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All content following this page was uploaded by Mario Di Fiorino on 26 December 2013.
PSICOEDUCAZIONE
NEL DISTURBO BIPOLARE
Capitolo 1: Introduzione.................................................................................................................00
7
Capitolo 2
I QUADRI CLINICI DEL DISTURBO
9
a “pensare meglio”,
a “pensare è piùè spregiudicato
meglio”, e conosce
più spregiudicato persone
e conosce personefacilmente; questi
facilmente; periodi
questi si si
periodi
soffre
alternanodia Disturbo
fasia in
alternano fasicui Bipolare
inquella
cui stessa
quella ha persona
periodi
persona
stessa si in
si sente cui
più
sente piùè svogliata,
più attivo,
svogliata, energico,
senzasenza
energie, e in e
pigrapigra
energie,
cui lavora
rallentata. Nondisempre,
più, hainmaggiori
questa attività
alternanza sociali,
di fasi, riesceun’evidente
si riscontra a concentrarsi
variazioneoa
rallentata. Non sempre, in questa alternanza di fasi, si riscontra un’evidente variazione
“pensare meglio”, è più spregiudicato e conosce persone facilmente;
del tono dell’umore
del periodi
tono (tristezza
dell’umore o euforia),
(tristezza in effetti è spesso più appropriato parlare di
questi si alternano ao fasi
euforia), in effetti
in cui quellaè spesso
stessapiùpersona
appropriato
siparlare
sentedi
episodi
più di “eccitamento”
svogliata,
episodi senza eenergie,
di “eccitamento” di “rallentamento”.
pigra e rallentata. Non sempre, in questa
e di “rallentamento”.
alternanza di fasi, si riscontra un’evidente variazione del tono dell’umo-
re (tristezza o euforia), in effetti è spesso più appropriato parlare di
episodi di “eccitamento” e di “rallentamento”.
Figura
Figura 1:1:Rappresentazione
Rappresentazione schematica
schematica delle oscillazioni
delledelle
oscillazioni del tono del tono dell’umore
dell’umore tramite le le
Figura 1: Rappresentazione schematica oscillazioni del tono dell’umore tramite
tramite le oscillazioni di un pendolo (oscillazioni fisiologiche e instabilità
oscillazioni di undipendolo
oscillazioni
affettiva) (oscillazioni
un pendolo fisiologiche
(oscillazioni e instabilità
fisiologiche affettiva)
e instabilità affettiva)
Figura 2: Rappresentazione
Figura schematica
2: Rappresentazione delledelle
schematica oscillazioni del tono
oscillazioni dell’umore
del tono tramite
dell’umore le le
tramite
Figura 2:
oscillazioniRappresentazione
di undipendolo schematica
(fase(fase
depressiva delle
e fase oscillazioni
maniacale) del tono dell’umore
oscillazioni un pendolo depressiva e fase maniacale)
tramite le oscillazioni di un pendolo (fase depressiva e fase maniacale)
10 5 5
Gli episodi di malattia
Schematicamente si può dire che il Disturbo Bipolare è caratterizzato
da periodi (episodi affettivi) in cui l’umore, l’energia e le modalità di pen-
siero cambiano radicalmente rispetto a quello che è il normale carattere
della persona. Queste fasi possono insorgere spontaneamente o possono
essere facilitate da eventi vitali stressanti, ad ogni modo l’intensità della
sintomatologia è sproporzionata rispetto all’evento scatenante. Gli epi-
sodi affettivi possono essere curati con i farmaci, se non vengono trattati
durano di più e possono anche cronicizzare, lasciando dei sintomi parti-
colarmente resistenti ai trattamenti successivi. Una terapia di manteni-
mento può in gran parte prevenire l’insorgenza di nuovi episodi.
11
settimana, con sintomi lievi (scarso appetito, insonnia, difficoltà di
concentrazione), talvolta l’esordio può essere brusco.
La depressione è uno stato dell’umore diverso da una fisiologica re-
azione ad un evento negativo; tutti siamo tristi se capita qualcosa di
brutto, ma la tristezza ha una durata limitata nel tempo e la disgrazia
viene mano a mano superata. La depressione è differente: anche se la
fase depressiva può essere agevolata da un evento negativo (ad esem-
pio un lutto o difficoltà intercorrenti) il quadro clinico finisce per svin-
colarsi da quello che è successo, diviene autonomo, con una gravità
non proporzionale al fatto intercorso.
Contrariamente a quello che si può pensare non sono le esperienze
di vita che causano un episodio depressivo, piuttosto gli eventi di vita
rappresentano dei fattori stressanti che agiscono su individui genetica-
mente predisposti alla malattia, ma se non si ha una suscettibilità ge-
netica il disturbo non compare. Gli eventi stressanti non sono la causa
della malattia, sono occasioni, se non ci fossero stati quelli ce ne sareb-
bero potuti essere altri. Che gli eventi siano aspecifici fonti di stress, e
non “la causa” della depressione, è anche confermato dal fatto che non
sempre un episodio depressivo è preceduto da circostanze negative;
frequentemente la depressione emerge dopo una buona notizia (la na-
scita di un figlio, un matrimonio, una promozione in ambito lavorativo).
Sebbene positivi questi avvenimenti possono comunque dare al sogget-
to un forte stress e facilitare uno scompenso depressivo.
Spesso (vedi a seguito) la fase depressiva segue ad un episodio di
eccitazione, in effetti la maggior parte delle persone con Disturbo Bi-
polare non ha episodi di depressione e di mania, ma “cicli”, in cui alla
cessazione di una fase di eccitazione/agitazione segue rapidamente la
comparsa di un episodio depressivo.
Durante i periodi di depressione le persone non devono prendere deci-
sioni importanti, perché inevitabilmente viziate dalle condizioni di umore
alterato: ad esempio un marito, sentendosi triste, freddo e distante, po-
trebbe allontanarsi dalla moglie, oppure un individuo assillato da pensieri
di rovina economica potrebbe decidere di vendere le sue proprietà.
Un depresso dovrebbe essere sempre assistito dai familiari; un buon
sostegno è infatti importante per impedire che la persona si senta sola
e senza speranza.
Mania- Per molti aspetti la mania è speculare e opposta alla depres-
sione: vi è un aumento delle energie, i pensieri scorrono più veloci,
l’umore è euforico, vi è una sensazione di particolare benessere. Gene-
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ralmente l’attività lavorativa si intensifica, i contatti sociali si moltiplica-
no e si ricercano maggiormente anche attività divertenti. Se queste “fasi
di accelerazione” sono lievi e il comportamento rimane organizzato si
parla di “ipomania”. Se invece i sintomi sono più intensi siamo di fronte
alla mania vera e propria: si ha la sensazione di “essere in cima al mon-
do”, si può dormire pochissimo, parlare continuamente e in modo molto
rapido, chi è in fase maniacale può risultare invadente con le altre perso-
ne o avere dei comportamenti inopportuni. Spesso la persona eccitata è
impulsiva e facilmente irritabile, se la fase è più intensa il comportamen-
to diviene caotico e il soggetto può diventare violento. Al contrario della
depressione, in cui il malato è sempre triste, svogliato e inibito, lo stato
di eccitazione maniacale è estremamente instabile; possono alternarsi
momenti “di grazia” a fasi di malumore, rabbia e aggressività.
Nello stato di eccitazione si possono compiere atti rischiosi, come
guidare in stato di ubriachezza, giocare d’azzardo, avere comportamen-
ti sessuali a rischio. L’eccessivo ottimismo, sicurezza e la fiducia scon-
finata nelle proprie capacità possono portare ad investimenti azzardati
o a spese eccessive. Si mette in atto tutto quello che passa per la testa,
senza considerare le possibili conseguenze (si dice e si fa quello che si
pensa, ma non si pensa a quello che si dice o si fa).
