dei
materiali e alla capacità tecnica entro le due dimensioni dell’agire: le cono-
scenze precedenti e la tensione verso il futuro. L’analisi diacronica pro-
spettata ha permesso di individuare la successione di “paradigmi tecno-
logico–materici” che si sono avvicendati negli emergenti “mutamenti si-
stemici” che hanno dato avvio alle fasi della rivoluzione industriale, carat-
terizzando il progetto per la comparsa di nuovi materiali e processi pro-
duttivi. Il paradigma del ferro, ad esempio, ha indirizzato la produzione
verso i nuovi materiali ferrosi, preferiti al legno per resistenza e durabilità.
Il paradigma della chimica dei materiali ha determinato la prevalenza del-
l’uso delle plastiche sintetiche in molti settori produttivi, inaugurando la
società dei consumi. Infine il paradigma dei materiali progettati, con l’ap-
parizione dei compositi, ha rimesso in discussione tutti i materiali stra-
volgendone le caratteristiche. In questo contesto, il legno diventa morbi-
do, l’acciaio ultra-plastico, il marmo flessibile, dimostrando che nella pro-
duzione industriale il processo di sostituzione dei materiali non è mai radi-
cale. Nel passaggio a un paradigma successivo, il materiale preesistente
7
cambia di senso nell’applicazione e nell’uso, in quanto tende ad adattar-
si alle peculiarità del nuovo paradigma. Ciò permette di affermare che tutti
i materiali si evolvono con lo sviluppo delle tecnologie.
In riferimento a ogni modello ideativo-produttivo, alla ricerca della risolu-
zione dei problemi e delle opportunità tecniche, il progetto soddisfa esi-
genze con innovative soluzioni funzionali e formali. L’evoluzione della co-
noscenza (invenzioni, scoperte scientifiche e tecnologiche) e la nascita di
nuovi bisogni comportano il cambiamento del sistema dei bisogni che si
rivolge a nuove questioni, per cui anche l’approccio creativo e produttivo
si modifica con esso.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

L’evoluzione “intelligente” dei materiali


Materiali intelligenti, sensibili, interattivi prosegue la precedente analisi e
sviluppa uno studio sincronico della terza fase della rivoluzione industria-
le caratterizzata, dopo i compositi, dall’avvento di una nuova classe di
materiali, quelli intelligenti o smart. L’obiettivo è di rintracciare nelle evo-
luzioni del rapporto tra la disponibilità dei mezzi e il progetto, il nuovo
“senso” dell’attività progettuale. I materiali intelligenti sono la massima
espressione del “paradigma dei materiali progettati”, in quanto modello
della capacità tecno-scientifica di intervenire nella materia a livello mole-
colare. Figli della rivoluzione elettronica e informatica, generati dalle micro
e nano tecnologie, questi materiali mettono in atto le potenzialità dell’in-
telligenza artificiale. Essi sono capaci di sentire e reagire agli stimoli ester-
ni modificando le loro proprietà; rilevare e comunicare i parametri ambien-
tali e del corpo umano; rispondere e interagire in modo predeterminato
con gli esseri umani e l’ambiente, elaborando dei veri e propri comporta-
menti fisici. Per diversi aspetti presentano delle analogie con i sistemi bio-
logici e gli organismi naturali.
Durante lo scorso decennio, i materiali intelligenti hanno ricevuto un’at-
tenzione crescente da parte degli scienziati grazie alle loro potenzialità
tecnologiche. La ricerca scientifica ha permesso lo sviluppo di nuovi mate-
riali, a partire dalla messa a punto di specifiche funzionalità: materiali in
grado di modificare la loro struttura, la forma, il colore o la temperatura
per mezzo di un input esterno, quale un campo di forze, stimoli ambien-
tali o la semplice presenza umana; materiali capaci di emettere luce, muo-
versi e comunicare interattivamente.
Negli ambienti in cui si considera il materiale come un’entità evoluta, in
grado di svolgere delle funzioni (da cui la definizione di “materiale funzio-
nale” spesso utilizzata per definire i materiali intelligenti), molte funziona-
lità sono in fase di sviluppo, per migliorare le prestazioni dei prodotti.
A ogni classe di funzionamento corrisponde uno specifico “codice geneti-
8
co” del materiale, che coincide con il progetto delle prestazioni per cui a
ogni input (acustico, elettrico, magnetico, luminoso, meccanico, termico)
corrisponde una reazione determinata e reversibile (output).
Attualmente la ricerca si concentra sulla processabilità e le applicazioni
pratiche dei materiali smart, per realizzare dispositivi MEMS (Micro Elettro
Meccanici), in grado di sostituire i complessi e macroscopici meccanismi
che azionano il funzionamento degli oggetti. Da questa integrazione, a
parità di prestazione, si riduce la complessità tecnica e si minimizza la
quantità di energia e materiale necessari. Innovative tecniche di integra-
zione permettono la composizione dei materiali intelligenti per realizzare
sensori e attuatori. Questi dispositivi sono integrati in strutture e sistemi
intelligenti in svariati ambiti: controllo del traffico aereo e dei processi
industriali, commercio elettronico, robotica, grid computing, applicazioni
mediche, giochi ed entertainment. Molte delle applicazioni sono orientate
PREMESSA

a favore della sicurezza attiva, della prevenzione e gestione dei guasti.


Sensori e attuatori miniaturizzati integrati in sistemi compositi conferisco-
no nuove qualità agli oggetti d’uso quotidiano che, come entità invisibili,
permettono straordinarie performance. La sensibilità, l’interattività e la ca-
pacità comunicativa caratterizzano gli “oggetti che pensano”, superfici
comunicanti e microambienti interattivi, configurando un mondo più sen-
sibile ai nostri desideri. Materiali, dispositivi e sistemi intelligenti rappre-
sentano, infatti, un universo che va ben oltre le nostre aspettative sulla
materia, in grado di autogenerarsi e autoripararsi con un comportamento
sempre più simile a quello degli esseri viventi.
Ma, l’intelligenza di un sistema deriva dal suo progetto, dalla sua visione.
Come confrontarsi con la nuova dimensione del design? Saremo in grado
di affrontare la sfida proposta dai materiali intelligenti?
Già nel 1851 Gottfried Semper, aveva affermato l’importanza per il pro-
getto di appropriarsi dei nuovi
2
mezzi che la tecnica moderna ci mette con-
tinuamente a disposizione . La possibilità di modificare e creare nuovi ma-
teriali, progettando le specifiche funzioni che devono svolgere, costituisce
una notevole opportunità per il design. Tecnicamente il potenziale è enor-
me, ma implica una radicale trasformazione del processo progettuale e,
con esso, una nuova filosofia di progetto. L’oggetto stesso della proget-
tazione si sposta dall’artefatto alla performance.
Di conseguenza, i prodotti saranno concepiti e percepiti sempre più come
“evidenza del servizio” che attuano, oltre il concetto di progettazione del
singolo artefatto. Mentre per lungo tempo i designer si sono occupati del
progetto della forma degli oggetti, forzando i limiti della materia, l’era che
si dischiude li vedrà impegnati a progettare la prestazione dei sistemi
intelligenti, a partire dall’interpretazione dei nuovi bisogni degli utenti.
Questa attività, supportata dalle tecnologie dell’informazione e della co-
municazione, diventerà preminente per costruire un insieme di relazioni
tra il sistema3 dei prodotti-servizio da progettare e il corrispondente siste-
9
ma di bisogni . Dal progetto della prestazione deriverà il progetto del mate-
riale, che tende sempre più a coincidere con la forma dell’oggetto. Affron-
tare questo cambiamento richiede una capacità di visione che, a partire
dalle trasformazioni attuali e dalle problematiche globali esistenti, spinga
a sperimentare nuovi modi e comportamenti, relazioni e comunicazioni,
per soluzioni oggettuali che si adattano alle mutevoli esigenze umane.
Con questo presupposto, il libro vuole contribuire a chiarire il concept che
sta all’origine dello sviluppo dei materiali intelligenti. A questo argomento
sono dedicati i primi due capitoli del libro che, a partire dall’ondata di
invenzioni dell’elettronica, giungono alla metafora biologica che indirizza la
sperimentazione delle funzionalità dei nuovi materiali. Un contesto che
rappresenta solo l’inizio delle trasformazioni radicali che il “paradigma dei
materiali progettati” comporterà.
La seconda parte è dedicata all’analisi di un’ampia casistica di applica-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

zioni pratiche dei materiali intelligenti disponibili nel mercato, oltre a pro-
totipi e sperimentazioni in fase di definizione. Qui si dà priorità a un’ottica
progettuale in cui si individuano le questioni relative al “come” e al “per-
ché” delle prestazioni dei sistemi che integrano gli smart material.
Gli esempi forniscono un’ampia visione delle soluzioni smartness del
design nei diversi settori applicativi (attrezzature sportive, automotive,
housewear, moda e abbigliamento). L’analisi delle soluzioni evidenzia un
diffuso processo di aggregazione delle singole prestazioni, prima separa-
te, che implica la trasformazione radicale delle tipologie oggettuali della
nostra cultura materiale, già stabilizzate da tempo, per dare vita a “ibridi
pensanti” e inedite entità multifunzionali. Alcuni casi mostrano che una
stessa prestazione è ottenibile attraverso l’applicazione di materiali e tec-
nologie diverse. La corrispondenza tra materiale, forma e funzione, nel
suo significato consolidato, perde oggi la sua importanza mentre emerge
una nuova idea di “forma” come essenza, un concetto che coincide con il
“comportamento” stesso del materiale.
L’Appendice Tecnica affronta i meccanismi che regolano il funzionamen-
to dei materiali intelligenti, per presentare quanto oggi abbiamo a dispo-
sizione e ciò che, soprattutto, vedremo nel prossimo futuro. La funziona-
lizzazione della materia, il controllo e la gestione del progetto in tutte le
scale (dal micro o dal nano al macro) comporta la necessità di una cono-
scenza strutturale degli aspetti tecnici. Oltre i pregi dei nuovi materiali, si
valutano anche i rischi che implicano per comprendere come difendersi
dall’abuso deliberato delle tecnologie. Impadronendosi dei nuovi stru-
menti e con la capacità di andare “avanti e indietro”, tra il micro e il
macro, tra il vecchio e il nuovo, i designer saranno in grado di usufruire
dei materiali smart per realizzare il senso di benessere e comfort,
espressione dei nostri bisogni e desideri. La seconda parte del libro è
dedicata, dunque, all’analisi dei materiali intelligenti disponibili e delle
potenzialità prestazionali. I materiali sono classificati per tipologie fun-
10
zionali e definiti per quello che “sono capaci di fare”. Tale informazione,
infatti, stimola l’ideazione di configurazioni relazionali interattive e sensi-
bili che, attraverso il progetto della prestazione, si trasformano in ogget-
ti e servizi, sistemi e strutture, ambienti e superfici, secondo nuove
modalità comportamentali.
In conclusione, il libro esplora il processo di trasformazione del mondo ar-
tificiale, rilevando nel presente gli indizi di un futuro sensibile, adattivo,
interattivo che ci affascina e preoccupa allo stesso tempo. Le nuove
modalità di interazione, che scaturiscono dall’essenza della materia intel-
ligente, implicano la ridefinizione del concetto stesso di benessere, con
l’obiettivo di elevare la qualità della vita, del comfort e delle relazioni
sociali. Il cambiamento dell’intero processo progettuale implica l’intima
conoscenza tecnica della materia e stimola la capacità di prefigurare un’i-
dea di futuro sostenibile per l’intera società. Affinché il futuro sia proget-
PREMESSA

tato e non subito passivamente, bisogna puntare sulla capacità di confi-


gurare strategicamente gli scenari a partire dagli strumenti disponibili.
Il cambiamento attuale, che prefigura una realtà sensibile e interattiva,
cosciente e globale, segna l’inizio di una nuova fase del design in cui la
fusione di informazione e comunicazione innoverà l’habitat umano attra-
verso l’intelligenza artificiale.

Note
1. La prima definizione di smart material si deve a Craig Rogers che, nel 1990, li definisce
«Materials possessing adaptive capabilities to external stimuli.»
2. Commentando la Great Exhibition di Londra, l’architetto e teorico tedesco G. Semper scri-
veva «La scienza arricchisce continuamente se stessa e la vita con la scoperta di nuove
sostanze utili e di sostanze naturali dagli effetti meravigliosi, con l’introduzione di nuovi meto-
di nel campo della tecnica e con l’invenzione di nuovi strumenti e macchine. La sovrabbon-
danza di mezzi è il primo grande pericolo che l’arte deve affrontare. Quest’espressione è
invero illogica (non c’è sovrabbondanza di mezzi, ma un’incapacità di impadronirsene), ma
si giustifica nella misura in cui riesce a esprimere l’assurdità della nostra situazione».
3. In psicologia (Teoria dei bisogni di Heller) il bisogno identifica la interdipendenza tra gli
11
organismi viventi e l’ambiente. Il bisogno è uno stato di carenza che spinge l’organismo a
rapportarsi con il suo ambiente al fine di colmarlo. L’esperienza del design e, per altri versi,
della moda hanno dimostrato negli anni ’80 che non è possibile per il progettista muoversi
sui terreni consolidati del funzionalismo o del radicalismo. Al contrario, è necessario creare
nuovi “ancoraggi” collettivi, allargando le prospettive e gli orizzonti in direzione del desiderio.
Adesso il modello della globalità tende a una profonda mediazione tra ciò che è relativo e
ciò che è possibile. Come afferma Francesco Morace (1990, Controtendenze. Una nuova cul-
tura del consumo), abbandonate le pretese di inseguire il Vero e il Giusto in termini univer-
sali, tendere alla globalità significa ricomporre gli orizzonti di riferimento, superare gli stec-
cati disciplinari, guardare al di là degli specialismi e rifondare un modello etico globale che
possa avvalersi di contributi incrociati provenienti dall’Est e dall’Ovest, dalle scienze e dal-
l’arte, dalla psicologia e dalla sociologia, dalla politica e dalla filosofia. Enfatizzare i punti di
contatto e le opportunità comuni, invece che le diversità e le divergenze, dovrebbe consen-
tire l’edificazione di una cultura globale, planetaria, arricchita dalle diverse prospettive emer-
se dal travaglio teorico degli anni passati. La globalità potrebbe dimostrarsi in grado di sti-
molare, in un panorama sempre più omogeneo, la ricerca di un’interiorità e di una identità
profonda.
1. Elettrovalvola
2. Il primo transistor, 1947

1. 2.
1. La rivoluzione informatica
e il “paradigma dei materiali progettati”

1.1. Alle origini della tecno-scienza 1


Bernhard E. Burdek ha affermato che nella storia della civiltà occidenta-
le, dopo la scoperta dei caratteri mobili di J. Gutenberg del 1455, un’altra
rivoluzione tecnologica è avvenuta per effetto della diffusione di massa
del personal computer. Quella che viene definita come la “terza fase della
rivoluzione industriale”, immette dei mutamenti di tale portata da essere
paragonabile all’avvento della stampa, introducendoci in una nuova era
post-industriale. L’origine di questa rivoluzione si fa risalire alla fisica
quantistica e all’ondata di innovazioni nel campo dell’elettronica e del-
l’informatica a partire dagli anni ’40. Un periodo in cui la guerra fredda tra
gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica assunse un ruolo decisivo nel
promuovere la ricerca scientifica e applicata.
La richiesta da parte dell’industria militare di nuovi sistemi di comunica-
zione per la difesa permise, grazie ai finanziamenti governativi, lo svilup-
po dei sistemi telefonici e di telecomunicazione. La ricerca sulle proprietà
elettriche dei metalli semiconduttori, promossa dalla compagnia 2
telefoni-
ca Bell, si concretizza nel 1947 con l’invenzione
3
del
4
transistor . Il risulta-
to degli studi dei fisici Bardeen, Brattain e Shokley , conducono alla rea-
lizzazione del primo apparato di conduzione, modulazione e amplificazione
del segnale elettrico. Il transistor a punta di contatto era un dispositivo a
stato solido, composto da un materiale semiconduttore di germanio, poi
sostituito con il silicio, che fungeva da rettificatore e amplificatore del
segnale elettrico. In sostituzione delle fragili e ingombranti valvole dei
relay 5telefonici utilizzate nei calcolatori elettromeccanici di “prima genera-
zione ”, il transistor aumentava notevolmente la velocità di elaborazione
dei dati. Ciò permetteva di ridurre le dimensioni dei colossali main frame,
13
i numerosi e frequenti guasti di funzionamento con errori irreversibili, per-
dita dei dati, oltre che di tempo e consumi energetici.
Inizia così il periodo dei “computer di seconda generazione” che inaugura
l’era della miniaturizzazione e lo sviluppo del primo computer digitale elet-
tronico, di cui l’industria militare radaristica rappresenta la principale uti-
lizzatrice. Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’informatica si basa sul
linguaggio binario, altra macro-invenzione che ha portato alla rivoluzione
elettronica. Formulato nel 1940, il codice binario fu elaborato dal mate-
matico George Robert Stibitz, con il sostegno di S. B. Williams dei Bell
Laboratories. Il sistema fu adottato su larga scala nei primi anni ’80 con
l’introduzione nel mercato del primo personal computer.
In una rapida successione di eventi, la rivoluzione elettronica comincia a
mostrare i primi effetti culturali e sociali. In un articolo del 1943, Artur
Rosenblueth, Norbert Wiener e Julian Bigelow, introducono il termine “ci-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

bernetica” per indicare la scienza che studia il controllo automatico 6


e la
comunicazione nei sistemi elettronici complessi7 e negli animali . Qualche
anno dopo viene formulata la teoria dei sistemi .
Nel corso degli anni ’50 si ebbe la diffusione del calcolatore a transistor
in ambito universitario e nelle imprese private, quali la Ramington Rand e
la IBM, con finanziamenti del governo federale americano. Le prime appli-
cazioni nel settore militare riguardavano il calcolo balistico, con un netto
potenziamento dei sistemi e la riduzione degli errori. Nel 1957 l’URSS lan-
cia lo Sputnik, il primo satellite artificiale in orbita (del diametro di 58 cm
e del peso di 84 kg), mentre John McCarthy forma il Dipartimento di Intel-
ligenza Artificiale al MIT (Massachusset Institute of Tecnology).
Inizia la corsa allo spazio che, in pieno clima di guerra fredda, accelera
ancor più lo sviluppo delle nuove tecnologie. Appena un anno dopo Robert
Noyce (fondatore della Intel), Gordon Moore della Fairchild Semiconduc-
tors e l’ingegnere Jack Clair Kilby della Texas Instrument, inventano il “cir-
cuito integrato”, collegamento di diversi transistor su un supporto in sili-
cio, migliorando notevolmente l’efficienza dei computer. Fino agli anni ’60
l’invenzione fu utilizzata per scopi di difesa e aerospaziali. Successiva-
mente, le applicazioni commerciali dei transistor e del circuito integrato
8
in
ambito civile hanno prodotto la “terza generazione” del computer . Si svi-
luppano la radio, la televisione, le telecomunicazioni terrestri e satellitari,
contribuendo a9 una svolta decisiva nell’evoluzione dei computer e della
loro diffusione . Inoltre, la migliore efficienza dei sistemi tecnologici com-
plessi ha agito da impulso propulsivo per la nascente industria informati-
ca degli hard e software e per l’automatizzazione dei sistemi di produzio-
ne. Nel 1964 nasce il linguaggio di programmazione BASIC (Beginner’s All-
purpose Symbolic Instruction Code), sviluppato a Dartmouth dai profes-
sori John Kemeny e Thomas Kurtz. Elaborato inizialmente per scopi didat-
tici, il BASIC rappresenta la piattaforma per la diffusione dell’informatica
14
3. ENIAC (Electronic Numeral Integration and Computer), 1944

3.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA

nelle
10
nuove generazioni, per la sua duttilità e semplicità di interpretazio-
ne . Nel 1967 nell’ambito della ricerca di sistemi per gestire gli ipertesti,
Douglas Engelbart dello Stanford Research Institute, brevetta il dispositi-
vo di puntamento per display.
Il rivoluzionario sistema di posizionamento rapido del cursore sullo scher-
mo viene chiamato inizialmente “mouse”, per la sua forma particolare,
nome che lo accompagnerà per il resto della sua esistenza. Tuttavia, solo
nel 1981 viene introdotto nel mercato, insieme al computer Alto della
Xerox Parc. In questo periodo si assiste alla diffusione dei computer in
settori industriali, commerciali e finanziari. L’iniziale progettazione del-
l’hardware, di tipo prettamente ingegneristico, si evolve con le prime col-
laborazioni tra le industrie elettroniche e i designer per la progettazione dei
computer, dei videoterminali e di tutta la nuova tipologia di oggetti e dispo-
sitivi elettronici che iniziavano a invadere il mercato.
Nel 1965 entrano in commercio i nuovi prodotti per uso professionale e
domestico. In Italia, l’azienda Olivetti produce Programma-101, una cal-
colatrice programmabile da tavolo chiamata “Perottina” dal nome del suo
progettista, l’ingegnere Giorgio Perotto. Con il design della scocca di Mar-
cello Nizzoli, fu introdotta nel settore dell’ufficio come computer da tavo-
lo. Si ricordano, inoltre, il videoterminale TCV-250, la Logos 270, la cal-
colatrice elettronica portatile Divisumma 18 e la Divisumma 28, prodotti
da Olivetti e progettati da Mario Bellini. Prodotti dalla Brionvega su pro-
getto di Marco Zanuso e Richard Sapper, il televisore Algol con schermo
obliquo e la radio cubo TS 502, un oggetto che nasconde la sua funzione.
L’apice dello sviluppo tecnologico, introdotto dalla rivoluzione elettronica
è rappresentato dallo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11 nel 1969, momen-
to che segna il progresso scientifico e culturale dell’intera umanità, con
un radicale cambiamento del punto di vista dell’uomo. La svolta definitiva
si attua negli anni ’70 con la progressiva miniaturizzazione del circuito
15
4. M. Zanuso e R. Sapper, 6. M. Bellini, TCV-250, Olivetti
TS-502, Brionvega

4.

5. M. Zanuso e R. Sapper,
Algol, Brionvega

5. 6.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

integrato e l’introduzione del microprocessore da parte della compagnia


Intel. Il dispositivo rappresenta un computer completo che integra un’unità
centrale di calcolo CPU (Central Processign Unit) capace di svolgere le fun-
zioni di transistor, diode, condensatore, resistenza ecc. L’applicazione del
micro-processore comporta, senza rilevanti modifiche alla tecnica, lo svi-
luppo dei computer di “quarta generazione”.
Le prestazioni aumentano in modo esponenziale, i tempi di calcolo diven-
gono istantanei, le dimensioni delle macchine si riducono fino all’integra-
zione di migliaia di componenti a scala micrometrica in un solo centime-
tro quadrato. Si passa progressivamente dai sistemi a SSI (Small Scale
of Integration, con decine di componenti su circuito integrato) degli anni
’60, ai LSI (Large Scale, con oltre 100 mila componenti) degli anni ’70;
dai MSI (Medium Scale: da 100 a 1000 transistor), ai VLSI (Very Large
Scale, oltre un milione di componenti) degli anni ’80.
La rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale e la conseguente involu-
zione dimensionale e materiale, permette la riduzione dei costi di produ-
zione. A partire dal 1981, il microprocessore consente la diffusione del
cosidetto “computer for the rest of use” e delle tecnologie elettroniche
integrate nei beni di consumo di massa con nuove funzioni accessorie.
11
Il primo personal computer, apparso nel 1979 ad opera di Apple , è stato
definito nel 1982 dalla rivista americana Time come “Uomo dell’anno”. In
un quarto di secolo dalla sua introduzione nel mercato, il computer è
diventato12
uno strumento indispensabile e insostituibile per ogni attività
umana . È l’inizio di un’era che cambierà definitivamente le abitudini
umane. Tutti gli oggetti e i servizi legati al mondo dell’informazione, dei
media, della televisione, del cinema, della ricerca scientifica e delle inno-
vazioni tecnologiche integrano i microchip logici di uso generalizzato.
I sistemi informatici vengono applicati progressivamente per usi civili nel
settore delle telecomunicazioni e dei servizi commerciali, finanziari e ban-
cari. La rapida evoluzione della tecnologia microelettronica è caratterizza-
16
ta dall’aumento esponenziale delle prestazioni, della capacità e velocità di

7. M. Bellini, Divisumma 18,


Olivetti, 1973

8. Particolare dei tasti


integrati nella superficie

7. 8.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA

calcolo e dalla contemporanea


13
riduzione delle dimensioni e dei costi, se-
condo la Legge di Moore . Il boom economico del Pc e l’affermazione di
internet negli anni ’80 e ’90, rappresenta il culmine del processo di inno-
vazione basato sull’elaborazione delle informazioni digitali, che invade e
penetra velocemente tutti gli aspetti della vita quotidiana.
L’ultimo decennio di fine del secolo inaugura la “quinta generazione” dei
computer, caratterizzati dall’introduzione della GUI (Graphical User
Interface), l’interfaccia grafica di comunicazione con l’utente. È possibile
utilizzare “oggetti” digitali personalizzabili (menu, bottoni, finestre, ecc.)
da posizionare sullo schermo. La GUI permette di comunicare con tutti i
sensi attraverso la selezione o l’attivazione di icone e di voci di menu
visualizzate sul monitor. Il Pc diventa così un oggetto comune, un disposi-
tivo multifunzione utilizzato in tutti i contesti.

1.2. Il nuovo scenario tecnologico e produttivo


Negli anni ’80, la versatilità del microprocessore di combinarsi con altre
tecniche ha prodotto la pervasività di macchine ibride che integrano cir-
cuiti elettronici con sistemi Laser, fibre ottiche, hardware e software.14
Inoltre, l’integrazione tra computer e macchine a controllo numerico ha
permesso la realizzazione di sistemi automatizzati per lavorazioni indu-
striali complesse la cui flessibilità delle lavorazioni ha modificato il con-
cetto stesso di produzione in serie, secondo il consolidato modello taylo-
rista. Le crisi, che nel ’74-’75, nell’80-’82 e nei primi anni ’90 hanno col-
pito l’economia industriale mondiale rappresentano le difficoltà e le con-
traddizioni del sistema di produzione di massa nei mercati ormai saturi.
L’evoluzione dei bisogni dei consumatori, ostili alla rigidità e all’omologa-
zione della produzione standardizzata, proietta le aziende verso una diver-
sa qualità dei beni di consumo. Contemporaneamente, un complesso
sistema computerizzato razionalizza la gestione economica e lo sviluppo
17
dei prodotti, con la riduzione dei costi totali e forti economie nella elabo-

9. Apple, Machintosh, 1979 10 Apple, GUI (Graphical User Interface), 2001

9. 10.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

razione e trasmissione di dati, dalla fase progettuale a quella realizzativa.


Negli anni ’80 si attua, in tutta la sua complessità, la trasformazione dei
processi produttivi con l’automazione delle macchiene robotizzate nell’in-
dustria automobilistica giapponese. Negli anni ’90 avviene la riorganizza-
zione delle grandi imprese europee e americane per adattarsi al modello
giapponese di “produzione snella” e “fabbrica integrata” della Toyota.
Il nuovo
15
modello si costruisce su strategie16
marketing oriented, sul just in
time , sull’utilizzo di tecnologie CAD-CAM , l’impiego di manodopera alta-
mente specializzata e l’estensione dei controlli di qualità a tutte le fasi del-
la produzione. Il nuovo scenario tecnologico offre nuove opportunità di svi-
luppo produttivo su piccola scala basato sui sistemi elettronici e telema-
tici, che eliminano il vincolo della prossimità fisica tra i luoghi di progetta-
zione, produzione e vendita.

1.3. Gli oggetti ipertecnici e il loro design


A partire dagli anni ’70 il modello produttivo per l’innovazione del proget-
to è stato quello automobilistico. L’integrazione tra scienza e tecnica com-
puterizzata
17
ha determinato un notevole aumento dell’efficienza dei pro-
dotti e della loro complessità materica. La versatilità dei processi ha per-
messo l’attuazione dei TTP (Technology Transfer Program) per il trasferi-
mento delle tecnologie ad altri settori produttivi, come quello dell’illumi-
notecnica, degli elettrodomestici, dell’arredo e della moda.
La diffusione della conoscenza ha stimolato il progresso tecnologico,
attraverso la nascita degli ibridi e delle ricombinazioni che conferiscono ai
prodotti maggiore economicità, prestazioni inedite e una nuova immagine.
Ogni unità analitica può interagire con altre per produrre entità completa-
mente nuove. I componenti meccanici sono progressivamente sostituiti da
quelli digitali, con la riduzione notevole della dimensione degli oggetti.
Cominciano ad apparire tipologie di prodotti-servizio che soddisfano nuove
18
esigenze come i walkman, i telefoni cellulari. Le innovazioni stravolgono la
fisionomia e l’identità delle tipologie oggettuali, la cui riconoscibilità viene

11. M. De Lucchi, Think Pad, IBM, 1992 12. Jonathan Ive, iMac, Apple

11. 12.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA

compromessa per effetto della miniaturizzazione delle parti funzionanti.


Nel 1992 vengono prodotti i primi notebook, come l’Olivetti18Echos o la
serie di ThinkPad della IBM su progetto di Michele De Lucchi .
Il funzionamento degli oggetti non pone più limiti al progetto, i vincoli
dipendono dall’involucro degli oggetti, che tende a omologarsi con la dif-
fusione di “scatole nere”, identificabili solo attraverso la posizione e la
forma di manopole, quadranti e segnalatori. Alla fine degli anni ’90 la Ap-
ple presenta l’iMac, che ha venduto più di 400.000 unità nel primo mese
sul mercato. Disegnato da Jonathan Ive, capo della divisione Industrial
Design della Apple, l’iMac rappresenta la dichiarazione del concept desi-
gn di Jobs esprimendo, attraverso il suo aspetto trasparente e translu-
cente, il fascino intrinseco della tecnologia contenuta.
Privo di floppy, con scheda di rete integrata, il notebook della Apple non è
apribile né espandibile internamente (come il primo Machintosh), ma solo
esternamente tramite la porta USB (Universal Serial Bus). Altro dispositi-
vo digitale di successo commerciale è l’iPod, prodotto sempre dalla Apple,
un lettore multimediale da indossare al collo come un gioiello che ha
sostituito la vecchia tipologia del walkman.
Simbolo della “sesta generazione” dei computer non è più il telefonino,
concetto ormai superato dai nuovi modelli di smart phone19 . Oggi le pre-
stazioni diventano nomadi, potendosi trasferire da un oggetto all’altro. Ciò
rende la configurazione degli oggetti praticamente ininfluente nei processi
di definizione formale. Dal 1989 al 1996 Robert Brunner, dello studio
Pentagram, progetta i nuovi concept design della Apple rappresentati dai
prodotti-servizio pensati per lo scenario domestico, l’iPodWatch, il Wire-
less iPod, il vPod, l’iHome e l’iPhone. Oggetti intelligenti interattivi e multi-
mediali dall’aspetto friendly, dotati di connettività bluethooth e Wi-Fi (Wire-
less Fidelity). Dopo appena trent’anni dalla prima apparizione, all’inizio del
nuovo millennio l’elettronica ha raggiunto la dimensione della scala nano-
metrica e la materia si contrae nella realtà bidimensionale della superfi-
19
cie interattiva, con un notevole risparmio energetico e di risorse. L’intero
processo di progettazione e produzione della realtà artificiale non può più

13. Apple, iBook 14. Apple, iMac G5

13. 14.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

prescindere dalla micro-elettronica e dall’uso diffuso dei computer che


caratterizzano tutti i sistemi digitali con nuove funzioni automatiche flessi-
bili alle mutevoli condizioni ambientali e di utilizzo.
Le nuove entità intelligenti invadono l’habitat e spesso anche la privacy, lo
stile di vita si trasforma e adatta alle continue innovazioni tecnologiche. Gli
oggetti, le superfici, gli ambienti, dalla casa all’ufficio e, persino, lo stes-
so corpo umano diventano interfacce sensibili di un sistema di comunica-
zione in rete connesso in tempo reale, sempre e ovunque, con il resto del
pianeta.

15. Apple, iPhone

20

15.
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA

Note
1. Cfr. Bernhard E. Burdek (1991), Design, storia, teoria e prassi del disegno industriale. Il
confronto che fa Burdek tra la rivoluzione della stampa e quella informatica e telematica si
spiega perché, al pari della stampa, l’informatica ha codificato il sapere, rendendolo più ac-
cessibile attraverso normali canali digitali.
2. Il transistor, contrazione di transfer resistor, è un resistore di trasferimento che conduce,
modula e amplifica un segnale elettrico tramite un semiconduttore.
3. Walter Brattain fu premio Nobel per la fisica nel 1956.
4. William Shockley inventò il transistor a giunzione. La base epistemica consisteva nella
naturale regolarità del comportamento del silicio come semiconduttore, spiegata in termini
di meccanica quantistica da Alan Wilson nel 1931. Gran parte della teoria non fu compresa,
però, che nel 1949, quando Shockley scrisse il libro in cui dimostrava come e perché fun-
zionava il transistor a giunzione.
5. I calcolatori elettromeccanici di prima generazione come il Mark I, realizzato presso
l’Università di Harvard, erano costituiti da macchine di 17 metri di lunghezza, 1,80 di altez-
za, contenevano 800.000 componenti e 80 km di fili, per un peso di circa 5 tonnellate. Il
funzionamento era automatico ma lento poiché funzionava con i relè in uso nelle centrali
telefoniche. Anche nel modello Eniac (Electronic Integrator and Computer) del 1943, com-
missionato dall’esercito degli Stati Uniti d’America all’Università della Pennsylvania, le
dimensioni erano notevoli: 30 tonnellate di peso su una superficie di 150 metri quadrati;
19.000 valvole, altissimi consumi dell’ordine dei 150 kilowatt e dispersioni notevoli di calo-
re, per un considerevole costo di circa un milione di dollari di quel periodo.
6. La cibernetica, termine che fu coniato nel 1947 dal matematico statunitense Norbert
Wiener, studia i fenomeni di autoregolazione e comunicazione, tramite la teoria dell’infor-
mazione, negli organismi naturali e nei sistemi artificiali. Lo sviluppo delle teorie sull’orga-
nizzazione, attraverso l’osservazione del mondo vivente, ha generato un neomeccanicismo
che studia gli organismi viventi come macchine naturali.
7. La teoria dei sistemi, fondata negli anni 1950 da Ludwig von Bertalanffy e William Ross
Ashby, si basa sui principi dell’ontologia, della filosofia della scienza, della fisica, della bio-
logia e dell’ingegneria, trovando poi applicazioni e nuove idee in tutte le scienze, tra cui geo-
grafia, sociologia, scienze politiche, teoria delle organizzazioni, management, psicoterapia,
economia e sistemi intelligenti.
8. Per velocizzare l’assemblaggio in serie, i componenti sono integrati su un supporto pre-
stampato con un processo di incisione fotochimico per ricavare le piste di rame.
9. Del 1961 è il primo video game per computer interattivo creato da Slug Russell, Shag
Graetz e Alan Kotok, studenti del MIT. Venne giocato in tutti i laboratori degli USA, installato
su un DEC PDP-1, visualizzato solo con caratteri sul monitor circolare del sistema. Rappre-
21
sentava lo schema di un arcade spaziale, giocabile da due persone con una specie primor-
diale di joystick. L’unico inconveniente era il costo di una partita di un’ora, di circa 300 dol-
lari americani. Nello stesso periodo la Philips inventa la cassetta audio compatta, un nastro
magnetico che diventerà un media utilizzato su molti home computer dei successivi venti
anni, oltre a diffondere il concetto di ascolto privato della musica con l’innovazione del walk-
man.
10. Una versione ridotta del BASIC venne elaborata per essere installata nei primi computer
domestici a metà degli anni ’70. Gli autori della riduzione furono Bill Gates e Paul Allen. Nello
stesso anno, tramite un progetto in comune tra IBM e General Motors, è stato sviluppato il
CAD (Computer Aided Design): si apre la strada per la progettazione tecnica e il disegno
attraverso l’utilizzo dei computer.
11. Nella valle del silicio, in un garage di Los Altos, nasce il primo il personal computer Apple
progettato da Steven Jobs che lavorava presso l’Atari, una delle prime case produttrici di gio-
chi elettronici, e Stephen Wozniak, uno dei talenti elettronici della Silicon Valley.
12. Il successivo modello della Apple fissa il prototipo di personal computer. Il Machintosh,
progettato da Terry Oyama e Jerry Manock, esprime il concept di un elettrodomestico con-
tenuto, autosufficiente e non espandibile.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

13. Formulata nel 1964 dall’ingegnere Gordon Moore, presidente della Intel, la legge omo-
nima si basa sul principio secondo cui la potenza dei microprocessori cresce in maniera
esponenziale. Tratta dalle osservazioni dello sviluppo tecnologico dell’elettronica, l’ipotesi di
partenza è stata precisata nella legge secondo cui il numero dei transistor di un chip rad-
doppia ogni 18 mesi e, con il downsizing (la diminuzione delle dimensioni degli elementi che
costituiscono un microprocessore), i costi per produrre e commercializzare i dispositivi digi-
tali scendono in maniera proporzionale.
14. Il just in time prevede la riduzione dei tempi per lo sviluppo del prodotto, razionalizza-
zione delle scorte, esternalizzazione delle forniture per componenti specializzati.
15. CAD (Computer Aided Design), CAM (Computer Aided Manufacturing).
16. Per la prima volta, negli anni ’50 al MIT furono sperimentate macchine utensili a coman-
do automatico, per tagliare le lamiere degli aeroplani.
17. L’applicazione del microscopio elettronico a scansione (1965) ha permesso di studiare
meglio la plasticità dei metalli migliorandone le caratteristiche meccaniche e di resistenza,
soprattutto nel campo delle leghe. Per l’industria spaziale vengono realizzate superleghe con
fibre a base di nichel, titanio, berillio.
18. Il sub-notebook IBM, delle dimensioni di 210x148x32 mm e un peso di 1050 grammi,
è alimentato a pile, integra un PC con monitor Lcd, un registratore vocale operativo anche a
computer spento.
19. Gli smart phone sono oggetti-servizio che integrano le funzioni complementari di telefo-
nia mobile, fotocamera digitale, lettore multimediale, sistema satellitare, portale internet, da
cui trasmettere e ricevere e-mail ed effettuare transazioni commerciali.

22

16 Apple, iPod
16.
17. Microchip VLSI

17.
2. Dentro la materia

2.1. Dalla fisica quantistica1


alla svolta olistica
Come afferma Joel Mokyr , il significato della rivoluzione informatica non
consiste solo nel suo impatto diretto sulla produttività, ma soprattutto nel-
l’abbattimento, in misura sensazionale, sia dei costi di accesso che di
immagazzinamento della conoscenza codificata di ogni tipo.
La “tecnologia della conoscenza” influenza, infatti, qualsiasi altra tecnica
perché interviene sul livello economico e sulla capacità di integrazione.
Questo aspetto si è rivelato un catalizzatore per la ricerca scientifica e la
creatività tecnologica del nostro tempo. Con l’introduzione del microsco-
pio elettronico nel 1931, la scienza ha ampliato la conoscenza del mondo
naturale. Dopo decenni di esplorazioni spaziali alla ricerca di forme di vita
aliena, l’uomo ha scoperto che sotto i propri occhi esiste un mondo ine-
splorato che contiene le risposte di cui ha bisogno: il mondo subatomico.
Una dimensione in cui non sono valide le leggi della fisica classica 2
new-
toniana, per la quale tutto deve essere misurabile e prevedibile .
La natura dei “mattoni” che costituiscono la materia ha smentito le aspet-
tative dei ricercatori, che pensavano di trovare piccoli elementi solidi. Essi,
invece, trovarono impalpabili onde di energia in grado di diventare anche
particelle
3
solide. Un paradosso della natura difficilmente spiegabile con la
logica : come può esistere qualcosa che è impalpabile ma che allo stes-
so tempo è tangibile?
La meccanica quantistica, elaborata negli anni ’30, ha permesso di com-
prendere l’organizzazione e il funzionamento della materia a livello sub-
atomico. Il concetto di “quanto”, un pacchetto o unità di energia indivisi-
bile, è stato utilizzato dal fisico tedesco Max Plank per descrivere le pro-
prietà dinamiche delle particelle subatomiche e le interazioni tra radiazio-
25
ni e materia. Inoltre, il modello atomico elaborato da Rutherford evidenziò
che il volume dell’atomo è quasi interamente costituito da spazio vuoto.
Al centro si trova il nucleo, intorno al quale orbitano gli elettroni a velocità
estremamente elevate. Ciò che conferisce
4
all’atomo l’aspetto “solido” è
proprio questo moto a tali velocità . La fisica quantistica ha5 rivoluzionato
la scienza contemporanea contribuendo alla visione olistica della realtà,
che considera tutti i fenomeni6 naturali come parti di una rete universale e
ne studia i reciproci rapporti . Il fisico Wolfgang Pauli, premio Nobel nel
1945, dimostrò l’esistenza di una reale comunicazione dell’atomo come
totalità, come se gli elettroni che lo costituiscono fossero a conoscenza
della posizione e condizione in cui si trovano.
Tali intuizioni hanno permesso lo sviluppo della ricerca sull’infinitamente
piccolo, per svelare ogni alchimia biologica del corpo e della mente. Lo svi-
luppo negli anni ’50 dell’elettronica, delle telecomunicazioni, dei calcola-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

tori e dei robot, della teoria dei sistemi e della cibernetica ha rafforzato la
visione olistica in molti campi7 della scienza e del sapere con i concetti di
“evoluzione” e “complessità” . Dalla8 definizione di informazione, collega-
ta con i principi della termodinamica , la nuova visione ha coinvolto la bio-
logia i cui progressi nel campo molecolare hanno rivelato che, su scala
enormemente più complessa e sofisticata, i sistemi organici 9
sono retti da
leggi analoghe a quelle dei sistemi elettronici complessi .
Indagando i meccanismi di sviluppo dei processi relativi alla crescita, alla
riparazione e allo svolgimento delle funzioni biomeccaniche si sono otte-
nuti importanti risultati nella comprensione delle strutture organiche e dei
biosistemi. Le logiche di selezione e combinazione dei materiali, nei siste-
mi compositi naturali, hanno livelli di complessità avanzati e sono in grado
di fornire prestazioni che si adattano alle mutevoli condizioni.
L’interesse scientifico sui biosistemi sta formulando nuovi concetti e prin-
cipi per creare strutture biomimetiche
10
dalle proprietà modulabili in funzio-
ne della specifica applicazione . La metafora biologica entra nelle teorie
antropologiche di Gregory Bateson, secondo cui il pensiero può essere
interpretato come11
qualcosa che accomuna l’uomo con le strutture natu-
rali. Kevin Kelly prospetta l’inizio di un’era tecno-biologica in cui la poten-
za della tecnica si incontra con la potenza della natura e si fonde con es-
sa, per dar luogo a una seconda natura artificiale. Per comprendere la
complessità del mondo è necessario, quindi, rivolgersi al mondo della
natura. In pratica, più rendiamo meccanico l’ambiente artificiale, più esso
dovrà divenire biologico per continuare a funzionare. Il limite tra tecnolo-
gia e natura tende a essere valicato. Tecnologie sempre più complesse
influenzano in maniera sempre più pervasiva la vita umana e l’ambiente.
Sempre secondo Kelly, il complicarsi della tecnologia e il suo evolversi ver-
so la tecno-biologia tenderà a semplificare, piuttosto che a complicare, la
vita. A differenza della tecnologia industriale degli anni ’50 dal carattere
meccanico “pesante”, la metafora biologica avvicina la tecnologia alla di-
26
mensione umana, la rende più facile da usare. Le conoscenze acquisite
in meccanica, microelettronica, informatica, neuroscienza e biologia han-
no stimolato un approccio multi-tecnologico di tipo biomimetico che simu-
la il comportamento dei sistemi biologici, inclusi gli umani. La natura è

18. Microsensore 19. Microchip per impianto sottocutaneo

18. 19.
DENTRO LA MATERIA

considerata un esperto progettista che risparmia sulla scelta dei materia- 12


li, attento ai dettagli e alla definizione delle modalità di assemblaggio .
Il controllo che effettua si manifesta, ad esempio, attraverso meccanismi
come il cellular feedback che prevede l’aggiunta di materiale esattamente
nelle zone dove è maggiormente richiesto. Le strutture adattive, apparen-
temente fragili e leggere, sono in grado di acquisire robustezza modifican-
do forma e struttura
13
al variare delle sollecitazioni e delle condizioni di eser-
cizio nel tempo , riducendo notevolmente la quantità di energia neces-
saria. L’evoluzione della scienza dei materiali si è indirizzata, quindi, verso
la biomimetica a diversi livelli di scala: 14
il livello della struttura
15
macro-
scopica, della morfologia
16
microscopica 17
, della biochimica , delle
18
logiche
di funzionamento , dell’organizzazione e dei comportamenti .
Lo studio del livello comportamentale dei sistemi biologici è, ad esempio,
quello 19
da cui derivano molti dei concept dei materiali e dei dispositivi intel-
ligenti. I materiali tendono così ad assumere sempre più un aspetto
biologico, incorporando processi e comportamenti che pemettono un
ruolo attivo nell’interazione con l’ambiente. A differenza dei materiali com-
positi, il raggiungimento delle complesse prestazioni non avviene compo-
nendo materiali con diverse proprietà ma intervenendo direttamente sulla
struttura molecolare, tramite anisotropie e discontinuità per ottenere spe-
cifiche funzionalizzazioni.

2.2. Sostenibilità e nano-dimensioni


Tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, il dibattito sulla questione ambien-
tale ebbe come nodo centrale il rapporto tra economia e ambiente.
L’elaborazione di nuovi modelli di sviluppo deriva dalla consapevolezza
che, essendo le risorse esauribili, è necessario preservare la qualità del
patrimonio naturale. Le azioni orientate alla eco-gestione del territorio 20
e
delle attività antropiche hanno sviluppato il concetto di sostenibilità con
27
una visione del mondo in cui perseguire la qualità della vita.
Negli anni ’80, Fritjof Capra, fisico, economista e scrittore austriaco ope-
rante in USA, esperto nel campo delle alte energie, pubblica il suo secon-
do saggio. Scritto durante la crisi socio-economica di quegli anni, Il punto
di svolta traccia un parallelo tra la crisi della fisica nei primi anni del XX
secolo, e l’incapacità delle società contemporanee di affrontare problemi
di portata sistemica e globale, come quelli economici ed ecologici.
La tesi del libro è che, come la fisica ha dovuto abbandonare la visione
riduzionista per indagare l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande,
grazie alla teoria dei quanti e alla relatività, lo stesso si sarebbe dovuto
fare in biologia, economia, medicina e sociologia. Come lui stesso sostie-
ne, il fine non è ribaltare le idee comuni ma integrare le conoscenze deri-
vate dal riduzionismo con le relazioni tra le varie parti (visione sistemica e
olistica). In questo contesto culturale e scientifico, dalla sinergia tra la chi-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

mica, biologia, fisica, informatica, ingegneria e scienza dei materiali, na-


scono le nanotecnologie che sviluppano metodi di21manipolazione dei ma-
teriali e dei sistemi a livello atomico e molecolare .
Negli anni ’90 l’interesse crescente per le nanotecnologie è dovuto alla
possibilità del controllo della materia a livello strutturale, per cui ciascuna
molecola può essere posizionata in modo ordinato. Sulla base della simu-
lazione di fenomeni biologici, fisici e chimici a scala molecolare, la ricerca
ha sviluppato nuovi materiali intelligenti, definiti smart o “funzionali”, ca-
ratterizzati da proprietà elettroniche, chimiche, fisiche e meccaniche inge-
gnerizzabili. Nei materiali smart la funzione è implicita nelle caratteristiche
stesse della struttura atomica o molecolare, secondo il principio per cui a
ogni stimolo indotto (input) segue una risposta attiva e reversibile, che
genera comportamenti variabili e prestazioni mutevoli (output) che si adat-
tano al contesto ambientale. I compositi realizzati con nano-particelle, co-
me nanotubi di carbonio, nanoanelli, nanocristalli, nanofili di silicio miglio-
rano notevolmente le proprietà macroscopiche dei materiali tradizionali.
Ad esempio, le nano-cariche integrate nei polimeri per precipitazione col-
loidale, deposizione per stampa e altri processi, conferiscono maggiore
resistenza meccanica al fuoco e ai raggi UV.
Le applicazioni riguardano la realizzazione di display piatti e flessibili, pro-
dotti cosmetici, tessuti con proprietà antibatteriche, vernici e inchiostri
performanti, sistemi di filtrazione fotocatalitica. L’evoluzione dei materiali
funzionali nel campo delle bio-tecnologie permette di realizzare medicina-
li intelligenti e sistemi drug delivery per il rilascio controllato di principi atti-
22
vi (sensibili ai raggi X, battericidi, indicatori e particelle magnetiche) .
Sono in fase di sperimentazione convertitori di energia ad alta efficienza,
combustibili puliti, rivestimenti ultraduri a basso attrito, materiali ingegne-
rizzati con proprietà elettriche, meccaniche, termiche e ottiche, filtri selet-

28

20. 21.
DENTRO LA MATERIA

tivi, rivestimenti elettrocromici, film opto-elettronici, ecc. L’obiettivo dei


materiali intelligenti è di simulare le capacità auto-assemblanti, auto-dia-
gnostiche e auto-riparanti delle molecole organiche. I processi di produ-
zione delle nanotecnologie si riferiscono a due differenti approcci.
Il metodo top-down, tipico della micro-elettronica, consiste nella lavorazio-
ne per progressiva sottrazione, a partire da una quantità di materiale ma-
croscopica, per raggiungere le dimensioni desiderate con alti livelli di defi-
nizione. Con il metodo bottom-up, attraverso l’aggregazione di singoli a-
tomi e molecole, si formano monostrati nanometrici che si assemblano in
unità più grandi e complesse (come avviene nei sistemi biologici).
La progressiva sostituzione delle tecnologie additive con quelle riduttive e
lo sviluppo dei processi di auto-assemblaggio della materia permettono la
realizzazione di prodotti-servizio intelligenti, in cui la prestazione viene pro-
gettata già nella definizione del materiale a livello molecolare.
In Canada, il Centro di Etica dell’Università di Toronto svolge un’indagine
sugli effetti benefici delle nanotecnologie nei Paesi in via di sviluppo, per
risolvere le emergenze sanitarie e i problemi di approvvigionamento di
energia e acqua, attraverso soluzioni sostenibili per l’uomo e l’ambiente.

