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Non di solo Pane

Settimanale di Preghiera Domenica 7 marzo 2021 3^ settimana di Quaresima Anno XXIII n. 980
Apostolato
della preghiera
O amore sapiente
Dammi, Signore, un cuore che ti pensi,
un’anima che ti ami, una mente che ti contempli,
un’intelletto che t’intenda, una ragione che sempre aderisca
fortemente a te, dolcissimo.
O vita per cui vivono tutte le cose,
Marzo vita che mi doni la vita,
Primo venerdì vita che sei la mia vita,
05/03 vita per la quale vivo,
senza la quale muoio,
vita per la quale sono risuscitato,
senza la quale sono perduto;
vita per la quale godo,
senza la quale sono tormentato;
vita vitale, dolce e amabile,
vita indimenticabile.
(preghiera di sant’Agostino)

La beatitudine della quotidianità


Beati coloro che moltiplicano con larghezza i gesti coloro che per la giustizia provano vera fame
di misericordia, poiché la misericordia li illuminerà. e vera sete: non mancheranno di essere sa-
Beati coloro che donano fino a restare a mani vuo- ziati. Beati coloro che sanno il valore di uno
te, poiché Dio di nuovo le riempirà. Beati coloro sguardo puro, poiché nel mezzo della confu-
che credono nel potere di moltiplicazione che il sione del mondo vedranno Dio stesso. Beati
dono detiene, poiché vedranno manifestarsi molte coloro che avvertono l'appello ad afferrare il
volte il miracolo dell'amore. Beati coloro che non presente con mani gentili, poiché diverran-
si sottraggono all'incontro con i poveri, poiché con no, senza saperlo, anche le levatrici del futu-
i poveri impareranno cose che ignoravano riguardo ro. Beati coloro che faticano quotidianamen-
a Dio. Beati coloro che non si barricano nel condo- te per la pace: questo fa dei mortali i figli di
minio dell'indifferenza, poiché scopriranno che è Dio.
nello spazio aperto della vita solidale che il vento di (José Tolentino Mendonça)
Dio spira meglio. Beati i compassionevoli, poiché
vedranno cadere a terra tanti pregiudizi. Beati colo-
ro che con la mitezza rompono il muro delle cer-
tezze implacabili, poiché sperimenteranno dentro
di sé che sono altre le vie della consolazione. Beati

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima - Numero 980 pagina 2


I santi del giorno: San Paolo il Semplice, mo-
naco; san Gaudioso di Brescia, vescovo.

“ Coraggio! Non devi temere il futuro. Ricorda


come il Signore è stato al tuo fianco in passa-
to.” (Proverbi 16,3)
Domenica
Marzo
Tempo di Quaresima
7
TQ

Parola di Dio Il Santo del giorno: sante Perpetua e Felicita


in briciole Uscire dalla prigione della sofferenza, della malattia, della paura è
possibile se ci affidiamo a Colui che è l'origine della vita e ci guida
verso un infinito abbraccio d'amore. In questo orizzonte vissero i
loro ultimi giorni le due martiri Perpetua e Felicita, come testimo-
“Entra ancora Gesù nel niato dal diario che racconta i giorni della loro prigionia. A scrivere
nostro cuore….” la toccante testimonianza fu Tibia Perpetua, una giovane di buona
famiglia, arrestata a causa della sua fede nell'anno 203 a Cartagine
Entra ancora, Gesù, nel no- durante l'impero di Settimio Severo. Assieme a un gruppo di altri
stro cuore come nel santuario
il Padre tuo e Padre nostro. cristiani venne condannata a essere sbranata dalle belve. A condivi-
Posa ancora il tuo sguardo nei dere con lei questa terribile esperienza c'era anche la più giovane
suoi angoli più segreti, dove Felicita, figlia di servi della famiglia, incinta, e poi Saturnino, Revo-
nascondiamo le nostre più gra- cato e Secondulo, che non erano ancora battezzati: il martirio di-
vi preoccupazioni e gli affanni
venne il loro Battesimo. «Capii che non dovevo combattere con le
più sofferti, quelli che tante
volte ci tolgono serenità e pa- fiere, ma contro il demonio – scriveva Perpetua –. Però sapevo che
ce; quelli che tante volte ci fan- mia sarebbe stata la vittoria».
no vacillare nella fede e rivol-
gere il nostro sguardo lontano
da te. Fa’ luce e discerni, puri-
fica, libera da ciò che non vor- Vangelo Gv 2,13-25
remmo lasciare, ma pure ci op-
prime! Sia casa di lode, di can- Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò
to e di supplica questo povero nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i
cuore. Sia pieno di luce, aper- cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti
fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei
to all’ascolto, ricco solo di te, cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
e lode del Padre. Visita ancora, «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un
Gesù, le nostre comunità: re- mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per
cidi all’insorgere qualsiasi radi- la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli disse-
ce di invidia, di rivalità, di ro: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù:
contesa. La tua presenza porti «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dis-
mitezza, umiltà, compassione, sero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei
doni soprattutto la silenziosa anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio
capacità di sacrificarci gli uni del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si
per gli altri. Riscrivi nel cuore ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla
parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, du-
di ognuno e sul volto di tutti le rante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel
“dieci parole” che declinano suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti
l’unico amore. e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli
infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima - Numero 980 pagina 3


