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Didattica del gesto strumentale

relazione tra linguaggio e movimento


in didattica strumentale: il ruolo della lettura?
fino ad adesso…

• abbiamo parlato dell’importanza di numerosi processi


cognitivi multisensoriali nella lettura musicale.
• abbiamo parlato di processi mentali simili tra lettura del
pentagramma e lettura delle parole
• abbiamo detto che la lettura non và evitata, ma che và
sperimentata in tante diverse forme anche non
convenzionali a qualsiasi età
In queste prossime lezioni:

il gesto strumentale come esperienza percettiva e di


esplorazione di un oggetto che dev diventare “il nostro
prolungamento”

Musicista e strumento sono un sistema

La fretta di leggere la musica non deve prevaricare questa


fase di esplorazione e sostituirsi ad essa…
Solo improvvisare o imitare ad orecchio?
No!
Il cervello ha bisogno di codificare le informazioni con due
sistemi cognitivi per l’essere umano fondamentali per la
costruzione del pensiero:
linguaggio e vista
Linguaggio nello sviluppo del pensiero

Secondo Jean Piaget, biologo psicologo e


pedagogista svizzero e fondatore
dell’epistemiologia genetica, lo sviluppo del
linguaggio sarebbe conseguente a quello del
pensiero, cioè alla capacità rappresentazionale
che insorge durante lo sviluppo cognitivo della
prima infanzia.

SecondoVygotskij, psicologo e pedagogista


sovietico, padre della scuola storico-culturale, il
linguaggio si troverebbe in relazione dinamica con
il pensiero in quanto in grado di trasformarlo e
influenzarlo.
il linguaggio non ha solo funzione raffigurativo-denominativa

Teoria dei Giochi Linguistici, 1953


Wittgenstein: filosofo,
ingegnere e logico austriaco

✓ Il linguaggio è la raffigurazione logica del mondo.


✓ Non è esprimibile o pensabile nulla che non sia un fatto del mondo.

«Si pensa che l'apprendere il linguaggio consista nel denominare oggetti. E cioè: uomini,
forme, colori, dolori, stati d'animo, numeri, ecc. Come s'è detto, il denominare è simile
all'attaccare a una cosa un cartellino con un nome. Si può dire che questa è una
preparazione all'uso della parola. Ma a che cosa ci prepara?»
«con le nostre proposizioni noi facciamo le cose più diverse»
(L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, par. 26.)
La teoria motoria della percezione del linguaggio

Alvin Liberman,
psicologo americano

La teoria motoria della percezione del linguaggio (Mothor


Theory) di Liberman, negli anni ‘60
è stata un punto di riferimento anche per l’approccio alla
riabilitazione del disturbo afasico, visto come un’alterazione
del gesto.
Il rinforzo del segno grafico può supportare l’integrazione cross-
modale fono-gesto

Secondo Liberman una percezione tanto veloce di suoni, quale


è quella umana è permessa dal fatto che i gesti articolatori che
compongono i fonemi possono avere anche una durata più
lunga dei suoni stessi, in questo senso la percezione non si
basa sui foni ma sui gesti che compongono i foni. la percezione
non solo non è esclusivamente acustica, ma ha anche una forte
componente gestuale. Il rinforzo del segno grafico può
supportare questa integrazione cross-modale
La lettura delle note alle prime lezioni di strumento?

Fin’ora abbiamo detto che:


✓ è importante dare una connotazione visiva ai suoni
(rappresentazione multisensoriale), ma non è necessario usare fin da
subito la notazione musicale tradizionale

✓ non è quindi necessario che questa connotazione visiva sia il


pentagramma

✓ non è necessario imporre la lettura direttamente sullo strumento,


anche nel corso di lezioni indiviudali di strumento (principio
dell’equivalenza motoria).