13
spingere il soggetto a chiedere un nuovo contatto con lo psichiatra:
ci riferiamo all’instabilità dell’umore, all’irritabilità, alla sensazione di
avere i pensieri “fastidiosamente accelerati”.
EPISODIO DEPRESSIVO
EPISODIO MANIACALE
14
di iperattività in cui però l’umore è rabbioso o scontento, oppure episo-
di di depressione accompagnati da irrequietezza e agitazione motoria,
ansia, rabbia o instabilità emotiva. Sono piuttosto comuni episodi mi-
sti caratterizzati da irritabilità, agitazione, disturbi del sonno, ansia. Di
solito l’unico sintomo di cui si è consapevoli è l’ansia, al massimo ci si
può rendere conto di essere più irritabili del solito. È piuttosto difficile
in questi casi far capire la natura del disturbo, tipicamente i soggetti
dicono di essere ansiosi o di avere gli attacchi di panico, quando si co-
munica che soffrono di Disturbo Bipolare rispondono “non è vero, io
non ho mai avuto depressione o fasi di euforia”. In realtà l’irritabilità e
l’instabilità emotiva sono il vero cardine della malattia; le manifestazio-
ni ansiose sono conseguenza di uno stato di alterazione dell’umore, ma
non sono il disturbo principale.
Altri soggetti hanno invece fasi di attivazione moderate, tipicamente
primaverili, con associate manifestazioni ansiose e crisi d’ansia. Sono
forme frequenti e devono essere curate, anche perché spesso queste
fasi “miste lievi” innescano successivi episodi di depressione.
15
Esistono vari sottotipi di Disturbo Bipolare, nel complesso circa il 5-10% del
popolazione generale soffre di instabilità del tono dell’umore.
16
1
Se si evitano le fasi di eccitazione (maniacali e miste) in gran parte si
prevengono anche le fasi depressive, se le fasi di eccitazione non ven-
gono curate anche le fasi depressive saranno più lunghe e resistenti.
Se il trattamento è adeguato si può avere una remissione completa
dei sintomi. Nel lungo termine, osservando alcune semplici regole di
comportamento e se la terapia farmacologica viene continuata, il ri-
schio di andare incontro ad ulteriori episodi è molto ridotto.
17
La consapevolezza dell’instabilità emotiva di base è di solito scarsa
o assente, giacché questa è continua e si mescola con il modo di es-
sere dell’individuo. Si riscontra sempre un’intensa reattività del tono
dell’umore, con facile entusiasmo in caso di eventi positivi e frustrazio-
ne al minimo impedimento, spesso vi è una ipersensibilità al giudizio
delle altre persone. Chi ha questa forma di Disturbo Bipolare identifica
gli sbalzi d’umore come reazioni ad eventi di vita intercorrenti, in realtà
l’umore è instabile indipendentemente da quello che succede o quanto-
meno la reattività agli stimoli ambientali è eccessiva.
Una simile instabilità dell’umore porta di solito ad una vita caotica,
con relazioni sentimentali brevi e burrascose o percorsi professionali-
lavorativi travagliati. Tipicamente le donne hanno relazioni affettive
intense, ma anche vacillanti o fugaci, spesso si sentono trascurate dal
compagno, che d’altra parte non riescono ad abbandonare per il forte
disagio a stare da sole. Nell’uomo sono invece più frequenti i comporta-
menti impulsivi, come il gioco, le spese eccessive o l’abuso di sostanze
(alcool, stimolanti, cannabis).
Frequentemente possono insorgere anche veri e propri episodi affet-
tivi; si tratta di solito di brevi fasi ipomaniacali o miste e fasi depressive
caratterizzate da sonnolenza, aumento dell’appetito e stanchezza.
Un’adeguata terapia stabilizzante è in grado di migliorare, oltre agli
eventuali episodi affettivi più manifesti, anche l’instabilità e l’iper-reat-
tività emotiva di base.
18
Molto schematicamente l’andamento del Disturbo Bipolare di una persona può esser
rappresentato su un grafico (life-chart); l’asse orizzontale segna lo scorrere del tempo
benessere: per stabilizzare i miglioramenti ottenuti e ridurre la proba-
l’assediverticale
bilità indica depressivi
nuovi episodi la direzioneo del tono dell’umore: se il soggetto è in equilibrio
di eccitazione.
Molto èschematicamente
l’umore più o meno vicinol’andamento del Disturbo
all’asse orizzontale, se è suBipolare di una
di giri sarà al di sopra, se
persona può essere rappresentato su un grafico (life-chart); l’asse oriz-
triste al di sotto. E’ chiaro che questo stratagemma è una semplificazione, ma può esser
zontale segna lo scorrere del tempo, l’asse verticale indica la direzione
del tonoutile
molto dell’umore:
provare ad se“osservare”
il soggetto l’andamento
è in equilibriodell’umore
proprio èdisturbo;
più o meno
ci si rende conto
vicino all’asse orizzontale, se è su di giri sarà al di sopra, se è triste al
meglio se la malattia ha un andamento stagionale, se alcuni eventi hanno favorito uno
di sotto. È chiaro che questo stratagemma è una semplificazione, ma
scompenso
può o se i farmaci
essere molto sono stati
utile provare ad utili.
“osservare” l’andamento del proprio
disturbo;
A seguitocivengono
si rendeillustrati
conto meglio se la malattia
due life-chart haper
“tipiche” un un
andamento sta-
Disturbo Bipolare tipo I
gionale, se alcuni eventi hanno favorito uno scompenso o se i farmaci
tipo II.
sono stati utili.
A seguito vengono illustrati due life-chart “tipiche” per un Disturbo
Bipolare tipo I e tipo II.
Figura
Figura4:4:Life
Lifechart
chartdidisoggetto
soggettocon
conDisturbo
DisturboBipolare
Bipolaretipo
tipoI I
19
Figura
Figura 5:
5: Life
LifeChart
Chart di
di soggetto
soggetto con
con Disturbo
Disturbo Bipolare
Bipolare II
II
20
Indichi come è cambiato l’umore, i fatti che sono successi in quel periodo e le terapia
che eventualmente stava assumendo. Questo esercizio le permetterà di prendere
maggior dimestichezza col disturbo, inoltre sarà molto interessante per il suo medico.
Figura
Figura 6:6: Life
Life Chart
Chart
Il problema
Il problema del suicidio
del suicidio
La depressione e ancor più il Disturbo Bipolare sono condizioni a rischio suicidario, il
La depressione e ancor più il Disturbo Bipolare sono condizioni a
suicidio è in assoluto l’evento più grave che si può verificare in un soggetto con un
rischio suicidario, il suicidio è in assoluto l’evento più grave che si può
disturbo dell’umore ed ha un impatto devastante anche sui familiari del malato. Nelle
verificare in un soggetto con un disturbo dell’umore ed ha un impatto
fasi depressive èanche
devastante relativamente frequente pensare
sui familiari che la vita non
del malato. Nellemeritifasi
di essere vissuta
depressive è re-
lativamente frequente pensare che la vita non meriti di essere vissuta
o sperare di morire piuttosto che continuare a soffrire; in certi casi i pensieri di morte
osono
sperare di morire
particolarmente piuttosto
insistenti chepuò
e il soggetto continuare a soffrire;
progettare come togliersi lainvita
certi
o casi i
pensieri
compiere undivero
morte sono
e proprio particolarmente
tentativo insistenti
di suicidio. Gli stati misti con esintomi
il soggetto
depressivipuò pro-
gettare come togliersi la vita o compiere un vero e proprio tentativo 16 di
suicidio. Gli stati misti con sintomi depressivi sono ancor più a rischio
di gesti autolesivi in quanto l’agitazione psicomotoria agevola gli atti
impulsivi. Numerose variabili influenzano i comportamenti suicidari;
una trattazione dettagliata è complicata e sconfina dagli obiettivi di
questo testo, sarà sufficiente specificare che sono più a rischio indivi-
dui che hanno compiuto precedenti tentativi autolesivi, che abusano di
sostanze o la presenza di parenti che hanno compiuto suicidio.