Inestimabile meditazione curata da don Luciano Vitton Mea -Parroco di Bovegno

Come un terremoto. Gesù venivano depredati da affari- infedeltà pagando moneta


compie un gesto che ogni sti senza scrupoli. sonante al Signore, avendo in
ebreo osservante avrebbe cambio un certificato di buo-
Quella di Gesù fu una pro-
sognato di fare, ma che il ti- na coscienza.
vocazione simbolica che ven-
more di ritorsioni sconsiglia-
ne ritenuta un’offesa. Gesù Gesù propone un rapporto
va, quello di dare una scrolla-
rompe un giocattolo vantag- buono con Dio. Dà a capire
ta ai tavoli di coloro che, in
gioso, ma ignobile, che mor- che Dio vuol essere adorato
proprio o per conto terzi,
tifica la fede, rapina il prossi- “in spirito e verità”. Vittima
facevano affari sulla fede dei
mo, ed ingrassa “i furbi”. E- contro ogni sfruttamento in-
piccoli. Era amaro constatare
gli punta il dito contro colo- teressato dalla religione, chie-
il degrado della casa di Dio.
ro che fanno della religione de di impegnarsi a distrugge-
Teatro dell’episodio è l’atrio un affare. Si possono truffare re i templi eretti in onore
esterno del Tempio che in gli uomini, ma mai il Signore. degli idoli di ogni tempo: avi-
occasione delle grandi feste Non si può essere cerimo- dità, erotismo e potere. Nella
assumeva l’aspetto di un niosi con Dio dopo aver ru- persona di Gesù, tempio del
mercato. Vi si trovava tutto bato, screditato e sfruttato. Padre, è possibile una nuova
ciò che serviva per i sacrifici Dio non gradisce le genufles- esistenza, una nuova preghie-
votivi. Ai banchi dei cambia- sioni di chi calpesta il pove- ra, un sacrificio autentico,
valute veniva convertito il ro. una profonda relazione con il
denaro “ impuro” degli ebrei Padre.
Occorre liberare il cuore
della diaspora. I pellegrini
dall’ipocrisia di credere di
poter sistemare le proprie

Contemplo: Dio parla sottovoce

Maestri di L’uomo non è una macchina ma rumore delle vicende e delle pas-
spiritualità una creatura che pensa, e opresto sioni umane.
o tardi questo bisogno impellente
Egli parla sempre sottovoce con-
di interiorità e di calma non può
me un sussurro di debole vento,
Non colui che denigra fare a meno di manifestarsi.
e a chi non è pronto ad afferrare
se stesso è umile, ma La vera grandezza dell’uomo è questa debole voce essa sfugfgfi-
colui che riceve con gio- nel suo intimo; non è quello che rà oper sempre.
ia le ingiurie, gli af- fa, o in quello che intende fare,
Il tempo della Quaresima è il
fronti e le critiche del ma in quello che egli per se stes-
tempo della salvezza nel quale
prossimo. so. La sua coscienza è il testimo-
Dio si avvicina maggiormente
ne più prezioso e più sicuro di
(dai Padri del deserto) all’anima e le fa sentire la sua pre-
questa grandezza intima, perché
senza confortatrice.
la coscienza è la voce di Dio. E
Dio non parla nel fracasso e nel (P. Callari, Quaresima, pp. 18-19)

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 4


I Santi del giorno: San Ponzio di Cartagine, dia-
cono (III sec.); san Probino di Como, vescovo.

Sebbene egli governi con braccio potente il cielo e la


terra e l’intero universo, nulla che disturbi la nostra
pace è troppo piccolo o insignificante di passare da
Lunedì
Marzo
Tempo di Quaresima
8
Lui inosservato e rimanere disatteso. (Is 54,10)
TQ
I santi del giorno: san Giovanni di Dio
Parola di Dio . «Se considerassimo quanto è grande la misericordia di Dio,
in briciole non cesseremmo mai di fare il bene». Scriveva così san Gio-
vanni di Dio in una lettera inviata alla duchessa di Sessa, de-
scrivendo così il cuore del suo stesso carisma: un'offerta con-
tinua dell'amore di Dio ai sofferenti e agli ultimi. Era nato a
Guarire dalla lebbra del Lisbona nel 1495 e a 8 anni era fuggito di casa; in Spagna fe-
peccato….. ce il pastore e il contadino, poi a 27 anni tentò la carriera mi-
Pagina curata da Don Luciano V. M. litare. Aprì in seguito una libreria a Granada ma nel 1539 fu
“..…bagnati e sarai purificato..” folgorato da una predica di Giovanni d'Avila: lasciò tutto e si
(2Re 5,1-15a) mise a predicare per le strade. Venne scambiato per pazzo e
rinchiuso: lì a contatto con i malati capì che la cura dei soffe-
Naamàn vuole essere guarito
dalla lebbra, una malattia terri- renti era la sua vocazione. Nasceva così la grande avventura
bile che oltre a distruggere dei Fratelli Ospedalieri, conosciuti come Fatebenefratelli. Il
progressivamente il fisico, di- fondatore morì nel 1550.
strugge anche la vita sociale di
chi ne è colpito, condannando-
lo all’isolamento. Si rivolge al
profeta Elisèo, dal quale si a-
spetta un gesto straordinario,
ma rimane deluso. Il profeta Vangelo Lc 4,24-30
gli chiede un gesto semplicissi- In quel tempo, Gesù cominciò a
mo di purificazione, che però dire nella sinagoga a Nàzaret:
ottiene il risultato sperato gra- «In verità io vi dico: nessun pro-
zie alla fiducia che il coman- feta è bene accetto nella sua pa-
dante del re di Aram ripone tria. Anzi, in verità io vi dico:
nelle parole di Elisèo. E’ c’erano molte vedove in Israele
quanto sta accadendo anche in al tempo di Elìa, quando il cielo
questa Quaresima: Dio non ci fu chiuso per tre anni e sei mesi
chiede di compiere qualcosa di e ci fu una grande carestia in
eccezionale ma ci offre alcune tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una
semplici pratiche penitenziali vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al
da vivere con fede. Fidandoci tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se
di lui e della potenza del suo non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si
riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città
amore, anche noi potremo es-
e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la
sere guariti dalla lebbra del
loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si
peccato. mise in cammino.