20. Nanocavi di carbonio


21. Nano-connessione elettronica
22. Fullerene, molecola naturale in carbonio

29

22.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. Cfr. Mokyr Joel (2004), I doni di Atena. Le origini storiche dell’economia della conoscen-
za, il Mulino, Bologna, pp. 163-165.
2. La fisica classica si basa sul concetto di particelle solide e indistruttibili che si muovono
nel vuoto secondo leggi meccaniche per cui a ogni causa corrisponde un effetto. Conosciuta
con precisione la causa è possibile quindi determinare con altrettanta precisione l’effetto.
L’universo e ogni cosa esistente sono considerati di conseguenza come parte di un sistema
meccanico.
3. Nel 1803 Thomas Young dimostrò che la luce è composta da onde elettro-magnetiche.
Einstein e Plank dimostrarono, invece, la natura corpuscolare della luce in quanto agisce
sulla materia come particella.
4. La meccanica quantistica si occupa di particelle sub-atomiche rappresentate da corpu-
scoli o onde di energia.
5. Successivamente, Bohr formulò un modello dell’atomo in cui l’elettrone si poteva muo-
vere solo sulle orbite che soddisfacevano le condizioni di quantizzazione delle particelle. Un
quanto è l’unità indivisibile di energia che può assumere la particella.
6. Il termine holism compare nel 1921 nel libro di Cristian Smuts (un politico sudafricano)
Holism and Evolution. I concetti sono sviluppati negli anni ’50 da Bohm, Prigogine e Bateson.
Per l’Enciclopedia Britannica l’olismo è «una teoria che fa dell’esistenza di “totalità” una con-
figurazione fondamentale del mondo. Esso considera gli oggetti naturali, sia animati che ina-
nimati, totalità e non semplicemente raccolta di elementi o parti. Questi corpi o cose non
sono assolutamente divisibili in parti, in un modo o in un altro essi sono una totalità che
vale più della somma delle parti.»
7. Questa visione, che apre la strada ai temi della complessità, deriva dalla tesi che l’os-
servatore di un fenomeno costituisce parte integrante del sistema che si osserva. Il con-
cetto di sistema in queste teorie assume un’estrema importanza perché fornisce una pre-
ziosa chiave di lettura per la complessità.
8. La teoria della complessità studia il comportamento dei sistemi caratterizzati da elemen-
ti numerosi e diversi tra di loro con connessioni non lineari.
9. I principali contributi che riguardano la moderna termodinamica si devono a Ilya Prigogine,
premio Nobel per la chimica nel 1977, che ha rivoluzionato, a partire dagli anni ’50, questo
campo della fisica. I concetti di auto-organizzazione della materia e di entropia (grado di disor-
dine di un sistema fisico isolato) hanno permesso importanti applicazioni in chimica, biolo-
gia e persino nella teoria matematica del traffico automobilistico. Di particolare importanza
è il concetto di struttura dissipativa che scambia energia con l’ambiente esterno e, pur pro-
ducendo entropia (disordine), è capace di auto-strutturarsi acquisendo una qualche forma di
organizzazione interna. La scoperta delle “reazioni oscillanti” in chimica e in biochimica ha
30
permesso gli sviluppi pratici di queste strutture. I concetti elaborati da Prigogine spiegano
molti processi biologici degli organismi viventi in quanto sistemi termodinamici aperti. Le
strutture dissipative, infatti, manifestano un duplice comportamento. In condizioni prossime
all’equilibrio, l’ordine tende a essere distrutto. Lontano dall’equilibrio, si genera ordine e si
formano nuove strutture. Ciò dimostra un possibile meccanismo per la creazione di ordine
a partire dal disordine tipico dei fenomeni biologici.
10. Come ha osservato Ashby W. R., (1971): «Agli inizi del secolo, con gli esperimenti di
Ronald Fischer sui suoli coltivati, si è visto chiaramente che esistono sistemi complessi che
non permettono in alcun modo di variare un fattore alla volta, perché sono così ricchi di inter-
connessioni dinamiche che la variazione di un singolo fattore provoca la variazione imme-
diata di altri fattori, e probabilmente di molti altri fattori.» Problema analogo si pone nello stu-
dio degli organismi viventi, e soprattutto dell’uomo in ambito psicologico, socioculturale, poli-
tico, religioso.
11. Nel 1989 l’Army Research Office organizzò il workshop “Biostructures as composite
materials” riguardo l’organizzazione gerarchica delle strutture nei biosistemi. Da ciò derivò
lo sviluppo di nuovi materiali bio-mimetici basati su principi progettuali organici.
DENTRO LA MATERIA

12. Kevin Kelly scrittore americano, fotografo, ambientalista, esperto di cultura digitale, è
stato fondatore di Wired.
13. La ragione per cui gli atomi si sistemano in modo così regolare nel cristallo è semplice:
la materia si facilita il più possibile la vita. Disporsi secondo una struttura ordinata è la solu-
zione più comoda.
14. Il Santa Fe Institute, fondato nel 1984, è uno dei centri di ricerca più importanti sulla
teoria della complessità, dedicato allo studio dei sistemi complessi adattativi CAS (Complex
Adaptive Systems), in grado di imparare dall’esperienza evolvendosi nel tempo, come gli
organismi viventi.
15. Come il velcro, che imita la forma a uncino degli aculei di alcune piante infestanti, il tes-
suto Fastskin della Speedo imita le squame degli squali e conferisce idrodinamicità.
16. Studiando la sostanza colloidale che tiene uniti i gusci di alcuni mitili.
17. Come i meccanismi di termoregolazione del pinguino, il rivestimento della madreperla e
i processi di crescita di denti e e delle corna.
18. Il corno del rinoceronte, ad esempio, è costituito da materiale autorigenerante, morbido
ma resistente alla compressione e tenace in superficie.
19. Molti tessuti naturali hanno comportamenti reattivi, si contraggono e si estendono in
risposta a stimoli esterni come il calore, la luce, le reazioni chimiche.
20. Sono in fase di sviluppo sensori tattili che permettono di rilevare le caratteristiche super-
ficiali e le proprietà meccaniche dell’epidermide, come le sensazioni di caldo/freddo, asciut-
to/bagnato, liscio/ruvido, duro/morbido.
21. Il concetto di sviluppo sostenibile, contenuto nel Rapporto Our Common Future (1987)
della World Commission on Environment and Development (Commissione Bruntland), “garan-
tisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazio-
ni future riescano a soddisfare i propri”.
22. La strada allo sviluppo delle nanotecnologie si è aperta negli anni ’80 anche grazie alla
messa a punto del microscopio a scansione a effetto tunnel, strumento in grado non solo
di visualizzare i singoli atomi di un cristallo ma anche di muoverli.
23. Nel campo medico sono stati progettati biomateriali in grado di sostituire o riparare tes-
suti soffici (protesi per tendini, legamenti, dischi intervertebrali), tessuti duri (piastre per
osteointegrazione, protesi d’anca, sostituti ossei iniettabili), fluidi biologici (soluzioni viscoe-
lastiche per visco-chirurgia e visco-supplementation) e bio-materiali in grado di favorire la
ricrescita cellulare (scaffolds per rigenerazione tissutale per le protesi bio-compatibili, che
integrano dispositivi con le proprietà meccaniche e sensoriali della pelle umana) nonché
dispositivi per il rilascio controllato dei farmaci (drug delivery).

31
23. Nanomotore atomico

23.
24. Microsensore

24.
3. Smart material

3.1. Materiali intelligenti


Sono definiti smart quei materiali “funzionali” che, all’applicazione di un
input esterno come un campo di forze o uno stimolo ambientale, reagi-
scono con il cambiamento della struttura, composizione, funzione o
forma. La caratteristica principale consiste nella capacità di percepire gli
stimoli esterni e reagire di conseguenza, adattandosi ai cambiamenti delle
condizioni ambientali in modo reversibile.
Il livello di complessità di integrazione dei materiali smart identifica le
diverse tipologie di intelligenza artificiale. Dai semplici materiali funziona-
li si realizzano, infatti, i dispositivi costituiti dai sensori e dagli attuatori in
grado di percepire gli stimoli esterni e di reagire in modo automatico con
comportamenti adattivi. I dispositivi sono indispensabili per realizzare i più
complessi sistemi intelligenti in grado di svolgere specifiche esigenze fun-
zionali in base al contesto ambientale e alle condizioni di esercizio.
L’integrazione dei sensori permette, ad esempio, di monitorare lo stato di
un sistema elettronico e di rilevare parametri ambientali specifici.
Gli attuatori permettono di modificare alcune proprietà del materiale stes-
so ottenendo adattamenti automatici e controllati come nei sistemi MEMS
(Micro-Electro-Mechanical System). I dispositivi sono integrati in oggetti
interattivi e multifunzionali, nelle superfici sensibili e interattive (smart
object). La successiva integrazione dei dispositivi e dei sistemi nelle strut-
ture complesse, configura gli ambienti sensibili (responsive environment)
e gli edifici interattivi (interactive architecture) e comunicativi (mediabuil-
ding). Tutte le entità smart sono caratterizzate dal principio comune per
cui ogni input genera un output quindi ad ogni stimolo, ambientale o indot-
to, segue una risposta con una reazione reversibile e un comportamento
adattivo. I principali settori di applicazione dei materiali intelligenti integrati 33
nei dispositivi, nei sistemi e nelle strutture, riguardano i campi della medi-
cina, bioingegneria e biotecnologia, dei trasporti, delle telecomunicazioni,
degli sport agonistici e delle attività in condizioni estreme. La diffusione
sempre maggiore dei dispositivi e dei sistemi smart in oggetti di uso
comune e in molte attività quotidiane, sta configurando una nuova realtà
artificiale in cui il design assume i materiali intelligenti come elementi di
un nuovo linguaggio progettuale.
Gli oggetti, le superfici, i tessuti, gli ambienti si relazionano con i sensi e
con il corpo umano, migliorando le prestazioni e l’esperienza soggettiva
nella relazione d’uso e nel rapporto di interazione uomo-macchina.
Il design diventa interattivo, sensibile, comunicativo, cosciente, adattivo,
responsabile, in una parola smartness. Il nuovo concept design si pone
l’obiettivo di migliorare la qualità della vita degli utenti nelle attività quoti-
diane e difendere l’ambiente per uno sviluppo sostenibile.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

I materiali intelligenti sono classificati in base al tipo di stimolo (input) o


al tipo di reazione reversibile conseguente (output). I materiali sono sen-
sibili agli stimoli esterni indotti dai campi di forza elettrici, magnetici, mec-
canici e termici. I materiali smart, inoltre, reagiscono ai minimi cambia-
menti dei parametri ambientali quali la temperatura, il pH, l’umidità, la
luminosità, il rumore, la presenza di sostanze nocive). Generalmente, si
distinguono in base al tipo di risposta che forniscono e che spesso coin-
cide con la funzione che svolgono. La reazione genera un comportamen-
to di adattamento allo stimolo che causa la trasformazione delle proprietà
intrinseche del materiale, quali la viscosità, la costante dielettrica, la resi-
stenza elettrica, ecc. Esistono, quindi, materiali che cambiano colore,
cambiano forma, cambiano temperatura, convertono la luce, emettono
luce, trasportano la luce, si muovono.
In base al tipo di reazione agli stimoli esterni, i materiali intelligenti si pos-
sono classificare in sette gruppi funzionali:

Materiali che cambiano colore


Cristalli liquidi
Elettrocromici
Fotocromici
Termocromici

Materiali che cambiano forma


Ferrofluidi
Elettroreologici
Magnetostrittivi
Polimeri a cambiamento di fase
Smart gel
25. Sensore flessibile 26. Sensore in film sottile adesivo

34

25. 26.
SMART MATERIALS

Materiali che cambiano temperatura


PTF (Polymer Thick Film)
Termoelettrici

Materiali che convertono la luce


Fotoelettrici
Fotovoltaici

Materiali che emettono luce


Elettroluminescenti
Fluorescenti
Fosforescenti
Laser
Led
Oled
Plasma

Materiali che trasportano la luce


Fibre ottiche

Materiali che si muovono


Elettroattivi
Elettrostrittive
Leghe a memoria di forma
Piezoelettrici
Piezoceramici
Polimeri a memoria di forma
Polimeri conduttivi

27. Dispositivo MEMS in array 28. MEMS, induttore polimerico

35

27. 28.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

3.2. Smart Device


I dispositivi intalligenti sono classificati in base alla funzione che svolgo-
no (attuatore) o alla caratteristica che rilevano (sensore). Gli attuatori
sono un tipo di trasduttore che trasforma uno stimolo esterno in input,
come un campo di forze elettro-magnetico, meccanico o un qualsiasi
parametro ambientale, in un movimento controllato e predeterminato.
Un attuatore
1
è un dispositivo attraverso cui un agente intelligente arti-
ficiale , che integra un’unità di controllo elettronica (CPU), è in grado di
interagire con l’ambiente eseguendo automaticamente azioni e moti.
Il processo di miniaturizzazione, che ha caratterizzato lo sviluppo della
microelettronica, permette oggi di realizzare gli innovativi MEMS (Micro
Sistemi Elettromeccanici) integrati a scala altamente miniaturizzata
(VLSI). I dispositivi intelligenti, con dimensione nell’ordine dei micron,
sono depositati su un substrato di silicio con tecnologie nanometriche
associando le proprietà elettriche dei circuiti integrati a semicondutto-
re con quelle ottiche e meccaniche dei materiali smart.
L’integrazione di un microprocessore nel dispositivo permette l’elabo-
razione dei dati rilevati e l’attuazione controllata e automatica che
serve per adattare il sistema alle 2
specifiche esigenze funzionali e alle
mutevoli condizioni di esercizio . La tecnologia dei MEMS è attualmen-
te applicata per realizzare dispositivi per specifiche funzioni elettroni-
che, ottiche, biologiche, chimiche e meccaniche opto-elettronici, come
gli specchi deformanti e le lenti oscillanti usate come accelerometri di
precisione, i commutatori per segnali Laser, gli interferometri, i senso-
ri inerziali per misure sofisticate e per i telescopi, i proiettori e i display
avanzati, gli scanner retinici. I MEMS di tipo elettrostatico, elettroma-
gnetico e idraulico sono utilizzati, ad esempio,
3
in molti settori indu-
striali per la loro efficienza e affidabilità . Alcuni attuatori, realizzati in
polimeri elettroattivi e materiali piezoelettrici, sono applicati come
micromotori elettrici e pistoni idraulici.
36
Uno dei più avanzati centri di ricerca e sviluppo dei MEMS in Europa è
rappresentato dal Polo Tecnologico del Gruppo Olivetti Tecnost, in Valle
d’Aosta. L’attività principale del centro riguarda la progettazione di
sistemi e accelerometri MEMS per lo sviluppo e l’integrazione dei siste-
mi intelligenti in arti robotici e protesi biomeccaniche.
La rapida evoluzione tecnologica e lo sviluppo della ricerca nel campo
dei materiali smart permette di realizzare gli sperimentali NEMS (Nano
Electro Mechanical System), in cui la scala dimensionale dei compo-
nenti elettronici è quella del nanometro. Attualmente, lo sviluppo dei
MEMS rappresenta la direzione di innovazione in cui il concetto di nano-
tecnologia diventa una realtà con applicazioni pratiche in grado di rivo-
luzionare il mondo industriale e quello di intere categorie di prodotti-
servizio interattivi, caratterizzati da estrema leggerezza, consumi ener-
getici minimi e dimensioni infinitesimali. Un sensore è un particolare
SMART MATERIALS

tipo di trasduttore, ovvero un dispositivo che trasforma la grandezza


fisica che si vuole valutare in un segnale di natura diversa per essere
misurato e memorizzato elettronicamente. Il dispositivo percepisce una
condizione fisica e i suoi cambiamenti nel tempo, fornendo informazio-
ni dirette dei dati tramite un convertitore analogico-digitale, un compu-
ter e un display, in modo tale che il valore rilevato possa essere inter-
pretato facilmente.
I sensori misurano i fenomeni meccanici (suoni, accelerazioni e pressio-
ni), termici (temperatura, flusso di calore), biologici (potenziale cellulare),
chimici (pH), ottici (intensità della radiazione luminosa, spettroscopia),
magnetici (intensità di flusso). Negli intervalli di tempo determinati, il
dispositivo percepisce le variazioni dei parametri ambientali traducendo-
le in grandezze fisiche, generalmente impulsi elettrici interpretati dal
microchip integrato e tradotti in una reazione reversibile dagli attuatori.
La maggior parte dei sensori sono applicati in medicina, nell’industria
robotica e, recentemente, anche negli oggetti di uso comune.
I dispositivi in commercio spesso integrano anche alimentatori, amplifica- 4
tori di segnale, dispositivi di comunicazione remota e interfacce grafiche .
Dalle prime applicazioni relative alla strumentazione di misura in medici-
na, nell’industria militare e aerospaziale, il rapido sviluppo della microe-
lettronica ha determinato la diffusione dei sensori in ogni settore produt-
tivo. I dispositivi di rilevazione sono classificati in base al principio di fun-
zionamento, al tipo di segnale in uscita, e al tipo di grandezza fisica che
misurano. Generalmente i sensori sono identificati in base al tipo di ener-
gia o parametro che rilevano e, nello specifico, si distinguono in:

- sensori biometrici: rilevano la caratteristica di una specifica zona del


corpo come la conformazione della retina, i potenziali elettrici della
pelle, la temperatura, la pressione del sangue, l’umidità, la respira-
zione
37

29. MEMS, accelerometro 30. MEMS, attuatore

29. 30.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

- sensori di calore: bolometro, calorimetro


- sensori chimici: biosensori che si basano su organismi viventi o com-
ponenti come i micro-organismi, i tessuti, gli ormoni, gli anticorpi, gli
enzimi
- sensori elettrici: amperometro, galvanometro, wattometro, ohmmetro,
elettroscopio a foglia, voltmetro, multimetro
- sensori di distanza: combinazione di una fotocellula con un Led o un
Laser, usati nei dispositivi con lenti autofocus, negli strumenti di misu-
razione e nella robotica
- sensori di gas e flusso: anemometro, fluimetro, gasometro, pluviometro
- sensori di luce: fotocellule, fotodiodi, fototransistor, tubi fotoelettrici,
CCD, CMOS, radiometro di Nichols, fotomoltiplicatore
- sensori magnetici: bussola magnetica, bussola flux gate, magnetome-
tero
- sensori meccanici: sensori di posizione, di rotazione, estensimetro
- sensori di movimento: radar, velocimetro, tachimetro, odometro
- sensori di orientamento: orizzonte artificiale, giroscopio Laser
- sensori di particelle subatomiche: scintillometro, camera a nebbia,
camera a bolle, camera di ionizzazione
- sensori di pressione: altimetro, barometro, barografo, flussimetro,
variometro
- sensori di prossimità: tipo di sensori di distanza che rilevano una atti-
guità specifica
5
attraverso la combinazione di una fotocellula con un Led
o un Laser
- sensori di radiazione: contatore Geiger, dosimetro
- sensori di suono: microfoni, idrofoni, sensori sismici 6
- sensori di temperatura: termometri, termocoppie, termistori .

31. Microchip per sistemi MEMS

38

31.
SMART MATERIALS

Note
1. Un agente intelligente, come un robot, è una struttura artificiale composta da un softwa-
re un hardware integrati con sensori e attuatori che, in funzione delle percezioni, azioni, obiet-
tivi e applicazioni specifiche; è in grado di adattarsi alle variazioni dell’ambiente circostante
e delle condizioni di esercizio.
2. I sensori percepiscono i fenomeni biologici, elettromagnetici, meccanici, ottici e termici. I
dati sono elaborati dal microprocessore che monitorizza lo stato del sistema. Gli attuatori
reagiscono agli stimoli esterni in modo automatico adattandosi alle sollecitazioni, in base
all’applicazione specifica, con filtrazioni, movimenti, posizionamenti, pompaggi, ecc.
3. I microattuatori elettrostatici, integrati su un wafer di silicio, sono costituiti da due piatti
piani paralleli il cui funzionamento si basa sul principio della forza di Coulomb. Queste forze
determinano un’attrazione fra due corpi aventi cariche opposte, con la tendenza a riallinea-
re i piatti dopo uno spostamento relativo. Negli attuatori elettromagnetici per il controllo della
forza e della velocità, basati sulla forza di Lorentz, l’intensità del campo magnetico genera-
to è proporzionale alla corrente e al numero di spire che costituiscono l’avvolgimento. Nella
maggior parte dei casi si utilizzano bobine costituite da una spirale singola attraverso la tec-
nica LIGA. Gli attuatori idraulici si distinguono nel tipo a pistone, a camera elastica e a tur-
bina. A parità di volume, riescono a generare una forza maggiore rispetto gli altri attuatori
elettromagnetici e statici. Gli attuatori elastici sono formati da un tubo cilindrico in cui sono
ricavate tre camere parallele a pressione controllata. Gli attuatori di tipo a microturbine sono
facili da realizzare ma hanno una minore efficienza a causa dell’attrito sviluppato.
4. Nei trasduttori di pressione il sensore è costituito da una membrana su cui è stato appli-
cato un ponte estensimetrico. I sensori possono essere collegati con un’interfaccia grafica
di comunicazione. L’elaborazione dei dati avviene attraverso la conversione analogico-digita-
le che traduce il segnale elettrico in dati digitali memorizzati su un microchip.
5. I sensori di prossimità di tipo induttivo sono composti da un circuito oscillante LC (com-
posti da induttanza L e da capacità C), un selettore di segnali e un amplificatore di commu-
tazione. La bobina del circuito oscillante genera un campo elettromagnetico alternato ad alta
frequenza, che viene emesso sulla superficie attiva del sensore. Quando un oggetto metalli-
co si avvicina al dispositivo, vengono generate correnti che sottraggono energia al circuito
oscillante. Il selettore di segnali converte le informazioni in un segnale di commutazione uni-
voco. I sensori di prossimità di tipo capacitivo riconoscono sia oggetti metallici che polimeri-
ci. La distanza di commutazione è direttamente proporzionale alla costante dielettrica del-
l’oggetto da rilevare. I sensori vengono applicati, ad esempio, per il controllo della presenza
durante i processi di imballaggio. I sensori di prossimità magnetici rilevano oggetti anche a
elevate distanze con applicazioni che riguardano la presenza di sostanze aggressive anche
in presenza di temperature elevate e attraverso una parete di protezione in Teflon o plastica.
39
6. Il termistore (thermal sensitive resistor) è un dispositivo per il rilevamento della tempe-
ratura utilizzato per applicazioni industriali e di automazione. I dispositivi si basano sull’ef-
fetto Joule per cui, al passaggio di corrente elettrica, la variazione della temperatura di un
materiale (conduttore o semiconduttore) modifica la sua resistenza e la quantità di energia
dissipata. I termistori sono composti da semiconduttori che diminuiscono la resistenza
all’aumento di temperatura, mentre le termoresistenze sono composte da conduttori metal-
lici (platino) che aumentano la propria resistenza in funzione della temperatura. Attraverso il
drogaggio dei composti, è possibile modificare la struttura dei semiconduttori per renderli
sensibili alla temperatura come i conduttori.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI
LE SCHEDE
Microsoft Corporation
Milan Surface computer, tavolo interattivo
Schermo Lcd touch-screen, sensore di posizione e pressione, CPU
Microsoft, 2007

Milan Surface è il sistema intelligente rea- giocano insieme. Surface interagisce con
lizzato da Microsoft che introduce l'innova- altri dispositivi elettronici posti sulla super-
tivo concetto di Surface Computing, un ficie interattiva sensibile, con cui si con-
nuovo modello di computer interattivo in nette attraverso sistemi wireless, blue-
cui la comunicazione avviene attraverso la tooth e IrDA. Il sistema è dotato di video-
voce e il tatto, eliminando definitivamente camere che registrano gli oggetti e i movi-
mouse e tastiere. Dopo 5 anni di speri- menti sulla superficie, un sistema a infra-
mentazione, Surface è stato presentato rossi (IR), un proiettore digitale per visua-
alla "All Things Digital Conference" in Ca- lizzare le immagini. È possibile scaricare e
lifornia. L’innovativa piattaforma digitale condividere, ad esempio, i dati del telefo-
rivoluziona il concetto di comunicazione nino semplicemente poggiandolo sulla
uomo-macchina configurando nuovi scena- superficie sensibile. L’interfaccia grafica
ri di interazione. Il dispositivo si presenta permette di disegnare con le mani, immer-
come un tavolino con uno schermo a cri- gendo direttamente le dita nel colore vir-
stalli liquidi (Lcd) touch-screen da 30” che tuale e tracciando le linee sulla superficie
permette agli utenti di toccare e muovere tattile. Il sistema Surface rappresenta una
gli oggetti virtuali sullo schermo. La moda- NUI (Natural User Interface), un concetto
lità multi-touch percepisce fino a 52 sti- che esprime la modalità naturale per gli
moli tattili simultanei, come 4 persone che utenti di interagire con i contenuti digitali.

43
Philips Design Center
In-form health monitor, sistema di monitoraggio sanitario
Schermo Lcd, sensore biometrico, CPU
Philips, 2006

“Sense and Simplicity” è il nuovo concept po. Il sistema interattivo è adatto sia per
design, elaborato dal Design Center della ambienti domestici quali il bagno, la came-
Philips, che configura una serie di scenari ra da letto, che i luoghi pubblici come le
futuri in cui la semplicità e l'usabilità sono palestre, centri di benessere e riabilitazio-
fattori fondamentali per la qualità della ne. L'assistente sanitario digitale aggiorna
vita. L’innovativa generazione, composta sulle condizioni generali in tempo reale,
da 15 sistemi intelligenti, è stata presen- suggerendo un corretto regime alimentare
tata nel 2006 in occasione del “Simplicity da seguire e i controlli medici da fare in
Event” a Londra presso l'ExCeL Exhibition caso di necessità, come un medico di fami-
Centre. Il progetto In-Form, della categoria glia. In-Form migliora la conoscenza sulle
“Listen to your body”, rappresenta il nuovo personali condizioni fisiche e di salute, aiu-
concetto di personal healthcare. Il sistema tando a prevenire i problemi di peso e le
di monitoraggio dello stato di salute è patologie collegate ai disturbi alimentari
composto da biosensori che percepiscono come l'anoressia o la bulimia, considerati
i parametri fisici quali il peso, la massa come i mali del nuovo millennio. Il sistema
grassa, la temperatura corporea, la pres- agisce direttamente sul nostro life-style, le
sione del sangue e il livello di idratazione. abitudini quotidiane da cui dipende la
L'interfaccia grafica di comunicazione è nostra salute. Il sistema interattivo stimola
integrata in uno specchio con display a cri- la creazione di uno stile di vita più salutare,
stalli liquidi per visualizzare i dati rilevati e contribuendo, quindi, a migliorare notevol-
la statistica della loro variazione nel tem- mente la qualità della vita.

44
Uvex Design
F1 Magic Goggles “click & see”, occhiali fotocromici
Cristalli liquidi, film in polimero conduttivo
Alpha Micron, 2004

Nella pratica degli sport invernali, la visi- inseriti tra un doppio strato di filtri neutri
bilità è uno degli elementi che influenza e flessibili, e un film conduttivo.
maggiormente la performance atletica. L’implulso di una corrente a bassa ten-
L'intenso biancore delle piste e le repen- sione causa la reazione elettrocromica dei
tine variazioni di luminosità, dovute agli cristalli liquidi che alterano le caratteristi-
agenti atmosferici, costituiscono una diffi- che ottiche dei filtri. La variazione dell'in-
coltà per le prestazioni di sciatori e snow- dice di trasmissione della luce è pratica-
boarder. La nebbia e la luce diffusa richie- mente istantanea. Quando il dispositivo è
dono occhiali da sole con un alto contra- disattivato, i cristalli si allineano in senso
sto, per poter vedere gli ostacoli a distan- verticale alla superficie dei filtri, con una
za. Al contrario, in condizioni di alta lumi- gradazione di colore chiara e tenue che
nosità diretta, necessitano lenti scure che permette il passaggio della luce. Quando
evitino abbagliamenti e riflessi, proteg- il sistema viene attivato, lo stimolo elettri-
gendo gli occhi dai raggi solari. La società co modifica la struttura molecolare dei cri-
americana Uvex ha realizzato un innovati- stalli liquidi da una configurazione lineare
vo modello di occhiali da sci che soddisfa ad una a spirale. Ciò causa la variazione
entrambe le esigenze in un'unica soluzio- di colore e la differenza di trasmissione
ne. Il modello F1 Magic Goggles integra i della luce. Il sistema sensibile è attivato
filtri VALiD (Variable Attenuation Liquid da un comando manuale posto sul bordo
Crystal Device) sviluppati da Alpha Micron della mascherina. I consumi sono estre-
Inc. per i piloti dell'US Air Force. I filtri mamente ridotti (6 volt) e relativi alla sola
intelligenti si adattano alle mutevoli con- fase di attivazione dei filtri a cristalli liqui-
dizioni di luce con una variazione istanta- di per la mutazione di colore. Nel 2004 la
nea e reversibile da uno stato trasparente rivista americana "Popular Science" ha
al filtro scuro. Le lenti VALiD sono realiz- inserito gli occhiali sensibili nella selezio-
zate con un composito in cristalli liquidi, ne tra i "Best of What's New".

45
Panoptx Sunglasses
Day & Night, occhiali fotocromici
Filtro fotocromico, NXT
Intercast Europe, 2006

Nel 2002 la società californiana Panoptx, cromic” in grado di adattarsi a ogni condi-
produttrice di occhiali da sole per lo sport, zione di luce. I filtri sono stati utilizzati nel
in collaborazione con la Intercast Europe, nuovo modello di occhiali Day & Night che,
leader mondiale nella produzione di filtri in condizioni di luce diretta, si oscurano
solari in resina organica, ha sviluppato un gradualmente. Con scarsa luminosità, inve-
nuovo modello di lenti fotosensibili. I labo- ce, tornano allo stato iniziale trasparente. I
ratori di ricerca e sviluppo di Intercast filtri fotocromici reagiscono automatica-
hanno sperimentato l’innovativo materiale mente in base alla quantità di raggi UV.
NXT, un monomero a base di poliuretano, L'intensità del colore delle lenti si adatta
che garantisce ottime proprietà ottiche, alla luminosità dell'ambiente, con un indice
comfort visivo, leggerezza, stabilità termi- di trasmissione variabile tra 25% e 85%. I
ca e meccanica. I filtri in NXT sono ottenu- filtri, leggeri e sottili, possono essere rea-
ti per colata, tecnologia che permette lizzati attraverso tre processi di lavorazio-
caratteristiche ideali per produrre lenti ne. Nel primo, il rivestimento superficiale
senza l'effetto arcobaleno visibile nel poli- fotocromico è applicato sulla parte conves-
carbonato. La compatibilità del NTX con i sa della lente tramite spin coating. Il secon-
pigmenti fotocromici ha permesso di rea- do trattamento avviene per impregnazione.
lizzare i filtri “Pure Tec Polarized Photo- Nell’ultimo i pigmenti fotosensibili sono
aggiunti direttamente nel polimero in
pasta.

46
Fioravanti
Ferrari Superamerica, tettuccio revocromico
Vetro elettrocromico
Saint Gobain Security, 2005

La Superamerica è stata presentata ai Sa- to trasparente a uno scuro in meno di un


loni di Los Angeles e di Detroit nel 2005. minuto, schermando l'intensità della luce
L’innovativo tettuccio della coupé è il e il calore trasmessi all'interno dell'abita-
risultato della collaborazione tra la Ferrari colo. ll vetro elettrocromico, esempio pra-
e la Saint Gobain Security, leader mon- tico di smart window, assicura elevata
diale nella produzione di vetri per auto- protezione dalle radiazioni ultraviolette
veicoli. Il sistema di copertura a rotazio- (UV) e infrarosse (IR). Il dispositivo per-
ne, realizzato in fibra di carbonio, è sen- mette il controllo della qualità del micro-
sibile alla luce. Il tettuccio intelligente è ambiente per mantenere un comfort inter-
stato brevettato con il nome di “revocro- no ottimale in base alle esigenze perso-
mico” dalla Fioravanti, società torinese di nali. Il sistema revocromico apre e chiude
progettazione e servizi per l'industria dei il tettuccio dell’auto in appena dieci se-
trasporti. Il vetro elettrocromico installato condi, con un semplice cinematismo a ro-
nel tettuccio è in grado di cambiare colo- tazione su un fulcro unico, posto all'altez-
re in base alle condizioni di luminosità za del lunotto. Il tetto aperto è fissato sul
ambientali. La gradazione del filtro sensi- cofano posteriore, lasciando inalterata la
bile è regolata manualmente, da uno sta- capacità di carico del baule.

47
E-Ink Corporation
Librié Electronic Paper Display, libro elettronico
Inchiostro elettrocromico, carta elettronica, film in polimeri conduttivi, CPU
Sony Corporation, Polymer Vision, 2004

In occasione del "IDC European IT Forum", opera in un ambiente liquido ed elettrico.


il convegno europeo sulle ICT (Information Gli elementi funzionali dell'E-Ink sono com-
and Communication Technology) tenutosi a posti da microcapsule con pigmenti elet-
Parigi nel 2005, Nicholas Negroponte, di- trocromici, che reagiscono agli stimoli elet-
rettore del Media Lab del MIT di Boston, trici a bassa tensione. Le molecole diven-
ha presentato la prossima generazione di tano nere o bianche a seconda che riceva-
Tablet PC. Il dispositivo applica la tecnolo- no cariche elettriche positive o negative. I
gia dell'inchiostro elettronico (E-Ink) il cui ricercatori della Polymer Vision, l'unità di
principio di funzionamento si basa sull'ef- ricerca e sviluppo della Royal Philips
fetto elettroforetico bistabile. Il Media Lab Electronics, hanno sviluppato la tecnologia
è stato il pioniere nella ricerca sulle pro- E-Ink con il brevetto del PV-QML5, un di-
prietà dell'E-Ink e la sperimentazione delle spositivo digitale di piccole dimensioni,
applicazioni pratiche. La successiva inno- sottile e ultraflessibile. Con un raggio di
vazione della carta elettronica (E-Paper) è curvatura di soli 2 cm il dispositivo può
stata sviluppata dalla società americana E- essere anche arrotolato. La struttura è
Ink fondata nel 1997 da alcuni ricercatori composta da un sandwich di origine orga-
del MIT. Il dispositivo integra un sistema di nica formata da una superficie posteriore,
trasmissione elettrica che consente di dello spessore di 25 micron, contenente
visualizzare testi e immagini digitali con l'elettronica polimerica che regola i pixel, e
effetti del tutto simili a quelli della carta da uno strato anteriore in inchiostro elet-
stampata. Lo schermo è realizzato con un tronico riflettente, dello spessore di 200
composito multistrato a film sottile, che micron, sviluppato dalla E-Ink Corporation.

48
49

Il display a matrice attiva ha un effetto Led ad alta efficienza e dall’elevato con-


monocromatico, a 4 gradazioni di grigio, trasto di immagine con una definizione di
con una risoluzione di 320x240 pixel. Lo 170 dpi (punti per pollice), permette un
schermo risulta luminoso e leggibile con ingrandimento del testo fino al 200%. Per
un alto contrasto anche in condizioni di visualizzare le pagine è sufficiente preme-
luce diretta. Sviluppando l’innovazione tec- re un tasto sul display che attiva l’inchio-
nologica, la Sony Corporation, in collabora- stro elettrocromico. Collegando il Libriè al
zione con la Royal Philips Electronics e la personal computer si possono scaricare
E-Ink, ha realizzato nel 2004 il primo testi elettronici direttamente dal web. I
Reader E-book. Il Libriè EBR-1000 Elect- futuri sviluppi del E-Book prevedono l'au-
ronic Paper Display è un libro elettronico di mento della memoria digitale per la visua-
formato tascabile, che contiene la memo- lizzazione di video, l'integrazione dei sup-
ria digitale di un'intera biblioteca costante- porti per l’elaborazione dei testi anche a
mente aggiornabile. La nitidezza del testo colori, con una qualità di lettura superiore
è garantita dallo sfondo retroilluminato a ai comuni quotidiani.
Chris Glaister, Afshin Mehin, Tomas Rosen
Chronos Chromos Concrete, cemento interattivo
Inchiostro elettrocromico, CPU
Prototipo, 2003

Chronos Chromos Concrete è un innovativo menti elettrici realizzati con fibre in nichel e
sistema di cemento interattivo che permet- cromo, che surriscaldano al passaggio del-
te di visualizzare elementi grafici, numeri e la corrente a bassa tensione. L'aumento
testi in modalità dinamica su superfici rea- della temperatura attiva i pigmenti termo-
lizzate in cemento. Il progetto è stato svi- cromici che cambiano colore, passando dal
luppato da Chris Glaister, Afshin Mehin e nero al rosso o dal grigio al bianco, con
Tomas Rosen, dell'unità Art Innovation del tempi di risposta di circa cinque secondi. Il
Royal College of Art di Londra. Il prototipo sistema interattivo diventa una superficie a
è in fase di sperimentazione per verificare colorazione variabile, simile a uno schermo
le prestazioni nelle applicazioni pratiche e a colori a bassa risoluzione. La comples-
rendere il sistema riproducibile su scala sità degli effetti dinamici dipende, infatti,
industriale. Il cemento interattivo è basato dallo schema della griglia in cui sono dispo-
sull'applicazione degli inchiostri termocro- ste le resistenze elettriche. Il dispositivo
mici, miscelati nel composto di cemento. Chronos Chromos Concrete può essere
L’integrazione dei dispositivi elettronici per- applicato come rivestimento per superfici
mette la gestione dell'interfaccia grafica. In verticali e pavimentazioni, anche riscaldan-
base ai dati elaborati da un software, infat- ti, adatto per qualsiasi ambiente, anche in
ti, il sistema alimenta la griglia di collega- presenza di acqua.

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PP Gevelbouw
Luminous Concrete, composito luminoso
Materiali fosforescenti e fluorescenti
PP Gevelbouw, 2005

Luminous Concrete, prodotto dall'azienda dotto ha la capacità di assorbire le onde


olandese PP Gevelbouw, è un conglomera- elettromagnetiche della luce e di restituir-
to di cemento e graniglia di vetro al quale le al buio sotto forma di bagliore diffuso. Il
vengono aggiunti polimeri sintetici fotolu- Luminous Concrete mantiene una lumino-
minescenti. Il composto è applicato per la sità colorata nelle tonalità del verde, blu o
produzione di piastrelle e lastre in varie rosso, per un tempo di pochi minuti. La
dimensioni, utilizzate in architettura e nel tecnica di lavorazione dei semilavorati per-
design di interni per realizzare pavimenta- mette di ottenere una superficie antigraf-
zioni, rivestimenti di facciate, superfici sia fio, antipolvere e antimacchia. Inoltre, il
piane che curve. Ogni modulo contiene conglomerato può essere rinforzato con
frammenti di materiale plastico, in dimen- fibre di vetro, per aumentare la resistenza
sioni e forme variabili, trattati con pigmen- alla compressione. Il prodotto è caratteriz-
ti fluorescenti che rendono la superficie zato da elevate prestazioni, impermeabi-
fotosensibile. In condizioni di luminosità lità, resistenza agli agenti atmosferici, ai
normale, sia naturale che artificiale, il pro- prodotti chimici e ai raggi UV.

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Droog design, Susanne Happle, Frederik Molenschot
Solid Poetry, cemento termocromico
Inchiostro termocromico
Prototipo, 2004-06

Solid Poetry è una piastrella in cemento stampati per serigrafia. Il disegno, invisibi-
che reagisce al contatto con l'acqua fred- le quando la superficie è asciutta, appare
da, lasciando apparire immagini e disegni. progressivamente quando viene a contatto
Presentato nel 2006 al Salone del mobile con l'acqua o il vapore. L'effetto grafico
di Milano, il progetto è stato sviluppato da prodotto è una reazione reversibile per cui
Susanne Happle e Frederik Molenschot, ritorna invisibile quando il materiale asciu-
del gruppo Droog Design, in collaborazione ga. Le applicazioni pratiche riguardano pa-
con Terratorium, azienda olandese che pro- vimentazioni e superfici verticali per am-
duce e lavora ceramiche e pietre naturali. bienti esterni esposti alla pioggia, come
La collaborazione tra i tecnici e i designer giardini e spazi pubblici, o interni con alta
ha permesso di sperimentare applicazioni umidità come bagni, saune e cucine. Il
in cui vetro e cemento reagiscono alle con- cemento termocromico può essere realiz-
dizioni ambientali, quali la temperatura o zato in diversi formati, anche modulari, con
l'umidità. La superficie del conglomerato colori e pattern personalizzabili in base alle
viene trattata con inchiostri termocromici esigenze funzionali.

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CIRA
Smart Plane, aereo con ali adattive
Fluidi elettroreologici, materiali piezoelettrici, CPU
Langley Research Center (NASA), 2001

Smart Plane è il progetto promosso dal realizzati in materiali piezo-elettrici e fluidi


CIRA (Centro Italiano Ricerche Aero- elettroreologici. I dispositivi reagiscono
spaziali) che lavora alla costruzione di agli input elettrici generando micro movi-
strutture da integrare in velivoli senza pilo- menti che adattano il profilo delle ali, con
ta (UAV). L'iniziativa è stata svolta dal- un comportamento dinamico simile alle
l'Istituto per i Materiali Compositi e Bio- ali degli uccelli. I sensori, disposti sulla
medici (IMCB) del CNR di Napoli in colla- superficie dell'aereo, formano una pelle
borazione con l'Università Federico II di sensibile artificiale che percepisce la con-
Napoli e l'Università del Sannio. L'obietti- dizione esterna (pressione, temperatura,
vo è di realizzare aerei intelligenti in grado umidità). I microprocessori elaborano i
di monitorare, in tempo reale, lo stato dati rilevati e inviano gli impulsi elettrici,
della struttura e di modificare le caratteri- come un sistema nervoso. Lo stimolo atti-
stiche meccaniche e formali. Il prototipo, va i MEMS che agiscono con un compor-
realizzato dal Langley Research Center tamento simile alle fibre muscolari. Gli
della NASA, applica materiali e dispositivi attuatori modificano in modo progressivo
smart che permettono di rilevare le condi- ogni parte della superficie delle ali. La
zioni ambientali e adattare le prestazioni struttura dell'aereo si adatta per ottimiz-
di volo alle condizioni ambientali, assicu- zare le condizioni di volo con un assetto
rando sicurezza e comfort. Smart Plane è ottimale, migliore manovrabilità e comfort
composto da ali con struttura adattiva in di viaggio. Lo sviluppo del prototipo Smart
grado di variare il profilo aerodinamico. Il Plane prevede applicazioni in aeronautica
sistema smart absorber assorbe le solle- civile con la produzione di strutture intelli-
citazioni del velivolo e riduce le vibrazioni genti di piccole dimensioni in grado di
dei motori, conferendo maggiore stabilità volare senza pilota, che possono essere
in caso di turbolenze, vuoti d'aria e condi- utilizzate per attività di controllo e monito-
zioni climatiche avverse. Il sistema intelli- raggio ambientale, come la prevenzione di
gente integra sensori e attuatori MEMS incendi.

