Sei sulla pagina 1di 69

See discussions, stats, and author profiles for this publication at: https://www.researchgate.

net/publication/259458036

Psicoeducazione nel Paziente con Disturbo Bipolare

Book · April 2012

CITATION READS

1 1,796

3 authors:

Mario Di Fiorino Jacopo Guido Massei


Hospital of Versilia Azienda Unità Sanitaria Locale 12 Viareggio
176 PUBLICATIONS   228 CITATIONS    25 PUBLICATIONS   254 CITATIONS   

SEE PROFILE SEE PROFILE

Alessandro Del Debbio


Azienda Unità Sanitaria Locale 12 Viareggio
60 PUBLICATIONS   970 CITATIONS   

SEE PROFILE

Some of the authors of this publication are also working on these related projects:

Adult Attachment View project

safety in neuropharmacology View project

All content following this page was uploaded by Mario Di Fiorino on 26 December 2013.

The user has requested enhancement of the downloaded file.


M. Di Fiorino, G.J. Massei, A. Del Debbio

PSICOEDUCAZIONE
NEL DISTURBO BIPOLARE

Psichiatria & Territorio


INDICE

Capitolo 1: Introduzione.................................................................................................................00

Capitolo 2: I quadri clinici del disturbo...........................................................................00


Il concetto di disturbo dell’umore..................................................................................................00
Gli episodi di malattia..............................................................................................................................00
I sottotipi di Disturbo Bipolare.........................................................................................................00
Disegnare la propria Life Chart........................................................................................................00
In breve...............................................................................................................................................................00

Capitolo 3: Da cosa origina il disturbo..............................................................................00

Capitolo 4: Temperamento, carattere, personalità...............................................00


Il temperamento. .........................................................................................................................................00
La personalità................................................................................................................................................00

Capitolo 5: Il problema delle sostanze..............................................................................00

Capitolo 6: Come riconoscere i sintomi...........................................................................00


Sintomi che devono far pensare ad un episodio di eccitamento.............................00
Sintomi che devono far pensare ad un episodio depressivo.......................................00

Capitolo 7: Il Disturbo Bipolare: non solo aspetti negativi..........................00

Capitolo 8: La terapia farmacologica..................................................................................00


Introduzione. ..................................................................................................................................................00
Gli stabilizzatori del tono dell’umore...........................................................................................00
Come ricordarsi di prendere le terapie.......................................................................................00
Il problema della sospensione della terapia farmacologica. .......................................00

Capitolo 9: Il trattamento psicoterapico e la psicoeducazione................00


La psicoeducazione...................................................................................................................................00
Gli “ingredienti” della psicoeducazione. ....................................................................................00
Gli “strumenti” della psicoeducazione........................................................................................00
Strumenti utili per la psicoeducazione. ......................................................................................00
Riconosci i tuoi sintomi. ........................................................................................................................00
Registra il tuo umore - La life-chart...............................................................................................00
Individua i tuoi fattori protettivi e di rischio per il disturbo.......................................00
Abituati ad assumere con regolarità le medicine................................................................00
Impara a gestire il sonno.......................................................................................................................00
Pensa a quello che ti piace fare durante la giornata..........................................................00
Programma le attività settimanali...................................................................................................00
Impara a risolvere i problemi: Strategie di PROBLEM-SOLVING. ..........................00
Impara a valutare correttamente i tuoi pensieri. .................................................................00
Segui uno stile di vita più salutare:................................................................................................00
La piramide alimentare della salute.......................................................................................00
Diario alimentare settimanale....................................................................................................00
Perché la dieta e l’attività fisica sono importanti................................................................00
Le questioni familiari: .............................................................................................................................00
Coinvolgimento della famiglia di origine............................................................................00
Coinvolgimento del coniuge e del partner. .......................................................................00
Considerazioni generali...................................................................................................................00
Capitolo 1
INTRODUZIONE

Il Disturbo Bipolare è uno dei disturbi dell’umore più frequenti e, se


non curato, può essere fonte di grande sofferenza. Al giorno d’oggi
sono disponibili diversi presidi terapeutici che permettono di migliora-
re i sintomi e di prevenire nuovi episodi di malattia.
Nel processo terapeutico è fondamentale che i malati acquisiscano
una buona consapevolezza del disturbo; se non si è adeguatamente in-
formati non si capiscono le variazioni del proprio stato d’animo, non
si comprende la necessità della terapia, non si riesce ad organizzare la
propria vita. Tramite un’adeguata psicoeducazione, invece, si risolvono
buona parte di questi dubbi: si possono riconoscere i sintomi, indivi-
duarne l’insorgenza e si apprendono gli obiettivi della terapia farmaco-
logica.
Scopo di questo piccolo volume è fornire ai pazienti le nozioni per
riconoscere il proprio disturbo, nonché suggerire regole di vita e com-
portamenti in grado di ridurre il rischio di ricadute di malattia. Il vo-
lume è stato creato per essere un valido riferimento scritto atto ad
integrare i corsi di psicoeducazione che normalmente si svolgono nel
nostro Dipartimento di Salute Mentale.

7
Capitolo 2
I QUADRI CLINICI DEL DISTURBO

Il concetto di Disturbo dell’Umore


Con il concetto di “umore” si intende la modalità con cui viene per-
cepita la realtà circostante. Il tono dell’umore è necessariamente varia-
bile in base a quello che capita nella vita: se succede qualcosa di bello
siamo allegri, diventiamo tristi se accade una disgrazia, ci arrabbiamo
se subiamo un torto. Quando l’umore è elevato tutto è improntato ad
un senso di euforia ed è più facile affrontare gli impegni, se invece sia-
mo tristi anche attività ordinarie risultano pesanti e gravose. Una reat-
tività emotiva adeguata è fisiologica e necessaria per una vita normale,
per avere emozioni, sentimenti e per adeguare le proprie reazioni alle
condizioni ambientali.
Nei disturbi dell’umore si verifica un’alterazione di questi meccani-
smi fisiologici; le alterazioni dell’umore divengono patologiche quando:
-- l’umore ha una intensità eccessiva (eccessiva euforia, rabbia o de-
pressione),
-- lo stato emotivo è cristallizzato (per esempio continuare a rimanere
tristi se capita qualcosa di bello, o essere sempre euforici anche in
presenza di eventi negativi)
-- non vi sono eventi che giustifichino lo stato emotivo oppure quan-
do la reattività rispetto agli eventi scatenanti è sproporzionata (per
esempio fare una tragedia per cose di poco conto).
Se queste manifestazioni sono ricorrenti o sono presenti per tempi
prolungati siamo di fronte a un Disturbo dell’Umore.
Per rendere meglio l’idea si può paragonare lo stato dell’umore ad
un pendolo: normalmente il pendolo oscilla fra benessere e tristezza,
ma le variazioni hanno un’intensità limitata, nei disturbi dell’umore il
pendolo rimane bloccato dalla parte dell’euforia o della tristezza, oppu-
re le oscillazioni sono molto più intense e rapide.

Parlare solo di “umore” in realtà è riduttivo; insieme all’alterazione


della sfera emotiva sono invariabilmente coinvolte anche l’energia fisi-
ca, la vivacità, il dinamismo e la capacità di agire: ecco allora che chi

9
a “pensare meglio”,
a “pensare è piùè spregiudicato
meglio”, e conosce
più spregiudicato persone
e conosce personefacilmente; questi
facilmente; periodi
questi si si
periodi
soffre
alternanodia Disturbo
fasia in
alternano fasicui Bipolare
inquella
cui stessa
quella ha persona
periodi
persona
stessa si in
si sente cui
più
sente piùè svogliata,
più attivo,
svogliata, energico,
senzasenza
energie, e in e
pigrapigra
energie,
cui lavora
rallentata. Nondisempre,
più, hainmaggiori
questa attività
alternanza sociali,
di fasi, riesceun’evidente
si riscontra a concentrarsi
variazioneoa
rallentata. Non sempre, in questa alternanza di fasi, si riscontra un’evidente variazione
“pensare meglio”, è più spregiudicato e conosce persone facilmente;
del tono dell’umore
del periodi
tono (tristezza
dell’umore o euforia),
(tristezza in effetti è spesso più appropriato parlare di
questi si alternano ao fasi
euforia), in effetti
in cui quellaè spesso
stessapiùpersona
appropriato
siparlare
sentedi
episodi
più di “eccitamento”
svogliata,
episodi senza eenergie,
di “eccitamento” di “rallentamento”.
pigra e rallentata. Non sempre, in questa
e di “rallentamento”.
alternanza di fasi, si riscontra un’evidente variazione del tono dell’umo-
re (tristezza o euforia), in effetti è spesso più appropriato parlare di
episodi di “eccitamento” e di “rallentamento”.

Figura
Figura 1:1:Rappresentazione
Rappresentazione schematica
schematica delle oscillazioni
delledelle
oscillazioni del tono del tono dell’umore
dell’umore tramite le le
Figura 1: Rappresentazione schematica oscillazioni del tono dell’umore tramite
tramite le oscillazioni di un pendolo (oscillazioni fisiologiche e instabilità
oscillazioni di undipendolo
oscillazioni
affettiva) (oscillazioni
un pendolo fisiologiche
(oscillazioni e instabilità
fisiologiche affettiva)
e instabilità affettiva)

Figura 2: Rappresentazione
Figura schematica
2: Rappresentazione delledelle
schematica oscillazioni del tono
oscillazioni dell’umore
del tono tramite
dell’umore le le
tramite
Figura 2:
oscillazioniRappresentazione
di undipendolo schematica
(fase(fase
depressiva delle
e fase oscillazioni
maniacale) del tono dell’umore
oscillazioni un pendolo depressiva e fase maniacale)
tramite le oscillazioni di un pendolo (fase depressiva e fase maniacale)

10 5 5
Gli episodi di malattia
Schematicamente si può dire che il Disturbo Bipolare è caratterizzato
da periodi (episodi affettivi) in cui l’umore, l’energia e le modalità di pen-
siero cambiano radicalmente rispetto a quello che è il normale carattere
della persona. Queste fasi possono insorgere spontaneamente o possono
essere facilitate da eventi vitali stressanti, ad ogni modo l’intensità della
sintomatologia è sproporzionata rispetto all’evento scatenante. Gli epi-
sodi affettivi possono essere curati con i farmaci, se non vengono trattati
durano di più e possono anche cronicizzare, lasciando dei sintomi parti-
colarmente resistenti ai trattamenti successivi. Una terapia di manteni-
mento può in gran parte prevenire l’insorgenza di nuovi episodi.

Depressione- è una condizione in cui l’umore si modifica: ci si sente


molto giù, tristi, infelici, abbattuti, svuotati. Un soggetto può accusare
insonnia, mancanza di appetito, scarsa energia, svogliatezza. Diminuisce
il piacere nel fare le cose di tutti i giorni, ci si disinteressa agli hobbies,
compiere le attività quotidiane o andare al lavoro diventa gravoso, se
non impossibile. È più difficile concentrarsi, talvolta c’è la sensazione di
essere rallentati, di avere un “senso di confusione in testa” e si possono
avere problemi di memoria. Il tempo scorre lentamente, le notizie belle
non sembrano importanti, si rimugina su pensieri tristi, catastrofici. Gli
ostacoli sembrano insormontabili e dal futuro non ci si aspetta niente
di favorevole; ci si sente in colpa, inetti e possono comparire proposi-
ti di suicidio. Anche i sentimenti verso il proprio partner o verso i figli
appaiono meno intensi. La stanchezza fisica e l’intorpidimento mentale
possono essere talmente forti da costringere la persona tutto il giorno a
letto. Spesso sono presenti manifestazioni ansiose e attacchi di panico,
oppure sintomi fisici, come disturbi intestinali, dolori muscolari e ossei.
Certi soggetti tendono a dormire e a mangiare di più, specialmen-
te carboidrati (pasta e dolci). In questi casi vi è frequentemente una
marcata reattività agli stimoli ambientali, con ricorrenti crisi di pianto
anche per eventi di scarsa importanza.
In alcuni casi i temi depressivi sono così intensi da perder il con-
tatto con la realtà (delirio), il soggetto può pensare di essere la causa
dei mali del mondo, di essere colpevole di crimini che in realtà non ha
commesso, oppure ritenere di avere una malattia inguaribile.
L’episodio depressivo può durare alcuni mesi, meno se adeguata-
mente curato. Esordisce di solito in modo lento, nel giro di qualche