21
Occorre ribadire che la formulazione di pensieri suicidari ha sempre
un significato patologico. Il soggetto depresso può arrivare a vedere la
morte come una conclusione logica per porre fine alle proprie sofferen-
ze, anzi può ritenerla l’unica soluzione possibile giacché non si aspetta
niente dal futuro. In realtà la scelta del suicidio non è mai razionale, ma
è frutto di una malattia che altera la prospettiva e i valori dell’individuo.
Bisogna sempre ricordarsi che i pensieri di morte sono un sintomo e
che se ne andranno con il miglioramento dell’episodio depressivo.
È possibile intervenire per limitare i comportamenti autolesivi: nume-
rosi studi hanno dimostrato che il rischio di suicidio cala notevolmente
se i pazienti sono adeguatamente seguiti; la terapia con sali di litio pro-
tegge da gesti suicidari ed è stato osservato che il suicidio è raro qualora
il paziente non si senta isolato. Ne consegue che nei soggetti a rischio
è fondamentale garantire un’adeguata assistenza, anche coinvolgendo i
familiari per evitare che il malato si senta solo e senza speranza.
A seguito viene stilato un breve elenco delle cose che l’individuo
depresso deve ricordare (e che i familiari devono ribadire) in caso di
pensieri di morte
In breve:
Il Disturbo Bipolare origina da un’alterazione dei meccanismi che
regolano il tono dell’umore ed i livelli di energia dell’individuo, di con-
seguenza sia l’umore che l’energia saranno instabili, variabili ed in gran
parte indipendenti dagli eventi ambientali.
Il disturbo dell’umore è un disturbo ad andamento protratto, croni-
co, ma come molti di questi disturbi (ad esempio l’asma, il diabete o
l’ipertensione) può essere adeguatamente curato e controllato.
22
Capitolo 3
DA COSA ORIGINANO I DISTURBI
23
tempo: se inizialmente si può fare un collegamento causa-effetto fra quello che
nellacevita
gari e lo stato
ne sarebbe statoaffettivo,
un altro). mano
Questaa“mancanza
mano diviene evidente
di ragioni” degliche le osc
episodi di malattia
dell’umore sono inè una
grancosa che
parte si impara coldai
indipendenti tempo:
fattoriseambientali;
inizialmentesi apprende
si può fare un collegamento causa-effetto fra quello che succede nella
episodi
vita e lo di eccitazione
stato insorgono
affettivo, mano a manopiùdiviene
che altro nei cambi
evidente che le di stagione e che
oscilla-
zioni dell’umore sono in gran parte indipendenti dai fattori ambientali;
depressive seguono di solito gli episodi maniacali o ipomaniacali. Si prende
si apprende che gli episodi di eccitazione insorgono più che altro nei
cambi
mano di stagione e che che
consapevolezza le fasi
la depressive
depressione,seguono di solito
o meglio gli episodi
il Disturbo Bipolare, no
maniacali o ipomaniacali. Si prende mano a mano consapevolezza che
“reazione
la forte”o ameglio
depressione, qualcosa che ci èBipolare,
il Disturbo capitato, non
ma èè una
una vera propria
“reazione for-malattia, co
te” a qualcosa
ciclicità che ci è capitato, ma è una vera propria malattia, con la
e ricorrenza.
sua ciclicità e ricorrenza.
24
Capitolo 4
TEMPERAMENTO, CARATTERE, PERSONALITÀ
Personalità
Nasce dall’interazione tra fattori acquisiti e tratti stabili tipici di un individuo e riconoscibili
fin dall’adolescenza o dalla giovinezza, che talvolta possono diventare rigidi e maladattativi e
configurare veri e propri disturbi di personalità
Temperamento Carattere
Disposizione biologica, derivante da un L’insieme delle qualità personali che
substrato genetico o costituzionale che permettono l’aderenza dell’individuo ai
sottintende il livello di energia e la valori ed ai costumi della società e
qualità dell’umore, cioè quella struttura rappresentano gli attributi acquisiti, che
biochimica, endocrina e neurologica traggono la loro origine dalle
che determina una particolare reattività 21
esperienze dell’età evolutiva
nel rispondere ad uno stimolo esterno nell’ambito del contesto socio-familiare
25
Il temperamento
Secondo la dottrina degli umori della medicina ippocratica (V secolo
a.C.) la salute è dovuta al corretto equilibrio (in greco antico “eucra-
sia”) dei quattro elementi organici: sangue, bile gialla, flegma, bile nera.
Essi rappresentano i costituenti basilari di tutti i tessuti e degli orga-
ni del nostro corpo e corrispondono ai quattro elementi dell’univer-
so: aria, fuoco, acqua, terra. Come questi ultimi, presentano le stesse
caratteristiche fisiche: l’essere caldo o freddo, umido o asciutto. Con-
seguentemente, la condizione di malattia veniva interpretata come il
venire meno di questo equilibrio, con uno sbilanciamento (“discrasia”)
per l’eccesso o per il difetto di uno o più “umori” definiti con i termini
di: sanguigno, collerico, flemmatico, melanconico.
Il concetto di “temperamento” (temperamentum) è stato introdotto
da Galeno (130-200 d.C.); esso deriva dal latino temperare (mescolare) e
da temperies (corretta mescolanza dei quattro umori). Il termine va così
a sostituire quello di “umore” e identifica quale dei quattro umori, preva-
lendo, caratterizza la costituzione di ciascun individuo. È interessante
osservare come anche il termine di temperanza, la capacità, secondo S.
Tommaso d’Aquino, di soddisfare con equilibrio e moderazione i propri
istinti e desideri, condivida la stessa matrice etimologica (“temperare”).
La temperanza svolge il ruolo di disciplina delle naturali inclinazioni
dell’uomo, richiama alla moderazione e alla sobrietà, costituisce una
sorta di scudo protettivo di fronte alle tentazioni dello spirito. La salute
non è quindi un dono che si autopreserva ma rappresenta il risultato
della continua attenzione ad una condizione di equilibrio precario ed
instabile e si raggiunge grazie all’esercizio della temperanza.
Così classicamente veniva schematizzata la relazione tra tempera-
mento, umori ed elementi naturali:
-- temperamento malinconico: dovuto all’eccesso di bile nera (ri-
chiama la terra, fredda e secca), che aumenta in autunno e prevale
nell’età adulta;
-- temperamento sanguigno: dovuto all’eccesso di sangue (richiama
l’aria, umida e calda), che aumenta in primavera e prevale nell’in-
fanzia;
-- temperamento collerico: dovuto all’eccesso di bile gialla (richiama
il fuoco, caldo e secco), che aumenta in estate e prevale nell’adole-
scenza;
26
-- temperamento flemmatico: dovuto all’eccesso di flegma (richiama
l’acqua, umida e fredda), che aumenta in inverno e prevale nell’età
senile.