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FeONIC
SoundBug, trasduttore sonoro
Terfenol-D, fluidi magnetoreologici
FeONIC, 2000

SoundBug è il dispositivo elettronico, dalle micron ma di notevole intensità. Durante il


dimensioni simili a quelle di un mouse, processo si sviluppano forze mecceniche
prodotto dall'azienda inglese FeONIC spe- di circa 200 kg. Se il SoudBug è a contat-
cializzata in materiali smart e tecnologie to con una superficie piana e liscia, le
magnetiche. Il sistema funziona da tra- vibrazioni prodotte dal Terfenol-D si trasfe-
sduttore di vibrazioni, trasformando qual- riscono nell’interfaccia del supporto che
siasi superficie rigida su cui viene appli- risuona come un diapason, convertendosi
cato in un altoparlante o un diffusore mu- in un diffusore audio che amplifica il
sicale. SoundBug rappresenta un sistema suono. La qualità del suono dipende dal
digitale portatile che permette di ascolta- materiale della superficie di contatto, in
re musica ovunque e in qualsiasi momen- particolare dalla sua rigidezza. Il vetro
to. L'innovativo dispositivo si basa sul- genera un suono forte e chiaro, il metallo
l'applicazione del Terfenol-D, un materiale produce un suono più acuto, il legno un
magnetorestrittivo composto da polveri di suono più sordo e basso. Il sistema è
ferro e terre rare, quali il terbio e il dispro- dotato di una ventosa che permette l'ap-
sio, disciolte in una soluzione oleosa. La plicazione a qualsiasi superficie sia oriz-
tecnologia è stata sviluppata inizialmente zontale che verticale. Un singolo dispositi-
dal NOL (Naval Ordinance Laboratory) per vo può generare livelli sonori fino a 75
i Sonar dei sottomarini della marina mili- decibel di picco, comparabile a una con-
tare americana. Quando il fluido intelligen- versazione ad alta voce. Collegando diver-
te viene stimolato da un campo magneti- si dispositivi è possibile riprodurre l'effet-
co, i cristalli del Terfenol-D reagiscono con to surround, con un significativo incremen-
dilatazioni e contrazioni ad alta velocità to del livello della potenza sonora. Inoltre,
che producono vibrazioni nell'ordine del esistono varie configurazioni in base alle

54
esigenze funzionali specifiche. La Omnivox nologia è sperimentata in campo aeronau- 55
Presenter integra un microfono per essere tico e nel settore dei trasporti ad alta velo-
utilizzato in video conferenze o riunioni. cità, in cui si utilizzano i sistemi smart
Con questa versione è possibile diffondere absorber. Un microsensore capta i suoni e
il suono e la voce anche a distanza tra- li converte in impulsi elettrici che vengono
sformando, ad esempio, il tavolo da lavoro elaborati dal microprocessore. Il sistema
in un amplificatore vocale. Il Solid Drive è digitale reagisce alle condizioni esterne
un trasduttore metallico di forma cilindrica cambiando la fase delle oscillazioni sono-
con una qualità del suono particolarmente re. I rumori sfasati dall’unità centrale (CPU)
elevata. La Whispering Window, adatta per vengono riprodotti direttamente dalle su-
installazioni di tipo commerciale, ha una perfici insieme al suono originale, con il
resa acustica maggiore. Il SoundBug può risultato che le due vibrazioni in controfase
essere utilizzato anche per contrastare tendono ad annullarsi. Il sistema utilizza,
l'inquinamento acustico emesso dalle quindi, lo stesso rumore per convertirlo e
industrie e dal traffico nelle aree urbane, assorbire eliminandolo del tutto senza
attraverso l’assorbimento delle vibrazioni usare i tradizionali materiali e sistemi di
sonore e la riduzione del rumore. La tec- isolamento acustico.
Infineon Technologies, Fraunhofer IPM
Peltier cooler, Thermogenerator device, dispositivi TEC
Materiali termoelettrici
Micropelt, 2006

Nel campo della ricerca sui materiali ter- borazione con il Fraunhofer IPM (Institute
moelettrici (TE) per sistemi miniaturizzati, for Physical Measurement Techniques) in
la società Infineon, di Monaco di Baviera, Germania. La Micropelt sviluppa innovativi
sviluppa innovativi termogeneratori e celle termogeneratori e dispositivi TEC applican-
di Peltier, che possono essere integrati in do la tecnologia di produzione dei wafer di
tessuti e capi di abbigliamento. Le due substrato in silicio utilizzati in microelet-
modalità di funzionamento sono il raffred- tronica. L’attuale trend tecnologico verso
damento e la generazione di elettricità. I la miniaturizzazione in tutti i campi della
dispositivi TEC (Thermal Electric Cooling) tecnica richiede nuovi concept design per
per il raffreddamento, basati sull’effetto le applicazioni pratiche. Lo sviluppo tecno-
Peltier, utilizzano l'energia elettrica per logico futuro dei microdispositivi termoe-
produrre una differenza di temperatura tra lettrici e dei sistemi TEC prodotti in film
le due superfici opposte del modulo. Il ter- sottile (Thin-Film) riguarda la riduzione
mogeneratore, applicazione dell’effetto delle dimensioni, dei costi di produzione, il
Seebeck, è il dispositivo che converte la miglioramento dell’efficienza e delle pre-
differenza di temperatura tra le superfici stazioni. Nel 2007 la Micropelt ha parteci-
opposte del modulo TE in energia elettrica. pato al 2° workshop europeo sulle tecno-
Gli innovativi microdispositivi utilizzano la logie avanzate sul micro-packaging e la
differenza di temperatura tra la superficie gestione termica, organizzato da iMAPS
del corpo e quella del tessuto, di circa France a La Rochelle. In questa occasione
5°C. L’intervallo termico è applicato per ha presentato soluzioni avanzate sui
generare una tensione elettrica sufficiente microsistemi di raffreddamento termoelet-
per alimentare sensori biometrici e micro- trici. Nello stesso anno, durante lo “Smart
chip integrati direttamente nel tessuto. Il Systems Integration” svoltosi a Parigi, la
sistema permette il monitoraggio continuo Micropelt ha presentato le innovazioni del-
dello stato di salute fisica attraverso il con- la tecnologia TEC nei dispositivi di raffred-
trollo dei parametri vitali e del bioritmo. La damento a film sottili integrati nei sistemi
Micropelt è una neo società di start-up fon- smart. I principali campi di applicazione
data da Infineon Technologies Ag in colla- dei dispositivi TE riguardano il controllo

56
della temperatura ambientale con moduli circa 60°C. La tecnologia introdotta dalla
di condizionamento HVAC (Heating, Ven- Micropelt permette la produzione di termo-
tilation and Air-Conditioning), il settore bio- generatori in film e microcelle di Peltier in
medicale con i PCR cycler (Polymerase cui è possibile integrare oltre 100 coppie
Chain Reaction), i sistemi a fibre ottiche di componenti su ogni mmq di superficie.
per le telecomunicazioni. In microelettroni- I vantaggi principali riguardano i bassi con-
ca i moduli di raffreddamento TE sono inte- sumi energetici, i ridotti costi di produzio-
grati per raffreddare i microchip dell'unità ne in serie, oltre l'efficienza e l'affidabilità
centrale (CPU) e delle schede grafiche dei moduli. Attualmente sono impiegati
(GPU) dei personal computer e notebook. per la produzione di sensori, attuatori, Led
La Micropelt produce una nuova genera- e Laser per applicazioni in microelettroni-
zione di dispositivi TE thin-film sottili e fles- ca, robotica e biotecnologie. Un'altra appli-
sibili realizzati con processo per sputte- cazione riguarda i microchip di raffredda- 57
ring. Sviluppato da Infineon e Micropelt, il mento Peltier, per il controllo della tempe-
processo è stato ottimizzato per applicare ratura dei diodi Laser, utilizzati nel settore
la tecnologia CMOS utilizzata in elettronica delle telecomunicazioni a fibre ottiche. Il
per la produzione dei componenti digitali dispositivo TE non elimina il calore prodot-
utilizzando i transistor. I moduli TE sono to dai componenti ma lo trasporta da una
composti in bismuto di tellurio, e i suoi de- superficie all’altra del modulo, per la suc-
rivati, depositati su wafer distinti e succes- cessiva dispersione. I moduli TE, dalla su-
sivamente sovrapposti per ottenere la Cel- perficie di circa 1 mmq, permettono il con-
la di Peltier. I microdispositivi TEC della trollo attivo della temperatura e una rispo-
Micropelt sono sottili, leggeri, flessibili sta del sistema elettronico in tempo reale.
senza parti meccaniche e mobili, con la L'innovazione introdotta dalla Micropelt
possibilità di applicazioni in serie e in com- permette nuovi campi di applicazione per i
binazione ibrida con i termogeneratori. La dispositivi TEC come il settore dei tessuti
superficie calda del modulo può raggiun- intelligenti (E-Textile) e dell'abbigliamento
gere una temperatura di 85°C, con una dif- performante (Smart Wear).
ferenza termica tra le superfici opposte di
Maria Langberg e Tine Hertz
Powertex, UNplugged Mobilizing Power, tessuto fotovoltaico
Inchiostro fotovoltaico
Prototipo, 2005

UNplugged Mobilizing Power è un innovati- dizionali tecniche di stampa serigrafica.


vo sistema fotovoltaico sviluppato dalle L’efficienza energetica del tessuto solare
designer danesi Maria Langberg e Tine dipende dalla superficie fotosensibile utile
Hertz in collaborazione con il Laboratorio in funzione del motivo grafico stampato.
Risø della Technical University della Da- Attualmente in fase di sperimentazione
nimarca. Il dispositivo Powertex è un sup- per la produzione in serie, Powertex è rea-
porto tessile trattato con speciali inchio- lizzato in moduli di 30 x 45 cm, che pos-
stri fotovoltaici che applicano le nanotec- sono essere assemblati per creare forme
nologie. I pigmenti si basano sui quantum e dimensioni personalizzabili. Una superfi-
dot o “puntini quantici”, cristalli di mate- cie di circa 1,20 x 2 m di tessuto fotovol-
riale semiconduttore a scala molecolare in taico è in grado di produrre una quantità di
grado di convertire i raggi solari in elettri- energia elettrica sufficiente per soddisfare
cità. Il tessuto solare decorato con l’inno- le quotidiane esigenze domestiche. Le
vativo inchiostro fotosensibile è capace di applicazioni pratiche interessano il settore
assorbire le radiazioni elettromagnetiche sportivo e l’outdoor in cui l’abbigliamento
della luce. Controllando la dimensione dei funzionale (Smart Wear) è in grado di rica-
quantum dot, che variano tra i 2 e i 10 ricare telefonini e lettori multimediali sem-
nanometri, è possibile stabilire quale por- plicemente esponendosi alla luce in
zione dello spettro luminoso debba essere ambienti esterni. Lo sviluppo futuro del
assorbito, compresi i raggi ultravioletti tessuto solare riguarda la produzione indu-
(UV) e gli infrarossi (IR). Il concept design striale di vele per imbarcazioni, tende per
si basa sull’integrazione della tecnologia accampamenti, sistemi di copertura per
delle celle solari, basate sul silicio amorfo, spazi pubblici, arredo urbano, rivestimenti
agli oggetti d'uso comune. Il tessuto dei mezzi di trasporto. Il sistema smart è
Powertex costituisce un sistema fotovol- in grado di alimentare in modo autonomo i
taico leggero, flessibile e arrotolabile in comuni dispositivi elettrici e digitali, per
grado di alimentare i comuni dispositivi ogni esigenza, dal tempo libero alle emer-
elettronici. Il dispositivo intelligente rap- genze, in ogni contesto ambientale, dal
presenta una fonte di energia autonoma, deserto al mare, all’alta montagna. I tes-
rinnovabile, eco-compatibile, economica suti solari stesi al balcone come panni ad
ed efficiente. L’inchiostro fotovoltaico na- asciugare, potrebbero azionare i comuni
58 nostrutturato è applicato attraverso le tra- elettrodomestici.
59
Technology Enabled Clothing, Global Solar Energy
Solar Powered Jacket SeV3, giacca fotovoltatica
Cellula fotovoltaica flessibile, tessuto elettronico
Scott&Vest, 2004

Il centro di ricerca e sviluppo della società portatili. La riserva di energia è utilizzabile


Scott&Vest, produttrice di capi d'abbiglia- mentre la giacca è indossata, assicurando
mento, ha sviluppato un innovativo con- elevato comfort e vestibilità. La giacca ha
cept design che integra la tecnologia digi- circa 30 tasche interne collegate a mi-
tale nei tessuti elettronici. La sperimenta- crofoni e auricolari direttamente nel tessu-
zione ha prodotto una serie di capi in cui i to elettronico attraverso connessioni uni-
dispositivi intelligenti sono inseriti diretta- versali del tipo usb. In base al programma
mente nel tessuto. La collaborazione tra la PAN (Personal Area Network) brevettato
Technology Enabled Clothing della S&V e la dalla Scott&Vest, è possibile alimentare i
Global Solar Energy (GSE), società ameri- comuni telefoni cellulari, computer palma-
cana produttrice di sistemi fotovoltaici, ha ri, PDA (Personal Digital Assistant), lettori
prodotto una giacca che integra pannelli multimediali. La tecnologia fotovoltaica
solari flessibili. Il sistema Solar Powered Global Solar's PowerFLEX sviluppata dalla
Jacket combina le caratteristiche della GSE, è applicata per produrre una matrice
giacca Finetex, già in produzione dal 2004, solare con celle flessibili ad alte prestazio-
con le caratteristiche delle celle solari pro- ni. I pannelli sono composti da un film sot-
dotti dalla GSE. La smart jacket permette tile in lega CIGS, composta da rame, indio,
di ricaricare una batteria solare utile per gallio e selenio. La cella è costituita da una
alimentare i diffusi dispositivi elettronici lamina metallica sui cui è depositata una

60
61

soluzione di nanoparticelle del composto mentre i pannelli sono esposti alla luce di-
fotovoltaico che assorbe i raggi solari. I retta. L'innovativa giacca multimediale con
pannelli flessibili convertono la luce solare sistema solare della Scott&Vest, rappre-
in elettricità che ricarica la batteria interna, senta una soluzione efficiente e pulita per
delle dimensioni di un mazzo di carte da ottenere una sorgente di energia rinnovabi-
gioco, in un tempo medio di 2-3 ore. Il le, autonoma e personale, utile in molte
sistema fotovoltaico della Solar Jacket è applicazioni pratiche e contesti ambientali
un supporto che può essere rimosso e esposti ai raggi solari, dal deserto al mare
usato separatamente dall'indumento, con aperto.
la possibilità di alimentare i dispositivi
Electro LuminX Lighting Corporation
Light Tape, film sottile luminoso
Materiali elettroluminescenti, film in polimeri conduttivi
Light Tape, Osram Sylvania, Honeywell International, 2005

La società inglese Electro-LuminX Lighting nibili superfici luminose in formati e dimen-


Corporation ha sviluppato Light Tape, un sioni diverse, arrotolabili, resistenti alle
dispositivo elettroluminescente. Il sistema pressioni, alle vibrazioni e agli shock mec-
si basa sulla capacità dei fosfori di emet- canici. Il sistema Light Tape permette di
tere luce se stimolati dalla corrente elettri- realizzare superfici luminose ad alta visibi-
ca. Light Tape utilizza i pigmenti fotosensi- lità, anche in caso di fumo o nebbia, con
bili prodotti dalla Osram Sylvania, com- tagli e sagome personalizzate. La luce pro-
pagnia della Siemens che opera dal 1901 dotta è omogenea con diverse tonalità di
nel settore dell'illuminotecnica. Il composi- colore, realizzate in base ai pigmenti foto-
to è realizzato con i film polimerici prodotti sensibili utilizzati. Il sistema è efficiente,
dalla Honeywell International. Il sandwich è economico, non produce calore e ha bassi
un multistrato composto da due film ester- consumi energetici. Il dispositivo costitui-
ni di protezione con filtro UV, realizzati in sce un innovativo sistema di illuminazione
plastica trasparente. All’interno, due strati eco-compatibile adatto per ogni contesto
in materiale conduttivo incolore costitui- funzionale e ambiente, anche sommerso.
scono gli elettrodi che alimentano il dispo- Inoltre, è possibile integrare i moduli Light
sitivo luminoso. Infine, uno strato di resina Tape con dispositivi elettronici, sensori e
fosfo-polimerica sensibile agli stimoli elet- microprocessori. In questo modo, la super-
trici emette una luce colorata, uniforme e ficie elettroluminescente diventa un’inter-
diffusa su tutta la superficie. Inoltre, sono faccia grafica del sistema digitale, per crea-
stati sviluppati una serie di brevetti per la re effetti luminosi interattivi. Applicato nella
produzione del Smart Driver Systems, una segnaletica di emergenza e di informazio-
serie completa di accessori e dispositivi ne, la versatilità e affidabilità delle presta-
elettrici. Il dispositivo elettroluminescente zioni permettono interessanti sviluppi nel
è estremamente sottile, flessibile e legge- light design, nell’arredo urbano, nell’abbi-
ro, non contiene vetro, mercurio, gas o fila- gliamento funzionale e performante, negli
menti che possano rompersi. Sono dispo- ambienti interattivi e sensibili.

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63
Rachel Wingfield, Mathias Gmachl (Loop. Ph)
Digital dawn, tenda luminosa interattiva
Materiali elettroluminescenti, film in polimeri conduttivi, fotosensore
Elumin8 Electroluminescent Systems, 2000-03

Digital dawn è un innovativo dispositivo zione della superficie sensibile. In condi-


luminoso in tessuto fotosensibile, ispirato zioni di bassa luminosità, il dispositivo si
al fenomeno naturale della fotosintesi clo- accende progressivamente emettendo una
rofilliana, il processo attraverso il quale le luce colorata, diffusa e omogenea. Il tes-
piante sintetizzano la luce solare. Il pro- suto è stampato con speciali pigmenti
getto sviluppato da Rachel Wingfield e elettroluminescenti che riproducono un
Mathias Gmachl, dello studio londinese piacevole effetto luminoso decorato con
Loop. Ph, è stato commissionato dall'Uni- un motivo floreale. Il sistema intelligente è
tà Innovazione del Royal College of Art's e autonomo, efficiente, sicuro, affidabile e
dal Future Physical, il programma culturale permette un notevole risparmio energeti-
che sperimenta le tecnologie digitali inno- co, nel pieno rispetto della sostenibilità
vative. Il concept design analizza le moda- ambientale. Digital dawn applica il feno-
lità di variazione della luce naturale e spe- meno dell'elettroluminescenza come qua-
rimenta i potenziali effetti psicologici posi- lità incorporea della materia scandita dal
tivi. I designer hanno applicato la tecnolo- ritmo naturale del sole. Il rapporto con la
gia dei materiali elettroluminescenti, pro- luce ambientale, come fonte di energia rin-
dotti dalla azienda inglese Elumin8, con i novabile, indaga i confini tra il mondo fisi-
sistemi fotovoltaici per la produzione di co e quello digitale per aumentare la qua-
elettricità. Il dispositivo accumula la luce lità dell'esperienza interattiva e stimolare
naturale durante il giorno per convertirla in il senso di benessere. Digital dawn è stato
energia elettrica che si autoalimenta nelle presentato nel 2003 durante l'Eco-Tech-
ore notturne. Il sistema integra una serie nology presso la Firstsite Galler y di
di fotocellule che percepiscono i cambia- Colchester. Dal 2004 è stato inserito nella
menti delle condizioni di luminosità del- collezione permanente del Victoria&Albert
l'ambiente circostante, causando l'attiva- Museum di Londra.

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Rachel Wingfield
History Tablecloth, tovaglia luminosa interattiva
Materiali elettroluminescenti, inchiostro conduttivo, sensore di pressione, CPU
Elumin8 Electroluminescent Systems, 2004

History Tablecloth è la tovaglia interattiva ta da uno strato di carta semi-opaca che


progettata da Rachel Wingfield nell'ambito nasconde i bordi dello strato in cui sono
del progetto "Domestic Experience", svi- evidenti differenze di tonalità e intensità
luppato dall'Equator IRC (Interdisciplinary luminosa, permettendo di ottenere un
Research Collaboration) dell'Università di effetto uniforme. Un ulteriore strato di pro-
Lancaster. Il progetto è stato sviluppato in tezione in vetro è posto sulla tovaglia per
collaborazione con l’EPSRC (Engineering evitare eventuali lesioni della superficie. Il
and Physical Sciences Research Council), sistema interattivo integra sensori di pres-
l'agenzia governativa inglese per la ricer- sione (PZT), posizionati sotto le gambe del
ca, la sperimentazione scientifica e tecno- tavolo su cui viene adagiata la tovaglia, in
logica innovativa, e l'Interaction Research grado di percepire la presenza di qualsiasi
Studio, il dipartimento di ricerca del Royal oggetto sulla superficie della tovaglia. Le
College of Art. La tovaglia sensibile è rea- connessioni elettriche dello strato condut-
lizzata con un composito polimerico multi- tivo hanno un terminale composto da un
strato, stampato con inchiostro elettrolu- nastro flessibile collegato all’unità elettro-
minescente (EL) con una superficie che nica di controllo (CPU) posizionata sotto il
riproduce uno schermo luminoso, sottile e tavolo, per l’elaborazione dei dati rilevati
flessibile, costituito da moduli interattivi. Il dai sensori e la gestione degli effetti lumi-
composito sandwich è realizzato con 5 nosi dinamici. Il dispositivo reagisce alla
strati a film sottile di cui due esterni fles- pressione sulla super ficie attivando i
sibili di protezione in polimero, uno interno moduli sottostanti che illuminano i pattern
trattato con inchiostro conduttivo che crea geometrici. L’effetto di bagliore cresce di
una griglia di 95 connessioni elettriche intensità nel tempo segnalando, con la
indipendenti per la gestione dei moduli sua estensione in superfice, la durata
luminosi, uno strato di isolamento, una della presenza degli oggetti. Quando gli
superficie con pigmenti EL che riproduce i oggetti vengono rimossi o cambiati di posi-
pattern geometrici personalizzabili. La zione, l’effetto luminoso diminuisce pro-
società inglese Elumin8, specializzata in gressivamente fino a sparire completa-
sistemi elettroluminescenti, ha elaborato mente dopo circa 30 secondi. La tovaglia
su ogni modulo un decoro a pattern geo- sensibile rivela, così, una dimensione per-
metrico che riproduce un merletto per otte- cettiva nascosta stimolando nuove sugge-
66 nere un aspetto domestico e tradizionale. stioni emotive durante le quotidiane atti-
La superficie elettroluminescente è rivesti- vità domestiche.
Philips Design Center
Soft Therapy, corpetto terapeutico
Laser IR, micro-vibratore, tessuto elettronico
Philips, 2006

Nel contesto dell’innovativo concept desi- dità nella pelle, riducendo la tensione
gn “Sense and Simplicity”, elaborato dal muscolare e le infiammazioni dell’apparato
Design Center della Philips, Soft Therapy è muscolo-scheletrico. Alla terapia del calo-
il sistema intelligente che sviluppa il tema re, inoltre, è possibile combinare l’effetto
Care for your body, un insieme di terapie del massaggio rilassante che aumenta il
sensoriali elaborate per rinnovare il corpo flusso sanguigno, favorisce l’ossigenazio-
e conferire nuove energie. L'innovativo ne e il nutrimento delle cellule, con effetti
indumento funzionale è in grado di ridurre positivi sui muscoli, le ossa e sullo stato
la tensione muscolare e articolare delle generale di salute fisica. Il concept di Soft
spalle e del collo, combinando i benefici Therapy prende forma in un corpetto indos-
effetti del calore e del massaggio. Il siste- sabile, confortevole, morbido al tatto, cal-
ma è composto da un modulo Laser a do e sicuro che può essere messo diretta-
infrarossi (IR), che sviluppa calore concen- mente a contatto con la pelle. Il sistema
trato sulla zona interessata, e un sistema permette di regolare l’intensità del calore e
di microvibrazione per il massaggio rilas- del massaggio, spegnendosi automatica-
sante, integrati in un tessuto elettronico in mente dopo venti minuti di utilizzo. Un ac-
polimeri conduttivi. Applicando la tecnolo- cessorio personale, che migliora la qualità
gia Laser IR, il dispositivo emette onde della vita attraverso rituali quotidiani di be-
elettromagnetiche che penetrano in profon- nessere e momenti di relax.

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VKB Virtual Keyboards
Virtual Laser Keyboard, tastiera olografica
Laser IR, proiettore olografico, sensore ottico IR, sensore di posizione, CPU
Hutchison Harbour Ring, 2005

La VKB (Virtual Keyboards) è la società e non partecipa al processo di rilevamen-


fondata nel 2000 con lo scopo di svilup- to. L’illuminazione del piano di riferimento
pare nuovi standard per la produzione di è ottenuta con un modulo di micro-illumi-
interfacce digitali. La VKB ha sviluppato un nazione che genera una superficie di luce
innovativo dispositivo che integra la tecno- Laser invisibile e parallelo sospeso a pochi
logia elettro-ottica del Laser a infrarossi millimetri dal piano di riferimento. Quando
(IR) per proiettare un ologramma interatti- l’utente tocca la posizione di un tasto vir-
vo. L’immagine virtuale rappresenta una tuale, la luce viene riflessa e diretta verso
tradizionale tastiera per pc a grandezza il modulo rilevatore. Il dispositivo percepi-
naturale con layout a 63 tasti. Il modulo di sce le coordinate di riflessione della griglia
proiezione Laser IR crea l’ologramma su luminosa interattiva. La tastiera virtuale
qualsiasi superficie piana, liscia e non VKB ha le dimensioni di un accendino e il
riflettente. L’immagine virtuale diventa peso di soli 160 grammi. Il sensore delle
un’interfaccia tattile di comunicazione so- battute funziona in tutte le condizioni di
spesa a pochi millimetri dal piano di bat- illuminazione diffusa e percepisce una fre-
tuta. La tecnologia olografica si basa sul quenza fino a 400 caratteri al minuto. Inol-
riconoscimento ottico che permette di bat- tre, è possibile regolare il feedback sonoro
tere direttamente sulle proiezioni dei tasti, della digitazione, l'intensità luminosa e la
ricevendo un feedback sonoro della battu- sensibilità della tastiera olografica. Il di-
ta. La tecnologia di rilevamento a infraros- spositivo è efficiente, a basso consumo
si, brevettata della VKB, ha un’elevata energetico, estremamente facile da usare.
qualità d'interazione e svolge funzioni di L'interfaccia virtuale è compatibile con i
controllo del cursore. Il modulo di rileva- comuni dispositivi elettronici con connes-
mento IR percepisce i movimenti delle dita sione in modalità wireless, come telefoni
dell'utente e interpreta le battute sull'im- cellulari, PDA, notebook, palmari, smart
magine olografica creata dal proiettore phone, console per giochi e le applicazioni
Laser, che serve solo da riferimento visivo digitali touch-screen.

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Microvision R&D
Nomad Augmented Vision System, visiera olografica
Laser IR, proiettore olografico, sensore di posizione e movimento, CPU
Microvision, 2002

Nomad Augmented Vision System è un si- deo con elevata leggibilità. Il Nomad Di-
stema per la visualizzazione tridimensiona- splay per la realtà aumentata è composto
le in "realtà aumentata", prodotto dall'a- da un leggero e compatto dispositivo in-
zienda americana Microvision di Seattle, dossabile con sistema di comunicazione
leader nel settore industriale della fotoni- wireless che collega la visiera olografica
ca, per la progettazione di dispositivi e all’unità centrale elettronica (CPU) per l’e-
sistemi digitali. Il Nomad Display è costi- laborazione delle informazioni digitali. Il si-
tuito da una visiera che integra un proiet- stema è facile da usare, dotato di una ta-
tore Laser olografico, sensori di posizione stiera multi-funzione touch-pad a quattro
e movimento. L’immagine virtuale è proiet- tasti e può essere aggiornato in base alle
tata su un piano frontale agli occhi con la esigenze funzionali. Il dispositivo olografico
stessa profondità focale della superifcie di permette la proiezione di immagini e testi
lavoro. Il risultato è uno schermo da 17" digitali in sincronia con la visualizzazione
posto alla distanza della lunghezza delle degli oggetti reali, senza distogliere lo
braccia, con un’immagine monocromatica sguardo dal campo di azione, interrompere
stabile con un alto contrasto visivo. Il siste- il lavoro o spostarsi per accedere alle infor-
ma di proiezione Laser si adatta automati- mazioni necessarie. Posizionata diretta-
camente a ogni condizione di luminosità mente sul capo, la visiera permette la tota-
ambientale, per una visibilità ottimale in le libertà di movimento delle mani durante
tutta la superficie virtuale. È possibile le attività lavorative, aumentando la pro-
visualizzare test, immagini, diagrammi e vi- duttività e riducendo i rischi di incidenti.

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Philips Design Center
Drag & Draw, gioco interattivo
Proiettore Laser, sensore ottico, sensore di movimento, CPU
Philips, 2006

Drag & Draw è il nuovo concept design estraggono dal secchio, il sistema si attiva
della Philips dedicato al gioco dei bambini ed è pronto per proiettare. Quando il dise-
che sviluppa la tematica "Move your body" gno è finito e gli strumenti vengono riposti
all'interno della nuova linea "Sense and nel secchio, il fascio di luce del proiettore
Simplicity". Inserito tra i prodotti progettati decresce progressivamente e si disattiva.
per stimolare la creatività e l'attività moto- Inserendo lo strumento pennello nel sec-
ria, Drag & Draw è un sistema intelligente chio, questo assumerà la tonalità di colore
che trasforma gli ambienti domestici in del contenitore. Per cambiare colore è suf-
superfici virtuali su cui il bambino può ficiente inserire il pennello nel secchio e
esprimersi disegnando, senza lasciare girare in senso orario per scorrere e sele-
tracce indelebili. Il gioco prevede che il zionare tutte le combinazioni dello spettro
bambino simuli tutte le operazioni neces- cromatico. Quando il colore è scelto, basta
sarie a un lavoro reale di pittura. Il sistema tirare fuori il pennello e iniziare a dipingere
è composto da più dispositivi digitali: un sulla parete interattiva. È inoltre possibile
“pennarello” multicolore, una "gomma", inserire un oggetto colorato nel secchio per
una "bacchetta magica" e un "secchio" attingere da esso il particolare colore desi-
che proietta i disegni virtuali sulla parete derato. Per dipingere si passa leggermente
del muro. Il sistema permette di giocare il pennello virtuale sulla parete per lascia-
disegnando su ogni superficie. Il secchio re tracce luminose e colorate che possono
costituisce il dispositivo di visualizzazione, essere cancellate attraverso lo strumento
l'interfaccia grafica che integra un proiet- gomma. Infine lo strumento bacchetta
tore Laser che riproduce sulla parete del magica permette di animare i disegni sulla
muro i disegni e i colori utilizzati. Quando parete, costruendo storie e scene nate
gli strumenti digitali per disegnare si dalla fantasia come espressione intima
della propria personalità.

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Leo Fernekes, Joakim Hannerz
Sensacell Modular Sensor Surface, sistema modulare interattivo
Led RGB, sensore di prossimità, CPU
Sensacell NY, 2004-2006

Sensacell è un dispositivo modulare inte- delle condizioni ambientali. Ogni modulo è


rattivo progettato dai designer americani un dispositivo elettronico che integra una
Leo Fernekes e Joakim Hannerz. Il concept serie di Led RGB ad alta luminosità che
esplora e sviluppa le possibilità d'interazio- permettono un elevato numero di combina-
ne tra oggetti, persone e ambienti. Il siste- zioni luminose colorate. Il dispositivo può
ma rappresenta un'innovativa superficie di essere interfacciato con un computer per
interfaccia per creare superfici e ambienti creare effetti grafici, immagini e testi in
sensibili alla presenza umana. Il modulo modalità dinamica e personalizzabile.
base è un quadrato, di 15 cm di lato, che Quando i moduli sono interconnessi, il
può essere assemblato per creare superfi- dispositivo diventa un sistema intelligente
ci interattive con dimensioni e forme per- in cui ogni elemento comunica con i modu-
sonalizzabili. Ogni elemento integra 4 sen- li adiacenti e con l’unità centrale. Sensacell
sori di prossimità capacitivi, in grado di rive- rappresenta un'interfaccia sensibile che
lare la presenza di oggetti nelle immediate comunica e interpreta in tempo reale il suo
vicinanze senza che vi sia un effettivo con- stato e reagisce con effetti luminosi in
tatto fisico. L’elevata sensiblità dei sensori diverse modalità di rappresentazione. Le
percepisce la conducibilità elettrica del applicazioni riguardano la realizzazione di
corpo umano e rileva i materiali non con- superfici, per oggetti e complementi d’ar-
duttivi come il legno, la plastica, la gomma. redo sensibili, e ambienti per architetture
Sensacell percepisce la prossimità di interattive. Attualmente è stato realizzato il
oggetti delle dimensioni minime di 10 cm e prototipo di un tavolino, in cui la superficie
il movimento di persone entro la distanza traslucida e sensibile interagisce con l'am-
di 15 cm. Il sistema rileva e ignora ogni biente circostante attivandosi al contatto di
oggetto presente al momento dell'attivazio- oggetti o al semplice passaggio della mano
ne, riferendosi alle condizioni iniziali per con effetti luminosi dinamici che creano
regolare la sensibilità dei sensori che si un'atmosfera piacevole di elevata qualità
adattano automaticamente ai cambiamenti estetica.

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Lightspace Corporation
Lightspace Interactive Led Tile System, sistema modulare interattivo
Led RGB, sensore di pressione, CPU
Lightspace, 2001

Lightspace è un innovativo dispositivo inte- ma interattivo crea un ambiente sensibile


rattivo luminoso progettato dall'omonima che reagisce alla presenza fisica e agli sti-
società americana fondata nel 2001. Il moli sonori con performance digitali dina-
sistema è composto da una serie di display miche, che creano un’esperienza unica im-
modulari assemblabili in forme e dimensio- mersiva. L’estrema versatilità delle moda-
ni personalizzabili. I moduli sono realizzati lità funzionali e compositive, degli effetti
con una scocca in policarbonato imper- visivi e sonori, i ridotti consumi energetici,
meabile, resistente agli agenti chimici, agli la compatibilità con i software grafici e i
impatti con un carico massimo di 1350 kg. sistemi multimediali, permette infinite ap-
Ogni display è costituito da una griglia di 16 plicazioni che interessano l'architettura
elementi che integrano 48 Led RGB e dif- d'interni, l’organizzazione di eventi e mani-
fusori sonori che permettono la combina- festazioni pubbliche, parchi tematici, spazi
zione di effetti visivi e cromatici con pat- in cui l'interazione con gli utenti crea un no-
tern, immagini e testi dinamici in sincronia tevole impatto emotivo. Lightspace include
con la musica o la voce. Ogni modulo inte- tre diverse modalità di interazione in cui i
gra una serie di sensori di pressione e di display riproducono effetti digitali in combi-
prossimità, realizzati in materiali piezoelet- nazione con i sistemi luminosi e sonori già
trici (PZT), in grado di percepire la posizio- presenti nell’ambiente. La modalità Play
ne, il movimento e il numero di persone rappresenta una pavimentazione interattiva
presenti nell’ambiente. Inoltre, la Lightspa- di circa 3 mq composta da moduli pro-
ce Management System (LMS), è l'unità grammabili che creano un ambiente ludico
elettronica di controllo per la gestione pro- con infinite possibilità di gioco. La modalità
grammata delle interazioni. Lightspace per- Dance produce una combinazione di luci e
mette di comporre i moduli in qualsiasi su- suoni che reagiscono ai movimenti delle
perficie e trasformare un normale ambien- persone in sincronia con la musica. Nella
te in una piattaforma digitale personalizza- modalità Design è possibile creare un
bile con cui interagire attivamente per sti- sistema di illuminazione interattiva e dina-
molare attività ludiche o svolgere esercizi mica per comporre in modo unico e perso-
di motricità, in casi di riabilitazione. Il siste- nale ambienti sensibili.

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Jenna Didier, Oliver Hess, Marcos Lutyens
House Swarming, sistema modulare interattivo
LED, sensore ambientale, CPU
Autoproduzione, 2007

L'innovativa installazione interattiva House no elaborati da un microprocessore e rap-


Swarming è stata progettata da Jenna presentati con effetti luminosi e animazio-
Didier, Oliver Hess e Marcos Lutyens in ni pulsanti in sequenza dinamica. I segna-
occasione dell’inaugurazione dell'Open li sono elaborati dalla rete sensibile in fun-
House: “Architecture and Technology for zione del numero di passanti e della distri-
Intelligent Living”, organizzata dall’Art Cen- buzione dei nodi di collegamento, simula-
ter College of Design di Pasadena. Il siste- no il comportamento degli organismi bio-
ma è composto da una serie di strutture logici o il funzionamento del sistema ner-
luminose che integrano dispositivi elettro- voso umano. I moduli interattivi sono rea-
nici, moduli Led RGB e sensori ambientali lizzati in PETG (PoliEtilene-Tereftelato-Gli-
che percepiscono, come un “naso elettro- cole) una resina polimerica amorfa e tra-
nico”, le sostanze inquinanti e nocive nel- sparente resistente agli agenti chimici. Il
l'atmosfera, quali il fumo, il monossido di polimero è stampato sotto vuoto e predi-
carbonio, il benzene. Durante il giorno, l'i- sposto per il cablaggio della rete elettroni-
stallazione assume le sembianze di uno ca e dei sensori all'interno di una struttu-
"sciame" di elementi biomorfi di colore ra portante in acciaio. Il sistema è proget-
verde. Al tramonto, l'istallazione si anima tato per adeguarsi a qualsiasi superficie,
e gli elementi biomorfi, disposti sulla fac- con la possibilità di configurazione perso-
ciata esterna dello spazio allestito, accol- nalizzata e estensione illimitata. House
gono il pubblico trasmettendo le informa- Swarming è un sistema intelligente che
zioni in tempo reale sulla qualità dell'aria integra la tecnologia digitale per creare
nell'ambiente interno. I dati rilevati vengo- ambienti sensibili e spazi comunicativi a
scala urbana (responsive environment).

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Ben van Berkel, UN Studio
Galleria Hall West Shopping Centre, mediabuilding
Led RGB, sensore ambientale, CPU
Arup Lighting 2004

Nel 2003 Ben Van Berkel, dello studio UN, illuminazione realizzato con moduli Led
ha progettato la riqualificazione del centro RGB, realizzato in collaborazione con la
commericale Shopping Centre Galleria Hall società Arup Lighting. Il sistema, inoltre, è
West, nella zona ovest di Seoul. L’obiettivo integrato con sensori ambientali che regi-
dell’intervento è quello di caratterizzare la strano le variazioni dei parametri atmosfe-
trasformazione verso il settore di alta rici. I dati rilevati sono elaborati da un si-
gamma. Lo studio UN ha riconfigurato la stema elettronico e rappresentati sulla
funzionalità degli spazi di circolazione, in- superficie del prospetto attraverso i pixel
serendo elementi, passerelle e soffitti co- dei dischi in vetro, in sequenza di testi e
ordinati che ottimizzano l'orientamento e immagini digitali in modalità dinamica.
conferiscono allo spazio un effetto visivo Durante il giorno, la facciata sensibile riflet-
più luminoso. L’immagine esterna del cen- te la luce naturale, che filtra attarverso i
tro è riqualificata con un sistema luminoso dischi in vetro, creando un effetto opale-
interattivo che include tutta la superficie scente. I sensori percepiscono le differen-
dei prospetti, di circa 3300 mq. La faccia- ze di temperatura, umidità, pressione e le
ta è composta da 4330 dischi di vetro, del condizioni di nuvolosità, vento e traffico ur-
diametro di 85 cm, montati su una struttu- bano. Nelle ore notturne, il sistema dei
ra metallica fissata direttamente alle pare- moduli Led riproduce con effetti luminosi
ti esistenti. I dischi sono trattati con un film dinamici l'elaborazione digitale delle condi-
dicroico iridescente che crea cambiamenti zioni ambientali diurne. L’interfaccia digita-
costanti nella percezione visiva della super- le genera nel visitatore, anche un semplice
ficie. Ogni elemento integra un sistema di passante, un'esperienza sensoriale con un

76
77

forte impatto visivo. La Galleria Hall West, percepisce le mutevoli condizioni ambien-
diventata l'icona della città di Seoul, rap- tali e interagisce generando effetti lumino-
presenta un mediabuilding, l’integrazione si vibranti. La superficie interattiva, come
tra architettura della luce, arte digitale e una membrana sensibile, è un sistema
ingegneria elettronica. Il prospetto dell'edi- digitale di comunicazione a scala urbana
ficio diventa una struttura intelligente che (interactive architecture).
Artemy Lebedev Studio
Optimus Keyboard, tastiera multifunzione
Oled
Artemy Lebedev Studio, 2006

La Optimus Keyboard è un dispositivo inte-


rattivo, progettato dallo studio russo Arte-
my Lebedev, che presenta un nuovo con-
cept di tastiera multimediale. I tasti, che
generalmente hanno una sola funzione,
sono realizzati con 113 micro display Oled
multifunzione. Ogni tasto è un piccolo
schermo a colori efficiente e con ridotti
consumi energetici. In base al tipo di soft-
ware utilizzato dall’utente, ogni display vi-
sualizza caratteri alfanumerici, simboli, co-
dici, funzioni scientifiche, immagini e testi
anche in movimento con funzioni variabili e
icone personalizzabili. I tasti interattivi
hanno un rivestimento in policarbonato tra-
sparente antigraffio, resistente agli urti,
che proteggere gli Oled da urti e sollecita-
zioni meccaniche. Il dispositivo è compati-
bile con ogni tipo di sistema operativo,
layout, applicazione e linguaggio (cirillico,
greco antico, arabo, giapponese). Lo stu-
dio Artemy Lebedev ha sviluppato anche
una versione ridotta del dispositivo. La
Optimus Mini3 è dotata di tre tasti Oled
multifunzione con alti rendimenti, ottima
resa cromatica, un funzionamento di circa
5.000 ore con una modalità screen saver
per il risparmio energetico.

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Violet
The Dal lamp ambient device, lampada interattiva
Sensore di pressione, modulo Wi-Fi
Violet, 2003

Dal è una lampada interattiva che cambia


colore in base alle informazioni digitali che
riceve. Il sistema sensibile è stato presen-
tato nel 2003 a Parigi al centro Pompidou
e alla città della scienza, e a Seoul in occa-
sione del “Best Design Exchange Show”. Il
progetto esprime il concept della Calm
technology. Al contrario dei comuni media
invasivi, il dispositivo ambientale fornisce
informazioni su richiesta e per tempi brevi.
L'interfaccia interattiva del sistema multi-
tasking migliora il servizio di informazione
e la qualità dell'ambiente con una presen-
za luminosa pulsante, diffusa e colorata.
Dal Lamp si connette a Internet tramite
rete wi-fi, per scaricare in modo persona-
lizzato informazioni di ogni tipo, come le
condizioni del traffico stradale, le previsio-
ni meteo, le fluttuazioni degli indici della
borsa o l'arrivo di e-mail, sms e chiamate
telefoniche. I dati ricevuti e le variazioni dei
loro parametri, sono visualizzati con effet-
ti luminosi dinamici e colori cangianti. Tra-
mite un software, è possibile programma-
re un linguaggio per l'interazione con gli
utenti con cui comunicare emozioni e sen-
sazioni personali. Il sistema integra dispo-
sitivi elettronici e sensori di prossimità,
realizzati in materiali PZT, con cui percepi-
sce la presenza fisica e il rumore nell'am-
biente circostante, reagendo con effetti
luminosi e animazioni interattive. 79
Luminex
Luminex, tessuto luminoso interattivo
Fibre ottiche polimeriche, Led
FIT, Stabio Textile, CAEN, 2002

Il Luminex è un innovativo tessuto lumino- riali organici per aumentare l'indice di rifra-
so sviluppato dalla omonima società ita- zione della luce, migliorando l’efficienza e
liana, con sede a Prato, fondata nel 2003. la resa cromatica in tutta la superficie. Il
Il concept sperimenta la possibilità di Luminex, realizzato in dimensioni massi-
poter "tessere la luce" usando la tecnolo- me di 180 cm di altezza, può essere taglia-
gia delle fibre ottiche. La soluzione è nata to, assemblato e trattato per il lavaggio
dalla collaborazione tra la FIT (Fabbrica Ita- come un comune capo delicato. Il tessuto
liana Tessuti) di Prato e la Stabio Textile, funzionale permette applicazioni nel setto-
azienda svizzera specializzata nel settore re dell’interior design, moda, abbigliamen-
tessile. Le fibre ottiche sono prodotte dal- to comunicativo per la sicurezza nei tra-
la società italiana CAEN (Costruzioni Ap- sporti. La collezione di moda Etro, presen-
parecchiature Elettroniche Nucleari) di tata nel 2004 al Salone del Mobile di Mi-
Viareggio, specializzata in strumenti micro- lano, è stata la prima applicazione pratica
elettronici per il settore informatico, fisico- del Luminex in abbigliamento e accessori
nucleare, aerospaziale, biomedico. Le fi- prodotti in serie. Il tessuto luminoso, inol-
bre luminose sono state accoppiate con tre, permette l’integrazione con sensori
diversi tipi di filati naturali e artificiali, co- biometrici, direttamente a contatto con il
me il cotone, la lana, il lino, la viscosa, per corpo. I dati rilevati sono elaborati da un
ottenere tessuti con differenti tramature, microprocessore e trasmessi sulla super-
configurazioni e prestazioni. Il risultato ficie del tessuto funzionale in modalità
della sperimentazione, durata tre anni, è interattiva, con effetti luminosi colorati e
un tessuto composto da fibre ottiche poli- immagini digitali personalizzabili. L’integra-
meriche, realizzate in PMMA, integrate con zione della microelettronica permette di
moduli Led RGB ad alta luminosità, ali- realizzare gli smart wearable computer in
mentati da batterie ricaricabili nascoste grado di percepire i parametri fisici e del
nel bordo del tessuto per rendere il pro- bioritmo, come la pulsazione, sudorazione,
dotto portatile. Le fibre ottiche del tipo a respirazione, temperatura corporea per il
emissione laterale, con diametro di 80 mi- monitoraggio continuo dello stato di salu-
cron, sono drogate con l'aggiunta di mate- te.

80
France Telecom R&D
Wearable Flexible Display, giacca luminosa interattiva
Tessuto in fibre ottiche polimeriche, Led, CPU
Audio Images, France Telecom, 2002

Lo schermo flessibile indossabile svilup- perforazione, di alcune parti della superfi-


pato dalla France Telecom integra le tec- cie delle fibre ottiche, in modo da lasciare
nologie elettroniche, le fibre ottiche e i Led diffondere la luce selettivamente e solo in
con il settore tessile. Il prototipo apre alcuni punti. Nella parte non trattata delle
nuove prospettive per il settore degli indu- fibre, la luce si propaga senza essere visi-
menti funzionali (Smart Wear) in cui il tes- bile in superficie. Lo schermo, efficiente e
suto elettronico (E-Textile) definisce la pos- con bassi consumi energetici, è leggero,
sibilità concreta di trasformare i capi di ab- sottile e flessibile, garantendo ottima ve-
bigliamento in strumenti interattivi di co- stibilità e libertà nei movimenti. Lo scher-
municazione (Wearable Communication mo indossabile permette di visualizzare
Technology). Lo schermo flessibile è un’in- qualsiasi tipo di effetto grafico, informa-
terfaccia grafica in grado di rappresentare zione o immagine digitale in modo dinami-
informazioni, disegni, immagini, testi e ani- co trasmessi attraverso comunicazione in
mazioni in movimento personalizzabili. L’in- modalità wireless da un comune telefono
dumento funzionale, infatti, come un'inter- cellulare o da una connessione internet. Il
faccia di comunicazione, offre la possibilità prototipo include una serie di software con
di collegarsi in tempo reale ai servizi di i quali l'utente può creare e condividere in
telecomunicazione in rete. Il display è rea- rete le proprie illustrazioni, sequenze di
lizzato in fibre ottiche polimeriche, tessute disegni, testi. È inoltre possibile regolare
con i comuni filati attraverso un procedi- l'intensità e la luminosità dello schermo. Il
mento brevettato dalla società Audio- dispositivo elettronico si attiva attraverso
Images e sviluppato in collaborazione con un telecomando flessibile nascosto in un
France Telecom. Il prototipo sviluppato è risvolto del vestito che permette di perso-
composto da un display di 64 pixel illumi- nalizzare le interazioni delle sequenze
nati da Led RGB gestiti dall'unità di con- luminose. Le fibre ottiche rappresentano
trollo centrale, integrata direttamente nel la soluzione tecnologica migliore per pro-
tessuto della giacca, che elabora i dati di- durre abiti comunicativi, in quanto sono
gitali in impulsi luminosi. Il processo pro- economiche, flessibili, compatibili con i
duttivo prevede l'abrasione, per micro- comuni filati e adattabili alle tecniche di

81
produzione tessile. Lo schermo indossa- L'azienda Elisabeth de Senneville ha inte-
bile della France Telecom rappresenta l’e- grato una versione ridotta del display
voluzione della comunicazione interperso- indossabile, limitata ai soli caratteri alfa-
nale attraverso la tecnologia digitale, per numerici, in alcuni modelli di magliette in-
esprimere informazioni o stati d'animo. terattive. Gli effetti luminosi sono attivati
Le applicazioni del Wearable Flexible direttamente da un telefono cellulare con
Display interessano il servizio pubblico, tecnologia bluetooth, utilizzato come un
la sicurezza, l'interior design, la moda, il telecomando per gestire le funzionalità
settore dei trasporti e l'entertainment. degli effetti digitali sullo schermo.

82
J. Meejin Yoon, Eric Howeler
White Noise-White Light, Interactive luminous soundscape, ambiente sensibile
Fibre ottiche polimeriche, sensore di prossimità, Led, CPU
MY Studio, 2004

White Noise-White Light è un'installazione tatto illuminandosi con effetti dinamici e


urbana interattiva progettata da J. Meejin progressivi creati dal movimento delle fi-
Yoon, professore del dipar timento di bre ottiche in sincronia con la diffusione di
Architettura del MIT di Boston e fondatrice "suoni bianchi" a volume differente. Il
del MY Studio. Selezionata all’interno del volume e l’intensità della luce sono con-
programma "Catch the Light", in occasio- trollati da un’unità elettronica che gestisce
ne delle Olimpiadi del 2004, la struttura è il sistema interattivo. L’ambiente appare,
stata realizzata alla base dell'Acropoli di inizialmente, come una griglia neutra e sta-
Atene. Il progetto ha ricevuto tre “Design tica composta da elementi verticali tra-
Distinction Awards” dalla rivista internazio- sparenti. La presenza del visitatore e i
nale I.D.Magazine. Il sistema è composto movimenti all’interno del percorso, vengo-
da un basamento calpestabile in legno di no percepiti dal sistema e tracciati da ogni
15x15 metri, su cui è disposta una maglia elemento flessibile con cui viene in con-
50x50 di steli di fibre ottiche e diffusori tatto. Quando lo stimolo viene interrotto e
sonori. Ogni modulo integra sensori di il movimento si stabilizza, la luce e il suo-
prossimità a infrarossi, sensori di pressio- no sfumano lentamente. Il suono “bianco”
ne PZT, diffusori sonori a pavimento, un prodotto dalla struttura crea un’atmosfera
corpo ottico composto da tre Led bianchi, unica che assorbe ogni altro rumore nelle
uno stelo di fibre ottiche. Un microproces- immediate vicinanze. Attraverso i suoni e
sore elabora i dati rilevati per determinare le luci in movimento, l’ambiente sensibile
l’esatta posizione e il percorso dei visita- stimola la percezione sensoriale verso
tori all’interno della griglia sensibile. I sen- suggestioni piacevoli e momenti di relax.
sori di pressione percepiscono la presenza White Noise-White Light rappresenta un
al tatto della persona che attraversa l’am- luogo sicuro, intimo, quasi primordiale, in
biente sensibile. Il modulo interagisce al cui rifugiarsi dal quotidiano stress dei ritmi
frenetici della città contemporanea.

84
Oki Sato
Hanabi, lampada termosensibile
Leghe a memoria di forma
Nendo, 2004

La parola giapponese Hanabi è formata


dagli ideogrammi di fiore e fuoco, ovvero
"fuoco d'artificio". Il termine esprime il
concept della lampada progettata da
Nendo, un gruppo di giovani designer giap-
ponesi, che rappresenta la vocazione spe-
rimentale e la poetica minimale del pro-
getto orientale. Il progetto esprime la sin-
tesi tra la semplicità formale e la raffinata
eleganza estetica. La lampada applica i
materiali intelligenti e le tecnologie avan-
zate per attribuire all'oggetto luminoso ine-
dite prestazioni con effetti formali mutevo-
li. La struttura di Hanabi è realizzata in
NiTiNol, una lega metallica a memoria di
forma SMA realizzata in nichel e titanio. La
lampada sensibile reagisce al calore pro-
dotto dalla lampadina accesa, reagendo
con un movimento che apre progressiva-
mente le lamelle a petalo della struttura,
creando un effetto organico simile alla fio-
ritura. Con una reazione reversibile, quan-
do la luce si spegne e la lampada si raf-
fredda, la struttura sensibile si chiude len-
tamente e ritorna alla configurazione ini-
ziale a guscio. La struttura si muove senza
alcun meccanismo o energia, tranne quel-
la termica prodotta dalla lampadina acce-
sa. L'oggetto luminoso esprime le inedite
prestazioni con effetti formali mutevoli che
coinvolgono il soggetto in una nuova espe-
rienza interattiva e agiscono sul comporta- 85
mento e sulle abitudini quotidiane. Pre-
sentata al Salone internazionale del mobi-
le di Milano nel 2006, attualmente Hanabi
è autoprodotta da Nendo in serie limitata.
Corpo Nove, Karada Italia
Oricalco, camicia termosensibile
NiTiNol, Lega a memoria di forma
Grado Zero Espace, ESA, 2001

Oricalco è un indumento intelligente pro- di una fonte di calore. Il materiale può


dotto nel 2001 dalle aziende italiane essere lavorato come un comune filato,
Corpo Nove e Grado Zero Espace, il cen- tessuto e confezionato per realizzare in-
tro di ricerca e sviluppo di Karada Italia, dumenti funzionali che garantiscono otti-
che sperimenta materiali innovativi. Il ma vestibilità e comfor t nei movimenti.
progetto rappresenta l’attuazione del Inoltre, il tessuto termosensibile è re-
programma di trasferimento tecnologico sistente, leggero, morbido, può essere
TTP (Technology Transfer Programme) dal teso, deformato e stropicciato per ritor-
settore aerospaziale al campo dell'abbi- nare alla forma iniziale in pochi secondi
gliamento tecnico. Oricalco è una cami- per effetto dello stimolo termico, anche
cia auto-stirante confezionata con un in- il semplice flusso di aria calda di un
novativo tessuto funzionale realizzato phon. L'indumento reagisce alle basse
con il superelastico NiTiNol, una lega temperature contraendo la trama del tes-
metallica a memoria di forma (SMA) com- suto e aderendo maggiormente al corpo
posta da nichel e titanio. La lega è stata per limitare la dispersione di calore inter-
sviluppata dall'ESA, l'Agenzia Spaziale no. In condizioni di temperature elevate
Europea, e utilizzata per realizzare i mi- le maniche si accorciano automatica-
croattuatori MEMS a temperatura con- mente e la configurazione della trama si
trollata per applicazioni nelle esplorazio- allarga per aumentare la traspirazione.
ni delle missioni spaziali. Il NiTiNol è La camicia intelligente Oricalco agisce
caratterizzato dalla capacità di subire come un sistema attivo di termoregola-
una deformazione meccanica e recupera- zione corporea che migliora il benessere
re la configurazione originale per effetto e la qualità della vita durante le normali
attività quotidiane.

86
Giada Dammacco
Quota zero Jacket, indumento termoregolatore
Diaplex, membrana in polimeri a memoria di forma
Grado Zero Espace, 2006

Grado Zero Espace è un centro italiano di mici utilizzati. Nella versione High Perfor-
ricerca che sperimenta materiali smart e mance l'imbottitura della giacca garantisce
sviluppa i programmi di trasferimento delle l'isolamento termico in condizioni climati-
tecnologie (TTP) nel settore tessile e del- che estreme, garantendo elevata traspira-
l’abbigliamento. L’innovativa Quota zero zione. La versione Extreme Aerogel integra
Jacket è una giacca che integra un tessuto un'imbottitura composta in Aerogel, un in-
in polimeri a memoria di forma e l'Aerogel, novativo materiale ultraleggero e termoiso-
un innovativo coibente termico. Quota Zero lante utilizzato nel settore aerospaziale,
è un indumento funzionale protettivo, in composto al 99% da aria. La versione Blue
edizione limitata, sviluppato per garantire Air è composta da polimeri a memoria di
un elevato comfort termico in condizioni forma, accoppiati ad altri tessuti in un mul-
ambientali e fisiche estreme, come nel tistrato caratterizzato dal cambiamento
caso delle spedizioni sull’Everest. Il tessu- della permeabilità al variare della tempera-
to della giacca è composto da una struttu- tura. La membrana realizzata in Diaplex
ra multistrato a sandwich che integra tes- mantiene costante la temperatura corpo-
suti antivento e membrane microporose rea grazie alla struttura microporosa, che
con ottime caratteristiche di traspirabilità e assorbe l'umidità del corpo per rilasciarla
leggerezza. Inoltre, è stato brevettato un gradualmente all'esterno. Quando la tem-
sistema in cui i guanti sono integrati con le peratura esterna è superiore a quella di
maniche, per evitare lo smarrimento in attivazione del polimero SMP, si formano
caso di forte vento. Lo strato esterno del micropori che aumentano la permeabilità
tessuto composito ha uno strato rinforzato del tessuto. Quando la temperature si
realizzato in Turtleskin, inserito sulle spal- abbassa, la membrana ha una struttura
le per garantire maggiore resistenza nella molecolare chiusa con permeabilità ridot-
zona dello zaino. Le cuciture impermeabili ta. Il Diaplex garantisce elasticità fino al
sono ottenute tramite processi con tecno- 200%, flessibilità, idrorepellenza, leggerez-
logia ad alta frequenza. Lo strato interno za, proprietà antivento, anticondensazione,
della giacca è composto da tre tipi di traspirabilità con un’elevata velocità di
imbottitura, in base ai materiali isolanti ter- assorbimento-emissione del calore.

