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indipendenti Questo è il
problema…
In quest’articolo parleremo di sospensioni: una delle tematiche a me
più care. In particolare, faremo un confronto tra sospensioni
dipendenti e sospensioni indipendenti sia per l’impiego su veicoli
stradali, sia per l’impiego su veicoli destinati al fuoristrada.
Il collegamento del ponte rigido allo chassis può essere realizzato con
varie soluzioni e ciò dipende, in parte, anche dal tipo di elementi
elastici utilizzati. Infatti, utilizzando molle a balestra, il ponte
teoricamente non necessita di altri link di collegamento, in quanto le
balestre forniscono un vincolo sia longitudinale sia trasversale ai moti
relativi tra il telaio e l’asse (fig. 1).
Fig. 1 – Ponte rigido con balestra.
ponte torcente;
MacPherson (fig. 3);
quadrilateri trasversali alti o bassi (fig. 4 – 5);
multilink;
triangoli oscillanti (fig. 6);
bracci trasversali;
bracci longitudinali (fig. 7).
Attualmente, in campo stradale, le geometrie più diffuse sono le prime
cinque, mentre le sospensioni con bracci trasversali e longitudinali
sono ormai utilizzate raramente ed in ambiti particolari. Un tipico
esempio di vettura con sospensioni a bracci longitudinali era la Citroen
2 CV, mentre i bracci trasversali sono utilizzati sugli autocarri della
ditta Tatra (https://m.youtube.com/watch?v=JDynVAv8-MU).
Fig. 3 – MacPherson anteriore Subaru Impreza.
Fig. 4 – Quadrilatero trasversale alto su vettura Audi.
In particolare:
Fig. 12 – Scuotimento differenziale delle ruote: confronto tra assale rigido e sospensioni indipendenti.
Variazione del carico verticale sulle ruote in funzione della coppia motrice.
Negli assali rigidi che inglobano il differenziale, la coppia trasmessa
dall’albero di trasmissione alla scatola del differenziale dà luogo ad una
coppia di reazione sugli pneumatici e quindi ad una variazione del
carico verticale tra ruota destra e ruota sinistra (fig. 13).
Fig. 15 – Twist con assale rigido (in rosso) e con sospensioni indipendenti (in blu). Le ruote indipendenti
perdono prima il carico verticale.
Si può notare che il veicolo con sospensione indipendente raggiunge
prima la condizione di carico verticale nullo sulle ruote che non sono
state sollevate. Tale confronto è stato fatto a parità di rigidezza delle
sospensioni.
Robustezza.
In generale, le sospensioni ad assale rigido sono più robuste di quelle
a ruote indipendenti e le geometrie utilizzate consentono di resistere
meglio alle sollecitazioni trasmesse dal suolo.
Economicità.
La semplicità costruttiva, la ridotta numerosità di componenti e
l’assenza di una messa a punto complessa quanto quella di una
sospensione indipendente comporta, per forza di cose, una certa
economicità realizzativa ed anche manutentiva.
La luce da terra resta invariata al variare del carico sull’asse (a meno dello
schiacciamento degli pneumatici).
Questo è uno dei motivi per cui le sospensioni ad assale rigido sono
molto usate su quei veicoli caratterizzati da carichi verticali sugli assi
molto variabili (come i veicoli commerciali). All’aumentare del carico
verticale sullo chassis e quindi all’aumentare dello schiacciamento
delle molle, non varia la luce tra l’assale ed il terreno, a meno
ovviamente dello schiacciamento degli pneumatici (fig. 16 e 17).
Fig. 16 – Lo schiacciamento delle molle non causa la variazione della luce sotto il ponte e dell’assetto ruote.
Fig. 17 – Nelle sospensioni indipendenti lo schiacciamento delle molle causa la variazione della luce da
terra e degli angoli caratteristici delle ruote.
Alla luce di quanto detto sopra, possiamo tirare le somme del discorso.
Sulle autovetture stradali gli assali rigidi sono scomparsi perché i pregi
di questi ultimi non hanno molta rilevanza per un uso stradale e su
veicoli leggeri. In tale ambito hanno più rilevanza il miglioramento del
comfort e della tenuta di strada, la riduzione delle masse e quindi dei
consumi, l’ottimizzazione degli spazi a disposizione dell’abitacolo.