In epoca più recente Kraepelin (1921), approfondendo lo studio del-
le psicosi maniaco-depressive, ha descritto gli stati fondamentali:
-- ipertimico
-- ciclotimico
-- depressivo
-- irritabile
Negli ultimi anni l’interesse per i temperamenti affettivi è rimasto
vivo grazie anche agli studi di autori come Akiskal e collaboratori
(1998). Questi hanno cercato di ridefinire il concetto classico di tempe-
ramento come un punto di passaggio fra normalità e patologia, fra per-
sonalità e malattia. Le caratteristiche temperamentali sono ereditabili,
si manifestano precocemente e sono relativamente stabili nel tempo.
Ai quattro stati descritti da Kraepelin, Akiskal ha aggiunto un quinto
temperamento definito “ansioso”.
I temperamenti affettivi:
-- temperamento “ipertimico”: il soggetto è di solito esuberante, ot-
timista, allegro, sicuro di sé fino ad essere presuntuoso, energico,
pieno di progetti, imprudente, impulsivo, loquace; nei rapporti inter-
personali si mostra cordiale fino a poter essere intrusivo, indiscreto,
prepotente; la ricerca di emozioni lo può portare ad essere disinibi-
to, con tendenza alla promiscuità;
-- temperamento “ciclotimico”: la persona alterna periodi di apatia ad
altri di euforia, dall’essere pessimista può diventare ottimista, spen-
sierata, può avere la sensazione di testa confusa ma anche essere
creativa e perspicace; può avere un’autostima scarsa ma anche spro-
positata, avere una sonnolenza eccessiva oppure un ridotto bisogno
di dormire. Dall’essere muta, di poche parole, può diventare loqua-
ce, può essere chiusa, introversa ma anche ricercare la compagnia
in maniera disinibita, piangere immotivatamente ma anche essere
ludica e scherzosa;
-- temperamento “depressivo”: il soggetto è di solito triste, pessimista,
privo di humour o incapace di gioire, è introverso, indeciso, accetta
passivamente le decisioni, può apparire scettico, lamentoso. È di so-
lito coscienzioso, tende a rimproverarsi e a svalutarsi, è preoccupato
per la propria inadeguatezza, si può sentire fallito;
27
-- temperamento “irritabile”: la persona è di solito “nervosa”, collerica,
tende a rimuginare sulle cose, è ipercritica, può scherzare in manie-
ra inappropriata, essere invadente ed impulsiva;
-- temperamento “timido-inibito (ansioso)”: il soggetto è di solito mol-
to sensibile nelle relazioni interpersonali, eccessivamente timido,
tende a presentare sintomi ansiosi anche a livello somatico in rispo-
sta agli eventi della vita.
La personalità
Se il temperamento si trova da una parte in continuità con i disturbi
dell’umore, bisogna anche considerare il ruolo che questo gioca nella
strutturazione della personalità. Essa rappresenta la sintesi della ten-
denza istintiva del temperamento e di quella acquisita del carattere.
Cloninger (1994) ha distinto le dimensioni del temperamento da
quelle del carattere:
28
pio, per la persona estremamente estroversa il “socializzare molto” in
un fine settimana può essere normale, meno indicativo di un episodio
affettivo rispetto a cambiamenti nel sonno, aumento dell’irritabilità o
fluttuazioni nei livelli di energia. Al contrario, per un soggetto timido e
introverso questo “cambiamento”, può essere un segnale prodromico
di un episodio del disturbo.
29
Capitolo 5
IL PROBLEMA DELLE SOSTANZE
31
tempo provoca depressione, irritabilità, difficoltà di concentrazione e
finisce con aumentare la frequenza e la gravità delle fasi di malattia.
Nella popolazione giovanile è molto diffuso l’utilizzo di cannabis e di cocaina; circa il
Nella popolazione giovanile è molto diffuso l’utilizzo di cannabis e di
3-5% degli
cocaina; circa adolescenti
il 3-5% usa cocaina e il usa
degli adolescenti 35% cocaina
ha assunto e cannabis
il 35%almeno una volta. Se
ha assunto
cannabis almeno
una persona una volta.
soffre Se unaBipolare
di Disturbo persona soffre
il loro effettodiè disastroso:
DisturbolaBipola-cocaina e le
re il loro effetto è disastroso: la cocaina e le droghe sintetiche derivate
droghe sintetiche derivate dall’extasy facilitano l’insorgenza di episodi di eccitazione
dall’extasyviolenti,
facilitano l’insorgenza
con impulsività e rabbia.diLaepisodi di eccitazione
cannabis intensifica violenti,
le oscillazioni con e, in
dell’umore
impulsività e rabbia. La cannabis intensifica le oscillazioni dell’umore e,
chi è predisposto, aumenta la sospettosità e agevola l’insorgenza delle “voci”. Peraltro
in chi è predisposto, aumenta la sospettosità e agevola l’insorgenza delle
la cannabis attualmente in commercio (Skunk, White Widow ecc.), selezionata
“voci”. Peraltro la cannabis attualmente in commercio (Skunk, White Wi-
dow ecc.),geneticamente
selezionatae geneticamente e cresciuta
cresciuta in colture idroponiche, hainunacolture idroponiche,
percentuale di principio attivo
ha una percentuale
anche 10-15 di principio
volte maggiore attivo
di quellaanche 10-15una
in commercio volte maggiore
decina d’anni fa, di quel-capire
è facile
la in commercio una decina d’anni fa, è facile capire che le ripercussioni
che le ripercussioni a livello del sistema nervoso centrale sono molto maggiori.
a livello del sistema nervoso centrale sono molto maggiori.
Vogliamo sottolineare che le ragioni per cui sconsigliamo l’utilizzo di sostanze non
Vogliamo sottolineare che le ragioni per cui sconsigliamo l’utilizzo di
sono di tipo etico o morale, ma sono esclusivamente mediche: come un diabetico non
sostanze non sono di tipo etico o morale, ma sono esclusivamente me-
diche: come può un
mangiare dolci perché
diabetico nonvapuòincontro ad un aumento
mangiare dolcidella glicemia,
perché vacosì i soggetti con
incontro
ad un aumento
disturbo della glicemia,
dell’umore non devonocosì i soggetti
assumere composti con
che disturbo dell’umore
alterino l’equilibrio a livello del
non devono assumere
sistema nervoso. composti che alterino l’equilibrio a livello del
sistema nervoso.
In definitiva, nella cura del Disturbo Bipolare, è sempre fondamentale cessare o ridurre
In definitiva, nella cura del Disturbo Bipolare, è sempre fondamentale
fortemente l’utilizzo di sostanze psicoattive, altrimenti è molto difficile riuscire a
cessare o ridurre fortemente l’utilizzo di sostanze psicoattive, altrimenti
stabilizzare adeguatamente il tono dell’umore.
è molto difficile riuscire a stabilizzare adeguatamente il tono dell’umore.