88
GZ Espace R&D
LQ Jacket, indumento di protezione
Polimeri a memoria di forma
d3o Lab, Grado Zero Espace, 2007

Grado Zero Espace ha sviluppato una giac- mente tra loro in condizioni normali. Quan-
ca sportiva performante per il motocicli- do sono sollecitate da una shock meccani-
smo da strada. La Liquid Jacket, sperimen- co improvviso, le moelcole smart si legano
ta i materiali intelligenti e le tecnologie in- formando un reticolo tridimensionale rigido
novative per il settore tessile dell’abbiglia- che assorbe l'energia dell'impatto. Il d3o è
mento. La giacca LQ è realizzata con una stato integrato nella LQ Jacket nelle zone
pelle ultrasottile, trattata con il nuovo pro- maggiormente esposte del corpo per ga-
cesso produttivo Liquid Shell, brevetto rantire elevate caratteristiche di protezione
internazionale, in cui la composizione di e sicurezza contro gli infortuni nella massi-
vari strati permette di ottenere una super- ma libertà dei movimenti. Il trattamento
ficie resistente, elastica, morbida e flessi- protettivo Liquid Shell costituisce uno scu-
bile, mantenendo la vestibilità e il comfort do liquido a base polimerica con eccellenti
caratteristici della pelle. La struttura della proprietà impermeabili, ignifughe, di re-
LQ Jacket integra l'innovativo polimero a sistenza all'abrasione e ai raggi UV, di atos-
memoria di forma (SMP) prodotto dalla sicità, antimicrobiche, antimacchia. La su-
azienda inglese d3o Lab. Il materiale intel- perficie trattata, con ottima qualità esteti-
ligente è uno smart absorber che protegge ca, è ideale per applicazioni nel settore de-
le zone esposte agli urti, come i gomiti, le gli sport estremi, nautica, arredamento, an-
spalle e la schiena. Il polimero SMP è fles- che in ambienti marini in cui i materiali
sibile e morbido in condizioni normali ma sono sottoposti a usura e continui sbalzi
reagisce all'impatto diventando istantanea- termici. Inoltre, la LQ Jacket integra nella
mente rigido. La tecnologia d3o si basa sui parte posteriore un sistema realizzato con
polimeri a memoria di forma composti da film elettroluminescente (EL) che aumenta
molecole intelligenti che scorrono libera- la visibilità notturna e la sicurezza in strada.

89
Wronz R&D
Softswitch, tessuto elettronico interattivo
Polimeri elastoresistivi, sensore piezoelettrico, fibre in polimeri conduttivi
Wronz, Peratech, 2000

Softswitch è un innovativo dispositivo tes- zione con i sistemi elettronici, digitali e mul-
sile elettronico sviluppato dal centro di timediali per sostituire le comuni tastiere,
ricerca neozelandese Wronz (Wool Re- mouse e comandi. La membrana funziona-
search Organisation of New Zeland), per lo le sensibile alla differente pressione della
sviluppo e la sperimentazione tecnologica mano ha l’aspetto estetico di un comune
dell'industria tessile. Il tessuto elettronico tessuto morbido, flessibile, leggero e resi-
è prodotto in collaborazione con la compa- stente. Le prime applicazioni riguardano
gnia inglese Peratech, che ha sviluppato una tastiera musicale, un telecomando per
una serie di polimeri elasto-resistivi con il controllo del sistema multimediale inte-
proprietà elettroniche. Il composito permet- grato nel bracciolo di un divano, un mouse
te il comando delle funzioni dei comuni per personal computer. In futuro si prevede
dispositivi elettronici come reazione del la diffusione del Softswitch nel campo del-
materiale alla semplice pressione delle l'interazione digitale e delle Wearable Tech-
dita. L'obiettivo dello sviluppo di Softswitch nology, con la produzione di computer e let-
permette di realizzare superfici in tessuto tori multimediali indossabili e personalizza-
interattivo sensibile al tatto per la gestione bili, piacevoli al tatto e facili da usare. La
dei dispositivi digitali. La Wronz ha speri- recente collaborazione tra la Softswitch e
mentato l'applicazione del dispositivo tes- la Burton, produttrice di abbigliamento
sile in una superficie tattile conduttiva che sportivo, ha prodotto uno zaino tecnico
integra sensori di pressione elettro-mecca- multimediale, lo Snowboard’s Amp Back-
nici, con le proprietà estetiche di un tessu- pack, e i’Pod Jacket, una giacca con letto-
to tradizionale. Attraverso i convenzionali re multimediale eletta nel 2002 la "Time
processi di produzione dei filati, il tessuto Magazine's Coolest Inventions". La colla-
elettronico può essere prodotto su scala borazione con la O’Neill, produttrice di ab-
commerciale per applicazioni pratiche nel bigliamento sportivo, e la tedesca Infineon
settore dell’abbigliamento sportivo, della Technologies AG, leader nel campo della
moda, dell’arredo, per realizzare oggetti microelettronica, ha prodotto O’Neill Hub
funzionali e performanti. Softswitch rappre- Snowboard Jacket, una giacca interattiva
senta un’interfaccia tessile di comunica- multimediale per gli sport invernali.

90
Infineon Technologies R&D
Thinking carpet, moquette interattiva
Sensore di pressione e prossimità, Led, tessuto elettronico
Infineon, Teppichwerke, Vorwerk, 2005

Thinking carpet è una moquette che speri-


menta la comunicazione digitale integrata
nei tessuti elettronici. Il sistema interattivo
è stato sviluppato dalla società Infineon
Technologies di Monaco, produttrice di se-
miconduttori e dispositivi microelettronici,
in collaborazione con le società del settore
tessile Vorwerk e Teppichwerke. Il tappeto
funzionale è composto da sensori di pros-
simità di tipo capacitivo e rilevatori di pres-
sione PZT, microchip e moduli Led, integrati
direttamente nel tessuto elettronico. Un
computer interfacciato con il sistema Thin-
king carpet è in grado di rilevare la posizio-
ne e la direzione di moto delle persone pre-
senti all’interno dell’edificio. Inoltre, è pos-
sibile controllare il flusso delle persone e
indicare, con impulsi luminosi, le vie di fuga
più opportune in caso d'emergenza o
incendio con un sistema di comunicazione
efficiente e interattivo. I dispositivi elettro-
nici sono interconnessi alla moquette da
polimeri conduttivi per cui ogni modulo
comunica con quelli adiacenti attraverso
una rete auto-organizzante. In caso di gua-
sto localizzato, il sistema determina un per-
corso alternativo mantenendo attiva la
comunicazione senza pregiudicare il funzio-
namento dell’intero sistema. Le applicazio-
ni pratiche del tessuto intelligente riguar-
dano l'integrazione nei sedili dei veicoli, in
cui i sensori rilevano la distribuzione del 91
peso per calibrare l'apertura dell'airbag o
determinare l'inclinazione e l'altezza per la
visuale ottimale. In ingegneria delle costru-
zioni è possibile utilizzare il tessuto elettro-
nico con la rete di sensori per il rileva-
mento di tensioni, deformazioni e microle-
sioni delle strutture. Attualmente l'impiego
più diffuso delle fibre conduttive e dei tes-
suti elettronici è il campo della difesa mili-
tare per la realizzazione dei sistemi di rile-
vamento antintrusione.
Design Electro Texiles R&D
Bluetooth keyboard, tastiera multimediale in tessuto elettronico
Fibre in polimeri conduttivi, sensore piezoresistivo
Eleksen, 2004

La Electro Texiles, il centro ricerche dell'a- dano i comuni dispositivi elettronici e digi-
zienda inglese Eleksen, svolge un'impor- tali quali notebook, laptop, PDA, smart-
tante attività di sperimentazione nel phone. La tastiera in tessuto elettronico
campo delle interfacce elettroniche tessili. migliora la qualità dell’interazione tra
Nel 2004 Eleksen ha prodotto un'innovati- uomo-macchina e rappresenta una valida
va tastiera con tecnologia bluetooth, fles- alternativa alle comuni tastiere. Una volta
sibile e tascabile. La tastiera è realizzata terminato l'utilizzo, è sufficiente arrotolare
in tessuto funzionale composto da fibre il tessuto e riporla nella custodia, con mini-
conduttive elettroniche realizzate in Ara- mi ingombri di spazio. La recente collabo-
con, brevetto della DuPont. Il tessuto con- razione tra Elektex e O’Neill ha prodotto lo
duttivo integra una serie di sensori tattili zaino H2 Solar Backpack che integra
costituiti da microinterruttori in materiale dispositivi elettronici, sensori, microfoni e
piezoresistivo (PZT) che percepiscono la auricolari direttamente nel tessuto elettro-
pressione delle dita. Le fibre in Aracon nico. Lo zaino intelligente svolge le funzio-
combinano le proprietà conduttive dei ni complementari di tastiera tattile e letto-
metalli con la leggerezza, flessibilità e resi- re multimediale. Inoltre, il sistema è dota-
stenza delle fibre aramidiche. Con l’ag- to di moduli di comunicazione bluetooth e
giunta di sottili strati di nichel, rame e ar- integra pannelli fotovoltaici flessibili. La
gento, le fibre acquisiscono proprietà fisi- tastiera in tessuto elettronico è stata inte-
che che le rendono conduttive. Le ap- grata anche nei sedili della Kion concept
plicazioni del dispositivo in tessuto riguar- car sviluppata dalla Johnson Controls.

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Sundaresan Jayaraman, Georgia Tech's PTFE
Smart Shirt, indumento di monitoraggio sanitario
Fibre ottiche, polimeri conduttivi, sensore biometrico
Georgia Tech Research Corporation, Sensatex, 2001

Smart Shirt è il progetto sviluppato dal di posizione e di pressione, integrati nella


PTFE (School of Textile and Fiber Engine- griglia del tessuto conduttivo, sono di tipo
ering), l’istituto di ingegneria delle fibre e ottico, magnetico e meccanico. I sensori
dei tessuti dell’Università americana del- sono in grado di rilevare le funzioni biolo-
la Georgia. Prodotta dalla Sensatex, neo- giche come il battito, frequenza cardiaca,
azienda di elettronica, la maglia rappre- respirazione, temperatura corporea, atti-
senta la nuova generazione di vestiti fun- vità cerebrale. Inoltre sono rilevate le
zionali (Smart Wear). Il sistema intelligen- condizioni riguardo la posizione fisica e il
te è composto da un tessuto elettronico consumo di calorie in movimento. Un mi-
(E-Textile) che integra dispositivi elettroni- crofono permette la comunicazione diret-
ci, sensori biometrici e ambientali in ta con il centro medico operativo. Appli-
grado di monitorare i parametri fisici e lo cata in campo medico, sportivo e in atti-
stato di salute di chi li indossa. Un micro- vità ad alto rischio, la Smart Shirt contri-
processore, integrato nel bordo della buisce a migliorare la qualità della vita
maglia, elabora i dati del bioritmo rilevati attraverso il monitoraggio continuo delle
che vengono trasmessi, in tempo reale, condizioni di salute, con la possibilità di
al server della centrale sanitaria con si- un pronto intervento in caso di emergen-
stema di comunicazione in modalità wire- za o di un semplice controllo di routine.
less. La Smart Shirt utilizza un tessuto
tridimensionale, realizzato con fibre otti-
che e polimeri conduttivi, una rete di ca-
blaggio elettronica in cui sono integrati i
dispositivi miniaturizzati. La struttura del-
la maglia garantisce ottima vestibilità e
libertà dei movimenti. Inoltre, è possibile
lavare il capo d'abbigliamento come un
comune tessuto delicato, senza rimuo-
vere i moduli elettronici. I sensori termici,

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Smartex, Polo Scientifico Tecnologico di Navacchio
Wealthy, indumento di monitoraggio sanitario
Fibre conduttive in Aracon, sensore piezoresistivo
Smartex, 2002-05

La società italiana Smartex dal 1999 spe- funzionale rileva i parametri del bioritmo,
rimenta materiali intelligenti e tecnologie come la respirazione, battito cardiaco,
innovative nel settore delle Smart Wear- posizione statica e dinamica, temperatura
able Technology, sviluppando tessuti tecni- e pressione corporea. Il tessuto della ma-
ci e indumenti intelligenti per aumentare le glia è elastico, morbido, leggero e aderisce
prestazioni dei capi di abbigliamento. Le perfettamente alla superficie del corpo
soluzioni integrate trovano applicazioni pra- come una seconda pelle, garantendo il
tiche nella riabilitazione medica, sicurezza, massimo comfort e vestibilità da parte del-
sport agonistici, realtà virtuale. L'attività di l'utente. Il sistema di monitoraggio sanita-
ricerca è sviluppata in collaborazione con il rio assiste durante la riabilitazione, in con-
Centro Interdipartimentale “Enrico Piag- dizioni ambientali estreme o di stress fisi-
gio” dell’Università di Pisa, presso il Polo co. I dati rilevati sono elaborati da un mi-
Scientifico e Tecnologico di Navacchio. Nel croprocessore integrato nell’unità di con-
2002 la Smartex ha partecipato al proget- trollo centrale PPU (Portable Patient Unit),
to “Wealthy Wearable Health Care System” un dispositivo tascabile che rappresenta
in cui si sviluppa un nuovo concept di graficamente le condizioni di salute attra-
health care, riferito alla salute pubblica e verso un’interfaccia user friendly, facile da
alla prevenzione nel settore biomedico. usare e interpretare. Inoltre, la PPU integra
Wealthy è un sistema indossabile di moni- sistemi di comunicazione GPRS, wireless e
toraggio delle condizioni fisiche integrato in bluetooth, per la trasmissione in tempo
un indumento intelligente. L'interfaccia reale dei dati alla centrale sanitaria, con
indossabile è costituita da una maglia rea- l’invio di un allarme in caso di emergenza
lizzata in un tessuto elettronico, composto o pericolo. Wealthy è un efficiente sistema
da fibre in polimeri conduttivi, che integra smart di controllo e prevenzione sanitaria,
una serie di sensori biometrici e ambienta- con l’obiettivo di migliorare la qualità della
li in materiali piezoresistivi (PZT). Il tessuto vita e il benessere psico-fisico attraverso
un check-up discreto e continuo.

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Immersion Corporation
Cyber Glove System, guanto interattivo
Sensore di pressione, attuatore tattile, tessuto elettronico
Immersion, 2007

Cyber Glove è il guanto interattivo per la te sul dorso che permette di implementare
“realtà aumentata” prodotto dall’azienda il ritorno in forza del guanto. Lo sviluppo
americana Immersion. L’innovativo disposi- futuro dei dispositivi aptici prevede l'uso
tivo aptico è in grado di fornire feedback integrato di una tuta tattile integrale con un
tattile attraverso 22 sensori di pressione dispositivo olografico di visualizzazione 3D.
PZT, distribuiti lungo tutta la superficie Si prospetta, quindi, la possibilità di una
della mano. L’interfaccia integra trasdutto- totale immersione nel mondo virtuale in cui
ri di curvatura e quattro sensori di abduzio- scoprire nuove dimensioni della realtà, dal
ne per ogni dito che permettono di misura- nanomondo degli atomi e delle molecole, al
re il movimento laterale delle articolazioni macro dell'esplorazione spaziale, comoda-
lungo l'asse del palmo della mano. Il polli- mente seduti sul divano di casa.
ce e il mignolo sono dotati di altri due sen-
sori, in grado di misurare la rotazione
rispetto al palmo e al pollice stesso. Infine,
due sensori sono posizionati nel polso per
misurare il beccheggio e l'imbardata. Il
guanto è collegato a un sistema di comuni-
cazione wireless con il pc. Il dispositivo ap-
tico è stato sviluppato dalla sperimentazio-
ne del Touch Lab, il laboratorio robotica del
MIT di Boston. Utilizzato inizialmente nel
settore medicale, biomeccanico e militare,
attualmente le applicazioni pratiche riguar-
dano l’animazione grafica 3D, motion cap-
ture, robotica, realtà virtuale, prototipazio-
ne digitale. Il dispositivo è facile da usare e
permette una sensazione tattile realistica,
con distinzione tra materiali, temperature,
consistenza e posizione degli oggetti mani-
polati in realtà aumentata. Il sistema può
essere interfacciato con il Cyber Grasp, un
96 leggero eso-scheletro montato direttamen-
Adam Whiton, Yolita Nugent
Shocking No-Contact Jacket, indumento di protezione
Fibre conduttive in Aracon
MIT, Advanced Research Apparel, 2002

La giacca No-Contact è stata sviluppata la Advanced Fibers Systems, il reparto di


dall’Advanced Research Apparel in collabo- ricerca e sviluppo della DuPont. Il tessuto
razione con il MIT di Boston. Il progetto, si in Aracon è leggero, flessibile e resistente,
inserisce nel contesto dei servizi sociali con proprietà simili al Kevlar, utilizzato per
con l’obiettivo di creare una prospettiva di realizzare i giubbotti e gli elmetti anti-
futuro più sicuro dai pericoli della realtà proiettile. Il tessuto della giacca è realizza-
urbana. La giacca è uno strumento di dife- to con Teflon rivestito in Nylon idrorepel-
sa personale indossabile, creato per assi- lente che garantisce l'isolamento elettrico.
curare la protezione contro le aggressioni. In caso di pioggia, lo strato esterno pro-
Quando il sistema di difesa è attivato, pro- tegge il corpo da scariche elettriche acci-
duce una scarica elettrica, di 80.000 volt a dentali. Lo strato interno isola dalla scari-
basso amperaggio, che si diffonde sulla ca elettrica prodotta al momento dell’ag-
superficie esterna della giacca, proteggen- gressione, evitando il contatto con il sog-
do il corpo di chi lo indossa con uno scudo getto in pericolo. Il sistema, alimentato da
anti-intrusione. Azionato contro l'aggresso- una comune batteria alcalina da 9 volt, tra-
re, la corrente elettrica interrompe gli smette la scarica, anche attraverso guanti
impulsi nervosi che controllano i muscoli. in pelle, tessuto o lattice, assicurando l’ef-
L’effetto causa il disorientamento, con la fetto dell'arco voltaico. No-Contact Jacket
perdita di equilibrio e la temporanea infer- è un valido strumento di difesa in caso di
mità senza conseguenze permanenti. Gli violenza fisica, fenomeno comune nei con-
effetti durano un tempo sufficiente per testi urbani. Il sistema è una valida alter-
assicurare l'incolumità e la possibilità di nativa ai tradizionali sistemi di difesa pas-
raggiungere un luogo sicuro. La giacca è siva, come i comuni spray irritanti e i dispo-
realizzata con un composito a sandwich sitivi elettrici di difesa Taser. La giacca non
costituito da uno strato interno di gomma può essere sottratta dall’aggressore o
isolante, un'anima metallica conduttiva usata contro la vittima come spesso acca-
flessibile e un rivestimento esterno in fibra de. In questo modo, il corpo stesso diven-
polimerica conduttiva Aracon, prodotta dal- ta un dissuasore contro gli aggressori.

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Head Design R&D
Intelligence i.S18 ChipSystem, racchetta da tennis intelligente
Intellifiber, sensore piezoelettrico, CPU
Head, 2005

L’innovativa racchetta da tennis Intel- contenuta nel manico, che gestisce elettro-
ligence i.S18 Chip System è prodotta dalla nicamente la reazione attiva della racchet-
Head, leader nel settore degli articoli spor- ta. Il processore si attiva a ogni colpo per
tivi. Il prodotto è stato sviluppato in colla- effetto delle fibre che trasformano l’ener-
borazione con la Continuum Control Cor- gia meccanica dell’impatto della pallina in
poration, società del Massachusetts che corrente elettrica. L’impulso, a sua volta,
produce componenti piezoelettrici (PZT) stimola le fibre PZT che generano una forza
integrati per sistemi di energia e movimen- opposta. Il sistema elettronico modifica la
to. La racchetta integra le IntelliFibers, in- forma e la resistenza delle fibre per adat-
novative fibre ultrasottili ottenute da mate- tarsi ai differenti impatti, in tempi di rispo-
riale PZT, che reagiscono agli sforzi mecca- sta nell'ordine dei millesimi di secondo,
nici con una reazione elettrica. Le fibre praticamente in tempo reale. La reazione
intelligenti sono utilizzate per realizzare le permette di eliminare circa il 50% delle
corde della racchetta, IntelliString, forman- vibrazioni totali durante l’impatto della
do una superficie di anti-trazione con capa- palla migliorando la stabilità della tenuta.
cità di assorbimento degli sforzi. La vibra- Dopo una sperimentazione durata tre anni,
zione della racchetta, dovuta all'impatto l’innovativa racchetta smart migliora le pre-
della palla, viene assorbita e convertita in stazioni di gioco e permette una maggiore
energia di reazione. Le intellifiber sono con- precisione e potenza della battuta di rispo-
nesse alla CPU (Control Processor Unit) sta con un peso di appena 245 grammi.

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James Owen
Michelin EAP Tire System, copertoni adattivi
Polimeri elettroattivi, sensore di pressione
Concept design, 2006

La Mazda RX 9 è la concept car, progetta- ni della sede stradale e dello stile di guida,
ta da James Owen, che ha vinto nel 2006 il sistema permette di adattare la sezione
il “Michelin Design Challenge” in occasio- del copertone da sottile a spesso, da rigi-
ne del Salone Internazionale dell’auto nel do a morbido, con superficie liscia o sca-
Nord America. L'auto ha un motore ibrido nalata. I copertoni EAP adattivi ottimizzano
con sistema elettrico, realizzato con wafer le prestazioni dell’auto in ogni tipo di per-
a film sottile, e integra collettori elettrosta- corso sia asciutto, bagnato o innevato, in
tici collegati con pannelli esterni all'abita- sede asfaltata o fuoristrada, per garantire
colo. Durante il movimento del veicolo, l’e- la massima sicurezza dei passeggeri. Con
lettricità statica viene assorbita in specifi- una reazione reversibile, i polimeri elettro-
che zone della superficie esterna, a con- attivi simulano il funzionamento dei mu-
tatto con il flusso d’aria, e accumulata per scoli umani, con contrazioni e distensioni
alimentare il motore elettrico ibrido. L'in- delle fibre intelligenti in funzione degli im-
novazione principale della Mazda RX 9 con- pulsi elettrici. Inoltre, le ruote sono con-
siste nel sistema di copertoni Michelin nesse al sistema ibrido dei collettori a cari-
EAP realizzati con polimeri elettroattivi in ca elettrostatica, realizzando un sistema
grado di cambiare la forma e la struttura tecnologico unico nel suo genere. Il movi-
del battistrada. I polimeri EAP reagiscono mento dell’auto permette di caricare le bat-
allo stimolo di una corrente a basso vol- terie, costituendo una struttura autonoma
taggio, modificando la superficie a contat- per la gestione dei copertoni EAP e il con-
to con la strada. In funzione delle condizio- trollo dei dispositivi elettronici.

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Vectra Sense R&D
Verb-for-Shoe, scarpa intelligente
Sensore di movimento, CPU
Vectra Sense, 2004

Verb-for-Shoe è l’innovativa scarpa da cor- sce un sistema diagnostico che monitoriz-


sa intelligente sviluppata dalla Vectra za le condizioni di salute del piede. Un
Sense, società di Miami spin-off del MIT. Il attuatore di vibrazione integrato avverte
sistema percepisce il livello di attività svol- l'utente in caso di eventi imprevisti o cam-
ta e automaticamente modifica le presta- biamenti di configurazione. Verb-for-Shoe è
zioni della suola, migliorando il comfort e disponibile in tre configurazioni. La versio-
la performance dell’atleta. Il dispositivo di ne “Sport Package” ottimizza la scarpa per
auto-adattamento è composto da un sen- performance atletiche di alto livello, e inte-
sore di movimento, cuscinetti d’aria e un gra il software ThinkFitness per analizzare
microprocessore per l'elaborazione dei e monitorare le prestazioni fisiche dell'a-
dati rilevati. Durante il movimento, il siste- tleta. La configurazione “Rich Media Pack-
ma elettronico “impara” gli schemi indivi- age” permette di immagazzinare dati digi-
duali e si adatta automaticamente modifi- tali come immagini, file musicali e video.
cando le caratteristiche dei cuscinetti. In La versione “Exotic Materials Package”
corsa, il supporto plantare aumenta. Nel permette di personalizzare la calzatura nel-
caso di una semplice passeggiata, il con- la scelta di materiali come la pelle di struz-
tatto con il terreno è più morbido. Inoltre, il zo, il cuoio, la pelle scamosciata. Infine,
microchip permette di personalizzare gli l'assemblaggio delle par ti è ottenuto
adattamenti, memorizzare i dati e condivi- manualmente, attraverso la cucitura della
dere le informazioni in rete con comunica- tomaia in pelle e della suola in EVA (aceta-
zione wireless. Il tempo di reazione del to di vinile). Ogni prodotto è realizzato in
sistema per l'adattamento della scarpa modo artigianale con controlli in ogni fase
avviene in soli 15 millisecondi, pratica- produttiva, secondo il processo “Zero-de-
mente in tempo reale. I componenti elet- fect”. La Verb-for-Shoe rappresenta la sin-
tronici e i sensori sono protetti all’interno tesi tra l’innovazione tecnologica degli og-
in un guscio e resistono agli shock e all’ac- getti intelligenti e perfomanti, e la qualità
qua. La scarpa interattiva, inoltre, costitui- artigianale della cura del dettaglio.

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Adidas R&D
Adidas One, Scarpa intelligente
Sensore di movimento, micro-cavo motorizzato, CPU
Adidas, 2004

Definita dal Times la prima scarpa da run- magnetico chiamato Hall, in grado di rile-
ning intelligente, la Adidas One è in grado vare la larghezza di un capello, esegue un
di adattarsi in tempo reale alle condizioni monitoraggio continuo del peso, movimen-
del terreno e allo stile di corsa di chi la to e superficie di contatto. A ogni impatto
indossa. Risultato di tre anni di sperimen- del piede, Hall misura la distanza dall’ini-
tazione, la scarpa performante integra un zio alla fine della suola con un’approssi-
sistema di ammortizzazione intelligente, mazione di un millimetro, calcolando la
inserito nella suola, che migliora notevo- compressione e il livello di assorbimento
mente le prestazioni dell’atleta. Il sistema dell’energia di impatto. I dati rilevati sono
One è composto da dispositivi elettronici, inviati al microchip che compie circa 1000
sensori, materiali intelligenti, in grado di letture al secondo analizzando le condizio-
percepire, elaborare e adattarsi in tempo ni del terreno, dell’aria e lo stile di corsa.
reale alle esigenze individuali e alle conti- Il processore valuta il grado di rigidità o
nue sollecitazioni del piede. Una volta morbidezza dello strato ammortizzante,
indossata e attivato il sistema elettronico, per adattare la flessibiltà e la resistenza
attraverso un semplice comando manuale della suola della scarpa con il livello appro-
sul lato esterno di ogni scarpa, il dispositi- priato di sospensione e assorbimento
vo regola automaticamente una sequenza degli shock meccanici. Di conseguenza, il
di ammortizzazioni ideali. Il sistema intelli- sistema di cablaggio motorizzato effettua
gente è costituito da microsensori magne- le necessarie regolazioni mediante un
tici di movimento inseriti nel tacco, un cilindro di ammortizzazione posizionato nel
cavo motorizzato e un microprocessore tallone della scarpa. Il motorino riceve le
all’interno dell’arco plantare. Il sensore istruzioni dal processore e adatta il siste-

102
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ma girando una vite che tende o allenta il del sistema è automatico, graduale e pro-
cavo collegato al cuscinetto. Il cavo stringe gressivo, senza essere avvertito dall’atle-
o rilascia il cilindro regolando il grado di ta. La struttura della scarpa intelligente ha
tensione, condizioni di stabilità e livello di un comportamento simile ai muscoli orga-
ammortizzazione ottimale per tutta la dura- nici, con impulsi nervosi e riflessi condi-
ta della corsa. Quando il cavo è teso, lo zionati. Adidas One garantisce prestazioni
smar t absorber si irrigidisce con un elevate che migliorano notevolmente le
aumento della compressione. Quando è performance atletiche, con una continua
rilasciato, invece, permette di ammorbidire sensazione di comfort e benessere del
il sistema di sospensione. L’adattamento piede.
Body Media
SenseWear Armband, sistema di monitoraggio sanitario
Sensore biometrico, CPU
Body Media, 2006

SenseWear Armband è l’innovativo siste- fascia elastica regolabile in Nylon, polie-


ma di monitoraggio dello stato di salute stere e polisoprene. Il dispositivo di moni-
prodotto dall’azienda americana Body Me- toraggio sanitario è leggero (solo 82 gram-
dia. Il dispositivo multi-sensore rileva i mi), a bassi consumi energetici (appena
parametri fisiologici, i dati del bioritmo, i 1,5 volt) garantendo elevato comfort e
livelli dell'attività fisica come il consumo vestibilità durante il campionamento dei
energetico in calorie EE (Energy Expen- dati. Armband rileva i parametri biometrici
diture), lo stato di veglia e sonno. Inoltre, i per un periodo variabile da un minuto a due
sensori rilevano il flusso del calore, la tem- settimane. I dati sono archiviati in una me-
peratura corporea e ambientale, la condu- moria digitale interna per essere successi-
cibilità elettrica della pelle GSR (Galvanic vamente condivisi con il personal com-
Skin Response), il numero dei passi, oltre i puter. Per attivare il sistema è sufficiente
dati personali del soggetto monitorato. Il indossare la fascia. Quando il dispositivo
sistema è dotato di un’interfaccia grafica viene tolto, si spegne automaticamente. Il
con display posizionato sul polso, e un sistema intelligente è applicato nel settore
dispositivo in cui sono integrati i sensori, biomedico, sportivo, fitness, per lo scree-
realizzato in ABS e acciaio inox ipoallerge- ning del sonno, per migliorare la qualità
nico, fissato sul braccio attraverso una della vita e la prevenzione sanitaria.

105
5. Conclusioni
"… non è la tecnologia che cambia la società,1
ma è la società che, tramite la tecnologia, cambia se stessa."

5.1. Per un mondo dotato di nuove qualità.


La società sa dove andare? I designer sanno come intercettare e guidare
i flussi che animano e agitano il mondo? Spesso vengono accusati di con-
tribuire alla rovina dell’ambiente, ipnotizzati dal mantra dell’asservimento
all’industria e alla tendenza estetizzante che alimenta la continua prolife-
razione di oggetti. Per certi versi l’accusa è fondata.
Ogni tre minuti e mezzo viene lanciato sul mercato un nuovo prodotto che
spesso non ha nulla di innovativo. Non introduce alcun miglioramento
nella vita dell’uomo, rispetto a quelli già esistenti. Invece, se si pensa alla
quantità di energie, materiali e tecnologie adoperate dall’industria per la
messa in produzione dei nuovi prodotti, si desume che il loro impatto
ambientale, determinato già in fase di progetto, è devastante.
Non c’è dubbio che questa considerazione sia il riflesso dei temi apoca-
littici che dominano l’attualità. Molta della tecnologia che si è riversata
negli ultimi due secoli sulla popolazione mondiale è stata pianificata e
gestita male, portando solo più consumi e sprechi delle risorse.
Mentre il mondo si riempiva di tecnologia e strumenti, la società perdeva
di vista una questione importante: a cosa serve tutto ciò? Quale valore
aggiunge alle nostre vite? Le “cose” dovrebbero essere un mezzo per rag-
giungere un fine, non un fine in se stesso. In questo frangente, il ruolo del
progetto è di fondamentale importanza per la capacità di generare “visio-
ni” adeguate e critiche dell’agire umano. Chi ha scelto di dedicarsi al pro-
getto ha il compito di far nuovamente affiorare il flusso di pensiero in cui
scorrono le motivazioni etiche, le visioni d’insieme e gli scenari ideali.
Così, come la ricerca scientifica, anche quella applicata deve operare su
un terreno di valori etici. Insomma, non si tratta solo di sviluppare mate-
107
riali nuovi quando emerge la necessità di rivoluzionare forme e tipologie.
Processo rintracciabile, ad esempio, nella storia del design a partire dalla
fine dell’Ottocento. Né si tratta, spinti dalle intrinseche proprietà dei nuovi
materiali, di approdare a configurazioni più pertinenti e funzionali.
Piuttosto, di collocare ogni innovazione nella propria cornice culturale e
favorire quel processo “digestivo” con cui una civiltà si appropria della
novità riuscendo a collocarla all’interno dei propri orizzonti. In definitiva,
bisogna trasformare il dato astratto della ricerca nella concretezza di un
modo di agire e vivere, trasformando la sorpresa dell’invenzione in un ele-
mento familiare, riconducibile sia agli scenari rassicuranti della consuetu-
dine sia a quelli più stimolanti dell’idealità.
Progettare significa mettersi sulle tracce di un mondo migliore. I designer
riusciranno a stimolare un reale progresso tecno-sociale solo immaginan-
do un futuro sostenibile e compiendo i passi progettuali necessari a rea-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

lizzarlo. Ci riusciranno se sapranno porre l’uomo al centro delle loro atti-


vità; comprendere le qualità profonde che la tecnologia può esprimere in
quanto agli scopi e al senso dei nuovi 2
strumenti; equilibrare la tecnologia,
la cultura e l’interesse per l’uomo . Occorrerà anche prendere strade
diverse rispetto a quelle che oggi appaiono prevalenti; rivolgersi a nuovi
valori e a nuovi criteri di qualità, senza però intralciare la via dell’evoluzio-
ne. Indietro non si torna.

5.2. Una nuova possibilità


Una crescente sensibilità ha cominciato a orientare le attività di ricerca
scientifica verso soluzioni poco invadenti, in cui la performance è in fun-
zione alla durata, al consumo ridotto, a un generale criterio di economia.
Allo stesso tempo, i giovani designer hanno acquisito una maggiore sen-
sibilità ai problemi della sostenibilità ambientale e dello sviluppo.
Tra essi sta emergendo, almeno in Europa, 3
quella che si può definire una
nuova ricerca di senso del progettare oggi . Dopo aver lasciato tracce inde-
lebili, è come se oggi la società cercasse di attraversare la storia in punta
di piedi, rendendo quasi invisibili i segni della propria presenza.
A questo anelito concorrono le tecnologie dell’infinitamente piccolo che
possono contribuire in maniera consistente a ridurre la quantità di ener-
gia e di materia adoperata, aumentando contemporaneamente la presta-
zione dei prodotti artificiali. Non bisogna dimenticare, infatti, che le micro
e le nanotecnologie da cui derivano gli smart material, insieme alle ICT
(Information Comunication Techonology), si sono sviluppate in contempo-
ranea con il dibattito circa la propria sostenibilità.
Così, hanno trovato un atteggiamento della comunità scientifica e indu-
striale internazionale4 decisamente più maturo e consapevole di quanto sia
avvenuto in passato . Dall’infinitamente piccolo derivano i nuovi dispositi-
vi per l’illuminazione a basso consumo di energia, quali Led, Oled e mate-
108
riali elettroluminescenti, il fotovoltaico flessibile, i sistemi digitali di comu-
nicazione, oltre gli oggetti tecnici caratterizzati dall’estrema riduzione
dimensionale, del peso e del fabbisogno energetico.
Seppur lentamente, la sostenibilità comincia a configurarsi come un’evo-
luta strategia promossa a livello mondiale da élite tecno-scientifiche, e
sostenuta da una società civile più attenta, che si propone di ridefinire un
futuro impegnato ai valori ecologici e alla giustizia sociale. In questo con-
testo si è ampliato anche il ruolo del design nella società non solo per l’in-
teresse verso vari ambiti prima lontani e per il passaggio al mondo delle
interfacce e dell’immateriale. Si fa sempre più urgente, infatti, la neces-
sità di orientare la ricerca verso i settori deboli della popolazione e pro-
gettare i nuovi scenari delle società complesse: dalle infrastrutture, ai tra-
sporti, alle reti, che interconnettono uomini, cose, informazioni, merci.
All’interno della strategia della sostenibilità, oggi riveste un ruolo essen-
CONCLUSIONI

ziale l’informazione. Se, infatti, possiamo considerare l’evoluzione umana


come una continua espansione della conoscenza, che poi permette all’uo-
mo di manipolare (o stravolgere) il mondo, le sfide del domani5 si vince-
ranno solo se conoscenza e sostenibilità riusciranno a fondersi .
Le tecnologie dell’informazione sono un valido strumento a tal fine in
quanto la loro diffusione promuove l’alfabetizzazione informatica, per una
più equa distribuzione delle risorse in termini di sapere, informazione,
competenze e partecipazione sociale. Per esempio, notizie precise sull’u-
so e il trasporto di materiali, merci ed energia agevolano il raggiungimen-
to della tracciabilità della produzione; stimolano scelte consapevoli da
parte dei consumatori, orientando gli acquisti verso prodotti a basso con-
sumo energetico, alta riciclabilità e limitato impatto ambientale.
Dunque, si può affermare che le nuove tecnologie hanno intrinseche
potenzialità che vanno utilizzate in modo strategico: la sostenibilità delle
microdimensioni e la capacità di abilitare informazione possono divenire
gli elementi fondamentali del nuovo design della sostenibilità.
Nello scenario che si prospetta il prodotto si trasforma in qualcosa che va
al di là della sua semplice realtà materiale e produttiva, e assume sem-
pre più la forma di un sistema ibrido che materializza le interazioni tra il
produttore, il mercato e la società. Il design sposta la sua attenzione dal-
l’intermediazione tra produttori, operatori e utenti per costituire un insie-
me di relazioni plausibili tra il sistema dei prodotti e un corrispondente
sistema dei bisogni. A questo scopo la Rete funge da efficace strumento
di interconnessione. Come sostiene e immagina Kevin Kelly, più i prodot-
ti diventano complessi e complicati, più ci sono dei coinvolgimenti per i
consumatori. Per rimediare al problema, le aziende devono rivolgersi agli
utenti per cercare di capire come i prodotti vengono utilizzati.
Si può pensare di attivare una connessione in rete tra aziende e utenti.
Infatti il potere della rete non è soltanto quello di ridurre, perché si riduce
il costo della transazione, ma c’è anche la nuova forza di connessione,
109
per cui gli utenti possono definire il prodotto, completarlo.
Questo tipo di connessione tra clienti e produttori può creare valore.
In effetti, Elephant Design6 ci ha già pensato, creando un nuovo sistema
di relazione che scardina il meccanismo produttivo tradizionale designer-
azienda-utente, ordinandolo nella sequenza designer-utente-azienda. Attra-
verso ricerche specifiche sui “bisogni indotti” si registra l’assenza di alcu-
ni prodotti nello scenario quotidiano, di cui si progettano la configurazione
e le caratteristiche necessarie alla messa in produzione.
Un prototipo virtuale o reale viene immesso nel sito dedicato e dopo aver
raggiunto un quorum per adesioni dell’utenza, l’oggetto viene condotto
alla fase produttiva. La componente di partecipazione attiva, se vogliamo
di “auto-organizzazione” da parte dell’utente, ha una rilevanza determi-
nante. Questa partecipazione è per la prima volta garantita, anzi amplifi-
cata, dalle possibilità che le nuove tecnologie offrono. La circolazione
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

d’informazione e di conoscenza attraverso le reti digitali è in grado di tra-


durre concretamente la disponibilità “virtuale” di merci e servizi in “acces-
so” reale: è possibile sapere dove e quando trovare ciò che si cerca. Ma,
aspetto ancora più importante, può facilmente aggregare comunità con
caratteristiche affini, interessi, gusti, stili di vita, esigenze.
Il design dovrà occuparsi sempre più di interazione e interfaccia, per con-
ferire un’adeguata forma alla conoscenza, alla modalità attraverso la
quale l’informazione viene resa effettivamente disponibile, facilitando al
massimo lo scambio tra soggetti e oggetti. Dai sistemi intelligenti potrà
nascere una serie di prodotti-servizi, fra i quali quelli che si occupano della
privacy e della sicurezza dei dati. Infatti, anche le nuove tecnologie, per il
fatto di essere subdolamente invasive, pongono problemi di nocività e di
intrusione in spazi fino ad adesso riservati, non escludendo quelli del
corpo umano. Come tutte le tecnologie, possono essere portatrici di bene
come di male. Insieme ai pregi dei nuovi dispositivi bisogna conoscere
anche i rischi che implicano.
In definitiva come dice Tomas Maldonado «… dipende da noi se nel futu-
ro vorremo fare di questi mezzi, in nome di un’ideologia della materializ-
zazione universale, un uso alienante, oppure farne un uso che sfrutti al
massimo il potenziale di interfaccia conoscitiva, progettuale e creativa7del-
l’uomo con il mondo … non una fuga mundi, ma una creatio mundi.»

5.3. L’evoluzione digitale del design


Lo sviluppo delle tecnologie che operano nell’infinitamente piccolo ed
enormemente veloce sta invadendo la vita quotidiana. In breve tempo,
quasi tutti i prodotti integreranno una componente digitale.
8
L’Ubiquitous Computing immaginato da Mark Weiser si sta realizzando:
gli esseri umani interagiranno non più con un solo computer alla volta,
piuttosto con un insieme dinamico e interattivo di dispositivi networked,
110
embedded negli oggetti, nei vestiti e nell’ambiente, e presenti ovunque.
Rispetto al tradizionale computing, costituito da sistemi attraverso cui gli
individui interagiscono e cercano servizi in modalità attiva, configurati in
isole all’interno di infrastrutture più ampie, l’Ubiquitous Computing rimuo-
ve le barriere tra i sistemi e supporta la convergenza grazie alla materia
intelligente integrata nei sistemi micro-elettro-meccanici (MEMS) e dei 9
relativi MASEM (materiali avanzati per sistemi micro-elettro-meccanici) .
Allo stato attuale della sperimentazione, tra gli obiettivi dei sistemi Ubi-
comp c’è l’invisibilità, condizione che rende l’interazione tra le persone e
i sistemi intelligenti più naturale per l’uomo e adattabile a qualsiasi situa-
zione o contesto ambientale.
In questa ottica di intervento, non cambia la forma del contenitore (l’am-
biente architettonico o l’oggetto), ma le sue capacità di funzionamento, i
modi in cui potrà essere usato e la percezione che gli utenti ne avranno.
CONCLUSIONI

Gli ambienti stessi saranno capaci di interagire e dialogare con l’uomo,


per interpretarne l’umore, per sollecitarne il benessere o per farsi da tra-
mite tra uomo e uomo; saranno capaci di elaborare autonomamente una
reazione alle interazioni dei loro abitanti, tanto da configurare una “realtà
aumentata”, essenzialmente relazionale, non lontano dall’idea di “flusso
vivo e ininterrotto, ricco di interazioni” che “connota la complessa rete di
relazioni tra le persone e gli oggetti”, usata una decina d’anni fa da
Negroponte per descrivere il futuro del design.
Più dell’invisibilità è importante, a nostro avviso, usufruire dell’intelligen-
za dei sistemi per un design pratico e discreto, in grado di aumentare la
qualità del servizio prestato agli utenti attraverso la flessibilità e la tra-
sformabilità che caratterizzano la gestione dei sistemi intelligenti.
Oggi non basta più che un oggetto o un servizio sia semplicemente utile.
Deve essere accessibile, cioè facile da usare, intuitivo e affidabile, adat-
to a un’interazione semplice ma ricca di significato rispetto alle necessità
umane. Deve creare un’esperienza piacevole, memorabile e cognitiva-
mente poco costosa, proponendo un comportamento user friendly rispet-
to a uno invasivo e time consuming.
Come afferma il designer Stefano Marzano: «Le persone oggi desiderano
poter trarre i massimi vantaggi dalle infinite possibilità della tecnologia
senza però doversi scontrare con le sue complicazioni». Il design può ope-
rare riducendo la 10complessità per rendere la tecnologia maggiormente
accessibile a tutti . Poiché la complessità è già insita nel materiale e
nelle sue “capacità”, il progetto degli oggetti potrà diminuire in comples-
sità, per ritornare alla semplicità, non come semplicismo o miserabilità.
Al contrario, come punto d’arrivo di un’evoluzione 11
pensata e fortemente
voluta sul valore d’uso dei prodotti e dei servizi . Potrà, ad esempio, riva-
lutare i bisogni primari del corpo umano, spesso frustrati proprio dalla tec-
nologia. Questa attenzione è quella che fa la differenza tra l’attività del
designer e quella progettuale di tipo ingegneristico, che generalmente pri-
111
vilegia l’efficienza e il valore economico.
Oggi, il concetto di comfort evolve da semplice risultato di una prestazio-
ne efficiente a “benessere” e si arricchisce di una serie di attributi nei
quali le componenti materiali, culturali, gli elementi fisiologici e antropo-
metrici, i parametri medici e psicologici dell’utente si compenetrano.
Accanto alla tradizionale ricerca dell’utilità emerge l’esigenza di una com-
prensione antropologica dell’utente. Per capire non solo quali sono i suoi
bisogni attuali o inespressi, ma anche il modo migliore per soddisfarli e le
motivazioni che li fanno nascere o che possono - dato il linguaggio spesso
ambiguo della psiche - generare bisogni apparenti, spesso contradditori.
Per progettare 12le esperienze servirà, come ha osservato lo psicologo
David Goleman , costruire e utilizzare un vero e proprio “alfabeto emo-
zionale” che colga il ruolo attivo del consumatore (per questo motivo ribat-
tezzato prosumer) e, nel contempo, semplifichi la nostra vita e ci proteg-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

ga da un continuo bombardamento informativo. La ri-configurazione della


qualità degli oggetti e degli ambienti dovrà contrastare l’ipo-estesia (caren-
za della qualità sensoriale), che ha origine dalla contrapposizione, gene-
rata dai mass media, tra il corpo del soggetto percettore e la superficie di
comunicazione oltre cui si svolge la simulazione virtuale 13
della scena rap-
presentata. Tale condizione, come è stato osservato , trasforma il feno-
meno comunicativo in un processo di commutazione tra stimolo indotto e
riflesso condizionato di risposta.
La trasmissione dell’informazione avviene secondo una modalità in cui il
corpo e la sensorialità vengono esclusi, negando i complessi fenomeni di
riorganizzazione cognitiva che caratterizzano la percezione. Invece il quoti-
diano rapporto con la realtà fenomenica implica il coinvolgimento di tutti i
sensi e le relazioni tra i processi che provocano sensazioni.
Allo stesso tempo, il designer dovrà agire contro un’altra forma di estesia:
il “frastuono sensoriale” determinato dalla iperstimolazione che caratte-
rizza i media e i luoghi della mobilità, del piacere e del consumo, caratte-
rizzati dalla loro essenziale condizione di inconsistenza di significato e di
qualità comunicativa. Una realtà all’estremo opposto della povertà sen-
soriale, che sovraccarica il soggetto ricettore e i suoi organi di senso, oltre
la condizione limite di “inquinamento multisensoriale”.
Le due condizioni di ipo e iper-estesia creano un circolo vizioso in cui si
passa da una mancanza (vuoto ricettivo), a un’intensa stimolazione dei
sensi. Ciò genera una sensazione di disagio emotivo che si ripercuote
negativamente sia nell’atteggiamento interiore, riferito alla sfera soggetti-
va personale, sia nel comportamento sociale.
Questa è la problematica che dovrà affrontare il designer, nell’estremo
compito di abbattere la barriera tra il mondo fisico e quello digitale.
Egli dovrà, infatti, risolvere da un lato l’impoverimento sensoriale dovuto
alla rinuncia dell’azione senso-motoria diretta nel rapporto con il reale.
Dall’altro limitare gli eccessi, la ridondanza della realtà visual, verso la pro-
112
gettazione di ciò che è stato definito “l’antidoto contro il generale avvele-
namento multisensoriale”. La progettazione delle “entità intelligenti” si
fonda sulla capacità di manipolare i dati sensoriali e cognitivi.