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 5


Privi di stupore a cura di don Luciano Vitton Mea –Parroco di Bovegno

Borgo di Nazaret, mala- non portano alla fede. Ge- late e tradite che riprendo-
to di campanilismo, come sù risusciterà perfino Laz- no a sorridere e ad amare,
se il mondo iniziasse e fi- zaro, ma proprio in di persone capaci di dare
nisse in quel fazzoletto di quell’occasione i farisei tutto per un familiare o per
terra che aveva visto cre- prenderanno la decisione uno sconosciuto. I miraco-
scere un giovane messia. di ucciderlo. li sono perfino troppi, per
In realtà, più che Dio, la A Nazaret come altrove, chi ha l’occhio puro. Lo
gente vuole miracoli. Vuo- l’abitudine ha spento lo stupore è l’inizio della sa-
le il cielo a portata di mano stupore. Basterebbero gli pienza.
per garantirsi salute e be- occhiali della fede, osser- Nazaret passa in fretta
nessere. Gesù ha affronta- vare come se fosse la pri- dalla fierezza per quel fi-
to la tentazione dei mira- ma volta ciò che si crede di glio straordinario che tor-
coli: “Buttati, un volo di conoscere bene, il quoti- na, ad un a sorta di furia
angeli ti salverà”. Ma egli diano ritorno alla luce, le omicida. Un atteggiamento
sa che con il pane e i mira- parole della preghiera che che rivela nei compaesani
coli non si liberano le per- si ripetono distratti, i riti di Gesù l’errore più dram-
sone. Piuttosto ci si appro- dell’amicizia e dell’amore. I matico che poteva loro
pria di loro. Dio, invece, miracoli accadono davve- capitare: si sono sbagliati
non si impadronisce di ro. su Dio. Anche oggi, come
nessuno. Non invade, Dio Il mondo è testimone di ai tempi di Nazaret, si ri-
si propone. E così non fa- genitori risorti dopo il schia di sperperare i propri
rà miracoli a Nazaret. La dramma atroce di un figlio profeti, di dissipare il mira-
storia racconterà che il morto, di famiglie capaci colo di profezia che lo Spi-
mondo è pieno di miracoli di perdono dopo una vio- rito Santo accende dentro
che non bastano mai. Essi lenza subita, di donne vio- e fuori dalla Chiesa.

Maestri di Contemplo: Sempre un ritorno


spiritualità

La Chiesa che preferi- “Conversione” vuol dire stirlo con il vestito nuovo della
“ritorno”; ritorno dalla colpa grazia.
sce i miracoli alla Paro-
alla grazia, dal peccato a Dio.
la di Dio, che non dà La vita di ogni cristiano è sem-
Ritornare a Dio vuol dire uscire
spazio alla Parola, a pre un ritorno, perché egli si
definitivamente, decisamente,
volte scomoda, dei pro- trova sempre nell’occasione del
coraggiosamente dalla “regione
feti, diventa, prima o peccato.
lontana”, lasciare la terra della
poi, vuota di Gesù, co- tentazione e della schiavitù. La sua vita è u n camminare fa-
me la sinagoga di Na- ticoso ma fidente verso la casa
Ritornare a Dio che è Padre,
zaret. del Padre, la sua casa, dove fi-
che aspetta sempre vigile a brac-
nalmente il suo affannarsi di-
(don Angelo Casati, poeta cia aperte il figlio perduto per
e scrittore) venterà riposo.
rifargli l’abbraccio del perdono,
per accoglierlo nella sua casa, (P. Callari, Quaresima, pp. 23-25)
per nutrirlo e onorarlo, per ve-

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 6


Santi del giorno: San Paciano di Barcellona,
vescovo; san Domenico Savio, adolescente

“La calma è accettare se stessi così come si è.


Quando il Signore scolpisce il tuo carattere, ci
lavora attorno tutta la vita.” (Filippesi 1,6)
Martedì
Marzo
Tempo di Quaresima
9
TQ
Il santo del giorno: santa Francesca Romana
Parola di Dio Santa Francesca Romana sognava una vita da consacrata, ma la
in briciole sua famiglia aveva pianificato per lei un futuro diverso. Per a-
more, tuttavia, la giovane decise di non sottrarsi a questa scelta
ma fece della sua condizione un’occasione privilegiata per por-
tare l’abbraccio di Dio ai bisognosi. Era nata a Roma nel 1384,
L’umiltà e la contrizione di famiglia nobile, sognava il monastero, ma dovette sposarsi
giovanissima con Lorenzo de' Ponziani. Dedicò alla sua fami-
del cuore glia tutte le sue energie assieme allo sposo, dal quale ebbe tre
Pagina curata da Don Luciano V. M. figli, due dei quali, però, morirono. Allo stesso tempo non ri-
“…potessimo essere accolti con il cuore nunciò a prendersi cura di chi viveva nel bisogno e nella pover-
contrito e con lo spirito umiliato..” tà, così nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate Oliveta-
(Dn 3,25.34-43)
ne di Santa Maria Nuova, dette anche Oblate di Tor de' Spec-
chi. Rimasta vedova anche lei emise i voti nella sua congrega-
Il cuore che innalza a Dio una zione. Morì nel 1440.
preghiera autentica e sentita è
sempre quello che vede la sua
infedeltà prima di tutto. Que-
sto non è un esercizio depri- Vangelo: Mt 18,21-35
mente o privo di significato: In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore,
soltanto quando ci rendiamo se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte
conto del fatto che siamo di- dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose:
sobbedienti e recalcitranti nei «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
confronti della Parola di Dio, Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i
possiamo relazionarci con sin- conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti,
quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talen-
cerità a essa ed esserne testi- ti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordi-
moni autentici. Tanti di noi nò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto posse-
pretendono, più che chiedere, deva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra,
da Dio la sua misericordia e la lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò
sua benevolenza. Ma la miseri- ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo la-
cordia, per sua natura, è qual- sciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo
trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo
cosa di gratuito che va al di là prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello
dei nostri meriti; per cui, per che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava di-
definizione, essa non si può cendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non
pretendere. L’atteggiamento volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
che la lettura di oggi ci insegna pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni
è proprio quello dell’umiltà e furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone
della contrizione del cuore. tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e
gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito
Senza di esse non c’è vero at- perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del
teggiamento di preghiera: in tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato,
realtà ci illudiamo di pregare, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse
mentre stiamo solo parlando restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà
con noi stessi. con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fra-
tello».