Figura 8: Tipico
Figuradecorso
8: Tipicodi un soggetto
decorso con Disturbo
di un soggetto Bipolare
con Disturbo Bipolareed
eduso di sostanze
uso di sostanze
32 26
Capitolo 6
COME RICONOSCERE I SINTOMI
33
Figura 9:Figura
Schema9: Schema rappresentante la la
rappresentante proporzionalità fra gravitàfra
proporzionalità dellagravità
fase maniacale
dellae fase
maniacale e gravità
gravità della
della fase fase depressiva
depressiva
Tabella 4: Sintomi
Tabella chechedevono
4: Sintomi devono farfar pensare
pensare ad undi eccitamento
ad un episodio episodio di eccitamento
riduzioneriduzione
delle ore di ore
delle sonno
di sonno
impazienza impazienza
sensazione di benessere
sensazione continuo
di benessere continuo
irritabilità, nervosismo
irritabilità, nervosismo
aumento aumento
dei livellidei di energia,
livelli aumento
di energia, aumentodell’esercizio fisico
dell’esercizio fisico o delle
o delle ore diore di lavoro
lavoro
parlare più velocemente o avere la testa affollata di pensieri
parlare più velocemente o avere la testa affollata di pensieri
fare nuovifareprogetti a cui anon
nuovi progetti si era
cui non mai
si era maipensato
pensato
fare troppe spese
fare troppe spese
avere nuovi interessi o dedicarsi di nuovo ad interessi che si erano abbandonati da
tempo 28
aumento del consumo di alcool, caffè o uso di sostanze illegali
aumento del desiderio sessuale.
34
Un altro fenomeno che deve far preoccupare è la volontà di sospen-
dere le terapie farmacologiche; spesso il desiderio di interrompere le
cure insorge in una fase in cui aumenta la fiducia in se stessi o in cui
ci si sente particolarmente bene; quando viene da pensare “Sto bene,
sono guarito, perché devo continuare a prendere le cure?” quello può
essere il segnale dell’inizio di un episodio maniacale ed è necessario
rivolgersi nuovamente al medico.
Cosa si può fare quando compaiono i sintomi di un nuovo episodio
di eccitamento?
Francesc Colom e Eduard Vieta nel libro “Psychoeducation Manual
fo Bipolar Disorder” suggeriscono le seguenti possibilità:
1) Rintracciare il proprio psichiatra di riferimento
2) Cercare di aumentare le ore di sonno (meglio arrivare a 10 ore e co-
munque mai scendere sotto le 4 ore)
3) Eliminare le attività che non sono necessarie (la salute viene prima
di tutto), lavorare al massimo 6 ore, provando a rilassarsi per il resto
della giornata. Evitare sempre di praticare attività sportive o di “cer-
care di stancarsi”, sarebbe come buttare benzina sul fuoco
4) Evitare gli stimoli: non andare in discoteca, in luoghi rumorosi ecc.
Bisogna restare a casa o in luoghi tranquilli
5) Ridurre il caffè ed evitare nel modo più assoluto stimolanti, alcolici,
energy drinks o, peggio, sostanze illegali
6) Evitare di fare acquisti: potreste pentirvene
7) Non prendere decisioni importanti
8) Non sottovalutate quello che sta accadendo: più su si va, più grande
è la caduta.
35
Tabella 5: Sintomi che devono far pensare ad un episodio depressivo
insonnia o aumento delle ore di sonno
riduzione dell’appetito
irrequietezza, ansia
riduzione delle capacità di concentrazione e della performance lavorativa
malessere fisico o stanchezza anche senza sentimento di tristezza
svogliatezza o comunque maggiore difficoltà nel fare le cose di tutti i giorni
avere meno voglia di vedere gli amici
indifferenza o minore interesse per le attività piacevoli
ricerca di alcool per calmarsi
36
-- può fornire un valido appoggio nei momenti di scompenso, aiutando
e rassicurando il soggetto depresso o cercando di arginare i compor-
tamenti impulsivi e disinibiti delle fasi di eccitamento. In presenza
di emozioni e stati d’animo che portino a sofferenza può ricordare
che gran parte di questi non sono autentici, ma sono da attribuire
alla malattia
-- può sobbarcarsi l’incarico di somministrare la terapia farmacologi-
ca, garantendo quindi una adeguata aderenza, fondamentale per rag-
giungere la stabilizzazione del disturbo
-- ancor meglio dell’individuo malato può cogliere i segni di esordio di
un nuovo episodio, ricordando al soggetto i comportamenti da tene-
re per prevenire la ricaduta (fra cui adoperarsi per una nuova visita
di controllo)
-- è utilissimo anche per il medico; essendo un osservatore esterno
può fornire informazioni su comportamenti o sintomi di cui il pa-
ziente non è consapevole, ma che sono fondamentali nel momento
di decidere quali terapie intraprendere
Il ruolo del caregiver è però complesso e faticoso:
-- vi è la necessità di confrontarsi con una malattia della quale, di soli-
to, si conosce poco o niente
-- il Disturbo Bipolare ha un decorso cronico e quindi possono verifi-
carsi molteplici ricadute; ne consegue che il caregiver può sviluppa-
re sentimenti di sfiducia, demoralizzazione o fallimento
-- nelle fasi di scompenso la gestione del paziente può essere frustran-
te: vedere un individuo depresso è fonte di sofferenza per i familiari,
ma ancor più problematico è fronteggiare un soggetto in fase di ec-
citamento; i comportamenti promiscui e le spese eccessive possono
portare a gravi ripercussioni nell’ambiente domestico
Nonostante le difficoltà sopramenzionate la figura del caregiver resta
centrale: in un disturbo in cui tante problematiche derivano dalla man-
canza di consapevolezza di malattia, la presenza di un appoggio consape-
vole permette di temperare gli eccessi del paziente. È dunque necessario
che i caregivers abbiano una buona conoscenza del Disturbo Bipolare e
partecipino insieme al medico e al paziente nell’alleanza terapeutica; la
psicoeducazione dei familiari di soggetti con Disturbo Bipolare è altret-
tanto importante della psicoeducazione del paziente stesso.
37
Capitolo 7
IL DISTURBO BIPOLARE:
NON SOLO ASPETTI NEGATIVI
Gli episodi depressivi e maniacali sono sicuramente fonte di sofferenza,
non raramente, tuttavia, chi è affetto da Disturbo Bipolare ha anche una
energia superiore alla media che gli permette di poter coltivare moltepli-
ci interessi o di avere maggiori capacità lavorative. Sono relativamente
frequenti i casi di persone con Disturbo Bipolare che hanno avuto suc-
cesso nella vita; coloro che hanno delle fasi di eccitazione lievi e pro-
tratte hanno anche un rendimento maggiore in ambito sociale e nel pro-
prio impiego; la grande sicurezza in se stessi e le capacità di persuasione
possono agevolare inoltre l’assunzione di un ruolo di leader. Gli episodi
maniacali e depressivi sono purtroppo il rovescio della medaglia; solita-
mente il successo viene raggiunto prima del manifestarsi della malattia
conclamata, quando i sintomi insorgono curarsi diviene fondamentale,
anche per non perdere quanto si era raggiunto in precedenza.
Il Disturbo Bipolare è inoltre estremamente frequente in artisti, let-
terati, scultori. Alcuni studiosi hanno proposto che la sofferenza vissu-
ta nella fase depressiva venga interiorizzata e stimoli riflessioni, altri
sottolineano come le fasi di eccitazione agevolino le associazioni men-
tali e che “lo stato di grazia” degli episodi di euforia porti con sé anche
una eccezionale sensibilità artistica. In uno studio è stato riscontrato
che oltre l’80% degli scrittori intervistati aveva avuto in precedenza un
episodio maniacale o depressivo, in un’altra ricerca si riscontrava che
i poeti alternano fasi di inerzia a periodi ipomaniacali in cui scrivono
febbrilmente. Le ragioni esatte non sono ancora note, ad ogni modo ba-
sta considerare la lunga lista di artisti con Disturbo Bipolare per capire
che le due condizioni sono collegate.