11
settimana, con sintomi lievi (scarso appetito, insonnia, difficoltà di
concentrazione), talvolta l’esordio può essere brusco.
La depressione è uno stato dell’umore diverso da una fisiologica re-
azione ad un evento negativo; tutti siamo tristi se capita qualcosa di
brutto, ma la tristezza ha una durata limitata nel tempo e la disgrazia
viene mano a mano superata. La depressione è differente: anche se la
fase depressiva può essere agevolata da un evento negativo (ad esem-
pio un lutto o difficoltà intercorrenti) il quadro clinico finisce per svin-
colarsi da quello che è successo, diviene autonomo, con una gravità
non proporzionale al fatto intercorso.
Contrariamente a quello che si può pensare non sono le esperienze
di vita che causano un episodio depressivo, piuttosto gli eventi di vita
rappresentano dei fattori stressanti che agiscono su individui genetica-
mente predisposti alla malattia, ma se non si ha una suscettibilità ge-
netica il disturbo non compare. Gli eventi stressanti non sono la causa
della malattia, sono occasioni, se non ci fossero stati quelli ce ne sareb-
bero potuti essere altri. Che gli eventi siano aspecifici fonti di stress, e
non “la causa” della depressione, è anche confermato dal fatto che non
sempre un episodio depressivo è preceduto da circostanze negative;
frequentemente la depressione emerge dopo una buona notizia (la na-
scita di un figlio, un matrimonio, una promozione in ambito lavorativo).
Sebbene positivi questi avvenimenti possono comunque dare al sogget-
to un forte stress e facilitare uno scompenso depressivo.
Spesso (vedi a seguito) la fase depressiva segue ad un episodio di
eccitazione, in effetti la maggior parte delle persone con Disturbo Bi-
polare non ha episodi di depressione e di mania, ma “cicli”, in cui alla
cessazione di una fase di eccitazione/agitazione segue rapidamente la
comparsa di un episodio depressivo.
Durante i periodi di depressione le persone non devono prendere deci-
sioni importanti, perché inevitabilmente viziate dalle condizioni di umore
alterato: ad esempio un marito, sentendosi triste, freddo e distante, po-
trebbe allontanarsi dalla moglie, oppure un individuo assillato da pensieri
di rovina economica potrebbe decidere di vendere le sue proprietà.
Un depresso dovrebbe essere sempre assistito dai familiari; un buon
sostegno è infatti importante per impedire che la persona si senta sola
e senza speranza.
Mania- Per molti aspetti la mania è speculare e opposta alla depres-
sione: vi è un aumento delle energie, i pensieri scorrono più veloci,
l’umore è euforico, vi è una sensazione di particolare benessere. Gene-

12
ralmente l’attività lavorativa si intensifica, i contatti sociali si moltiplica-
no e si ricercano maggiormente anche attività divertenti. Se queste “fasi
di accelerazione” sono lievi e il comportamento rimane organizzato si
parla di “ipomania”. Se invece i sintomi sono più intensi siamo di fronte
alla mania vera e propria: si ha la sensazione di “essere in cima al mon-
do”, si può dormire pochissimo, parlare continuamente e in modo molto
rapido, chi è in fase maniacale può risultare invadente con le altre perso-
ne o avere dei comportamenti inopportuni. Spesso la persona eccitata è
impulsiva e facilmente irritabile, se la fase è più intensa il comportamen-
to diviene caotico e il soggetto può diventare violento. Al contrario della
depressione, in cui il malato è sempre triste, svogliato e inibito, lo stato
di eccitazione maniacale è estremamente instabile; possono alternarsi
momenti “di grazia” a fasi di malumore, rabbia e aggressività.
Nello stato di eccitazione si possono compiere atti rischiosi, come
guidare in stato di ubriachezza, giocare d’azzardo, avere comportamen-
ti sessuali a rischio. L’eccessivo ottimismo, sicurezza e la fiducia scon-
finata nelle proprie capacità possono portare ad investimenti azzardati
o a spese eccessive. Si mette in atto tutto quello che passa per la testa,
senza considerare le possibili conseguenze (si dice e si fa quello che si
pensa, ma non si pensa a quello che si dice o si fa).

Gli episodi maniacali insorgono di solito in modo più rapido rispetto


a quelli depressivi, sono preceduti da pochi giorni di insonnia, eccessi-
va gaiezza o irritabilità. La fase di eccitazione può essere scatenata da
fattori stressanti di vario tipo, anche da eventi negativi (ad esempio si
può avere uno stato maniacale dopo un lutto). Come per la depressio-
ne, dunque, non è importante l’evento in sé e non vi è proporzione fra
quanto avvenuto e la reazione della persona.
Particolarmente dannose sono le sostanze da abuso; chi ha un Di-
sturbo Bipolare e assume alcool, cannabis, o peggio cocaina e droghe
sintetiche, può sviluppare fasi di eccitazione anche gravi.
Gli episodi maniacali vanno necessariamente trattati perché han-
no un impatto devastante sulla vita del soggetto; si può dilapidare il
patrimonio, perdere il lavoro, compromettere l’equilibrio familiare e
compiere atti illegali. Il trattamento è complicato perché chi è in fase
maniacale è scarsamente consapevole della condizione di alterazione
psichica; ci si trova in stato di esaltazione e non si capisce come mai
sia necessaria una cura. Tuttavia, anche in queste circostanze, vi sono
dei sintomi che vengono percepisti come spiacevoli e che dovrebbero

13
spingere il soggetto a chiedere un nuovo contatto con lo psichiatra:
ci riferiamo all’instabilità dell’umore, all’irritabilità, alla sensazione di
avere i pensieri “fastidiosamente accelerati”.

Tabella 1: Caratteristiche degli episodi depressivi

EPISODIO DEPRESSIVO

Umore depresso: tristezza, demoralizzazione, mancanza di


Umore
entusiasmo, riduzione degli interessi e dei sentimenti.
Difficoltà di concentrazione, sensazione di confusione e
Pensieri
rallentamento. Ricorrenti tematiche depressive e di colpa
Energia Calo dell’energia, variazioni dell’appetito e del sonno

Difficoltà in ogni attività: si fa fatica sul lavoro, si trascurano


Comportamenti le attività piacevoli, diminuiscono i contatti sociali, si tende a
trascorrere la giornata fermi.

Tabella 2: Caratteristiche degli episodi maniacali

EPISODIO MANIACALE

Umore euforico con sentimento di benessere. Facile irritabilità.


Umore Spesso rapide variazioni fra umore gaio e disperazione. Nei casi
più gravi prevale il sentimento della rabbia.
I pensieri scorrono più veloci con evidente logorrea. Sensazione
Pensieri di “chiarezza mentale”. Nei casi più gravi difficoltà ad organizzare
i pensieri, che sono “troppo affollati”.
Energia Aumento delle energie, riduzione delle ore di sonno
Aumento attività lavorativa, aumento dei contatti sociali,
Comportamenti disinibizione fino ad essere inopportuni. Ci possono essere
comportamenti impulsivi (utilizzo di droghe, gioco d’azzardo)

Stato Misto- L’alternarsi di fasi maniacali e di fasi depressive caratte-


rizza l’andamento del Disturbo Bipolare “classico”. In realtà molte per-
sone con Disturbo Bipolare, anche quando stanno male, non sono né in
fase euforica, né in fase depressiva; sono piuttosto in uno stato di agita-
zione, confusione, inquietudine: sono i quadri clinici detti “stati misti”.
Gli stati misti sono episodi in cui sono contemporaneamente presenti
sintomi depressivi ed elementi di eccitazione: si possono verificare fasi

14
di iperattività in cui però l’umore è rabbioso o scontento, oppure episo-
di di depressione accompagnati da irrequietezza e agitazione motoria,
ansia, rabbia o instabilità emotiva. Sono piuttosto comuni episodi mi-
sti caratterizzati da irritabilità, agitazione, disturbi del sonno, ansia. Di
solito l’unico sintomo di cui si è consapevoli è l’ansia, al massimo ci si
può rendere conto di essere più irritabili del solito. È piuttosto difficile
in questi casi far capire la natura del disturbo, tipicamente i soggetti
dicono di essere ansiosi o di avere gli attacchi di panico, quando si co-
munica che soffrono di Disturbo Bipolare rispondono “non è vero, io
non ho mai avuto depressione o fasi di euforia”. In realtà l’irritabilità e
l’instabilità emotiva sono il vero cardine della malattia; le manifestazio-
ni ansiose sono conseguenza di uno stato di alterazione dell’umore, ma
non sono il disturbo principale.
Altri soggetti hanno invece fasi di attivazione moderate, tipicamente
primaverili, con associate manifestazioni ansiose e crisi d’ansia. Sono
forme frequenti e devono essere curate, anche perché spesso queste
fasi “miste lievi” innescano successivi episodi di depressione.

Stato misto Psicotico- In certi casi le cose si complicano: si può es-


sere talmente eccitati che si finisce per mal interpretare la realtà circo-
stante, si può essere così ansiosi, preoccupati ed allarmati da diventare
diffidenti, sospettosi e pensare che le altre persone ordiscano o trami-
no complotti. Talvolta si possono sentire delle voci, che commentano,
comandano o giudicano quello che si fa. Raramente le voci sono “buo-
ne”, più spesso sono cattive, offensive o minacciose. Di solito le voci
vengono spiegate come espressione di qualcosa di soprannaturale o il
soggetto immagina che sia il pensiero della persona che lo sta persegui-
tando. Sono situazioni gravi, che frequentemente richiedono il ricovero
ospedaliero.
È difficile spiegare come emergono i sintomi psicotici (le voci e le
idee insolite); in modo semplicistico si può dire che in questi momenti
l’attività del cervello è così intensa che finisce per essere disorganizzata:
stimoli normali vengono travisati e mal interpretati. Se normalmente ab-
biamo dei “sensori” per captare la realtà circostante, nelle fasi psicotiche
le “antenne” sono troppo ricettive e finiscono per compiere degli errori.
Anche le “voci” sono una diretta conseguenza di questo stato di “mal
funzionamento”. Con un’adeguata terapia in molti casi si ha un rapido
miglioramento, le capacità di ragionamento si normalizzano e se ne van-
no sia le “voci” che l’interpretazione anomala della realtà circostante.

15
Esistono vari sottotipi di Disturbo Bipolare, nel complesso circa il 5-10% del
popolazione generale soffre di instabilità del tono dell’umore.

I sottotipi di Disturbo Bipolare


Disturbo Bipolare tipo I: E’ caratterizzato dalla ricorrenza di fasi maniacali o miste
Esistono vari sottotipi di Disturbo Bipolare, nel complesso circa il
dalla presenza di episodi depressivi. Una minoranza di soggetti non va incontro a fa
5-10% della popolazione generale soffre di instabilità del tono dell’umore.
depressive e sviluppa solo fasi di eccitazione o miste. Di solito il primo episodio
Disturbo
verifica Bipolare
fra i 20 e i tipo I: Èmacaratterizzato
30 anni, dalla ricorrenza
in alcuni casi l’esordio può essere di fasiadolescenzial
in età
maniacali o miste e dalla presenza di episodi depressivi. Una minoran-
raramentenon
za di soggetti la malattia esordisce
va incontro dopodepressive
a fasi i 50 anni. e sviluppa solo fasi di
eccitazione
Più cheo miste. Di solito
da episodi il primo
separati episodio
(maniacali, mistisi overifica fra i 20
depressivi) e i 30 Bipolare
il Disturbo
anni, ma in alcuni casi l’esordio può essere in età adolescenziale, rara-
caratterizzato da “cicli” di malattia con fasi di eccitazione, di solito più brevi, ch
mente la malattia esordisce dopo i 50 anni.
Piùvengono
che da episodi
seguite separati
da fasi (maniacali,
depressive, più misti o depressivi)
lunghe. Secondoil unoDisturbo
schema grossolan
Bipolare è caratterizzato da “cicli” di malattia con fasi di eccitazione,
l’andamento del disturbo può essere rappresentato in un grafico: l’umore e le energie
di solito più brevi, che vengono seguite da fasi depressive, più lunghe.
Secondo“alzano” inizialmente
uno schema in fase maniacale,
grossolano quindidel
l’andamento “scendono”
disturboinpuò faseessere
depressiva e dopo u
rappresentato in un
certo periodo di grafico:
equilibriol’umore e le energie
(anche mesi o anni) ilsiciclo
“alzano” inizialmen-
si ripete. Qualora siano presen
te in fase maniacale, quindi “scendono” in fase depressiva e dopo un
episodi misti
certo periodo i cicli di (anche
di equilibrio malattiamesisonoomeno
anni)chiari.
il cicloInsimedia
ripete.siQualora
verificano 8-9 episo
siano affettivi
presentinelepisodi mistivita,
corso della i cicli
ma indi alcuni
malattia
casisono
se ne meno
possonochiari.
avere Inpiùme-
di 30.
dia si verificano 8-9 episodi affettivi nel corso della vita, ma in alcuni
casi se ne possono avere più di 30.
Figura 3: Schema di 2 cicli di eccitazione-depressione e intervallo di benessere d
Figura 3: Schema di 2 cicli di eccitazione-depressione e intervallo di benesse-
re del Disturbo
DisturboBipolare
Bipolaretipo
tipoI I

16

1
Se si evitano le fasi di eccitazione (maniacali e miste) in gran parte si
prevengono anche le fasi depressive, se le fasi di eccitazione non ven-
gono curate anche le fasi depressive saranno più lunghe e resistenti.
Se il trattamento è adeguato si può avere una remissione completa
dei sintomi. Nel lungo termine, osservando alcune semplici regole di
comportamento e se la terapia farmacologica viene continuata, il ri-
schio di andare incontro ad ulteriori episodi è molto ridotto.

Disturbo Bipolare tipo II: Nel Disturbo Bipolare tipo II si ritrova-


no episodi depressivi alternati a fasi ipomaniacali, ovvero l’intensità
dell’eccitazione maniacale è meno accentuata, anche nel Disturbo Bi-
polare tipo II le fasi di attivazione precedono gli episodi depressivi. Gli
stati di eccitazione possono essere lievi, magari vi è solo un aumento
delle energie senza un significativo cambiamento del tono dell’umore:
il soggetto lavora di più o fa più attività casalinghe e si sente fisicamen-
te bene. In altri casi vi possono essere periodi di “agitazione”, di solito
nei cambi di stagione, accompagnati da insonnia e crisi d’ansia. Chi ha
questa malattia ha spesso un carattere piuttosto instabile e reattivo,
frequentemente sono presenti manifestazioni ansiose, con attacchi di
panico.
Nel Disturbo Bipolare tipo II mancano le attività clamorose e i com-
portamenti caotici che si verificano nel Disturbo Bipolare I, ciò nono-
stante se non curato la malattia porta ad una sofferenza marcata, le fasi
depressive tendono infatti ad essere particolarmente numerose.