✓ la scelta di svolgere attività propedeutiche alla pratica strumentale,


non dipende dall’età dei nostri allievi, ma dipende dal maturazione
delle capacità cognitive, di tipo motorio, di lettura, di capacità di
rappresentazione mentale del suono, dei nostri allievi.
Principio dell’equivalenza motoria

arriva un momento in cui si dovrà leggere al proprio


strumento: quando?
il mio punto di vista….

✓ sì alla letto/scrittura anche non convenzionale (età e aspetttive


dell’allievo) con materiali prodotti ad hoc, ma non lettura allo
strumento!

✓ per le prime lezioni, leggere cantando, utilizzando body


percussion e, (al massimo, utilizzando una mononota allo
strumento, in modo cretivo)

✓ gesto strumentale: apprendimento unimodale, per creare


l’affordance con lo strumento.

✓ uso dell’improvvisazione e dell’imitazione senza spartito


la lettura delle note alle prime
lezioni di strumento?

sì, qualcosa, e solo per pochi minuti!

manenendo assoluta precedenza a esercizi creativi volti


prima alla maturazione della relazione soggetto-oggetto
(allievo-strumento) per realizzare un’intenzione
comunicativa (rappresentazione interna del suono e sua
produzione e combinazione in elementi sonoro-musicali).
Siamo predisposti per apprendere gesti complessi:
la plasticità
Esapnsione di mappe corticali nei musicisti:
l’area cerebrale delle corteccie motorie e somatosensoriali dedicate
al 5 dito, sono più sviluppate a destra che a sinistra nei violinisti
esperti (Elbert etal., 1995)
Una didattica del gesto musicale

Abbiamo nel nostro cervello tutto il corredo


necessario all’apprendimento di gesti complessi,
ma dobbiamo seguire un percorso di
apprendimento per tappe (di cui il didatta esperto
si rende tutor….)
Neuroni a specchio
Moveo ergo Cogito
Negli anni ’90 i ricercatori dell’ équipe del prof. Rizzolatti, a Parma,
studiando l’area F5 della corteccia premotoria nei macachi, scoprono
l’esistenza di neuroni definiti “a specchio” , o neuroni
dell’intersoggettività!

si attivano:

• quando un individuo compie un'azione

• quando l'individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto

Si attivano indipendentemente dal canale attraverso cui percepiscono l’azione


giocano un ruolo importante nella comprensione del «che cosa» sta facendo
l’altro individuo

Successivamente questa classe di neuroni è stata individuata anche in


alcuni uccelli e nell‘uomo.
Sistema mirror nell’uomo

SISTEMI SPECCHIO A CONFRONTO

Macaco: Uomo:
• Lobo parietale inferiore • Giro frontale inferiore
• Giro frontale inferiore • Giro precentrale
• Parte anteroinferiore del lobo
parietale
• Corteccia premotoria
• Porzione posteriore area 44 di
Brodmann (all’interno dell’area di
Broca)
Corrispondenti aree nel cervello umano

F5 Area 44 (area di
Broca)

45 Area 45

Importanti nel linguaggio


Giacomo Rizzolatti: neuroscienziato
italiano che ha scoperto i neruoni a
specchio

Azione e Cognizione
«Il cervello che agisce è anche e innanzitutto
un cervello che comprende»
(So quel che fai … Rizzolatti e Sinigaglia, 2006)
«I Neuroni specchio saranno per la psicologia quello che il DNA è stato per la biologia»
Vilayanur S. Ramachandran

NEURONI SPECCHIO AUDIOVISIVI


Codificano l’azione finalizzata sia che essa venga
• Compiuta dal soggetto ( MOTRICITA’)
• Osservata dal soggetto ( VISTA)
• Sentita dal soggetto ( UDITO)
I neuroni a specchio uditivi

