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Arxiu de Tradicions
Insula Noa
Insula Noa
Insula Noa è un progetto associativo di «Trexenta Storica» e «Arxiu de Tradicions», inserito nel Censimento della
Terza missione dell’Insegnamento di Lingua e Letteratura Catalana (Filologia Romanza) del Dipartimento di Lettere,
Lingue e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Cagliari (triennio 2020-2023).
Redazione
Sergio Sailis (Trexenta Storica)
Salvatore Pinna (Arxiu de Tradicions)
Joan Armangué i Herrero (Arxiu de Tradicions)
© Arxiu de Tradicions
Reg. impresa: 221,861
CIF 22113080920
© degli autori
Prima edizione: 23 luglio 2020. Giornata del libro e della rosa – 2020.
Copertina
Il Mediterraneo occidentale, stralcio della mappa Supplément grec, 1094.
Bibliothèque Nationale de France, Département des manuscrits – Source gallica.bnf.fr / BnF
INDICE
1
Insula Noa, num. 1/2020 Indice
2
Insula Noa, num. 1/2020 Presentazione
PRESENTAZIONE
La Redazione
3
Insula Noa, num. 1/2020 Sergio Sailis
Sergio Sailis
(Trexenta Storica)
1
Maria Mercè COSTA I PARETAS, «El noble Jaume d’Aragó, fill bastard de Jaume II», in
Estudis d’història medieval, vol. 1, Barcellona 1969, p. 12.
2
Il Cervelló il 20 gennaio 1347 informava il sovrano della preoccupante situazione di
Sassari e dintorni. Analoghe missive vennero inviate ad altri vari esponenti a corte sia da
parte del governatore che da parte di altri ufficiali regi di stanza in Sardegna. Cfr. Laura
GALOPPINI, Ricchezza e potere nella Sassari aragonese, Pisa 1989, pp. 34 e ss.
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3
Santiago SIMÓN BALLESTEROS, «El acuerdo secreto firmado entre el rey Pedro IV y el
noble aragones Lope de Luna durante la segunda Union (1347-1348)», in Aragón en la
Edad Media, n. XXII (2011), pp. 247-269. Cfr. Santiago SIMÓN BALLESTEROS, «Por no
caer en “captividat perpetua e vinamos a condicion d’esclavos”: la radicalización del
movimiento unionista en 1348», rivista online e-Spania, 14 (2012).
4
S.J. Hilario MARIN, «Un texto interesante del “Privilegium generale Aragonum”» in
Argensola: Revista de Ciencias Sociales del Instituto de Estudios Altoaragoneses, n. 5
(1951), p. 17.
5
Francesco Cesare CASULA, «La Sardegna dopo la Meloria», in AA.VV., Genova, Pisa
e il Mediterraneo tra Due e Trecento. Per il VII centenario della battaglia della Meloria,
Genova, 24-27 ottobre 1984, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, nuova serie,
XXIV/2 (1984), Genova 1984, pp. 501-514. Per quanto riguarda l’ex Giudicato di Torres o
Logudoro che qui ci interessa in modo particolare Cfr. da ultimo Franco G.R. CAMPUS,
«Incastellamento e poteri locali di origine ligure in Sardegna. L’area della Sardegna
settentrionale», in Genova. Una "porta" del Mediterraneo (a cura di L. GALLINARI),
Genova 2005, pp. 367-412.
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Después vinieron al real que tenía el infante sobre aquella villa Bernabé de
Oria, hijo de Brancaleón, y otros barones y señores de aquella casa de Oria, a
6
Francesco Cesare CASULA, «Profilo storico della Sardegna catalano-aragonese», in
Medioevo saggi e rassegne, n. 7, Pisa 1983, p. 10 e riproposto in Francesco Cesare
CASULA, Sardegna catalano aragonese - profilo storico, Roma 1984. Cfr. Francesco
Cesare CASULA, «I trattati diplomatici sardo-aragonesi del 1323-1326», in AA.VV.,
Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra medioevo e età moderna, Studi storici in onore di
Alberto Boscolo, La Sardegna, (a cura di Luisa D’ARIENZO), vol. I, Roma 1993, p. 207.