Ciclotimia: La ciclotimia è probabilmente la condizione di Di-


sturbo dell’Umore più frequente; le oscillazioni dell’umore sono di
intensità minore rispetto alle fasi depressive e maniacali, ma sono
continue, chi ha questo disturbo è stabilmente instabile: lievi fasi de-
pressive e di attivazione si alternano rapidamente. Sono le persone
che spesso vengono definite un po’ lunatiche, impulsive, con evidenti
sbalzi di umore sia in reazione ad eventi esterni che spontanei. Vi
possono essere periodi di sonnolenza e svogliatezza alternati ad altri
di maggiore sicurezza, loquacità e fiducia in se stessi. Spesso si veri-
ficano esplosioni di rabbia, anche per eventi apparentemente banali.
I sintomi ansiosi sono estremamente frequenti; ci possono essere at-
tacchi di panico che insorgono in risposta ad eventi stressanti o nei
periodi di instabilità più marcata.

17
La consapevolezza dell’instabilità emotiva di base è di solito scarsa
o assente, giacché questa è continua e si mescola con il modo di es-
sere dell’individuo. Si riscontra sempre un’intensa reattività del tono
dell’umore, con facile entusiasmo in caso di eventi positivi e frustrazio-
ne al minimo impedimento, spesso vi è una ipersensibilità al giudizio
delle altre persone. Chi ha questa forma di Disturbo Bipolare identifica
gli sbalzi d’umore come reazioni ad eventi di vita intercorrenti, in realtà
l’umore è instabile indipendentemente da quello che succede o quanto-
meno la reattività agli stimoli ambientali è eccessiva.
Una simile instabilità dell’umore porta di solito ad una vita caotica,
con relazioni sentimentali brevi e burrascose o percorsi professionali-
lavorativi travagliati. Tipicamente le donne hanno relazioni affettive
intense, ma anche vacillanti o fugaci, spesso si sentono trascurate dal
compagno, che d’altra parte non riescono ad abbandonare per il forte
disagio a stare da sole. Nell’uomo sono invece più frequenti i comporta-
menti impulsivi, come il gioco, le spese eccessive o l’abuso di sostanze
(alcool, stimolanti, cannabis).
Frequentemente possono insorgere anche veri e propri episodi affet-
tivi; si tratta di solito di brevi fasi ipomaniacali o miste e fasi depressive
caratterizzate da sonnolenza, aumento dell’appetito e stanchezza.
Un’adeguata terapia stabilizzante è in grado di migliorare, oltre agli
eventuali episodi affettivi più manifesti, anche l’instabilità e l’iper-reat-
tività emotiva di base.

Indipendentemente dal sottotipo specifico il Disturbo Bipolare ha


un andamento cronico e ricorrente, questo significa che l’instabilità
dell’umore non recede col passare del tempo e che un individuo è sem-
pre a rischio di andare incontro ad un nuova fase di malattia. Gli episodi
di malattia, se non curati, durano da qualche settimana a diversi mesi.
Dopo ogni ricaduta il soggetto ha un rischio aumentato di avere un’ulte-
riore episodio, questo vuol dire che tante più volte si è stati male, tanto
è maggiore il rischio di avere un’altra crisi in futuro.
Al giorno d’oggi, fortunatamente, abbiamo a disposizione numerose
medicine che ci permettono di curare e soprattutto di prevenire le fasi
di malattia, è stato osservato che più è lungo il periodo di benessere di
una persona, minore è il rischio di avere una ricaduta; ecco perché è
così importante proseguire la terapia farmacologica anche nelle fasi di

18
Molto schematicamente l’andamento del Disturbo Bipolare di una persona può esser
rappresentato su un grafico (life-chart); l’asse orizzontale segna lo scorrere del tempo
benessere: per stabilizzare i miglioramenti ottenuti e ridurre la proba-
l’assediverticale
bilità indica depressivi
nuovi episodi la direzioneo del tono dell’umore: se il soggetto è in equilibrio
di eccitazione.
Molto èschematicamente
l’umore più o meno vicinol’andamento del Disturbo
all’asse orizzontale, se è suBipolare di una
di giri sarà al di sopra, se
persona può essere rappresentato su un grafico (life-chart); l’asse oriz-
triste al di sotto. E’ chiaro che questo stratagemma è una semplificazione, ma può esser
zontale segna lo scorrere del tempo, l’asse verticale indica la direzione
del tonoutile
molto dell’umore:
provare ad se“osservare”
il soggetto l’andamento
è in equilibriodell’umore
proprio èdisturbo;
più o meno
ci si rende conto
vicino all’asse orizzontale, se è su di giri sarà al di sopra, se è triste al
meglio se la malattia ha un andamento stagionale, se alcuni eventi hanno favorito uno
di sotto. È chiaro che questo stratagemma è una semplificazione, ma
scompenso
può o se i farmaci
essere molto sono stati
utile provare ad utili.
“osservare” l’andamento del proprio
disturbo;
A seguitocivengono
si rendeillustrati
conto meglio se la malattia
due life-chart haper
“tipiche” un un
andamento sta-
Disturbo Bipolare tipo I
gionale, se alcuni eventi hanno favorito uno scompenso o se i farmaci
tipo II.
sono stati utili.
A seguito vengono illustrati due life-chart “tipiche” per un Disturbo
Bipolare tipo I e tipo II.

Figura
Figura4:4:Life
Lifechart
chartdidisoggetto
soggettocon
conDisturbo
DisturboBipolare
Bipolaretipo
tipoI I

19
Figura
Figura 5:
5: Life
LifeChart
Chart di
di soggetto
soggetto con
con Disturbo
Disturbo Bipolare
Bipolare II
II

Disegnare la propria Life Chart:


Se vuole può disegnare la sua “life-chart”, per esempio provi a rico-
struire l’andamento dell’umore negli ultimi due anni.
Indichi come è cambiato l’umore, i fatti che sono successi in quel
periodo e le terapia che eventualmente stava assumendo. Questo eser-
cizio le permetterà di prendere maggior dimestichezza col disturbo,
inoltre sarà molto interessante per il suo medico.

20
Indichi come è cambiato l’umore, i fatti che sono successi in quel periodo e le terapia
che eventualmente stava assumendo. Questo esercizio le permetterà di prendere
maggior dimestichezza col disturbo, inoltre sarà molto interessante per il suo medico.

Figura
Figura 6:6: Life
Life Chart
Chart

Il problema
Il problema del suicidio
del suicidio
La depressione e ancor più il Disturbo Bipolare sono condizioni a rischio suicidario, il
La depressione e ancor più il Disturbo Bipolare sono condizioni a
suicidio è in assoluto l’evento più grave che si può verificare in un soggetto con un
rischio suicidario, il suicidio è in assoluto l’evento più grave che si può
disturbo dell’umore ed ha un impatto devastante anche sui familiari del malato. Nelle
verificare in un soggetto con un disturbo dell’umore ed ha un impatto
fasi depressive èanche
devastante relativamente frequente pensare
sui familiari che la vita non
del malato. Nellemeritifasi
di essere vissuta
depressive è re-
lativamente frequente pensare che la vita non meriti di essere vissuta
o sperare di morire piuttosto che continuare a soffrire; in certi casi i pensieri di morte
osono
sperare di morire
particolarmente piuttosto
insistenti chepuò
e il soggetto continuare a soffrire;
progettare come togliersi lainvita
certi
o casi i
pensieri
compiere undivero
morte sono
e proprio particolarmente
tentativo insistenti
di suicidio. Gli stati misti con esintomi
il soggetto
depressivipuò pro-
gettare come togliersi la vita o compiere un vero e proprio tentativo 16 di
suicidio. Gli stati misti con sintomi depressivi sono ancor più a rischio
di gesti autolesivi in quanto l’agitazione psicomotoria agevola gli atti
impulsivi. Numerose variabili influenzano i comportamenti suicidari;
una trattazione dettagliata è complicata e sconfina dagli obiettivi di
questo testo, sarà sufficiente specificare che sono più a rischio indivi-
dui che hanno compiuto precedenti tentativi autolesivi, che abusano di
sostanze o la presenza di parenti che hanno compiuto suicidio.

21
Occorre ribadire che la formulazione di pensieri suicidari ha sempre
un significato patologico. Il soggetto depresso può arrivare a vedere la
morte come una conclusione logica per porre fine alle proprie sofferen-
ze, anzi può ritenerla l’unica soluzione possibile giacché non si aspetta
niente dal futuro. In realtà la scelta del suicidio non è mai razionale, ma
è frutto di una malattia che altera la prospettiva e i valori dell’individuo.
Bisogna sempre ricordarsi che i pensieri di morte sono un sintomo e
che se ne andranno con il miglioramento dell’episodio depressivo.
È possibile intervenire per limitare i comportamenti autolesivi: nume-
rosi studi hanno dimostrato che il rischio di suicidio cala notevolmente
se i pazienti sono adeguatamente seguiti; la terapia con sali di litio pro-
tegge da gesti suicidari ed è stato osservato che il suicidio è raro qualora
il paziente non si senta isolato. Ne consegue che nei soggetti a rischio
è fondamentale garantire un’adeguata assistenza, anche coinvolgendo i
familiari per evitare che il malato si senta solo e senza speranza.
A seguito viene stilato un breve elenco delle cose che l’individuo
depresso deve ricordare (e che i familiari devono ribadire) in caso di
pensieri di morte

Tabella 3: Cose da ricordare in caso di pensieri di morte


Questi pensieri non sono miei, sono frutto della mia malattia
Questi pensieri se ne andranno quando passerà questo episodio
Per chi ha avuto simili pensieri in precedenza: come se ne sono andati l’altra volta
passeranno anche questa volta
Non dimenticarsi di prendere le terapia
Dormire almeno 8 ore, in caso contrario contattare il medico
Non prendere stimolanti (caffè, thè) per “tirarsi su”, né, ancor peggio, droghe
Non prendere ansiolitici in eccesso
Parlare sempre di questi sintomi con il medico
Se i sintomi persistono accettare il ricovero ospedaliero

In breve:
Il Disturbo Bipolare origina da un’alterazione dei meccanismi che
regolano il tono dell’umore ed i livelli di energia dell’individuo, di con-
seguenza sia l’umore che l’energia saranno instabili, variabili ed in gran
parte indipendenti dagli eventi ambientali.
Il disturbo dell’umore è un disturbo ad andamento protratto, croni-
co, ma come molti di questi disturbi (ad esempio l’asma, il diabete o
l’ipertensione) può essere adeguatamente curato e controllato.

22
Capitolo 3
DA COSA ORIGINANO I DISTURBI

I disturbi dell’umore hanno una predisposizione genetica; il Disturbo


Bipolare è un disturbo “biologico” determinato da un alterato equilibrio
a livello dei neurotrasmettitori (le sostanze che veicolano le informa-
zioni a livello del cervello). Questa notizia potrebbe creare qualche per-
plessità nei lettori, è infatti legittimo chiedersi “Se è genetico, perché
fin’ora non l’avevo mai avuto?”. La risposta è piuttosto semplice: si ere-
dita una “predisposizione” al disturbo e la malattia insorge quando si ha
una certa “combinazione” fra fattori genetici ed ambientali, in quel mo-
mento si scompensa un sistema che precedentemente era in equilibrio.
Tipicamente il Disturbo Bipolare esordisce tra i 20 e 30 anni, del resto
ogni malattia per cui si è “geneticamente predisposti” ha una tipica età
di insorgenza, ad esempio nel diabete il sistema di controllo glucidico
diviene deficitario di solito dopo i 50 anni.
Tutti i soggetti bipolari hanno almeno un familiare con un problema
simile, talvolta non è evidente un vero e proprio disturbo dell’umore,
ma qualche parente ha avuto “un po’ di esaurimento”, “un po’ di depres-
sione”, o un carattere difficile e impulsivo. Non si tratta di una eredita-
rietà semplice (come trasmettere il gene per gli occhi scuri), ma di una
ereditarietà complessa; talora la malattia salta qualche generazione o
si rende visibile solo come un’instabilità di carattere. Va precisato che,
sebbene il disturbo abbia una base genetica, non necessariamente i figli
di persone bipolari saranno a loro volta malati, il rischio dipende anche
dalla genetica dell’altro partner, dai fattori ambientali e, ovviamente,
dalla fortuna; solo una minoranza dei figli di soggetti bipolari ha a sua
volta un disturbo dell’umore.
Dunque geneticamente viene trasmessa una predisposizione a svi-
luppare la malattia e su questa base interagiscono le esperienze di vita
che possono più o meno agevolare l’insorgenza del disturbo. Come
abbiamo già sottolineato gli eventi che precedono l’insorgenza di una
fase di eccitazione, depressiva o mista non sono le cause dell’episodio
affettivo, sono piuttosto delle occasioni, dei fattori stressanti. Un forte
stress può aver agevolato lo scompenso, ma l’evento ambientale nella
maggior parte dei casi non è specifico (se non ci fosse stato quello ma-

23
tempo: se inizialmente si può fare un collegamento causa-effetto fra quello che
nellacevita
gari e lo stato
ne sarebbe statoaffettivo,
un altro). mano
Questaa“mancanza
mano diviene evidente
di ragioni” degliche le osc
episodi di malattia
dell’umore sono inè una
grancosa che
parte si impara coldai
indipendenti tempo:
fattoriseambientali;
inizialmentesi apprende
si può fare un collegamento causa-effetto fra quello che succede nella
episodi
vita e lo di eccitazione
stato insorgono
affettivo, mano a manopiùdiviene
che altro nei cambi
evidente che le di stagione e che
oscilla-
zioni dell’umore sono in gran parte indipendenti dai fattori ambientali;
depressive seguono di solito gli episodi maniacali o ipomaniacali. Si prende
si apprende che gli episodi di eccitazione insorgono più che altro nei
cambi
mano di stagione e che che
consapevolezza le fasi
la depressive
depressione,seguono di solito
o meglio gli episodi
il Disturbo Bipolare, no
maniacali o ipomaniacali. Si prende mano a mano consapevolezza che
“reazione
la forte”o ameglio
depressione, qualcosa che ci èBipolare,
il Disturbo capitato, non
ma èè una
una vera propria
“reazione for-malattia, co
te” a qualcosa
ciclicità che ci è capitato, ma è una vera propria malattia, con la
e ricorrenza.
sua ciclicità e ricorrenza.

