SPECIALE CHIUSO IL 18 FEBBRAIO

OTTAVI DI Una sfida

in 4 foto

CHAMPIONS
Gian Piero
Gasperini, 63
anni, faccia a
faccia con
Zinedine Zidane,
48 anni. Sotto
Luis Muriel, 29
anni, e Sergio
Ramos, 34 anni
ANSA/GETTY/AFP

ATALANTA
SOGNO
Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere venduto separatamente da “La Gazzetta dello Sport”

O REAL?
Fra le big d’Europa per la seconda volta di fila,
ma adesso per la squadra di Gasperini
c’ è un appuntamento con la storia. Da non fallire
di Garlando e commento di Di Chiara ALLE PAGINE 2-3

L’INTERVISTA L’OPINIONISTA TIFO SPECIALE

ROMERO TACCHINARDI LA “CURVA”
«CREDERCI? «RESTARE DELLE DEE
UN OBBLIGO» SE STESSI» DELLA DEA
di Elefante A PAGINA 5 di Bianchi A PAGINA 9 di Guidi A PAGINA 15
 2 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

Speciale Champions/IL TEMA

La sfida “impossibile”
REAL
VERSO GLI OTTAVI

ASSALTO AL REAL MADRID

DELLE 13 COPPE 1 2 3 4 5
MA L’ATALANTA
NON È GIÀ BATTUTA
1955- 1956- 1957- 1958- 1959-
1956 1957 1958 1959 1960 1963

15° 15° 17° 1° 11°

A Bergamo arriva il club In Serie A In Serie A In Serie A In Serie B In Serie A
che ha vinto più di tutti fra retrocessa
in Serie B
promossa
in Serie A
i “campioni”. Per la Dea
un confronto con il mito ATALANTA 1°

CON LA COPPA
La festa per la vittoria in Coppa Italia:
2 giugno 1963, 3-1 al Torino AFB

APPUNTAMENTO CON
di Luigi Garlando
al 1996 al 2001, Gian
arrivata a giocarsi un ottavo di
Champions League per la se-
conda stagione consecutiva:
delle 13 Coppe dei Campioni.

Puskas e il Papa
tifosi assistono al terribile in-
fortunio di Roma che stronca la
carriera del bomber danese Ra-

D
Piero Gasperini e Zi-
nedine Zidane han-
no abitato la stessa
Juve: allenatore delle
giovanili il primo, fuoriclasse
della prima squadra il secondo.
E, in fondo, l’Atalanta, questa
Atalanta, ha cominciato a na-
scere lì. Perché Gasp, che pro-
prio in quegli anni stava appro-
fondendo la lezione tattica del-
l’Ajax, aveva sotto gli occhi tutti
i giorni il giocatore tecnica-
mente più forte del mondo e la
forza atletica che lo staff di Mar-
cello Lippi stava infondendo a
quella squadra. Mettete tutto in
un frullatore e ottenete la Dea
abilità tecnica per poter giocare
in velocità, furore atletico per
sostenere il pressing, sapienza
tattica per occupare al meglio
gli spazi. Vent’anni dopo, Ga-
sperini e Zidane tornano vicini,
faccia a faccia. Rivali, questa
volta. Prima del calcio d’inizio,
Gasp un paio di miracoli li ha
già messi a segno. Il primo: nes-
suno oggi può dire con convin-
zione che gli spagnoli siano net-
tamente favoriti. Secondo: il
tecnico di Grugliasco ha trasci-
nato il club ad altezze che non
aveva mai osato e l’ha portato a
contatto con la società più glo-
riosa del mondo, il Real Madrid
Nella stagione 1955-56 il Real di
Di Stefano festeggia il primo
trofeo, battendo in finale lo Sta-
de de Reims di Kopa, mentre
l’Atalanta si salva in A grazie ai
18 gol di Adriano «Nane» Bas-
setto. E’ il campionato della pri-
ma diretta tv: Atalanta-Triesti-
na. In diretta tv, a Capodanno, i
La tattica
Pressing, corsa,
dominio: anche
questa volta Gasp
non cambierà
smussen. Nella stagione 1959- La forza
60 il Real festeggia la quinta con del gruppo
Puskas che ne fa 4 in finale al- Un abbraccio
l’Eintracht Francoforte. L’Ata- dopo un gol
lanta finisce 11a, con l’emozione dell’Atalanta: è
della visita a Papa Giovanni l’immagine
XXIII, bergamasco, e l’impresa dell’entusiasmo
della vittoria a Torino con la Ju- della Dea
ve, grazie a un gol di Giovanni LAPRESSE
Zavaglio, entrato in accanita
competizione con Chicco Nova,
tanto da spaccare in due la
stampa bergamasca. Nel mag-
gio 1997, mentre Mijatovic re-
gala la settima Coppa Campioni
al Real contro la Juve, l’Atalanta
di Mondonico, che in estate
aveva perso Inzaghi, Lentini e