5.4. Design e co-evoluzione


Le rapide mutazioni del panorama artificiale implicano un rapporto di pros-
simità con gli oggetti intelligenti. La compenetrazione con il corpo umano
è tale che le “cose che pensano” e l’uomo sembrano costituire un siste-
ma sinergico. Le tecnologie, infatti, si possono “vestire”.
Con la tecnologia digitale portatile, ad esempio, le informazioni sono
disponibili ovunque,
14
tanto da rendere sempre più inscindibili uomo e “pro-
tesi intellettiva” . Ed è sempre più diffuso concepire la conoscenza come
un qualcosa di naturale tra le protesi intellettive e la mente umana.
CONCLUSIONI

La tecnologia consente di prolungare all’esterno del nostro corpo dei


nuovi “organi”, “protesi sincretiche” che “pensano”, “agiscono” e “per-
cepiscono” per svolgere funzioni integrative progettate e programmate.
Non è più il corpo a rendersi cosa inorganica, come accadeva nell’imma-
gine del cyborg, ma sono le “cose che pensano” a umanizzarsi per comu-
nicare. Infatti, vestire la tecnologia vuol dire anche addomesticare il
mezzo, porlo a contatto con il corpo. Se gli oggetti intelligenti vivono e pen-
sano, non è necessario che ne facciamo dei feticci. Allo stesso tempo
però le “cose” passano a integrarsi con il naturale.
«Non è solo l’artificiale che prende spunto dal naturale,
15
ma è l’artificiale
che si unisce, che passa a far parte del naturale» . Questa complessa
integrazione tra corpo e tecnologia, che la società per certi versi incalza,
può essere intesa come la ricerca di un rimedio alla “immaturità-incom-
piutezza” dell’essere umano, teorizzata dall’antropologo A. Gehlen. 16
E anche di quel senso di disagio, definito dallo studioso Gunther Anders
come “vergogna prometeica”. La consapevolezza, cioè, dell’uomo di esse-
re antiquato rispetto ai propri prodotti, limitato nel tempo e nelle capacità
di immaginare e sentire. Questo disagio potrebbe portare a una specie
artificiale post-umana derivante dall’uso improprio delle innovazioni tecni-
che. Pericolo che la società deve scongiurare in ogni modo.
Anche se esistono, indubbiamente, dei benefici provenienti dagli studi
connessi allo sviluppo delle protesi, soprattutto di quelli relativi alla per-
cezione multisensoriale, alla conoscenza delle priorità emozionali e sul
loro sincronismo. Ad eccezione di casi molto limitati, infatti, nessuno sa
ancora come l’inserimento di un corpo estraneo possa incidere sull’insie-
me delle funzioni organiche. E se porterà una maggiore 17
complicazione,
anziché una pretesa integrazione della complessità .
La complessità dei processi alla base del nuovo scenario tecnologico
richiede l’esigenza di confrontarsi con l’ingegneria, la chimica, la fisica, la
biologia, le scienze cognitive, la neurologia e la psicologia. L’obiettivo è di
113
creare un “circolo virtuoso” in cui discipline tradizionalmente distanti pro-
ducono stimoli reciproci per nuove conoscenze. L’interazione di queste
competenze con il design permette di orientare le esigenze dell’evoluzio-
ne digitale, trovando stimolo nella ricerca per applicazioni realmente 18
utili,
escludendo linee di sviluppo non corrispondenti a necessità reali .
Il design può contribuire al processo di osmosi delle informazioni e delle
diverse competenze, stimolando anche percorsi di ricerca e di sviluppo
attraverso nuove relazioni, sistemi, concept e soluzioni.
Come afferma V. Margolin, la natura delle discipline del progetto è quella
di essere orientata ai problemi. Il valore aggiunto dell’approccio metodo-
logico delineato sta nel coordinare diversi modelli di indagine che deriva-
no da differenti discipline. In tale contesto, il ruolo della ricerca nel desi-
gn è connettere i diversi modelli derivanti dalle
19
varie discipline ed elabo-
rare linee guida per lo sviluppo del progetto .
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. Cfr. Tomás Maldonado (2005), Memoria e conoscenza. Sulle sorti del sapere nella pro-
spettiva digitale, Feltrinelli, pag.185.
2. Cfr. intervista di Daniel Capella a John Thackara, “Internet è la causa di una rivoluzione
estetica” pubblicata in Domus n. 826, maggio 2000, pagg. 70-79
3. Cfr. Vanni Pasca, editoriale in Pad - Palermo design, magazine on-line n.2/2007.
4. Il Centro di Etica dell’Università di Toronto svolge un’indagine sugli effetti benefici delle
nanotecnologie per risolvere con soluzioni sostenibili i problemi dei paesi in via di sviluppo,
come l’approvvigionamento di energia e di acqua e la condizione sanitaria.
5. In questi anni stanno emergendo alcuni movimenti culturali che propongono approcci
diversi ai problemi energetici e ambientali, individuando nel concetto di “sviluppo” il nodo da
risolvere. Tali visioni propongono di rivedere lo stile di vita a cui lo sviluppo ci ha portati e
abituati, ridimensionando l’importanza della crescita economica fine a se stessa, tipica del
XX secolo, ma anche così com’è concepita all’interno del modello “sostenibile”. Non invita-
no a ritornare al passato, né a bloccare ogni ulteriore sviluppo tecnologico ed economico. Il
fulcro di queste impostazioni culturali “alternative” consiste nella valorizzazione di parametri
umani come la capacità creativa, le relazioni interpersonali, il tempo libero, la qualità della
vita, il rispetto della natura.
6. Bruce Sterling ne La forma del futuro (Apogeo, 2005) ci offre una chiave di lettura interes-
sante sul mondo che sarà, o meglio che dovrà essere se non desideriamo andare incontro a
rovinose conseguenze. Il cambiamento prefigurato mette al centro la conoscenza, l’informa-
zione e la sostenibilità. A questi principi si ispira anche Kohei Nishiyama, uno dei fondatori di
Elephant Design co. e l’inventore di Design To Order system (DTO). Il sistema di transazioni in
rete riduce il rischio delle imprese nello sviluppo di nuovi prodotti, permette che i fornitori
attendano il punto d’equilibrio degli ordini prima di mettere in produzione un prodotto.
7. Tomas Maldonado, (2005).
8. Mark Weiser (1952-1999), direttore di ricerca del Xerox Parc a Palo Alto in California,
durante la sua attività di ricerca ebbe la visione che nel XXI secolo la rivoluzione tecnologica
sarebbe entrata nel quotidiano, nel piccolo e nell’invisibile.
9. Un esempio specifico è il Tokyo Ubiquitos Network Project che Ken Sakamura sta attuan-
do in Giappone. Un’infrastruttura urbana che si avvale di tecnologie GPS, 3G, RFID, wireless,
per collegarsi a sensori, chip, tag, fax e smartphone sparsi nei pali della luce o integrati nei
prospetti degli edifici. Un sistema in grado di informare dettagliatamente e su richiesta, in
tempo reale e in totale comfort immersi nell’Ubiquitous Computing.
10. Stefano Marzano, Chief Creative Director di Philips Design, dirige dal 1991 il team di
designer e ricercatori Philips sviluppando una cultura aziendale orientata verso l’interesse
per l’uomo. Il concept ha condotto dalla pluripremiata “Vision of the Future” del 1995, fino
114
all’ultimo progetto strategico, NEXT Simplicity, presentato a Parigi nel settembre 2006. Ciò
testimonia l’approccio di Philips alla tecnologia che coniuga l’innovazione con il bisogno
emergente di semplicità. “Sense and Simplicity”è il brand utilizzato per la promozione dei
nuovi prodotti digitali. Il “Manifesto della Semplicità” è il documento propositivo, stilato a
seguito di “LivingSimplicity”, il festival della Semplicità, organizzato a Milano a metà novem-
bre 2006. Inoltre “trasformare la complessità tecnica in semplicità fruibile” è la regola n.14
dell’arte della felicità, secondo Style magazine di dicembre 2006.
11. Come ha gia affermato Neil Gershenfeld, direttore del “Center for Bits and Atoms” del
MIT, in cui sperimenta le relazioni tra informazione e proprietà fisiche attraverso cui questa
si esprime, «è molto più interessante chiedersi come catturare l’essenza di ciò che funziona
bene nel presente per migliorarlo ulteriormente nel futuro».
12. David Goleman (Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 1996) psicologo di Harward è idea-
tore dell’intelligenza emotiva. In questo tema si inserisce il contributo di Donald A. Norman,
il principale esponente della moderna psicologia cognitiva, che nel suo Emotional design,
affronta il tema delle emozioni emanate dagli oggetti d’uso considerando come gli oggetti
piacevoli svolgono meglio la loro funzione. Le emozioni richiedono diversi livelli di design che
coincidono con i livelli mentali viscerale, comportamentale e riflessivo.
CONCLUSIONI

14. Le conoscenze scientifiche che coinvolgono gli studi di medicina, neurologia, psicologia
della percezione ed ergonomia cognitiva, riguardano l’interiorità del sensorio, inteso come
l’insieme delle funzioni sensoriali che la mente utilizza per la rielaborazione di ogni input
interno o esterno al corpo. Queste conoscenze permettono di valutare i meccanismi che
intervengono nel processo di elaborazione percettiva, che dipendono dall’esperienza vissu-
ta e dalle capacità mentali di attivare i sistemi sensoriali.
15. Tomás Maldonado nel “Mondo e teche. Una teoria critica degli artefatti” (in Il Verri n. 27,
2005) definisce protesi «le strutture artificiali che sostituiscono, completano o potenziano,
in parte o totalmente, una determinata prestazione dell’organismo». All’interno di questa
categoria di artefatti, egli opera la distinzione tra protesi motorie, sensorio-percettive, intel-
lettive e sincretiche. Le protesi intellettive sono quelle che hanno la capacità di immagazzi-
nare ed elaborare un’enorme quantità di dati. Quelle sincretiche, di ultima generazione, inte-
grano capacità di calcolo, azione e percezione.
16. Cfr. Tomás Maldonado (2005), “Mondo e teche. Una teoria critica degli artefatti” in Il
Verri n. 27, pag.15.
17. Il pensiero di Anders si radica profondamente nella cultura nel ’900. La sua filosofia
tende a stabilire le cause che hanno portato l’uomo a creare una società in cui l’unico pro-
tagonista è l’apparato tecnico. Secondo Anders, infatti, oggi viviamo in un mondo in cui la
macchina e gli oggetti prodotti in serie sono diventati i protagonisti della storia, il mondo è
il luogo in cui ogni essere umano è “gettato” e costretto a vivere in qualità di essere total-
mente inadeguato ai nuovi tempi. Figura paradigmatica di questa situazione è Prometeo.
L’uomo della civiltà tecnologica, come un novello Prometeo, è subalterno alle macchine da
lui stesso create, e per queste prova soggezione e vergogna. Questa vergogna è anche lega-
ta a un dislivello tra l’uomo e i prodotti meccanici che, essendo più efficienti e funzionali, lo
oltrepassano facendolo diventare antiquato. Le macchine sono perfette, funzionano e sono
ripetibili in serie: questo concede loro una sorta di eternità che all’uomo è negata. Di fronte
alle macchine l’uomo perde la sua importanza all’interno del sistema sociale, egli diventa
antiquato perché, appunto, ha bisogno di riposarsi, di mangiare, di divertirsi mentre le mac-
chine funzionano “sempre” senza intervalli e distrazioni. Il parallelo uomo-macchina sembra,
dunque, volgere tutto a favore di quest’ultima.
18. A questo riguardo è interessante la raccolta degli studi operata dal libro a cura di
Leopoldina Fortunati, James Katz, Raimonda Riccini, Corpo futuro. Il corpo tra tecnologie,
comunicazione e moda, Franco Angeli, 1997.
19. La ricerca entra nell’organizzazione del vivente per comprendere i principi utili che pos-
sono essere trasferiti al settore della tecnologia e nelle organizzazioni umane, reinterpre-
tando le logiche del vivente per ricavarne nuovi strumenti di lettura e di progettazione del-
l’artificiale con il fine ultimo di esplorare la ciclicità del tempo biologico, la complessità fun-
115
zionale, l’auto-organizzazione, l’adattabilità e la flessibilità tra essenza della materia e pre-
stazioni. Siamo arrivati a una massa critica di conoscenze che prelude a un salto di livello
nella sfida della complessità.
APPENDICE TECNICA
MATERIALI CHE...
32.
6. Materiali che cambiano colore

I materiali cromogenici sono caratterizzati dalla capacità di modificare le


proprietà ottiche con un effetto reversibile, in seguito all'applicazione di
uno stimolo elettrico, termico o luminoso. Le ricerche sulla variabilità della
trasparenza nei materiali iniziarono verso la fine del XIX secolo, ma solo
recentemente hanno dato dei risultati industrialmente applicabili. 1
Alla fine degli anni ’80, Claes G. Lambert e Carl M. Granqvist definirono
cromogenici i materiali in grado di cambiare le caratteristiche ottiche in
risposta a determinati stimoli esterni. L'aspetto principale della ricerca
era la possibilità di modulare la tonalità di colore, con il successivo ritor-
no allo stato iniziale, per un intervallo di tempo determinato.
Il comportamento cromogenico dipende dalle proprietà fisico-chimiche dei
materiali sensibili al variare dell'intensità della luce, della temperatura o
di un campo elettrico. Lo stimolo attiva la reazione reversibile del mate-
riale che passa da elemento trasmittente a riflettente, da trasparente a
colorato e viceversa. In base allo stimolo di attivazione, si identificano
quattro tipi di materiali cromogenici: cristalli liquidi, elettrocromici, foto-
cromici, termocromici. In base al principio di funzionamento, si distinguo-
no i materiali attivati elettricamente, come i cristalli liquidi e gli elettrocro-
mici, e quelli autoregolanti, come i fotocromici e i termocromici.
Il più comune esempio di dispositivo cromogenico è rappresentato dalle
smart window, finestre intelligenti applicate in edilizia e nel settore dei tra-
sporti. I dispositivi sono sensibili ai parametri ambientali e contribuiscono
a ridurre i consumi energetici attraverso il controllo del microclima, garan-
tendo comfort ambientale, sicurezza e privacy. Altre applicazioni pratiche
riguardano la produzione di lenti fotosensibili per occhiali da sole, specchi
antiabbaglianti, monitor per computer, superfici digitali informative e pub-
blicitarie, packaging intelligente, tessuti elettronici e interattivi. 119

32. PDA con display Lcd touch-screen (HP)


MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

6.1. Cristalli Liquidi


La scoperta delle proprietà liquido-cristalline, possedute da alcune
sostanze organiche, risale 2 agli studi condotti nel 1888 dal botanico
austriaco Friedrich Reinitzer . Tali composti, definiti cristalli liquidi (Liquid
Crystal), in particolari condizioni passano dallo stato solido a quello liqui-
do. Essi sono in grado di organizzarsi in fasi intermedie (mesofasi), pre-
sentando caratteristiche
3
della materia sia dello stato solido cristallino che
di quello liquido . Tutti i composti che sono in grado di generare delle
mesofasi vengono definiti mesogeni. In un solido cristallino le molecole
presentano un alto grado di ordine, sia di posizione che di orientazione,
con poche possibilità di traslazione. In un liquido, invece, le molecole non
hanno alcun ordine particolare e possiedono una grande libertà di movi-
mento. Le molecole di un cristallo liquido si collocano in una posizione
intermedia, conservando la capacità di traslazione con la tendenza ad
assumere orientazioni e posizioni preferenziali.
Quando sono disciolti in un solvente e in concetrazioni opportune, i meso-
geni vengono detti cristalli liquidi liotropici. In base al grado di ordine mole-
colare, le mesofasi liotropiche si classificano in sferica, colonnare, cubica
e lamellare. Alla classe dei cristalli liquidi liotropici appartengono nume-
rose sostanze di interesse biologico, come le proteine che costituiscono
la tela del ragno e alcuni virus.
I composti in grado di generare mesofasi al variare della temperatura ven-
gono chiamati termotropici. Generalmente presentano una struttura mole-
colare a forma di disco (discotici) oppure a forma di bastone (calamitici).
Le mesofasi termotropiche (calamitiche) mostrano diversi tipi di organiz-
zazione molecolare definite nematica, colesterica (nematico-chirale) e
smettica, con caratteristiche specifiche legate alla disposizione delle
molecole.
4
Inoltre, nel passaggio tra lo stato cristallino e quello liquido iso-
tropo , un mesogeno può avere varie mesofasi contraddistinte da un
120

33. 34.
... CAMBIANO COLORE

grado di ordine decrescente. Alle caratteristiche tipiche dello stato solido


(anisotropia elettrica e ottica) e dello stato liquido (fluidità molecolare), i
cristalli liquidi presentano proprietà specifiche come la variazione del colo-
re e dell’ordine5
molecolare per effetto di campi elettro-magnetici e della
temperatura . Le prime sperimentazioni sui cristalli liquidi risalgono alla
fine degli anni ’60, periodo in cui George Gray con i ricercatori dell'Uni-
versità di Hull, in Inghilterra, furono incaricati dal Royal Signals and Radar
Establishment (RSRE) di sviluppare i cristalli liquidi nematici per applica-
zioni militari. L'obiettivo della ricerca era la sostituzione6 degli ingombranti
monitor a tubi a raggi catodici (CRT) con schermi piatti .
Successivamente, i chimici che lavoravano con Ben Sturgeon alla BDH
(ora Merck) di Poole in Inghilterra, produssero miscele di cristalli liquidi su
scala commerciale. Oggi i comuni display Lcd sono realizzati in diverse
tipologie in base al tipo di cristallo liquido che integrano. Il display TN
(Twisted Nematic), il più diffuso per la sua semplicità, è costituito da una
mesofase nematica collocata tra due lastre di vetro trattate in7 modo da
orientare le molecole del cristallo liquido parallelamente a esse . Il display
è composto da pixel che si illuminano se stimolati da un campo elettrico
che attiva la matrice liquido-cristallina. Il display TN è caratterizzato da un
basso consumo energetico e trova numerose applicazioni nel campo del-
l’informatica. Tra gli svantaggi vi sono il contrasto visivo e un angolo di cor-
retta visione ridotto a circa 20°, per la presenza dello strato trasparente
di elettrodi davanti al video.
Il secondo tipo di display a cristalli liquidi è quello STN (Super Twisted
Nematic), evoluzione del TN in cui le molecole della fase nematica subi-
scono una rotazione di 270° invece che di 90°.
I display STN presentano il triplo del contrasto visivo e il doppio dell’an-
golo di visione ma anche alcuni problemi che riguardano la birifrangenza.
Il terzo tipo è costituito dagli innovativi display TFT (Thin Film Transistor) in
cui l'indirizzamento di ogni 8
singolo pixel avviene dietro il display con atti-
121
vazione tramite transistor . Il contrasto ottenuto è il quadruplo rispetto agli
STN e l'angolo di visuale risulta più ampio.
I cristalli liquidi polimerici PLC (Polymer Liquid Crystal) sono una classe di
compositi che associano le proprietà dei polimeri con le mesofasi dei cri-
stalli liquidi. In base alla disposizione del composito si distinguono due tipi
di PLC. Quelli a catena principale MC-PLC (Main Chain) si formano 9
quan-
do i mesogeni fanno parte della catena principale di un polimero .
Quelli a catena laterale SC-PLC (Side Chain) si ottengono quando i meso-
geni sono10
collegati alle catene laterali del polimero attraverso uno spa-
ziatore . Le applicazioni dei PLC riguardano la produzione di display, stru-
menti per applicazioni ottiche, compositi in fibre ad alta resistenza come
il Kevlar, usato per gli elmetti e i giubbotti antiproiettile. I dispositivi PDLC
(Polymer Dispersed Liquid Crystal) sono compositi in cui le molecole del
cristallo liquido, del diametro di circa un micron, sono disperse nella strut-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

11
tura di un polimero allo stato solido . Variando l'orientazione delle mole-
cole con un campo elettrico, è possibile modificare l'intensità della luce
trasmessa. Le prestazioni dei PDLC dipendono dal tipo di polimero utiliz-
zato e dalla disposizione delle miscrosfere del cristallo liquido disperso.
Il processo di produzione
12
può avvenire per micro-incapsulamento o per
separazione di fase . Le applicazioni pratiche dei dispositivi PDLC riguar-
dano la realizzazione di smart window, i sistemi per la protezione solare
attiva e il controllo del microclima. Nel design vengono prodotti superfici
che limitano la visibilità
13
tra due ambienti pur mantenendo un'alta trasmis-
sione della luce . 14
In Italia l'azienda Isoclima realizza l’innovativo sistema Varilite , utilizzato
per il tettuccio della concept car "Avantissimo", prodotta dalla Audi e pre-
sentata nel 2002 a Francoforte. La tecnologia Cromalite, sperimentata
dalla Isoclima, applica uno speciale film sensibile, che permette di realiz-
zare sistemi intelligenti a trasparenza variabile e bassi consumi energeti-
ci (appena 1,5 volt), applicati nel settore dei trasporti. Il Priva-Lite è un al-
15
tro prodotto interessante realizzato dall’azienda francese Saint-Gobain
applicato nelle soluzioni per il controllo del regime termico degli ambienti.

33-34. Cristalli liquidi


35. Film termocrmico a cristalli liquidi
36. Fotocromismo nei cristalli liquidi
37. Matrice elettrocromica
38. Smart window

122

35. 36.
... CAMBIANO COLORE

6.2. Elettrocromici
L'elettrocromismo è il fenomeno fisico per cui il passaggio di una corren-
te elettrica in un materiale comporta la modificazione della struttura chi-
mica, con la conseguente variazione del colore. Le proprietà dei materiali
elettrocromici EC (Electro Chromic) sono attribuite all’inserimento o estra-
zione di ioni ed elettroni. L’effetto di uno stimolo elettrico a bassa ten-
sione causa 16
la trasformazione da uno stato iniziale trasparente verso uno
riflettente . Quando il campo elettrico è attivato, le particelle reagiscono
generando dei composti colorati. Quando lo stimolo è interrotto, il mate-
riale ritorna allo stato iniziale trasparente.
I materiali EC si distinguono in due categorie principali costituite dagli ossi-
di dei metalli di transizione e dai composti organici. Il fenomeno elettro-
cromico si manifesta in parecchi materiali sia inorganici (ossido di tung-
steno, molibdeno, titanio, niobio, vanadio, iridio, cobalto, nichel), che orga-
nici tra cui alcuni polimeri (polianilina, polipirrolo, politiofene, poli-isotia-
nofene, pirazolina). Il composito più utilizzato per realizzare i dispositivi 17
elettrocromici ECD (Electro Chromic Devices) è il triossido di tungsteno .
Il dispositivo consiste in un multistrato, realizzato da un sandwich di tre o
cinque strati, composto da celle elettrochimiche in cui gli elettrodi, chimi-
camente attivi,
18
sono costituiti da materiali EC depositati sotto forma di
film sottili . Sperimentati già dagli anni ’70, la IBM e la AT&T Bell Labora-
tories negli USA, e la Philips e la Brown Boveri in Europa; hanno sviluppa-
to display EC con applicazioni commerciali.
Rispetto ai sistemi a cristalli liquidi, nei dispositivi EC lo stimolo elettrico
serve solo per attivare il processo di colorazione, che avviene in modo gra-
duale e progressivo. Oggi la tecnologia permette prestazioni ottiche ele-
vate con maggiore contrasto, nessuna limitazione dell'angolo di visuale e
il mantenimento dello 19
stato attivo per lunghi tempi, anche interrompendo
lo stimolo elettrico . La difficoltà principale per la diffusione dei sistemi
123

37. 38.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

EC consiste nella realizzazione di matrici che permettano di controllare


contemporaneamente tutte le microcelle. I dispositivi disponibili in com-
mercio necessitano, infatti, del controllo di una singola cella elettrocromi-
ca alla volta. La ricerca ha recentemente sviluppato sistemi misti ossido-
elettrocromici per la realizzazione di dispositivi in grandi dimensioni con
colorazione neutra. Le applicazioni riguardano gli ambiti civili e industriali,
il settore edilizio, dei trasporti, della sicurezza e della protezione della pri-
vacy in cui sono disponibili specchi retrovisori e tettucci a riflessione varia-
bile, display informativi su grandi superfici, lenti sensibili per occhiali.
I centri di ricerca della Sony, Sharp e IBM sviluppano applicazioni per
display a colori per il settore dell’informatica. Recentemente sono state
realizzate le smart window, i sistemi EC per il controllo della luminosità
degli ambienti interni. Un prototipo con proprietà antiriflesso
20
e antiglare è
stato prodotto al Lawrence Berkeley National Laboratory .
L'azienda tedesca Flabeg GmbH ha realizzato il sistema E-Control per l’a-
zienda inglese21
Pilkington, leader mondiale nella produzione di vetri a con-
trollo solare , sviluppando alcuni modelli di vetri elettrocromici per il set-
tore automobilistico. Le aziende americane OCLI-Donnelly e Gentex hanno
prodotto specchi retrovisori e parabrezza che rilevano la differenza di lumi-
nosità tra l'ambiente interno e l’esterno. Il dispositivo varia automatica-
mente il grado di riflessione e trasparenza della superficie, proteggendo
la vista dai fenomeni di abbagliamento. La giapponese Nikon ha prodotto
alcuni modelli di occhiali da sole elettrocromici. La Asahi-Glass realizza
sistemi di infissi elettrocromici per le facciate degli edifici che garantisco-
no un notevole risparmio energetico, oltre l’elevata qualità degli spazi
interni in termini di comfort visivo e microclima.
Un’applicazione innovativa dei materiali elettrocromici è rappresentata dal
rivoluzionario inchiostro elettronico (E-Ink) con cui realizzare carta (E-
Paper) e libri digitali EPD (Electronic Paper Display). La tecnologia è stata
sviluppata nel 1996 da Joe Jacobson, fondatore della società americana
124
E-Ink per lo sviluppo commerciale dell’inchiostro elettronico.

39.

40. 41.
... CAMBIANO COLORE

Basato sulle ricerche condotte dal Media Lab del Mit di Boston, l’E-ink è
composto da microcapsule in cui sono inserite particelle di pigmento elet-
trocromico bianco e nero. Le microcapsule sono realizzate con un involu-
cro in plastica trasparente. L’inchiostro è contenuto tra due film flessibili
in polimeri conduttivi, che costituiscono i due elettrodi del dispositivo.
Applicando un campo elettrico a bassa tensione, è possibile controllare il
movimento delle particelle di pigmento verso uno dei due elettrodi.
Quando le microcapsule bianche, con carica positiva, si accumulano sullo
strato superiore trasparente del composito, la superficie del display si colo-
ra di bianco. Nel caso opposto, le microcapsule si depositano sulla super-
ficie di fondo, permettendo di visualizzare l’inchiostro di colore nero con
carica negativa. Ogni microcapsula, che rappresenta un singolo pixel del
display, è attivabile separatamente. Come in un dispositivo Lcd, è possibi-
le comporre qualunque scritta o immagine in modalità statica o dinamica.
L’inchiostro elettronico permette di riprodurre la qualità visiva della co-
mune carta stampata, con la possibilità di simulare antichi testi e mano-
scritti. A differenza di un comune display in cui i pixel sono retroilluminati,
l’E-paper riflette la luce come un normale foglio di carta. La superficie digi-
tale può essere scritta e cancellata un numero indefinito di volte con un
semplice impulso elettrico. La tecnologia è stata sviluppata dalla Philips,
dalla Sony e dalla Casio per realizzare i primi prototipi di carta elettroni-
ca e E-book, i libri elettronici basati sull’E-Ink assimilabili a un Tablet PC.
I dispositivi digitali garantiscono perfetta leggibilità e contrasto visivo con
tempi di risposta nell’ordine dei millesimi di secondo. Il sistema EPD inte-

125

42. 43.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

gra un microprocessore (CPU) e la modalità di comunicazione con con-


nessione wireless e Lan (Local area network). L’innovativo E-book è leg-
gero, tascabile e può contenere una quantità indefinita di libri con bassi
consumi energetici relativi alla sola fase di attivazione. Con un peso di
circa 400 grammi e lo spessore di soli 15 millimetri, le batterie ricaricabili
permettono un'autonomia di circa 20 ore. Gli sviluppi futuri prevedono la
possibilità di realizzare dispositivi E-Ink anche a colori.

39. E-Ink, effetto elettroforetico bistabile


40. MIcrocapsule di inchiostro elettronico
41. E-paper, composito in film flessibiIe
42. E-Ink Paper Display
43. E-Paper, riproduzione di un testo antico
44. E-ink Paper Display (Casio)
45. Polimeri organici fotocromici

126

44.
... CAMBIANO COLORE

6.3. Fotocromici
Il fotocromismo è il fenomeno fisico per cui un materiale, sottoposto ad
uno stimolo luminoso, reagisce con il cambiamento reversibile del suo
colore. Alcune sostanze chimiche (sali d'argento, cloruro e bromuro) e
composti organici (spiropirani, cromeni, fulgidi, azobenzeni, anili), sono in
grado di assorbire l'energia delle radiazioni elettromagnetiche modifican-
do le proprie caratteristiche ottiche. In condizioni di luminosità normali, i
materiali fotocromici (FC) sono incolore. Se esposti alle radiazioni ultra-
violette (UV), la loro struttura molecolare si modifica assumendo un aspet-
to colorato. Quando lo stimolo luminoso viene interrotto, il colore scom-
pare e il materiale ritorna allo stato iniziale. Le prime applicazioni com-
merciali riguardano la produzione di pigmenti e inchiostri22
sensibili alla luce
del Sole, al flash fotografico o alle lampade di Wood .
Nel settore degli inchiostri di sicurezza vengono riprodotte immagini e testi
invisibili che possono essere rivelati solo ai raggio UV, per cui non posso-
no essere fotocopiati o acquisiti con lo scanner. In fase attiva, l’inchiostro
passa velocemente da uno stato invisibile a una colorazione intensa, man-
tenendo la tonalità per circa 30 secondi. Sono disponibili in commercio
composti con diverse tonalità standard per miscele lavorate sia in massa
che in finitura. Gli inchiostri fotosensibili possono essere applicati su 23
qual-
siasi supporto,
24 25
superficie e materiale, con processi di flessografia , seri-
grafia , off-set a secco e tipografia. Per ottenere migliori risultati lo stra-
to di inchiostro deve essere il più compatto possibile e con uno spessore
dell'ordine del millimetro. I dispositivi FC sono utilizzati per limitare l’as-

127

45.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

sorbimento delle radiazioni ultraviolette (UV) e infrarosse (IR). I filtri dispo-


nibili in commercio variano
26
il coefficiente di trasmissione in funzione del-
l'intensità della luce , schermando anche il calore solare. I sistemi FC per
infissi e vetrate sensibili, come le smart window, sono applicate in archi-
tettura e nel settore dei trasporti. Le vernici FC sono utilizzate in edilizia
per controllare l’assorbimento del calore dei prospetti esposti alla luce
diretta. I sistemi intelligenti riducono notevolmente i costi energetici e
garantiscono il comfort ambientale. La ricerca attualmente sperimenta
soluzioni per ottenere uniformità di colorazione su ampie superfici, ridur-
re i costi di produzione, elevare la resa cromatica, l’efficienza e la durata
di vita dei dispositivi.

46. Occhiali fotocromici (Rudy Project)


47. PIgmenti termocromici
48. Semilavorati in polimeri TC

128

46.
... CAMBIANO COLORE

6.4. Termocromici
Il termocromismo è il fenomeno fisico diffuso in molti sistemi chimici, sia
organici che inorganici, in grado di modificare la colorazione al variare
della temperatura ambientale. I materiali termocromici (TC) sono costitui-
ti da elementi semiconduttori metallici o polimerici che si presentano tra-
sparenti allo stato di quiete. In funzione dell’intervallo termico cui sono
sottoposti, essi reagiscono modificando le proprietà ottiche.
Il fenomeno avviene con una reazione chimica reversibile per cui, una volta
ripristinate le condizioni termiche iniziali, il materiale ritorna allo stato di
trasparenza iniziale27. La variazione di colore avviene per determinati inter-
valli di temperatura che possono essere programmati “dopando” il mate-
riale con particolari additivi. Tra gli ossidi metallici il più interessante è
quello di vanadio, che oltre la temperatura critica di 70°C, passa da uno
stato di semiconduttore ad uno metallico mostrando una maggiore capa-
cità riflettente e sensibilità ai raggi infrarosso (IR).
I dispositivi termocromici sono realizzati attraverso 28
l'inserimento di speciali
gel termosensibili tra due strati di film plastici .
Nei sistemi inorganici lo ioduro di mercurio, a temperatura ambiente, 29
pre-
senta una colorazione giallo-arancio e diventa rosso oltre i 200°C .
In molti settori industriali e civili gli inchiostri, le pitture e le vernici termo-
sensibili sono utilizzate sia in massa che di finitura. Alcuni inchiostri ter-
mici sono invisibili in condizioni normali e reagiscono, in modo irreversibi-
le, colorandosi quando sono esposti a temperature oltre i 70°C. Questi
inchiostri, inoltre, diventano visibili se scalfiti o intaccati con un oggetto.

129

47. 48.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Gli inchiostri possono essere applicati su qualsiasi supporto attraverso i


processi stampa per flessografia, rotocalco, tipografia, off-set o serigrafia.
Nel settore dell'edilizia e dell’arredamento di interni, sono disponibili otto
tonalità di colore e dieci intervalli termici di attivazione. I sistemi termo-
cromici permettono di ottimizzare
30
i consumi energetici dell'edificio e il con-
trollo del microclima interno .
Il Tald è un dispositivo termocromico per 31l’edilizia con prestazioni migliori
rispetto ai vetri antisolari convenzionali . Sperimentato nel 1995 dal
Faunhofer Institute for Building Physics in collaborazione con la BASF, il
Tald è un gel termosensibile che può essere regolato tra i 10°C e i 70°C.
In Europa la società Saint Gobain, in collaborazione con la Pilkington e la
Flachglass, leader nella produzione di vetri speciali e sistemi per infissi;
ha prodotto su scala industriale i primi sistemi termocromici affidabili ed
efficienti.
Un team di ricercatori giapponesi coordinato da Takuzo Aida, dell'Agenzia
giapponese di Scienza e Tecnica di Koto-ku, ha presentato nel giugno
2005 un innovativo inchiostro FC che permette di realizzare pagine riscri-
vibili in cui la colorazione può essere termicamente alterata.
Nel campo del design, Heat seat è la seduta sensibile alla temperatura
corporea esposta al MoMA di San Francisco. Progettata da Jürgen Mayer,
la sedia è stata prodotta nel 2001 per Archilab.
Nel 2003 la designer Zane Berzina ha realizzato Touch Me Wallpaper, una
carta da parati termocromica esposta al Victoria and Albert Museum di
Londra.

49. Jürgen Mayer, Heat seat, 2001


50. J. Mayer, Warm-up table, 2002
51. Zane Berzina, Touch Me Wallpaper, 2003
52. Composto organico TC liquido
130

49. 50. 51.


... CAMBIANO COLORE

131

52.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1 Claes-Göran Granqvist, del dipartimento di scienza dei materiali The Angstrom laboratory
della Uppsala University in Svezia, e Carl M. Lambert, del Lawrence Berkeley Laboratory /
Energy and Environment Division della Berkeley University of California; nel 1990 pubblica-
rono i risultati della ricerca sui materiali e dispositivi per il controllo della trasmittanza "Chro-
moenics: Materials and devices for transmittance control", SPIE Optical Engineering Press,
Bellingham, WA, 1990.
2. I cristalli del benzoato di colesterine fondevano a 145,5°C formando un liquido torbido che
a 178,5°C diventava limpido. La sostanza presentava due distinti punti di fusione, con la for-
mazione di una fase liquida opalescente che diventava limpida a temperatura maggiore. Una
volta raffreddato, il liquido diventava bluastro e poi cristallizzava. Reinitzer notò che il com-
posto presentava una nuova fase della materia intermedia tra lo stato cristallino e quello
liquido.
3. In questa particolare condizione le mesofasi sono dovute all'organizzazione che le mole-
cole assumono dalla disposizione ordinata, tipica dei cristalli del solido, a quella casuale del
liquido.
4. Ovvero con un comportamento identico in ogni direzione nello spazio.
5. Una caratteristica fondamentale dei cristalli liquidi, in particolare delle mesofasi nemati-
che, è la birifrangenza ovvero la capacità di un solido di scomporre un unico raggio di luce
in due raggi che si propagano con direzioni e velocità diverse. Questo fenomeno è importante
per la colorazione dei display Lcd. I cristalli liquidi colesterici hanno la capacità di riflettere
selettivamente le radiazioni di frequenza tanto più bassa quanto più la temperatura è alta.
Questo tipo è applicato per la produzione di termometri in film flessibili e sensori termici.
6. Furono sintetizzati molti composti senza successo ma nel 1972, semplificando la strut-
tura molecolare dell'MBBA (metoxi-benzilidene-butil-anilina) che a temperatura ambiente si
comportava da cristallo liquido nematico, i ricercatori riuscirono a ottenere un rivoluzionario
composto. Inoltre George Gray scoprì le proprietà liquido-cristalline del bifenile che permet-
te soluzioni stabili in condizioni ambientali. Peter Raynes e il gruppo di ricercatori dell'RSRE
sperimentarono composti per la produzione di display LC affidabili.
7. L'attivazione di ogni singolo punto viene comandata da un meccanismo di indicizzazione
riga per colonna, per cui ogni pixel si attiva quando passa corrente in entrambi gli elettrodi
che lo interessano. Nella fase liquido-cristallina le molecole tendono ad assumere posizioni
intermedie fino a generare una struttura elicoidale simile a quella della fase colesterica, che
permette la colorazione del display.
8. Non è più necessario porre davanti al monitor una serie di elettrodi riga-colonna ma è suf-
ficiente la presenza di una unica lastra trasparente con la funzione di “messa a terra”.
9. I MS-PLC si formano quando gli elementi rigidi vengono incorporati nella catena principa-
132
le di polimeri flessibili, consentendo al polimero di orientarsi e avere caratteristiche simili ai
cristalli liquidi ordinari. Esistono due gruppi di MS-PLC, il primo caratterizzato da monomeri
rigidi e filiformi costituiti da anelli aromatici, il secondo integra direttamente un mesogeno
nella catena che si comporta come le zone rigide del primo gruppo.
10. Gli SC-PLC mostrano la tendenza a separare la catena principale dai gruppi mesogenici,
formando la tipica configurazione double comb, utilizzata nei dispositivi ottici non lineari.
11. Nel dispositivo PDLC le particelle di cristalli liquidi sono microincapsulate in ordine casua-
le in una matrice polimerica. Le particelle vengono inserite tra due elettrodi trasparenti di polie-
stere rivestito in ossido di indio (ITO) che, stimolati da una tensione elettrica, creano un
campo orientato. Il dispositivo in fase non attiva assume una colorazione opalescente.
Quando viene applicato un campo elettrico, le molecole disperse si orientano in direzione dello
stimolo e il dispositivo diventa trasparente. I Guest-Host sono cristalli misti a molecole dicroi-
che che permettono la produzione di superfici sensibili per finestre, automobili e occhiali.
12. Attraverso l'incapsulamento, i cristalli liquidi sono miscelati con un polimero disciolto in
acqua che, una volta evaporato, lascia il cristallo liquido circondato da strati di polimeri.
Durante il processo vengono prodotte centinaia di microcapsule, uniformi e interconnesse
tra loro, distribuite all’interno della struttura polimerica. Nel processo per separazione di fase
... CAMBIANO COLORE

si produce una miscela omogenea di polimero e cristallo liquido. Le microsfere sono realiz-
zate per separazione indotta dalla polimerizzazione, termicamente o da solvente.
13. Lo sviluppo dei dispositivi Lcd è dovuto alla versatilità dei composti sensibili alle radia-
zioni elettromagnetiche. Gli sviluppi riguardano la durata del ciclo di vita, la riduzione dei con-
sumi.
14. I pannelli, dello spessore di soli 9 millimetri, sono attivati con un'alimentazione di 60
volt, hanno un consumo energetico di 20 w/mq. Il dispositvo presenta un fattore di tra-
smissione solare dall'80% al 60%.
15. I pannelli, dello spessore da 10 a 14 millimetri, sono attivati con un'alimentazione di
120 volt e hanno un consumo di 50 w/mq. Il fattore di trasmissione varia dal 75% con vetri
semplici, al 67% con vetri doppi.
16. Il cambiamento di colore è associato alla variazione dello stato di trasmissione e assor-
bimento dello spettro luminoso.
17. Gli specchi elettro-reattivi integrano una superficie metallica riflettente in alluminio,
argento o nichel.
18. In un dispositivo a tre superfici lo strato centrale è un conduttore di ioni (elettrolita). Gli
strati esterni, che funzionano da elettrodo e controelettrodo, sono costituiti da film in poli-
meri conduttivi. Lo schema più complesso è composto da una struttura a cinque strati. Il
primo è un film trasparente conduttore di elettroni (TC-Transparent Conductor), depositato
direttamente a contatto con il substrato (SS-Solid Substrate) realizzato in vetro o plastica che
ha la funzione di distribuire il campo elettrico uniformemente sulla superficie del dispositivo.
Successivamente viene disposto uno strato (EC-Electrochromic Conductor), che conduce
contemporaneamente ioni ed elettroni. Il terzo strato è un conduttore di ioni ad alta diffusi-
vità (SIC-Super Ionic Conductor) o elettrolita con la funzione di fornire (o ricevere) ioni da inse-
rire (o estrarre) dal materiale EC. Il quarto strato è il controelettrodo in grado di condurre elet-
troni e ioni, con la funzione di serbatoio di ioni (IS-Ion Storage) che cede o immagazzina gli
ioni per il funzionamento del dispositivo. In tal caso si comporta in modo complementare al
secondo strato, costituendo la coppia catodo-anodo che assicura la modulazione cromatica.
In alcuni casi il quarto strato, oltre a essere un serbatoio di ioni, è anche un efficace con-
duttore di ioni mostrando caratteristiche tali da sostituire contemporaneamente tutti e tre gli
strati (elettrocromico, conduttore ionico e serbatoio di ioni). Il quinto, e ultimo strato, costi-
tuisce il secondo conduttore elettronico simile al primo. Per garantire l’adesione tra gli stra-
ti e l’uniformità delle superfici, l'assemblaggio del dispositivo viene effettuato in autoclave
a una pressione di circa 10 atmosfere. Infine il composito viene sigillato e reso ermetico.
19. Le prestazioni dei vetri a colorazione variabile dipendono dalle caratteristiche ottiche delle
celle EC e la stabilità cromatica in condizioni termiche tra -20°C e +80°C. I dispositivi basa-
ti sui materiali inorganici sono efficienti e affidabili ma hanno ancora alti costi di produzione.
133
20. Il dispositivo, con una trasmittanza tra il 5% ed il 55%, è composto da un elettrodo costi-
tuito da un conduttore ionico, in ossido di polietilene, e da un controelettrodo. Il sistema è
protetto da due strati di vetro con un film conduttore applicato nella superficie interna.
L'impiego di finestre EC contribuisce al risparmio energetico del 30-40% rispetto ai sistemi
convenzionali e garantisce il comfort del microclima interno.
21. La smart window è composta da moduli con uno spessore di circa 30 millimetri in dop-
pio strato vetro-camera. Il dispositivo ha un consumo energetico ridotto e ottime proprietà
ottiche. Il sistema presenta fattori di trasmissione luminoso tra 15% e 50%, e fattori di tra-
smissione del calore tra 7% e 35%.
22. Le lampade di Wood evidenziano qualsiasi sostanza che reagisce ai raggi UV emetten-
do luce fluorescete. Le applicazioni principali riguardano il campo della mineralogia, archeo-
logia, restauro, biologia, e di recente anche il light deisgn.
23. La flessografia (flexografia) è un processo di stampa rilievografica rotativa diretta, simi-
le alla tipografia, che utilizza matrici elastiche e resilienti. Le lastre hanno una superficie in
rilievo di gomma o materiali fotopolimerici sensibili alla luce. Le matrici (cliché) flessibili sono
fissate su cilindri curvi e inchiostrate con un rullo dosatore, composto da celle che trasferi-
scono l’inchiostro liquido a rapida essiccazione. La stampa si adatta a qualsiasi superficie
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

e materiale naturale o artificale come carta, pelle, legno, laminati plastici e metallici. La ver-
satilità e i bassi costi hanno permesso la diffusione in molte applicazioni comuni.
24. La serigrafia è un processo di stampa permeografico in cui le forme sono costituite da
tessuti a maglie fitte. Il tessuto è permeabile all'inchiostro soltanto nelle zone corrispondenti
ai grafismi da stampare, mentre è impermeabile nei contrografismi. Il procedimento di base
monocromatico avviene tracciando i grafismi su un film di acetato trasparente e resistente.
Il film si pone sul “quadro da stampa”, un telaio su cui si tende la matrice costituita da una
tela di seta sintetica spalmata con uno strato di gelatina fotosensibile. Il film con i grafismi
da riprodurre e il quadro da stampa, sul quale è tesa la matrice sono inseriti in un sacco a
vuoto per garantire l'aderenza tra i due elementi. A questo punto si illumina il quadro seri-
grafico con una radiazione fortemente attinica (5000 watt), in cui prevalgono i raggi UV,
secondo un procedimento analogo all'impressione delle lastre off-set. Il telaio viene lavato
con un getto d'acqua tiepida a pressione. La gelatina, sulle parti che non hanno ricevuto la
luce, viene sciolta liberando la trama del tessuto del quadro. Quando la matrice è asciutta,
il telaio viene installato in una macchina serigrafica automatica, semi-automatica o manua-
le. Nei punti in cui la matrice è stata lavata, il colore passa e si imprime sul supporto. La
stampa policroma prevede l'uso di una matrice per colore e implica grande precisione nella
sovrapposizione delle immagini, attraverso la tracciatura dei crocini di registro. La serigrafia
riproduce una stampa leggermente in rilievo a campitura piatta e netta o con effetti sfuma-
ti. È possibile stampare su materiali fragili e non assorbenti (carta, alluminio, acciaio, vetro,
plastica, tessuto) utilizzando supporti di qualsiasi forma (oggetti sferici, ovali, cilindrici) e con
spessori elevati per ottenere film coprenti.
25. L’off-set è uno dei principali sistemi di stampa planografica in cui i grafismi, ricettivi all'in-
chiostro, e i contrografismi che invece lo rifiutano sono sullo stesso piano. Il processo è indi-
retto per cui l'immagine viene trasferita dalla forma inchiostrata a un cilindro intermedio, rive-
stito di tessuto gommato, e da questo al supporto di stampa. Il sistema è diffuso per sem-
plicità, bassi costi, durata, affidabilità e versatilità dei supporti. Le forme per la stampa sono
costituite da un film di alluminio idrofilo capace di assorbire l'acqua e rifiutare i grassi. Per la
formatura della lastra si riproducono (sulla superficie idrofila di alluminio) i grafismi lipofili che
assorbono l'inchiostro. Le macchine da stampa possono essere da foglio o da bobina, mono
o policromi, con impressione su uno o entrambi i lati. La struttura è composta da tre cilindri
(portalastre, gommato e di pressione) e due gruppi di rulli bagnatori e inchiostratori. L’off-set
a secco (waterless) è un processo che elimina la fase di bagnatura: l'inchiostrazione avviene
su una lastra asciutta, sfruttando la repellenza tra alcuni siliconi e tipi speciali di inchiostro.
26. Alcuni materiali, detti “sensibilizzatori ottici”, se esposti a raggi UV diventano “agenti
riducenti”. Nei vetri che contengono rame e argento, ciò permette che i metalli diventino col-
loidali assorbendo alcune frequenze della luce. Un fenomeno simile si verifica in elementi
134
non metallici per il principio della “nucleazione eterogenea”. Gli “agenti enucleanti”, se espo-
sti al calore, inducono la crescita di cristalli (litio metasilicato, sodio fluorico, bario disilicato)
che riflettono alcune lunghezze d'onda dello spettro luminoso e riducono la trasmissione
della luce, causando la colorazione e opacizzazione del vetro.
27. La reazione è attivata dalla modificazione dell'equilibrio molecolare indotta per la transi-
zione della struttura cristallina.
28. La ricerca scientifica sviluppa soluzioni per abbassare la soglia dei 70°C alla tem-
peratura media ambientale. La condizione di equilibrio del composito, dato dal rapporto tra
le concentrazioni delle due soluzioni, varia sensibilmente con la temperatura. La prevalenza
di una sostanza sull'altra produce una diversa colorazione della soluzione.
29. Oltre la temperatura critica, la struttura atomica si modifica con una differente posizio-
ne degli ioni di ioduro attorno allo ione di mercurio, permettendo la variazione di colore.
30. L'alta percentuale di luce trasmessa, sia nello stato trasparente che in quello opaco,
dei dispositivi TC permette di creare una condizione climatica ottimale per il comfort ambien-
tale, con l’abbattimento dei carichi termici stagionali e del fabbisogno energetico.
31. In condizioni normali di esercizio, il Tald permette una trasmissione solare dell'84%,
mentre nello stato attivo oscurato la trasmissione è compresa tra il 10 e il 40%.
... CAMBIANO COLORE

53.
135

53. E-Paper, giornale elettronico (E-Ink)


54.
7. Materiali che cambiano forma

Sono definiti fluidi intelligenti (smart fluid) quelle sostanze amorfe in grado
di reagire allo stimolo di un campo elettrico o magnetico con una trasfor-
mazione istantanea dallo stato fluido a quello solido.
Gli smart fluid sono costituiti da un liquido, anche semplice olio, in cui ven-
gono inserite microparticelle magnetiche. Quando viene applicato uno sti-
molo1
elettromagnetico, i micromagneti sospesi trasformano il fluido in so-
lido . La reazione, che avviene in un millesimo di secondo, è reversibile,
per cui interrotto lo stimolo il composito ritorna allo stato iniziale. Le pro-
prietà dei fluidi intelligenti sono conosciute da oltre settant’anni, ma solo
di recente si sono sviluppati dispositivi con applicazioni pratiche.
I principali fluidi intelligenti sono rappresentati dai ferrofluidi, i magneto-
reologici e gli elettroreologici. La capacità di modificare lo stato della mate-
ria attraverso la transizione liquido-solida, è applicata in molti campi indu-
striali quali la microelettronica, il settore aerospaziale e dei trasporti, la
medicina, la biologia, l'ingegneria edile, la robotica e la nanotecnologia.
Il settore più avanzato della ricerca dei fluidi amorfi è quello dell'aviazio-
ne militare in cui si sviluppano sistemi intelligenti che si adattano automa-
ticamente alle condizioni di volo, riducendo l’attrito e i consumi di carbu-
rante. Gli aerei sperimentali realizzati dalla NASA modificano la forma del-
le ali per migliorare l’aerodinamicità e la stabilità in ogni assetto.
Inoltre il sistema è in grado di autodiagnosticare e riparare automatica-
mente i guasti dei dispositivi elettronici. Un recente progetto sviluppato da
un team di trenta ricercatori e sei università, ha ricevuto i finanziamenti del
Texas Institute for Intelligent BioNano Materials and Structures for Aero-
space Vehicles, con sede presso la Texas A&M University College Station.
La Philips sta sviluppando sistemi basati sui gel mutanti per realizzare
137
monitor flessibili in grado di adattare la superficie interattiva in base al-
l'uso.

