apostolato
ISSR 2016
a. Vive con un senso di significato e finalità la propria vita cristiana (2 Tim 4:6-8).
b. Sente di conoscere una parte della la volontà di Dio sulla propria vita.
c. Sa dare priorità al uso dei suoi doni per avere un impatto migliore per il Regno di Dio
e. Vive liberato dalla comparazioni malsane . Vive con un senso di sana interdipendenza
nel Corpo di Cristo, minimizzando la concorrenza mondana (1 Cor. 12:14-26)
g. Sa che l’avere certi doni non vuole dire che non può essere chiamato oltre. Non si
rifugia nel “non lo so fare”
2. Radicato nell’amore
Ha dentro di sé un nucleo dinamico che è l’amore (amore pastorale, cfr. Pastores dabo vobis).
1. Si sente chiamato a vivere una vita di amore radicale motivato dalla radicalità dell’amore di Dio per
lui/lei e per l’umanità
4. Riesce a stabilire rapporti sostanzialmente positivi con tutti, addirittura con le persone difficili.
5. Vive con una sensazione di libertà senza costrizioni né vittimismo perché la sua felicità non dipende
di quello che riceve
6. Vive una vita emozionale sana capace di vivere sereno anche quando ci sono delle cose che non
controlla. In una parola vive quel “sarete beati” del vangelo di S. Giovanni 13.45
7. Empatia. Non perde mai il tocco umano. Si ispira nel esempio di Cristo: Heb. 4:15: Infatti non
abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui
stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato.
8. Sa essere “glocalizzato”, essere cioè “locale” e “universale”. Conosce l’intorno locale nelle sue
dimensioni social, politiche, ecclesiali, includendo gli elementi della religione popolare
1. Reagisce con tempestività a qualsiasi situazione dove il suo essere apostolo può avvicinare una
persona a Cristo (Cristo e la Samaritana, un incidente stradale)
2. Vivere nella fede qualsiasi ruolo sapendo che sta salvando le anime
3. Non si perde nelle metodologie, piani, strategie. La metodologia fondamentale è la generosità nel
donarsi ed è la grinta per compiere la missione. Le metodologie, strategie, piani vengono dopo per
aiutarci. Dice il Papa Francesco: “Esiste l’attivismo solo quando non c’è un’anima sacerdotale”
4. Non perde questa dimensione nel lavoro rimanendo nell’esecuzione di atti abitudinari (anche
religiosi) o pratici e lasciandosi essere assorbiti da essi
3. Sa gestire il successo ed evitare il pericolo di innamorarsi delle folle, dimenticando come tener cura
delle persone concrete.
1. Non dubita nel momento dell’oscurità di quello che aveva visto nella luce
2. Affronta le decisioni difficili, dolorose di fronte senza procrastinazione o fughe delle decisioni.
6. Formazione umana
Senza cadere nel pelagianismo, valorizza i mezzi umani per la comunicazione della fede (la formazione
umana di cui parla Pastores dabo vobis, 43). Educare a
• alla lealtà,
7. Testimonio
Sa che la gente non ha bisogno di maestri ma di testimoni
Creatività: vuole ire trovare il modo di agire anche quando la situazione è nuova e inaspettata. Pensare
“fuori della scatola”. Riesce a impiegare persone con talenti e personalità diverse e metterle al servizio del
bene comune
Assertività: abilità di comunicare con chiarezza le proprie aspettative ed essere conseguenti. Non deve
essere confusa con l’aggressività.
Magnanimità: significa la capacità di riconoscere i
meriti degli altri. Sa lodare ed apprezzare gli altri
specialmente in pubblico. Li fa sentire apprezzati.
Questo significa anche prendere la responsabilità
degli errori e dei fallimenti. Questo è un tratto
importante per ritenere i collaboratori.
• Care of physical
life
• Care of spiritual life
• Care of intellectual life
• Eating properly
• Getting enough sleep
• Exercising consistenly
• Moderation in the use of alcohol
• Taking time off
• Seeing a doctor regularly
• Relaxing with peers
• Learning to manage time
• Taking time for the arts, culture
Specific difficulties
3. The predators.
4. The combative
5. The immature
7. Carnal
8. Loners
che porta a vivere i propri compiti come una mera appendice della vita, come se non facessero parte della
propria identità. Nel medesimo tempo, la vita spirituale si confonde con alcuni momenti religiosi che
offrono un certo sollievo ma che non alimentano l’incontro con gli altri, l’impegno nel mondo, la passione
per l’evangelizzazione.
1) un’accentuazione dell’individualismo,
2) una crisi d’identità e
Come conseguenza, molti operatori pastorali, benché preghino, sviluppano una sorta di complesso di
inferiorità, che li conduce a relativizzare o ad occultare la loro identità cristiana e le loro convinzioni. Si
produce allora un circolo vizioso, perché così non sono felici di quello che sono e di quello che fanno, non
si sentono identificati con la missione evangelizzatrice, e questo indebolisce l’impegno. Finiscono per
soffocare la gioia della missione in una specie di ossessione per essere come tutti gli altri e per avere
quello che gli altri possiedono. In questo modo il compito dell’evangelizzazione diventa forzato e si
dedicano ad esso pochi sforzi e un tempo molto limitato.