Figura 7: Schema sull’esordio del Disturbo Bipolare


Figura 7: Schema sull’esordio del Disturbo Bipolare

24
Capitolo 4
TEMPERAMENTO, CARATTERE, PERSONALITÀ

Conoscere quanto le caratteristiche della propria personalità, delle


proprieCAPITOLO
abitudini4 ed inclinazioni siano diverse dai sintomi del Distur-
bo Bipolare,
TEMPERAMENTO,è importante per poter
CARATTERE, acquisire la consapevolezza della
PERSONALITA'
malattia ed “accettare” la diagnosi. Nel percorso terapeutico appari-
rà sempre piùquanto
Conoscere chiara la differenza
le caratteristiche della propriatra le caratteristiche
personalità, delle proprie abitudini died personalità,
temperamento e carattere
inclinazioni siano ed idelsintomi
diverse dai sintomi del disturbo.
Disturbo Bipolare, è importante per poter
Se non esiste
acquisire un’unicadella
la consapevolezza personalità candidata
malattia ed “accettare” a sviluppare
la diagnosi. Nel percorso il Disturbo
Bipolare, in molti
terapeutico appariràsoggetti conla patologia
sempre più chiara differenza tra le “conclamata” si possono però
caratteristiche di personalità,
riconoscere
temperamentoalcuni elementi
e carattere a comune
ed i sintomi del disturbo. come un alto livello di motiva-
zione, di energia
Se non e lapersonalità
esiste un’unica tendenza alla
candidata ricerca
a sviluppare delleBipolare,
il Disturbo novità. Molte persone
in molti

con queste caratteristiche non si ammaleranno mai. Soggetti


soggetti con patologia “conclamata” si possono però riconoscere alcuni elementi a con umo-
re altalenante, entusiasmo variabile e periodi di tristezza, con un tem-
comune come un alto livello di motivazione, di energia e la tendenza alla ricerca delle
novità. Molte persone con queste caratteristiche non si ammaleranno mai. Soggetti con
peramento cosiddetto “ciclotimico”, hanno comunque maggior proba-
umore altalenante, entusiasmo variabile e periodi di tristezza, con un temperamento
bilità di sviluppare la patologia.
cosiddetto “ciclotimico”, hanno comunque maggior probabilità di sviluppare la
La personalità
patologia.
è stata spesso descritta come la modalità di reagire
agli stimoli ambientali, di percepire la realtà o il modo stesso di esiste-
La personalità è stata spesso descritta come la modalità di reagire agli stimoli
re. Secondo Cloninger (1993) la personalità rappresenta la struttura di
ambientali, di percepire la realtà o il modo stesso di esistere. Secondo Cloninger (1993)
fondo dell’individuo
la personalità rappresenta edlainclude la tendenza
struttura di fondo dell’individuoistintiva
ed include la del temperamento
tendenza
e quellaistintiva
acquisita del carattere:
del temperamento e quella acquisitaladelprima
carattere:èlaespressione
prima è espressionedei dei tratti eredi-
tari di tipo biologico, la seconda delle componenti
tratti ereditari di tipo biologico, la seconda delle componenti affettivo-dinamiche affettivo-dinamiche
derivate dall’esperienza.
derivate La relazione
dall’esperienza. La relazione tra
tra personalità, personalità,
temperamento temperamento
e carattere può e
carattere può essere schematizzata come in figura 7
essere schematizzata come in figura 7

Figura 7: Relazione tra personalità temperamento, carattere


Figura 7: Relazione tra personalità temperamento, carattere

Personalità
Nasce dall’interazione tra fattori acquisiti e tratti stabili tipici di un individuo e riconoscibili
fin dall’adolescenza o dalla giovinezza, che talvolta possono diventare rigidi e maladattativi e
configurare veri e propri disturbi di personalità

Temperamento Carattere
Disposizione biologica, derivante da un L’insieme delle qualità personali che
substrato genetico o costituzionale che permettono l’aderenza dell’individuo ai
sottintende il livello di energia e la valori ed ai costumi della società e
qualità dell’umore, cioè quella struttura rappresentano gli attributi acquisiti, che
biochimica, endocrina e neurologica traggono la loro origine dalle
che determina una particolare reattività 21
esperienze dell’età evolutiva
nel rispondere ad uno stimolo esterno nell’ambito del contesto socio-familiare

25
Il temperamento
Secondo la dottrina degli umori della medicina ippocratica (V secolo
a.C.) la salute è dovuta al corretto equilibrio (in greco antico “eucra-
sia”) dei quattro elementi organici: sangue, bile gialla, flegma, bile nera.
Essi rappresentano i costituenti basilari di tutti i tessuti e degli orga-
ni del nostro corpo e corrispondono ai quattro elementi dell’univer-
so: aria, fuoco, acqua, terra. Come questi ultimi, presentano le stesse
caratteristiche fisiche: l’essere caldo o freddo, umido o asciutto. Con-
seguentemente, la condizione di malattia veniva interpretata come il
venire meno di questo equilibrio, con uno sbilanciamento (“discrasia”)
per l’eccesso o per il difetto di uno o più “umori” definiti con i termini
di: sanguigno, collerico, flemmatico, melanconico.
Il concetto di “temperamento” (temperamentum) è stato introdotto
da Galeno (130-200 d.C.); esso deriva dal latino temperare (mescolare) e
da temperies (corretta mescolanza dei quattro umori). Il termine va così
a sostituire quello di “umore” e identifica quale dei quattro umori, preva-
lendo, caratterizza la costituzione di ciascun individuo. È interessante
osservare come anche il termine di temperanza, la capacità, secondo S.
Tommaso d’Aquino, di soddisfare con equilibrio e moderazione i propri
istinti e desideri, condivida la stessa matrice etimologica (“temperare”).
La temperanza svolge il ruolo di disciplina delle naturali inclinazioni
dell’uomo, richiama alla moderazione e alla sobrietà, costituisce una
sorta di scudo protettivo di fronte alle tentazioni dello spirito. La salute
non è quindi un dono che si autopreserva ma rappresenta il risultato
della continua attenzione ad una condizione di equilibrio precario ed
instabile e si raggiunge grazie all’esercizio della temperanza.
Così classicamente veniva schematizzata la relazione tra tempera-
mento, umori ed elementi naturali:
-- temperamento malinconico: dovuto all’eccesso di bile nera (ri-
chiama la terra, fredda e secca), che aumenta in autunno e prevale
nell’età adulta;
-- temperamento sanguigno: dovuto all’eccesso di sangue (richiama
l’aria, umida e calda), che aumenta in primavera e prevale nell’in-
fanzia;
-- temperamento collerico: dovuto all’eccesso di bile gialla (richiama
il fuoco, caldo e secco), che aumenta in estate e prevale nell’adole-
scenza;

26
-- temperamento flemmatico: dovuto all’eccesso di flegma (richiama
l’acqua, umida e fredda), che aumenta in inverno e prevale nell’età
senile.
In epoca più recente Kraepelin (1921), approfondendo lo studio del-
le psicosi maniaco-depressive, ha descritto gli stati fondamentali:
-- ipertimico
-- ciclotimico
-- depressivo
-- irritabile
Negli ultimi anni l’interesse per i temperamenti affettivi è rimasto
vivo grazie anche agli studi di autori come Akiskal e collaboratori
(1998). Questi hanno cercato di ridefinire il concetto classico di tempe-
ramento come un punto di passaggio fra normalità e patologia, fra per-
sonalità e malattia. Le caratteristiche temperamentali sono ereditabili,
si manifestano precocemente e sono relativamente stabili nel tempo.
Ai quattro stati descritti da Kraepelin, Akiskal ha aggiunto un quinto
temperamento definito “ansioso”.

I temperamenti affettivi:
-- temperamento “ipertimico”: il soggetto è di solito esuberante, ot-
timista, allegro, sicuro di sé fino ad essere presuntuoso, energico,
pieno di progetti, imprudente, impulsivo, loquace; nei rapporti inter-
personali si mostra cordiale fino a poter essere intrusivo, indiscreto,
prepotente; la ricerca di emozioni lo può portare ad essere disinibi-
to, con tendenza alla promiscuità;
-- temperamento “ciclotimico”: la persona alterna periodi di apatia ad
altri di euforia, dall’essere pessimista può diventare ottimista, spen-
sierata, può avere la sensazione di testa confusa ma anche essere
creativa e perspicace; può avere un’autostima scarsa ma anche spro-
positata, avere una sonnolenza eccessiva oppure un ridotto bisogno
di dormire. Dall’essere muta, di poche parole, può diventare loqua-
ce, può essere chiusa, introversa ma anche ricercare la compagnia
in maniera disinibita, piangere immotivatamente ma anche essere
ludica e scherzosa;
-- temperamento “depressivo”: il soggetto è di solito triste, pessimista,
privo di humour o incapace di gioire, è introverso, indeciso, accetta
passivamente le decisioni, può apparire scettico, lamentoso. È di so-
lito coscienzioso, tende a rimproverarsi e a svalutarsi, è preoccupato
per la propria inadeguatezza, si può sentire fallito;

27
-- temperamento “irritabile”: la persona è di solito “nervosa”, collerica,
tende a rimuginare sulle cose, è ipercritica, può scherzare in manie-
ra inappropriata, essere invadente ed impulsiva;
-- temperamento “timido-inibito (ansioso)”: il soggetto è di solito mol-
to sensibile nelle relazioni interpersonali, eccessivamente timido,
tende a presentare sintomi ansiosi anche a livello somatico in rispo-
sta agli eventi della vita.

La personalità
Se il temperamento si trova da una parte in continuità con i disturbi
dell’umore, bisogna anche considerare il ruolo che questo gioca nella
strutturazione della personalità. Essa rappresenta la sintesi della ten-
denza istintiva del temperamento e di quella acquisita del carattere.
Cloninger (1994) ha distinto le dimensioni del temperamento da
quelle del carattere:

Dimensioni relative al temperamento:


1) ricerca di novità (bisogno di stimoli nuovi, gratificazioni)
2) evitamento del pericolo/danno (cautela, apprensività, prudenza)
3) dipendenza dal premio (bisogno dell’approvazione da parte dell’al-
tro)
4) persistenza (perseveranza, ambizione)

Dimensioni relative al carattere:


1) autodirezione (senso di responsabilità, autocontrollo)
2) cooperatività (tolleranza, disponibilità)
3) autotrascendenza (bisogno di trascendenza, di unione spirituale con
la natura)

È stata proposta una correlazione fra le dimensioni del temperamen-


to e alcuni sistemi recettoriali a livello cerebrale.
Aiutare il paziente a capire quali sono gli aspetti stabili, i tratti del-
la “personalità” che lo contraddistinguono da sempre, anche prima
dell’esordio della malattia, può servire a evitare il conflitto tra “come
ci sentiamo” e “come gli altri ci descrivono”. Distinguere la personalità
dal disturbo può rivelarsi utile per riconoscere le avvisaglie di un epi-
sodio di malattia rispetto a un modo di sentirsi “normale”. Per esem-

28
pio, per la persona estremamente estroversa il “socializzare molto” in
un fine settimana può essere normale, meno indicativo di un episodio
affettivo rispetto a cambiamenti nel sonno, aumento dell’irritabilità o
fluttuazioni nei livelli di energia. Al contrario, per un soggetto timido e
introverso questo “cambiamento”, può essere un segnale prodromico
di un episodio del disturbo.