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 7


La magnanimità del cuore a cura di don Luciano Vitton Mea

Perdonare quante volte? quel servo malvagio che, giusti ed insieme spietati,
“Fino a settanta volte set- appena uscito, incontra un onesti e cattivi. Non è suf-
te”. E perché? Perché così altro sfortunato pari a lui ficiente essere giusti per
fa Dio. che gli doveva qualche essere veri uomini, tanto
spicciolo. Vive ancora im- meno per essere figli di
Dio ha soltanto figli e merso nella gioia inattesa Dio.
chiede loro di vivere da del condono, e che fa?
fratelli. L’unica misura del Il perdono e la pietà aiuta-
Prende per il collo il com-
perdono è perdonare sen- no ad acquisire il cuore
pagno di sventura e sta
za misura. Gesù lo spiega stesso di Dio, permettono
quasi per strangolarlo. Urla
narrando la parabola dei di immettere il suo “divino
e sbraita per avere indietro
due debitori. scompiglio” dentro
i suoi quattro soldi, lui ap-
l’equilibrio apparente del
pena perdonato di una ci-
C’è un modo regale di sta- mondo. Niente vale, infat-
fra iperbolica.
re nel mondo. Esso consi- ti, quanto una vita. Occor-
ste nelle magnanimità del Il servo perdonato non re, dunque, una dismisura,
cuore. Deve saper perdo- agisce contro il diritto o la un eccesso di pietà, e cioè
nare chi è più grande e più giustizia. E’ corretto, ma il perdono fino a settanta
forte. In opposizione al spietato. E’ onesto, ma al volte sette.
cuore regale c’è il cuore tempo stesso cattivo. E’
servile, esemplificabile in possibile essere talvolta

Contemplo: Legge assoluta


Maestri di
Essere figli di Dio (H.J.M. Nouwen, Vivere nello Spirito)
spiritualità
Si è arrivati a negare il peccato Esso è una distorsione violenta
“La cultura moderna perché si è negato Dio. Il pecca- e ingiusta delle creature dal loro
non fa molto per valo- to è la prova della colpevolezza fine ed è un capovolgimento il-
rizzare il perdono, dell’uomo, e l’uomo non vuole logico dei valori. L’uomo si so-
anzi il più delle volte apparire colpevole. Il peccato è stituisce a Dio; la sua volontà, la
legittima il rancore e una testimonianza indiretta sua persona, la sua passione, di-
la vendetta. Ma sarà dell’autorità di Dio, e l’uomo ventano legge assoluta e senza
continuando su questa vuole l’indipendenza e la libertà. eccezione, a cui tutto deve esse-
via che il male dimi- re subordinato e sacrificato.
Il peccato è un allontanamento
nuirà nel mondo?” dal fine ultimo al quale dobbia- (P. Callari, Quaresima, p.39)
(Jacques Philippe, teologo) mo tendere; è un voltare le spal-
le a Dio, fonte della felicità, au-
torità alla quale sono sottomes-
se tutte le creature, e quindi an-
che l’uomo.

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 8


Santi del giorno:
. Santi Caio e Alessandro, martiri,
san Macario di Gerusalemme, vescovo.

“Il Signore ama chi ricorre a lui per consiglio e aiuto.


A lui puoi confidare tutte le tue pene. Egli non allon-
Mercoledì
Marzo
10
Tempo di Quaresima
tana mai chi lo implora”. (Is 41,13 Ebrei 13,6)