È difficile trovare catechisti preparati e che perseverino. Ma qualcosa di simile accade con i sacerdoti, che si
preoccupano con ossessione del loro tempo personale. Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il
gusto della missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante.
Da qui deriva che i doveri stanchino più di quanto sia ragionevole, e a volte facciano ammalare. Non si
tratta di una fatica serena, ma tesa, pesante, insoddisfatta e, in definitiva, non accettata. Questa accidia
pastorale può avere diverse origini.
perché portano avanti progetti irrealizzabili e non vivono volentieri quello che con tranquillità
potrebbero fare.
perché non accettano la difficile evoluzione dei processi e vogliono che tutto cada dal cielo.
perché si attaccano ad alcuni progetti o a sogni di successo coltivati dalla loro vanità.
per aver perso il contatto reale con la gente, in una spersonalizzazione della pastorale che porta a
prestare maggiore attenzione all’organizzazione che alle persone, così che li entusiasma più la
“tabella di marcia”
perché non sanno aspettare, vogliono dominare il ritmo della vita. L’ansia odierna di arrivare a
risultati immediati fa sì che gli operatori pastorali non tollerino facilmente il senso di qualche
contraddizione, un apparente fallimento, una critica, una croce.
Si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi
dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza
dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come « il più prezioso degli elisir del demonio ».
Chiamati ad illuminare e a comunicare vita, alla fine si lasciano affascinare da cose che generano
solamente oscurità e stanchezza interiore, e che debilitano il dinamismo apostolico. Per tutto ciò mi
permetto di insistere: non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!
Tratto negativo 7: lo “sconfitto”
85. Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore
e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in
pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura.
In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. A
volte l’anfora si trasforma in una pesante croce, ma è proprio sulla Croce dove, trafitto, il Signore si è
consegnato a noi come fonte di acqua viva. Non lasciamoci rubare la speranza!
Gnosticismo
Neopelagianismo autoreferenziale
Presunta sicurezza dottrinale e disciplinare
Cura ostentata della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa
Piani apostolici espansionisti, meticolosi e ben disegnati
Perdendo contatto con la realtà sofferta del popolo fedele
Non lasciamici rubare il Vangelo
Tentazione all’invidia. Spazi a diverse forme di odio, divisione, calumnia, diffamazione, vendetta, gelosia,
desiderio di imporre le proprie idee
Efficienza ed obbedienza
Mentre cresce la domanda di collaborazione, oggi serpeggia un modo occulto di sottrarsi all’obbedienza
fatto di rivendicazione di una propria accentuata autonomia nella gestione delle cose in nome
dell’efficienza
un modo fatto dal defilarsi dai compiti comunitari, dalle preferenze per piccoli compiti, dall’incapacità di
associarsi alle grandi imprese delle comunità, imprese che possono lasciare nell’anonimato i protagonisti.
PROFILI SPIRITUALI
• Profili spirituali
• Efficientismo
• Attivismo e work addiction
• Narcisismo e difficoltà di relazioni
• Individualismo e incapacità di stare con gli altri
• Lavoro troppo grande o troppo piccolo per la persona, mancanza di una conoscenza vera della
persona
• Competenze ed obbedienza: possibili conflitti
• Burnout
• Altre «tentazioni» (EG)
Quindi la funzione (munus) di santificare della Chiesa non si esaurisce nei sacramenti e negli altri atti
liturgici, come i sacramentali, nel compiere dei quali viene esercitata la potestà di santificazione, ma
abbraccia tutta la vita del cristiano, il quale in virtù del battesimo esercita il suo sacerdozio col ricevere i
sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con la penitenza,
coll’abnegazione e l’opera di carità. G. Ghirlanda, Il diritto nella Chiesa, p. 275
La risposta è: “Santo” è la qualità specifica dell’essere di Dio, cioè assoluta verità, bontà, amore, bellezza –
luce pura.
Nessun uomo da sé, a partire dalla sua propria forza può mettere l’altro in contatto con Dio. Parte
essenziale della grazia del sacerdozio è il dono, il compito di creare questo contatto. Diventare, nonostante
la povertà umana, partecipi del Sacerdozio di Cristo, ministri di questa santificazione
Cari sacerdoti, vivete con gioia e con amore la Liturgia e il culto: è azione che il Risorto compie nella
potenza dello Spirito Santo in noi, con noi e per noi.
Munus docendi
Cosa vuol dire, cosa significa “rappresentare” qualcuno?
Nel linguaggio comune, vuol dire – generalmente - ricevere una delega da una persona per essere presente
al suo posto, parlare e agire al suo posto, perché colui che viene rappresentato è assente dall’azione
concreta.
Ci domandiamo: il sacerdote rappresenta il Signore nello stesso modo? La risposta è no, perché nella Chiesa
Cristo non è mai assente. Il Signore rende presente la sua propria azione nella persona che compie tali
In questa situazione si realizza la parola del Signore, che ebbe compassione della folla perché erano come
pecore senza pastore. (cfr Mc 6, 34).