54. Smart gel (MIT)


MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

7.1. Ferrofluidi 2
Un ferrofluido è un composto di nanoparticelle ferromagnetiche sospese
in un liquido, spesso un solvente organico o anche acqua, che si polariz-
za in presenza di un campo magnetico. Sottoposto allo stimolo magneti-
co, il ferrofluido reagisce istantaneamente passando allo stato solido.
La reazione è reversibile per cui, quando il campo viene interrotto, il siste-
ma ritorna allo stato iniziale. Le particelle,
3
composte da magnetite, ema-
tite o altri composti contenenti ferro , hanno dimensioni
4
nell'ordine dei 10
nanometri e sono 5
rivestite da un surfattante per prevenire l'agglomera-
zione del fluido . Dopo alcuni anni di esercizio, i surfattanti tendono a
spezzarsi con la conseguente agglomerazione6 delle nanoparticelle e l'in-
terruzione della risposta magnetica del fluido .
Nel settore militare i ricercatori dell'Institute for Soldier Nanotechnologies
(ISN) del Mit di Boston hanno sperimentato una tuta da combattimento
che integra un composto di nanoparticelle di ferro sospese in un olio sili-
conico. In condizioni normali, l'indumento intelligente permette la piena
libertà di movimento. In caso di urti improvvisi o colpi di arma da fuoco, il
tessuto si irrigidisce fino a diventare antiproiettile.
La USA Air Force ha introdotto una vernice in materiale Radar assorbente
(RAM) composta da sostanze ferrofluide. Applicata sulla superficie degli
aerei Stealth, la vernice RAM riduce la riflessione delle onde elettroma-
gnetiche e contribuisce a ridurre la visibilità ai radar.
La NASA sviluppa sistemi ferrofluidi per il controllo della stabilità in volo e
della navigazione dei veicoli aerospaziali. Alcune sperimentazioni in robo-
tica e biotecnologia riguardano la produzione di arti biomeccanici e prote-
si artificiali. In microelettronica si utilizzano ferrofluidi per realizzare i sigil-
li liquidi attorno agli assi di rotazione degli hard-disk dei computer.
La società giapponese Matsushita Electric Industry ha prodotto una stam-
pante con un innovativo inchiostro ferrofluido. In ottica si producono dispo-
138

55.
... CAMBIANO FORMA

sitivi in cui le particelle ferromagnetiche riflettono la luce di un Laser.


Nel settore dei trasporti ad alta velocità, i treni con tecnologia a levitazio-
ne magnetica (MagLev) integrano i ferrofluidi per ridurre l'attrito sulla
superficie del magnete, di solito realizzato in neodimio, in grado di scor-
rere in sospensione con una minima resistenza. In medicina i fluidi intel-
ligenti sono sperimentati per rilevare le cellule tumorali all'interno del
corpo umano.

55. Arto biomeccanico (Michigan Institute of Technology)


56. Tuta da combattimento ferrofluida (ISN-MIT)

139

56.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

7.2. Fluidi elettroreologici


I fluidi elettroreologici ER (Electro Rhelogical Fluid) sono composti da
sospensioni di particelle ferromagnetiche o polimeriche idrofile, disperse
in una matrice liquida idrofoba e isolante. Per effetto di un campo elettri-
co applicato, i fluidi ER sono in grado7 di modificare in modo notevole la
viscosità con una reazione istantanea . Il fenomeno elettroreologico è defi-
nito anche Effetto Winslow dal nome del ricercatore che per primo lo spe-
rimentò negli anni ’40. Le particelle, con dimensioni nanometriche,
8
in con-
dizioni normali sono libere di muoversi nella matrice liquida .
Applicando uno stimolo elettrico, le nanoparticelle si aggregano in catene
(chaining) lungo le linee di forza del campo applicato. La struttura interna
del composto si modifica limitando la viscosità e, quindi, lo scorrimento
del fluido che assume le proprietà tipiche dello stato solido.
La reazione è reversibile per cui, interrotto lo stimolo elettrico,9 il sistema
ritorna allo stato iniziale con tempi nell’ordine dei millisecondi .
Le proprietà del fluido ER variano in base alle caratteristiche dello stimo-
lo elettrico e della temperatura di esercizio, condizionando notevolmente
le prestazioni dei dispositivi, degli attuatori e dei sensori.
Le prime composizioni degli anni ’60 avevano una temperatura di eserci-
zio limitata con scarse applicazioni pratiche. I fluidi recenti sono basati su
nanoparticelle polimeriche, minerali e ceramiche, che raggiungono tem-
perature di oltre 200°C. Attualmente sono disponibili innovativi microat- 10
tuatori MEMS utilizzati per la produzioine delle interfacce aptiche . Nel

140

57.
... CAMBIANO FORMA

settore della robotica è in fase di sviluppo la nuova11 generazione di display


tattili che integrano i micro attuatori con fluidi ER . Il processo di produ-
zione dei dispositivi, con approccio di tipo multistrato e ad alta densità di
integrazione, è più semplice rispetto alle altre tipologie di attuatori, come
quelli piezoelettrici.
Le applicazioni principali dei fluidi ER riguardano la produzione di freni e
frizioni per usi industriali, assorbitori di urti e vibrazioni (smart absorber)
in cui lo stimolo elettrico modula la fluidità del mezzo controllando l'attri-
to che si sviluppa tra le parti meccaniche.
In ottica si sperimentano le innovative lenti liquide multifocali che cam-
biano la tensione superficiale e lo spessore in presenza di campi elettri-
ci. L'azienda Samsung, in collaborazione con la francese Varioptic, ha rea-
lizzato una fotocamera digitale integrata nei telefonini che utilizza i fluidi
ER. La lente liquida, simulando il comportamento dell'occhio umano, rego-
la automaticamente la messa a fuoco anche a distanza di soli 5 centi-
metri, in appena due centesimi di secondo. Il dispositivo è affidabile e
consente circa un milione di scatti di ottima qualità prima che la lente liqui-
da inizi a degradarsi, con consumi energetici ridotti del 40% rispetto alle
comuni lenti ottiche. Le principali applicazioni riguardano i sistemi di let-
tura a codice a barre e i dispositivi di riconoscimento dei dati biometrici,
come le impronte digitali e l’iride.

57. Sistema integrato freno-frizione in ERF


58. Lente liquida multifocale (Varioptic)

141

58.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

7.3. Fluidi magnetostrittivi


Si definisce magnetostrizione la capacità dei materiali ferromagnetici di
modificare la struttura molecolare se sottoposti ai campi magnetici.
Il fenomeno fisico fu individuato da James Joule nel 1842 durante l'anali-
si di un campione di nichel. Quando il fluido MR (Magnetostrictive Fluid)
non è magnetizzato, le particelle sono disposte nello spazio in modo ca-
suale. Lo stimolo magnetico induce sforzi interni nella struttura del mate-
riale, causando la rotazione dei cristalli che si orientano nella direzione del
campo. La reazione istantanea del fluido produce una deformazione diver-
sa in base alla polarità del campo magnetico. In caso di magnetostrizione
positiva, il materiale si allarga. Se la magnetostrizione è negativa, il mate-
riale si restringe. Questa caratteristica permette di trasformare l’energia 12
magnetica in energia meccanica e viceversa, con una reazione reversibile .
I materiali MR più comuni sono le leghe metalliche di FeTbB (ferro-torbio-
boro), FeSmB (ferro-samario-boro) e FeAs (ferro-arsenico).
I primi trasduttori a ultrasonori, costruiti nel primo dopo guerra, erano rea-
lizzati con materiali piezoelettrici (PZT) in quarzo naturale. I dispositivi
erano 13
deboli, fragili e poco adatti a sopportare le elevate potenze di eser-
cizio . Dagli anni ’60 sono stati sviluppati sistemi MR lamellari in ferro-
nichel e sistemi di saldo-brasatura efficienti per le applicazioni industriali.
Attualmente 14
i fluidi MR sono applicati per realizzare trasformatori, sensori
e attuatori . Nel settore industriale i dipositivi MR permettono ampi inter-
valli di temperature, alti limiti di sforzo, ciclo di vita praticamente illimitato
e tempi di reazione nell'ordine dei millesimi di secondo. Sono in fase di
sviluppo speciali dispositivi self-sensing che funzionano contemporanea-
mente sia da attuatori che da sensori.
Il Terfenol-D è una lega ferromagnetica a memoria di figura FSMA (Ferro-
magnetic Shape Memory Alloy), simile alle leghe metalliche a memoria di
forma (SMA) ma attivate magneticamente. La lega, composta da terbio,
disprosio e ferro, è sperimentata da circa 25 anni dal NOL (Naval Ordi-
142
nance Laboratory) della marina militare americana, da cui il nome (TERbio-
FErro-NOL-Disprosio).
In presenza di un campo magnetico, il Terfenol-D modifica la struttura
molecolare espandendosi o contraendosi. Inoltre, durante la reazione si
sviluppano forze elevatissime, circa 100 volte superiori rispetto ai comu-
ni composti magnetostrittivi.
Utilizzato inizialmente per migliorare le prestazioni dei Sonar nei sommer-
gibili, il Terfenol-D è integrato nei sistemi anti-vibrazioni per applicazioni
15
in
campo edile, meccanico, navale, aeronautico e in microchirurgia .
I dispositivi smart absorber sono integrati nei mezzi di trasporto 16
per la
riduzione e l'assorbimento attivo delle vibrazioni e del rumore . In inge-
gneria delle costruzioni si realizzano dispositivi MR per il controllo attivo
delle oscillazioni delle strutture in presenza di forte vento o di scosse
sismiche. In aeronautica i fluidi MR sono sperimentati per realizzare spe-
... CAMBIANO FORMA

ciali flap attivi capaci di ridurre la turbolenza dei flussi d’aria e migliorare
l'efficacia aerodinamica dei velivoli.
L'azienda inglese FeONIC applica il Terfenol-D per realizzare gli innovativi
smart damper integrati nei sistemi di controllo attivo delle vibrazioni.
Recentemente l’azienda ha sviluppato un innovativo dispositivo MR in
grado di trasformare qualsiasi superficie piana in un diffusore sonoro.
Nel 2005 l'azienda olandese Philips Electronics ha presentato al Cebit, la
fiera delle innovazioni tecnologiche di Hannover, un progetto per l'applica-
zione dei fluidi intelligenti per realizzare monitor flessibili e dvd con tecno-
logia Blue Ray. I display sono in grado di modificare la superficie di inte-
razione in base all’uso, con modalità tattile anche per i non vedenti.
La società canadese Smart Technology ha prodotto un innovativo dispo-
sitivo aptico che permette di leggere e scrivere in Braille. In modalità
“scrittura” la superficie del monitor diventa un touch-screen con cui comu-
nicare attraverso il tatto. In modalità “lettura”, i caratteri in Braille sono
composti da microrilievi che possono essere letti dai non vedenti.
Nel campo della robotica i fluidi MR sono integrati nelle protesi biomec-
caniche per fornire sensibilità agli arti degli automi. L'azienda americana
Lord Corporation, leader nel settore automobilistico, sviluppa sistemi
smart absorber per il controllo delle oscillazioni dei mezzi pesanti.
Il ricercatore John M. Ginger della Ford sviluppa prototipi di automobili in
cui le carrozzerie sono realizzate con smart fluid in grado di “ricordare” le
forme predefinite. Nel caso in cui la vettura dovesse subire un incidente,
sarebbe possibile ripararla esponendola semplicemente all’azione di un
campo magnetico.

143

59.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

7.4. Materiali a cambiamento di fase


I materiali a cambiamento di fase o PCM (Phase Changing Material) costi-
tuiscono una classe di sostanze che reagiscono agli stimolo termici con
una trasformazione reversibile tra lo stato solido, liquido e aeriforme.
Entro un determinato intervallo termico, i PCM fondono al di sopra della
temperatura di “cambio di fase” e solidificano al di sotto della stessa.
Durante il processo di cambiamento di fase, i materiali immagazzinano o
liberano grandi quantità di energia sottoforma di calore latente.
Raggiunta la temperatura di fusione, il materiale si comporta come una
pasta o un grasso termico, utilizzati di solito per dissipare il calore in
eccesso dei componenti elettronici.
I PCM si distinguono in due principali categorie rappresentate dai compo-
sti organici, 17come i PEG (polietileni-glicoli), e i prodotti a base di sali come
la mirabilite . I PCM più diffusi sono gli idrati 18del sale, i sali eutettici, gli
acidi grassi ed esteri, e diversi tipi di paraffina .
Il processo più utilizzato per immagazzinare energia termica avviene nel
passaggio tra lo stato solido-liquido. Inizialmente i PCM si comportano
come materiali convenzionali in cui la temperatura interna aumenta in fun-
zione dell'assorbimento di calore. Quando i materiali raggiungono il punto
di fusione, assorbono grandi quantità di calore senza aumento significati-
vo della temperatura interna. Quando la temperatura del liquido scende, il
materiale solidifica liberando il calore latente accumulato.
Nel cambiamento liquido-gas, il processo implica un maggiore calore di
trasformazione rispetto a quelli del solido-liquido, richiedendo grandi volu-
mi e alte pressioni nella fase gassosa.
Il trasferimento del calore dipende dalla forma, dalle dimensioni, dalla con- 19
centrazione nel fluido vettore e dalle proprietà termiche delle particelle .

144

60.
... CAMBIANO FORMA

In base al tipo di sostanze impiegate e all'intervallo termico, i PCM per-


mettono prestazioni nettamente migliori rispetto ai sistemi tradizionali
basati sull'utilizzo dell’acqua.
Sviluppati inizialmente nel settore aerospaziale, attualmente sono stati
sperimentati circa 500 materiali PCM, sia naturali che sintetici, distinti in
base alla temperatura di fusione e alla capacità di scambio termico.
Le miscele 20PCM, come gli Ice-slurry, sono utilizzate come frigo-trasporta-
tori bifasici di tipo liquido-solido per applicazioni a temperature di eser-
cizio inferiori a 0°C. Le Miscele a microemulsione sono composte 21
da
acqua e paraffina liquida, due sostanze che non sono miscibili .
Attualmente i PCM sono applicati nel settore aerospaziale, in microelet-
tronica e telecomunicazione per lo stoccaggio dell'energia termica, nelle
pompe termiche e nei sistemi di condizionamento (ice-storage) per il recu-
pero delle cadute di calore. Nel campo alimentare il packaging PCM è uti-
lizzato per la conservazione dei cibi freschi, con notevoli 22
risparmi energe-
tici rispetto ai metodi convenzionali di raffreddamento .
Inoltre, sono stati sviluppati
23
sistemi per il 24controllo della temperatura com-
posti da clath-rates 25
, fluidi multivettore , miscele micro-incapsulate e
paraffine stabili , con applicazioni in molti settori pratici. Recentemente i
PCM, attivi nell'intervallo termico compreso tra i 20°C e 30°C, sono stati
utilizzati in26 edilizia per ridurre i consumi energetici degli impianti di clima-
tizzazione . L’integrazione nei materiali da costruzione, nelle miscele di
intonaci e nei sistemi 27
di tinteggiatura, permette il controllo del regime ter-
mico degli edifici .
La Du Pont produce gli innovativi pannelli Energain in grado di ridurre gli
sbalzi termici di circa 7°C. Il pannello, dello spessore di soli 5 millimetri,
leggero e facile da installare, è formato da un multistrato in laminato di
alluminio con un composto in copolimero e cera paraffinica. Installato
all’interno degli 28edifici, il sistema contribuisce a ridurre notevolmente i con-
sumi energetici .
145
Il Micronal è un sistema PCM prodotto dalla BASF in cui le microcapsule di
cera sono integrate in una formulazione a base di gesso e inerti minerali.
Il prodotto viene utilizzato per miscelare l’intonaco da stendere sulle pare-
ti degli edifici. Quando la cera raggiunge il punto di fusione, compreso tra
22°C e 26°C, il Micronal diventa liquido e assorbe calore dall'ambiente.
A temperature inferiori la cera si solidifica, rilasciando il calore latente
accumulato.
Attualmente la ricerca sta sperimentando innovativi nanofluidi29 PCM che
contengono particelle metalliche con ottime proprietà termiche .
Nel settore dell'abbigliamento, le paraffine con intervalli termici compresi
tra 25°C e 37°C 30
sono utilizzate per proteggere le zone del corpo in modo
differenziato . Le tecniche per integrare nei tessuti le microcapsule PCM
sono l'inglobamento all'interno delle fibre, il rivestimento 31
con lamine o
film, la spalmatura e la schiumatura con polimeri . I tessuti funzionali
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

costituiscono un sistema di termoregolazione attiva che reagisce alle con-


dizioni dell’ambiente esterno soggetto ai fenomeni climatici e a quello
interno tra l'indumento e la pelle, soggetto alle variazioni termiche pro-
dotte dall’attività fisica. Oltre a regolare il flusso di calore tra i due ambien-
ti, nel processo di cambiamento di fase, i materiali assorbono e cedono
calore a temperatura costante mantenendo il comfort ideale.
L'azienda svizzera Schoeller Textil, ha sviluppato una collezione di tessuti
PCM con applicazioni per l'abbigliamento sportivo, tecnico e l'arredamen-
to d’interni. Dal 2000 sono in commercio accessori e indumenti intelli-
genti prodotti dalla BMW, Blax, Boguer, Mammut, Protective e Tanbert, con
applicazioni per l’outdoor e gli sport invernali.
In medicina, i tessuti funzionali sono utilizzati per mantenere il corpo a
temperatura costante dopo un intervento chirurgico. Inoltre, è possibile
integrare nelle microcapsule PCM additivi come vitamine, farmaci, cosme-
tici e antibatterici. I tessuti rappresentano così dei sistemi a rilascio con-
trollato (drug delivery system) in grado di somministrare i principi attivi in
modo automatico e discreto.

59. Dispositivo MRF smart absorber


60. Microcapsule di cera Micronal PCM (BASF)
61. Pannello con cera Micronal PCM (BASF)
62. Ameda Comfort Gel Pad (Hollister)

146

61.
... CAMBIANO FORMA

7.5. Smart Gel


I gel sono una tipologia di materiale con caratteristiche solido-elastiche,
composti da 32 un solvente disperso in una fase solida che può separarsi per
essiccazione . La composizione molecolare può essere di origine natura-
le, sintetica o mista, sia organica (proteine e polimeri) che inorganica (argil-
33
la o silice). La preparazione avviene per raffreddamento di una soluzione
colloidale o per reazione33 di una fase liquida ad alta concentrazione.
I sistemi in dispersione sono caratterizzati da un comportamento sol-gel
reversibile per cui il fluido varia la viscosità 34passando da solido plastico a
liquido in funzione di uno stimolo applicato . Inoltre sono diffuse le solu-
zioni di gel polimerici (cross linked gel) in cui le macromolecole dei polimeri
ramificati solidificano per raffreddamento o evaporazione del solvente.
La reazione causa la contrazione del gel e la diminuzione del suo volume.
Gli smart gel si adattano
35
alle condizioni ambientali trattenendo una parte
del solvente stesso che causa il rigonfiamento con un notevole aumen-
to del proprio volume. La reazione è reversibile e si attiva anche per varia-
zioni minime del sovente stesso o delle caratteristiche fisiche come il pH,
la temperatura, la presenza di campi elettromagnetici o di forze ioniche.
Il semplice contatto del gel con un liquido causa la trasformazione della
densità e del volume anche di 36tre ordini di grandezza (oltre 1000 volte)
rispetto alla condizione iniziale . La contrazione delle microfibre del gel
avviene in un intervallo di tempo nell'ordine di millisecondi, mentre il ritor-
no allo stato iniziale impiega da pochi minuti fino ad alcuni giorni.
I gel polimerici sopportano notevoli allungamenti e sviluppano forze mec- 37
caniche con caratteristiche simili al comportamento dei muscoli umani .
I polimeri naturali come la pectina, l'agar e l'amido, sono utilizzati nell'in-
dustria alimentare come addensanti per conferire 38
maggiore consistenza ai
cibi. I gel di origine sintetica, come gli slime , sono composti da alcol poli-

62.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

vinilico ramificato (PVA). Scegliendo solventi adatti miscelati con liquidi pla-
stificanti, il comune PVC forma un gel termo-reversibile chiamato
39
PVC ela-
sticizzato, con una consistenza sia gommosa che rigida .
L'acido poliacrilico (PAA) è utilizzato come legante, stabilizzante, filmante
e viscosizzante delle emulsioni per la produzione di cosmetici. Il polimero
organico PAN (poliacrilonitrile) con caratteristiche resinose, fibrose o gom-
mose, è utilizzato come precursore chimico della fibra di carbonio.
In tutti i gel polimerici l’elasticità e la viscosità sono proporzionali alla
capacità
40
di trattenere il solvente e alla massa della macromolecola impie-
gata . La capacità di aumentare 41
il volume, invece, dipende dalla natura
del solvente e del polimero . In generale, più solvente riesce ad assorbi-
re il gel, maggiore è la capacità di aumentare il volume. Più il gel è gom-
moso ed elastico, più è ramificata la macromolecola che si è formata.
Gli idrogel sono particolari gel polimerici composti da macromolecole con
la capacità di assorbire o trattenere considerevoli quantità42
d'acqua o sol-
venti liquidi, formando una massa elastica e resistente .
Di solito sono amorfi ma è possibile ottenere particolari strutture cristal-
line, come lo stearil-acrilato (SA) e l'acido AHA (acriloilhexadecanoico).
Inoltre è possibile ottenere idrogel con effetto a memoria di forma (Shape
Memory Effect) in43cui la reazione di contrazione e dilatazione del volume
è a ciclo continuo .
La sperimentazione degli smart gel riguarda il settore delle bio e nano-
tecnologie, della robotica con lo sviluppo di muscoli artificiali, microattua-
tori, assorbitori di sostanze tossiche. Le applicazioni pratiche interessano,
ad esempio, la produzione di microvalvole autoattivanti, in cui il volume
degli idrogel aumenta quando il fluido diventa troppo acido.
In medicina gli idrogel sono sono utilizzati per la produzione di lenti a con-
tatto e bende per ustioni. Recentemente i ricercatori dell’IBN di Singapore
(Institute of Bioengineering and Nanotechnology) Motoichi Kurisawa, Joo
Eun Chung, Fan Lee e Runsheng Ruan; hanno sperimentato un idrogel bio-
148

63. 64.
... CAMBIANO FORMA

degradabile iniettabile direttamente nel44corpo umano per il rilascio con-


trollato dei principi attivi (drug delivery) . Nel settore dell’ingegneria dei
tessuti artificiali, i ricercatori della Duke's Pratt School of Engineering,
diretti da Lori Setton, hanno sperimentato uno speciale idrogel per indur-
re la cartilagine umana a rigenerarsi nel sito stesso della lesione.
La membrana intelligente ha la funzione di struttura biocompatibile su cui
si attacca il tessuto organico in crescita.
Nel settore del tessile e dell’abbigliamento, il principio delle membrane
porose ion-gate è stato applicato dalla società Diaplex per realizzare un
tessuto funzionale che integra un gel polimerico. I micropori della superfi-
cie sensibile reagiscono alle condizioni ambientali adattando di conse-
guenza la permeabilità del tessuto. Alle basse temperature, i micropori
sono chiusi mantenendo il calore corporeo all’interno. Quando la tempe-
ratura esterna aumenta, o quella interna in seguito all’attività fisica, la
membrana intelligente si attiva automaticamente aprendo i micropori che
permettono lo scambio termico e la dispersione del calore in eccesso. Il
tessuto Diaplex rappresenta un sistema di termoregolazione 45
con un com-
portamento simile alla pelle degli organismi complessi.

65.
149

63. Hydrogel photonic crystal (GIT) 66. Idrogel (GZ Espace)


64. Idrogel (BioSuMa) 67. Bio-Idrogel iniettabile (IBN)
65 Caspule di Idrogel (BioSuMa) 68. Slime

66. 67. 68.


MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. I dipoli magnetici sospesi nel fluido si allineano formando legami che aumentano la visco-
sità del composto.
2. Il ferromagnetismo è la proprietà di alcuni materiali di essere fortemente magnetizzati, al
di sotto della “temperatura di Curie”, anche se non sottoposti ad alcun campo magnetico
esterno. Al di sopra del “punto di Curie”, il materiale perde alcune proprietà comportandosi
come un paramagnetico. A temperature inferiori, il materiale recupera le caratteristiche ori-
ginarie. Sono materiali ferromagnetici la magnetite e il ferro, il cobalto, il nichel, molti metal-
li e le loro leghe.
3. Composti contenenti particelle di ferro Fe2+ o Fe3+
4. Come l'acido oleico, il TMAH (idrossido di tetrametilammonio) e la lecitina di soia. Il
surfattante è un complesso di sostanze tensioattive che aggiunte a un liquido ne riducono
la tensione superficiale.
5. L’agglomerazione è dovuta alle forze di Van der Waals, un tipo di debole attrazione inter-
molecolare causata dai dipoli indotti. Nel 1870 il fisico olandese Johannes Diderik Van der
Waals osservò per primo le deboli forze dovute alle perturbazioni di una nuvola elettronica
nei gas nobili. Le molecole del gas, nell'insieme neutre, sono soggette a un'interazione elet-
trostatica dovuta alle fluttuazioni nella distribuzione delle cariche con forze attrattive a gran-
de distanza e repulsive a breve distanza.
6. I ferrofluidi sono stabili e le nanoparticelle non si agglomerano, anche se immerse in
campi magnetici estremamente forti. Inoltre non esercitano ferromagnetismo in quanto non
mantengono la magnetizzazione in assenza del campo applicato. I superparamagnetici pre-
sentano il fenomeno del cosiddetto paramagnetismo. A livello atomico, i materiali parama-
gnetici sono caratterizzati da dipoli magnetici che si allineano con una debole attrazione al
campo magnetico. Alcune sostanze paramagnetiche sono l'alluminio, il bario, il calcio, l'os-
sigeno, il platino, il sodio, lo stronzio, l'uranio, il magnesio, il tecnezio e il disprosio.
7. L'effetto elettroreologico, che si esprime nella variazione sostanziale della viscosità in pre-
senza del campo elettrico, è dovuto alla differenza tra le costanti dielettriche del fluido idrofo-
bo e delle particelle sospese in esso.
8. La concentrazione delle nanoparticelle è dell'ordine del 20%-60%.
9. La viscosità varia proporzionalmente all'intensità del campo elettrico, alterando lo stato
iniziale liquido che si trasforma in un gel viscoelastico di natura plastica.
10. Un'interfaccia aptica è un dispositivo che permette di ricevere delle sensazioni tattili di
retroazione (feedback). Un dispositivo aptico è rappresentato dai joystick con ritorno di forza
(force feedback) utilizzati per le consolle di gioco, nelle simulazioni in realtà virtuale, in robo-
tica, chirurgia e nel settore aerospaziale. Il display aptico è costituito da una matrice di avvol-
gimenti elettromagnetici, stimolati singolarmente dal campo elettrico, che attivano ogni
150
rispettivo pixel a una specifica frequenza. Un elevato numero di microattuatori è integrato
sulla superficie del display a distanza di 1 mm. Il dispositivo prevede la modalità di stimo-
lazione termica con temperature di esercizio tra 5 e 45°C e una precisione di 0,1°C. La sen-
sazione di calore permette di intuire la composizione dell'oggetto con la distinzione tra i
materiali metallici freddi, e quelli in legno, carta o plastica che invece sono caldi.
11. Il microattuatore ER per display tattile è composto da due pistoni e due cilindri elettro-
magnetici. Quando viene indotto un campo elettrico tra il pistone (anodo) e il cilindro ester-
no (catodo), la viscosità del fluido ER aumenta. In base alla direzione della corrente, i pisto-
ni corrispondenti si muovono con uno spostamento inferiore a 1,5 mm e micro impulsi con
tempi di reazione nell'ordine del millisecondo.
12. Il fenomeno contrario, per cui un materiale ferromagnetico sottoposto a stress mecca-
nico produce un campo magnetico, viene definito Effetto Villari. Alla magnetostrizione sono
correlati anche l’Effetto Matteucci per cui un materiale soggetto a forza di torsione produce
un campo magnetico elicoidale. L’Effetto Wiedemann, al contrario, implica un movimento di
torsione del materiale MR soggetto a un campo magnetico elicoidale.
13. Per realizzare un sensore è sufficiente misurare il campo magnetico generato in conse-
guenza di un allungamento applicato, che provoca la rotazione dei domini magnetici.
... CAMBIANO FORMA

14. Il rumore prodotto dai dispositivi veniva attutito con coibentazioni in piombo e sistemi
passivi antivibrazione posti sulle lamiere. Inoltre, la maggior parte della potenza prodotta dal
generatore si disperdeva in calore per l’effetto Joule.
15. Nelle imbarcazioni le vibrazioni e il rumore si propagano dal motore a tutto lo scafo attra-
verso il metallo e la vetroresina. Generalmente vengono utilizzati sistemi di smorzamento
passivi (damping) costituiti da dischi in gomma su cui è poggiato il motore. Attraverso il con-
trollo elettronico delle vibrazioni, gli smart damper producono una frequenza in controfase
che annulla la propagazione del rumore aumentando il comfort e le prestazioni durante la
navigazione.
16. Gli smart absorber sono installati nelle strutture portanti del ponte per bilanciare in con-
trofase i movimenti e le vibrazioni prodotte dal traffico dei mezzi pesanti e dell'azione del
vento.
17. La mirabilite è detta anche sale di Glauber dal nome di Johann Rudolf Glauber che ne
scoprì le proprietà nel XVII secolo. La mirabilite è applicata in edilizia come accumulatore di
calore latente integrato nei sistemi di controllo del regime termico.
18. I sali eutettici sono miscele di due o più sostanze con un punto di fusione più basso di
quello dei singoli componenti, come la miscela di ghiaccio e sale.
19. Recenti sperimentazioni hanno provato che la conducibilità termica aumenta all'aumen-
tare della dimensione delle particelle.
20. Un importante sistema bifasico è costituito dalle miscele di anidride carbonica liquida e
ghiaccio secco, un composto utilizzato per i sistemi di refrigerazione a bassa temperatura. I
fluidi più utilizzati sono gli ice-slurry e l'anidride carbonica bifasica.
21. Quando l'emulsionante, composto da un radicale idrofilo e da una sostanza idrorepel-
lente, viene immesso nell'acqua si ottiene la dispersione della paraffina. Il processo richie-
de minime quantità di emulsionante, da cui dipende la dimensione delle particelle di paraf-
fina. L'aggiunta di additivi permette di risolvere i fenomeni di degenerazione tipici delle
miscele come la coagulazione, la coalescenza e la maturazione di Ostwald .
22. I PCM presentano ottime prestazioni integrati nel packaging per il controllo termico.
23. Detti anche gas idrati o clatrati, i clath-rates sono composti solido cristallini che si for-
mano al contatto con acqua, ghiaccio o molecole di gas. Durante il processo di congela-
mento, l'energia per creare un cristallo solido viene immagazzinata nella sostanza. Nel pro-
cesso inverso la sostanza si fonde rilasciando l'energia termica accumulata sottoforma di
calore latente.
24. Le sospensioni di particelle PCM a elevata capacità termica, disperse in un fluido vet-
tore, costituiscono una nuova classe di materiali funzionali. Le sospensioni multivettore ven-
gono prodotte miscelando un fluido termico ideale (fase continua) con alcuni additivi in par-
ticelle solide (fase dispersa). Applicati nel campo della refrigerazione, migliorano la condut-
151
tività termica del fluido e garantiscono notevole scambio termico. I PCM microincapsulati
applicano una tecnica utilizzata nell'industria farmaceutica per la produzione di pillole, pol-
veri, schiume e fibre. ll calore esterno viene assorbito dalla cera liquida contenuta nelle
capsule in plastica. Quando la temperatura si abbassa, la cera solidifica rilasciando il calo-
re accumulato.
25. Per stabilizzare la struttura dei compositi, le miscele PCM integrano polimeri, come il
polietilene. Nella transizione della fase solido-solido, le microsfere di polietilene PCM non
richiedono alcuna incapsulazione in quanto già allo stato solido.
26. I sistemi PCM accumulano da 5 a 15 volte più calore latente rispetto ai materiali con-
venzionali come l’aria, l'acqua, la muratura o la pietra.
27. Utilizzando il ciclo giorno/notte, il calore dall'ambiente viene accumulato di giorno e rila-
sciato di notte quando la temperatura esterna si abbassa. L’applicazione dei PCM permette
di ridurre notevolmente i consumi energetici e le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
28. Il sistema di isolamento PCM riduce i costi di condizionamento in media del 35% e quel-
li di riscaldamento del 15%.
29. I nanofluidi non presentano aumento della densità, erosione, sedimentazione e le cadu-
te di pressione, fenomeni tipici delle miscele PCM.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

30. Nella zona della testa per il rivestimento interno dei caschi per motociclisti, nel tronco
per le giacche, pantaloni e tute, nelle mani e nei piedi con guanti, calze e scarpe.
31. La schiumatura permette di integrare nel tessuto una maggiore quantità di microcapsu-
le PCM, fino a 100-150 g/mq.
32. Un colloide è una sostanza che si trova in uno stato finemente disperso, intermedio tra
la soluzione omogenea e la dispersione eterogenea. In base al tipo di fase dispersa (liqui-
da, solida o gas) e di fase continua, si possono distinguere numerosi tipi di dispersioni col-
loidali quali i sol, gli aerosol, le schiume, le emulsioni, i gel e le sospensioni solide.
33. La dispersione è un sistema costituito da più fasi in cui la prevalente è detta disperdente
mentre le altre sono dette disperse. Se la fase disperdente è liquida, si ottengono schiume
quando la fase dispersa è gassosa, emulsioni quando è liquida, e sospensioni quando è soli-
da. Se la fase disperdente è gassosa, si hanno nebbie quando la fase dispersa è liquida, e
fumo se è solida.
34. Il processo di trasformazione isotermica reversibile sol-gel (tissotropia) è la proprietà di
alcuni fluidi pseudo-plastici di variare la loro viscosità quando sottoposti a sollecitazioni di
taglio oppure nel caso di lunghi periodi di quiete. In queste condizioni il fluido può passare
dallo stato di grasso pastoso quasi solido a quello di liquido o, in generale, da quello di gel
a quello di liquido. I sistemi tissotropici hanno una struttura reticolata instabile formata dai
numerosi punti di contatto di particelle asimmetriche. Quando il materiale è in quiete, la
struttura conferisce rigidità simile a quella del gel. Quando si sottopone a forze di taglio, la
struttura si spezza in quanto diminuiscono i punti di contatto fra le particelle asimmetriche
che si allineano verso la direzione di uscita del fluido. La viscosità diminuisce progressiva-
mente e la sostanza passa dallo stato di gel a quello liquido. Conclusa l'azione di taglio, si
ricostituisce la struttura reticolata per effetto del moto browniano delle particelle.
35. I gel polimerici sono strutture disordinate composte da catene reticolate e da un com-
ponente liquido, come l'acqua, che riempie gli spazi interstiziali. Le sostanze solubili si distri-
buiscono nel gel per diffusione attraverso i micropori.
36. I gel polimerici sono in grado di convertire l’energia chimica in lavoro meccanico produ-
cendo l'espansione del materiale. Alcuni gel come la poliacrilammide, l'alcol polivinilico e l'a-
cido poliacrilico, sono superassorbenti e possono trattenere una quantità enorme di acqua,
fino a 2000 volte il peso del polimero, senza dissolversi in essa.
37. La variazione di volume, stimolata da una forza esterna, fa variare il pH del gel che rea-
gisce con un'espansione laterale. Inoltre è possibile far dilatare e contrarre una membrana
in gel polimerico applicando lo stimolo di un campo elettrico.
38. Lo Slime è una miscela di polimeri atossica e ignifuga, che non gela e non si essicca.
39. Un sistema termicamente attivabile è composto, ad esempio, da NIPA (N-isopropilacri-
lammide) e da PAAM (poliacrilammide).
152
40. La massa dipende dalla lunghezza e dalla ramificazione della catena polimerica.
41. Nei polielettroliti, come gli acidi poliacrilici, dipende anche dal grado di dissociazione.
42. Gli idrogel sono costituiti da catene reticolate e da un fluido che riempie gli spazi inter-
stiziali. La capacità di assorbimento dipende dalla natura del monomero e dalla presenza di
agenti di reticolazione. Un fenomeno interessante negli idrogel è il cosiddetto “effetto setac-
cio” utilizzato per separare i composti con molecole con diverse dimensioni.
43. L’effetto a memoria di forma avviene secondo meccanismi di tipo "a una via" (One Way
Memory Shape Effect) o "a due vie" (Two Ways Memory Shape Effect) ovvero in entrambe le
direzioni. Un esempio di SME a due vie si verifica nei polimeri reticolati interpenetranti (IPN).
44. In medicina esistono specie biologicamente attive che possono essere integrate negli
idrogel mediante polimerizzazione a basse temperature (inferiori a -78°C) ottenendo una matri-
ce polimerica con microcavità piene di ghiaccio. Quando il sistema torna a temperatura
ambiente, il ghiaccio si scioglie e la specie bioattiva viene inglobata nei pori per adesione.
45. A temperature normali, le catene del polimero formano una superficie continua che limi-
ta lo scambio termico. A temperature maggiori, la configurazione molecolare cambia for-
mando intercapedini che permettono il trasferimento del calore e del vapore verso l'esterno,
facilitando la traspirazione e l’eliminazione del sudore.
8. Materiali che cambiano temperatura

8.1. PTF (Polymer Thick Film)


I PTF sono dispositivi realizzati con resistenze elettriche stampate su un
film flessibile in polimero. Le resistenze sono composte in modo da otte-
nere un comportamento “a coefficiente di temperatura positivo” o PTC
(Positive Temperature Coefficient) su una superficie termoriscaldante
ultrapiatta con uno spessore di soli 0,2 millimetri.
La tecnologia di produzione, applicata inizialmente in ambito aerospazia-
le, utilizza la stampa serigrafica di inchiostri conduttivi ottenuti per misce-
lazione di resine e pigmenti elettrosensibili a base di grafite.
Le resistenze reagiscono agli stimoli elettrici con un comportamento pro-
gressivo al variare della temperatura per cui maggiore è la temperatura
raggiunta dal dispositivo, minore è la quantità di calore sviluppata.
Tale capacità autolimitante costituisce un parametro importante per
garantire la sicurezza dei sistemi PTF. La resistenza può essere stampa-
ta su un film con diverse forme, dimensioni e lavorazioni. Il dispositivo non
brucia direttamente ossigeno, in quanto non utilizza elementi incande-
scenti, non emette fumi incombusti o monossido di carbonio. Il dispositi-

153

69.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

vo è utilizzabile a ciclo continuo per produrre calore in modo ecologico e


sicuro. La diffusione del calore avviene con il moto naturale dell'aria, per
convezione e irraggiamento, senza l'uso di ventole per forzare il flusso.
Inoltre, le resistenze PTF sono silenziose e non favoriscono il sollevamen-
to delle polveri nell'ambiente. La temperatura della superficie attiva riscal-
dante può raggiungere anche 150°C con bassi consumi energetici.
Le applicazioni pratiche interessano i settori in cui è richiesta una fonte di
calore efficiente e omogenea attraverso dispositivi leggeri, piccoli, flessi-
bili e sottili. Le resistenze PTF, affidabili e versatili, sono utilizzate per
applicazioni industriali e in oggetti d’uso come gli elettrodomestici, i
dispositivi anticondensa e di sbrinamento. In edilizia, i dispositivi PTF rap-
presentano un valido supporto ai tradizionali sistemi di riscaldamento per
garantire il comfort ambientale, in alternativa ai comuni apparecchi elettri-
ci poco efficienti e con elevati consumi energetici. La capacità riscaldan-
te del dispositivo dipende dal formato, dalle condizioni ambientali e dal-
l’alimentazione elettrica.
L’azienda italiana Best Fire ha applicato le resistenze PTC per realizzare
il pannello Thermoquadro Leonardo, un innovativo sistema modulare di
riscaldamento per ambienti interni brevettato e certificato IMQ.
Attualmente, la ricerca sta sviluppando i sensori basati sui materiali elet-
troconduttivi, elettroluminescenti e i polimeri conduttivi.

69. Dispositivi PTF (Polymer Thick Film)


70. Film termoelettrico flessibile
71. Dispositivo TEC in fase attiva

154

70.
... CAMBIANO TEMPERATURA

8.2. Termoelettrici
I materiali termoelettrici TE (Thermo Electric) sono particolari composti di
conduttori e semiconduttori utilizzati per realizzare generatori di corrente
elettrica e sistemi 1
di scambio termico. Nel 1821 il fisico russo Thomas
Johann Seebeck scoprì il fenomeno TE per cui, in un circuito costituito da
conduttori metallici o semiconduttori, una differenza di temperatura gene-
ra elettricità. Il fenomeno fisico, detto anche Effetto Seebeck, rappresen-
ta l’effetto inverso di quello scoperto da Jean Charles Peltier nel 1834.
Secondo l’Effetto Peltier, infatti, una corrente elettrica che scorre tra due
metalli o semiconduttori differenti, posti in contatto tramite una giunzione,
produce un trasferimento di calore. Il terzo effetto TE fu scoperto da Sir
William Thomson, conosciuto come Lord Kelvin. Nella sua teoria della ter-
modinamica, pubblicata verso il 1860, Sir W. Thomson spiegò i tre feno-
meni con dimostrazioni ancora oggi valide.
La produzione di elettricità per mezzo di dispositivi TE è stata sviluppata già
a partire dal 1950, con la scoperta delle caratteristiche dei semicondutto-
ri. I generatori termoelettrici, composti da silicio e germanio, dal 1980 sono
stati integrati per alimentare le sonde spaziali Voyager e Galileo.
Attualmente 2
i fenomeni TE sono applicati per produrre i dispositivi termo-
generatori e le Celle di Peltier di raffreddamento.
I dispositivi TEC (Thermal Electric Cooling) sono composti da microcelle di
raffreddamento basate sull'effetto Peltier per cui uno stimolo elettrico
causa una differenza di temperatura sulla superficie di giunzione.
L'applicazione dell'effetto Seebeck, invece, permette di realizzare i termo-
generatori che convertono l'energia termica in corrente elettrica.
Il processo di produzione dei moduli TEC si basa sulla tecnologia microe-
lettronica dei semiconduttori come il silicio. l moduli TE sono realizzati con
materiali diversi (metalli, semiconduttori e compositi a differente condutti-
vità), come il bismuto di tellurio e i suoi derivati.
3
I materiali
4
vengono depo-
sitati attraverso il processo per sputtering su un wafer di substrato in ma-
155

71.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

teriale ceramico, che garantisce isolamento elettrico e permette il trasfe-


rimento dell'energia termica. In seguito, 5
i componenti vengono integrati
con un circuito elettrico per dry-etching . Inoltre, è possibile integrare con-
temporaneamente le celle di Peltier e i moduli Seebeck per ottenere un
sistema TE autonomo con ciclo termico continuo caldo-freddo in cui la
autoproduzione di energia elettrica è utilizzata per alimentare lo stesso
dispositivo. L’affidabilità, l’efficienza e i bassi consumi dei dispositivi ha
permesso la diffusione delle applicazioni pratiche nel campo industriale,
scientifico, alimentare, medico, nei trasporti terrestri e aerospaziali.6
Oggi i dispositivi TE sono utilizzati per la produzione di termocoppie , ter-
mopile, sensori termici e attuatori per il raffreddamento dei componenti
elettronici integrati nei dispositivi MEMS. Attualmente è disponibile in com-
mercio una grande varietà di termocoppie classificate in base ai materiali 7
utilizzati per realizzare i conduttori elettrici che compongono le giunzioni .
Le termocoppie del tipo K sono realizzate in lega di chromel (niche-cromo)
e alumel (nichel-alluminio). L'intervallo di misurazione oscilla tra -200°C e
1260°C. Quelle di tipo J sono realizzate in ferro e costantana (rame-nichel)
con un intervallo di temperature tra -40°C e 750°C. Il tipo T, composto da
rame e costantana, simile al tipo J, ha un range termico tra -200°C e
400°C. Il Tipo E, in chromel e costantana, è adatto per applicazioni a bassa
temperatura (criogeniche). Il tipo N, composto da nicrosil (nichel-cromo-sili-
cio) e nisil (nichel-silicio), è l'evoluzione del tipo K e permette intervalli ter-
mici tra i 650°C e 1250°C. I dispositivi di tipo B-R-S, composti dai metal-
li nobili come il platino e lo rodio, presentano bassa sensibilità oltre i
300°C e resistenze fino a 1800°C.
Il progresso tecnologico, negli ultimi anni, ha rinnovato l'interesse per il
fenomeno termoelettrico con applicazioni pratiche che riducono i consumi
energetici e l’impatto ambientale, contribuendo ad uno sviluppo sosteni-
bile. Sono stati sperimentati nuovi materiali con processi di nanostruttu-
razione per aumentare le prestazioni dei dispositivi TE.
156
La diffusione dei termogeneratori nel campo dei microsistemi elettronici
consentirebbe la conversione ecologica del calore, prodotto in eccesso, in
elettricità. I sistemi TE rappresentano, infatti, una valida alternativa ai
metodi convenzionali di termoregolazione, come le pompe di calore (heat-
pump) utilizzate per il controllo della temperatura ambientale. I dispositivi
TE permetterebbero, ad esempio, di convertire in elettricità il calore dei
72. 73. 74.
... CAMBIANO TEMPERATURA

gas di combustione delle auto, riutilizzabile all'interno del veicolo stesso


per alimentare la strumentazione elettrica. Ciò ridurrebbe notevolmente i
consumi e l'emissione di anidride carbonica.
In Italia l’Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari (ISTM), fondato nel
2000, ha recentemente partecipato al progetto “NanoThermel” per lo svi-
luppo di nanotecnologie e la produzione di materiali e dispositivi TE effi-
cienti ed ecosostenibili integrati nei sistemi di conversione energetica.
La società americana Hi-Z Technology, di San Diego, ha realizzato un gene-
ratore TE con 1000 watt8di potenza capace di convertire il calore emesso
dal motore di un camion . La ditta islandese Varmaraf produce generatori
che utilizzano l'energia geotermica del sottosuolo. La società Infineon, di
Monaco di Baviera, ha sviluppato i primi moduli TE da integrare
9
in micro-
sistemi elettronici, sensori, attuatori e dispositivi MEMS .
Nel settore tessile, i microgeneratori TE utilizzano la differenza di tempe-
ratura, di circa 5°C, tra la superficie del corpo e i vestiti. La tensione elet-
trica generata dai dispositivi è in grado di alimentare i sensori biometrici
e i microchip integrati direttamente nei tessuti elettronici (E-textile) e negli
indumenti funzionali (Smart wear) per il monitoraggio dello stato di salute.