LE ROI ZIZOU
Zidane festeggia la vittoria
in Champions in maglia Real:
15 maggio 2002, 2-1 al Bayer
Leverkusen
6 7 8 9
1965- 1997- 1999- 2001-
1966 1998 2000 2002
14° 16° 2° 9°
In Serie A In Serie A In Serie B In Serie A
retrocessa promossa
in Serie B in Serie A
N LA STORIA
Morfeo, scivola in B. Nel 2014
Carletto Ancelotti porta a Ma-
drid la Decima, dopo una com-
battutissima finale, decisa nei
supplementari. Colantuono
salva l’Atalanta con 7 giornate
d’anticipo ed entra nella storia
del club. Ma è una storia che sta
per essere riscritta, a colpi di re-
cord, dall’uragano Gasp. Ciò
che ha fatto il nuovo tecnico,
arrivato nell’estate del 2016, è
semplice: ha riprogrammato le
abitudini della Dea. Le ha sfila-
to il destino che aveva ricevuto
in sorte, al momento della na-
scita, cioè quello di combattere
sempre con il massimo dell’im-
pegno e del furore, soprattutto
in difesa, per sopportare l’im-
patto contro squadre dalle ri-
10 11
2013- 2015-
2014 2016
11° 13°
In Serie A In Serie A
LA SERIE A
La festa in campo per la promozione:
11 giugno 2000, 1-1 col Cesena Richiardi
sorse e dalle ambizioni supe-
riori.
Ilicic y Caldara
Gasperini ho sostituito questo
destino con uno da Real Ma-
drid, cioè con il dovere di pro-
vare a essere dominante ovun-
que e comunque. Non vuole di-
re pretendere di vincere tutto
ciò che hanno vinto i Blancos,
ma di provare a comandare
ogni partita, in casa e in trasfer-
ta. Questa è stata la vera rivolu-
zione: gli atteggiamenti, non i
risultati. O, meglio, l’atteggia-
mento diverso che ha portato
risultati diversi. Quando il Mi-
lan di Sacchi andò a giocare per
la prima volta al Bernabeu, Bu-
tragueno sbalordì: «Sono en-
LA DECIMA
Carlo Ancelotti in trionfo
per la 10ª Champions
del Real: 24 maggio 2014,
4-1 all’Atletico Madrid
12 13
2016- 2017-
2017 2018
4° 7°
In Serie A In Serie A
trato al Real a 13 anni, ma non
ho mai visto nessuno venirci ad
attaccare così in casa nostra». Il
Buitre riconoscerà lo stesso spi-
rito, anche se purtroppo, al ri-
torno si giocherà a Valdebebas.
«Zidanes y Pavones» teorizza-
va un tempo Florentino Perez,
cioè campioni e vivaio, la filo-
sofia che ha portato in alto la
Dea degli illuminati Percassi:
Ilicic y Caldara. E così, alla vigi-
lia di un ottavo di Champions,
c’è partita tra il club che ha vin-
to una Coppa Italia e quello che
ha vinto 13 Champions. In che
campo stanno i veri Galacticos?
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s TEMPO DI LETTURA 2’ 55”
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT 3
LA PENSIAMO COSÌ
di Filippo Di Chiara
I NUMERI Il miracolo Percassi:
risultati storici
15
fra cuore e ragione
i fanno neri, saranno
Le gare
giocate in
«C arrabbiatissimi, chissà quanti ne
prendiamo». Sono le parole di
Antonio Percassi abbinabili a
Champions qualsiasi vigilia e a chiunque sia l’ avversario
League in due della sua Atalanta. In questo “slogan” che
edizioni, sinora, risuona puntualmente a Zingonia c’è tutto il
dall’Atalanta pragmatismo bergamasco, come la nota
di Gasperini,
a cui vanno
passione per scaramanzie e affini. E davanti a
cinque anni inimmaginabili, perché non
aggiunte continuare così... E allora riavvolgiamo il
almeno le altre nastro e torniamo a dicembre scorso, quando
due sfide dall’urna degli ottavi arriva uno storico
contro il Real regalo, il Real Madrid. Stavolta la metafora di
Madrid negli Percassi senior è scolastica: «Il Real Madrid è
ottavi di finale la storia del calcio mondiale. E’ come andare
all’università, vogliamo fare bella figura».
14
Tutto vero. Ma la crescita esponenziale del
club a tutti livelli, sportivo, strutturale e
dirigenziale, consente di dire che l’Atalanta
non arriva a questo storico appuntamento da
matricola emozionata al primo esame, ma da
Le partite studente modello che ha già superato vari
dei nerazzurri in ostacoli (Ajax e Liverpool in questa stagione)
Europa League, a pieni voti e ora va a sostenere una ideale
contando seduta di laurea. L’Atalanta anche in Europa
anche non è più una sorpresa ma uno spauracchio,
le 6 nei possibilmente da evitare; in Italia il non
preliminari e nel vedere l’Atalanta tra le prime 4-5 posizioni in
playoff del classifica desta stupore; i risultati del ciclo
2018-2019, targato Gasperini hanno portato Antonio
quando Percassi a diventare sommando i due
la Dea mandati (15 stagioni tra ‘90-94 e dal 4 giugno
non riuscì 2010 a oggi) di gran lunga il presidente più
a raggiungere vincente della storia del club (40,7% di
la fase successi in 601 partite) superando Ivan
a gironi Ruggeri (37,5%) e Daniele Turani (32,4%). E
col tempo, gradualmente, Percassi ha ceduto
il timone («della sua azienda più complessa»
cit.) a suo figlio Luca, creando così una
cerniera perfetta tra il cuore e la ragione, tra
papà numero uno appassionato, e figlio
amministratore delegato, tifoso sì ma con un
occhio sempre attento a fra quadrare i conti e
a incanalare il tutto verso l’equilibrio tra
risultati sportivi e bilanci. Perché alla fine, e
stavolta la frase è di Luca Percassi, «noi
siamo l’Atalanta e dobbiamo ragionare da
Atalanta». Ma in silenzio, anche lui punta il
cielo e non si ferma. La Dea è in corsa in
campionato per la prossima Champions, ha
già raggiunto la finale di Coppa Italia, è
entrata in una nuova era separandosi in
maniera praticamente indolore dal suo leader
Gomez. E ora c’è il Real Madrid dinanzi al
quale non c’è da spaventarsi ma da esaltarsi.
Senza paura, come sempre.
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4 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

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Speciale Champions/IL PERSONAGGIO
Romero
L ’ I N T E R V I S T A
«REAL E BENZEMA:
IL MEGLIO CHE C’È
HA DETTO
MA NOI DOBBIAMO
Benzema è
il pericolo
CREDERCI DAVVERO»
numero
uno: meno
«Se nel giorno delle due gare siamo tutti nella
leggibile di nostra condizione migliore e diamo qualcosa
Ibra, forte
come lui
in più del 100%, abbiamo delle possibilità»
vedo solo
Lukaku
di Andrea Elefante
C
3 ristian “Cuti” Ro-
Peccato mero, vorremmo
non sfidare partire da quel ta-
Ramos, ma tuaggio che ha sul
braccio: credo nei miei sogni.
lui di quella
E’ un sogno giocare contro il
difesa è un Real?
pilastro: «E come potrei chiamarlo, in
male per altro modo? Neanche tre anni fa
loro, bene giocavo ancora nel Belgrano,
per noi mio padre lavorava in un’azien-
da di trasporti dall’alba alle no-
Cristian ve di sera per non far mancare
Romero niente a me e ai miei fratelli e
consentirmi di credere ad una
vera carriera da calciatore.
Guardavo la Champions da Cor-
doba, era un mondo lontanissi-
mo: ora è anche il mio mondo».
3 Un giorno disse: spero di gio-
care la Champions con la Juve,
il Manchester United, il Bar-
cellona o il Real. Invece la gio-
ca con l’Atalanta e contro il
Real...
«Avevo fatto un elenco di gran-
di squadre, nel frattempo l’Ata-
lanta è diventata una grande
squadra».
3 Ricorda cosa pensò l’anno
scorso vedendo l’Atalanta do-
minare il Valencia e giocarsela
con il Psg?
«A marzo fu solo una confer-
ma: per me l’Atalanta giocava il
miglior calcio d’Italia assieme
alla Lazio. Ad agosto stavo per
iniziare il ritiro con la Juve, ma
rimasi poco. Dissi al mio pro-
curatore: “Ho bisogno di gioca-
re”. E non c’era soluzione mi-
gliore dell’Atalanta che avevo
visto a Lisbona».
3 Le capita di pensare alla Ju-
ve, dove forse tornerà?
«Oggi è un pensiero ancora
molto lontano».
La Champions League era un sogno, oggi è il mio sogno
E la Dea è stata la scelta giusta: Gasp ideale per crescere
CRISTIAN ROMERO
A tu per tu con...
3 Primo pensiero il giorno del
sorteggio degli ottavi di Cham-
pions?
«Stavamo pranzando in ritiro:
non dico che abbiamo festeg-
giato, ma quando è uscito il Re-
al eravamo contenti. Tanti di
noi, forse tutti, la considerano
la partita più importante della
carriera».
3 Debuttò in A marcando
Ibrahimovic e confessò di non
aver pensato a chi aveva da-
vanti: quando vedrà Benzema,
cosa penserà?
«Anzitutto devo essere sicuro
di giocare... Nel caso, penserò
che aspetto questa partita da
tanto tempo per dare tutto».
3 Lei studia gli attaccanti da
affrontare?
«Guardo molto la Liga, ma in
questo caso c’è poco da studia-
SocialClub
Tutto in un tatuaggio
● Quando era poco più che un
ragazzino, Cristian Romero si
fece tatuare sul braccio destro
una frase che lo ha ispirato
in tutto questo suo inizio
di carriera. C’è scritto:
«Credo nei miei sogni»
re: Benzema è il pericolo nume-
ro uno del Real, l’attaccante più
forte con cui avrò avuto a che
fare, assieme a Lukaku».
3 Più forte anche di Ibrahimo-
vic?
«Per me sì: Ibra posso “legger-
lo” meglio. Benzema non sta
mai fermo: è speciale in quasi
tutto quello che fa, ma sa esser-
lo anche se fa una cosa sola».
3 A chi lo paragonerebbe?
«Forse un po’ a Immobile: è più
potente, ma ha movimenti si-
mili».
3 Non ci sarà la sfida a distanza
con Sergio Ramos, da sempre il
suo modello di difensore.
«Tutti parlano solo delle loro
assenze, ma occhio: non sarà il
miglior Real, ma è il Real Ma-
drid, forse la squadra più forte
del mondo. Peccato non affron-
tarlo, ma Ramos è il pilastro
della difesa di Zidane: per loro è
un problema grave, per noi è un
vantaggio».
3 Sa che i bookmaker danno
una quota bassa per la qualifi-
cazione ai quarti dell’Atalan-
ta?
«Le posso dire quello che pen-
siamo anche noi: se tutti, nel
giorno delle due partite, sare-
mo nel nostro giorno migliore e
tutti daremo qualcosa in più del
cento per cento, ce la potremo
fare. Io credo molto nell’Atalan-
ta: siamo cresciuti tanto».
3 Ma lei si aspettava di giocare
subito così spesso e così bene?
«Sinceramente no, ma sapevo
che l’Atalanta era la scelta giu-
sta per crescere. Devo farlo an-
cora, tanto: ma il mister mi sta
addosso, lo farò di sicuro. Io,
che tatticamente ero disastroso,
non ho mai avuto un insegnan-
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT 5
I NUMERI
5
Le gare
in Champions
di Romero in
questa edizione,
e dunque in
carriera: tutte
quelle del girone
(e tutte da
titolare) tranne
quella in casa
contro il
Liverpool (0-5),
quando rimase
in panchina 90’
1
I gol
di Romero in
Champions: il
preziosissimo
1-1 in casa con il
Midtyjlland,
decisivo per la
qualificazione
agli ottavi
Grinta
argentina
Cristian Romero, 22 anni, prima
stagione all’Atalanta. E’ in prestito
dalla Juve che l’ha acquistato
dal Genoa che, a sua volta,
l’aveva preso dagli argentini
del Belgrano nel 2018 LAPRESSE
te così. E avere uno così a inizio molto come difensore. L’impor-
carriera è fondamentale». tante è stare bene fisicamente,
essere libero di testa e avere
3 Forse ha già fatto quakche grande concentrazione».
progresso nel gestire precipi-
tazione e irruenza, dunque i 3 Quanto vede lontana la Na-
cartellini gialli? zionale?
«Mi scappano ancora ammoni- «Spero non così lontana. Ma-
zioni stupide, a volte: la metà gari arriverà con le prossime
potevo non prenderle. Ma l’an- convocazioni, altrimenti conti-
no scorso di questi tempi erano nuerò a impegnarmi: così ci ar-
quasi il doppio: va già me- riverò, un giorno. Mi dicono
glio...». che dovrei parlare di più, farmi
vedere di più in tv, che a quelli
3 Una squadra che gioca come del Boca e del River che si fanno
l’Atalanta mette sempre a ri- conoscere di più basta giocare
schio i suoi difensori, ma esalta bene 5-6 partite per essere
anche chi gioca molto sull’an- chiamati. Ma io l’unico modo
ticipo come lei che conosco per farmi conosce-
«In tanti dicono che giochiamo re è lavorare: per gli altri miei
solo offensivamente: c’è un “so- sogni è stato così».
lo” di troppo, là dietro il nostro © RIPRODUZIONE RISERVATA
non è mai un “uno contro uno”
puro. E comunque giocare così
d’anticipo mi fa migliorare s TEMPO DI LETTURA 3’45”
6 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

