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BYRNE!
6 Luglio 2020 · by Marco D'Angelo · in Riscritture
Vi ricordate la storia del bimbo venuto da Krypton? Chi è diventato? Che poteri ha? Nel
1986, la DC Comics incaricò il cartoonist John Byrne di riscrivere un mito fumettistico
vecchio di 50 anni e la storia che ne derivò divenne essa stessa parte della leggenda di
Superman.
Prologo
1956, West Bromwich, Contea di Staffordshire (Inghilterra).
La vedete quella piccola casa laggiù? Avviciniamoci: mentre scende la sera, il vetro
appannato della finestra fa filtrare i bagliori catodici di un televisore acceso nel piccolo
salotto. Entriamo all’interno. C’è un bambino, seduto sul divano, di fronte allo schermo.
Ha gli occhi che gli brillano e il fiato corto: ha appena scoperto che ci sono uomini che
possono volare. Beh non tutti, ma quell’uomo sul canale tv della BBC, sì perché…
È più veloce di una pallottola! Più forte di una locomotiva! Può saltare grattacieli con un
solo balzo! Può modificare il corso dei fiumi. Può piegare l’acciaio con le sue mani
possenti. E lotta per tutti noi senza fine in nome della verità e della giustizia…
Perché – ora il bambino lo sa – quello non sono le storie di un uomo qualunque: sono le
storie di un superuomo… Sono le avventure di Superman!
Aggiornare la Bibbia
Cosa ne direste se vi raccontassi che Clark Kent ha scoperto i suoi poteri e le sue origini
extraterrestri solo a vent’anni, Superboy non è mai esistito, e Jonathan e Marta Kent
trascorrono una tranquilla vecchiaia a Smallville? Certo riconoscereste che sto parlando
di Superman, ma forse qualche particolare non vi tornerebbe…
Nei fumetti di supereroi – e, negli ultimi decenni ancor, di più con i numerosi
adattamenti cinematografici – capita spesso che le origini del personaggio vengano
rinarrate, con qualche lieve o sensibile, novità. Variazioni di forma che, di solito, non
toccano la sostanza profonda, immutabile, del personaggio seriale, come ci spiegava –
proprio analizzando il mito di Superman – Umberto Eco in Apocalittici e integrati. Con la
postilla che l’analisi del semiologo di Alessandria ha superato essa stessa le cinquanta
primavere, e da allora Superman ha vissuto altre “x” mila avventure.
È morto, risorto, ha perso dei poteri e poi li ha riguadagnati, si è fatto (letteralmente) in
quattro per accontentare i sempre più volubili ed esigenti lettori delle sue avventure.
Semplicemente, come accade a qualsiasi narrazione nell’epoca della sua (infinita)
riproducibilità digitale, anche l’uomo d’acciaio ha continuato (e continua ancora oggi) a
rinnovare periodicamente la sua fabula.
La riscrittura del “Supereroe più supereroe di tutti” era la tappa finale di un processo di
rilancio generale del proprio parco testate da parte della casa editrice del personaggio,
la DC Comics. Tutto era iniziato l’anno prima con Crisis on infinite earths, una
maxisaga in dodici puntate, con cui si era proceduto a snellire il suo complicato multi-
universo di supereroi, eliminando molti personaggi e molte serie, e ristrutturando tutte
le altre.
Intermezzo
Luglio 1985, cittadina di Fairfield, Connecticut (Stati Uniti).
John: “Pronto?”
Dick: “Ehilà! Saranno 5 minuti che chiamo… Pensavo te ne fossi tornato a Calgary dai
tuoi amici orsi!”
John: “No, pensavo invece di venire a stare da te, vicepresidente della casa editrice, nel
tuo lussuoso attico a Manhattan…”
Dick: “Non ho un attico e lo sai… Anzi ultimamente, la mia casa è diventata questo
ufficio e, sapessi, quant’è scomodo il divano per dormire!”
Dick “…Allora, John, lo sai il motivo per cui ti chiamo… Sono mesi che ci ripeti che
sbagliamo con il personaggio, che non siamo nemmeno riusciti a sfruttare il successo
dei film e bla, bla, bla… “
Dick: “Come che sia, in fin dei conti, siamo d’accordo… Dobbiamo cambiare e stiamo
cambiando. Lo sai… Ne ho parlato prima con Andrew, e poi direttamente con Jenny. Lei
ha detto ok, alle tue condizioni…”
Dick: “Sono serissimo, John. Ehi, stai parlando con l’uomo che ha appena fatto fuori
Supergirl e una quarantina di universi!”