39
Capitolo 8
LA TERAPIA FARMACOLOGICA
Introduzione
Assumere i farmaci, si sa, è una cosa complessa: bisogna essere
precisi e non dimenticarsi gli orari di somministrazione. Seguire una
terapia per lunghi periodi è difficile per tutti i malati ed è ancora più
evidente in psichiatria, dove i sintomi del disturbo si mescolano con il
vissuto emotivo della persona, con la propria visione del mondo e sono
quindi più difficilmente individuabili ed oggettivabili. L’uomo, per incli-
nazione naturale, tende a negare o minimizzare ogni stato di malattia;
se da una parte è accettabile assumere delle medicine nel momento in
cui si sta male, molto più difficile è continuarle successivamente, quan-
do i sintomi più eclatanti sono cessati; quando si sta meglio si pensa
che è l’ora di sospendere i farmaci. È un problema di tutta la medicina
e della psichiatria in particolare: il concetto di guarigione è diverso fra i
medici e pazienti. I pazienti pensano che guarire sia la risoluzione com-
pleta della malattia: paragonando il corpo umano ad una macchina ci si
immagina che, se si rompe un pezzo, si va dal medico (meccanico spe-
cialista), si cambia il pezzo e si risolve la cosa. In qualche caso è anche
vero: un’infezione con l’antibiotico giusto passa, un osso fratturato, se
viene ingessato bene, si risalda. In linea di massima per le infezioni e la
traumatologia il discorso fila: si fa un intervento per un tempo limitato,
si guarisce e non se ne parla più. Tuttavia, in medicina, la risoluzione
del problema (cambio il pezzo e non se ne parla più) è l’eccezione e
non la regola: la maggior parte delle malattie deriva da una mancanza,
da un deficit, oppure da un errore di programmazione del nostro orga-
nismo. Nel diabete vi è una carente increzione di insulina (un ormone)
con conseguente aumento della glicemia nel sangue, nell’ipertensione
le piccole arterie si contraggono troppo, nelle malattie reumatologiche
(artrite ecc.) il sistema immunitario fa un po’ di confusione attaccando
cellule del nostro organismo. I dottori cercano di riportare l’ordine in
un sistema squilibrato. Il problema è che il sistema che si è sbilanciato
non si può cambiare del tutto, bisogna sostenerlo. Quasi sempre è ne-
cessario mantenere le terapie per lunghi periodi, anche per tutta la vita.
41
Nel Disturbo Bipolare è la stessa cosa: sono necessarie terapie a lungo
termine per riportare l’equilibrio in un sistema che si era scompensato.
Solo prendendo consapevolezza del proprio disturbo chi è affetto da
Disturbo Bipolare può trovare le motivazioni necessarie per assumere
una cura di mantenimento, vero cardine dell’approccio terapeutico, in
grado di prevenire nuovi episodi di malattia.
Il litio
Il litio è lo stabilizzatore dell’umore per eccellenza, è efficace nel
curare e nel prevenire le fasi depressive e le fasi di eccitazione, molto
probabilmente è il miglior farmaco in assoluto per la cura del Disturbo
Bipolare ed è l’unico che ha un’azione sicura nel ridurre il rischio di sui-
cidio. Di solito è ben tollerato, può dare un aumento della sete e della
diuresi, a volte ci possono essere lievi tremori o diarrea che col tempo
tendono a scomparire. Il litio deve avere una concentrazione precisa
nel sangue, se è bassa non fa effetto, se è alta si assiste alla comparsa di
effetti collaterali (vertigine, sbandamenti, visione offuscata). Dunque il
litio va assunto in modo preciso ed è necessario periodicamente ese-
guire il dosaggio del farmaco nel sangue (litiemia). Si è osservato che
il litio perde di efficacia quando viene inserito e sospeso più volte; una
volta iniziato va continuato per lungo tempo e non va interrotto mai
senza il parere del medico.
42
I risultati che si ottengono sono ottimi, ma non bisogna avere fretta:
è un farmaco che, pur cominciando ad agire dopo poche settimane, ha
il suo massimo effetto dopo mesi di trattamento.
Ma attenzione a: Il litio è un sale e viene eliminato dai reni, pertanto
le concentrazioni possono subire variazioni in caso di forte sudorazio-
ne (magari in estate) o con vomito e diarrea. In queste situazioni è con-
sigliabile avvertire il medico ed eventualmente procedere nuovamente
al dosaggio del litio. Sono inoltre da evitare i diuretici (le pillole per
urinare). Sarebbe consigliabile bere circa due litri di acqua al giorno.
In una minoranza di pazienti il litio può dare una riduzione della
produzione di ormone tiroideo. In questi casi non è comunque consi-
gliabile sospendere il litio, ma piuttosto inserire un farmaco aggiuntivo
che permette di “sostenere” la tiroide e risolvere il problema (ormone
tiroideo di sintesi).
Curiosità: Il litio è usato fin dall’antichità: già ai tempi dei Romani
venivano consigliate terme con acque ricche di litio per coloro che sof-
frivano di disturbi dell’umore. Gli Arabi nel medioevo usavano già i sali
di litio per le cure psichiatriche.
Fraintendimenti: Spesso si crede che il litio vada preso perché è
una sostanza che “manca” all’organismo. Questo non è corretto: nella
terapia del Disturbo Bipolare il litio viene usato a dosi molto più alte di
quelle normalmente presenti nel corpo ed è da considerarsi un vero e
proprio farmaco.
43
deve essere aumentato gradualmente per limitare il rischio di eruzioni
cutanee allergiche. Se queste dovessero comparire il farmaco va sospe-
so e bisogna contattare lo psichiatra di riferimento.
44
Tabella 8: Suggerimenti per non dimenticare le terapie
Prendere le medicine più o meno alla stessa ora, in occasione di azioni che si
ripetono ogni giorno, ad esempio durante i pasti, o la sera quando ci si lava i denti
Tenere una scorta di medicine in luoghi diversi, sia a casa che al lavoro, qualora si
dimenticasse un orario di assunzione
Fissare l’allarme dell’orologio o del cellulare sull’ora in cui si devono assumere le
terapie
Scrivere la frase “hai preso le medicine?” sullo screensaver del computer o in un
luogo facilmente visibile
Coinvolgere i familiari, permettendo loro di ricordare gli orari di somministrazione
dei farmaci
45
bocca, tanto viene eliminato dal fegato e dai reni. Inoltre, nella mag-
gior parte dei casi, le eventuali reazioni di intolleranza o allergia si
verificano nei primi giorni di trattamento; se non ci sono stati proble-
mi all’inizio è molto improbabile che si presentino successivamente
-- Credere che il farmaco “crea dipendenza” o che “dopo un po’ non fa
più nulla”
Sbagliato: Le medicine non creano dipendenza, né perdono di effi-
cacia col passare del tempo. È invece vero il contrario, il massimo
effetto dei farmaci si vede proprio nel lungo periodo.
-- Credere che il farmaco “fa diventare uno zombi” o “cambia il carattere”.
Sbagliato: Vi è un diffuso sospetto verso i farmaci psichiatrici, che
deriva dall’identificare chi necessita di cure come malato grave, as-
similandolo al prototipo dell’ex ospite dei manicomi, fortemente
sedato da terapie massicce. Le moderne medicine disponibili sono
invece di solito ben tollerate e non provocano assolutamente un
cambiamento di personalità. Anzi, è proprio risolvendo l’eccessiva
instabilità dell’umore che la personalità dell’individuo può piena-
mente esprimersi, spogliandosi degli aspetti maladattivi direttamen-
te connessi alla malattia.
-- Avere “nostalgia” delle emozioni provate durante le fasi maniacali.