Cfr. Gian Giacomo ORTU, La Sardegna dei Giudici, Nuoro 2005, p. 251. Cfr. Alessandro
SODDU, «I Doria, signori di Monteleone», in Monteleone Rocca Doria, (a cura di Marco
MILANESE), Muros 2005, pp. 59-60. Cfr. Alessandro SODDU, «Corona d’Aragona e
Malaspina nella Sardegna del Trecento», in Sardegna catalana, (a cura di A. M. OLIVA e
O. SCHENA), Barcellona 2014, pp. 87-103.
7
Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento. Politica, istituzioni, economia e società.
Dalla conquista aragonese alla guerra tra Arborea ed Aragona (1323-1365), Tesi di
Dottorato, Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di
Teorie e Ricerche dei Sistemi culturali, Dottorato europeo di ricerca in antropologia, storia
medioevale, filologia e letterature del Mediterraneo occidentale in relazione alla Sardegna,
Ciclo XX, Sassari 2005-2006, p. 69. Cfr. Gian Giacomo ORTU, La Sardegna dei Giudici,
op.cit., p. 252. Cfr. Francesco Cesare CASULA, I trattati diplomatici sardo-aragonesi del
1323-1326, op.cit., p. 215. Cfr. Alessandro SODDU, I Doria, signori di Monteleone, op.cit.,
pp. 59-60.
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8
Jeronimo ZURITA, Anales de Aragón, (edición de Ángel CANELLAS LÓPEZ. Edición
electrónica de José Javier ISO (coord.), María Isabel YAGÜE y Pilar RIVERO), Zaragoza
2003, vol. III, libro VI, cap. XLV.
9
Brancaleone e Bernabò Doria infatti nel sottomettersi al sovrano oltre che mantenere i
loro possedimenti nel Logudoro miravano ad ampliarli nonché a recuperare i castelli di
Goceano e Monteacuto passati in mano arborense. Cfr. Maria Eugenia CADEDDU, «I
privilegi reali nel Regno di Sardegna e Corsica all’epoca di Giacomo II e dell’Infante
Alfonso d’Aragona. Strategie politiche e militari», in Los cimentos del Estado en la Edad
Media, (a cura di Juan Antonio BARRIO BARRIO), Alicante 2004, p. 164.
10
A seguito di questa sommossa avvenuta a Sassari, Vinciguerra Doria venne fatto
giustiziare da Berenguer Carroç. Cfr. Angelo Aldo CASTELLACCIO, «Politica, economia e
società a Sassari nei primi anni della dominazione aragonese» in Aspetti di storia italo –
catalana, Sassari 1983, p. 79.
11
Giovanni DERIU, «Fonti per la storia della villa di Giave durante i sec. XII-XV», in
Salvatore CHESSA – Giovanni DERIU, Ricerche su Giave, Cargeghe 2008, pag. 68 e segg.
Cfr. Alberto DELLA MARMORA, Itinerario dell’isola di Sardegna, vol. III (ristampa
edizione 1860 a cura di Maria Grazia LONGHI), Nuoro 1997, p. 15. Cfr. Sandro PETRUCCI,
Cagliari nel Trecento …, op.cit., p. 1013.
12
Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento …, op.cit., p. 1155
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13
Sul clima di estrema insicurezza e pericolosità nelle campagne e nelle strade del nord
Sardegna negli anni precedenti l’episodio di “Su aidu de turdu” ed in particolare sulle
incursioni che i doriani facevano partendo dal castello di Roccaforte. Cfr. Angelo Aldo
CASTELLACCIO, Politica, economia e società a Sassari ..., op.cit., pp. 75-99.
14
In quell’anno la fortificazione doveva già essere stata realizzata o era in avanzata fase
di realizzazione in quanto il Cardona vi fece portare prigionieri Berenguer de Cruïlles e
Gombau de Ribelles perché coinvolti, assieme a Jaume de Carroç, in atti di
insubordinazione e oltraggio nei confronti del veguer di Sassari, Ramon de Montpaò, per il
quale venne istruito un processo a carico dello stesso Carroç. Cfr. Maria Mercé COSTA,
«Jaume Carròs i el Veguer de Sàsser», in Archivio Storico Sardo. n. XXXV (1986), p. 97.