Dick: “A parte gli scherzi, John, sta a te ora, te la senti? Perché lo sai che sarà dura…
Avrai gli occhi di tutti addosso. Sono le avventure di Superman…”
Nel narrare le avventure del “fantastico quartetto”, l’autore aveva pescato a piene mani
dalle sue memorie adolescenziali di lettore/fan, rifacendosi con rigore quasi filologico
(nello stile, nella scrittura, nei ritmi) alle primissime storie degli anni Sessanta di Stan
Lee e Jack Kirby, ibridandole con tematiche e implicazioni del tutto contemporanee. È il
celeberrimo approccio espressivo “Back to the basics” diventato, nel tempo, un marchio
di fabbrica di Byrne, come lui stesso ha più volte ribadito:
Insomma, Byrne si deve essere reso conto da subito, che nel caso
di Superman “rimettere indietro le lancette” non sarebbe bastato a restituire il
necessario sense of wonder alle avventure del personaggio. Semmai, bisognava
spostarle in avanti le lancette per definire un presente e un futuro credibile per
l’eroe.
Uno dei primi albi della miniserie ci mostra con quanta cura la stessa Mamma Kent
conservi in un album foto e ritagli di giornale delle imprese del figlio. La signora Kent di
Smalville è il simulacro degli aficionados seriali: il suo foto-album è la messa in
scena, tenera e struggente della memoria-patchwork che ciascun lettore seriale
costruisce nel tempo.
Byrne sa che sarebbe impossibile rifondare la memoria della serie senza la complicità
di quel pubblico fedele (il suo vero depositario), e punta quindi a coinvolgerlo in un
gioco a tutto campo.
Per ogni variazione della storia originaria, tale da contraddire “l’enciclopedia sella serie”,
la moderna versione offre “in cambio” un elemento di continuità. Al lettore resta difficile
stabilire dove inizi il nuovo e dove finisca il “già detto”. Se, ad esempio, nel racconto
originale di Siegel e Shuster, Superman non provava alcun “disturbo dell’identità”
nonostante fosse l’unico superstite di un mondo scomparso (Krypton), all’opposto
in Man of Steel lo spunto diventa oggetto di un drammatico capitolo (dal
titolo Ossessione):
Riflette amaro l’eroe, ma quando sembra sul punto di autodistruggersi, ecco che ritrova
le ragioni del suo ruolo :
E conclude trionfalmente:
John e Dick in maniche di camicia guardano soddisfatti l’ultima tavola del #6, depositata
sul tavolo, ripulita da tutti i segni in eccesso, pronta per essere pubblicata.
Dick: “Accidenti, John! Hai fatto un lavoro magnifico, questa tavola è meravigliosa!”
John si scrolla le spalle sorridendo sotto i baffi: “Beh, anche tu, vicepresidente, non te la
sei cavata male con le chine… Sei bravino…”
John: “Dici? Mentre scrivevo la storia, mi sono chiesto per chi la stavamo realizzando…
Certo per i lettori, ma quali? …Alla fine, mi sono risposto, che il lettore che conta di più
per me, resta quel bambino che guardava George Reeves alla tv, nella parte di
Superman, esattamente trent’anni fa… Alla fine, Dick noi siamo solo una firma in calce
al disegno… Qui l’unico che si ricorderanno sempre è lui…” Chiosa, puntando il dito al
volto disegnato nella splashpage. “Ma va bene così. È giusto così, amico mio. E sai
perché? Perché queste sono le avventure di Superman!”
Questo post fa parte del piccolo speciale che oggi “Lo Spazio Bianco” dedica
ai settant’anni di John Byrne.
Bibliografia
Qui di seguito, saggi e articoli che, anche quando non esplicitamente citati nel post, ne
costituiscono la base documentativa e cui rimando per ogni approfondimento dei temi
trattati. I brani narrativi del prologo, dell’intermezzo e del prologo sono, invece,
ovviamente una ricostruzione di pura fantasia.
Barbieri, Daniele, “Quando Eco leggeva Superman” in “Lo Spazio Bianco” – Speciale
Superman 75 – disponibile a questo link https://www.lospaziobianco.it/eco-leggeva-
superman/ 2014
Darowski, Joseph J. (a cura di), The Ages of Superman: Essays on the Man of Steel in
Changing Times. Jefferson: McFarland & Co, Inc., 2012.
O’Rourke, Daniel J. and Morgan B. O’Rourke “‘It’s Moring Again in America’: John
Byrne’s Re-Imagining of the Man of Steel.” In The Ages of Superman: Essays on the Man
of Steel in Changing Times. Joseph J. Darowski. (a cura di), Jefferson: McFarland & Co,
Inc., 2006, pp.115-24.
Occhicone, Davide “Superman: un racconto mitologico che vive nel presente” in “Lo
Spazio Bianco” – Speciale Superman 75 – disponibile a questo
link https://www.lospaziobianco.it/superman-racconto-mitologico-vive-presente/
Occhicone, Davide, “Quella volta che Superman morì” in “Lo Spazio Bianco” – Speciale
Superman 75 – disponibile a questo link https://www.lospaziobianco.it/volta-
superman-mori/ 2014
Pellitteri, Marco, “Il corpo di Superman: misura e armonia come simboli incarnati di
credibilità e moralità” in “Lo Spazio Bianco” – Speciale Superman 75 – disponibile a
questi link https://www.lospaziobianco.it/corpo-superman-misura-armonia-simboli-
incarnati-credibilita-moralita-1-parte/
Reynolds, Richard, Super Heroes: A Modern Mithology, University Press of Mississipi,
1992.