72. Bismuto di tellurio


73. Microdispositivo TEC
74. Cella di Peltier
75. Dispositivo TEC multilayer

157

75.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. Seebeck notò una differenza di potenziale alle estremità di una barra metallica posta a
diverse temperature. Inoltre, osservò che l'ago di una bussola subiva un cambiamento di
direzione in prossimità di un anello, composto da due metalli differenti, sottoposto a una dif-
ferenza di temperatura. Il flusso di corrente generato produceva un campo magnetico che
influenzava l’ago della bussola.
2. Secondo l'effetto Peltier, fornendo una differenza di potenziale si attiva il sistema di scam-
bio termico. La corrente elettrica, a basso voltaggio, attraversa la cella di Peltier che reagi-
sce assorbendo il calore da un lato del dispositivo e rilasciandolo dall'altro, per cui una fac-
cia si riscalda mentre l'altra raffredda. Secondo l'effetto Seebeck, invece, per generare una
tensione elettrica si applica una differenza di temperatura alle due estremità del dispositivo.
3. Lo sputtering è il processo alla base della spettrometria (SIMS), una tecnica sofisticata
di analisi chimica utilizzata nell'industria e nella ricerca. Durante il processo si ha un’emis-
sione di atomi, ioni o frammenti molecolari, da parte di un materiale solido detto bersaglio
(target), bombardato con un fascio di particelle energetiche. Si distinguono tre diverse tec-
niche di sputtering: il Magnetron sputtering , il RF sputtering (Radio Frequency), il DC sput-
tering (Direct Current). Le principali applicazioni industriali sono la Sputter etching (pulizia per
polverizzazione anodica) e la Sputter deposition, una delle tecniche PVD (Physical Vapour
Deposition) di deposizione con metodi fisici da fase vapore che permette di ottenere film di
ottima qualità in ogni tipo di materiale. Le applicazioni riguardano il settore industriale dei
semiconduttori, dei rivestimenti superficiali, l’archeologia. La deposizione del film di allumi-
nio sui cd riscrivibili permette al Laser di leggere i dati incisi sul film organico sovrapposto
dello spessore di pochi micron.
4. Il wafer è un sottile strato di materiale semiconduttore, di solito silicio o ceramica, con
spessori di circa mezzo millimetro. Sul supporto viene realizzato un microcircuito attraverso
il drogaggio, l'incisione chimica o la deposizione di una sottile pellicola di materiale semi-
conduttore, come nei circuiti integrati dei dispositivi elettronici.
5. Il Dry etching (attacco secco) è uno dei metodi di rimozione di film sottili (etching) in cui
si usano gas in uno stato eccitato per attaccare il materiale. Altri metodi basati sugli ioni
sono il RIE (Reactive Ion Etching) e lo Ion-milling.
6. Una termocoppia è costituita da una coppia di conduttori elettrici di diverso materiale uniti
tra loro in due punti, detti giunzione “fredda” e giunzione “calda”. Una serie di termocoppie
collegate costituisce una termopila.
7. Il modulo TE è composto da un dissipatore di condensazione sul lato caldo, un dissipa-
tore di evaporazione sul lato freddo e un isolante termico tra i due dissipatori.
8. Un lato del modulo è esposto alla temperatura ambientale mentre l'altro è posto all'in-
terno del tubo, con una differenza di circa 200°C. Il dispositivo TE è formato da circa 50 ter-
158
mocoppie con un’efficienza del 5%. L’energia elettrica convertita alimenta i sistemi elettrici
del veicolo stesso, diminuendo così i consumi di carburante.
9. I moduli generano una tensione di parecchi microwatt/cmq.
9. Materiali che convertono la luce

9.1. Fotoelettrici
Nel 1880 Heinrich Rudolph Hertz, durante alcuni esperimenti sulla 1
natura
delle onde elettromagnetiche, scoprì l'effetto fotoelettrico (FE) .
Il fenomeno fisico implica l’emissione corrente elettrica da parte di una
superficie metallica, quando viene colpita da una radiazione elettroma-
gnetica, come la luce solare. Nel 1888, il fisico italiano Augusto Righi sco-
prì che una lastra metallica stimolata da raggi UV reagisce emettendo elet-
troni, introducendo il termine “fotoelettrico” per descrivere l’effetto.
Successivamente, Wilhem Hallwachs dimostrò che, durante il fenomeno,
non si trasportava elettricità ma si produceva. Inoltre, Hallwachs notò che
la dispersione delle cariche2 elettriche aumentava se gli elettrodi erano sti-
molati da luce ultravioletta . Da allora, il fenomeno FE viene definito anche
effetto Hertz-Hallwachs.
Infine, nel 1905 Albert Einstein elaborò la definizione corretta del feno-
meno, fondamentale per comprendere la natura 3
quantistica della luce,
ricevendo il Premio Nobel per la fisica nel 1921 .
Attualmente, l’effetto FE viene utilizzato per realizzare i dispositivi che pro-
ducono corrente elettrica se stimolati da energia luminosa. Basati sull’u-
so di materiali fotosensibili, come il cesio o il litio, sono disponibili nel mer-
cato fotomoltiplicatori, sensori, trasduttori, interruttori
4
di prossimità e rive-
latori ottici integrati con tecnologia microelettronica . In molti settori indu-
striali i dispositivi FE sono applicati nei sistemi di sicurezza.
Nel settore militare sono utilizzati, ad esempio, per realizzare i visori not-
turni. Recenti sperimentazioni sviluppano la tecnologia fotoelettrica per
convertire l’energia solare in corrente elettrica per usi civili.
159
76. Dispositivi fotoelettrici

76.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

9.2. Fotovoltaici
I materiali fotovoltaici (FV) sono caratterizzati dalla capacità di reagire a
uno stimolo luminoso generando corrente elettrica. Quando un fascio di
luce incide su un semiconduttore, l'assorbimento della radiazione elettro-
magnetica eccita lo stato molecolare del composto con la conseguente
emissione di elettricità.
Nel 1839 il francese Alexandre E. Bécquerel scoprì l'effetto fotogalvanico
negli elettroliti liquidi notando che, durante alcune reazioni chimiche indot-
te dalla luce, veniva generata corrente elettrica.
Nel 1883 l'inventore americano Charles Fritz produsse la prima cella sola-
re, di circa 30 centimetri quadrati, utilizzando il selenio con un'efficienza
di conversione del 2%.
Nel 1905, infine, A. Einstein dimostra la teoria fisica dell'effetto fotoelet-
trico, di cui il fotovoltaico rappresenta una categoria, come5 prova indiret-
ta della natura corpuscolare delle onde elettromagnetiche . Il fenomeno
FV si genera in modo spontaneo con una reazione reversibile che si ripe-6
te finchè il materiale è esposto alla luce solare diretta. La cella solare
costituisce il modulo di base per realizzare un dispositivo in grado di con-
vertire l'energia luminosa in energia elettrica. In base alla superficie foto-
sensibile, i moduli assemblati e integrati in pannelli permettono di ali-
mentare i comuni dispositivi elettronici e produrre elettricità per gli usi
domestici.
Attualmente, il silicio è il materiale più utilizzato per la produzione dei
sistemi FV realizzati con tecnologia a moduli cristallini, policristallini e
amorfi in film sottile. Di solito una7 comune cella solare è composta da uno
strato (wafer) realizzato in silicio con una struttura cristallina omogenea
(monocristallo). Utilizzando il silicio policristallino, il semiconduttore viene
disposto sul wafer in grani (policristalli). Nei moduli a film sottile (thick-film)
gli atomi di silicio sono allo stato amorfo, ovvero con una struttura disor-
160

77.
... CONVERTONO LA LUCE

ganizzata, e vengono depositati chimicamente sul wafer con uno strato


fotoreattivo dello spessore di pochi micron.
Le prestazioni dei moduli FV dipendono dai semiconduttori utilizzati, dalla
temperatura di esercizio, dalla composizione e dall’angolazione della luce
rispetto alla superficie delle celle. I moduli FV disponibili in commercio
hanno un'efficienza tra il 5% e il 30%, mentre i pannelli 8
utilizzati nel set-
tore aerospaziale garantiscono rendimenti oltre il 40% . Recentemente, è
stata prodotta un’innovativa cella in cui lo strato di silicio è depositato sul
wafer in alluminio in microsfere del diametro di 0,75 millimetri con tecni-
ca a spruzzo (spray-coating) come una comune vernice.
Attualmente la ricerca sperimenta moduli FV in film flessibile realizzati con
composti molecolari semiconduttori, polimerici e organici, come le leghe
composte9
da arseniuro di gallio (GaAs) o solfuro di cadmio (CdS) micro-cri-
stallino . Nel settore aerospaziale e militare, si sviluppano celle solari 10
in
film sottile di tipo CdTe, CIS e CIGS per la produzione di fotosensori .
La notevole riduzione di peso e di spessore dei dispositivi, pari a quello di
un foglio di carta, permette di integrare i moduli flessibili in ogni oggetto o
superficie esposta alla luce diretta. Alcune recenti sperimentazioni riguar-
dano il settore dei tessuti elettronici (E-textile) in cui le celle FV alimentano
i comuni dispositivi digitali di comunicazione, come i cellulari e i lettori mul-
timediali.
I dispositivi miniaturizzati, sensori e attuatori, sono inseriti direttamente
negli indumenti intelligenti (Smart Wear) per il rilevamento dei parametri
ambientali, del bioritmo e per il monitoraggio dello stato di salute.
I ricercatori dell’Università di Toronto hanno sperimentato una cella solare
in composito polimerico che applica la nanotecnologia per convertire i raggi
solari in elettricità. L'innovazione consiste nella sensibilità delle celle ai
raggi infrarossi (IR), per cui il dispositivo funziona anche con il tempo nuvo-
loso. La rivoluzionaria cella solare aumenta le prestazioni degli attuali
161
77. Cella FV in silicio policristallino
78. Cella FV in silicio amorfo

78.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

sistemi FV di circa cinque volte. Il composto nanostrutturato può essere


spruzzato direttamente su qualsiasi materiale e supporto, trasformando
ogni superficie in un potenziale generatore portatile di elettricità.
È stato stimato che sarebbe sufficiente ricoprire lo 0,1% della superficie
terrestre con sistemi FV di questo tipo per soddisfare il fabbisogno ener-
getico prodotto da tutte le centrali elettriche.
Le sperimentazioni più avanzate riguardano l'applicazione 11 delle nanotec-
nologie per realizzare i sistemi FV attraverso i quantum-dot , detti anche
“puntini quantici”. I ricercatori del Risø, il laboratorio dell'Università di
Tecnologia della Danimarca, hanno sviluppato uno speciale inchiostro poli-
merico basato sui quantum-dot che può essere applicato praticamente su
qualsiasi superficie, dai metalli ai tessuti.
Il Professor Pam Shapiro, dell’Università americana dell'Idaho, sperimen-
ta i quantum-dot composti in rame, indio e selenio (CIS), con l'obiettivo di
raddoppiare l'efficienza dei sistemi fotovoltaici attuali.
La società californiana Innovalight ha applicato le nanotecnologie dei
quantum-dot per sviluppare il Solar Ink, un inchiostro fotovoltaico compo-
sto da nanocristalli di silicio. L’innovativo inchiostro solare può essere
applicato su ogni superficie con le stesse tecniche per la stampa su carta
o tessuti. Controllando la dimensione dei puntini quantici, compresa tra i
2 e 10 nanometri, è possibile selezionare la frequenza delle radiazioni
luminose assorbite dal sistema FV. Ciò permette di utilizzare anche i raggi
infrarossi (IR) e gli ultravioletti (UV), attualmente esclusi dalle tecnologie
convenzionali. Inoltre, è in fase di sperimentazione un inchiostro FV basa-

162

79.
... CONVERTONO LA LUCE

to sul carbonio, più economico e semplice da produrre, che potrebbe


sostituire l'uso dei semiconduttori. L’inchiostro solare è depositato su
qualsiasi supporto con uno strato fotoreattivo dello spessore di alcuni
micron, che garantisce un'efficienza di conversione del 5%.
L’azienda americana Brunton produce gli innovativi Solar Rolls, una serie
di pannelli solari flessibili composti da silicio amorfo e una resina in Tezfel
EFTE, un fluoropolimero prodotto dalla DuPont. I dispositivi FV sono utiliz-
zati come generatori elettrici per alimentare i piccoli dispositivi elettronici
come i telefoni cellulari, i PDA (Personal Digital Assistant), i lettori multi-
mediali, i notebook e le fotocamere digitali.

163

80.

81.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. Hertz sviluppò gli studi di Schuster sulla scarica dei conduttori elettrizzati stimolata da una
scintilla nelle vicinanze.
2. Oltre un certo potenziale detto “d'arresto”, la corrente inizia a circolare aumentando fino
al valore massimo di stabilizzazione. Nel 1900 Lenard scoprì che tale valore è direttamente
proporzionale all'intensità della luce incidente.
3. Einstein parte dal principio che la radiazione incidente sulla superficie metallica possie-
de energia quantizzata, da cui la natura corpuscolare della luce. (Cfr. A. Einstein, Emissione
e trasformazione della luce, da un punto di vista euristico, tratto da Teoria dei quanti di Luce,
Edizioni Newton Compton).
4. Il fotomoltiplicatore è un dispositivo composto da elementi metallici sensibili alle radia-
zioni luminose anche a bassa intensità.
5. In un dispositivo FV, la produzione di energia elettrica avviene attraverso la separazione
delle cariche sulla giunzione p-n costituita da un cristallo semiconduttore, generalmente di
silicio, composto da due zone di cui una a eccedenza di elettroni (n) e una a eccedenza di
lacune (p).
6. Una cella FV è composta da un wafer in materiale isolante e trasparente, come il vetro
temperato o il Tedlar, un film polimerico di PVF (PoliVinilFluoruro) prodotto da DuPont, che
protegge la superficie esposta della cella.
7. Il semiconduttore viene drogato per realizzare la giunzione p-n. Il drogaggio avviene inse-
rendo, ad esempio, atomi di boro o fosforo. Il termine giunzione si riferisce alla regione in
cui si incontrano i due tipi di drogaggio (p-n), uno strato sottile in cui vi è una differenza di
potenziale costante.
8. Il rendimento della cella è dato dal rapporto tra l'energia elettrica prodotta e l'energia lumi-
nosa che incide sulla superficie.
9. Gli svantaggi delle celle fotovoltaiche CdS riguardano la tossicità del cadmio e il basso
rendimento del dispositivo.
10. La lega CdTe è composta da telloruro di cadmio; quella CIS da seleniuro di rame e indio;
quella CIGS da seleniuro di rame, indio e gallio.
11. Inizialmente sperimentati dalla NASA, i puntini quantici sono semiconduttori cristallini a
scala molecolare dispersi in soluzione colloidale. Composti da seleniuro di cadmio (CdSe) e
telloruro di cadmio (CdTe), i nanocristalli sono in grado di assorbire uno spettro di luce molto
più ampio dei comuni semiconduttori. Un tipico puntino, delle dimensioni di 2-10 nanometri,
può contenere un totale di 100.000 atomi del composto fotoreattivo. I puntini autoassemblati,
con dimensioni tra 10 e 50 nanometri, vengono depositati con tecnica elettro-litografica.

164

82.
... CONVERTONO LA LUCE

79. Cella FV flessibile in GIGS 82. Microcelle FV in silicio policristallino


80. Solar Rolls, Flexible Solar Panel (Brunton) 83. Dispositivo FV flessibile in silicio amorfo
81. Film FV flessibile in CdS microcristallino 84. Film FV flessibile in silicio microsferico

83.

165

84.
85. Loop.pH, Blumen
Wallpaper Electronic Display, 2004
86. Segnaletica stradale con superfici EL
87. LightTape (Electro LuminX)
88. Film flessibile EL

85.
10. Materiali che emettono luce

10.1. Elettroluminescenti
L'elettroluminescenza è il fenomeno fisico per cui alcuni materiali reagi-
scono allo stimolo di un campo elettrico producendo una luminosità colo-
rata senza emissione di calore. La tecnologia EL (Electro Luminescent) è
stata sviluppata all'inizio del ventesimo secolo con applicazioni inizialmen-
te limitate per la scarsa efficienza e affidabilità dei dispositivi.
Attualmente sono stati sviluppati sistemi EL che costituiscono vere e pro-
prie sorgenti
1
luminose leggere, sottili, flessibili e con bassi consumi ener-
getici .
Un tipico dispositivo EL è costituito da un sandwich multistrato, dello spes-
sore di pochi micron, realizzato con due superfici esterne conduttive di cui
una è trasparente per il passaggio della luce. Lo strato intermedio è costi-
tuito da una superficie isolante trattata con un composto di fosforo che
emette luce al passaggio della corrente elettrica.
I dispositivi sono prodotti attraverso metodi serigrafici di stampa con cui è
possibile riprodurre qualunque disegno, testo e forma in dimensioni per-
sonalizzabili. La superficie può essere lavorata tramite foratura, fustellatu-
ra e taglio per adattarla a tutte le esigenze funzionali, mantenendo una
luminosità uniforme anche su grandi dimensioni. Il dispositivo, resistente
agli urti e alle abrasioni, è alimentato a bassa tensione e ha un ciclo di vita
di decine di migliaia di ore, senza richiedere praticamente alcuna manu-
tenzione.
Integrando le superfici EL con i moduli fotovoltaici è possibile realizzare un
sistema autosufficiente che garantisce elevata efficienza e risparmio ener-
getico. Per ottenere dispositivi con tonalità diverse è possibile applicare fil-
tri colorati sulle superfici luminose bianche o miscelare direttamente i com-
positi EL con pigmenti di diverso colore. Sono disponibili nel mercato super- 167

86.

87. 88.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

fici EL nelle colorazioni blu-fucsia-verde-arancio-giallo


2
e, tranne il blu, tutte
le tonalità sono sensibili ai raggi UV . La caratteristica principale dei dispo-
sitivi è l'omogeneità della luminosità e colorazione, diffusa in tutta la super-
ficie, con elevata visibilità anche in condizioni di nebbia o fumo.
Modificando la frequenza di alimentazione è possibile regolare l’intensità
luminosa.
Le applicazioni principali riguardano la segnaletica di emergenza e di infor-
mazione utilizzata nel settore dei trasporti, della sicurezza stradale e negli
ambienti di lavoro. L'elevata affidabilità dovuta alla bassa temperatura di
esercizio, i ridotti consumi energetici e la disponibilità cromatica rendono
la tecnologia EL ideale per illuminare ambienti ad alto rischio ed elevato
affollamento. I sistemi EL sono utilizzati per la retroilluminazione dei comu-
ni dispositivi elettronici, i display Lcd dei telefoni cellulari e dei computer
laptop, i cruscotti delle automobili, le superfici interattive touch-screen.
La ricerca nel campo della chimica e della microelettronica ha sperimen-
tato nuovi compositi EL realizzati con processi nanotecnologici, per ridur-
re i costi di produzione e sviluppare applicazioni d'uso comune.
La tecnologia EL permette l’integrazione delle interfacce digitali per crea-
re effetti luminosi dinamici in architettura e nel design. I dispositivi pos-
sono essere applicati in superfici verticali, orizzontali, piane o curve, asso-
ciate con materiali tradizionali quali il vetro, il marmo o il legno.
L'azienda Easylumen, con sede nella Repubblica di San Marino, realizza i
dispositivi EL bright-pad, moduli sottili e flessibili con elevata qualità visi-
va ed efficienza luminosa per applicazioni in ogni ambiente. La tecnologia
bright-glass, brevettata dalla Easylumen, permette di ottenere superfici
luminose con dimensioni e colorazioni personalizzabili, senza nessun col-
legamento elettrico visibile3.
L'azienda britannica Elumin8 ha sviluppato un dispositivo EL in film di po-
liestere ultraleggero, dello spessore di appena 0,25 millimetri, con un rive-
stimento chimico che amplifica il fascio di luce del 30% e garantisce una
168
maggiore durata. Attraverso la tecnica di stampa serigrafica, le sostanze
EL vengono depositate nel supporto che può essere adattato su qualsia-
si superficie, fino a 300 metri di lunghezza.

89. 90.
... EMETTONO LUCE

10.2. Fluorescenti
La fluorescenza è la capacità di alcuni materiali di emettere luce quando
vengono stimolati da onde elettromagnetiche, come i raggi solari.
Il nome dell’effetto deriva dalla fluorite, composto minerale di calcio e fluo-
ro, in cui è stato scoperto il fenomeno. Il fenomeno è determinato dal-
l'assorbimento di energia da parte degli atomi del materiale eccitati dallo
stimolo luminoso. Quando gli elettroni sono colpiti dalla radiazione inci-
dente, come i raggi ultravioletti o gli infrarossi, il composto emette una
fluorescenza colorata. La reazione è reversibile per cui l'effetto termina
quando lo stimolo viene interrotto. 4
Le principali sostanze fluorofore biologiche sono gli amminoacidi aroma-
tici, in particolare
5
la tirosina e il triptofano; i coenzimi come i gruppi NADH,
FAD e FMN e i sali alcalini LiF (fluoruro di litio) e NaCl (cloruro di sodio).
La più nota proteina fluorescente di origine naturale è la GFP (Green
Fluorescent Protein), con luminosità nel verde, e i suoi mutanti BFP, YFP e
RFP, che emettono fluorescenza rispettivamente nel blu, nel giallo e nel
rosso. Anche la clorofilla in soluzione è abbastanza fluorescente ma la sua
emissione si riduce durante il processo della fotosintesi.
Nel campo della diagnostica medica, le sostanze fluorescenti 6
hanno la fun-
zione di marcatori per le molecole di interesse biologico . I composti sono
utilizzati anche per le datazioni archeologiche e per i test di autenticità.
Inoltre sono diffusi come 7additivi miscelati nei detersivi, per ottenere un
bucato bianco splendente . Il fenomeno8 della fluorescenza è applicato per
la produzione delle lampade di Wood che emettono raggi UV, invisibili
all'occhio umano. Le lampade sono utilizzate per il riconoscimento delle
banconote false e nella verifica dei francobolli di sicurezza in cui le imma-
gini e i testi vengono realizzati con inchiostri e vernici visibili solo se espo-
sti alla luce UV.
L’applicazione principale dei materiali fluorescenti riguarda la tecnologia dei
display al plasma, composti da due strati di vetro in cui si iniettano gas
169
nobili rarefatti. Le superfici delle microcelle, che costituiscono i pixel lumi-
nosi dello schermo, sono rivestite da composti fluorescenti colorati che
reagiscono agli impulsi elettrici emettendo luce.

92.

91. 93.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

10.3. Fosforescenti
La fosforescenza è il fenomeno fisico che consiste nell'emissione di luce
da parte di alcuni composti che contengono fosforo, quando vengono sti-
molati da radiazioni elettromagnetiche (raggi UV) o da una corrente elet-
trica. La luminescenza è l’effetto di una reazione chimica reversibile che
si attiva quando lo stimolo viene interrotto e persiste per un periodo di
tempo determinato. La fosforescenza è un processo più lento della fluo-
rescenza e la radiazione emessa è meno intensa. Il fenomeno è dovuto
all'eccitazione degli atomi del materiale durante l’assorbimento dell'ener- 9
gia di input, successivamente rilasciata attraverso l'emissione di luce .
I tempi di reazione del materiale dipendono dalla temperatura ambientale
e rientrano comunque nell'ordine dei millesimi di secondo, con una dura-
ta dello stato luminoso anche di alcuni minuti.
La fluorescenza è utilizzata, già da molti anni, nei laboratori di biologia per
il rilevamento molecolare e la marcatura degli anticorpi, sostituendo l’uso
delle radiazioni. In natura la fosforescenza è un fenomeno frequente dovu-
to alla presenza di micro organismi, soprattutto nei mari tropicali.
Le sostanze fosforescenti più diffuse, prodotte industrialmente, sono com-
poste da solfati e solfuri di zinco policristallino inorganico da cui si ottiene
la luminescenza verde. Utilizzando i composti di solfidi alcalini si ottiene fo-
sforescenza di colore rosso o blu, mentre i solfuri di calcio, bario e stron-
zio, reagiscono con luce rispettivamente nei colori giallo, blu-verde e rosa.
Le maggiori applicazioni pratiche riguardano l'illuminotecnica con la produ-
zione di tubi fosforescenti con colori che dipendono dai composti utilizzati.
L'azienda Italiana Ucic (Unione Colori Industrie Chimiche) produce la serie
di vernici Lumen caratterizzate da luminescenza colorata che si attiva
quando sono esposte ai raggi solari o alle lampade di Wood. Le tinte pos-
sono essere usate pure o miscelate tra loro, per ottenere vernici con pro-
prietà sia fluorescenti che fosforescenti. Le vernici fotoreattive sono appli-
cabili su qualsiasi supporto e materiale, come la carta, il legno, i metalli
170

94. 95.
... EMETTONO LUCE

e i tessuti. Nel campo dell'elettronica i materiali fluorescenti sono utilizzati


per i sistemi di retroilluminazione dei monitor Lcd. Recentemente, sono
stati applicati per realizzare i display al plasma e gli innovativi schermi
Oled integrati nei dispositivi digitali multimediali e nei tessuti elettronici
per l’abbigliamento funzionale (Smart Wear).

89. Dispositivi EL in fibre


90. Electroluminescent Clothing, (Atomapparel)
91. Composto fluorescente liquido
92-93. Polveri fluorescenti
94. Pannelli fosforescenti
95. Cristallo fosforescente
96. Fosforescenza in una cellula

171

96.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

10.4. Laser
I Laser (Light Amplification by the Stimulated Emission of Radiation) sono
diodi luminosi il cui funzionamento si basa sull'emissione di luce stimola-
ta, fenomeno fisico enunciato da A. Einstein nel 1917.
Le prime applicazioni pratiche risalgono agli anni ’50 con la ricerca sugli
orologi atomici, da cui la realizzazione del primo amplificatore di micro-onde
Maser (Microwave Amplification by Stimulated Emission of Radiation).
Inventato nel 1958 dallo scienziato americano Charles H. Townes, il primo
Laser è stato realizzato negli anni ’60 dagli americani
10
T. H. Maiman e A.
Javan, e dai russi N.G. Basov e A.M. Prochorov .
Per effetto dello stimolo elettrico applicato, il Laser reagisce emettendo
un fascio di luce11 “coerente”, ovvero monocromatico e con i raggi nella
stessa direzione . Il fascio luminoso è molto intenso e concentrato in un
unico punto, del diametro di pochi micron, per cui si considera un raggio
rettilineo. 12
Oltre i diffusi Laser a diodo , in cui l’elemento attivo luminoso è un semi-
conduttore, esistono anche i Laser a rubino, a gas e di tipo organico. In
genere i diodi Laser sono realizzati con un composto di arseniuro di gallio
(GaAs) e arseniuro di gallio e alluminio (AlGaAs). Il Laser emette un fascio
luce con una potenza e intensità regolabile in funzione delle applicazioni.
Il dispositivo emette luce sia in modo continuo che modulabile a impulsi 13
ultrabrevi, ovvero con intervalli di tempo nell'ordine del femtosecondo .
Le applicazioni pratiche dipendono dalla lunghezza d'onda, dalla durata e
dalla potenza del raggio di luce. Le combinazioni dei diversi parametri

172

97.
... EMETTONO LUCE

sono utilizzate per trasformare 14


l'energia luminosa del Laser in energia
meccanica, termica o chimica .
Sin dagli anni ’60 sono state sperimentate applicazioni pratiche nel set-
tore industriale, militare e aerospaziale, nei sistemi di comunicazione sia
terrestri che satellitari, in medicina e in biotecnologia.
Utilizzando uno specchio rivolto verso la Terra, lasciato dagli astronauti
dell'Apollo 11 il 21 luglio del 1969, il Laser è stato usato per misurare la
distanza che ci separa dalla Luna, con un errore di soli pochi centimetri.
Grazie alla precisione di questa misura, è stato possibile rilevare che il
satellite si allontana dal pianeta Terra.
In campo militare sono state sviluppate armi da fuoco con puntamento
Laser. In telematica il Laser viene utilizzato per trasferire enormi quantità
di dati attraverso le fibre ottiche. Nel settore industriale viene utilizzato per
tagliare o saldare lamiere in metallo anche di elevati spessori.
In metrologia l'applicazione dei Laser permette di effettuare misure di
estrema precisione. Il dispositivo è utilizzato anche in litografia, spettro-
grafia, nei sistemi di lettura e scrittura dei dvd. Nel light design sono dispo-
nibili sistemi ottici per ottenere effetti luminosi scenografici in modalità
dinamica e in sincronia con gli effetti audio. L'integrazione con i dispositi-
vi digitali e le interfacce grafiche permette la creazione degli ologrammi
interattivi, ovvero le immagini tridimensionali proiettate sui piani virtuali.

97. Riflessione del fascio Laser


98. Taglio Laser (Force Technology)

173

98.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

10.5. Led 15
Il Led (Light Emitting Diode) è uno speciale tipo di16diodo , costituito da un
sottile strato di materiale semiconduttore drogato , che emette luce quan-
do è attraversato da corrente elettrica a bassa tensione.
Il Led applica le proprietà ottiche dei materiali semiconduttori
17
utilizzati per
realizzare i componenti elettronici come i diffusi transistor . ll dispositivo è
stato sviluppato inizialmente nel campo dell'optoelettronica, il settore spe-
ciale dell'elettronica che associa i fenomeni elettrici con quelli ottici.
Il primo diodo a emissione di luce è stato prodotto nei laboratori della
General Electric nel 1960. Durante alcuni esperimenti sullo spettro della
luce, l’ingegnere Nick Holonyak scoprì che la lunghezza d'onda emessa dal
composto di arseniuro di gallio (GaAs) variava dall'infrarosso alla luce visi-
bile. Modificando la composizione chimica del cristallo stesso, lo stimolo
elettrico trasmesso nel composto poteva essere trasformato 18
in calore o in
luce, in base alle percentuali dei semiconduttori utilizzati .
Attualmente i Led disponibili in commercio sono composti da semicondut-
tori inorganici come l’arseniuro di gallio (GaAs), il fosfuro di gallio (GaP), il
fosfuro arseniuro di gallio (GaAsP), il carburo di silicio (SiC) e il nitruro di
gallio e indio (GaInN). La scelta dei composti determina l'efficienza elettri-
19
ca e ottica del dispositivo, l'intensità luminosa e la tonalità della luce .
I dispositivi più diffusi per le applicazioni pratiche sono composti da In-
GaAIP (Indio-Gallio-Alluminio-Fosforo), da InGaN (Indio-Gallio-Azoto) e da
nitruro di gallio (GaN) con emissioni di luce di colore rosso, verde e blu.
Dalla loro combinazione è possibile ottenere tutte le variazioni cromatiche
desiderate nel sistema (RGB). Il dispositivo è realizzato con un circuito inte-
grato, montato in cima a un chip in silicone che fornisce le connessioni elet-
triche e protegge il circuito del semiconduttore dalle scariche elettrostati-
che ESD (Electro Static Discharge). Il chip è rivestito da una capsula di resi-
na epossidica con funzione di conduttore termoelettrico e di protezione con-
174

99. 100.
... EMETTONO LUCE

tro gli urti. I Led hanno un'efficienza luminosa cinque volte superiore rispet-
to alle normali lampade a incandescenza, con una durata di circa dieci anni
e un notevole risparmio energetico. Al contrario dei comuni sistemi elettri-
ci, in cui il filamento funziona a temperature elevatissime, i Led emettono
luce “fredda” ovvero senza emissione di calore.
I diodi luminosi sono stati applicati, inizialmente, nel settore delle comu-
nicazioni per la trasmissione dei dati con impulsi ultrabrevi nei sistemi a
fibra ottica. Successivamente, si sono diffusi nella maggior parte dei
dispositivi elettronici come spie luminose e indicatori per fornire un feed-
back sullo stato del sistema.
I recenti sviluppi della ricerca permettono la produzione di dispositivi leg-
geri e piccoli, delle dimensioni di soli 5 millimetri, con la possibilità di
visualizzare immagini e testi in modalità dinamica.
Gli innovativi Led ad alta potenza sono applicati nel settore della segnale-
tica e nei sistemi di illuminazione di emergenza. La tecnologia è utilizzata
di recente anche nell'industria automobilistica per produrre i gruppi ottici
delle autovetture come i fanali, i lampeggiatori e gli stop.
I dispositivi di ultima generazione sono applicati nel settore dell'illumino-
tecnica per sostituire le sorgenti luminose tradizionali a incendescenza.
Nel light design, da oltre dieci anni il noto designer Ingo Maurer è il pionie-
re nell’applicazione della tecnologia Led per creare oggetti e sistemi lumi-
nosi con un’elevata qualità estetica.
Nel 2002, in occasione del 60° anniversario di Coco Chanel, Ingo Maurer
ha realizzato un sistema con Led bianchi a emissione bilaterale, in cui i
conduttori dell'alimentazione e i cavi sono invisibili. I punti luminosi sem-
brano fluttuare all'interno del vetro in cui sono inseriti, creando un effetto
di leggerezza con un notevole impatto visivo.

175

101. 102.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

99. Led RGB


100. Capsula in resina epossidica 103. Ingo Maurer, Yoohoodoo, 1999
101. Led ad alta luminsità (Ledstyles) 104. I. Maurer, Licht.Enstein, 2001
102. Pin di collegamento del Led 105. Deposizione dei polimeri organici EL

103.

176

104.
... EMETTONO LUCE

10.6. Oled
Gli Oled (Organic Light Emitting Diode) sono diodi a emissione di luce rea-
lizzati con materiali organici elettroluminescenti. Il funzionamento è simile
a quello dei Led per cui, stimolati da una corrente elettrica a bassa ten-
sione, gli Oled reagiscono emettendo luce colorata.
Le proprietà luminescenti di alcune molecole organiche sono conosciute
da molti anni ma solo recentemente sono stati sviluppati dispositivi Oled
affidabili per le applicazioni pratiche.
Presentati nel mercato dal 1987, i primi display Oled 20erano composti da
uno strato in materiale organico posto tra due elettrodi . Inoltre, i prototipi
richiedevano elevate tensioni di alimentazione, di oltre 100 volt.
Lo sviluppo successivo della tecnologia ha permesso di realizzare disposi-
tivi ad alta luminosità composti da film sottili di materiale organico EL ali-
mentati a bassa tensione, di soli 10 volt, e con consumi energetici note-
volmente ridotti. Un comune display Oled è realizzato con un composito a
sandwich di cinque strati. Il primo, con funzioni protettive, è realizzato di
solito in vetro o plastica trasparente. Il secondo strato, conduttivo e tra-
sparente, è il primo elettrodo che funge da anodo realizzato in ossido di
indio e stagno (ITO) e depositato per evaporazione termica. In seguito ven-
gono realizzati due strati organici in cui vengono depositati tre materiali
organici EL di colore rosso, verde e blu (RGB) che formano la superficie
attiva del display.

177

105.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Infine, il quinto strato riflettente è realizzato in alluminio e funge da cato-


do rappresentando il secondo elettrodo del dispositivo.
A differenza dei sistemi Lcd, che vengono retroilluminati da una fonte di
luce esterna, i display Oled producono luce senza richiedere componenti
aggiuntivi. Lo spessore totale del dispositivo, senza considerare lo strato
trasparente protettivo, è di circa 300 nanometri, una dimensione che
rende il display una superficie luminosa sottile che può essere arrotolata.
Ogni pixel dell’immagine digitale è costituito da tre microdisplay affiancati
che emettono luce rossa, verde e blu, da cui è possibile comporre tutti i
colori dello spettro visibile. La società americana Universal Display Cor-
poration, del New Jersey, ha recentemente realizzato un dispositivo Oled in
cui i tre microdisplay di ogni pixel sono sovrapposti, anziché essere affian-
cati, permettendo un notevole incremento della qualità dell’immagine.
I moduli Oled disponibili in commercio sono composti da pellicole ultra sot-
tili, leggere e flessibili che convertono la corrente elettrica in energia lumi-
nosa con un risparmio energetico del 50% rispetto ai sistemi tradizionali.
I dispositivi si adattano ad ogni esigenza funzionale e ambiente con forme,
dimensioni e superfici personalizzabili. Lo sviluppo della tecnologia a
basso impatto ambientale permette innovative applicazioni nel campo del
light design e nel settore dei trasporti in cui gli Oled garantiscono elevato
comfort visivo e bassi consumi energetici.
Il recente progetto di ricerca Folia (Flexible Organic Illuminators for Auto-
motive) ha sviluppato la tecnologia Oled per integrare i display nel settore
dei trasporti e delle automobili. La ricerca è coordinata dall'industria ita-
liana Siema, in collaborazione con il Centro Ricerche PalstOptica, lo Csem,

106. 107.
... EMETTONO LUCE

il 3Dag di Zurigo e l'Ismn-Cnr. Sono in fase di prototipazione innovativi


sistemi ottici sottili e flessibili come un foglio di carta.
Inoltre, si sperimentano nuovi compositi organici luminosi, come gli Amo-
led (Active Matrix Oled) ovvero i diodi organici luminosi a matrice attiva,
utilizzati per realizzare i monitor a colori piatti e flessibili.
I Pholed (Phosphorescent Oled) sono un tipo di Oled fosforescente svilup-
pati dalla Universal Display Corporation, con rendimenti pari al 100%. L’in-
novativa tecnologia ha un’efficienza di conversione energetica ideale e per-
mette di illuminare ambienti anche di grandi dimensioni, eliminando defini-
tivamente le sorgenti a incandescenza.
Sviluppati dal 1989 nel Cavendish Laboratory of Cambridge University, i
Pled (Polymer Light Emitting Diode), detti anche Lep (Light Emitting Poly-
mer), sono diodi a emissione di luce prodotti attraverso l'assemblaggio di
polimeri elettroluminescenti. Dopo il brevetto, pubblicato nel 1991, la so-
cietà di spin-off Cambridge Display Technology ha sviluppato la tecnologia
Pled per la produzione in serie dei dispositivi. Le applicazioni riguardano i
monitor dei computer e i display flessibili integrati nei dispositivi elettroni-
ci con un processo che riduce notevolmente i costi rispetto ai sistemi Lcd
o al plasma.

179

108.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Attraverso una tecnica simile alla stampa a getto d'inchiostro, il compo-


sto polimerico luminoso può essere applicato su qualsiasi materiale o
superficie di supporto, dai vestiti agli arredi.
Gli SM-Oled (Small Molecules Oled), sono gli Oled a "piccole molecole" di
ultima generazione sviluppati dalla Eastman-Kodak. I Toled (Transparent
Organic Light Emitting Device) sono display organici luminosi che utilizza-
no una particolare struttura trasparente in grado di illuminarsi su entram-
bi i lati con immagini di ottima qualità anche in presenza di luce naturale.
Infine, i Soled (Stacked Oled) utilizzano una struttura basata sul posizio-
namento dei subpixel rossi, verdi e blu uno sopra l'altro, permettendo di
migliorare notevolmente la risoluzione, il contrasto e la resa cromatica del-
l’immagine digitale.

106. Composti liquidi in polimeri organici EL


107. Dispositivo Foled
108. Dispositivo Oled (Progetto FOLIA)
109. Pled (Polymer light emitting diode)
110. Plasma

180

109.
... EMETTONO LUCE

10.7. Plasma
In natura la materia può assumere essenzialmente lo stato liquido, solido
o gassoso. In realtà esiste un quarto stato definito come plasma, un par-
ticolare fenomeno fisico che si manifesta quando un gas, stimolato da
una scarica elettrica o da temperature elevate, emette raggi luminosi.
L’applicazione principale della tecnologia al plasma riguarda la produzione
dei sistemi video digitali. Il dispositivo è costituito da una matrice di micro-
celle rivestite da fosfori, integrata tra due strati di vetro. Ogni cella con-
tiene una particolare miscela di gas rari, quali il neon e lo xenon. Applican-
do una scarica elettrica, il gas si ionizza e passa rapidamente allo stato
di plasma, creando un'emissione di luce ultravioletta non visibile.
I raggi UV reagiscono con i fosfori rossi, verdi e blu, che rivestono la super-
ficie di ogni microcella generando un punto di luce colorato.
Ogni pixel del display al plasma è costituito da tre celle adiacenti (RGB) in
cui viene generata contemporaneamente una sorgente di luce.
Dietro lo strato di microcelle sono collegati i circuiti elettronici necessari
per l'elaborazione del segnale digitale e l'indirizzamento dei pixel in modo
indipendente. L'immagine, quindi, non è proiettata sullo schermo 21
ma
viene creata direttamente sulla superficie delle celle del dispositivo .
Il display ha un'elevata resa cromatica, ottima risoluzione, contrasto e
definizione, caratteristiche che garantiscono immagini di ottima qualità e
permettono una visione perfetta da ogni posizione. A differenza dei tradi-
zionali sistemi a tubo catodico (CRT), i sistemi al plasma non inviano elet-
troni contro lo schermo, per cui l'immagine non è disturbata 22
dall'effetto di
distorsione per la presenza dei campi elettromagnetici . L'eliminazione
dei raggi catodici, inoltre, implica l'assenza totale di emissioni nocive per
la vista anche a distanze ravvicinate. La tecnologia al plasma permette di

181

110.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

realizzare schermi a basso consumo energetico, di elevate dimensioni e


spessori ridotti, contro i voluminosi e ingombranti sistemi tv tradizionali.
Uno schermo di ultima generazione raggiunge, infatti, le dimensioni di
oltre i 100" con una diagonale di circa 2 metri, mantenendo uno spesso-
re inferiore a 10 centimetri. Il dispositivo può essere collegato a tutti i
sistemi elettronici e digitali audio-video in commercio per le applicazioni
multimediali e home theatre.
La diffusione dei display al plasma ed il loro successo nel mercato ha
avviato la trasformazione dei sistemi televisivi da semplice elettrodome-
stico in oggetto multifunzione con tecnologia digitale dalle prestazioni ele-
vate.

111. Tv al plasma (Pioneer)

182

111.
... EMETTONO LUCE

Note
1. Il dispositivo El è paragonabile ad un condensatore con elettrodo superiore trasparente.
Il condensatore, o capacitore, è un componente elettrico che immagazzina l'energia in un
campo elettrostatico, accumulando al suo interno una certa quantità di carica elettrica.
2. Le laminazioni isolano elettricamente, lasciando passare la luce emessa, e conferiscono
consistenza meccanica e protezione da graffi e abrasioni. Gli strati sono realizzati con mate-
riali atossici, resistenti alla scintilla, composti da poliestere ed EVA (acetato di vinile).
3. I moduli bright-pad hanno uno spessore di 0,3 mm, i bright-glass sono integrati con un
vetro di 4 mm e hanno una temperatura di esercizio da -30°C a +70°C. La durata di vita, cor-
rispondente al tempo in cui la luminanza diminuisce del 40%, varia tra 15.000 e 50.000 ore.
4. Ovvero che emettono fluorescenza.
5. Il NADH (Nicotinammide-Adenindinucleotide) è una macromolecola organica che svolge
importanti funzioni biologiche. La FAD (FlavinAdeninaDinucleotide) è una molecola che inter-
viene nei processi biochimici per il metabolismo energetico e per la sintesi dell'Rna.
6. Nello studio dell’evoluzione delle proteine in ambiente liquido, ad esempio, viene utilizza-
ta una proteina fluorescente verde (GFP) estratta dalla medusa Aequorea Victoria.
7. Le sostanze fluorescenti impregnano i tessuti che, esposti al sole e per effetto dei raggi
UV, emettono una luminosità bianca uniforme e diffusa.
8. Da Robert William Wood, fisico di Baltimora che la inventò alla fine degli anni ’20 realiz-
zando lampade con filtri in vetro a base di ossido di nichel, che bloccavano la radiazione visi-
bile e lasciavano passare solo i raggi ultravioletti.
9. Quando lo stimolo viene interrotto, le molecole dal livello elettronico eccitato tendono a
ritornare a quello iniziale. La conseguente perdita dell'energia accumulata avviene sottofor-
ma di luce colorata.
10. I primi Laser sperimentali utilizzavano il rubino posto fra due specchi paralleli e circon-
dato da un tubo di vetro contenente gas elio che veniva sottoposto a scariche luminose di
tipo impulsivo.
11. La luce coerente è caratterizzata da onde elettromagnetiche con la stessa frequenza e
la stessa fase per cui il fascio luminoso è monocromatico, si propaga in un’unica direzione
ed è concentrato in un punto.
12. Come nei Led, il diodo Laser utilizza sorgenti a semiconduttori che emettono radiazioni
a differenti lunghezze d'onda. Il diodo è composto da una struttura a sandwich con tre zone
drogate in modo diverso (n-p/p+) e con diverso indice di rifrazione ottico.
13. Il femtosecondo corrisponde al biliardesimo del secondo. La femtochimica è un campo
della chimica, della fisica e della cinetica nato nel 1999 che studia le reazioni in tali inter-
valli di tempo, tipici degli impulsi ultrabrevi emessi dai Laser.
14. Gli effetti meccanici sono prodotti con l'applicazione di impulsi ultrabrevi ad alta energia
183
con cui vengono prodotte onde di stress meccanico applicate, ad esempio, in campo medi-
co per disintegrare calcoli. In microchirurgia l'uso dei bisturi Laser permette l'estrema sotti-
gliezza del taglio e la capacità di cicatrizzare mentre taglia, impedendo quindi la perdita di
sangue. Gli effetti termici si ottengono abbassando la potenza degli impulsi Laser con appli-
cazioni in chirurgia rifrattiva ed estetica, in cui il Laser penetra solo alcuni micron nel tessu-
to organico. In medicina il Laser è utilizzato anche per la cura dei difetti alla vista in cui è suf-
ficiente l'asportazione di un solo nanometro di superficie della cornea. Nella terapia fotodi-
namica, il Laser è applicato come tecnica non invasiva per la rimozione dei tumori allo sta-
dio iniziale.
15. Il diodo è un componente elettronico che permette il flusso di corrente elettrica in una
sola direzione. Il funzionamento dei Led si basa sulla giunzione p-n, scoperta casualmente
da Russel Ohl nel 1939 durante esperimenti sulla differenza di conducibilità tra due lati di
un cristallo di silicio che presentava una crepa. Quando la giunzione p-n è sottoposta ad uno
stimolo elettrico, gli elettroni del composto di semiconduttori reagiscono rilasciando energia
sottoforma di emissione luminosa.
16. Per drogaggio si intende l'aggiunta al semiconduttore di impurità elettroniche, ovvero
atomi di diversi materiali in grado di modificare le proprietà elettriche del composto. Le tec-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

niche di drogaggio utilizzate sono la diffusione termica e l'impiantazione ionica. Nel silicio,
ad esempio, il drogaggio può essere effettuato con atomi di fosforo, arsenico o boro.
17. Il transistor è un dispositivo elettronico basato sui semiconduttori utilizzato inizialmente
per amplificare i segnali elettrici o come interruttore elettronico.
18. L'esperimento condotto, con un composto del 40% di fosfato di gallio e il 60% di arse-
niuro, formava un cristallo in grado di emettere luce intensa di colore rosso rubino.
19. Le tonalità di colore dipendono dai composti utilizzati tra cui AlGaAs (Alluminio-Gallio-
Arsenico) con emissioni nel rosso e infrarosso; GaAlP (Gallio-Alluminio-Fosforo) nel verde;
GaAsP (Gallio-Arsenico-Fosforo) nel rosso, arancione e giallo; GaN (Gallio-Azoto) nel verde e
blu; GaP (Gallio-Fosforo) nel rosso, giallo e verde; ZnSe (zinco e selenio) nel blu; InGaN (Indio-
Gallio-Azoto) nel blu e verde; InGaAlP (Indio-Gallio-Alluminio-Fosforo) nel rosso, arancione,
giallo e verde; SiC (Silicio-Carbonio) e lo Zaffiro (Al2O3) con emissioni di raggi UV.
20. Il passaggio della corrente nello strato organico causava l'emissione luminosa. Gli elet-
trodi utilizzati in passato richiedeva un'estrema precisione in fase di produzione per cui
anche un allineamento non perfetto causava perdite di energia e la scarsa durata dei dispo-
sitivi.
21. Nei dispositivi al plasma ogni fotogramma viene creato sullo schermo istantaneamente
con un'immagine stabile mentre nei comuni dispositivi a tubo catodico (CRT) l'immagine
viene prodotta attraverso una scansione a righe alternate (interlacciate) dei fotogrammi, che
determina il caratteristico difetto dello “sfarfallio”. L'interlacciamento è una tecnica svilup-
pata alla fine degli anni ’20 dall'ingegnere Randall C. Ballard dell'RCA (Radio Corporation of
America), che consiste nella visualizzazione alternata di un fotogramma tra le righe dispari e
le righe pari (PAL-SECAM) o viceversa (NTSC) dello schermo. La tecnica si diffuse all'inizio
degli anni ’70.
22. La disposizione dei pixel permette di ottenere immagini nitide, brillanti, con luminsosità
uniforme e dalla geometria precisa senza deformazioni dovute ai campi elettromagnetici.

112. Light Emitting Capacitor (CeeLite LEC Technology)

184

112.
11. Materiali che trasportano la luce

11.1. Fibre ottiche 1


Le fibre ottiche sono materiali dielettrici classificati come guide d'onda,
ovvero mezzi di trasmissione isolanti che permettono di convogliare un
campo elettromagnetico ad alta frequenza con perdite estremamente limi-
tate. La funzione della fibra ottica, quindi, è quella di trasportare un flus-
so luminoso anche attraverso un percorso non lineare.
Il funzionamento si basa sul fenomeno della riflessione totale interna2, uti-
lizzato in Inghilterra già nel periodo Vittoriano per illuminare le fontane pub-
bliche. Dalla metà del XX secolo lo sviluppo della tecnologia si concentra
sulla trasmissione dei dati e delle immagini digitali.
Le prime applicazioni in campo medico risalgono al 1956 con il gastro-
scopio a fibra ottica semi-flessibile brevettato da Basil Hirschowitz, C.
Wilbur Peters e Lawrence E. Curtiss. Nel 1965, Charles K. Kao e George
A. Hockham del British Post Office dimostrarono la possibilità di utilizzare
le fibre ottiche come mezzo di comunicazione.
La prima applicazione per la trasmissione dei dati risale al 1970 per opera
dei ricercatori Robert D. Maurer, Donald Keck, Peter Schultz e Frank Zimar
che, presso la Corning Glass Works, realizzarono una fibra ottica drogan-
do il silicio del vetro con il titanio.
Negli anni ’90 lo sviluppo dei Led stimolò la sperimentazione dei sistemi 3
a fibre ottiche per i dispositivi elettronici e le telecomunicazioni digitali .
Le fibre sono composte da un sottile filamento flessibile a sezione cilin-
drica in vetro, quarzo fuso o plastica trasparente (PMMA) con diametri di
pochi micron. La struttura di una singola fibra è composta da un nucleo
centrale (core) e4 da un mantello esterno (cladding) con un indice di rifra-
zione più basso . Per effetto della riflessione totale i raggi luminosi, costi-
185
tuiti da onde elettromagnetiche, sono respinti dal mantello verso il nucleo
conducendo il segnale 5
per tutta l'estensione della fibra, con dispersioni
minime trascurabili .
Le fibre si distinguono per le caratteristiche del materiale, in base al dia- 6
metro del core, all'indice di rifrazione e al tipo di drogaggio dei materiali .
Le fibre ottiche polimeriche POF (Polymer Optical Fibres) sono realizzate in
PMMA (polimetilmetacrilato) e rappresentano l’evoluzione di quelle in
vetro GOF 7
(Glass Optical Fibers) in quanto più economiche, resistenti e
flessibili . L'energia trasportata dalle fibre è una luce “fredda” in quanto
avviene senza propagazione di calore.
La fibra ottica può essere di tipo assiale con emissione luminosa diretta
e concentrata in un punto. Nelle fibre a emissione laterale o “a tutta luce”,
invece, la luce si diffonde in modo uniforme e diffusa lungo tutta la loro
estensione.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

I principali campi di applicazione riguardano il settore aerospaziale, le bio-


tecnologie e l’illuminotecnica in cui vengono
8
utilizzati per la qualità della
luce e la flessibilità delle guide ottiche . È possibile, infatti, seguire per-
corsi curvi mantenendo il flusso luminoso omogeneo anche all'interno di
microspazi, ambienti sotterranei, immersi in acqua o in presenza di mate-
riali infiammabili o sensibili al calore.
Lo sviluppo tecnologico dei sensori è stato rivoluzionato con l’integrazione
delle fibre ottiche nei dispositivi in cui agiscono come mezzo di trasmis-
sione dei dati e come trasduttori dei segnali elettrici. Nel campo dell’edi-
lizia e ingeneria, le fibre ottiche permettono di individuare microlesioni e
deformazioni di una struttura, le variazioni delle sollecitazioni e della tem-
peratura, la presenza dei campi elettromagnetici. I sistemi a fibre ottiche
sono utilizzati per illuminare in modo efficiente e sicuro ogni contesto
ambientale e funzionale, in totale assenza di elettricità e calore.
Nel light design la gestione creativa della luce permette di ottenere effet-
ti di notevole impatto visivo e scenografico. È possibile integrare le fibre
ottiche con i dispositivi elettronici, i sistemi Led e Laser, con le unità di
controllo centrale (CPU) per l’elaborazione digitale dei dati. In questo
modo è possibile creare effetti luminosi e composizioni grafiche in moda-
lità dinamica e interattiva.
Nel settore tessile, è stata sperimentato l’uso delle fibre ottiche lavorate
nei telai come un comune filato. L’azienda italiana Luminex, fondata nel
2003, produce tessuti luminosi in fibre ottiche integrati con tecnologia Led
ad alta luminosità. Il tessuto funzionale è stato sviluppato con la collabo-

186

113. 114.
... TRASPORTANO LA LUCE

razione della FIT (Fabbrica Italiana Tessuti) e dell’azienda svizzera Stabilo


Textile. Le fibre ottiche polimeriche, prodotte dalla CAEN (Costruzioni Ap-
parecchiature Elettroniche Nucleari), sono tessute con i tradizionali filati
sintetici e naturali, come il cotone, la lana, il lino, la viscosa.
La France Telecom ha sviluppato di recente un progetto per l’integrazione
delle fibre ottiche nell’abbigliamento. Il risultato della ricerca è il Wearable
Flexible Display, uno schermo flessibile integrato in una giacca multime-
diale in tessuto elettronico. Il display è composto da fibre ottiche polime-
riche ad emissione laterale illuminate da una matrice di Led RGB.
L’interfaccia grafica integra un microprocessore che comunica con il pc in
modalità wireless e permette di inviare immagini e testi, via sms o e-mail,
visualizzate direttamente a bassa risoluzione sul tessuto della giacca. Le
prime applicazioni del display indossabile riguardano il settore della sicu-
rezza stradale e della segnaletica informativa.
La società americana Sensatex ha realizzato la Smart Shirt, un sistema
indossabile di monitoraggio dello stato di salute che contribuisce a miglio-
rare la qualità della vita. La maglia funzionale è realizzata con un tessuto
elettronico in polimeri conduttivi che integra una serie di sensori biometrici
e fibre ottiche. Il sistema intelligente trasmette in tempo reale i dati al
microprocessore integrato nel bordo della maglia, per l’elaborazione digita-
le delle informazioni e la comunicazione con il centro medico on-line in caso
di emergenza sanitaria. Il corpetto è leggero e comodo da indossare, fun-
ziona in modo automatico e silenzioso, garantendo comfort e piena libertà
dei movimenti.