Sull’episodio vedasi anche Maria Bonaria URBAN, «L’istituto del Veguer e l’
amministrazione della città di Cagliari. Alcune note preliminari» in El món urbà a la
Corona d’Aragó del 1137 als decrets de nova planta, XVII Congrés d’Història de la
Corona d’Aragó (coord. per Salvador CLARAMUNT RODRÍGUEZ) vol. 3, Barcellona 2003,
pag. 1042, n. 96. Il primo castellano o alcaide della bastida fu Bort Ça-Cirera che, nominato
dal governatore Ramon de Cardona, venne successivamente riconfermato da Pietro IV alla
carica di «alcaydi seu castellani castri sive loci de Sorra siti in insula Sardinie». Cfr.
Archivo de la Corona de Aragón, di seguito A.C.A., R.C., reg. 516, ff. 174v-175r. (1333
settembre 1, Lerida). Circa due mesi dopo al Ça-Cirera subentrò Ferdinando de Ruffis
vedasi A.C.A., R.C., reg. 516, ff. 221v-212r (1333 ottobre 27, Saragozza).
15
«Supplicatum extitit nobis pro parte nobilis Danyani de Auria quod cum nobilis
Raimundus de Cardona, quondam gubernator dicti regni, construxerit infra loca ipsius que
habere asserit in insula Sardinie quandam bastidam apud locum de Sorra, cuius occasione
quinque ville quas prefatus Danyanus asserit suas esse destructe existunt et que bastida est
nobis valde dampnosa dirui facere dignaremur eandem». A.C.A., R.C., reg. 1006, f. 113v
(1336 ottobre 15, Valenza). Cfr. Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento …, op.cit., p
1081. Nel documento non sono menzionate le ville distrutte ma da altre fonti sappiamo che
all’epoca Damiano Doria nella zona possedeva le ville di Ardena, Ruda, Vanare, Siligo,
Querquedo, Gonanor Mecdo, Gonanor Manno, Gruta, Turalba e Saylo tutte site nel
Meilogu. Cfr. Giuseppe MELONI, Insediamento umano nella Sardegna settentrionale.
Possedimenti dei Doria alla metà del XIV secolo, in La Corona d’Aragona in Italia
(secc.XIII-XVIII), Atti del XIV Congresso della Corona d’Aragona, Sassari-Alghero,
vol.II, tomo II, Sassari 1995, p. 578.
16
A.C.A., R.C., reg. 1007, f. 211v (1337 maggio 3, Saragozza).
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inviata anche da Fabiano Doria che nel 1339 ricevette anche lui risposta
analoga. 17 Pietro IV infatti tendeva a temporeggiare perché riteneva la
bastida utile per il controllo del territorio e nel frattempo aveva già dato
disposizioni ai suoi ufficiali di non procedere alla distruzione della
fortificazione revocando il precedente ordine. 18 Nonostante tutto quindi,
sebbene fosse una fortificazione a carattere provvisorio certo non
paragonabile ad altri castelli sardi ben più strutturati, alcune vestigia della
cosiddetta Bastida di Sorres (o meglio quanto ne restava) sopravvissero sin
quasi ai giorni nostri e, secondo Casula, venne finita di smantellare agli inizi
degli anni cinquanta del secolo scorso. 19
Causa della nuova rivolta doriana furono ancora una volta i contrasti
con gli ufficiali regi, l’insofferenza per le mancate promesse dei sovrani
iberici nonché, e forse soprattutto, le manovre di questi per incamerare alla
Corona le importanti piazzeforti doriane di Alghero e Castel Genovese (oggi
Castelsardo) non trascurando all’uopo di fomentare le sempre vive discordie
in seno ai vari rami della potente famiglia ligure.