TQ
Il santo del giorno: san Simplicio
Parola di Dio Crollano le certezze, cedono i muri e i confini, la cultura,
in briciole il costume, le istituzioni mutano, gli imperi si sfaldano;
questa è la storia degli uomini. Ma al cuore del tempo
dell’umanità c’è un tesoro immutabile, una risorsa di spe-
ranza per ogni epoca, una medicina per ogni nostra ferita:
è il messaggio di Cristo Risorto. E fu proprio al cuore
Dio: una presenza perenne dell’Annuncio cristiano che ancorò il suo apostolato san
Simplicio, che fu Papa dal 468 al 483, proprio quando in
accanto a noi Occidente venivano spazzate via le ultime vestigia
Pagina curata da Don Luciano dell’Impero romano. Era l’anno 476, infatti, quando O-
“...quella sarà la vostra saggezza e la doacre depose l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo.
vostra intelligenza.....” Simplicio era nato a Tivoli e durante il suo Pontificato si
preoccupò di lasciare in eredità un solido patrimonio di
(Dt 4,1.5-9)
fede, anche affrontando con decisione la diffusione delle
Dio è più vicino a noi delle eresie come il monofisismo, sostenuta dall’imperatore
persone che ci amano, delle d’Oriente Zenone. Si adoperò, inoltre, per restaurare al-
cose a cui teniamo, della no- cune chiese di Roma.
stra stessa anima. La cosa dav-
vero incredibile è che questa
presenza è perenne: Dio, cioè,
ha promesso la sua presenza Vangelo Mt 5,17-19
accanto a noi per sempre, sen-
za condizioni. Il punto, caso-
In quel tempo, Gesù disse ai
mai, è che siamo noi ad allon- suoi discepoli: «Non crediate
tanarci da lui. Per questo Mo- che io sia venuto ad abolire la
sè dice al popolo di guardarsi Legge o i Profeti; non sono
bene dal dimenticare questa venuto ad abolire, ma a dare
verità, di tenerla sempre pre- pieno compimento. In verità
sente nel cuore e nella mente:
io vi dico: finché non siano
è questa la vera garanzia per
poter essere fedeli all’alleanza passati il cielo e la terra, non
che il popolo ha stipulato con passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza
Dio sul monte Sinai. Questo che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di
vale anche per noi: mai dob- questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettan-
biamo dimenticare questa pre- to, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece
senza accanto a noi; rischie- li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel re-
remmo di sciupare la più
gno dei cieli».
grande opportunità della no-
stra vita.

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 9


La parola chiave a cura di don Luciano –Parroco di Bovegno

Gesù non è venuto ad eli- cordia, il dare la vita per il quella fondata sull’amore.
minare la legge e i moniti nemico. E quando si ama, anche i
dei profeti. Il comando di La legge di Israele era particolari diventano de-
non rubare, non uccidere, composta da tanti precet- terminanti e, pertanto, co-
non dire il falso, non esse- ti, tutti da osservare fedel- me tali sono accolti e ab-
re avidi delle cose e dei mente. L’amore verso Dio bracciati. Le cose minime,
sentimenti degli altri, ri- era giudicato in base anzi, sono quasi in qual-
mane fermo ed immutabi- all’osservanza di quelle che modo da anteporre a
le. Se la legge e i profeti norme. Gesù riassumerà quelle basilari. Santa Tere-
hanno insegnato a uscire la legge data a Israele in sa di Calcutta diceva:
da quelle insidie che im- un unico comandamento: “Saremo giudicati
prigionano l’esistenza del “Amatevi come io vi ho sull’amore”. La parola
non-amore, Gesù con la amato” (Gv 13,34). Fissa, chiave, dunque, per essere
sua morte e risurrezione, dunque, tutto il suo Van- praticanti credibili è una
ha introdotto a vivere se- gelo sull’amore. Non c’è sola: Amore.
condo un amore più gran- relazione più importante,
de: il perdono, la miseri- più vera, più luminosa di

Contemplo: Affidamento totale


Maestri di
spiritualità Il cristianesimo fa poggiare tut- perché lo dice e lo comanda Di-
to sulla fede, che è il principio o.
Si, ho trovato il mio
della salvezza, la radice del pen-
posto nella Chiesa e Nella fede noi diventiamo
sare, del giudicare,
questo posto, mio Dio, un’oblazione a Dio e ci diamo a
dell’apprezzare, del volere,
sei tu che me lo hai da- lui in spirito di offerta, in una
dell’operare del vivere cristiano.
to. Nel cuore della rinuncia cosciente delle nostre
Chiesa, mia madre, io Credere vuol dire essere più che vedute, per sottometterci alla
sarò l’amore. persuasi che c’è un essere supre- parola di lui con filiale rispetto e
mo, Dio, al quale dobbiamo af- obbedienza.
(santa Teresa di Gesù Bam- fidarci per tutto ciò che egli co-
bino, dottore della Chiesa, E non è piccola cosa offrire a
manda di credere. E ciò non
1873-1897) Dio il proprio pensare e volere.
perché o nel grado che la nostra
ragione può comprendere, ma (P. Callari, Quaresima, p.73)

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 10


Santi del giorno: San Benedetto di Milano,

11
vescovo; beato Giovanni Righi da Fabriano,
religioso. Giovedì
“ Le preoccupazioni prosciugano ogni energia e
rimani in secca. Lasciati disincagliare dallo Spi- Marzo
Tempo di Quaresima
rito del Signore e navigherai sicuro.” (Giovanni
14,26)
TQ

Il santo del giorno: san Sofronio


Parola di Dio Una Chiesa "assediata" e minacciata non solo da forze e-
in briciole sterne ma anche, all'interno, dalla pericolosa diffusione delle
eresie: fu in questo difficile contesto che san Sofronio si ri-
trovò a essere patriarca di Gerusalemme nel 634. Da Orien-
te premevano Abu Bakr, primo successore e suocero di Ma-
Sperimentare l’amore di ometto, e poi il califfo Omar: alla fine Sofronio nel 638 do-
Dio vette mediare e cedere la città. Ma la sua vera battaglia ave-
va cominciata a combatterla fin da giovane, con un percor-
Pagina curata da Don Luciano V. M.
so di formazione che lo rese ben consapevole della perico-
“..camminate sempre sulla strada che vi losità delle eresie come il monotelismo, fondato su una vi-
prescriverò, perché siate felici..” sione parziale e ambigua di Cristo. Sofronio era nato nel
(Ger 7,23-28) 550 a Damasco, dove aveva studiato, e si era formato spiri-
tualmente alla scuola dei padri del deserto. Nella sua eredità
Ciò che è davvero singolare, ci sono diverse omelie, accanto ad altri scritti e componi-
nel nostro rapporto con Dio, è menti per la liturgia. Morì nel 639.
che, dopo averci rivolto la sua
parola, ci lascia liberi. Egli ci
chiama a salvezza e ci promet-
te la vita eterna, ma non Vangelo Lc 11,14-23
s’impone sulla nostra vita. In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era
Questo significa che ci lascia muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le
persino liberi di disobbedirgli e
folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per
di allontanarci da lui. Nondi-
meno, Dio continua a mandar- mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i
ci i suoi profeti per richiamarci demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandava-
sulla retta strada; questi profeti no un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni,
sono le voci, gli impulsi, le illu- disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una
minazioni che il Signore ci casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stes-
manda nella successione degli so, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io
eventi nella nostra quotidiani- scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio
tà. Sta a noi, poi, decidere cosa i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo
vogliamo fare di questi inviti.
di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici.
Nessuno, alla fine della vita,
potrà rimproverare a Dio il Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è
fatto di non avergli parlato o giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene
mandato ispirazioni per la sal- armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al
vezza. A questo punto sta a sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli
noi decidere cosa vogliamo strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il
fare; allontanarci da lui o cor- bottino.
rere tra le sue braccia per spe-
rimentare il suo amore.