Non sapevano più quale fosse il vero senso della Scrittura, che cosa diceva Dio. Il Signore, mosso da
compassione, ha interpretato la parola di Dio, egli stesso è la parola di Dio, e ha dato così un orientamento.
Questa è la funzione in persona Christi del sacerdote: rendere presente, nella confusione e nel
disorientamento dei nostri tempi, la luce della parola di Dio, la luce che è Cristo stesso in questo nostro
mondo.
Il sacerdote non insegna proprie idee; il sacerdote non parla da sé, non parla per sé, per crearsi forse
ammiratori. “La mia dottrina non è mia” Non significa, d’altra parte, che egli sia neutro, quasi come un
portavoce che legge un testo di cui, forse, non si appropria.
Il sacerdote che annuncia la parola di Cristo, la fede della Chiesa e non le proprie idee, deve anche dire: Io
non vivo da me e per me, ma vivo con Cristo e da Cristo e perciò quanto Cristo ci ha detto diventa mia
parola anche se non è mia. Nella preparazione attenta della predicazione festiva, senza escludere quella
feriale, nello sforzo di formazione catechetica, nelle scuole, nelle istituzioni accademiche e, in modo
speciale, attraverso quel libro non scritto che è la sua stessa vita, il sacerdote è sempre “docente”, insegna.
Ma non con la presunzione di chi impone proprie verità, bensì con l’umile e lieta certezza di chi ha
incontrato la Verità, ne è stato afferrato e trasformato, e perciò non può fare a meno di annunciarla
La funzione (munus) di insegnare fa parte integrante della natura e della vita della Chiesa, in quanto ne
costituisce la sua prima ragione d’essere. Da qui scaturisce il dovere/diritto nativo di annunciaree il Vangelo
indipendentemente da qualsiasi potes`ta umana. Questa funzione è di tutti i fedeli.
Ecco il loro diritto di ricevere l’annuncio integro delle verità di fede e il loro dovere di professarle. Da questo
scaturisce anche il dovere di mantenere la comunione nella fede.
Munus regendi
Pastore, quindi, è il tramite attraverso il quale Cristo stesso ama gli uomini: è mediante il nostro ministero
che il Signore raggiunge le anime, le istruisce, le custodisce, le guida.
“Sia dunque impegno d’amore pascere il gregge del Signore”; questa è la suprema norma di condotta dei
ministri di Dio, un amore incondizionato, come quello del Buon Pastore, pieno di gioia, aperto a tutti,
attento ai vicini e premuroso verso i lontani (cfr S. Agostino, Discorso 340, 1; Discorso 46, 15), delicato verso
i più deboli, i piccoli, i semplici, i peccatori, per manifestare l’infinita misericordia di Dio con le parole
rassicuranti della speranza (cfr Id., Lettera 95, 1).
La parola «gerarchia»
Generalmente: “sacro dominio”. Ma il vero significato non è questo, è “sacra origine”: questa autorità non
viene dall’uomo stesso, ma ha origine nel sacro, nel Sacramento; Sottomette quindi la persona alla
vocazione, al mistero di Cristo; fa del singolo un servitore di Cristo e solo in quanto servo di Cristo questi
può governare, guidare per Cristo e con Cristo.
– quello, innanzitutto, con Cristo e l’ordine dato dal Signore alla sua Chiesa;
– poi il legame con gli altri Pastori nell’unica comunione della Chiesa;
Per essere Pastore secondo il cuore di Dio (cfr Ger 3,15) occorre un profondo radicamento nella viva
amicizia con Cristo, non solo dell’intelligenza, ma anche della libertà e della volontà, una disponibilità
incondizionata a condurre il gregge affidato là dove il Signore vuole e non nella direzione che,
apparentemente, sembra più conveniente o più facile.
Per questo alla base del ministero pastorale c’è sempre l’incontro personale e costante con il Signore, la
conoscenza profonda di Lui, il conformare la propria volontà alla volontà di Cristo.
Diaconia
Empatia
Cura di se stesso
L'amore del prossimo radicato nell'amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche
un compito per l'intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa
particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità.
Il termine amministrare
• Abbiamo bisogno di adoperare i mezzi materiali per raggiungere i nostri obbiettivi e non possiamo
fare a meno.
• Un programma che non tiene conto di questa realtà non è un vero programma.
Personalita’
E’ il bagaglio di convinzioni stabili che la persona mantiene su di sé e il mondo, unite a modi tipici di
pensare e di sentire e ai comportamenti associati a queste convinzioni.
Il modello che la persona si costruisce che diviene la sua struttura di personalità è naturalmente influenzato
da diversi fattori soggettivi quali:
Il patrimonio genetico ereditato
La cultura di provenienza
La sensibilità
Le esperienze di vita (storia familiare, scuola, socializzazione, lavoro)
Esperienze traumatiche
Profilo
E’ il frutto dell’associazione dei tratti idiosincratici con particolare forme di comportamento.
Per poterlo definire è necessario:
Conoscere il comportamento della persona osservata
Conoscere i tratti temperamentali
Trarre informazioni da osservazioni dirette
Fare una valutazione su elementi oggettivi
TEMPERAMENTO E CARATTERE
Temperamento
Si intende l’insieme delle tendenze innate, dell’individuo a reagire agli stimoli ambientali con
determinate modalità anziché altre.