29
Capitolo 5
IL PROBLEMA DELLE SOSTANZE

L’utilizzo di sostanze psico-attive è un vero flagello per chi soffre di Di-


sturbo Bipolare, molti assumono alcool o peggio sostanze illegali (cocai-
na, stimolanti, cannabis), ma anche caffeina in quantità industriali; di-
verse volte capita di chiedere “Quanti caffè beve?” e sentirsi rispondere
“Mah.. Dottore.. tre o quattro” “Tazzine?” “No Dottore, caffettiere!”.
Le ragioni per cui i soggetti bipolari assumono sostanze sono molte-
plici, principalmente si può dire che:
-- Il soggetto con Disturbo Bipolare (specialmente se di sesso maschi-
le) è più impulsivo della media delle persone e riesce a controllare
di meno l’assunzione di sostanze.
-- Il soggetto con Disturbo Bipolare può ricercare nelle sostanze un
sollievo, utilizzandole come “auto-terapia” per lenire i sintomi della
malattia; ad esempio l’alcool calma l’ansia, la caffeina stimola quan-
do ci si sente stanchi
-- Il soggetto con Disturbo Bipolare durante le fasi di eccitazione è più
disinibito: aumenta l’utilizzo di alcool o di tabacco e si possono as-
sumere più facilmente anche sostanze illegali.
Quale che sia la motivazione l’utilizzo di sostanze psicoattive è sem-
pre dannoso, il disturbo diviene più grave, l’instabilità dell’umore si
intensifica, le terapie fanno meno effetto. Semplicisticamente si può
dire che tutte le sostanze psicoattive (alcol, caffè, stimolanti, droghe
illegali) agiscono in modo massiccio a livello dei neurotrasmettitori ce-
rebrali (ovvero le sostanze che permettono ai neuroni di comunicare);
i soggetti con disturbo dell’umore hanno probabilmente un equilibrio
più delicato e le sostanze, rompendo il bilanciamento, complicano la
malattia.
Gli stimolanti sono dannosi perché aumentano l’ansia, l’irritabilità
e, alterando il sonno, favoriscono l’insorgenza di nuovi episodi affet-
tivi. Non bisognerebbe andare oltre i due caffè al giorno, la coca cola
andrebbe ridotta (contiene caffeina), gli altri stimolanti legali (energy
drink, ginseng e guaranà) sono da evitare del tutto.
L’uso di alcool è estremamente frequente, l’alcool ha un iniziale ef-
fetto ansiolitico ed euforizzante (“mette buon umore”), è però solo un
beneficio fugace e lo scotto da pagare è notevole: l’uso di alcool col

31
tempo provoca depressione, irritabilità, difficoltà di concentrazione e
finisce con aumentare la frequenza e la gravità delle fasi di malattia.
Nella popolazione giovanile è molto diffuso l’utilizzo di cannabis e di cocaina; circa il
Nella popolazione giovanile è molto diffuso l’utilizzo di cannabis e di
3-5% degli
cocaina; circa adolescenti
il 3-5% usa cocaina e il usa
degli adolescenti 35% cocaina
ha assunto e cannabis
il 35%almeno una volta. Se
ha assunto
cannabis almeno
una persona una volta.
soffre Se unaBipolare
di Disturbo persona soffre
il loro effettodiè disastroso:
DisturbolaBipola-cocaina e le
re il loro effetto è disastroso: la cocaina e le droghe sintetiche derivate
droghe sintetiche derivate dall’extasy facilitano l’insorgenza di episodi di eccitazione
dall’extasyviolenti,
facilitano l’insorgenza
con impulsività e rabbia.diLaepisodi di eccitazione
cannabis intensifica violenti,
le oscillazioni con e, in
dell’umore
impulsività e rabbia. La cannabis intensifica le oscillazioni dell’umore e,
chi è predisposto, aumenta la sospettosità e agevola l’insorgenza delle “voci”. Peraltro
in chi è predisposto, aumenta la sospettosità e agevola l’insorgenza delle
la cannabis attualmente in commercio (Skunk, White Widow ecc.), selezionata
“voci”. Peraltro la cannabis attualmente in commercio (Skunk, White Wi-
dow ecc.),geneticamente
selezionatae geneticamente e cresciuta
cresciuta in colture idroponiche, hainunacolture idroponiche,
percentuale di principio attivo
ha una percentuale
anche 10-15 di principio
volte maggiore attivo
di quellaanche 10-15una
in commercio volte maggiore
decina d’anni fa, di quel-capire
è facile
la in commercio una decina d’anni fa, è facile capire che le ripercussioni
che le ripercussioni a livello del sistema nervoso centrale sono molto maggiori.
a livello del sistema nervoso centrale sono molto maggiori.
Vogliamo sottolineare che le ragioni per cui sconsigliamo l’utilizzo di sostanze non
Vogliamo sottolineare che le ragioni per cui sconsigliamo l’utilizzo di
sono di tipo etico o morale, ma sono esclusivamente mediche: come un diabetico non
sostanze non sono di tipo etico o morale, ma sono esclusivamente me-
diche: come può un
mangiare dolci perché
diabetico nonvapuòincontro ad un aumento
mangiare dolcidella glicemia,
perché vacosì i soggetti con
incontro
ad un aumento
disturbo della glicemia,
dell’umore non devonocosì i soggetti
assumere composti con
che disturbo dell’umore
alterino l’equilibrio a livello del
non devono assumere
sistema nervoso. composti che alterino l’equilibrio a livello del
sistema nervoso.
In definitiva, nella cura del Disturbo Bipolare, è sempre fondamentale cessare o ridurre
In definitiva, nella cura del Disturbo Bipolare, è sempre fondamentale
fortemente l’utilizzo di sostanze psicoattive, altrimenti è molto difficile riuscire a
cessare o ridurre fortemente l’utilizzo di sostanze psicoattive, altrimenti
stabilizzare adeguatamente il tono dell’umore.
è molto difficile riuscire a stabilizzare adeguatamente il tono dell’umore.
Figura 8: Tipico
Figuradecorso
8: Tipicodi un soggetto
decorso con Disturbo
di un soggetto Bipolare
con Disturbo Bipolareed
eduso di sostanze
uso di sostanze

32 26
Capitolo 6
COME RICONOSCERE I SINTOMI

Riconoscere i sintomi depressivi è piuttosto facile, chi è depresso si


rende conto che non ha energia, che si concentra poco, che è triste e
così via. Ben più difficile è essere consapevoli degli episodi di eccita-
zione; si ha la sensazione di stare bene, si è energici, volitivi, magari si è
infastiditi da un “eccessivo affollamento di pensieri”, dall’irrequietezza
e dall’irritabilità, ma non si pensa certo di essere malati. Nel Disturbo
Bipolare c’è sempre questo problema: vi è una parte dei sintomi che
la persona riconosce (la depressione e l’ansia) e un’altra parte che il
paziente nega e di cui sono maggiormente consapevoli le persone che
vivono intorno a lui (l’eccitazione, la rabbia, l’impulsività, l’irritabilità).
È per questa ragione che, durante la visita psichiatrica, è gradita la pre-
senza di un parente o di un amico; quando si curano i disturbi dell’umo-
re è meglio avere un punto di vista sia soggettivo (del paziente), che
obiettivo (amici o familiari).

Il riconoscimento dei segni di eccitazione è più importante dell’in-


dividuazione dei sintomi depressivi: gli episodi depressivi hanno uno
sviluppo piuttosto lento, mentre gli stati di eccitazione raggiungono
l’apice sintomatologico molto rapidamente; sono come una palla di
neve che rotola lungo un pendio: più passa il tempo più diventa gros-
sa. La prevenzione degli episodi di eccitazione è poi doppiamente im-
portante perché evitandoli si previene in gran parte la depressione;
come già spiegato le fasi di eccitazione possono essere spontanee,
ma quelle depressive sono spesso conseguenti ad un episodio di ecci-
tazione o misto. In modo piuttosto brutale si può dire che tanto più si
va su di giri, più grave è la depressione successivamente. Ecco perché
bisogna limitare anche le fasi di eccitazione moderata (ipomaniacali)
o cercare di compensare gli stati di agitazione lievi, perché sono ter-
reno fertile per lo sviluppo di un successivo episodio depressivo.

33
Figura 9:Figura
Schema9: Schema rappresentante la la
rappresentante proporzionalità fra gravitàfra
proporzionalità dellagravità
fase maniacale
dellae fase
maniacale e gravità
gravità della
della fase fase depressiva
depressiva

Ogni individuo è diverso dall’altro, pertanto anche i primi segni di


Ogni individuo è diverso dall’altro, pertanto anche i primi segni di una nuova “crisi”
una nuova “crisi” sono differenti a seconda della persona; è importante
impararesonoaddifferenti a seconda della persona; è importante imparare ad individuare le
individuare le avvisaglie di un episodio depressivo o di
avvisaglie di un episodio depressivo o di eccitazione, prima che emerga uno scompenso
eccitazione, prima che emerga uno scompenso rilevante. Ovviamente
non tuttirilevante.
i segnali Ovviamente non tutti i segnali di allarme saranno presenti in tutte le persone,
di allarme saranno presenti in tutte le persone, ogni
ogni soggetto con Disturbo Bipolare avrà un certo numero di sintomi “spia” che deve
soggetto con Disturbo Bipolare avrà un certo numero di sintomi “spia”
che deveimparare
imparare a riconoscere.
a riconoscere.

Tabella 4: Sintomi
Tabella chechedevono
4: Sintomi devono farfar pensare
pensare ad undi eccitamento
ad un episodio episodio di eccitamento
riduzioneriduzione
delle ore di ore
delle sonno
di sonno
impazienza impazienza
sensazione di benessere
sensazione continuo
di benessere continuo
irritabilità, nervosismo
irritabilità, nervosismo
aumento aumento
dei livellidei di energia,
livelli aumento
di energia, aumentodell’esercizio fisico
dell’esercizio fisico o delle
o delle ore diore di lavoro
lavoro
parlare più velocemente o avere la testa affollata di pensieri
parlare più velocemente o avere la testa affollata di pensieri
fare nuovifareprogetti a cui anon
nuovi progetti si era
cui non mai
si era maipensato
pensato
fare troppe spese
fare troppe spese
avere nuovi interessi o dedicarsi di nuovo ad interessi che si erano abbandonati da
tempo 28
aumento del consumo di alcool, caffè o uso di sostanze illegali
aumento del desiderio sessuale.

34
Un altro fenomeno che deve far preoccupare è la volontà di sospen-
dere le terapie farmacologiche; spesso il desiderio di interrompere le
cure insorge in una fase in cui aumenta la fiducia in se stessi o in cui
ci si sente particolarmente bene; quando viene da pensare “Sto bene,
sono guarito, perché devo continuare a prendere le cure?” quello può
essere il segnale dell’inizio di un episodio maniacale ed è necessario
rivolgersi nuovamente al medico.
Cosa si può fare quando compaiono i sintomi di un nuovo episodio
di eccitamento?
Francesc Colom e Eduard Vieta nel libro “Psychoeducation Manual
fo Bipolar Disorder” suggeriscono le seguenti possibilità:
1) Rintracciare il proprio psichiatra di riferimento
2) Cercare di aumentare le ore di sonno (meglio arrivare a 10 ore e co-
munque mai scendere sotto le 4 ore)
3) Eliminare le attività che non sono necessarie (la salute viene prima
di tutto), lavorare al massimo 6 ore, provando a rilassarsi per il resto
della giornata. Evitare sempre di praticare attività sportive o di “cer-
care di stancarsi”, sarebbe come buttare benzina sul fuoco
4) Evitare gli stimoli: non andare in discoteca, in luoghi rumorosi ecc.
Bisogna restare a casa o in luoghi tranquilli
5) Ridurre il caffè ed evitare nel modo più assoluto stimolanti, alcolici,
energy drinks o, peggio, sostanze illegali
6) Evitare di fare acquisti: potreste pentirvene
7) Non prendere decisioni importanti
8) Non sottovalutate quello che sta accadendo: più su si va, più grande
è la caduta.

Gli episodi depressivi sono di solito più facilmente riconoscibili,


tuttavia le fasi iniziali possono essere sfumate e non immediatamente
individuabili, può mancare la tristezza e prevalere la stanchezza o una
sensazione di rallentamento. Ovviamente i segnali “spia” saranno diffe-
renti in diversi individui. I principali sono elencati nella tabella 5.

35
Tabella 5: Sintomi che devono far pensare ad un episodio depressivo
insonnia o aumento delle ore di sonno
riduzione dell’appetito
irrequietezza, ansia
riduzione delle capacità di concentrazione e della performance lavorativa
malessere fisico o stanchezza anche senza sentimento di tristezza
svogliatezza o comunque maggiore difficoltà nel fare le cose di tutti i giorni
avere meno voglia di vedere gli amici
indifferenza o minore interesse per le attività piacevoli
ricerca di alcool per calmarsi

Cosa si può fare quando compaiono i sintomi di un nuovo episodio


depressivo?
Anche in questo caso Colom e Vieta forniscono dei suggerimenti
precisi:
1) Cercare di contattare lo psichiatra di riferimento
2) Non modificare la dose delle terapie, attendete di essere visitati dal
medico
3) Cercate di dormire circa 8 ore: l’insonnia è dannosa, ma anche dor-
mire troppo. Evitate di fare sonnellini nel pomeriggio
4) Cercate di muovervi, di fare almeno un minimo di attività fisica
5) Evitare assunzioni di alcolici, stimolanti e di qualsiasi sostanza ille-
gale
6) Evitare di prendere decisioni importanti. In questi momenti non sie-
te obiettivi, il pessimismo della fase depressiva potrebbe consigliare
male. Ricordate che se prendete una decisione mentre siete depressi
è la depressione che ha fatto quella scelta, non voi.
7) Ricordate che quello che state pensando e vivendo è frutto della ma-
lattia, non della vostra personalità.
8) Mantenete una routine sana, dormendo la notte e rimanendo attivi
durante il giorno.