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Speciale Champions/IL BLOG

Euro-parole
Il “dentista” di Pep Assi della
panchina
Jurgen Klopp
(Liverpool),

l’applauso di Klopp
53 anni, e Pep
Guardiola
(City), 50

HA DETTO
«Gasp come Bielsa» HA DETTO
L’Atalanta ha conquistato anche i grandi
Quanti elogi dai tecnici in Champions
In Serie A È una
pensano a squadra
difendersi, sfornata Pep Guardiola prima mente fastidioso passare sotto i Anfield. Aveva ragione, visto il Questione di stile, definito veramente
di Marco Guidi
del match di ritorno nel girone ferri del dottor Gasp. Meglio, al- risultato in Inghilterra. Lo stes- «unico» da Thomas Tuchel
l’Atalanta sservata, ammirata di Champions della scorsa sta- lora, ammirare la Dea da lonta- so allenatore tedesco si era lan- prima del quarto di finale di
incredibile,
invece è con uno

O
e... temuta. Anche
una grande dalle big. Nell’ultimo
sorpresa anno e mezzo l’Ata-
grazie a lanta si è fatta un no-
Gasperini me in Champions, non solo gra-
zie ai risultati, ma soprattutto
per il gioco di Gian Piero Gaspe-
rini. Così i grandi allenatori
d’Europa, quando chiamati ad
affrontare la Dea, si avvicinano
alla gara regalando frasi a effetto
gione: «Affrontare l’Atalanta è no: «Vederla giocare è una gioia
come andare dal dentista». per gli occhi», aveva detto in
Ahia. Può essere tremenda- precedenza sempre il tecnico
del Manchester City. Zinedine
Zidane, invece, ha già due ap-
puntamenti fissati dal “denti-
sta” Gasperini: «Conosciamo il
valore dell’Atalanta».
Una minaccia per Stile
chiunque in Neanche la vittoria per 5-0 a
ciato in un paragone tra Gaspe-
rini e Marcelo Bielsa: «La sua
Atalanta gioca come il Leeds».
Vederla giocare è
una gioia, ma se
agosto tra il Psg e i nerazzurri:
«In Serie A tutti pensano a di- stile di
fendersi, loro invece...». Il me- gioco
rito è soprattutto del Gasp: «Il bellissimo
suo lavoro è stato eccezionale», da vedere
ha riconosciuto Ralf Rangnick.
L’ultima parola, però, la lascia-
mo a Erik ten Hag, tecnico del-
l’Ajax, con cui la Dea si è giocata
l’accesso agli ottavi a dicembre:
«Squadra Incredibile». Punto.

Tuchel Chelsea
che fanno gonfiare il petto ai ti-
fosi nerazzurri.
Europa. L’Atalanta Bergamo del suo Liverpool ave-
va fatto cambiare idea a Jurgen
l’affronti è come Ten Hag Ajax
gioca come il Leeds Klopp: «I nerazzurri sono una andare dal dentista
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dottor Gasp
La più nota, l’ha probabilmente
Jurgen Klopp Allenatore del
Liverpool, il 24 novembre 2020
minaccia per chiunque in Euro-
pa», disse prima del ritorno ad
Pep Guardiola Tecnico del
Manchester City, il 4 novembre 2019 s TEMPO DI LETTURA 1’22”
8 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT
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Speciale Champions/IL GRANDE EX

L ’ I N T E R V I S T A

Tacchinardi
«Dea, sei incredibile
Ma per battere il Real CHI È
Alessio

del mio amico Zidane

Tacchinardi
È nato a Crema
il 23 luglio 1975.
Cresciuto

devi restare te stessa»

nel vivaio
dell’Atalanta,
dopo aver
collezionato
«Gli spagnoli hanno problemi e non amano i ritmi alti 9 presenze in
prima squadra
L’Atalanta è la più fastidiosa che potevano incontrare» tra il ’92 e il ’94
è passato alla
Juventus, dove
ha giocato fino
in Coppa Italia e per la seconda al 2005. Quindi
di Fabio Bianchi
volta agli ottavi di Champions. fino al 2007 è in
MILANO
Il suo è un gioco perfetto per Spagna nel
ui li conosce bene. tornei da dentro o fuori? Villarreal e poi