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 11


I tanti volti del male pagina curata da Don Luciano—Parroco di Bovegno

Il demonio agisce in di nascosto. Se si manife- Giovanni della Croce di-


continuazione all’interni stasse apertamente sa- ce infatti, che la tentazio-
della storia umana: la rebbe spaventoso, ma, ne più pericolosa, viene
morte, il peccato e la almeno, sarebbe chiara la da noi stessi. E continua
menzogna sono i segni sua presenza. Egli però dicendo: “Il peggior ne-
della sua azione nel non può niente da solo. mico dell’uomo è se stes-
mondo. Approccio deci- La sua opera distruttiva so”. Pertanto occorre
sivo, però per la sua ope- diventa vincente quando vigilare sul proprio pen-
ra nefasta è la superbia è supportata dal consen- sare e agire. Nel proprio
umana. so della volontà umana. cuore si ritrovano ombre
Il di avol o a g is c e Il grande seduttore tenta e miserie, ma anche u-
nell’ombra. In una cele- di far dialogare i figli di miltà e discernimento
bre intervista uno scrit- Dio con il peccato pre- che preservano dalla su-
tore francese aveva fatto sentando il male come il perbia e dalla presunzio-
dire a Satana: “Io sono bene. Ma non tutte le ne di bastare a se stessi.
quello che non esiste”. Il tentazioni passano attra-
principe del male opera verso il demonio. San

Contemplo: Anima e fiamma


Maestri di
spiritualità Credere vuol dire mettere Dio Questa fede vince il mondo per-
al centro di tutto il nostro pen- ché il mondo non ha più nulla
sare e agire, fino a far dipendere
“Il diavolo è un teologo da promettere o da dare
straordinario. Conosce da lui la vita intera e a forzare all’anima che ha compreso dove
ogni passo della Scrit-verso di lui il nostro spirito, il si trova il vero bene.
tura e la cita a memo- nostro cuore e la nostra volontà.
La fede fa conoscere un Dio
ria per raggiungere i Credere vuol dire darsi a Dio che è Padre più che padrone, e
propri scopi.” con tutto ciò che è in noi, ser- ci fa avvicinare a lui non con lo
(William Shakespeare,
virlo con una fedeltà che solo a spirito dello schiavo, ma con la
poeta, 1564-1616)
lui si può e si deve prestare. libertà del figlio.
La fede è l’anima della nostra (P. Callari, Quaresima, pp. 74-75)
vita, e la vita è una fiamma di
continuo amore che si consuma
per lui.

Non di solo pane 3^settimana di Quaresima n. 980 pagina 12


Il santo del giorno: San Mamiliano di Palermo,
vescovo e martire; beata Aniela Salawa, terziaria
francescana.

“Ogniqualvolta ci aggrappiamo con fede alla sua forza,


Venerdì
Marzo
Tempo di Quaresima
12
Dio trasforma meravigliosamente ogni situazione difficile
o disperata che sia.” (Salmo 37,39-40 Salmo 62,8)

Il Santo del Giorno: san Luigi Orione


Parola di
Parola di Dio
Dio
in briciole
briciole Qual è la cura più efficace alle nostre paure e alle nostre ferite se non
in la speranza? Per il cristiano sperare significa cogliere la luce di Dio che
filtra anche nei momenti più bui. Tra i testimoni di questo fondamen-
tale messaggio vi è di certo san Luigi Orione, testimone di carità e spe-
ranza tra i giovani, i malati, i poveri, i bisognosi, i terremotati. Un'ope-
Colui che ci dona la libertà ra, la sua, dalla quale è nata una famiglia religiosa che ancora oggi si
piega sulle ferite dell'umanità per sanarle, alleviare le soffenze e portare
e la pace del cuore speranza. Nato a Pontecurone il 23 giugno 1872, don Orione entrò
Pagina curata da Don Luciano V. M. nell'oratorio di Torino diretto da don Giovanni Bosco nel 1886. Nel
1889 era nel Seminario di Tortona e nel 1892 inaugurò il primo orato-
“..…torna Israele, al Signore, tuo Dio ..”
rio intitolato a San Luigi. Dopo l'ordinazione sacerdotale nel 1895,
(Os 14,2-10)
fondò la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza e le Piccole
Missionarie della Carità; gli Eremiti della Divina Provvidenza e le Suo-
Nonostante tutte le infedeltà re Sacramentine. Morì a Sanremo nel 1940.
di Israele Dio è sempre pronto
a riaccoglierlo per ricominciare
una nuova storia di amore e di
fedeltà con lui. Anzi sembra
quasi che sia ansioso di perdo-
Vangelo: Mt 12,28b-34
nare i peccati del suo popolo e
di non ricordarsi più del passa- In quel tempo, si avvicinò a Ge-
to: Dio è sempre volto al me- sù uno degli scribi e gli doman-
glio, al cambiamento, alla rico- dò: «Qual è il primo di tutti i
struzione. Quando ci sentiamo comandamenti?». Gesù rispose:
falliti, incapaci di cambiare e di «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il
rinunciare ai nostri peccati, e ci Signore nostro Dio è l’unico
sentiamo perennemente sotto Signore; amerai il Signore tuo
accusa dovremmo stare attenti: Dio con tutto il tuo cuore e con
Dio non ci vuole tristi o tutta la tua anima, con tutta la
schiacciati dai sensi di colpa. tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo:
Piuttosto è il diavolo che vuole “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro
ottenere questo risultato: egli è comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse:
l’accusatore, colui che richiama «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è uni-
la nostra attenzione sui nostri co e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuo-
sbagli ed errori. Al Signore re, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il
non fanno paura i nostri pec- prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i
cati: egli vuole aiutarci a vin- sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente,
cerli per donarci la libertà e la Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nes-
pace del cuore. suno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Non di solo pane 3^settimana di Quaresima n. 980 pagina 13