In modo particolare la nuova agitazione dei Doria era dovuta alle
manovre della Corona volte a confiscare il castello di Monteleone (con
relative pertinenze) e le curatorìe di Cabuabbas e Nurcara motivandola con
il mancato rispetto degli obblighi feudali da parte dei Doria contro i quali
venne istruito un processo da parte del Governatore Cervelló, 20 il quale il 9
gennaio 1347 emana la sentenza contro i signori liguri; 21 probabilmente fu
quindi questa una delle principali cause scatenanti la nuova ribellione
doriana che, insofferenti dei soprusi perpetrati a loro danno dagli ufficiali
regi (il cui operato negativo è quasi una costante nelle insurrezioni sarde
17
A.C.A., R.C., reg. f. 274v (1339 marzo 15, Valenza).
18
A.C.A., R.C., reg. 1008, f. 55r-v (1338 gennaio 9, Gandia).
19
Lo storico in un suo volume riproduce una foto del 1951 nella quale sono ripresi
alcuni operai intenti a demolire quello che sembra un terrapieno o i resti di una costruzione
identificata come la bastida. Cfr. Francesco Cesare CASULA, La Sardegna aragonese, vol.
1, Sassari 1990, fig. IX.
20
In un primo momento era stata presa in considerazione l’idea di acquisire a titolo
oneroso il castello di Monteleone e la curatorìa di Nurcara ma successivamente questa
ipotesi venne accantonata optando per la confisca tout court di questi possedimenti
giudicata meno costosa. Cfr. Alessandro SODDU, Incastellamento in Sardegna. L’esempio
di Monteleone, Raleigh (USA) 2013, pp. 60-64.
21
Alessandro SODDU, I Malaspina e la Sardegna ..., op.cit., p. 312.
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30
A.S.C., Antico Archivio Regio, Editti ed ordini, C1, cc. 28r-29r, (1347 luglio 10,
Castello del Goceano, Burgos).
31
A.S.C., Antico Archivio Regio, Editti ed ordini, C1, c. 29r, (1347 luglio 10, Sassari).
32
Francesco LODDO CANEPA, «Alcuni nuovi documenti del secolo XIV sulla Sardegna
aragonese», in AA.VV., Atti del VI Congresso Internazionale di Studi Sardi (Cagliari 2-8
maggio 1955), vol. 1 - Storia, Cagliari 1962, pp. 279-281. Cfr. Alessandro SODDU, I
Malaspina e la Sardegna …, op.cit., p. 314, doc. 441.
33
A.S.C., Antico Archivio Regio, Editti ed ordini, C1, c. 27v, (1347 luglio 21, Sassari).
34
A.S.C., Antico Archivio Regio, Editti ed ordini, C1, c. 30r, (1347 luglio 22, Castello
del Goceano, Burgos).
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Y don Guerao se puso con ellos en una villa del estado del juez de Arborea
que se decía Mazumera sin recibir ningún daño de los contrarios, que hacían
ayuntamiento de sus gentes para no dejar pasar a don Guerao con aquella
compañía de ballesteros a juntarse con su padre. 42
Pero luego que tuvo dello noticia Mariano juez de Arborea y conde de
Gociano -que era en aquella sazón fiel al rey y favorecía a sus oficiales-
envió a avisar a don Guerao, y aconsejóle que procurase de pasar cautamente,
de suerte que no recibiese daño, porque le tomaban los pasos y caminos.
Habida esta nueva, avisó dello don Guerao a su padre, y sin que lo entendiese
el juez de Arborea salió don Guillén de Cervellón de Sácer con las mejores
compañías de gente de caballo y de pie, y fuese a poner en una villa del juez
de Arborea que se decía Bonorba, a donde se juntaron los de Cáller con la
gente que iba de Sécer que el gobernador había mandado llamar. 43
battaglia di “Aidu de turdu” oppure successivamente. A.C.A., R.C., reg. 1016, f. 51v (1347
agosto 28, Saragozza). Cfr. Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento …, op.cit., p. 1133.
Molto probabilmente però i Doria avevano già distrutto la fortificazione in quanto durante
la fuga successiva alla battaglia il Cervelló si diresse nella direzione esattamente opposta.