L
Nella Dea ci è cre-
sciuto e ha mosso i
primi passi verso la
gloria. Con Zidane ci
ha giocato e ha vinto tutto nella
Juve. Ora l’Atalanta e Zidane si
sfidano in Champions.
3 Alessio Tacchinardi, si sareb-
be mai aspettato un’Atalanta
così bella e competitiva?
«Onestamente no. Anche per-
ché poi non è facile stare a que-
sti livelli per tanto. C’è da fare i
complimenti alla famiglia Per-
cassi, che ha saputo program-
mare molto bene, creando
strutture e centro sportivo, e a
tutti i collaboratori. E poi ovvia-
mente a Gasperini che è riuscito
ad esaltare questa squadra e a
portarla a un livello altissimo.
Pensavo a una crescita, ma così
grande non so quanti se lo sa-
rebbero aspettato. Io che ci sono
stato sapevo dell’ambizione e
della serietà del presidente ma
raggiungere questo livello è in-
credibile».
3 C’è qualcuno che le somiglia
nella Dea? Forse Freuler?
«Forse un po’ sì ma una cosa è
certa: assomiglio a tanti gioca-
tori per carattere, umiltà, stare
zitti e pedalare. Al di là delle do-
ti tecniche, mi identifico molto
nella personalità di molti uomi-
ni di Gasperini. Come Pessina,
che ha serietà e ambizione sen-
«Penso che la Dea sia la squa-
dra più europea del nostro cam-
pionato. Corre, torna, pedala
senza tatticismi, senza pensare
a stare bassa o alta. Attacca, ti
viene a prendere. È la più euro-
pea anche perché è molto fisica.
Un conto è vedere l’Atalanta al-
la tv, non rende l’idea, un conto
è giocarci contro. Nessuna gioca
così, fai anche fatica a leggerla,
perché ti può venire ad attacca-
re il difensore centrale che vie-
ne a prendere l’uomo. Contro la
Dea tutte possono soffrire».
3 Ora c’è il Real Madrid al
Gewiss, il suo vecchio Comu-
nale. Da non crederci eh?
«Vero. Una grande soddisfazio-
ne. La sfida la vedranno anche
nell’ultimo paesino sperduto.
Che traguardo».
3 Il Real è un po’ in crisi, l’Ata-
lanta ne può approfittare, an-
che perché nel ritorno non su-
birà il miedo escenico del Ber-
nabeu?
«Un bel vantaggio. In più il Real
non avrà Ramos e qualche altro
mostro sacro, e non è abituato
ad alte intensità. Si può uscire,
ovvio. Ma penso che abba buo-
nissime possibilità di passare.
Deve fare due gare perfette. Per
il Real la Dea è la squadra più fa-
stidiosa che possa incontrare,
per la poca voglia di correre che
ha. L’Atalanta però deve arri-
3 Ha giocato tanto con Zidane.
Lo immaginava allenatore?
«Assolutamente no. È un ra-
Cresciuto gazzo eccezionale, ma era mol-
nerazzurro to timido, parlava pochissimo.
Un baby Alessio Mai e poi mai avrei pensato po-
Al lavoro Tacchinardi nell’attuale Tacchinardi con tesse diventare un tecnico im-
veste di opinionista Mediaset LAPRESSE la maglia portante. Sa esaltare le doti dei
dell’Atalanta. giocatori. Conoscendo bene
Centrocampista l’Italia, sa che ha una brutta gat-
è cresciuto nelle ta da pelare e starà attento. Ma
giovanili dela ha qualche problemino...».
Dea e ci ha
La banda di Gasp giocato dal 1992 3 Sì, ma difficilmente sbaglia
al 1994, prima di le gare importanti.
non ha nulla passare alla «Vero. Però è anche vero che la
da perdere, il Juve AFB storia è storia. Troverà stimoli in
più, ma questo Madrid non ha
Madrid invece... la forza del passato e le forza del
Bernabeu al ritorno».
3 Cosa deve fare Gasp per pas-
sare il turno?
«Penso che debba giocare da
Atalanta, con le sue caratteristi-
Zizou? Era timido che di pressing. Tanto se esce
non pensavo non è un problema. Il Real ha
potesse diventare solo da perdere, l’Atalanta tutto
da guadagnare. Pensate cosa si-
un grande tecnico
ha chiuso la
carriera a
Brescia. Vanta
13 presenze
in Nazionale.
Da allenatore
ha guidato
Pergolettese,
Lecco e Crema
za avere più forze. È arrivata fin
lì giocando così e anche ora an-
drà avanti nel suo stile, senza
snaturarsi. Ed è giusto così».
3 Manca un trofeo da inserire
in questo ciclo stupendo. Ce la
può fare con la sua Juve nella
finale di Coppa Italia?
«Già sbarcare agli ottavi di
Champions per due volta di fila,
stare nelle prime in campionato
e giocare la finale di coppa Italia
è come vincere. Quello che sta
facendo, con una rosa medio-
buona, è spettacolare. Comun-
que, in una partita secca, l’Ata-
lanta può battere la Juve. Perché
no? L’Atalanta è una realtà or-
mai».
3 Per chi tiferà?
«Beh, io tifo sempre Juve. Di so-
lito in campionato spero in un
pareggio. Facciamo così: firmo
per la Champions League alla
Juventus e la Coppa Italia al-
l’Atalanta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

za fare il fenomeno». varci al top fisicamente. Mi au- gnificherebbe eliminare il Real.

3 È una Dea di Coppa. Finalista

guro che faccia turn over mas-
siccio in campionato».
Alessio Tacchinardi
Ex Atalanta e Juventus
L’Atlanta è uscita col Psg perché
ha continuato ad attaccare sen- s TEMPO DI LETTURA 3’36”
10 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

Speciale Champions/TIFOSI DI... SERIE A
CON LA DEA
NEL CUORE
BARROW (BOLOGNA)
«Bergamo è casa mia
Gasperini come un padre»
di Matteo Dalla Vite
stata la sua culla:
È calcistica e di vita.
Musa Barrow arrivava
dal Gambia e proprio
lì, in maglia nerazzurra, ha
trovato affetto e condizioni
giuste per veicolare il proprio
talento nel calcio. Il calcio vero.
Le giovanili e poi la prima
squadra, il primo gol in Serie A
e la tripletta in Europa al
Sarajevo, la tanta panchina, gli
inevitabili ostacoli nella
crescita, l’addio ma anche un
abbraccio che non si dissolve.
Né si dissolverà, ora che - e dal
gennaio 2020 - il tragitto di
Musa ha i colori della maglia
La carica degli ex
del Bologna. «Alla città di
Bergamo e all’Atalanta resterò
per sempre legato - racconta
l’attaccante agli ordini di Sinisa
Mihajlovic -. Mi hanno aiutato,
sostenuto, dato consigli, è a
Bergamo che sono diventato
un calciatore e Gasperini nel
tempo è diventato come un
padre. Quando scelsi di venire
al Bologna, lui capì benissimo
la mia decisione e mi appoggiò,
sapendo che per me sarebbe
stata la cosa migliore da fare».
Sostegno
Adesso che l’Atalanta vive i
vertici del nostro calcio - dalla
finale di Coppa Italia alla
Champions in cui duellerà
contro il Real Madrid - ecco
che Musa manda un grande
«In bocca al lupo» alla sua
vecchia... banda. «Per tutto ciò
che ho descritto prima -
continua l’attaccante
gambiano -, sono felicissimo
che ora l’Atalanta si giochi
qualcosa di così importante e
farò un grande tifo a distanza
per i miei ex compagni.
Auguro il meglio a tutta la città,
specialmente dopo le enormi
sofferenze dei mesi passati per
tutto quel che è successo legato
alla pandemia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
gambiano, gioca
s TEMPO DI LETTURA 1’20”
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT
COLLEY (VERONA)
«Real Madrid
l’avversaria
più bella»
A Verona Ebrima Colley, 21 anni
● (fi.gri).) Ebrima Colley,
attaccante, è in prestito
dall’Atalanta al Verona.
Gambiano, dice: «Per
chiunque abbia amato il
calcio, si sa, il Real Madrid ha
un fascino unico e
inimitabile. Le 13 Champions
vinte lo rendono l’avversario
più bello. Sono sicuro che
sarà proprio questo lo
spirito col quale lo
affronterà l’Atalanta. Uno
spogliatoio forte e compatto,
un gruppo consolidato nel
tempo che, però, sa anche
rinnovarsi e trovare nuove
forze di stagione in stagione.
La mia realtà - bellissima -
Talento oggi è interamente gialloblù,
Musa Barrow, ma per i tanti amici e gli anni
22 anni, che ho trascorso a Bergamo,
non potrò che essere vicino
nel Bologna
LAPRESSE
ai miei ex compagni».
11
CZYBORRA (GENOA)
«Il calcio
dell’Atalanta
resta unico»
Al Genoa Lennart Czyborra, 21
● (m.f.) A Bergamo è iniziata
la sua avventura italiana nel
gennaio di un anno fa. Un
periodo formativo sul piano
professionale, anche se con
Gasperini aveva giocato
soltanto una partita, il 14
luglio contro il Brescia. E ora
seguirà da genoano la
doppia sfida dell’Atalanta
contro il Real Madrid.
Czyborra si dichiara
fiducioso sul cammino dei
suoi ex compagni in
Champions: «A mio giudizio
hanno buone possibilità.
L’Atalanta gioca un calcio
completamente diverso da
quello di ogni altra squadra.
Possiede, inoltre,
individualità importanti e
una filosofia di gioco
davvero unica. Ha fatto pure
soffrire il Psg nei quarti...».
12 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