187

115.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. I dielettrici sono materiali isolanti che hanno una conducibilità elettrica idealmente nulla.
2. Il fenomeno della riflessione totale si ottiene quando un fascio di luce proveniente da un
materiale ne incontra un altro con indice di rifrazione inferiore, in modo che l'angolo incidente
rientri nei limiti di ampiezza per la riflessione totale.
3. Nel settore delle telecomunicazioni sono disponibili dispositivi che consentono una velo-
cità di trasmissione dei dati nell'ordine del Gigabit al secondo. I segnali elettrici vengono tra-
sformati in impulsi luminosi e convogliati nel cavo. I segnali luminosi viaggiano a una velo-
cità prossima a quella della luce e, all'arrivo, vengono riconvertiti in impulsi elettrici tramite
i diodi fotoelettrici. Le fibre ottiche non subiscono dispersioni del segnale o interferenze elet-
tromagnetiche dall'esterno anche a grandi distanze. Vengono impiegate nelle reti informati-
che a banda larga, con tecnologie WDM (Windows Driver Model) con cui è possibile tra-
smettere, su una singola coppia di fibre, diverse centinaia di migliaia di canali in frequenza.
4. I raggi incidono sull'interfaccia tra nucleo e mantello diffondendosi fino all'estremità oppo-
sta. All'interno di una fibra, il segnale luminoso può propagarsi secondo diverse modalità. Le
fibre monomodali hanno un diametro del core compreso tra 8 e 10 micron, quelle multi-
modali, con un diametro compreso tra 50 e 62,5 micron. In entrambi i casi il cladding ha un
diametro di 125 micron. Le fibre multimodali subiscono il fenomeno della dispersione inter-
modale, per cui le onde riflesse si propagano a velocità diverse, limitando la distanza mas-
sima del segnale.
5. Se il fascio di radiazioni incide con un angolo superiore all'angolo critico di riflessione tota-
le, rimane intrappolato nel nucleo. Se incide con un angolo inferiore, il raggio viene rifratto
nel mantello e quindi disperso.
6. Il drogaggio consiste nell’aggiunta di impurità elettroniche costituite da atomi di altri mate-
riali per modificare le caratteristiche ottiche della fibra.
7. Un sistema a fibre ottiche è composto da un illuminatore, una serie di guide ottiche, le
terminazioni e i supporti in cui si inseriscono le terminazioni. L'illuminatore contiene la sor-
gente di luce con l’ottica convogliante. Le lampade sono di solito alogene alimentate a 12
volt, con ottica incorporata in vetro dicroico. I sistemi più potenti utilizzano lampade a scari-
ca con vapori di alogenuri metallici, alimentate a 230 volt. I supporti di sostegno delle ter-
minazioni, orientabili o fissi, sono dotati di lenti per concentrare o diffondere la luce.
8. Il raggio di curvatura e la flessibilità delle fibre variano in funzione del diametro.

188

113. Bobina di fibre ottiche


114. Guida ottica in GOF
115. POF ad emissione laterale
12. Materiali che si muovono

12.1. Elettroattivi
I polimeri elettroattivi EAP (Electro Active Polymer) sono materiali funzio-
nali che reagiscono agli stimoli elettrici con una deformazione meccanica.
Applicando al dispositivo EAP una corrente elettrica a basso voltaggio, la
struttura molecolare del polimero si modificata con una conseguente
espansione o contrazione del materiale. La reazione trasforma l'energia
elettrica in lavoro meccanico con un processo reversibile.
Tra i polimeri EAP di tipo elettronico si distinguono i polimeri dielettrici, gli
G-elastomeri elettrostrittivi (Electrostrictive Graft Elastomer), gli elastome-
ri elettro-viscoelastici e i polimeri ferroelettrici. I polimeri EAP di tipo ioni-
co sono compositi da nanotubi di carbonio (CNT), polimeri conduttivi (Con-
ductive Polymer), gel polimerici ionici IPG (Ionic Polymer Gel) e leghe poli-
mero-metalliche IPMC (Ionic Polymer Metallic Composite).
Sin dagli anni ’90, nel campo della robotica sono stati sviluppati polimeri
EAP con funzione di sensori e attuatori in grado di simulare la dinamica del
comportamento dei muscoli umani. Le fibre artificiali sono composte, ad
esempio, da polimeri conduttivi come il polipirrolo e la polianilina, drogati
con polimeri metallici elettroattivi IPCM.
Le recenti sperimentazioni hanno sviluppato l’applicazione dei polimeri EAP
con funzione di rilevazione e attuazione nei sistemi MEMS. I dispositivi
permettono di ottenere grandi deformazioni (strain) garantendo movimenti
naturali e progressivi con grande sensibilità tattile e capacità motoria. Le
fibre sono caratterizzati da flessibilità, leggerezza, deformabilità, bassi
costi e consumi energetici ridotti. Gli elastomeri dielettrici sono utilizzati
per realizzare i dispositivi di attuazione nei micro-robot in cui generano ele-
vate deformazioni con brevi tempi di risposta. Sono state sviluppate diver-
189
se configurazioni (bimorfe, unimorfe, a diaframma, tubiformi e planari) che
presentano deformazioni reversibili fino a 3 ordini di grandezza.
Gli attuatori EAP di ultima generazione sono realizzati da un composito a
sandwich multistrato in cui i film polimerici sono rivestiti con un materiale
elettro-conduttore. Applicando una tensione elettrica, si genera una forza
elettrostatica d’attrazione tra le due superfici del dispositivo che compri-
me il film e lo fa espandere orizzontalmente. Questa deformazione viene
applicata per trasmettere una forza meccanica a un oggetto.
Il sistema EAP permette alti rendimenti e una maggiore versatilità nelle
applicazioni rispetto ai comuni sistemi meccanici con ingranaggi e cusci-
netti rigidi e pesanti. L’integrazione dei sensori e degli attuatori EAP bio-
mimetici permette di realizzare sistemi intelligenti che si adattano alle
mutevoli condizioni ambientali cambiando forma in modo autonomo.
Nel campo della robotica e biotecnologia si sperimentano microattuatori
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

EAP per i muscoli artificiali, protesi biomeccaniche, endoscopi attivi.


Gli innovativi sistemi impiantabili di microerogazione (drug delivery system)
sono in grado di somministrare in modo controllato farmaci e principi attivi
quando e dove necessari. I dispositivi biocompatibili sono inghiottiti o iniet-
tati direttamente nel corpo umano, per essere in seguito assorbiti o espul-
si dall’organismo in modo naturale.
In aeronautica e telecomunicazioni i sensori e gli attuatori EAP, leggeri e
deformabili, sono utilizzati nei satelliti e nelle sonde spaziali.
Gli scienziati del laboratorio californiano Sri International, vincitori del pre-
mio "Jet Propulsion Laboratory", hanno realizzato dispositivi con micro-
motori EAP e microarti meccanici che forniscono un feedback tattile.
In futuro si prevede l'integrazione sistemi EAP in robot autonomi, tessuti
e dispositivi che migliorano
1
la forza e la resistenza fisica dei soldati o del
personale di soccorso . Le applicazioni degli abiti intelligenti riguardano
tutte le attività in codizioni climatiche e di esercizio estreme, come le
emergenze in caso di calamità o le spedizioni scientifiche.
Un gruppo di studenti della Virginia Tech University, di Blacksburg, ha svi-
luppato muscoli artificiali che integrano gli EAP con compositi di gel poli-
merici e cellule elettrochimiche. L'innovativo robot-gel, immerso in una solu-
zione salina, cambia
2
forma e si muove quando è attraversato da una cor-
rente elettrica . L’azione di un acido induce, infatti, le fibre intelligenti a con-
trarsi e allungarsi facendo ruotare l'arto biomeccanico.
Recentemente, a San Diego si è svolto il simposio "Smart Structures and
Materials" sponsorizzato dalla International Society for Optical Engineering,
in cui sono stati presentati diversi prototipi di arti realizzati in polimeri EAP.
La società olandese DSM Venturing da ha acquisito la svedese Micro-
muscle, fondata nel 2000 come società di spin-off della Linköping Uni-

190

116.
... SI MUOVONO

versity. Attualmente, la divisione DSM Biomedical ha sviluppato una serie


di polimeri EAP e dispositivi per applicazioni biomedicali, utilizzati per pro-
durre i rivestimenti tessuti e le microfibre dei muscoli artificiali. I microsi-
stemi EAP sono integrati negli innovativi dispensatori di medicinali a rila-
scio controllato.

116. Microdisc Electrode Array (MDEA) ABTECH


117. Microinduttore polimerico
118. Microsistema elettromeccanico (MEMS)
119. Arto biorobotico in EAP
120. ASIMO (Advanced Step in Innovative MObility) Honda

117. 118.

191

119. 120.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

12.2. Elettrostrittivi
L'elettrostrizione è il fenomeno per cui l'applicazione di uno stimolo elettri-
co genera una contrazione in3 un materiale con una conseguente deforma-
zione meccanica reversibile . Tra i materiali elettrostrittivi si distinguono
quelli del sistema PZT composti da piombo zirconato titanato (PbZrTi), i
ceramici del sistema PMN composti da piombo, magnesio e niobato; e i
materiali del gruppo PMN-PT con titanato di piombo.
Inoltre, sono stati sviluppati i polimeri a base di PMMA, gli elastomeri di
fosfazene fluorurato,
4
i film irradiati di PVDF (polivinildenfluoruro), e i cosi-
detti G-elastomeri sperimentati dalla NASA negli attuatori per le missioni
spaziali. I polimeri elettrostrittivi più diffusi in microelettronica sono il poli-
pirrolo, la polianilina
5
e il PEDOT, in quanto facilmente producibili a costi
molto competitivi . I composti elettrostrittivi sono caratterizzati da elevata
elasticità e conduttività che permettono notevoli allungamenti con 6
una rea-
zione in funzione della frequenza del campo elettrico applicato .
I dispositivi, sensibili alla temperatura ambientale, sono composti 7
da poli-
meri conduttivi depositati su elastomeri, integrati con un filler conduttivo
metallico o a base carboniosa. Le plastiche funzionali 8
sono ottenute
aggiungendo gli additivi conduttivi, come il carbon-black o polveri metalli-
che, alle resine di PP (polipropilene), PE (polietilene), PS (Polistirene), EMA

192

121.
... SI MUOVONO

(EtilenMetilAcrilati), EPDM (Ethylene Propylene Diene Monomer) e al com-


posto di PC-ABS (Policarbonato-Acrilonitrile-Butadiene-Stirene).
Le applicazioni pratiche riguardano, ad esempio, la protezione ESD (Elec-
tro Static Dissipative) per ottenere una corretta conduttività dei sistemi mi-
croelettronici. I dispositivi sono utilizzati anche come attuatori in fibre, in
massa e multistrato, 9con dimensioni nell'ordine dei micron.
I componenti idrofoni a porosità controllata sono utilizzati in ambienti in
cui è necessaria la massima precisione di attuazione.
Le tecniche di lavorazione sono lo stampaggio a iniezione, il film a bolla,
l’estrusione e il soffiaggio. Gli elastomeri elettrostrittivi si comportano
come un tessuto muscolare reagendo agli stimoli elettrici e alla pressio-
ne con movimenti di allungamento e contrazione. Le applicazioni riguar-
dano il campo della robotica e della biotecnologia, in cui i microsensori e
gli attuatori MEMS biocompatibili sono integrati nelle protesi artificiali
innestate direttamente nell’organismo umano.

121. Dispositivo polimerico elettrostrittivo


122. Nano-Sistema-Elettro-Meccanico (NEMS)

193

122.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

12.3. Leghe a memoria di forma


Le leghe a memoria di forma o SMA (Shape Memory Alloy) sono partico-
lari leghe composte da metalli che, sottoposte ad una forza meccanica
quale un allungamento o uno stiramento, sono in grado di recuperare la
forma originaria per effetto di una fonte di calore. Il fenomeno fisico è
stato osservato per la prima volta nel 1932 dal ricercatore svedese Arne
Ölander, che notò la trasformazione nella lega di oro e cadmio (AuCd).
Nello stesso periodo anche L.C. Chang e T.A. Read, della Columbia Univer-
sity di New York, sperimentarono
10
le prime applicazioni verificando la rever-
sibilità della trasformazione . Successivamente, il fenomeno della memo-
ria di forma fu studiato nell'ottone (CuZn), la lega di rame e zinco.
Nel 1962 William J. Buehler, metallurgista presso il Naval Ordinance
Laboratory (NOL) della US Navy di White Oak nel Maryland, scoprì casual-
mente l'effetto nella lega Nichel-Titanio, chiamata da allora NiTiNol (Nichel-
Titanio-NOL). Sperimentata inizialmente per usi militari e aerospaziali, la fu-
sione di nichel (55%) e titanio (45%) produce una lega dalle straordinarie
caratteristiche in grado di subire elevate sollecitazioni meccaniche o defor-
11
mazioni strutturali, e recuperare la forma iniziale per effetto del calore .
Un'altra lega nichel-titanio diffusa è il Sentalloy, sperimentato sin dal
1978 dalla società giapponese Furukawa Dielectric per realizzare inter-
ruttori termosensibili. La sperimentazione successiva ha prodotto la TMA,
un’innovativa lega di beta-titanio più duttile dell'acciaio con caratteristiche
superelastiche.
Lo stimolo di una forza meccanica o una variazione termica comporta la
trasformazione della struttura cristallina della lega che causa una defor- 12
mazione reversibile e controllata con il recupero della forma originaria .

194

123.
... SI MUOVONO

Le SMA si classificano in base al tipo di memoria di forma, che può esse-


re “a una via” OWSME (One Way Shape 13
Memory Effect) o “a due vie”
TWSME (Two Way Shape Memory Effect) . Le applicazioni si basano sulle
diverse modalità di memoria di forma identificate con il recupero di forma
libero e spontaneo, indotto e vincolato, proporzionale e controllato.
Nel primo caso non si ottiene alcun effetto di attuazione, nel secondo il
materiale non può recuperare le dimensioni originali con la conseguente
produzione di alti sforzi interni. Nell'ultimo si ottiene il recupero parziale
della forma originale e si generano forze meccaniche, a causa della rea-
zione controllata. Questa caratteristica permette 14
di utilizzare le leghe SMA
come dispositivi attuatori ad alte prestazioni .
Le applicazioni pratiche delle SMA interessano molti settori industriali in
cui si utilizzano le leghe del gruppo nichel-titanio e del rame, come quelle
di rame-alluminio-nickel, rame-zinco-alluminio e ferro-manganese-silicio.
Un esempio del recupero di forma indotto è rappresentato dai giunti idrau-
lici per sigillare i tubi. Il metodo di controllo proporzionale utilizza, invece, il
recupero di forma parziale in un intervallo termico determinato. Un'appli-
cazione pratica è costituita dalle valvole di controllo del flusso.
Inoltre, per il comportamento superelastico e la capacità di generare ele-
vate forze in fase di recupero, le leghe SMA sono applicate nel settore indu-
striale per la produzione di dispositivi in fili, molle e film sottili per impieghi
biomedici. La capacità di recupero di notevoli trasformazioni meccaniche
e l’ottima resistenza alle elevate sollecitazioni, sono applicate per realiz-
zare attuatori e accoppiatori per le connessioni di fissaggio (Unilock).
Nel settore industriale i microdispositivi, i sensori e gli attuatori a basso
consumo energetico sono integrati in sistemi di regolazione automatica e

195

124.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

in dispositivi antivibrazioni. Nell'industria alimentare e farmaceutica si uti-


lizzano contenitori per il packaging intelligente con chiusure automatiche,
temporizzatori, interruttori termostatici e indicatori di temperatura dei pro-
dotti criogenici. Nel campo della sicurezza sono realizzati termorivelatori
antincendio, per la regolazione della temperatura in atmosfere pericolose.
Nel settore dei trasporti le SMA sono utilizzate come smart absorber per
ridurre le vibrazioni e il rumore nei veicoli e nei motori, per la regolazione
termica dell'aria e dell'acqua, per l'aerazione e la lubrificazione delle parti
meccaniche. Anche gli elettrodomestici utilizzano ingranaggi a rumore
ridotto e dispositivi termici di sicurezza.
Nel settore aerospaziale sensori e attuatori SMA sono utilizzati per l'a-
pertura controllata termicamente delle antenne e dei panneli fotovoltaici.
In quello militare sono utilizzati riduttori di rumore e vibrazione, dispositivi
di sicurezza per armi da fuoco e munizioni. La biocompatibilità del NiTiNol
permette applicazioni anche nel settore medicale, in cui vengono utilizza-
ti dispositivi intelligenti per la riabilitazione motoria e la microchirurgia.

123. Dispositivo biomedico in NiTinol


124. Protesi auricolare in NiTiNol
125. Insetto robot in NiTiNol (Munich Micronet)
126. Microbarre di materiale PZT

196

125.
... SI MUOVONO

12.4. Piezoelettrici
I materiali piezoelettrici (PZT) sono caratterizzati dalla capacità di reagire
allo stimolo di un campo di forze o di un impulso elettrico, con due com-
portamenti diversi e reversibili. Se sottoposti a una sollecitazione mecca-
nica, i materiali PZT generano una corrente elettrica. Quando, invece,
sono stimolati da un campo elettrico, i PZT reagiscono con una deforma-
zione che genera una forza meccanica.
I materiali naturali del gruppo PZT più diffusi sono il quarzo, la tormalina,
il sale Rochelle, la langasite. I materiali PZT artificiali sono i ceramici come
il titanato di bario, il titanato di piombo BNBT e i diffusi PLZT (Polarized
Lead Lanthanum Zirconate Titanate), composti ceramici polarizzati otte-
nuti dal PZT drogato con ossido di lantanio. Inoltre, si distinguono i PZT
con effetto diretto che caratterizzano i sensori e i microgeneratori elettri-
ci. I PZT con effetto inverso caratterizzano, invece, i microattuatori.
A livello molecolare, il processo di produzione induce nella 15struttura cri-
stallina del composto le fasi di piroelettricità e ferroelettricità . Durante le
prime fasi del processo, avviene la sintesi delle polveri attraverso cui le
materie prime vengono macinate in acqua, sottoposte a liofilizzazione per
essiccamento, a calcinazione a 800°C, e alla successiva macinazione e
vagliatura per ottenere la polvere PZT.
In seguito avviene la formatura dei componenti PZT con le tecniche di cold
pressing (pressione a freddo) e slip casting (colaggio) della sospensione
in stampi
16
o su nastro. In questa fase la polvere, il solvente e i defloccu-
lanti , vengono miscelati con il plastificante e il legante, sottoposti a dea-
reazione, colaggio ed essiccamento, punzonatura e sinterizzazione.

197

126.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

La caratterizzazione dei materiali e dei dispositivi PZT riguarda la micro-


struttura, le proprietà meccaniche
17
e l'analisi delle frequenze di risonanza.
Attraverso la tecnica sol-gel avviene la produzione di film sottili piezoe-
lettrici, con l’uso di soluzioni di acido acetico e metossietanolo come sol-
vente atossico.
Dopo la formatura avviene la metallizzazione degli elementi con l'applica-
zione degli elettrodi mediante la serigrafia sulla superficie del film. Infine,
avviene il processo18di polarizzazione per ottenere il dispositivo attivo pron-
to all’uso specifico . Al termine della polarizzazione, il reticolo cristallino
risulta distorto e reagisce alle sollecitazioni elettriche e meccaniche con
deformazioni macroscopiche o con una differenza di potenziale che gene-
ra una corrente. I compositi vengono così distinti in polimeri piezocerami-
ci o piezopolimeri, come il PVDF (polivinildenfluoruro), i copolimeri trifluo-
roetilene (TrFE) e tetrafluoroetilene (TeFEI).
Attualmente i dispositivi PZT vengono utilizzati in molti settori industriali,
nei trasporti terrestri e aerospaziali, nelle telecomunicazioni satellitari, in
robotica e biotecnologia. Nel campo del design e della domotica, lo svi-
luppo della ricerca e le innovazioni in microelettronica permettono l'inte-
grazione dei sistemi PZT in oggetti di uso e in ambienti con la funzione di
sensori, attuatori e microsistemi per il controllo e la gestione della sicu-
rezza e della privacy.

127. Iniettore PZT


128. Sensore in film PVDF (Ktech Corporation)
129. Microsensore piezo-ceramico

198

127. 128.
... SI MUOVONO

12.5. Piezoceramici
La ricerca sui materiali piezoceramici si concentra principalmente sulle
metodologie di caratterizzazione funzionale del sistema PZT (piombo-zir-
conio-titanio), del sistema PMN (piombo-manganese-niobato) e del siste-
ma BNT (bismuto-sodio-titanio). La produzione dei compositi19
funzionali pre-
vede una fase di sintesi delle polveri perovskitiche , mediante reazione
degli ossidi allo stato solido con diverse sostanze droganti, e una suc-
cessiva fase di polarizzazione per l’attivazione dell’effetto piezoelettrico.
Il trattamento delle polveri avviene attraverso la pressatura, l'estrusione,
il colaggio e la densificazione in forni ad aria, a temperatura oltre i 1000°C
o in atmosfera di piombo. Con il processo ceramico si producono i com-
ponenti solidi e compatti lavorati in piastre, anelli, tubi e dischi.
In commercio sono disponibili dispositivi di tipo PZT-PMN per attuatori e
sensori massivi, di dimensioni anche nell'ordine del millimetro. I compo-
nenti piezoceramici, con effetto PZT sia diretto che inverso, hanno una defi-
nizione della struttura a livello nanometrico. Utilizzati come attuatori in inter-
ferometria, microscopia, olografia, saldatura con tecnologia Laser, i dispo-
sitivi PZT garantiscono alta efficienza, nessuna usura e attivazione ultrara-
pida. I sistemi, inoltre, hanno la capacità di assorbire le vibrazioni delle
parti meccaniche con la riduzione del rumore e dei consumi energetici.
I dispositivi multistrato sono realizzati per impilamento dei monostrati, pro-
dotti per colatura su nastro (bending), su cui sono depositati gli elettrodi
per 20serigrafia. I film sottili sono realizzati attraverso il magnetron sputte-
ring , per termo-compressione, rinvenimento e densificazione (cofiring).
I piezoceramici a porosità controllata sono ottenuti con l’aggiunta di agen-
ti porizzanti. Il processo di produzione dei PZT porosi avviene attraverso il

199

129.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

gel casting di sospensioni acquose delle polveri a base di amidi (starch


consolidation). I sistemi porosi di tipo bioattivo sono applicati per i dispen-
satori iniettabili di farmaci (drug delivery).
Alcune composizioni PZT21 e PMN sono sintetizzate per atomizzazione della
soluzione (spray drying) , seguita da calcinazione. La finitura superficiale
è ottenuta per metallizzazione. Sulla superficie di ogni componente, infi-
ne, vengono applicati gli elettrodi in argento e oro, realizzati 22
per High
Vacuum Evaporation, o in leghe di rame-nichel per sputtering .
La tecnologia permette di realizzare microdispositivi efficienti e affidabili
che hanno una risoluzione nanometrica con reazioni nell'ordine dei millise-
condi. Sono disponibili attuatori, sensori, trasduttori, motori a ultrasuoni,
rilevatori di impatto a vibrazione e sonde applicate nella diagnostica dei
liquidi e dei solidi, nelle telecomunicazioni a fibre ottiche con sistemi Laser.
I piezoceramici, a base di diossido di stagno, sono applicati in microelet-
tronica, biotecnologia e metallurgia. In campo medico i dispositivi bio-
compatibili sono utilizzati per le protesi biomeccaniche.
Il recente progetto europeo "Piramid" ha sperimentato alcuni micromoto-
ri piezo-ceramici a ultrasuoni. Applicando nuove tecniche d’elaborazione
delle polveri piezoceramiche, sono stati sviluppati anche innovativi dispo-
sitivi piezoceramici texturizzati.

130. Componenti piezo-ceramici 133-134. Mesh SMP in d3o


131. Microattuatori in ceramica PZT 135. Acidi polimerici conduttivi
132. Molecole SMP d3o shock absorber 136. E-Textile, tessuto elettronico in PC

200

130. 131.
... SI MUOVONO

12.6. Polimeri a memoria di forma


I polimeri a memoria di forma o SMP (Shape Memory Polymer) costitui-
scono una classe di materiali funzionali che reagiscono alle deformazioni
causate dagli stimoli meccanici con il recupero della forma iniziale per effet-
to della temperatura. La reazione reversibile è dovuta alla riorganizzazione
della struttura molecolare del polimero attivata da una fonte di calore.
I polimeri SMP sono economici e facilmente lavorabili,
23
hanno un’ottima
resistenza agli agenti chimici e alla luce solare , con un recupero della
deformazione indotta anche del 300% rispetto alle condizioni iniziali.
I primi SMP sviluppati a livello commerciale dalla compagnia chimica fran-
cese CdF (Chimie Societe Chimique des Charbonnages) erano basati sul
polinorbornene, un elastomero con una temperatura di recupero compresa
tra 35°C e 40°C. Successivamente, sono stati sviluppati numerosi polime-
ri basati su miscele di stirene, butadiene, PET (polietilentereftalato), PEO
(polietilenossido), poliuretano, policaprolattone, con un range termico di
attivazione compreso tra -45°C e 125°C.
Come per le leghe metalliche a memoria di forma SMA, i meccanismi di re-
cupero della forma nei polimeri SMP possono essere “a una via” (OWSME)
e “a due vie” (TWSME). Nella maggior parte delle applicazioni, l'effetto a
memoria di forma si esprime secondo il meccanismo one-way per cui, in
seguito a uno stimolo meccanico che causa una deformazione, attraverso
il riscaldamento il materiale recupera la forma iniziale. Nel meccanismo
two-way, il recupero della forma avviene sia riscaldando che raffreddando
il polimero all’interno
24
dell’intervallo termico di trasformazione specifico
del composto SMP .
Negli ultimi anni la ricerca ha sviluppato applicazioni pratiche nel settore
aerospaziale e biomedico in cui i polimeri SMP sono utilizzati come attua-
tori biocompatibili e dispositivi biodegradabili. Sono in fase di sperimen-
tazione compositi con cariche di dimensioni nanometriche che influenza-
no le caratteristiche termiche, meccaniche ed elettriche dei dispositivi.
201
Le cariche in fibre di vetro o polveri ceramiche
25
di silicio e carbonio (SiC),
sia come nerofumo che come nanotubi , migliorano la resistenza mecca-
nica dei sistemi MEMS.
Nel settore tessile sono stati integrati dispositivi SMP con intervalli di atti-
vazione corrispondenti alla temperature del corpo umano. Gli innovativi film
in poliuretano SMP sono integrati in un composito multistrato direttamen-
te nei capi di abbigliamento. Quando la temperatura ambientale supera un
limite predefinito, il film SMP reagisce aumentando lo spazio tra gli strati
del tessuto funzionale per garantire maggiore isolamento in ogni condizio-
ne di esercizio. È stata sviluppata una membrana in polimeri SMP integra-
ta con altri tessuti per formare un multistrato caratterizzato a permeabilità
variabile in base alla temperatura amibentale. A temperatura esterna infe-
riore a quella di attivazione, la membrana ha una struttura molecolare rigi-
da con permeabilità ridotta. Quando la temperatura supera a quella di atti-
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

26
vazione, il micromoto browniano a livello molecolare provoca la forma-
zione di micropori. La reazione comporta l'aumento della permeabilità
della membrana, con un conseguente aumento della traspirabilità. Il tes-
suto funzionale è caratterizzato da un'elasticità fino al 200%, estrema fles-
sibilità, leggerezza e resistenza, capacità antivento e di isolamento termi-
co variabile con la temperatura ambientale. Inoltre, grazie al processo di
laminazione degli strati, il tessuto è idrorepellente e anticondensazione
con un’elevata velocità di assorbimento ed emissione dell’umidità interna.
Le caratteristiche tecniche, prestazionali e la versatilità della lavorazione,
permettono la realizzazione di abbigliamento funzionale (Smart Wear) che
si adatta ad ogni condizione ambientale e di esercizio, in ogni attività in
cui è necessario mantenere un microclima interno ideale per garantire il
comfort termico e ottima vestibilità.
Un’innovativa molecola SMP chiamata d3o è stata recentemente realiz-
zata e brevettata dalla omonima società americana. Il composto a memo-
ria di forma può essere lavorato come un normale polimero termoplasti-
co, per colaggio, estrusione e in stampo. Le molecole intelligenti, in con-
dizioni normali, sono libere di muoversi rendendo il polimero morbido ed
eleastico. Quando vengono stimolate da una improvvisa forza d’urto, le
molecole si legano tra loro istantaneamente, assorbendo l’energia mec-
canica dell’impatto. Il polimero d3o viene utilizzato come sistema shock
absorber per ridurre i danni durante gli impatti. I dispositivi sono integra-
ti in accessori e capi d’abbigliamento leggeri, sottili e morbidi che garan-
tiscono protezione e sicurezza in ogni parte del corpo contro gli infortuni
permettendo la massima libertà dei movimenti.

202

132.

133. 134.
... SI MUOVONO

12.7. Polimeri conduttivi


I polimeri conduttivi sono composti avanzati 27
in grado di condurre cariche
elettriche attraverso le catene polimeriche . ll fenomeno di conduzione è
influenzato 28
dai processi chimici che avvengono durante la fase di polime-
rizzazione . Le prime sperimentazioni risalgono alla fine dell’800, ma solo
negli anni ’50 si ha la sintesi del bromuro di perilene e la diffusione com-
merciale. Dagli inizi degli anni ’70 i polimeri conduttivi sono stati sviluppa-
ti dal chimico giapponese Hideki Shirakawa con Alan G. Mac Diarmid e Alan
J. Heeger, premio Nobel per la chimica nel 2000 per i risultati ottenuti.
La ricerca ha permesso lo sviluppo dei polimeri a conduzione elettronica,
a conduzione ionica, e i compositi per rivestimenti. Tra i polimeri a condu-
zione elettronica i più diffusi sono il poliacetilene, i polimeri carboidrati, gli
eterociclici, gli aromatici, come il poli(p-fenile), il poli(p-fenilvinile), il poli-
solfuro di vinile, il polipirrolo (PPY) e il politiofene. Il capostipite tra questi
è il PA (poliacetilene) drogato addizionando alcune sostanze che permet-
tono il trasporto delle cariche elettriche lungo la catena del polimero.
La ricerca sui polimeri a conduzione ionica risale al 1834 con la speri-
mentazione, nel campo dell'elettrochimica, del fisico chimico Michael 29
Fa-
raday sulla conducibilità del fluoruro di piombo ad alta temperatura . Re-
centemente sono stati sviluppati elettroliti solidi polimerici, definiti anche
conduttori superionici. La sperimentazione si concentra sui meccanismi
attraverso i quali la matrice polimerica
30
può favorire il trasporto di cariche
(ioni) all'interno della struttura . L’innovazione tecnologica oggi permette
la produzione di display fotocromici, sensori chimici e micro accumulatori
con applicazioni in molti settori industriali.
I polimeri conduttivi per rivestimenti sono usati per eliminare le cariche
elettrostatiche ESD (Electro Static Discharge) e per attenuare le interfe-

203

135. 136.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

renze elettromagnetiche EMI (Electro Magnetic Inteference), in particolare


quelle radio RFI (Radio Frequency Interference) emesse dai dispositivi elet-
tronici. I processi di produzione avvengono per deposizione semplice, con
catalizzatori, e con la metallizzazione per evaporazione in ambiente sotto-
vuoto.
Il rivestimento metallico avviene anche per elettrodeposizione di nichel o
pirofosfati di rame e cromo. Attualmente sono disponibili in commercio tre
tipi di rivestimenti conduttivi per la protezione ESD, realizzati con polimeri
antistatici, dissipativi statici e i conduttivi. I compositi antistatici sono
imbevuti di liquidi organici, come gli aminoacidi, abbinati a uno strato anti-
statico di barriera.
Il packaging con funzione dissipativo-statica, utilizzato per la protezione
dei microchip elettronici, è prodotto con composti a base di polietilene
addizionato con carbon-black. Anche le fibre cellulosiche, trattate chimi-
camente, dimostrano affinità con i polimeri conduttivi migliorando la con-
ducibilità del composto. La categoria degli organometalli è costituita da
polimeri organici che contengono, l'interno delle catene molecolari, atomi
di un elemento metallico legato a un atomo di carbonio. I composti metal-
lici sono utilizzati per realizzare rivestimenti per applicazioni ad alte tem-
perature di esercizio, nella tecnologia Laser e nella produzione di display.
I compositi conduttivi rinforzati sono ottenuti aggiungendo alla resina vari
additivi, quali carbon-black e fibre di carbonio, polveri metalliche in acciaio
inossidabile, alluminio, vetro metallizzato, mica metallizzata, silicato di allu-
minio e potassio. La resina di base può essere in polimero di tipo amorfo,
in ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene), PS (Poli Stirene), PC (Poli Carbona-
to), in poliurertano o con elastomeri termoplastici.
Il polimero di tipo cristallino può essere composto in Nylon, Poliesteri, PET
(PoliEtileneTereftalato), PE (PoliEtilene), PP (PoliPropilene) e PEEK (Poly-

204

137.
... SI MUOVONO

EtherEtherKetones). Inoltre, esistono polimeri superconduttivi come il


TCNQ, il TTF (Tetratiafulvalene), e alcuni composti dello zolfo. Il politiazile,
sintetizzato nel 1910, è l'unico vero polimero superconduttivo.
La produzione dei componenti in polimeri conduttivi avviene per stampag-
gio a iniezione, film a bolla, estrusione, soffiaggio. Le principali applica-
zioni riguardano la produzione di vernici antistatiche, batterie ricaricabili in
cui i polimeri (polipirrolo e polianilina) sono usati come elettrodi con ottima
resistenza meccanica, elevata conducibilità e facilità di lavorazione.
L'azienda finlandese Panipol, spin-off della Neste (oggi Forum), dal 1982
sperimenta polimeri conduttivi a base di polianilina applicati per la prote-
zione ESD. I prodotti Panipol CX garantiscono corretta conduttività, messa
a terra, e dissipazione controllata dell’elettricità statica.
Nel campo dell'edilizia e dell'automotive sono realizzate fibre sintetiche
per applicazioni in rivestimenti antistatici, superfici antipolvere, imbottitu-
re termoelettriche. Nel settore microelettronico i polimeri conduttivi ven-
gono utilizzati per realizzare microchip, sensori, attuatori e film trasparen-
ti, leggeri e flessibili. L’uso dei pannelli in fibre polimeriche conduttive,
dello spessore di appena 7 millimetri, permette di ridurre fino al 97% il
fenomeno dell'interferenza elettromagnetica nei dispositivi digitali.
Applicando il fenomeno dell'elettrocromismo (EC), i polimeri conduttivi so-
no utilizzati in bioarchitettura per la produzione delle smart window, infis-
si intelligenti che si oscurano automaticamente con la luce diretta.
Inoltre, i film organici in polimeri elettronici sono utilizzati per realizzare
dispositivi elettroluminescenti, display Oled, dispositivi TFT (Thin Film
Transistors), schermi al plasma e celle fotovoltaiche.
Gli Oled, ad esempio, sono costituiti da un composito multistrato realiz-
zati con film sottili, nell'ordine dei micron, in polimeri organici conduttivi
capaci di emettere luce quando sono attraversati da corrente elettrica.

205

138.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

La tecnologia permette oggi la produzione di display piatti, flessibili e arro-


tolabili integrati in dispositivi elettronici, notebook, smart phone e lettori
multimediali. Inoltre, si sperimentano innovativi inchiostri conduttivi e com-
positi a film iono-conduttivi per applicazioni in biotecnologia e robotica.
Attualmente, si sviluppano sensori biometrici, microattuatori MEMS, e tes-
suti conduttivi per la produzione di arti biomeccanici, microfibre e musco-
li artificiali per la ricostruzione dei nervi organici.
I dispositivi efficienti, affidabili ed economici, inoltre, possono essere inte-
grati nei tessuti elettronici (E-Textile) e nell’abbigliamento funzionale (Smart
Wear), utilizzati per il monitoraggio dello stato di salute fisico.
ll Georgia Institute of Technology ha sviluppato innovativi tessuti intelli-
genti, detti anche SFIT (Smart Fabric Interactive Textile). I tessuti elettro-
nici sono leggeri, flessibili e con bassi consumi energetici.
Durante un progetto condotto in collaborazione Dipartimento Navale Sta-
tunitense nel 1996, è stata realizzata la GTWM (Georgia Tech Wearable
Motherboard), una mainboard indossabile. L'indumento intelligente inte-
gra fibre ottiche polimeriche e sensori biometrici che analizzano i para-
metri ambientali e fisici, come la presenza di sostanze tossiche o le feri-
te d’arma da fuoco durante gli attacchi.
I dispositivi medicali di monitoraggio sono integrati direttamente nel tes-
suto della maglia a contatto con il corpo. Il sistema percepisce entità e
posizione del problema fisico, trasmettendo i dati in tempo reale ed in
modalità wireless alla centrale operativa on-line. I sensori rilevano i para-
metri del bioritmo come la velocità di respirazione, la temperatura del
corpo, la pressione sanguigna o il battito cardiaco. Il sistema intelligente
permette di ottenere in modo non invasivo, ovunque ed in ogni momento,
un quadro completo e specifico delle condizioni di salute, contribuendo a
migliorare notevolmente la qualità della vita.

206

139.
... SI MUOVONO

207

140.
MATERIALI INTELLIGENTI, SENSIBILI, INTERATTIVI

Note
1. Gli attuatori MEMS sono diffusi in robotica, biotecnologia e microelettronica. I polimeri elet-
troattivi e degli elastomeri dielettrici permettono di ottenere grandi deformazioni con campi
elettrici a bassa tensione. Utilizzando una matrice siliconica, è possibile realizzare attuatori a
configurazione planare con spessore di appena 1 millimetro. I dispositivi sono composti con
filler organici (politiofene) e inorganici (PMN-PT, carbon black, nanotubi di carbonio).
2. Il gel è costituito da acido acrilammide-metilpropano-polisulfonico.
3. A causa della simmetria della struttura cristallina dei materiali, l'applicazione di campi
elettrici di segno opposto non genera deformazioni opposte, come nei PZT, ma un effetto di
allungamento e in nessun caso una contrazione. L'unico modo per ottenere un'attuazione
bidirezionale è utilizzare più attuatori in direzioni opposte.
4. Gli elastomeri G (Grafted) sono polimeri speciali in cui vengono innestati elementi diversi
nella struttura molecolare, di solito per irraggiamento.
5. L'obiettivo è quello di addizionare cariche conduttive nella resina fino a superare il perco-
lation threshold limit, oltre il quale il polimero diventa conduttivo. Durante il processo si
forma una fitta rete conduttiva all'interno delle catene del polimero.
6. A differenza dei piezoelettrici (PZT), i materiali elettrostrittivi non necessitano di polarizza-
zione prima del loro utilizzo e non presentano polarizzazione residua, con prestazioni eleva-
te e una risposta su un'ampia banda di frequenze elettriche. Non richiedendo una fase di
polarizzazione, i materiali elettrostrittivi non mostrano fenomeni di isteresi, tipici nei PZT oltre
la temperatura critica di Curie, senza invecchiamento o cadute nelle prestazioni durante il
ciclo di vita.
7. Il filler in questo caso serve da riempitivo.
8. Si definisce carbon-black il particolato carbonioso, indicato anche con il termine di soot,
costituito da una polvere nera composta essenzialmente da carbonio incombusto amorfo
con tracce di altri composti. Detto anche fuliggine o nerofumo, in base all’aspetto ed alla per-
centuale dei componenti, rappresenta il sottoprodotto della combustione incompleta di qual-
siasi sostanza organica.
9. Gli idrofoni sono sensori che rilevano segnali acustici e vibrazioni nei fluidi.
10. Tramite osservazioni metallografiche e variazioni nella resistività.
11. Senza alcuno snervamento o deformazione plastica residua.
12. Il fenomeno è dovuto alle transizioni delle due fasi di trasformazione non diffusiva della
struttura della lega, definite austenite e martensite.
13. L’effetto è dovuto al trattamento di ciclaggio termico forzato della fase martensite. La
trasformazione si può verificare per variazione di temperatura (SME) o per sforzo applicato
(SIM-Stress Induced Martensite), da cui si possono ottenere due tipi di martensite, di cui
una è derivante dallo slittamento dei piani cristallini (SLIP). L'altra è dovuta al twinning, il
208
fenomeno che determina le deformazioni reversibili e l’effetto della memoria di forma.
14. Le fibre vengono precaricate e deformate a bassa temperatura, nella fase martensite.
Successivamente vengono annegate in una matrice per fornire un recupero della deforma-
zione all'azione di un aumento della temperatura.
15. La piroelettricità è il fenomeno di elettrizzazione che consiste nella comparsa di cariche
elettriche di segno opposto sulle facce di alcuni cristalli, per effetto di una differenza di tem-
peratura tra le superfici. La ferroelettricità è la capacità di un cristallo di orientare il proprio
dipolo nel senso del campo elettrico applicato.
16. Il flocculo è un aggregato di particelle all'interno di soluzioni colloidali.
17. Con il termine sol-gel si indica una sospensione colloidale in grado di solidificare forman-
do un gel. Il processo, che implica il passaggio da una fase liquida di sol a una fase solida di
gel, è utilizzato per ottenere materiali vetrosi e ceramici monolitici, polveri ultrafini, fibre cera-
miche, membrane inorganiche, rivestimenti in film sottili di ossidi metallici e aerogel. Il semi-
lavorato poroso viene successivamente trattato chimicamente e portato ad alte temperature,
per formare ossidi di elevata purezza. Nella fase solida il gel può essere drogato, ovvero addi-
zionato con altre sostanze per conferire proprietà specifiche al composto ottenuto.
... SI MUOVONO

18. Un materiale polarizzato risponde allo stimolo di un campo elettrico formando un dipolo
orientato in modo tale da contrastare il campo applicato.
19. La perovskite è un minerale scoperto nel 1839 da Gustav Rose. Il nome deriva dal mine-
ralogista russo L.A. Perovski (1792-1856) che identificò e classificò tutti gli ossidi con strut-
tura simile (perovskiti) caratterizzata da proprietà fisiche ed elettro-ottiche, quali la super-
conducibilità, la ferro- e piezo- elettricità, il magnetismo e la catalizzazione nelle reazioni elet-
trochimiche.
20. Il magneton sputerring è un processo di rivestimento che utilizza campi elettromagnetici.
21. Il processo di spray-drying è una tecnica di essiccazione suddivisa in quattro stadi prin-
cipali quali l'atomizzazione della soluzione in gocce, la miscelazione dello spray con l'aria
calda, l'evaporazione ed essiccamento della goccia e la separazione delle particelle.
22. Lo sputtering è il processo per cui si ha emissione di atomi, ioni o frammenti molecola-
ri da parte di un materiale solido (target) bombardato con un fascio di particelle.
23. Gli SMP hanno lo stesso comportamento del NiTinol, la lega in nichel e titanio, con la
differenza che la temperatura critica (Tc) e di trasformazione (Ttrans) corrispondono a quel-
la di transizione vetrosa (Tg) e di fusione (Tm). Tali temperature corrispondono ai valori in cui
avviene la trasformazione dallo stato solido allo stato liquido.
24. I metodi di trattamento termomeccanico per creare l'effetto a due vie si basano sul-
l'introduzione di una concentrazione di sforzi che provoca l'orientazione della struttura
molecolare formatasi durante la fase di raffreddamento. Rispetto alle leghe metalliche i
polimeri SMP sono caratterizzati da una fase amorfa in cui le catene polimeriche hanno
una distribuzione casuale. I polimeri manifestano una variazione netta del modulo elastico
intorno alla temperatura di transizione vetrosa Tg, al di sopra della quale il materiale è mor-
bido mentre scendendo diventa rapidamente rigido. Applicando una forza esterna oltre la Tg,
il polimero è attivato dalla differenza di temperatura di esercizio, per cui le molecole delle
catene polimeriche tendono a orientarsi nella direzione della forza.
25. Nel 1991 il primo a scoprire un nanotubo fu il giapponese Sumio Iijima, ricercatore del-
l'industria elettronica nipponica NEC Corporation. In particolari situazioni, gli atomi di carbo-
nio formano delle strutture ordinate di forma sferica che tendono ad arrotolarsi su se stes-
se, ottenendo una struttura cilindrica. Esistono due tipi di nanotubi, quelli a parete singola
SWCNT (Single-Wall Carbon NanoTube), costituiti da un singolo foglio grafitico avvolto su se
stesso. I nanotubi a parete multipla MWCNT (Multi-Wall Carbon NanoTube), sono formati da
più fogli avvolti coassialmente uno sull'altro. Il diametro di un nanotubo è compreso tra un
minimo di 0,7 e un massimo di 10 nanometri.
26. La prima osservazione del moto browniano risale al 1785 da parte di Jan Ingenhousz,
ma viene associato a Robert Brown che nel 1828 osservò il moto del polline in una sospen-
sione acquosa. La trattazione scientifica risale agli inizi del '900 con L. Bachelier e A. Ein-
209
stein che definirono il moto delle microparticelle nelle sospensioni liquide.
27. Gli elettroni si muovono a livello molecolare nei passaggi di orbite delle catene polime-
riche.
28. Il poliacetilene è ottenuto dalla polimerizzazione dell’acetilene, un isolante con caratte-
ristiche di semiconduttore.
29. I polimeri a conduzione ionica si dividono in due gruppi. Nel primo si ha conduzione signi-
ficativa oltre la temperatura di transizione vetrosa (Tg) come nei complessi di poliesteri con
sali di metalli alcalini, nei polimeri a base di polifosfazene e nei polimeri MEEP (Metossi-
Etossi-Etanolo). In questo gruppo, il processo di conduzione si basa sull'interazione tra le
specie ioniche mobili e la matrice polimerica. Al secondo gruppo appartengono i polimeri con
conducibilità a temperatura ambiente o comunque al disotto della Tg. Tra questi si ricorda-
no gli alcoli polivinilici e il Nafion, una membrana iono-selettiva brevetto della DuPont com-
posta dallo ionomero perfluorosolfonato.
30. Si aggiungono quantità di cariche conduttive nella resina sufficiente a superare il per-
colation threshold limit, oltre il quale il polimero forma all'interno della struttura molecolare
una fitta rete conduttiva. Il drogaggio con altre sostanze fa raggiungere valori di conducibilità
paragonabili a quelli dei semiconduttori e degli elettroliti liquidi.
137. Sensori in film con inchiostri PC
138. MentorMe, RFID-UWB (CEFRIEL)
139. RFID adesivi con inchiostri PC
140. MicrosprocessoreVLSI in polimeri conduttivi
141. BIO-MEMS, Wireless Implantable Sensor
(ISSYS Sensing Systems)

141.
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214

*grazie

A tutte le persone che mi vogliono bene,


alla mia famiglia per aver creduto in me,
per avermi supportato e soprattutto “sop-
portato”, sempre e nonostante tutto.
Vi voglio bene, Marco.
*biografia

Marco Cardillo, architetto dal 2001 e dot- Marinella Ferrara è architetto e ricercato-
tore di ricerca in Disegno Industriale dal re in disegno industriale.
2006, svolge la libera professione. Nel Dipartmento di design dell'Università
È specializzato nella sicurezza dei cantieri di Palermo, si occupa prevalentemente di
edili e nella prevenzione incendi. innovazione, materiali e tecnologie, e
È stato componente del tavolo tecnico- coordina MAD - Material design library di
scientifico, commissione “Progetto Pilota”, Palermo. Nel Corso di laurea in Disegno
organizzato dalla Presidenza della Regione Industriale (Facoltà di Architettura)
Siciliana, per l'attuazione del disegno di dell'Università di Palermo, è docente di
legge sulla riqualificazione del territorio "Materiali per il design".
"Piano del Colore, del paesaggio e del de- È membro della rete nazionale SDI di ope-
coro urbano", già tema della sua tesi di ratori di ricerca sul design. Scrive per la
laurea. rivista DIID dell'Università La Sapienza di
Scrive articoli su riviste del settore, tra cui Roma, per la cui redazione coordina l'u-
DIID dell’Università La Sapenza di Roma; nità di Palermo. È responsabile redazio-
PAD-Palermo Design, magazine on-line. nale del magazine online PAD, Palermo
Partecipa a concorsi di Architettura e De- Design.
sign, tra cui il “Premio di Architettura Por- Nel 2003 ha conseguito il titolo di "dot-
tus” nel 2006, in occasione della “Mostra tore di ricerca in disegno industriale, arti
Internazionale di Architettura” della Bien- figurative e applicate" dell'Università di
nale di Venezia, sulla riqualificazione dei Palermo.
waterfront dei centri minori del Sud Italia. Il Cura l'organizzazione di manifestazioni
progetto presentato, sulla cittadina sicilia- culturali (Palermo design week 2007),
na di Sciacca, viene selezionato dalla giu- convegni (Luci della città. Luminarie a Pa-
ria, esposto in una mostra itinerante e pub- lermo, 2005; Materiali@design. Ricerca e
blicato sul catalogo. L’attività professiona- innovazione dei materiali per il design,
le si integra a quella didattica, che svolge Roma design+, 2006) conferenze (di: Vi-
presso la Facoltà di Archittura di Palermo. co Magistretti, Tomás Maldonado, Paolo
È cultore della materia nel CdL in Disegno Rizzatto, Alberto Meda), seminari di pro-
Industriale, al corso di Materiali per il De- gettazione e mostre di design.
sign. Inoltre svolge attività di docenza pres- Ha partecipato a master e convegni inter-
so corsi di formazione professionale. Ha nazionali (Projectar la Periferia al CCB. 215
partecipato alla progettazione e realizzazio- Centro di cultura contemporanea di Bar-
ne di MAD (Material Design Library), la celona; Producto de Equipamiento all'Uni-
materioteca del Dipartimento di Design di versidade de la Repubblica Oriental de
Palermo, di cui è responsabile per l’area l'Uruguay).
“materiali intelligenti”. Tra i suoi libri: Produzione, innovazione e
design in Sicilia (2001, con V. Trapani);
marco.cardillo@libero.it Materiali e innovazione nel design 1 e 2 -
Le Microstorie (2004), Acciaio. O1 mate-
riali per il design (2005) Guida Palermo
design (2006), Luminarie di città. Progetti
per Palermo (2006, con L.Benincasa).

marinellaferrara@unipa.it

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