Il ruolo del “caregiver”


“Caregiver” è un termine inglese che indica colui che aiuta il pazien-
te, ci si può riferire a figure professionali specifiche, ma anche a fami-
liari o persone che siano in grado di dare un supporto. Nella gestione
del Disturbo Bipolare la presenza di un individuo che segua il paziente
è di primaria importanza in molteplici situazioni:

36
-- può fornire un valido appoggio nei momenti di scompenso, aiutando
e rassicurando il soggetto depresso o cercando di arginare i compor-
tamenti impulsivi e disinibiti delle fasi di eccitamento. In presenza
di emozioni e stati d’animo che portino a sofferenza può ricordare
che gran parte di questi non sono autentici, ma sono da attribuire
alla malattia
-- può sobbarcarsi l’incarico di somministrare la terapia farmacologi-
ca, garantendo quindi una adeguata aderenza, fondamentale per rag-
giungere la stabilizzazione del disturbo
-- ancor meglio dell’individuo malato può cogliere i segni di esordio di
un nuovo episodio, ricordando al soggetto i comportamenti da tene-
re per prevenire la ricaduta (fra cui adoperarsi per una nuova visita
di controllo)
-- è utilissimo anche per il medico; essendo un osservatore esterno
può fornire informazioni su comportamenti o sintomi di cui il pa-
ziente non è consapevole, ma che sono fondamentali nel momento
di decidere quali terapie intraprendere
Il ruolo del caregiver è però complesso e faticoso:
-- vi è la necessità di confrontarsi con una malattia della quale, di soli-
to, si conosce poco o niente
-- il Disturbo Bipolare ha un decorso cronico e quindi possono verifi-
carsi molteplici ricadute; ne consegue che il caregiver può sviluppa-
re sentimenti di sfiducia, demoralizzazione o fallimento
-- nelle fasi di scompenso la gestione del paziente può essere frustran-
te: vedere un individuo depresso è fonte di sofferenza per i familiari,
ma ancor più problematico è fronteggiare un soggetto in fase di ec-
citamento; i comportamenti promiscui e le spese eccessive possono
portare a gravi ripercussioni nell’ambiente domestico
Nonostante le difficoltà sopramenzionate la figura del caregiver resta
centrale: in un disturbo in cui tante problematiche derivano dalla man-
canza di consapevolezza di malattia, la presenza di un appoggio consape-
vole permette di temperare gli eccessi del paziente. È dunque necessario
che i caregivers abbiano una buona conoscenza del Disturbo Bipolare e
partecipino insieme al medico e al paziente nell’alleanza terapeutica; la
psicoeducazione dei familiari di soggetti con Disturbo Bipolare è altret-
tanto importante della psicoeducazione del paziente stesso.

37
Capitolo 7
IL DISTURBO BIPOLARE:
NON SOLO ASPETTI NEGATIVI
Gli episodi depressivi e maniacali sono sicuramente fonte di sofferenza,
non raramente, tuttavia, chi è affetto da Disturbo Bipolare ha anche una
energia superiore alla media che gli permette di poter coltivare moltepli-
ci interessi o di avere maggiori capacità lavorative. Sono relativamente
frequenti i casi di persone con Disturbo Bipolare che hanno avuto suc-
cesso nella vita; coloro che hanno delle fasi di eccitazione lievi e pro-
tratte hanno anche un rendimento maggiore in ambito sociale e nel pro-
prio impiego; la grande sicurezza in se stessi e le capacità di persuasione
possono agevolare inoltre l’assunzione di un ruolo di leader. Gli episodi
maniacali e depressivi sono purtroppo il rovescio della medaglia; solita-
mente il successo viene raggiunto prima del manifestarsi della malattia
conclamata, quando i sintomi insorgono curarsi diviene fondamentale,
anche per non perdere quanto si era raggiunto in precedenza.
Il Disturbo Bipolare è inoltre estremamente frequente in artisti, let-
terati, scultori. Alcuni studiosi hanno proposto che la sofferenza vissu-
ta nella fase depressiva venga interiorizzata e stimoli riflessioni, altri
sottolineano come le fasi di eccitazione agevolino le associazioni men-
tali e che “lo stato di grazia” degli episodi di euforia porti con sé anche
una eccezionale sensibilità artistica. In uno studio è stato riscontrato
che oltre l’80% degli scrittori intervistati aveva avuto in precedenza un
episodio maniacale o depressivo, in un’altra ricerca si riscontrava che
i poeti alternano fasi di inerzia a periodi ipomaniacali in cui scrivono
febbrilmente. Le ragioni esatte non sono ancora note, ad ogni modo ba-
sta considerare la lunga lista di artisti con Disturbo Bipolare per capire
che le due condizioni sono collegate.

Tabella 6: Artisti con Disturbo Bipolare


Attività Personaggi
Musicisti Beethoven, Schuman, Rossini, Donizetti, Haendel.
Pittori-scultori Van Gogh, Gauguin, Munch, Michelangelo
Balzac, Dickens, Poe, Byron, Goethe, Tolstoy, Hesse, Hemingway,
Scrittori
Woolf
...... ma la lista potrebbe essere praticamente infinita

39
Capitolo 8
LA TERAPIA FARMACOLOGICA

Introduzione
Assumere i farmaci, si sa, è una cosa complessa: bisogna essere
precisi e non dimenticarsi gli orari di somministrazione. Seguire una
terapia per lunghi periodi è difficile per tutti i malati ed è ancora più
evidente in psichiatria, dove i sintomi del disturbo si mescolano con il
vissuto emotivo della persona, con la propria visione del mondo e sono
quindi più difficilmente individuabili ed oggettivabili. L’uomo, per incli-
nazione naturale, tende a negare o minimizzare ogni stato di malattia;
se da una parte è accettabile assumere delle medicine nel momento in
cui si sta male, molto più difficile è continuarle successivamente, quan-
do i sintomi più eclatanti sono cessati; quando si sta meglio si pensa
che è l’ora di sospendere i farmaci. È un problema di tutta la medicina
e della psichiatria in particolare: il concetto di guarigione è diverso fra i
medici e pazienti. I pazienti pensano che guarire sia la risoluzione com-
pleta della malattia: paragonando il corpo umano ad una macchina ci si
immagina che, se si rompe un pezzo, si va dal medico (meccanico spe-
cialista), si cambia il pezzo e si risolve la cosa. In qualche caso è anche
vero: un’infezione con l’antibiotico giusto passa, un osso fratturato, se
viene ingessato bene, si risalda. In linea di massima per le infezioni e la
traumatologia il discorso fila: si fa un intervento per un tempo limitato,
si guarisce e non se ne parla più. Tuttavia, in medicina, la risoluzione
del problema (cambio il pezzo e non se ne parla più) è l’eccezione e
non la regola: la maggior parte delle malattie deriva da una mancanza,
da un deficit, oppure da un errore di programmazione del nostro orga-
nismo. Nel diabete vi è una carente increzione di insulina (un ormone)
con conseguente aumento della glicemia nel sangue, nell’ipertensione
le piccole arterie si contraggono troppo, nelle malattie reumatologiche
(artrite ecc.) il sistema immunitario fa un po’ di confusione attaccando
cellule del nostro organismo. I dottori cercano di riportare l’ordine in
un sistema squilibrato. Il problema è che il sistema che si è sbilanciato
non si può cambiare del tutto, bisogna sostenerlo. Quasi sempre è ne-
cessario mantenere le terapie per lunghi periodi, anche per tutta la vita.

41
Nel Disturbo Bipolare è la stessa cosa: sono necessarie terapie a lungo
termine per riportare l’equilibrio in un sistema che si era scompensato.
Solo prendendo consapevolezza del proprio disturbo chi è affetto da
Disturbo Bipolare può trovare le motivazioni necessarie per assumere
una cura di mantenimento, vero cardine dell’approccio terapeutico, in
grado di prevenire nuovi episodi di malattia.

Gli stabilizzatori del tono dell’umore


Gli stabilizzatori del tono dell’umore sono farmaci fondamentali
nella terapia del Disturbo Bipolare, in linea di massima la terapia sta-
bilizzante permette di avere una vita meno caotica, più organizzata e
ricca di soddisfazioni. Il loro utilizzo permette di curare gli episodi di
malattia, di prevenire in gran parte le ricadute e di ridurre l’instabilità
dell’umore, le eventuali recidive sono meno frequenti, più brevi e meno
intense. I farmaci stabilizzatori vanno continuati per lunghi periodi,
spesso per tutta la vita, la loro interruzione è associata ad una maggio-
re probabilità di avere un nuovo episodio affettivo. In generale anche
quando si riesce a controllare una malattia, questa è sempre presente:
se un diabetico sospende l’insulina la glicemia aumenta, se un iperteso
si dimentica la pillola si alza la pressione, nello stesso modo interrom-
pendo gli stabilizzatori del tono dell’umore aumenta il rischio di fasi di
eccitazione o fasi depressive.

Il litio
Il litio è lo stabilizzatore dell’umore per eccellenza, è efficace nel
curare e nel prevenire le fasi depressive e le fasi di eccitazione, molto
probabilmente è il miglior farmaco in assoluto per la cura del Disturbo
Bipolare ed è l’unico che ha un’azione sicura nel ridurre il rischio di sui-
cidio. Di solito è ben tollerato, può dare un aumento della sete e della
diuresi, a volte ci possono essere lievi tremori o diarrea che col tempo
tendono a scomparire. Il litio deve avere una concentrazione precisa
nel sangue, se è bassa non fa effetto, se è alta si assiste alla comparsa di
effetti collaterali (vertigine, sbandamenti, visione offuscata). Dunque il
litio va assunto in modo preciso ed è necessario periodicamente ese-
guire il dosaggio del farmaco nel sangue (litiemia). Si è osservato che
il litio perde di efficacia quando viene inserito e sospeso più volte; una
volta iniziato va continuato per lungo tempo e non va interrotto mai
senza il parere del medico.

42
I risultati che si ottengono sono ottimi, ma non bisogna avere fretta:
è un farmaco che, pur cominciando ad agire dopo poche settimane, ha
il suo massimo effetto dopo mesi di trattamento.
Ma attenzione a: Il litio è un sale e viene eliminato dai reni, pertanto
le concentrazioni possono subire variazioni in caso di forte sudorazio-
ne (magari in estate) o con vomito e diarrea. In queste situazioni è con-
sigliabile avvertire il medico ed eventualmente procedere nuovamente
al dosaggio del litio. Sono inoltre da evitare i diuretici (le pillole per
urinare). Sarebbe consigliabile bere circa due litri di acqua al giorno.
In una minoranza di pazienti il litio può dare una riduzione della
produzione di ormone tiroideo. In questi casi non è comunque consi-
gliabile sospendere il litio, ma piuttosto inserire un farmaco aggiuntivo
che permette di “sostenere” la tiroide e risolvere il problema (ormone
tiroideo di sintesi).
Curiosità: Il litio è usato fin dall’antichità: già ai tempi dei Romani
venivano consigliate terme con acque ricche di litio per coloro che sof-
frivano di disturbi dell’umore. Gli Arabi nel medioevo usavano già i sali
di litio per le cure psichiatriche.
Fraintendimenti: Spesso si crede che il litio vada preso perché è
una sostanza che “manca” all’organismo. Questo non è corretto: nella
terapia del Disturbo Bipolare il litio viene usato a dosi molto più alte di
quelle normalmente presenti nel corpo ed è da considerarsi un vero e
proprio farmaco.

Carbamazepina, valproato, lamotrigina


Oltre al litio vengono usati come stabilizzatori farmaci nati come
antiepilettici e che successivamente hanno dimostrato efficacia anche
sulla regolazione del tono dell’umore.
Carbamazepina (Tegretol) e valproato (Depakin) Sono farmaci
molto efficaci nella cura e nella prevenzione degli episodi di eccitazione
e in questo modo limitano anche le fasi depressive. Di solito sono ben
tollerati, è però consigliabile eseguire periodicamente alcuni semplici
esami di controllo. Carbamazepina e valproato possono essere dosati
nel sangue per verificare se la dose somministrata è adeguata. La car-
bamazepina non può essere assunta insieme alla pillola contraccettiva,
perché ne limita l’efficacia.
Lamotrigina (Lamictal) È un farmaco che ha un’azione specifica
nella depressione del Disturbo Bipolare. È efficace e ben tollerato, ma

43
deve essere aumentato gradualmente per limitare il rischio di eruzioni
cutanee allergiche. Se queste dovessero comparire il farmaco va sospe-
so e bisogna contattare lo psichiatra di riferimento.

Nuovi farmaci stabilizzanti


Fortunatamente la ricerca farmacologica va avanti e si dispone di
un ventaglio sempre più ampio di possibilità terapeutiche. Negli ulti-
mi anni molti farmaci appartenenti alla classe degli antipsicotici atipici
hanno dimostrato un’azione antimaniacale, antidepressiva o stabiliz-
zante a lungo termine, ricordiamo l’asenapina (Sycrest), l’olanzapina
(Zyprexa), la quetiapina (Seroquel), l’aripiprazolo (Abilify), il risperi-
done (Risperdal). Gli antipsicotici atipici possono essere usati da soli o
insieme agli stabilizzatori classici (litio, valproato, carbamazepina) nei
casi in cui la terapia con un solo farmaco non porti a risultati soddisfa-
centi.

Tabella 7: Farmaci utilizzabili nel Disturbo Bipolare


Stabilizzatori del tono Farmaci antipsicotici-
Altri farmaci
dell’umore stabilizzatori
Olanzapina
Litio carbonato Asenapina Antipsicotici
Carbamazepina Quetiapina Antidepressivi
Acido valproico Aripiprazolo Ipnoinduttori
Lamotrigina Risperidone Altri Antiepilettici
Ziprasidone

Indipendentemente dal farmaco usato è importante che la terapia sia


ben tollerata; è sempre auspicabile raggiungere una situazione in cui ci
si sente bene, si assumono le cure e “non ci si accorge di prenderle”.
In caso di effetti collaterali rilevanti bisogna discuterne con il medico
e valutare eventuali strategie alternative, comunque non si devono mai
gestire autonomamente i farmaci.