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Speciale Champions/LE GIOVANILI
Passione Primavera
«Contro il Real? Solo alla PlayStation...»
Cortinovis, il capitano: «Questa doppia sfida è un orgoglio per noi nati a Bergamo»
di Marco Calabresi
chi è cresciuto con la
HA DETTO
A
maglia dell’Atalanta
addosso sin da ra-
gazzino, l’emozione
gliela senti nella vo-
ce. Affrontare il Real Madrid, e
chi se lo sarebbe mai aspettato?
I big della Primavera di Massi-
Un mo Brambilla, la generazione
giocatore del 2001, hanno varcato il can-
del Real cello di Zingonia quando l’Ata-
lanta giocava in Serie B e tutto
a cui questo sarebbe stato utopistico,
stringerei inimmaginabile. Tanto che il
la mano? ricordo più emozionante di
Isco: mi Alessandro Cortinovis, il capi-
rispecchio tano della Primavera, da rac-
in lui cattapalle, «è un gol di Tiriboc-
chi in una partita contro il Tori-
no, proprio di Serie B». Sono
passati gli anni, cambiati i gio-
catori e gli avversari. Ora c’è
Atalanta-Real Madrid, roba che
si poteva fare solo alla PlaySta-
Alessandro
tion: «E nei videogiochi mi so-
no divertito a costruire la squa-
Cortinovis dra dei 2001 dell’Atalanta - rac-
Attaccante conta Cortinovis -, spesso met-
tendola di fronte a squadre
come il Real. Tutto questo è
bellissimo, per me che sono
cresciuto a 10 minuti dallo sta-
dio e ci andavo a piedi. Ma
Talento Alessandro Cortinovis, capitano della Primavera nerazzurra, è nato a Bergamo il 25 gennaio 2001 MAGNI
adesso anche noi siamo l’Ata-
lanta, e avvertiamo questo ri-
spetto nei nostri confronti gi-
rando per l’Europa come la pri-
ma squadra per la Youth Lea-
gue. Un giocatore a cui
stringerei la mano? Isco, mi ci
sono sempre rispecchiato».
Quella volta che...
È capitato, negli anni scorsi,
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT
che Atalanta-Real Madrid si sia
Partite virtuali già giocata, a livello giovanile.
«Nei videogiochi Vinsero i blancos, a livello di
Under 16, dopo che un anno
mi diverto prima i nerazzurri avevano bat-
a... schierarci tuto in rimonta il Barcellona
nella finale del torneo Scirea.
contro le big» «Non eravamo in prima squa-
dra, e neanche loro, ma un po’
di emozione nel vedere quelle
maglie c’era: se si pensa a un
13
top club europeo, il Real Ma-
drid è uno dei primi nomi che
viene in mente». C’era Corti-
HA DETTO
novis, ma c’era anche Davide
Ghislandi, un altro di quelli che
si allenano con Gasperini, che
iniziano a comparire nella lista
dei convocati e in panchina.
Chissà se anche a loro, tra qual-
che anno, capiterà di vivere una
serata del genere: «Se penso a Una volta
quando eravamo bambini, Ata- una sfida
lanta-Real Madrid era inimma- così
ginabile. Ma credo sia altrettan-
to straordinario vedere l’Ata-
sarebbe
lanta giocare contro queste stata
squadre. Vedere il nome della impossibile,
nostra società accostato al Real ma adesso
poteva fare effetto qualche an- fa meno
no fa, adesso fa meno impres- impressione
sione». Il ruolo è diverso, ma
Davide ha le idee chiare a pro-
posito di idoli: «Sicuramente
Sergio Ramos, l’emblema del
Real. Certo, anche Benzema è
un gran giocatore...». Tra l’an-
data e il ritorno contro Zidane,
per la Primavera dell’Atalanta Davide
avrebbe dovuto esserci la Youth Ghislandi
League contro il Lipsia: tutto
rinviato. Resta solo il Real.
Centrocampista
© RIPRODUZIONE RISERVATA
s TEMPO DI LETTURA 2’01”
14 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