41
Maria Mercè COSTA, «Oficials de la Corona d’Aragò a Sardenya (segle XIV)», in
Archivio Storico Sardo, vol. XXIX - anno 1964, Padova 1964, pp. 327-333. Cfr. Evandro
PUTZULU, Cervellón, Guglielmo de, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 24
(1980).
42
Jeronimo ZURITA, Anales de Aragón …, op.cit., vol. IV- libro VIII, cap. XVI.
43
Jeronimo ZURITA, Anales de Aragón …, op.cit., vol. IV- libro VIII, cap. XVI. Una
breve relazione dello scontro la si può trovare anche in diversi documenti di cancelleria (dai
quali sicuramente ha attinto lo Zurita) in A.C.A., R.C., reg. 1016 fg. 48v-49r. Cfr. Manuel
SÁNCHEZ MARTÍNEZ, Pagar al rey en la Corona de Aragón durante el siglo XIV. Estudios
sobre fiscalidad y finanzas reales y urbanas, Barcellona 2003, p. 123.
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Meramente a titolo di esempio tra gli altri vedasi Vittorio ANGIUS, in Dizionario
geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna (a cura di
Goffredo CASALIS), vol. II, Torino 1834, pp. 441-442; Cfr. Giuseppe MELONI, «Il Periodo
aragonese» in La Provincia di Sassari: ambiente, storia, civiltà, Sassari 1987, p. 106 e
anche in Giuseppe MELONI, Il Parlamento di Pietro IV d’Aragona (1355), collana: Acta
Curiarum Regni Sardiniae, vol. 2, Firenze 1993, p. 41; Cfr. Francesco FLORIS, Storia della
Sardegna, 1999, p. 250; Cfr. Angelo Aldo CASTELLACCIO, L’amministrazione della
giustizia nella Sardegna aragonese, Sassari 2003, p. 61; Cfr. Antonello MATTONE, Mariano
d’Arborea, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2007); Cfr. Sandro
PETRUCCI, Cagliari nel Trecento ..., op.cit., p. 1148.
45
Francesco Cesare CASULA, Profilo storico della Sardegna ..., op.cit., p. 27.
46
Emilio BELLI, «La viabilità romana nel Logudoro-Meilogu», in Il nuraghe S.Antine
nel Logudoro-Meilogu (a cura di A. MORAVETTI), Sassari 1988, pp. 335-337.
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Pero siguiendo don Guerao de Cervellón hijo del gobernador con otro
escuadrón, pareciéndole que la gente de pie de los contrarios era muy vil, con
algunas compañías de caballo arremetió para ellos, y siguió tras él con otra
parte de la caballería otro hermano suyo que se llamaba Mónico de
Cervellón; y trabóse entre ellos muy recia batalla: y los contrarios arrojaban
tanta muchedumbre de astas y dardos y varas enastadas de que ellos usaban,
que hirieron los caballos y los rompieron, de manera que cayendo por tierra
47
Giovanni DERIU – Salvatore CHESSA, Meilogu - tomo II, Cargeghe 2014, pp. 133-
135.
48
Maria Mercè COSTA I PARETAS, Oficials de la Corona d’Aragó …, op.cit., p. 333.
Cfr. anche PROTO ARCA SARDO, De bello et interitu marchionis Oristanei (a cura di Maria
Teresa LANERI), Monastir 2003, p. LII e 12, il quale però confonde i figli di Guglielmo con
i nipoti del Cervelló.
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los Caballeros los mataban muy fieramente; y luego se pusieron en huída los
sardos e italianos que iban en la avanguardia. 49
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Cuando el Juez supo el desastrado suceso de esta guerra, envió por los
cuerpos del gobernador y de sus hijos, y solo pudo cobrar el del gobernador,
que le hizo llevar al castillo de Gociano, donde está enterrado. 55
52
Alessandro SODDU, I Malaspina e la Sardegna …, op.cit., pp. 314-315.
53
Maria Mercè COSTA I PARETAS, «El noble Jaume d’ Aragó, fill bastard de Jaume II»,
in Estudis d’història medieval, vol. 1, Barcellona 1969, p. 12.