Come ricordarsi di prendere le terapie


Per evitare dimenticanze possono essere utili alcuni suggerimenti,
in modo che l’assunzione entri a far parte della routine della giornata
(Tabella 8):

44
Tabella 8: Suggerimenti per non dimenticare le terapie
Prendere le medicine più o meno alla stessa ora, in occasione di azioni che si
ripetono ogni giorno, ad esempio durante i pasti, o la sera quando ci si lava i denti
Tenere una scorta di medicine in luoghi diversi, sia a casa che al lavoro, qualora si
dimenticasse un orario di assunzione
Fissare l’allarme dell’orologio o del cellulare sull’ora in cui si devono assumere le
terapie
Scrivere la frase “hai preso le medicine?” sullo screensaver del computer o in un
luogo facilmente visibile
Coinvolgere i familiari, permettendo loro di ricordare gli orari di somministrazione
dei farmaci

Il problema della sospensione della terapia farmacologica


Come abbiamo già detto curarsi è una cosa difficile, ci vuole costan-
za e impegno. Molto spesso chi soffre di Disturbo Bipolare sospende le
terapie o le assume solo ad intervalli, quando i sintomi e il malessere
sono più intensi. Le principali giustificazioni fornite dai pazienti che
interrompono le cure sono:
-- Credere che si può controllare da soli il proprio disturbo, o dare cre-
dito a quanti dicono che “devi farcela da solo”.
Sbagliato: le oscillazioni dell’umore sono indipendenti dalla volontà e
in gran parte anche dagli eventi della vita. L’instabilità dell’umore ha
una natura biologica e non può essere cambiata solo con “l’impegno”.
-- Negare lo stato di malattia, magari pensando che “È stato solo un
momento di crisi”.
Sbagliato: il Disturbo Bipolare è una malattia a tutti gli effetti, anche
se nella vita possono esserci momenti difficili non c’è una propor-
zione fra quello che è avvenuto e i sintomi della fase depressiva o di
eccitazione.
-- Paura degli effetti collaterali.
Sbagliato: i farmaci usati sono di solito ben tollerati, gli effetti colla-
terali si riducono con il trattamento e se persistono bisogna discu-
terne col medico per valutare delle diverse possibilità terapeutiche.
-- Paura degli effetti dei farmaci a lungo termine.
Sbagliato: i farmaci non si “accumulano” dentro l’organismo con il
passare del tempo, il corpo non è un recipiente senza sbocco da cui
i farmaci non escono. Dopo circa 15 giorni di cura la quantità del
farmaco dentro il corpo rimane costante, tanto ne assumiamo per

45
bocca, tanto viene eliminato dal fegato e dai reni. Inoltre, nella mag-
gior parte dei casi, le eventuali reazioni di intolleranza o allergia si
verificano nei primi giorni di trattamento; se non ci sono stati proble-
mi all’inizio è molto improbabile che si presentino successivamente
-- Credere che il farmaco “crea dipendenza” o che “dopo un po’ non fa
più nulla”
Sbagliato: Le medicine non creano dipendenza, né perdono di effi-
cacia col passare del tempo. È invece vero il contrario, il massimo
effetto dei farmaci si vede proprio nel lungo periodo.
-- Credere che il farmaco “fa diventare uno zombi” o “cambia il carattere”.
Sbagliato: Vi è un diffuso sospetto verso i farmaci psichiatrici, che
deriva dall’identificare chi necessita di cure come malato grave, as-
similandolo al prototipo dell’ex ospite dei manicomi, fortemente
sedato da terapie massicce. Le moderne medicine disponibili sono
invece di solito ben tollerate e non provocano assolutamente un
cambiamento di personalità. Anzi, è proprio risolvendo l’eccessiva
instabilità dell’umore che la personalità dell’individuo può piena-
mente esprimersi, spogliandosi degli aspetti maladattivi direttamen-
te connessi alla malattia.
-- Avere “nostalgia” delle emozioni provate durante le fasi maniacali.
Sbagliato: anche se le fasi di eccitazione possono dare sensazioni
piacevoli (rapidità e lucidità mentale, euforia, aumento delle ener-
gie, sensazione di essere in cima al mondo), non bisogna dimenti-
care che la mania è una condizione estremamente instabile. Quasi
invariabilmente le sensazioni positive si mescolano a rabbia, ansia e
angoscia, le fasi di eccitazione portano a moltissimi problemi socia-
li, familiari e lavorativi e infine il rischio di un episodio depressivo,
dopo una fase maniacale, è molto alto.
-- Credere che “finalmente sono guarito, perché finalmente sto benis-
simo”.
Sbagliato: la malattia ha un decorso cronico. Un’improvvisa sensa-
zione di benessere, che può spingere il soggetto a smettere le cure,
deve invece far allarmare, perché è la prima manifestazione di un
episodio di eccitamento.

Se le terapie vengono interrotte il rischio di un nuovo episodio è


molto alto, inoltre alcuni farmaci perdono efficacia se vengono sospesi
ed iniziati più volte (ad esempio il litio). Se ci sono dei problemi nell’as-
sunzione delle medicine è sempre meglio parlarne al medico e trovare
una soluzione.

46
Capitolo 9
Il trattamento psicoterapeutico
e la psicoeducazione
In associazione al trattamento farmacologico, la psicoterapia rappre-
senta un passo importante nella gestione del Disturbo Bipolare e nel
miglioramento del suo esito. Essa può servire ad aiutare la persona
a monitorare il suo umore, una volta riportati sotto controllo i sinto-
mi dall’intervento farmacologico, a controllare le condizioni di rischio
evitando o affrontando nel modo più adattivo e positivo le situazioni
di stress, a prevenire quindi le ricadute identificando prontamente i se-
gnali precoci di un momento di crisi.
In relazione all’andamento episodico del Disturbo Bipolare, l’inter-
vento psicoterapeutico si può applicare utilmente nella fase di “quie-
scenza” della malattia, ossia nelle fasi intervallari, più difficilmente nei
momenti di crisi acuta, siano essi di depressione o di mania. Il paziente
in fase maniacale non si farà coinvolgere, il depresso farà fatica a “ra-
gionare” su sé stesso in termini positivi; la fase acuta non è certo il
momento migliore per imparare le tecniche di prevenzione delle rica-
dute. La persona più “ricettiva” al supporto psicoterapico sarà quella
che avrà alcuni sintomi che rimangono, “residui” della fase acuta, su
cui potrà lavorare con il terapeuta.
Alcune psicoterapie si sono rivelate più valide per il trattamento del
Disturbo Bipolare, in particolare per quanto riguarda il contributo alla
stabilizzazione dell’umore:
-- la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC): si tratta di un inter-
vento strutturato che aiuta la persona a riconoscere e modificare
certi schemi mentali che possono condizionare emozioni non posi-
tive e comportamenti disfunzionali: si lavora con il terapeuta sulla
risoluzione dei problemi del “qui e ora”, si analizzano i pro e i contro
di certi modi di pensare per promuovere idee meno rigide e compor-
tamenti nuovi e più adattivi;
-- la Terapia Interpersonale e dei Ritmi Sociali (IPSRT): è un percorso
terapeutico che può rivelarsi utile per ripristinare i ritmi sonno-ve-
glia e la routine quotidiana, sconvolti dal Disturbo Bipolare, e gestire
meglio le relazioni personali; la terapia si focalizza sul chiarire il le-
game tra umore ed eventi di vita, in particolare per ciò che riguarda

47
i rapporti, spesso “difficili”, con gli altri: il paziente viene aiutato a
risolvere tali conflitti, a fronteggiare i sintomi affettivi, a mantenere
ritmi di vita regolari;
-- la Terapia Familiare Funzionale (TFF): allarga l’intervento al siste-
ma familiare del paziente perché il Disturbo Bipolare è una patologia
che riguarda tutta la famiglia; si utilizzano strategie per ridurre il li-
vello di stress intra-familiare, la conflittualità, la critica nei confronti
della malattia; lo scopo è quello di aiutare i membri a comunicare
meglio l’uno con l’altro, ad affrontare le situazioni difficili e ad offrir-
si sostegno reciproco.

La psicoeducazione
Una tecnica universalmente condivisa ed utilizzata dai vari approc-
ci farmacologici e psicoterapeutici è quella della psicoeducazione.
L’obiettivo dei programmi psicoeducativi è quello appunto di “educare”
la persona con Disturbo Bipolare, fornendo informazioni, spiegazioni,
precisazioni circa la malattia, facendo in modo che diventi pienamente
partecipe del percorso terapeutico, non si senta “diversa”, sappia che il
suo malessere è dovuto ad una vera e propria malattia, ben conosciuta
e per cui esistono rimedi terapeutici di provata efficacia.
Il contesto dell’intervento psicoeducativo può essere individuale o
di gruppo; in questo caso il paziente partecipa a una serie di incontri,
ognuno con argomento prestabilito, insieme ad altre persone che sof-
frono dello stesso disturbo.
Riassumendo possiamo dire che la psicoeducazione si articola in
tecniche di trattamento, a cui fanno riferimento i diversi approcci, ri-
velandosi uno strumento capace di lavorare su tutte le variabili impli-
cate nel Disturbo Bipolare. Essa si basa sul modello bio-psico-sociale e
medico dei disturbi mentali e permette di fornire al paziente elementi
teorico-pratici che lo possono aiutare a comprendere meglio i sintomi
del suo disturbo e quindi a fronteggiarlo.

Gli “ingredienti” della psicoeducazione


La psicoeducazione come specifica tecnica di intervento che segue
modalità ben precise è di recente introduzione nel Disturbo Bipolare.
Alcuni centri di ricerca hanno meglio “codificato” l’intervento e
dimostrato la sua efficacia. In particolare, il gruppo di Vieta e Colom

48
dell’Università di Barcellona ha strutturato un programma psicoedu-
cativo focalizzato su specifici aspetti: la consapevolezza della malattia,
l’aderenza al trattamento, il riconoscimento dei sintomi precoci e delle
ricadute, la regolarità dello stile di vita. Il programma prevede incontri
di gruppo settimanali condotti da due terapeuti a cui partecipano 8-12
pazienti; in ogni sessione viene presentato il tema del giorno, si esegue
un esercizio pratico sullo stesso tema (come quello di disegnare il gra-
fico del proprio umore) e, infine, se ne discute.
Altri gruppi di ricerca hanno strutturato e stanno svolgendo pro-
grammi psicoeducativi, si ricorda per esempio il gruppo di Sachs
dell’Università di Harvard (Boston) e quello di Miklowitz nel Colorado;
in questo secondo caso l’intervento è orientato prevalentemente sulla
famiglia.
Generalizzando, l’intervento psicoeducativo si applica a pazienti
bipolari in condizione di equilibrio, di “eutimia”, cioè non in fase ma-
niacale né depressiva, e questo perché si richiede una loro partecipa-
zione attiva, c’è bisogno che non siano distraibili e che abbiano buone
capacità cognitive. Ha una durata media di 6 mesi, con sedute mono o
bisettimanali, e può essere individuale o di gruppo. L’intervento psico-
educativo come obiettivi:
-- “educazione” sul disturbo: aumentare il livello di informazione e
consapevolezza del paziente sulla malattia attraverso la discussione
sulle cause biologiche del disturbo, sui suoi fattori eziologici e sca-
tenanti, sui sintomi depressivi, maniacali o misti, sul decorso e sulla
prognosi della malattia;
-- informazione sulla terapia farmacologica: meccanismo di azione,
benefici, possibili effetti collaterali e indesiderati, rischi associati
all’interruzione degli stabilizzanti dell’umore e degli altri farmaci im-
piegati nella cura del disturbo;
-- addestramento al riconoscimento precoce dei sintomi che possono
precedere lo sviluppo della depressione e della mania e istruzioni su
come poterli affrontare;
-- tecniche di “risoluzione dei problemi” (problem solving);
-- coinvolgimento dei membri della famiglia nel riconoscimento dei
primi segnali di allarme per una possibile ricaduta e nella prontezza
dell’intervento in collaborazione con il terapeuta;
-- informazioni sui rischi associati all’uso di droghe e di sostanze quali
caffè, tabacco, alcol;

49
-- promozione di condizioni di vita adeguate: importanza di abitudini
di vita regolari, del ruolo del sonno, dell’alimentazione, dell’attività
sportiva e dell’esposizione al sole;
-- informazioni sul rischio di suicidio e sulle strategie di prevenzione;

Gli “strumenti” della psicoeducazione


A parte le differenze nella tipologia e sequenzialità delle sedute, i di-
versi programmi psicoeducativi condividono però, come detto, gli stes-
si “ingredienti” e sono indirizzati agli stessi obiettivi. Parte integrante
del programma è il cosiddetto “quaderno di lavoro” (workbook) usato
dal paziente e dai familiari. Esso si compone di:
una parte “teorica”, in cui sono riportate le informazioni sul Distur-
bo Bipolare e le indicazioni strategiche per ridurre la frequenza degli
episodi di malattia,
di una parte “pratica” con delle “tavole di lavoro” dove, come un dia-
rio, il paziente ha la possibilità di scrivere note personali della “storia”
del “suo” disturbo.
Questa guida pratica è nata appunto con l’obiettivo di “educare” le
persone che hanno un Disturbo Bipolare; quanto il lettore ha avuto
modo di apprendere entra di diritto nel termine psicoeducazione. Nelle
pagine seguenti sono riportate alcune schede per una sorta di “diario
personale”: saranno utili esercizi per riflettere sulla “natura” del distur-
bo, individuare i sintomi sperimentati nella propria storia di malattia e
poter dare un significato a quanto accaduto. Buon lavoro!