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Speciale Champions/FUORI CAMPO
Le dee della Dea
2 M O G L I E
3 6
Dolci metà
1. Marija Pasalic e Alisa Menkovie,
lady Djimsiti, prima di una gara della
Dea a San Siro in Champions
2. Marten e Ricarda de Roon
3. Robin Gosens e la “sua” Rabea
INSTAGRAM
COMPAGNE
MARIJA, ALISA E LE ALTRE
C’È UN’ATALANTA ROSA
CHE FA IL TIFO DA LONTANO
Niente stadio in tempo di pandemia? Ecco i rimedi:
«FaceTime tra di noi, champagne e urla alla tv...»
di Marco Guidi
he ne pensate di un
C
San Valentino in Sar-
degna? Bella idea,
ma se le donne stan-
no a casa non è pro-
prio uguale... L’Atalanta il 14
febbraio era di scena a Cagliari e
le dolci metà dei calciatori ne-
razzurri hanno dovuto osserva-
re i loro ragazzi da lontano.
«Quando sei la moglie di un
calciatore, sai bene che può ca-
pitare spesso che il tuo uomo
non ci sia il giorno del tuo com-
pleanno, agli anniversari o a
San Valentino, ma devo dire che
Remo si fa sempre perdonare il
giorno dopo (ride ndr)», rac-
conta Kristina Freuler. La fami-
glia del centrocampista svizze-
ro, insieme a Gosens e la fidan-
zata Rabea, hanno rimediato il
15 febbraio con una bella gita
sulla neve in montagna. Ma alle
donne manca molto il campo.
Causa pandemia, gli stadi sono
Periscopio
1 4
diventati off limits e le foto, co-
me quella di Marija Pasalic e
Alisa Menkovie, lady Djimsiti, a
San Siro prima di Atalanta-Va-
lencia, l’ultima prima della
pandemia, sono un lontano ri-
cordo. «È molto dura per me
non poter essere vicino a Remo
mentre gioca - continua Kristi-
na -. Andavo spesso allo stadio
con le compagne di altri gioca-
tori, come Gosens o Hateboer, e
se possiamo cerchiamo di tro-
varci per vedere la partita in tv,
ma non è la stessa cosa». E allo-
ra Kristina si deve accontentare
spesso di seguire il match da ca-
sa con lo splendido volpino di
pomerania di famiglia.
Tecnologia
«Allo stadio non si può andare,
ma non mi piace vedere la par-
tita da sola - dice secca Diana
Zapata, moglie di Duvan, cen-
travanti della Dea -. Il calcio è
qualcosa che è bello condivide-
re con gli altri, per questo quan-
do possiamo ci troviamo, so-
prattutto con Ricarda de Roon e
la fidanzata di Miranchuk, che è
arrivata da poco in Italia e cer-
chiamo dunque di far integrare
in fretta. Il programma, di soli-
to, è cucinare qualcosa di esoti-
co (l’ultima volta messicano,
ndr) e poi fare il tifo insieme».
La partita con il Real Madrid è
speciale e Diana ha in mente
qualcosa di particolare. «C’è da
tenere in conto che alle 22 scatta
il coprifuoco e quindi sarà com-
plicato trovarci tra di noi. Così
sto pensando di vedere la gara
in collegamento con i miei pa-
renti in Colombia, perché la
Champions è seguita anche là».
C’è però un problema... «Mia
mamma inizia a urlare e prega-
re e non sarà facile vedere la
partita con lei (ride ndr)». Se
pensate che la cosa sia tipica del
temperamento sudamericano,
allora non conoscete Ricarda,
dolce metà dell’olandese De
Roon: «Noi girls siamo delle ve-
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT 15
5
re tifose, dovremmo fare un vi-
deo di come seguiamo la parti-
ta, ma per renderlo pubblico
andrebbe poi messo qualche
beep per quello che urliamo ai
nostri mariti (ride). Prima della
pandemia, io e Rebea siamo an-
che andate all’aeroporto ad ac-
cogliere la squadra insieme ai
ragazzi della curva». Non po-
tendo andare allo stadio, anche
Ricarda si organizza grazie alla
tecnologia: «In orari consentiti,
ci troviamo da me di solito. Ma
ricordo che già contro il Valen-
cia, quando qui a Bergamo la si-
tuazione era tremenda, aveva-
mo usato FaceTime e dopo la
vittoria abbiamo brindato,
ognuna a casa sua, ma tutte con
lo champagne». E pure per
questa sfida con il Real la botti- Nerazzurre
glia è in fresco. Serve un’impre- 4. Kristina Freuler, Alisa Menkovie,
sa, ma con la Dea mai dire mai. Rabea Böhlke e Elisa Hiariej
© RIPRODUZIONE RISERVATA (fidanzata di Hateboer)
5. Duvan e Diana Zapata
s TEMPO DI LETTURA 2’46” 6. Juline Palomino, moglie del
difensore José INSTAGRAM
16 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

Speciale Champions/LA STORIA
L’ultima in A di Zidane? Contro l’Atalanta
È iI 17 giugno 2001: nel 2-1 della Juve, il francese esce dopo 27’. Poi volerà a Madrid
di Andrea Schianchi
essuno immaginava
CHI È
N 1
che sarebbe stata
l’ultima, ma il calcio
è una storia in dive-
Zinedine nire e non si sa mai
Zidane che cosa succede. Fatto sta che
È nato a domenica 17 giugno 2001,
Marsiglia il 23 quando i tifosi della Juventus
giugno 1972. s’incamminarono verso lo sta-
Acquistato dal dio per assistere alla sfida con-
Bordeaux nel tro l’Atalanta, mai avrebbero
1996, ha giocato pensato che non avrebbero più
fino al 2001 nella rivisto Zinedine Zidane con la
Juve (vincendo maglia bianconera addosso.
tra l’altro due Quel giorno, tutti lo sapevano,
scudetti), prima ci sarebbe stato l’addio di Carlo
di passare al Ancelotti: l’allenatore non ave-
Real (una Liga e va vinto nulla nelle due stagio-
la Champions). ni sulla panchina e la gente,
In Spagna ha che già non ne aveva condiviso
chiuso la l’ingaggio per il suo passato
carriera nel prima romanista e poi milani-
2006. Con la sta, aveva chiesto espressa-
Francia ha vinto mente il suo licenziamento. Fu
il Mondiale nel Umberto Agnelli a spiegare le
’98 (Pallone ragioni della scelta societaria:
d’oro) e «Esoneriamo Ancelotti perché
l’Europeo nel non c’è sintonia con la tifoseria
2000. Allena dal e con la critica». Il tecnico, con
2013 molta diplomazia, ammise:
«Accetto la decisione, ma non
la capisco. È un boccone amaro
da digerire». Contro l’Atalan-
La curiosità
ta, mentre la Roma si appresta-
va a festeggiare la scudetto e
persino il sindaco Veltroni, ju-
ventino doc, si faceva immor-
tale dai fotografi con la sciarpa
giallorossa al collo, Zidane gio-
cò soltanto 27 minuti. Una ma-
ledetta contrattura alla coscia
destra lo costrinse a chiedere la
sostituzione: non ce la faceva
proprio a correre. Al suo posto
entrò Pippo Inzaghi. I bianco-
neri batterono 2-1 l’Atalanta
con i gol di Trezeguet e di Tac-
chinardi (per i bergamaschi
guidati da Vavassori segnò
Nappi). Zidane osservò tutto
dalla panchina, dove si sedette
per far riposare i suoi muscoli.
I dubbi
Nelle consuete interviste del
dopo-partita Roberto Bettega,
cui venne posta una domanda
sul futuro di Zidane, rispose in
modo secco, quasi indispettito:
«È incedibile». Luciano Mog-
gi, deus ex machina del merca-
to bianconero, che qualche
trattativa aveva probabilmente
già in testa, si limitò a com-
mentare: «È rinnovabile». E
così fece intuire che il contratto
del campione francese poteva
essere prolungato e che Zidane
sarebbe stato un punto di rife-
rimento anche nella Juve del
futuro affidata a Marcello Lip-
Duello pi. Invece, all’improvviso, la
fantasia storia cambiò: il Real Madrid si
Zinedine Zidane fece avanti, chiese il cartellino
contrastato di Zidane alla Juve, sborsò pa-
da Domenico recchi soldi e se lo accaparrò. A
Morfeo in quella Zizou restò il ricordo di quel-
sfida del 2001
MAGNI
l’ultima partita contro l’Ata-
lanta, per giunta neanche ter-
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT
minata: forse anche lui aveva
immaginato un addio diverso,
forse avrebbe voluto ringrazia-
re i tifosi che di lui erano inna-
morati, ma le leggi del mercato
sono spietate e al sentimento
non concedono spazio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
s TEMPO DI LETTURA 1’56”
17
JUVENTUS 2
ATALANTA
(PRIMO TEMPO)R1-0
MARCATORI: Trezeguet (J) al 6’
p.t.; Tacchinardi (J) 19’, Nappi (A) 33’
s.t.
JUVENTUS (4-3-1-2)
Van der Sar; Tudor, Ferrara, Iuliano,
Paramatti (dal 26’ Athirson);
Zambrotta, Tacchinardi, Pessotto;
Zidane (dal 27’ F.Inzaghi); Del Piero,
Trezeguet (dal 30’ s.t. Kovacevic).
PANCHINA: Carini, Birindelli, Brighi,
Gasbarroni
ALLENATORE: Ancelotti
ATALANTA (4-4-1-1)
Pelizzoli; C.Zenoni, Siviglia, Carrera,
Belini; Dundjerski (dal 32’ s,t,
Pagano), D.Zenoni, Berretta, Zauri;
Morfeo (dal 34’ s.t. Espinal); Nappi
(dal 34’ s.t. Bianchi). PANCHINA:
Pinato, Paganin, Minelli, Previtali
ALLENATORE: Vavassori
ARBITRO: Bolognino
NOTE: nel secondo tempo, partita
sospesa tra il 28’ e il 44’ per pacifica
invasione di campo dei tifosi juventini
18 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