Le due strade a cura di don Luciano Vitton Mea-Parroco di Bovegno

“Qual è il primo di tutti i Gesù non possono separa- re e possedere, di fare vio-
comandamenti?” Insomma re Dio e l’uomo, come lenza e fuggire, senza gioia
cosa conta di più nella vi- non si possono staccare le e gratitudine. L’amore ver-
ta? Ad uno scriba pronto a radici dai rami dell’albero. so se stessi inaugura, così,
lasciarsi raggiungere del I due amori sono vincolati: una vera sinfonia.
dono della grazia, Gesù “Chi non ama il proprio fratel-
dirà: “Non sei lontano dal lo che vede, non può amare C’è spazio per Dio, per se
regno di Dio”. La domanda Dio che non vede” (1Gv 4,20). stessi, e per il prossimo.
di quel viandante dello spi- Non ci si può limitare ad Talvolta, la direzione del
rito racconta la storia di amare Dio. Lo facevano cammino è più importante
ogni pellegrino del cuore anche i farisei. Tuttavia, della meta stessa.
che si impegna a mettersi non si ama l’altro se non si Amare Dio con tutto il
in moto in una società di è imparato ad accogliere e cuore, con tutta la mente e
sedentari. Gesù risponde a voler bene a se stessi. con tutte le forze sradica
allacciando l’amore di Dio L’amore a se stessi è una dal narcisismo, e
all’amore al prossimo. sorta di terzo comanda- dall’illusione di potersi ac-
L’amore a Dio non esauri- mento dimenticato. Se non contentare. Non si finirà
sce l’amore, ma lo molti- si accoglie gioiosamente la mai di amare Dio, e non si
plica. I due comandamenti propria esistenza non si è finirà di trovare nuove
dell’amore sono in realtà capaci di amare nessuno. strade di amore per i fra-
uno solo. I discepoli di Si cercherà solo di prende- telli.

Contemplo: Vivere di fede

Maestri di Vi sono uomini che nella loro ale è per loro più importante
spiritualità vita si lasciano guidare solo dal che seguire passo dopo passo gli
senso, e altri che danno retta so- esempi di Gesù.
lo alla loro ragione. Ma né gli
“Se desideri che la gen- Amano quello che ama Gesù,
uni né gli altri possono conosce-
te pensi bene di te, non scelgono quello che ha scelto
re le profonde ricchezze della
parlare mai troppo Gesù: la povertà volontaria, la
vita cristiana: esse sono cono-
bene di te stesso.” sofferenza, la croce, le privazio-
sciute appieno solo da coloro
(Blaise Pascal, filosofo, ni, l’annientamento davanti al
che vivono di fede.
1623-1662) mondo: “Il giusto vive di fede”.
I frutti pratici di questa vita di (Rm 1,7)
fede viva sono manifestati in
(P. Callari, Quaresima, p, 78)
essi attraverso tutto il loro atteg-
giamento e le loro opere. Nes-
sun altro fine e nessun altro ide-

Non di solo pane 3^settimana di Quaresima n. 980 pagina 14


I santi del giorno: San Sabino, martire;

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sant'Eldrado di Novalesa, abate.
“La felicità è un frutto della mente, un sentimento del Sabato
cuore. Nasce in te, non al di fuori di te. Se vuoi essere
felice, devi scegliere di essere felice, come sta scritto: “Ciò Marzo
che l’uomo pensa di sé, nel suo cuore, questo è”. Tempo di Quaresima
(Proverbi 23,7)