Queste modalità secondo Kernberg sono:
L’intensità
La frequenza
La soglia
Che hanno soglie di tipiche di attivazione delle emozioni positive e dei sentimenti di piacere come quelle
dolorose e delle risposte aggressive.
Thomas e Chess negli anni 60, in base a delle loro osservazioni sui bambini li hanno definiti:
Facili, sono caratterizzati da ritmi regolari nelle diverse funzioni biologiche, reazioni positive nei confronti di
nuovi stimoli, facile adattamento ai cambiamenti,umore positivo.
Difficili, presentano ritmi biologici irregolari, reagiscono negativamente di fronte a nuovi stimoli, con
comportamenti di ritiro, si adattano con difficoltà ai cambiamenti, umore instabile e si abbandonano a
manifestazioni emotive negative.
Lenti si distinguono per reazioni adattive lente, per il bisogno di facilitazione dell’ambiente
Carattere
E’ il “modo abituale , costante e globale, proprio di un individuo, di reagire all’ambiente sociale in cui si
trova inserito. Il carattere consente di differenziare un individuo e di distinguerlo dagli altri, come un
marchio o un segno inciso nella sua personalità.”
Klages afferma: “ il carattere è dato da una sua particolare natura e struttura di elementi, nella differente
proporzione dell’istinto di affermazione e di abnegazione, all’interno delle singole personalità.
Per Spranger il carattere è la “diversa attitudine assunta dalla persona, di fronte a valori, quali quello
estetico, economico, politico, sociale, religioso. Il carattere si struttura gradualmente nel corso della vita,
sotto l’influsso di fattori ambientali(famiglia, educazione, stato sociale), i quali operano modificando le
tendenze iniziali di partenza: esso non è un fattore
biologico, ereditario o culturale, bensì la risultante di essi.”
P. Mounier nel suo libro “Il trattato del carattere” fissa alcuni punti stabili.
1. Non esiste un tipo caratteriale puro, la realtà della psiche umana è ben più profonda e complessa
da essere etichettata;
2. I tipi hanno una valore statistico, rappresentano la media, pertanto non valgono per tutti i soggetti;
3. I tipi non sono cristallizzazioni stabili, ma dinamici.
E. Wood ha affermato “ il carattere è lo stampo o impronta dell’animo espressa nella vita, il carattere è
l’uomo, e la sola cosa per lui, che può essere definita progresso, consiste nel suo sviluppo”.
CARATTERIOLOGIA
E’ necessaria conoscerla, perché:
Permette una più chiara conoscenza delle nostre possibilità e attitudini
Porta ad una migliore comprensione degli altri, favorendo un più valido adattamento sociale.
CARATTERE E AMBIENTE
Il carattere è sensibile agli influssi ambientali, è dinamico, plastico.
I fattori che influiscono sul suo cambiamento sono:
Educazione familiare
Educazione scolastica
La classe sociale
Le esperienze di vita
L’apertura alla grazia
La professione
FATTORI INFLUENZANTI
La struttura ed il clima familiare che si respira
La perdita di uno dei genitori o di entrambi incide negativamente sulla struttura dell’Io e
sull’impostazione caratteriale
Un’educazione autoritaria crea bambini passivi e dipendenti, con aggressività rimosse e tratti
ansiosi e ossessivi
Un’educazione troppo gratificante, favorisce tratti egoistici, con eccessiva sicurezza di sé
opposizione e turbolenza.
L’abitare in grandi agglomerati urbani, può provocare tensione, ansia, isolamento e vuoto.
L’abitare in grandi comunità, può provocare tensione, ansia, relazioni superficiali.
Il ruolo sociale ricoperto incide sulla formazione del carattere.
Il ruolo è un modello organizzato di condotte relative ad una certa posizione dell’individuo in
un insieme interagente.
I ruoli possono essere:
Primari
Secondari
Dominanti
Occasionali
Marginali
Prescritti
Libera scelta
Affinchè l’adulto assuma un ruolo deve aver raggiunto una sufficiente maturità, sicurezza e autonomia,
altrimenti rischia di degradarsi da persona a personaggio, sotto la spinta dell’abitudine e del conformismo.
Ci si concentra sull’apparire e non sull’essere.
Si favoriscono comportamenti desiderabili anche se distanti dal vero se.
Si ha una frammentazione dell’identità.
La risonanza o ripercussione è data dalla durata dell’effetto della reazione che l’individuo ha di fronte a
fattori che impressionano la sua psiche.
La Senne definisce i tipi primari, le persone dalle reazioni che durano solamente per il primo momento,
sono effimere e fugaci.
La tendenza primaria può essere sorgente di instabilità generale, ma di vivacità. (Impulsivi)
La tendenza secondaria caratterizza l’individuo per lo strascico delle impressioni ricevute, che non riescono
a dissolvere, scavando solchi profondi e lasciando impronte incancellabili. (Riflessivi-depressi)
Dalla combinazione delle coppie di elementi antitetici si passa alla costruzione di otto tipi caratteriali,
ciascuno dei quali è formato da una triade di elementi fondamentali diversi.