Speciale Champions/IL PERSONAGGIO
La meteora
Magallanes, l’incompreso
ceduto al Real: «Ma chi è?»
A Bergamo due stagioni senza acuti per l’uruguaiano
Poi l’inatteso trasferimento a Madrid: però fu un flop
di Andrea Schianchi
ederico Magallanes,
F
chi è costui? Il calcio
è bello anche perché
regala storie impro-
babili, gente che sen-
za un bravo agente faticherebbe
a trovare un posto in una squa-
dra di Serie B e all’improvviso si
ritrova a firmare autografi con
la maglia del Real Madrid. A
Magallanes, aletta uruguaiana
di discreta corsa e poca fanta-
sia, questo è accaduto. Nel
1996, a vent’anni, l’Atalanta lo
ha acquistato dal Penarol spe-
rando di farne un campionci-
no. In Uruguay si era guada-
gnato una buona reputazione
calcistica, ma si sa che il salto
Amarcord nel campionato italiano è diffi-
nerazzurro cile da digerire per tutti. E così è
Federico stato anche per Magallanes. A
Magallanes Bergamo non se ne ricordano
in allenamento come di un fuoriclasse. Pochi
con l’Atalanta
LIVERANI
gol, soltanto tre in due stagioni,
pochi dribbling, poche inven-
• Spedizioni marittime ed aeree
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LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT 19
CHI È
Federico
Magallanes
È nato il 22
agosto 1976 a
Montevideo.
zioni. Un passaggio senza trac- pagata all’Atalanta una cifra Acquistato nel
ce, insomma. Capita. Il suo pro- che attualmente sarebbe di 6 1996 dal
curatore, che era il potentissi- milioni di euro, Magallanes Penarol, ha
mo Paco Casal, lo presentò con s’imbarca per Madrid, firma il militato per due
queste parole: «È fortissimo regolare contratto e i tifosi lo stagioni con
quando ha la possibilità di par- accolgono come fosse arrivato l’Atalanta
tire da lontano». Tutti immagi- un vero campione, salvo poi realizzando 3
navano si trattasse di un formi- darsi di gomito l’un con l’altro e gol in 24
dabile contropiedista e invece i chiedersi: «E chi è questo?». presenze.
dirigenti dell’Atalanta si ritro- Fatto sta che Magallanes, quel Quindi il
varono a gestire un ragazzo che giorno, visse la sua favola, fir- passaggio al
ancora non aveva trovato la sua mò centinaia di autografi a per- Real: nssuna
posizione sul campo. sone che nemmeno sapevano presenza e
chi fosse e tornò nella lussuosa cessione al
La telefonata suite dell’albergo che il club gli Racing
Nell’estate del 1998 il colpo di aveva messo a disposizione. La Santander. Poi
scena. Magallanes se la sta go- storia durò poco perché l’alle- giocherà anche
dendo in vacanza a Ibiza quan- natore Guus Hiddink, dopo con Venezia
do viene raggiunto da una tele- averlo visto all’opera in allena- (2001-2002) e
fonata. È il suo procuratore che mento, lo bocciò e lo spedì in Torino (2002-
gli dice: «Fa’ le valigie e parti prestito a una società minore. 2003). Si è
per Madrid». «E che ci vado a Ma che importa? Per quel gior- ritirato nel 2009
fare?» la legittima domanda no da re c’è gente che anche og- dopo una
del ragazzo. «Ti ha comprato il gi pagherebbe di tasca propria. stagione col
Real» gli annuncia Paco Casal. © RIPRODUZIONE RISERVATA Merida, terza
«Stai scherzando? Io al Real serie spagnola
Madrid? Ma non sono così for-
te...». Superate le perplessità,
In... blanco Magallanes in maglia
Real durante una partita amichevole s TEMPO DI LETTURA 1’55”
• Trasporti internazionali
• Magazzinaggio
• Transiti doganali CH
• Logistica intermodale
Seriate (Bg) - Via Nazionale 93
20 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

Speciale Champions/ IL PRECEDENTE

Gli ottavi di un anno fa

di Matteo Spini
BERGAMO
I L 1 9 F E B B R A I O E I L 10 M ARZO
iciannove febbraio

D DAL SOGNO ALL’INCUBO

2020, una data stori-
ca per l’Atalanta.
Avrebbe potuto coin-
cidere con una festa e
il risultato del campo, effettiva-

RESPINTO IL VALENCIA
mente aveva portato in quella
direzione. Un anno dopo, però,
il 19 febbraio e Atalanta-Valen-
cia non riportano alla mente so-
lo una trionfale serata di calcio

MA È DRAMMA COVID
per i colori nerazzurri, ma evo-
cano anche il dramma che Ber-
gamo stava per vivere e di cui
quella partita fu inconsapevole
anticamera.

Gli ultimi abbracci

Era un mercoledì: mezza Berga-
mo si era trasferita a Milano e
San Siro ospitava 45 mila spet-
tatori, che condivisero momen-
ti di gioia ed esaltazione, per il
dirompente 4-1 nerazzurro. Ul-
timo capitolo degli abbracci: di
lì a poco sarebbero stati inevita-
bilmente banditi. Un paio di
giorni dopo, l’Italia sarebbe
sprofondata nell’incubo: il co-
ronavirus stava per cambiare
tutto, calcio compreso. Anche
quel momento di gioia sportiva
passò in fretta in secondo pia-
no: Bergamo si apprestava a vi-
vere giorni terribili, con miglia-
ia di malati e di morti.
Un mondo diverso
Atalanta-Valencia fu definita
“bomba virale”: molti dei con-
tagi partirono da lì, quando an-
La grande attesa, il 4-1 dell’andata a Milano
poi l’esplosione dei contagi spaventa Bergamo
In Spagna, senza pubblico, il poker di Ilicic
cora non si conosceva la neces- pendo che poi non sarebbe stato
sità del distanziamento. Il mon- il caso di ritrovarsi a festeggiare La polemica
do soffriva, il calcio passava in
secondo piano, molte partite
in piazza. Ma anche il senti-
mento con cui quella gara si af- La gara al Meazza
venivano cancellate, ma l’Ata- frontò fu particolare: anche per davanti a 45 mila
lanta riusciva a giocare (e vince-
re) a Lecce, per presentarsi al ri-
i tifosi più sfegatati, una partita
di calcio, in quel momento, non
spettatori fu una
torno di Valencia martedì 10 assumeva evidentemente lo “bomba virale”
marzo, quando erano trascorsi stesso significato.
venti giorni da San Siro: Berga-
mo visse quella partita in un Surreale
modo diverso. Da tutti i punti di L’Atalanta, prima del Mestalla,
vista: perché la trasferta era sta- era entrata in una sorta di bolla:
ta cancellata e ognuno poteva i giocatori si allenavano ed era-
affidarsi solo alla tv di casa, sa- no concentrati sulla Cham-
pions, isolati da ciò che succe-
deva all’esterno. Così si spiega lo
shock che parecchi di loro rac-
contarono una volta rientrati,
dopo avere vinto anche in terra
spagnola: sembrò loro di trovar-
si in un paese in guerra, assapo-
rando quell’angoscia che la città
aveva imparato a conoscere. Da
lì in avanti non si giocò più, per
mesi: anche i calciatori affron-
tarono il lockdown più duro, al-
lenandosi in casa, aspettando di
ricominciare. Oggi, un anno
dopo, le immagini del doppio
Valencia restano nella storia.
Quelle del colorato 4-1 milane-
se, di Hateboer che segna la
doppietta della vita, dell’ipote-
ca a una qualificazione che
sembrava tutto. E anche quelle,
in bianco e nero, di un Mestalla
desolatamente vuoto, prima
puntata di un calcio a porte
chiuse: l’Atalanta vinse anche
lì, 4-3, al termine di un lungo ti-
ra e molla che ebbe un padrone,
Ilicic, autore di un poker (nes-
suno ci era riuscito prima, in
trasferta, nell’eliminazione di-