Vangelo: Lc 18,9-14
I santi del giorno: san Leandro di Siviglia
In quel tempo, Gesù disse ancora
questa parabola per alcuni che La fede è un patrimonio del popolo, un tesoro prezioso
che rende salda una nazione. Ce lo ricorda la storia di san
avevano l’intima presunzione di Leandro di Siviglia, vescovo che riuscì a convertire un
essere giusti e disprezzavano gli intero popolo. Era nato a Cartagena in Spagna nel 540 e
altri: «Due uomini salirono al fu lui a crescere i fratelli Florentina, Fulgenzio e Isidoro,
tempio a pregare: uno era fariseo tutti e tre poi religiosi e santi. Fattosi monaco, attorno al
577 venne nominato vescovo di Siviglia. A quel tempo la
e l’altro pubblicano. Il fariseo, Spagna era governata dai Visigoti, di fede ariana. La pre-
stando in piedi, pregava così tra dicazione di Leandro, però, produsse molte conversioni,
sé: “O Dio, ti ringrazio perché tra cui anche quella il figlio del re, Ermenegildo, che poi
si ribellò al padre ma venne sconfitto e ucciso. Per questo
non sono come gli altri uomini,
Leandro dovette fuggire, vivendo in esilio a Costantino-
ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure poli. Nel 586 poté, infine, tornare a Siviglia e potè assiste-
come questo pubblicano. Digiu- re alla conversione all'ortodossia del nuovo sovrano e
no due volte alla settimana e pa- con lui di tutti i Visigoti. Morì tra il 599 e il 600; gli succe-
dette il fratello Isidoro. L’atteggiamento
go le decime di tutto quello che
possiedo”. Il pubblicano invece,
fermatosi a distanza, non osava
nemmeno alzare gli occhi al cie- Medita a cura di Don Luciano-Parroco di Bovegno
lo, ma si batteva il petto dicendo: I farisei erano un gruppo religioso importante all’epoca di Gesù.
Il termine significava “separati” e tali si consideravano rispetto
“O Dio, abbi pietà di me pecca- agli Ebrei perché osservavano scrupolosamente tutti i precetti
tore”. Io vi dico: questi, a diffe- della legge. Più che l’amore era una visione inflessibile della reli-
renza dell’altro, tornò a casa sua gione a guidarne il comportamento. I pubblicani invece erano gli
esattori delle tasse: essi potevano esigere dalla gente una percen-
giustificato, perché chiunque si tuale per il loro guadagno, che molto spesso andava al di là del
esalta sarà umiliato, chi invece si giusto, pertanto venivano considerati ladri e truffatori. Il testo di
Luca esprime chiaramente il modo diverso con cui i due uomini,
umilia sarà esaltato». rappresentanti delle due categorie pregavano. Il fariseo stava in
piedi vicino all’altare ed elencava a Dio i propri meriti. Il pubbli-
cano se ne stava a distanza. Chino e umile riconosceva la propria
condizione di peccatore e implorava la misericordia di Dio.
Entrambi dicevano il vero: il primo era un giusto secondo la
mentalità farisaica; il secondo si dichiarava di fronte a Dio per
quello che era in realtà: un pubblico peccatore. Gesù afferma che
soltanto il secondo se ne andò perdonato. Una vera e propria
bocciatura del modello farisaico di fede. Il pubblicano mostra
l’atteggiamento richiesto al credente: l’umiltà, il riconoscimento
del proprio peccato e la richiesta del perdono di Dio.

Non di solo pane 3^ settimana di Quaresima n. 980 pagina 15


Appunti Quaresimali
Nel mezzo del cam-
min di nostra vita
mi ritrovai per una

di “Non di solo Pane” selva oscura


ché la diritta via era
smarrita.
Ahi quanto a dir
Guardare in alto qual era è cosa dura
esta selva selvaggia
Meditazione di don Luciano Vitton Mea e aspra e forte
che nel pensier rino-
va la paura!

Inferno Canto I

ne non possono essere appagate


dall’effimero, da castelli di
sabbia, belli e sfarzosi, ma che
l’alta marea travolge e distrug-
ge in pochi minuti.
Il cammino quaresimale deve
iniziare dalle nostre finitudini,
da quel senso di inquietudine
che avvertiamo nella penombra
della sera, dall’incompiuto che
Può sembrare bizzarro iniziare to, sanato nelle radici più pro- narcotizziamo e riempiamo con
l’itinerario quaresimale con i fonde del proprio essere; è il le false sicurezze fabbricate da
primi versi della Divina Comme- dramma di un ateismo che “mani d’uomo”.
dia. Ma la stravaganza non è non nega Dio razionalmente o
sinonimo di inaffidabilità o di attraverso un ragionamento Ma nel primo canto dell’Inferno
superficialità. Tutt’altro. Ogni filosofico, ma nella concretez- non troviamo solo la “selva o-
cammino spirituale, ogni itine- za della propria vita, nella scura” o un “pelago dalle acque
rario di conversione inizia con quotidianità di piccoli o gran- perigliose”. Se alziamo, come
una presa d’atto, dalla chiara di gesti che sono segnati da Dante, gli occhi verso il cielo
consapevolezza di trovarci in un’assenza, dal vuoto di un scorgiamo un monte con “le
“una selva oscura”, di non per- Dio che salva e redime. Dante spalle baciate da sole”, dai pri-
cepire con esattezza le coordi- inizia il suo capolavoro rico- mi raggi di un nuovo giorno che
nate della “retta via”. Non può noscendo di essersi smarrito, sta per nascere. “Guardai in alto
esserci conversione dove c’è la di trovarsi sull’orlo di un abis- e vidi la parte più alta del colle,
presunzione di essere “sani”, so oscuro e aspro, di un vicino alla cima, già illuminata
dove c’è la subdola convinzione “vuoto esistenziale” che lo dal sole. Quella era la strada
che le nostre forze materiali e conduce alla morte. La Divi- della virtù, della salvezza: quel-
spirituali bastano a se stesse, na Commedia inizia con un la luce, in realtà, era la grazia
sono sufficienti per essere dei atto di umiltà, con la chiara di Dio” (Libera traduzione in prosa;
bravi cristiani. Il dramma consapevolezza che da soli Inferno I, 16-18).
dell’uomo moderno consiste non vinceremo mai le paure e
Don Luciano Vitton Mea
proprio nel non percepire il bi- le angosce esistenziali, che la
sogno di essere salvato, guari- fame e la sete di realizzazio-

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