Sei sulla pagina 1di 5

TEMA D’ ITALIANO Simone Gardella Traccia 3

Non c'è dubbio che la globalizzazione oggi sta ridisegnando i


confini del mondo e facendoli sparire sempre di più. Marshall
Mc Luhan è stato il primo a prevedere l'impatto dei media sulla
riduzione della distanza geografica.

Il mediatore di massa ha coniato il termine "villaggio globale"


nel 1964. Ha immaginato una dimensione in cui, grazie al
potere della tecnologia, la globalità che sembrava essere un
simbolo di eccellenza ed eterogeneità fosse racchiusa in un
guscio. Naturalmente, la compressione della realtà è avvenuta
per molti anni ed è il risultato di un lungo processo, che ha
avuto origine nel XVIII secolo, quando termini come
capitalismo e modernizzazione iniziarono ad apparire in molte
parti del mondo, accompagnati da cambiamenti scientifici e
tecnologici. La scoperta arricchisce i colori del mondo. Una
città di fabbriche grigie apre allo stesso tempo nuove
possibilità e orizzonti più ampi. Il trasporto dai treni alle auto
agli aeroplani moderni rende i viaggi più facili e rende più
facile per molte persone esplorare ogni angolo della terra. A
livello virtuale, i mass media giocano lo stesso ruolo. Ora,
basta accendere la TV o connettersi a Internet, puoi trovare la
posizione che desideri in un batter d'occhio.

Dal 1954 (anno in cui la televisione è apparsa per la prima


volta nelle case italiane), il potere delle immagini è entrato in
gioco, cambiando completamente le capacità cognitive di tutti
noi. Da quel momento lo schermo televisivo è diventato una
finestra sul mondo, che è un mezzo multifunzionale che ci
collega con il resto del mondo, e in questo modo ci fornisce
informazioni e intrattenimento.
Le notizie in tempo reale ci consentono di partecipare a eventi
globali in una certa misura. La scena della scena portata a noi
dal tubo catodico ci ha fatto vivere attacchi terroristici,
tsunami, esplosioni e una partecipazione sempre più emotiva.
La pressione di un interruttore è sufficiente per garantire che
gli stessi eventi che ci hanno toccato così da vicino di momento
in momento ai nostri occhi non esistano più.

Quindi, in un certo senso, possiamo essere certi che la


televisione è il collante tra i vari segmenti che compongono il
mondo e, finché continua ad esistere, può garantire una certa
coesione che non può essere soppressa.
Certamente la televisione, e più in generale l’industrializzazione
ha portato anche cose negative alla società come può essere per
parte delle persone un distaccamento dall’ interazione con il
mondo esterno. È vero che a livello globale la tv ha permesso
una coesione maggiore data la sua rapidità nell trasmettere
informazioni,ma è ance vero che un individuo che già possiede
tutta la conoscenza che desidera grazie all avvento di internet
tenderà sempre meno a uscire per scoprire cose nuove del
mondo. Molte persone smettono di viaggiare perché con un
semplice click , come illustrato prima nei punti di forza dell’
industrializzazione all’ interno della globalità,possono scoprire
com’è il paesaggio in California o che temperatura possiamo
trovare a Mosca. Altrettante persone hanno smesso di
acculturarsi, di andare in biblioteca o di sfogliare qualsiasi libro,
perdendo magari valori e gusti che pian piano andranno
purtroppo verso un decadimento.
Tutta l’industrializzazione del nostro secolo ha portato in molte
più persone un sentimento di solitudine, dove si guardano solo
le tecnologie del momento e non godendosi il bello ,per
esempio, di un tramonto perché si è troppo impegnati a
fotografarlo solo per condividerlo con quella manciata di
persone che ci seguono sui social e di cui spesso non
conosciamo nemmeno il volto. Molti individui tendono anche a
isolarsi, naturalmente, poiché magari si sentono in una società
che non li rappresenta. La solitudine causata dalla mancanza di
affetti, poiché non tutte le persone che si incontrano fanno del
“bene”, anzi spesso cercano di approfittare il più possibile e
ovviamente questo fa perdere la fiducia nelle persone. Altro
fattore da non sottovalutare è la presenza ancora oggi nel 2020
dei pregiudizi e degli stereotipi che ti portano a farti domande
interiori molto logoranti come ad esempio il senso della propria
vita, solo perché a magari un età adulta non si ha lo standard di
vita perfetta con un lavoro stabile e dei figli. Sempre più
persone ormai sono vittime di solitudine e spesso nemmeno
amici e parenti riescono a notare queste cose, arrivando così a
veri e propri desideri di autolesionismo e di rifiuto per qualsiasi
aiuto esterno. In questo periodo storico in cui viviamo la
solitudine interiore è sempre dietro l’angolo visto che stiamo
affrontando una pandemia globale e questo porta e persone a
segregarsi nelle proprie case , illudendo di essere in compagnia
e di non sentirsi soli ma interiormente il nostro animo non ha
quei contatti e quell’ affetto che servirebbe per colmare il vuoto
costituito dalle varie zone rosse a cui siamo permanente
sottoposti. Purtroppo la solitudine viene resa anche possibile
dalle tecnologie, qualsiasi persona con entrate economiche, o
per i più giovani , con chi riesce a dare sostegno economico
potrebbe permettersi di mangiare, fare la spesa, passare il
tempo e fare migliaia di azioni solo con l ausilio di un computer
o di un qualsiasi telefono. La disponibilità di internet per quasi
tutte le famiglie non è per forza un male poiché per chi
comunque vuole approfondire alcuni argomenti per il suo
bagaglio culturale personale ha solo bisogno di un motore di
ricerca e un qualsiasi telefono. Naturalmente questo nella
società un po’ più lontana dalla nostra accadeva quasi mai,come
mi raccontava sempre mio nonno negli anni 50 la tecnologia era
praticamente assente e per passare il tempo doveva trovarsi
con i suoi amici fuori dopo la scuola,ma non esistevano i
cellulari e i messaggi rapidi quindi era un bussare porta dopo
porta e pregare che i genitori lasciassero uscire i suoi amici,
questo fa riflettere di come la solitudine a quel tempo era meno
rispetto all’ era tecnologica e digitale in cui viviamo, negli anni
50 ci si trovava ad esempio in chiesa o a scuola o al mercato di
paese, niente playstation o telefono e questo portava ai ragazzi
di quel tempo di godersi la vita senza pensare se una persona a
smesso di seguirti su instagram o senza preoccuparsi delle
insulse e insignificanti spunte blu di whatsapp.
A parer mio tutta questa industrializzazione ha permesso uno
sviluppo in termini di società globale che ci permettono di
informarci su molte cose e prevenire la falsa informazione che
magari poteva avvenire tempo fa da un continuo “telefono
senza fili”. D’altro canto tutta questa unione,nel profondo dell’
animo di un singolo individuo,porta una sorta di solitudine in cui
tu sei sommerso da persone che allo stesso tempo ti rendono
“vuoto”, non hai esperienze che ti fanno amare le bellezze della
natura o anche solo di un pomeriggio passato in compagnia

Potrebbero piacerti anche