54
Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento …, op.cit., pp. 1155-1156.
55
Francesco DE VICO, Historia general …, op.cit., p. 183.
56
Gombau de Ribelles infatti assieme a Pere Martì de Sarassa, Matteu de Montpalau e
Francesc Carròs e altri era rimasto convolto nell’omicidio di alcuni sardi nella villa di Arilis
ed in quella di Samassay; per accertare le responsabilità dell’accaduto il veguer di Cagliari,
Bertran de Castellet, nel 1346 inviò in questi villaggi alcuni funzionari ed esperti in diritto.
Cfr. Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento …, op.cit., pp. 706, 1087 e 1136
57
Jeronimo ZURITA, Anales de Aragón …, op.cit., vol. IV- libro VIII, cap. XVI.
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58
A.S.C., Antico Archivio Regio, Editti ed ordini, C1, c. 32v, (1347 settembre 12,
Sassari).
59
Isabel COMPANYS I FARRERONS, Cataleg de la Collecciò de Pergamins de
l’Ajuntament de Terragona dipositats a l’Arxiu Historic de Terragona, Tarragona 2009, p.
115.
60
Sandro PETRUCCI, Cagliari nel Trecento …, op.cit., p. 1222.
61
A.C.A., R.C., reg. 1017, f. 150r (1348, aprile 11). Cfr. Sandro PETRUCCI, Cagliari nel
Trecento …, op.cit., pp. 1148-1149. Cfr. Katrine MELIS, I castelli litoranei del giudicato di
Gallura, riflessioni sulla territorialità, Scuola di Dottorato, Università degli Studi di
Sassari, Scienze dei sistemi culturali, Storia degli stati medioevali mediterranei,
Dipartimento di Storia, Ciclo XXII, Sassari 2009-2010, pp. 191-192.
62
Il Governatore infatti concesse a Mariano la curatorìa di Monteleone in cambio della
conquista di Alghero e delle altre terre doriane ma la concessione non concretizzò per
mancanza dell’autorizzazione regia. Cfr. Alessandro SODDU, Incastellamento in Sardegna
..., op.cit., p. 64.
63
Alessandro SODDU, I Malaspina e la Sardegna …, op.cit., p. 318 e ss. doc. 449- 452-
453-454-455-456-461.
64
Manuel SÁNCHEZ MARTÍNEZ, Despues de Aidu de Turdu ..., op.cit..
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65
Ivi, p. 790.
66
Ivi, p. 804.
67
Ivi, p. 791.
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73
Manuel SÁNCHEZ MARTÍNEZ, «La convocatoria del usatge Princeps namque en 1368
y sus repercusiones en la ciudad de Barcelona», in Barcelona quaderns d’història , N. 4
(2001), pp. 79-107. Cfr. Maria Teresa FERRER I MALLOL, «La organizaciòn militar en
Cataluña en la Edad Media», in Revista de Historia Militar, anno XLV, Conquistar y
defender. Los recursos militares en la Edad Media Hispanica, n. extra 2001, Madrid 2001,
pp. 159-160.
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triennale del 1351 e quella del 1354, anch’essa biennale, richieste da Pietro
IV proprio per la Sardegna e concesse da Clemente VI e da Innocenzo VI. 74
La prima di queste in particolare venne richiesta l’anno successivo
alla sconfitta di Aidu de turdu e dei fatti conseguenti compreso l’assedio di
Sassari; la situazione militare inoltre era fortemente aggravata dal
concomitante diffondersi di una grave epidemia, la famosa peste negra.