COLLERICO
Si riferisca ad una persona simpatica, piacevole, cordiale e gaia, piena di vivacità e generosa, disponibile ad
aiutare gli altri, con una grande capacità di lavoro e dinamicità, e che fa le cose con entusiasmo.
Molto socievole, desidera comunicare, chiaccherare, comandare, essere alo centro dell’attenzione.
Si interessa alla politica, crede nel progresso, trasmette il suo entusiasmo, ottimo oratore, impetuoso e
trascinatore.
Ottimista, con il gusto della tavola, ama il divertimento, sa assaporare il meglio dalla vita.
Fragilità: Impulsività, volubilità, suscettibilità ed eccitabilità, a volte manca di misura, gusto e tatto.
Nel lavoro mostra incostanza e dispersione delle forze.
Personaggi illustri: Carducci, Danton, Victor Hugo
PASSIONALE
Questo tipo di persona è stato nominato:
“l’uomo della tensione”, “l’ambizioso che realizza”. Vive una tensione estrema che anima e sospinge la
persona, tutta l’attività è concentrata su un fine unico.
Ha un profondo senso di grandezza, è capace di rinunciare ai beni materiali e sacrificare ogni bene per il suo
ideale.
Personaggi illustri: Dante Alighieri, Lev Tolstoj, Michelangelo, Beethoven, Pascal, Descartes, Napoleone,
Cardinale Richelieu, Luigi XIV.
NERVOSO
E’ una persona volubile, alla ricerca della novità, del piacere e del divertimento. E’ un soggetto instabile,
egocentrico, vanitoso, ha sempre bisogno di mostrare qualcosa di se, di fare colpo, ed è alla continua
ricerca di nuove emozioni. Abbellisce la realtà, fugge nell’immaginazione e nei sogni.
Non ama il lavoro metodico e assiduo, soprattutto quando gli viene imposto.
Lavora irregolarmente e solo per quello che gli piace, spesso nelle ore notturne. Può fare ricorso a sostanze
eccitanti per superare la noia e la monotonia.La sua interiorità si manifesta con delicatezza, sensibilità,
intuizione artistica, amore per la natura. E’ attratto dal bello ed ha una vena artistica.
Personaggi illustri: Chopin, Gaughin.
SENTIMENTALE
E’ una persona meditativa, introversa, chiusa, melanconica. Davanti alle difficoltà della vita si rifugia nel
passato, estraniandosi dal mondo.
E’ una persona retta e onesta, per niente ambizioso, che sa comprendere gli altri.
Fragilità: la suscettibilità che diviene dall’eccessiva sensibilità, ombrosa, scontrosa, permalosa, è una
persona difficile con cui andare d’accordo, può perdonare ma non dimentica.
SANGUIGNO
E’ una persona estroversa, con grande spirito pratico, chiaro con un senso organizzativo.
E’ acuto, vivace, spiritoso e scettico. Si adatta facilmente alle circostanze, alla realtà e sa manovrare gli
uomini, rivelandosi un abile diplomatico.
Detesta i grandi sistemi ed è attratto a problemi di ordine pratico.
E’ una persona piena di iniziative, intraprendente, realista e coraggiosa.
Ha successo in ambito sociale, apprezza la vita mondana, in politica appare tollerante e liberale.
Fragilità: opportunismo, tendenza a speculare sugli altri, ad approfittare dello circostanze, molto scettico e
cinico.
Personaggio illustre: Charles Maurice Talleyrand - Perigord
FLEMMATICO
Questo tipo di persona si caratterizza per il suo comportamento regolare, il suo umore uguale e riservato.
E’ preciso, obiettivo, puntuale, equilibrato, paziente, solitamente freddo e impassibile.
Ha un forte umorismo che vivacizza spesso la sua figura paragonata al popolo inglese.
E’ caratterizzato dalla sua razionalità.
Ha un comportamento rispettoso nei confronti della legge.
La religione ha un valore morale. E’ una persona calma, ragionevole, padrona di sé, perseverante e tenace,
che ottiene buoni risultati nel lavoro.
E’ poco affettuoso ed espansivo nel rapporto con gli altri, poco sensibile e comprensivo.
Personaggi illustri: Kant, Darwin, Washington.
AMORFO
E’ una persona che ha bisogno di un appoggio esterno, è pigro e tende a diventare dipendente.
Prova un grande vuoto interiore.
Non ha personalità, non prende iniziative personali, nel rapporto con gli altri appare docile, conciliante e
passivo.
I suoi sentimenti non sono profondi, non si accende a grandi ideali e né rimpiange di averne.
Personaggio famoso Jean La Fontaine
APATICO
E’ inerte chiuso, vive in disparte come se fosse separato da un muro. E’ un soggetto raggomitolato su se
stesso, senza vita interiore, triste e taciturno.
Conduce una vita senza gioia, luce ed entusiasmo.
Ama la solitudine ed è del tutto indifferente alla vita sociale, in preda alla pigrizia e alla passività.