50
Riconosci i tuoi sintomi

I sintomi del disturbo bipolare possono essere differenti da persona


a persona. Le manifestazioni più comuni di mania e depressione sono
indicate di seguito. Prendi nota dei sintomi che di solito provi e di quelli
che insorgono precocemente durante un episodio maniacale o depres-
sivo.

Umore maniacale
Per me Segno che precede
abituale l’episodio
Sentirsi pieno di energia
Sentirsi facilmente annoiato
Sentire un bisogno ridotto di dormire
Sentirsi più “speciale” del solito
Essere pieno di idee nuove e stimolanti
Essere più loquace
Spendere eccessivamente
Fare tante cose in maniera non abituale

Umore depresso
Per me Segno che precede
abituale l’episodio
Sentire più bisogno di dormire
Essere insonne
Sentirsi in colpa
Avere meno energia
Avere meno interesse o piacere nel fare le
cose
Essere piuttosto indeciso
Avere difficoltà di concentrazione
Sentirsi poco utile o non adeguato
Sentirsi smanioso o agitato
Avvertire un cambiamento nell’appetito
Avere pensieri di morte

51
Giorni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
Grave
(compromissione
funzionale,
non può lavorare)
Moderato
UMORE ELEVATO

(compromissione
funzionale ma può lavorare)
Registra il tuo umore - La life-chart

Lieve
(compromissione
funzionale non rilevante)
NORMALE

Nella norma

52
Lieve
(compromissione
funzionale non rilevante)
Moderato
UMORE DEPRESSO

(compromissione
funzionale ma può lavorare)
Grave
(compromissione
funzionale,
non può lavorare)
Ansia
(0=assente; 1=lieve;
2=moderata; 3=grave)
Irritabilità
(0=assente; 1=lieve;
2=moderata; 3=grave)
Ore di sonno
Individua i tuoi fattori protettivi e di rischio per il disturbo

FATTORI PROTETTIVI FATTORI DI RISCHIO

•  Utilizzo degli stabilizzanti dell’umore •  Alcool


•  Psicoterapia •  Sostanze di abuso
•  Astinenza dall’alcool •  Brusca interruzione della terapia
•  Astinenza dalle sostenze di abuso     stabilizzanti dell’umore
•  Routine giornaliera strutturata     antidepressivi
    ritmo sonno-veglia regolare    ansiolitici
    programmazione attività sociali •  Alterazione del ritmo sonno-veglia
•  Perdita di supporto sociale
Sistema di supporto •  Distorsioni cognitive
    professionale (medico di famiglia, •  Conflitti interpersonali
    psichiatra, psicologo, •  Cambi di ruolo
    assistente sociale) •  Stress lavorativo e/o familiare
    familiare
    amicale

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

53
Abituati ad assumere con regolarità le medicine

Motivazione all’assunzione dei Come ricordarsi di prendere le terapie


farmaci
• Prendi le medicine più o meno alla
Sintomi maniacali e conseguenze che stessa ora:
voglio evitare: (per es. in occasione di azioni che si ripetono ogni
giorno, ad esempio durante i pasti, o la sera quando
1. ci si lava i denti)
2.
• Tieni una scorta di medicine in luoghi
3.
diversi
(sia a casa che al lavoro, qualora si dimenticasse un
orario di assunzione)
Sintomi depressivi e conseguenze che
voglio evitare:
• Fissa l’allarme dell’orologio o del
1. cellulare sull’ora in cui si devono
2. assumere le terapie

3. • Scrivi la frase “hai preso le medicine?”


per es. sullo screensaver del computer
Alcuni richiami per stimolare la mia o in un luogo facilmente visibile
motivazione all’assunzione regolare
della terapia: • Coinvolgi anche i tuoi familiari,
permetti loro di ricordare gli orari di
1. somministrazione dei farmaci
2.
3.

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

54
Impara a gestire il sonno

Dato che conosco le mie abitudini di sonno, raccomando a me stesso di


dormire almeno ….. ore per notte. Per mantenere una regolare routine
sonno-veglia dovrei andare a letto regolarmente alle ore ……. e alzarmi dal
letto regolarmente alle ore ……..

Alcuni consigli per chi ha problemi nel dormire

•  Utilizza le tecniche di rilassamento muscolare anche a letto

•  Non “sfidare” mai il sonno, non pensare, lasciati andare

•  Garantisciti il tempo per rilassarti prima di coricarti

•  Segui una routine giornaliera regolare per facilitare il riposo notturno

•  Prima di viaggiare fai attenzione a non stravolgere il ciclo sonno-veglia

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

55
Pensa a quello che ti piace fare durante la giornata

Esercizi/attività sportive:
1.
2.
3.

Cinema / teatro / attività ricreative:


1.
2.
3.

Attività sociali:
1.
2.
3.

Hobbies:
1.
2.
3.

Attività relazionali:
1.
2.
3.

Attività correlate al lavoro:


1.
2.
3.

56
Programma le tue attività settimanali

MATTINO METà GIORNATA POMERIGGIO SERA

LUNEDì

MARTEDì

MERCOLEDì

GIOVEDì

VENERDì

SABATO

DOMENICA

57
Impara a risolvere i problemi
Strategie di PROBLEM - SOLVING
1.  Qual è il problema?
________________________________________________________________________
________________________________________________________________________

2.  Perchè questo problema mi preoccupa? Quali sono le sue caratteristiche che mi
fanno preoccupare?
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________

3.  È un problema realistico? Cos’è che penso debba accadere? Quale parte del
problema penso sia fonte di preoccupazione?
________________________________________________________________________
________________________________________________________________________

4.  Come posso riformulare il problema in maniera più chiara così che ciò mi possa
aiutare a trovare la soluzione? Prova a riformulare il problema:
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________

5.  Ora che ho il problema chiaro in testa, quali sono le possibili soluzioni? Voglio
pensare al maggior numero di soluzioni possibili (senza pensare al perchè sono
giuste o sbagliate). Quale consiglio mi darebbe un buon amico? Se lui avesse questo
problema che consiglio gli darei?
Opzioni possibili: 1. ______________________________________________________
        2. _______________________________________________________
        3. _______________________________________________________
6.  Ora valuta ciascuna possibile opzione. Per ognuna di esse valuta gli aspetti
positivi e negativi. Non selezionare l’opzione finchè non le hai valutate tutte!
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
7.  Considerando ogni valutazione, quale soluzione sembra la migliore?
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________
8.  Vuoi applicare questa soluzione o hai bisogno di più informazioni per risolvere
il problema?
________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________

58
Impara a valutare correttamente i tuoi pensieri

1 2 3 4 5 6 7
SITUAZIONE UMORE PENSIERI EVIDENZE EVIDENZE A PENSIERI RIVALUTA
AUTOMATICI A SOSTEGNO DEL DISCONFERMA DEL ALTERNATIVI ORA IL TUO
PENSIERO PENSIERO A UMORE
SPIEGAZIONE
DELL’EVENTO
Chiediti:

Cosa mi
stava
passando
per la mente
Chiediti:
giusto
proprio
C’è un
prima di
modo
sentirmi
alternativo,
così?
più
obiettivo
Cosa Chiediti:
di pensare Copia
rappresenta
Descrivi a questa le tue
questo per Quando non mi
Con chi le tue Segna nella situazione? emozioni
la mia vita sento così potrei
eri? emozioni colonna accanto dalla
e per il mio pensare ad una
il pensiero per Se qualcun colonna 2
futuro? situazione come
Cosa stavi Valuta il quale stai altro fosse
questa in maniera
facendo? l’intensità cercando le prove in questa Rivaluta
Cos’è differente?
delle tue situazione, l’intensità
la cosa
Quando è emozioni Scrivi le prove che delle tue
peggiore Ho mai avuto
stato? (0-100%) che spiegazione emozioni
che un’esperienza
supporterebbero dell’evento (0-100%)
potrebbe che dimostra che
Dove ti Valuta il questa gli darei?
accadere questo pensiero
trovavi? tuo umore conclusione Rivaluta il
se ciò fosse non è sempre
(0-10) Scrivi i tuo umore
vero? completamente
pensieri (0-10)
vero?
alternativi
Che riflesso
Valuta
ha questo
quanto
su ciò che
credi in
gli altri
ciascuno
pensano di
di essi (0-
me?
100%)
Che
immagini o
ricordi ho
di questa
situazione?

59
Segui uno stile di vita più salutare:
La piramide alimentare della salute

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

60
Segui uno stile di vita più salutare:
Diario alimentare settimanale

Snack a metà Snack a metà


Colazione Pranzo Cena
mattino pomeriggio

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Sabato

Domenica

61
Perché la dieta e l’attività fisica sono importanti

1. Aumentano le probabilità di vivere più a lungo ed in modo più salutare

2. Ti aiutano a proteggerti dallo sviluppo di malattie cardiache o dai loro pre-


cursori, come la pressione arteriosa alta o gli alti livelli di colesterolo

3. Ti aiutano a proteggerti dallo sviluppo di certe patologie tumorali, come il


tumore del colon e del seno

4. Ti aiutano a prevenire o controllare il diabete tipo 2

5.. Ti aiutano a prevenire lo sviluppo di artrite, di dolore e rigidità o a limitarli


se già ne soffri

6. Ti aiutano a prevenire lo sviluppo di osteoporosi

7. Riducono i sintomi depressivi e d’ansia e migliorano l’umore

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

62
Le questioni familiari:
Coinvolgimento della famiglia di origine

- I genitori si possono sentire in colpa, soprattutto in caso di familiarità per


disturbo bipolare, a causa di una presunta responsabilità di aver trasmesso la
malattia

- I genitori di pazienti in giovane età spesso si preoccupano delle competenze


sociali del figlio e della sua capacità di gestirsi finanziariamente

- Anche la sessualità preoccupa. I genitori temono che i figli possano avere


rapporti non protetti con persone “poco raccomandabili” ed andare incontro
al rischio di una gravidanza indesiderata, di malattie veneree, dell’AIDS

> È molto importante trovare un equilibrio tra il desiderio dei genitori di pro-
teggere il figlio dai pericoli ed il bisogno del giovane adulto di crescere e svi-
lupparsi come individuo autonomo

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

63
Le questioni familiari
Coinvolgimento del coniuge e del partner

- Il coniuge o il partner possono essere di grande sostegno anche se devono


gestire i propri sentimenti e le difficoltà di convivenza con il congiunto bipo-
lare

- Alcune persone possono essersi sposate pienamente consapevoli del distur-


bo della moglie o del marito, tuttavia spesso succede che il disturbo bipolare
diventi evidente quando la relazione si è già consolidata

- La sofferenza può essere particolarmente forte se un partner comincia la


relazione completamente all’oscuro del disturbo bipolare dell’altro perché gli
è stato tenuto nascosto

> È molto importante rispettare i punti di vista di entrambi i partners e cerca-


re di lavorare insieme per favorire una comunicazione che faciliti il progresso
anziché perpetuare il conflitto

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

64
Le questioni familiari
Considerazioni generali

- I membri della famiglia di origine, i coniugi ed i partners possono essere di


grande aiuto nell’identificare le prime avvisaglie di una crisi ed incoraggiare
la persona a rivolgersi dal medico

- I membri della famiglia ed i partners spesso possono essere di aiuto nel li-
mitare i danni della malattia riconoscendone le avvisaglie e facendo in modo
che il paziente si curi prontamente

- N.B. Qualsiasi attribuzione di potere all’interno delle famiglie, che possa es-
sere considerata come restrittiva della libertà della persona con disturbo bi-
polare, deve venir affrontata con cautela. È molto importante che la persona
interessata dia il suo consenso al percorso di cura nel periodo in cui non sta
attraversando un episodio di malattia, che possa essere consapevole del fatto
che determinate restrizioni possono intervenire a sua tutela per evitare dei
danni.

> È molto importante che vi sia un bilanciamento tra il ruolo positivo dei fami-
liari ed il rischio di attrito che potrebbe istaurarsi se costoro fossero avvertiti
dal paziente come eccessivamente reattivi ad ogni suo piccolo cambiamento.
Tale equilibrio deriva anche da riconoscimento che tutti possono avere perio-
di di oscillazione dell’umore che comprendono la rabbia, la contentezza, la
frustrazione, la noia e l’eccitazione.

Note

_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________
_____________________________   ____________________________

65
Letture consigliate

Colom F, Vieta E. Psychoeducation Manual for Bipolar Disorder. Cambridege


University Press, Cambridge, 2006
Di Fiorino M, Martinucci M. The he figures of melancholy and mania. De me-
lancholiae et maniae figuris. Psichiatria e Territorio, Forte dei Marmi, 2007
Frank E. Treating Bipolar Disorder: A Clinician’s Guide to Interpersonal and
Social Rhytm Therapy. The Guiford Press, New York, 2005
Jamison KR. Una mente inquieta. TEA, Milano, 2005
Miklowitz DJ. Bipolar Disorder, Second Edition: A Family-Focused Treatment
Approach. The Guilford Press, New York, 1997
Miklowitz DJ. The Bipolar Disorder Survival Guide, second edition: What You
and Your Family Need to Know. The Guilford Press, New York, 2002

67
STAMPATO DA
BANDECCHI & VIVALDI
PONTEDERA

DICEMBRE 2011

View publication stats

Potrebbero piacerti anche