Sbagliato: anche se le fasi di eccitazione possono dare sensazioni
piacevoli (rapidità e lucidità mentale, euforia, aumento delle ener-
gie, sensazione di essere in cima al mondo), non bisogna dimenti-
care che la mania è una condizione estremamente instabile. Quasi
invariabilmente le sensazioni positive si mescolano a rabbia, ansia e
angoscia, le fasi di eccitazione portano a moltissimi problemi socia-
li, familiari e lavorativi e infine il rischio di un episodio depressivo,
dopo una fase maniacale, è molto alto.
-- Credere che “finalmente sono guarito, perché finalmente sto benis-
simo”.
Sbagliato: la malattia ha un decorso cronico. Un’improvvisa sensa-
zione di benessere, che può spingere il soggetto a smettere le cure,
deve invece far allarmare, perché è la prima manifestazione di un
episodio di eccitamento.
46
Capitolo 9
Il trattamento psicoterapeutico
e la psicoeducazione
In associazione al trattamento farmacologico, la psicoterapia rappre-
senta un passo importante nella gestione del Disturbo Bipolare e nel
miglioramento del suo esito. Essa può servire ad aiutare la persona
a monitorare il suo umore, una volta riportati sotto controllo i sinto-
mi dall’intervento farmacologico, a controllare le condizioni di rischio
evitando o affrontando nel modo più adattivo e positivo le situazioni
di stress, a prevenire quindi le ricadute identificando prontamente i se-
gnali precoci di un momento di crisi.
In relazione all’andamento episodico del Disturbo Bipolare, l’inter-
vento psicoterapeutico si può applicare utilmente nella fase di “quie-
scenza” della malattia, ossia nelle fasi intervallari, più difficilmente nei
momenti di crisi acuta, siano essi di depressione o di mania. Il paziente
in fase maniacale non si farà coinvolgere, il depresso farà fatica a “ra-
gionare” su sé stesso in termini positivi; la fase acuta non è certo il
momento migliore per imparare le tecniche di prevenzione delle rica-
dute. La persona più “ricettiva” al supporto psicoterapico sarà quella
che avrà alcuni sintomi che rimangono, “residui” della fase acuta, su
cui potrà lavorare con il terapeuta.
Alcune psicoterapie si sono rivelate più valide per il trattamento del
Disturbo Bipolare, in particolare per quanto riguarda il contributo alla
stabilizzazione dell’umore:
-- la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC): si tratta di un inter-
vento strutturato che aiuta la persona a riconoscere e modificare
certi schemi mentali che possono condizionare emozioni non posi-
tive e comportamenti disfunzionali: si lavora con il terapeuta sulla
risoluzione dei problemi del “qui e ora”, si analizzano i pro e i contro
di certi modi di pensare per promuovere idee meno rigide e compor-
tamenti nuovi e più adattivi;
-- la Terapia Interpersonale e dei Ritmi Sociali (IPSRT): è un percorso
terapeutico che può rivelarsi utile per ripristinare i ritmi sonno-ve-
glia e la routine quotidiana, sconvolti dal Disturbo Bipolare, e gestire
meglio le relazioni personali; la terapia si focalizza sul chiarire il le-
game tra umore ed eventi di vita, in particolare per ciò che riguarda
47
i rapporti, spesso “difficili”, con gli altri: il paziente viene aiutato a
risolvere tali conflitti, a fronteggiare i sintomi affettivi, a mantenere
ritmi di vita regolari;
-- la Terapia Familiare Funzionale (TFF): allarga l’intervento al siste-
ma familiare del paziente perché il Disturbo Bipolare è una patologia
che riguarda tutta la famiglia; si utilizzano strategie per ridurre il li-
vello di stress intra-familiare, la conflittualità, la critica nei confronti
della malattia; lo scopo è quello di aiutare i membri a comunicare
meglio l’uno con l’altro, ad affrontare le situazioni difficili e ad offrir-
si sostegno reciproco.
La psicoeducazione
Una tecnica universalmente condivisa ed utilizzata dai vari approc-
ci farmacologici e psicoterapeutici è quella della psicoeducazione.
L’obiettivo dei programmi psicoeducativi è quello appunto di “educare”
la persona con Disturbo Bipolare, fornendo informazioni, spiegazioni,
precisazioni circa la malattia, facendo in modo che diventi pienamente
partecipe del percorso terapeutico, non si senta “diversa”, sappia che il
suo malessere è dovuto ad una vera e propria malattia, ben conosciuta
e per cui esistono rimedi terapeutici di provata efficacia.
Il contesto dell’intervento psicoeducativo può essere individuale o
di gruppo; in questo caso il paziente partecipa a una serie di incontri,
ognuno con argomento prestabilito, insieme ad altre persone che sof-
frono dello stesso disturbo.
Riassumendo possiamo dire che la psicoeducazione si articola in
tecniche di trattamento, a cui fanno riferimento i diversi approcci, ri-
velandosi uno strumento capace di lavorare su tutte le variabili impli-
cate nel Disturbo Bipolare. Essa si basa sul modello bio-psico-sociale e
medico dei disturbi mentali e permette di fornire al paziente elementi
teorico-pratici che lo possono aiutare a comprendere meglio i sintomi
del suo disturbo e quindi a fronteggiarlo.
48
dell’Università di Barcellona ha strutturato un programma psicoedu-
cativo focalizzato su specifici aspetti: la consapevolezza della malattia,
l’aderenza al trattamento, il riconoscimento dei sintomi precoci e delle
ricadute, la regolarità dello stile di vita. Il programma prevede incontri
di gruppo settimanali condotti da due terapeuti a cui partecipano 8-12
pazienti; in ogni sessione viene presentato il tema del giorno, si esegue
un esercizio pratico sullo stesso tema (come quello di disegnare il gra-
fico del proprio umore) e, infine, se ne discute.
Altri gruppi di ricerca hanno strutturato e stanno svolgendo pro-
grammi psicoeducativi, si ricorda per esempio il gruppo di Sachs
dell’Università di Harvard (Boston) e quello di Miklowitz nel Colorado;
in questo secondo caso l’intervento è orientato prevalentemente sulla
famiglia.