Personaggio famoso Luigi XVI
PROFILI PSICOLOGICI
Fondamenti identitari
Quali sono le caratteristiche psicologiche , trasversali ad ogni persona, che ci inducono a pensare che la
persona è matura ed equilibrata?
Quali sono i tratti caratteriali dalla cui non si può prescindere, prima di affidare un ruolo?
Quali profili psicologici spirituali per i ruoli di:
Superiore/a
Formatore/rice
Amministratore/economa
Insegnante
Servizi alla persona (disabili, anziani, giovani con disagio)
Animatrici vocazionali
Dalla maschera si passa al personaggio. Dal personaggio si passa alla persona - uscendo dalla scena.
Questa testimonianza storica è tanto eloquente. Rappresenta bene il filo di Arianna che l'uomo si porta
dietro uscendo dal teatro, il debito immenso che ha nei confronti di quest'arte per quanto riguarda la
conoscenza di sé. Sembra quasi che la persona si veda veramente bene solo da una platea. Che il
personaggio si comprenda sinceramente solo quando indossa una maschera - che paradossalmente lo
purifica dall'esagerazione controllata e finta del volto (seduzione dello sguardo), restituendoci quello stesso
personaggio ma tanto più vivo, tanto più adamantino e tanto più vero.
SPUNTI DI RIFLESSIONE
La prima cosa che notiamo da questa definizione è la difficoltà di definire ciò che è della persona da ciò che
appare.
Per capire chi ci sta davanti dobbiamo parlare con lei ma anche osservarla nei diversi contesti in cui vive,
perché ogni ambito parla di lei, quindi è necessario che ci sia chi ha una visione complessiva della persona
per cogliere l’armonia o le disarmonie.
E’ necessario distinguere ciò che è autentico, consapevole, posto sotto la volontà della persona, dai
condizionamenti personali, delle tappe formative, del ruolo.
Equilibrio
nel linguaggio scientifico, stato fisico di un sistema nel quale non intervengono cambiamenti se non
per cause esterne: equilibrio statico, dinamico ‖ equilibrio termico, quello di un sistema le cui parti
si trovano alla stessa temperatura ‖ equilibrio biologico, rapporto quantitativo costante tra le varie
specie animali e vegetali in una data regione
Stabilità di un corpo sia fermo che in moto: perdere l'equilibrio; tenersi in equilibrio ‖ senso
dell'equilibrio, controllo della posizione e del movimento del corpo nello spazio
Figurativo, Situazione in cui nessun elemento prevale sugli altri Sinonimo: bilanciamento: equilibrio
politico, finanziario; proporzione, equa distribuzione fra le parti: equilibrio dei volumi di un edificio
Figurativo, Senso della misura, capacità di valutare obiettivamente Sinonimo: equanimità: mostrare
equilibrio nel giudizio
Persona equilibrata
Cosa ci si aspetta dalla persona equilibrata?
Che sappia fare le scelte in modo obiettivo
Che non si sbilanci con se stesso, con gli altri
Che sappia contenere gli impulsi, istinti
Che sappia fare discernimento
Che sappia evolversi nel tempo, nelle relazioni, nel ruolo
Che non si attacchi a nulla(potere, ruolo, servizio, persone)
Che l’ideale infinito, irraggiungibile, prevalga sempre sull’umano limitato.
MATURO
1 Si dice di pianta o frutto, giunto al suo completo sviluppo
2 Di persona in età pienamente adulta
3 . Di persona che è nella pienezza delle sue qualità intellettuali e morali
Che ha raggiunto un livello di sviluppo intellettuale e morale adatto a un determinato fine
4 fig. Che è giunto alla voluta condizione, al naturale compimento
5 fig. Ponderato, studiato minutamente
MATURITA’
Per maturità si vuole intendere l'età alla quale un individuo si considera fuori dalla fase infantile e,
avendo terminato il processo adolescenziale, si definisce adulto.
No
Tipologie dell’attacamento
ATTACCAMENTO SICURO
MADRE: sensibile alle richieste e ai segnali di disagio del bambino
BAMBINO: equilibrio tra vicinanza ed esplorazione; sicurezza interna e fiducia. Mostra segni di disagio alla
separazione, ma al ritorno della madre si lascia consolare
ATTACCAMENTO INSICURO-EVITANTE
MADRE: insensibile ai segnali del bambino; rifiutante sul piano del contatto fisico
BAMBINO: non ha fiducia in una risposta adeguata da parte della madre; distacco, evitamento del contatto.
Eccesso di autonomia; indifferenza alla separazione
ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO
MADRE: dominata da esperienze traumatiche irrisolte, non risponde alle richieste del bambino
BAMBINO: non dispone di strategie stabili. Comportamenti contradditori, azioni mal dirette, stereotipate e
asimmetriche, congelamento, immobilità, disorientamento
La teoria dell’attaccamento ipotizza la continuità dell’attaccamento nel tempo, grazie alla creazione di
modelli mentali delle figure affettive e di Sé, che funzionano come prototipo per le relazioni successive
Sicuro
• Figura di attaccamento : disponibile e rispondente in modo coerente.