retta di Champions).
Ieri e oggi
L’ipoteca Atalanta-Valencia fu il passe-
qui quarti partout per i sogni, che poi sva-
È il 19 febbraio nirono in una sera d’agosto, con
del 2020, i il Psg che bruciò l’illusione della
nerazzurri semifinale. Ma fu anche una
esultano allo partita che evoca ancora mo-
stadio Meazza menti d’angoscia. Contro il Re-
dopo aver al, 371 giorni dopo San Siro,
battuto 4-1 l’Atalanta proverà a regalarsi
il Valencia un’altra storia da raccontare,
GETTY stavolta legata solo al bello del
campo: c’è ancora un ottavo di
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT 21
ATALANTA 4 VALENCIA 3
VALENCIA 1 ATALANTA 4
(PRIMO TEMPO)R2-0 (PRIMO TEMPO)R1-2
MARCATORI: Hateboer (A) al 16’, MARCATORI: Ilicic (A) su rigore al 3’,
Ilicic (A) 42’ p.t.; Freuler (A) 13’, Gameiro (V) 21’, Ilicic (A) su rig. 42’ p.t.;
Hateboer (A) 17’, Cheryshev (V) 21’ s.t. Gameiro (V) 6’, Ferran Torres (V) 22’,
Ilicic (A) 27’ e 37’ s.t.
ATALANTA (3-4-1-2)
Gollini; Toloi, Caldara (dal 30’ s.t. VALENCIA (4-4-2)
Zapata), Palomino; Hateboer, De Roon, Cillesen; Wass, Diakhaby (dal 1’ s.t.
Freuler, Gosens; Pasalic (dal 46’ s.t. Guedes), Coquelin (dal 29’ s.t.
Tameze); Ilicic, Gomez (dal 36’ s.t. Cherysev), Gaya; Ferran Torres,
Malinovskyi). PANCHINA: Sportiello, Kondogbia, Parejo, Soler; Rodrigo (dal
Caldara, Tameze, Muriel, Czyborra, 34’ s.t. Florenzi), Gameiro.
Castagne PANCHINA: Kang.in Lee, Guillamon,
ALLENATORE: Gasperini Jaume, Sobrino.
ALLENATORE: Celades
VALENCIA (4-4-2)
Domenech; Wass, Diakhaby, Mangala, ATALANTA (3-4-1-2)
Gayà; Ferran Torres, Kondogbia, Sportiello; Djimsiti, Caldara, Palomino;
Parejo, Soler; Maxi Gomez (dal 28’ s.t. Hateboer, De Roon (dal 45’ p.t.
Gameiro), Guedes (dal 25’ s.t. Zapata), Freuler, Gosens; Pasalic (dal
Cheryshev). PANCHINA: Cillessen, 38’ s.t. Tameze); Ilicic, Gomez (dal 33’
Correja, Costa, Sobrino, Gutierrez. s.t. Malinovskyi). PANCHINA: Rossi,
ALLENATORE: Celades Czyborra, Castagna, Muriel.
ALLENATORE: Gasperini
ARBITRO: Oliver (Ing)
ARBITRO: Hategan (Rom)
Champions, c’è ancora una spa-
gnola, la più grande di tutte, pur
oggi con un vestito un po’ stro-
picciato. Stavolta l’andata si gio- Il mattatore
cherà a Bergamo e non a Mila- di Valencia
no, ma per il pubblico non è il Josip Ilicic
momento: il virus non appar- decide la gara di
tiene ancora al passato. In ogni ritorno: è il 10
caso, sarà solo una partita di marzo, qui
calcio, che l’Atalanta vuole con- esulta dopo il
segnare alla storia. suo quarto gol.
© RIPRODUZIONE RISERVATA A fianco il
cartello esposto
PARTITE E NOTIZIE SU
s TEMPO DI LETTURA 2’53” a fine partita per
Bergamo AP Gazzetta.it
22 LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2021 LA GAZZETTA D E L LO SP O RT

Speciale Champions/ I TIFOSI
Non è più Papu-mania
Adesso vanno a ruba
le maglie 72 di Ilicic
Gosens e Romero sul podio nello store dell’Atalanta
Boom per le mascherine e per la “copia“ del pullman
di Francesco Velluzzi
licic, Gosens e, sor-
I
p re n d e nte m e nte
Romero. Sul podio
delle maglie della
Dea più richieste nel
nuovo store di viale Papa Gio-
vanni e nelle vendite on line, ci
sono questi tre calciatori. Lo
sloveno, il tedesco e il duro ar-
gentino, Seguono De Roon,
Muriel, Zapata, il portiere Gol-
lini. E anche Hateboer, l’olan-
dese, il più bello tra i neraz-
zurri e quindi molto gettonato
dal pubblico femminile. Nel-
l’e-commerce con la Russia, la
maglia di Miranchuk ha il suo
perché. Il rapporto con il mer-
cato estero cresce, anche con
la Colombia. Ma è lo store ata-
lantino (si studia l’ipotesi di un
negozio allo stadio e in estate
ne viene aperto uno a Clusone,
ritiro della squadra) che va os-
servato: tanta gente. Difficile
che chi entra, poi esca senza
un sacchetto del club con
qualche gadget dentro.
In 3mila per Gomez
Ma per capire che certi amori
finiscono e che il personaggio
è già stato archiviato basta
chiedere: E la maglia del Pa-
pu? «Da quando è andato via
non ce l’hanno più chiesta»,
spiega uno dei ragazzi che ac-
colgono i clienti. Le maglie del
Papu sono andate tanto, si cal-
cola che ne siano state vendute
più di tremila in questi anni. E
la Dea vende circa 10mila ma-
glie l’anno. Il rapporto con il
partner tecnico spagnolo Jo-
ma, nato nel 2017, funziona
bene e infatti il contratto è sta-
to allungato fino al 2025. Con
Joma addosso la squadra di
Gian Piero Gasperini ha cen-
trato la Champions League.
Molte casacche vengono scelte
senza il nome del campione
Nuovi idoli
preferito, ma col proprio nome
e il proprio numero. Ai bimbi
appena nati il club della fami-
glia Percassi continua a man-
dare (moda adottata poi da al-
tre società) la maglietta neraz-
zurra per fidelizzare immedia-
tamente il nuovo arrivato nella
città di Bergamo e dintorni.
La riproduzione
Detto della maglia, primo e lo-
gico oggetto del desiderio, va
aggiunto il boom delle ma-
scherine: «Ne abbiamo ven-
dute più di 8mila». E il succes-
so della riproduzione del pull-
man della squadra. Molto ben
fatto, con le porte che si apro
no: «E’ stato un successo, ne
hanno acquistati più di mille. I
piccoli impazziscono letteral-
mente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
s
TEMPO DI LETTURA 1’50”
LUN E D Ì 2 2 F E B B R A I O 2 02 1 L A G A Z Z E T TA D ELLO S P O RT
Dea da indossare Nello store di viale Papa Giovanni a Bergamo MAGNI
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La partnership
con RadiciGroup
diventa un video
● Fare squadra, in campo
come al lavoro. È il filo
speciale che lega l’Atalanta e
RadiciGroup (chimica, fibre,
tecnopolimeri) , attualmente
“sponsor del cuore”, alleati
in una proficua partnership.
Ne è nato anche un
emozionante video di 1’25”
con alcuni nerazzurri, in cui
si mostra il parallelismo tra
le azioni quotidiane in
azienda e le attività tipiche
di una squadra di calcio.
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