Generalizzando, l’intervento psicoeducativo si applica a pazienti
bipolari in condizione di equilibrio, di “eutimia”, cioè non in fase ma-
niacale né depressiva, e questo perché si richiede una loro partecipa-
zione attiva, c’è bisogno che non siano distraibili e che abbiano buone
capacità cognitive. Ha una durata media di 6 mesi, con sedute mono o
bisettimanali, e può essere individuale o di gruppo. L’intervento psico-
educativo come obiettivi:
-- “educazione” sul disturbo: aumentare il livello di informazione e
consapevolezza del paziente sulla malattia attraverso la discussione
sulle cause biologiche del disturbo, sui suoi fattori eziologici e sca-
tenanti, sui sintomi depressivi, maniacali o misti, sul decorso e sulla
prognosi della malattia;
-- informazione sulla terapia farmacologica: meccanismo di azione,
benefici, possibili effetti collaterali e indesiderati, rischi associati
all’interruzione degli stabilizzanti dell’umore e degli altri farmaci im-
piegati nella cura del disturbo;
-- addestramento al riconoscimento precoce dei sintomi che possono
precedere lo sviluppo della depressione e della mania e istruzioni su
come poterli affrontare;
-- tecniche di “risoluzione dei problemi” (problem solving);
-- coinvolgimento dei membri della famiglia nel riconoscimento dei
primi segnali di allarme per una possibile ricaduta e nella prontezza
dell’intervento in collaborazione con il terapeuta;
-- informazioni sui rischi associati all’uso di droghe e di sostanze quali
caffè, tabacco, alcol;
49
-- promozione di condizioni di vita adeguate: importanza di abitudini
di vita regolari, del ruolo del sonno, dell’alimentazione, dell’attività
sportiva e dell’esposizione al sole;
-- informazioni sul rischio di suicidio e sulle strategie di prevenzione;
50
Riconosci i tuoi sintomi
Umore maniacale
Per me Segno che precede
abituale l’episodio
Sentirsi pieno di energia
Sentirsi facilmente annoiato
Sentire un bisogno ridotto di dormire
Sentirsi più “speciale” del solito
Essere pieno di idee nuove e stimolanti
Essere più loquace
Spendere eccessivamente
Fare tante cose in maniera non abituale
Umore depresso
Per me Segno che precede
abituale l’episodio
Sentire più bisogno di dormire
Essere insonne
Sentirsi in colpa
Avere meno energia
Avere meno interesse o piacere nel fare le
cose
Essere piuttosto indeciso
Avere difficoltà di concentrazione
Sentirsi poco utile o non adeguato
Sentirsi smanioso o agitato
Avvertire un cambiamento nell’appetito
Avere pensieri di morte
51
Giorni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
Grave
(compromissione
funzionale,
non può lavorare)
Moderato
UMORE ELEVATO
(compromissione
funzionale ma può lavorare)
Registra il tuo umore - La life-chart
Lieve
(compromissione
funzionale non rilevante)
NORMALE
Nella norma
52
Lieve
(compromissione
funzionale non rilevante)
Moderato
UMORE DEPRESSO
(compromissione
funzionale ma può lavorare)
Grave
(compromissione
funzionale,
non può lavorare)
Ansia
(0=assente; 1=lieve;
2=moderata; 3=grave)
Irritabilità
(0=assente; 1=lieve;
2=moderata; 3=grave)
Ore di sonno
Individua i tuoi fattori protettivi e di rischio per il disturbo
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
53
Abituati ad assumere con regolarità le medicine
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
54
Impara a gestire il sonno
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
55
Pensa a quello che ti piace fare durante la giornata
Esercizi/attività sportive:
1.
2.
3.
Attività sociali:
1.
2.
3.
Hobbies:
1.
2.
3.
Attività relazionali:
1.
2.
3.
56
Programma le tue attività settimanali
LUNEDì
MARTEDì
MERCOLEDì
GIOVEDì
VENERDì
SABATO
DOMENICA
57
Impara a risolvere i problemi
Strategie di PROBLEM - SOLVING
1. Qual è il problema?
________________________________________________________________________
________________________________________________________________________
2. Perchè questo problema mi preoccupa? Quali sono le sue caratteristiche che mi
fanno preoccupare?
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
3. È un problema realistico? Cos’è che penso debba accadere? Quale parte del
problema penso sia fonte di preoccupazione?
________________________________________________________________________
________________________________________________________________________
4. Come posso riformulare il problema in maniera più chiara così che ciò mi possa
aiutare a trovare la soluzione? Prova a riformulare il problema:
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
5. Ora che ho il problema chiaro in testa, quali sono le possibili soluzioni? Voglio
pensare al maggior numero di soluzioni possibili (senza pensare al perchè sono
giuste o sbagliate). Quale consiglio mi darebbe un buon amico? Se lui avesse questo
problema che consiglio gli darei?
Opzioni possibili: 1. ______________________________________________________
2. _______________________________________________________
3. _______________________________________________________
6. Ora valuta ciascuna possibile opzione. Per ognuna di esse valuta gli aspetti
positivi e negativi. Non selezionare l’opzione finchè non le hai valutate tutte!
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
7. Considerando ogni valutazione, quale soluzione sembra la migliore?
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
8. Vuoi applicare questa soluzione o hai bisogno di più informazioni per risolvere
il problema?
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
58
Impara a valutare correttamente i tuoi pensieri
1 2 3 4 5 6 7
SITUAZIONE UMORE PENSIERI EVIDENZE EVIDENZE A PENSIERI RIVALUTA
AUTOMATICI A SOSTEGNO DEL DISCONFERMA DEL ALTERNATIVI ORA IL TUO
PENSIERO PENSIERO A UMORE
SPIEGAZIONE
DELL’EVENTO
Chiediti:
Cosa mi
stava
passando
per la mente
Chiediti:
giusto
proprio
C’è un
prima di
modo
sentirmi
alternativo,
così?
più
obiettivo
Cosa Chiediti:
di pensare Copia
rappresenta
Descrivi a questa le tue
questo per Quando non mi
Con chi le tue Segna nella situazione? emozioni
la mia vita sento così potrei
eri? emozioni colonna accanto dalla
e per il mio pensare ad una
il pensiero per Se qualcun colonna 2
futuro? situazione come
Cosa stavi Valuta il quale stai altro fosse
questa in maniera
facendo? l’intensità cercando le prove in questa Rivaluta
Cos’è differente?
delle tue situazione, l’intensità
la cosa
Quando è emozioni Scrivi le prove che delle tue
peggiore Ho mai avuto
stato? (0-100%) che spiegazione emozioni
che un’esperienza
supporterebbero dell’evento (0-100%)
potrebbe che dimostra che
Dove ti Valuta il questa gli darei?
accadere questo pensiero
trovavi? tuo umore conclusione Rivaluta il
se ciò fosse non è sempre
(0-10) Scrivi i tuo umore
vero? completamente
pensieri (0-10)
vero?
alternativi
Che riflesso
Valuta
ha questo
quanto
su ciò che
credi in
gli altri
ciascuno
pensano di
di essi (0-
me?
100%)
Che
immagini o
ricordi ho
di questa
situazione?
59
Segui uno stile di vita più salutare:
La piramide alimentare della salute
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
60
Segui uno stile di vita più salutare:
Diario alimentare settimanale
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
61
Perché la dieta e l’attività fisica sono importanti
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
62
Le questioni familiari:
Coinvolgimento della famiglia di origine
> È molto importante trovare un equilibrio tra il desiderio dei genitori di pro-
teggere il figlio dai pericoli ed il bisogno del giovane adulto di crescere e svi-
lupparsi come individuo autonomo
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
63
Le questioni familiari
Coinvolgimento del coniuge e del partner
Note
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
_____________________________ ____________________________
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Le questioni familiari
Considerazioni generali
- I membri della famiglia ed i partners spesso possono essere di aiuto nel li-
mitare i danni della malattia riconoscendone le avvisaglie e facendo in modo
che il paziente si curi prontamente
- N.B. Qualsiasi attribuzione di potere all’interno delle famiglie, che possa es-
sere considerata come restrittiva della libertà della persona con disturbo bi-
polare, deve venir affrontata con cautela. È molto importante che la persona
interessata dia il suo consenso al percorso di cura nel periodo in cui non sta
attraversando un episodio di malattia, che possa essere consapevole del fatto
che determinate restrizioni possono intervenire a sua tutela per evitare dei
danni.
> È molto importante che vi sia un bilanciamento tra il ruolo positivo dei fami-
liari ed il rischio di attrito che potrebbe istaurarsi se costoro fossero avvertiti
dal paziente come eccessivamente reattivi ad ogni suo piccolo cambiamento.
Tale equilibrio deriva anche da riconoscimento che tutti possono avere perio-
di di oscillazione dell’umore che comprendono la rabbia, la contentezza, la
frustrazione, la noia e l’eccitazione.
Note
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Letture consigliate
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STAMPATO DA
BANDECCHI & VIVALDI
PONTEDERA
DICEMBRE 2011