• Sé : senso di essere degno di amore, certezza che le proprie esigenza avranno uno spazio e una
risposta
Insicuro
• Figura di attaccamento : non disponibile alle richieste, ostile, rifiutante,
• Sé : senso di non essere degno di amore; incapacità di esprimere le emozioni in modo appropriato
Sviluppo sociale
La dimensione sociale è importantissima perché fa rilevare l’emergere delle competenze cognitive e
affettive.
Lo sviluppo sociale osserva come il bambino si relaziona e interagisce con gli altri bambini.
Quali sono gli schemi comportamentali, i sentimenti e gli atteggiamenti prevalentemente presenti nel
bambino.
Il bambino successivamente all’acquisizione della consapevolezza di sé inizia a prendere conoscenza degli
altri.
I criteri della conoscenza degli altri sono:
Familiarità
Immagine mentale
Stabilità
Emozioni
DAL SE’ AGLI ALTRI
Il bambino inizia a costruire la sua identità quando:
Acquisisce spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso di inferiorità
Svolge attività autonome
Prende gusto dalla competizione
Teme il giudizio
Presta attenzione al ruolo
Lo sviluppo morale
I criteri che guidano lo sviluppo di una persona sono:
La comprensione delle regole e dei valori
Le norme sociali
La cultura di appartenenza
La distinzione del bene dal male
La norma morale si apprende attraverso un processo che coinvolge tre dimensioni fondamentali:
1. Affettiva – emotiva
2. Guida per la condotta
3. Conoscenza delle norme
Il sistema affettivo-emotivo
Fa riferimento al sentire della persona nei casi in cui rispetta o viola la norma.
La persona può provare:
Colpa
Imbarazzo
Vergogna
Paura nel caso in cui ha operato male
Orgoglio
Soddisfazione
Autostima
Quando il Super-Io è saldo e coerente tanto più forte sarà l’adesione alle norme sociali.
Il secondo punto è la guida della condotta, che prescrive comportamenti socialmente desiderabili, e ne
proibisce o sanziona altri.
I bambini acquisiscono le regole per imitazione e osservazione di modelli proposti dalla famiglia e di tutte le
agenzie educative e televisive con cui entrano in contatto.
Il terzo aspetto della morale riguarda la conoscenza delle norme che rende possibile comprendere o non i
significati espliciti o impliciti.
Questo aspetto è connesso allo sviluppo delle competenze intellettive, che permette di valutare.
Il ragionamento morale
Ogni evento subisce la valutazione dei processi cognitivi che selezionano, gerarchizzano, categorizzano e
differenziano la realtà in base al significato morale che la persona attribuisce all’azione.
Bambini rifiutati
Sono dominati o aggressivi, manifestano comportamenti di minaccia con movimenti bruschi e disordinati,
attività instabili, scarsa concentrazione, interventi disorgannizanti le attività altrui, accompagnato da
aggressioni fisiche che provocano pianto negli altri.
I bambini aggressivi hanno competenze sociali ridotte nel rapporto con i coetanei, che generano rifiuto e
problemi di adattamento nel futuro, difficoltà di apprendimento, abbandono scolastico e comportamenti
antisociali.
Nella preadolescenza e adolescenza le relazioni con i pari risentono delle esperienze precedenti, al
contempo servono da confronto e fungono da sostegno e supporto all’autostima.
Durante l’adolescenza i coetanei appartengono a gruppi formali e informali, per impegni ludici, personali o
sociali e vengono investiti da forti valori di fedeltà e intimità.
LE RELAZIONI DI AMICIZIA
L’amicizia favorisce i comportamenti prosociali, facilità la cooperazione ed in caso di conflitto aiuta ad
appianare le incomprensioni.
I bambini popolari, sono capaci di avere amici sono anche prosociali, orientati al bene comune e capaci di :
Conservare,
Migliorare
Proteggere
Preservare il benessere e l’integrità altrui.
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
Le ultime ricerche hanno fatto rilevare che le condotte aggressive si mettono in atto quando sono presenti:
carenze nei processi empatici di condivisione affettiva di stati emotivi,
quando vi è una maggiore ricerca di affermazione di sé nella relazione con i coetanei
Carenze di abilità sociali che emergono nella relazione con i pari
Bambini rifiutati
PROFILI DI PERSONALITA’
IL/LA SUPERIORE/A
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Laurea
ESPERIENZE DI SERVIZIO/LAVORO
Gestione delle risorse umane
Coordinamento di progetti
Direttore
Imprenditore
Vicaria
Responsabile della formazione e formatrice
ESPERIENZE DI SERVIZIO/LAVORO
Coordinamento di interventi formativi
Gestione delle risorse umane
Animatore di gruppi giovanili
RESPONSABILE AMMINISTRATIVO
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Master in Economia aziendale
Master in marketing
Laurea in economia e commercio
Diploma in ragioneria
Consulente del lavoro
ESPERIENZE DI SERVIZIO/LAVORO
Aver praticato da un dottore commercialista
Aver gestito dal punto di vista economico una comunità, un servizio, una struttura
Avere fatto l’economo di una associazione
Avere promosso campagne di fund raising
DIRETTORE/ACCOMPAGNATRICE SPIRITUALE
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Laurea in Teologia
Dottorato in spiritualità o licenza o master
Licenza in morale
Corso di counselor o master in psicopedagogia e formazione per la vita consacrata
Corso in progettazione di esercizi spirituali
Corso in discernimento vocazionale
Conoscenza dei movimenti ecclesiali e delle diverse spiritualità
Seguire un corso di esercizi ignaziani di una settimana all’anno ed ogni cinque anni fare l’intero mese
Partecipazione ai convegni di aggiornamento spirituali
ESPERIENZE DI SERVIZIO/LAVORO
Padre spirituale del seminario
Accompagnatrice delle novizie
Cappellano universitario
Docente di spiritualità
Assistente di qualche movimento ecclesiale
Essere inseriti in un proprio cammino di spiritualità (carmelitano, ignaziano, francescano, benedettino, ecc)
Fragili e perseveranti
Le ricerche dimostrano che: chi ha abbandonato, preferisce dimenticare, non ritornare a vivere momenti
difficili, scelte dolorose, in attesa che il tempo rimargini le ferite.