Pietro IV, tramite i propri inviati Galceran de Bellpuig e Lope de Gurrea,
chiese l’aiuto finanziario a papa Clemente VI; di tale ambasceria ci sono
pervenute le istruzioni fornite dal sovrano ai due procuratori nel novembre
1348 dove, per giustificare le sue richieste, mette in evidenza lo stato di
desolazione in cui versava l’isola a seguito di tali avvenimenti. 75 Il pontefice
il 4 giugno 1349 gli concede pertanto la
decima biennale in tutti i territori della
Corona nominando collettori per i
territori iberici l’arcivescovo di
Tarragona e i vescovi di Valencia e
Tortosa. La decima verrà quindi
riscossa in diverse rate il 24 giugno
1350, 2 febbraio 1351, 24 giugno 1351
e 2 febbraio 1352. 76 Negli archivi
barcellonesi si sono in parte conservati i
registri con annotate le riscossioni di
queste decime e, per quelle concesse nel
A.C.A., R.P., M.R., reg. 1778
74
Manuel SÁNCHEZ MARTÍNEZ, «Fiscalidad pontificia y finanzas reales en Cataluna a
mediados del s. XIV: Las decimas de 1349, 1351 y 1354», in Estudis castellonencs n. 6
1994-1995, pp. 1277-1296 riproposto anche in Pagar al rey en la Corona de Aragón
durante el siglo XIV: estudios sobre fiscalidad y finanzas reales y urbanas, Barcellona
2003.
75
A.C.A., R.C., reg. 1062 fg. 125r-126v. cfr. Amada LOPEZ DE MENESES, «Documentos
acerca la peste negra en lo dominios de la Corona de Aragon», in Estudios de Edad Media
de la Corona de Aragon, n. VI, Saragozza 1956, doc. 42 p. 326.
76
Manuel SÁNCHEZ MARTÍNEZ, Fiscalidad pontificia y finanzas reales ..., op.cit. pp.
1283-1285.
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1351, il secondo dei quali oggi risulta scomparso e si si trova solo in copia a
Cagliari) il citato canonico Graziani «canonicus kallaritanus subcollettor
decimarum papalium biennarum» riscuoteva e quietanzava, per conto
dell’arcivescovo cagliaritano Pietro Çescomes, la prima annata della decima
(5 libbre) dovuta dall’Opera di Santa Maria di Pisa per i possessi
cagliaritani. In tutti e tre i documenti a rappresentare l’Opera per i beni
posseduti a Castro Calleri era il mercante Simone Manca che in quel
periodo operava stabilmente a Cagliari in rappresentanza dell’istituto
pisano. 85
Resta tuttavia da chiarire meglio il diverso importo da riscuotere
indicato sul documento del 1350 nonché l’incongruenza presente nei due
documenti del marzo 1351 in quanto entrambi attestano il pagamento di 5
libbre e sempre per il primo anno di esazione della decima. Facendo il
paragone con le scadenze delle decime iberiche dove il pagamento della
prima rata era prevista per il 2 febbraio del 1350 (versamento prorogato poi
al 24 giugno per meri motivi organizzativi) mentre le altre rate erano
previste per il 2 febbraio 1351, 24 giugno 1351 e 2 febbraio 1352, 86
sembrerebbe che la seconda di queste scadenze sia in linea con la data in cui
il Graziani attesta di aver riscosso gli importi da Simone Manca per conto
dell’Opera.
Quelle sopra elencate saranno solo alcune delle misure che nel 1355
porteranno Pietro il Cerimonioso alla riorganizzazione del Regno di
Sardegna e Corsica in seguito alla rivolta di Mariano IV d’Arborea che
rischiò di avere conseguenze ben più pericolose rispetto all’insurrezione
doriana.
85
Per una breve sintesi dell’attività del Manca quale conductor dell’Opera di Santa
Maria di Pisa a Cagliari cfr. Bianca FADDA, «Nuovi documenti sulla presenza dell’Opera di
Santa Maria di Pisa a Cagliari in epoca catalano-aragonese», in RiMe. Rivista dell’Istituto
di Storia dell’Europa Mediterranea, n. 4, giugno 2010, Cagliari 2010, pag. 138-139.
86
Manuel SÁNCHEZ MARTÍNEZ, «Fiscalidad pontificia y finanzas reales en Cataluna a
mediados del s. XIV: Las decimas de 1349, 1351 y 1354», in Estudis castellonencs, n. 6
1994-1995, p. 1284.
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Insula Noa, num. 1/2020 Sergio Sailis
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Insula Noa, num. 1/2020 Autori dei contributi
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Insula Noa
Temi di storia e cultura sarda