Pag 23: Il calo numerico degli istituti religiosi di questi anni è notevole.
Dal 1965 al 2005 da 329.799 si è arrivati a 214.903, sono diminuiti di 114.896 , -34,8%.
ANALISI
La crisi numerica della vita religiosa non sembra corrispondere ad una crisi più generale della confessione
cattolica nel mondo, pag24.
In Europa vive ancora il 40,4% dei religiosi, in America il 29,2%, pag 27.
Dal 1971 al 2012 i membri degli istituti religiosi di diritto pontificio maschili sono calati globalmente del
27,5%.
L’Europa è il continente in crisi numerica più grave, seguito dall’Africa e l’Oceania. L’Asia ha assistito ad un
aumento. Anche l’America ne ha risentito.
Dal 1971 al 2012 si rileva il -23,6% di sacerdoti religiosi ed il -47% di laici religiosi.
Nei lavori del 66° Conventus Semestrali dell’Unione Superiori Generali sul tema :
Pag 39
Instabilità affettiva
Crisi di fede
Depressioni
Il profilo è di persone ordinate a 28 aa e con tredici anni di ministero, che al momento della dispensa hanno
50 anni, a che hanno atteso dieci anni prima di chiederla.
Il 50,2% sono già sposati civilmente, il 14,5% sono conviventi, il 35,2% vivono da soli.
Un certo numero di sacerdoti sposati fa pressione sulla Chiesa per essere ammesso al sacerdozio senza
abbandonare il nuovo stato di vita.
Tra il 2000 ed il 2004, dei 1076 sacerdoti che ogni anno lasciano il ministero 554 chiedono la dispensa, dei
522 restanti ogni anno 74 chiedono di essere nuovamente ammessi al ministero sacerdotale.
In America si ha:
Argentina – 45,9%
Messico + 35,6%.
India 507,2%
Vietnam 183,6%
Olanda -76,2%
Belgio -69,2%
Francia -64,7%
Polonia + 6,6%
Germania -71%.
In Germania incluse le contemplative le donne sotto i 65 anni sono scese da 18867 a 5686 -69,86%.
In Germania il numero di religiose di vita attiva sotto i 55 anni è passato da 2467 a 1934 con una
diminuzione del 21,6%.
Al 2005 per ogni suora al di sotto dei 55 anni vi erano 16 suore al di sopra.
L’Annuarium Statisticum Ecclesiae del 2012 registra 3119 uscite dagli istituti di diritto pontificio di professe
temporanee e perpetue.
Cause di abbandoni
Una delle cause principali del calo subito sia dagli ordini maschili che femminili è ascritta alla crisi valoriale
della vita consacrata in se stessa.
Le domande da porsi sono tante, perché vi sono persone consacrate che ad un certo punto della loro vita
entrano in crisi? Per quali motivi? Queste crisi sono talmente insanabili da sfociare nell’abbandono della
vocazione iniziale scelta consapevolmente? Quale è stata l’incidenza del contesto in cui le crisi sono
maturate? Crea ha indagato le incidenze dell’ambito comunitario sulle tensioni delle persone che non
perseverano ed ha visto che è la questione della libertà personale a costituire il cuore stesso del tema della
perseveranza.
La dimensione della fede vissuta, quale responsabilità personale nella propria storia, nel rapporto con Dio e
con la Chiesa.
Burgalassi sociologo, nella sua analisi ha riscontrato le seguenti cause: Pag 75.
Difficoltà di ordine relazionale, con i superiori e con i fedeli, dovute in parte alle riforme canoniche;
Difficoltà di ordine spirituale, relative soprattutto all’obbedienza più radicale e alla castità nella
dimensione celibataria;
Difficoltà di ordine psico-medico, derivanti da eventuali scompensi generali, determinati dal rifiuto,
conscio o inconscio, del tipo di precetti e di rapporti ecclesiastici;
La mancanza di una relazione profonda con Dio e quindi un cuore pieno del suo amore
L’incapacità di vivere la misericordia come dimensione costante verso se stessi e verso gli altri
Una forte immaturità ed una identità non autonoma e fragile, mancanza di equilibrio personale.