Stretta relazione tra immaginare e comprendere un suono e


l’attivazione del sistema imitativo

”… Quando percepiamo il rumore di una nocciolina che


viene schiacciata, attiviamo nel nostro cervello anche il
piano motorio necessario a schiacciare noi stessi la
nocciolina, come se l’unico modo in cui possiamo davvero
riconoscere quel suono sia simulare o imitare
internamente al nostro cervello l’azione che produce il
suono in questione”.
(Prof. Marco Iacoboni, Facoltà di Medicina dell’Università della California)
I neuroni a specchio supportano l’apprendimento per
imitiazione:
Può essere un metodo didattico utilizzare solo l’imitazione?
I neuroni a specchio uditivi

Buccino del gruppo di ricerca di Rizzolatti, di Parma


(2004)

L’osservazione di un cane che abbaia attiva


esclusivamente le aree visive, in quanto
l’uomo non ha il repertorio motorio
dell’abbaiare!

Mariella Pazzaglia e Luigi Pizzamiglio dell’Università di Roma (2008):


Pazienti aprassici, che non possono più
organizzare determinati gesti, non
riconoscono più il suono legato a quei gesti
Azione e Cognizione
«Il cervello che agisce è anche e innanzitutto
un cervello che comprende»
(So quel che fai … Rizzolatti e Sinigaglia, 2006)
“Comprendere” un suono, aiuta l’allievo a
organizzarsi per produrlo e a imitare l’insegnante!

cosa vuol dire comprendere un suono?


Cosa può aiutarci?

Saprelo descrivere (linguaggio)


Saperne costruire un’immagine simbolica (segno grafico)
Il movimento raccontato/mostrato dall’insegnante

il linguaggio del docente

L’attenzione alla propriocezione

il linguaggio dell’allievo

METACOGNIZIONE DEL GESTO passa attraverso


linguaggio e, per tornare automatico in fase di lettura,
deve essere associato ad un simbolo grafico!
Saper descrivere un rovescio a tennis non vuol dire
saper fare un rovescio a tennis

Equilibrio tra fare, imitare, descrivere e “percepire”


Pensare al movimento attiva aree motorie

L’immaginazione e il cervello

• Pensare un movimento significa attivare la corteccia


premotoria, eseguirlo significa attivare la corteccia motoria.
Vi sono perciò aree del cervello che predispongono il
movimento e aree che lo realizzano.

• Questo parallelismo tra immaginazione e azione vale anche


per la sensazione: il solo immaginare un oggetto, ad esempio
una rosa, porta all’attivazione delle aree della corteccia
visiva che vengono attivate quando quell’oggetto viene
effettivamente visto
La capacità di immaginare il gesto migliora
con il vocabolario motorio

Vocabolario Motorio
Danza classica e Capoeira
L’unica condizione è che l’azione faccia parte del VOCABOLARIO
MOTORIO dell’osservatore.
1. Ci sono differenze tra i sistemi specchio degli individui?
2. È un sistema plastico?
Prof. Daniel Glaser, Cognitive Neuroscientist at University College, London:
Il nostro vocabolario aumenta quando diventiamo osservatori
attenti di un fenomeno.

pare che gli eschimesi abbiano un numero


altissimo di parole per definire la neve: si dice
che abbiano 50 parole per descrivere la neve!

a seconda della sua consistenza e degli utilizzi che


ne possono derivare: c’è la neve che scende, la
neve che segna la fine della bella stagione, la neve
appena caduta, la neve soffice su cui si fa fatica a
camminare, i cumuli di neve morbida, la neve dura
e cristallina, quella che si è sciolta e poi ricongelata,
la neve su cui è piovuto sopra, la neve farinosa, la
neve trasportata dal vento, la neve con cui il vento
copre gli oggetti, la neve dura che cede sotto il
peso dei passi, la neve fusa per essere bevuta, la
neve ammucchiata e la neve più adatta a costruire
gli igloo.
L’importanza del linguaggio

fa parte di un’ approccio didattico che può trarre spunto di


riflessione, dall’approccio clinico in riabilitazione
neurocognitiva:
es. Eserizio Terapeutico Conoscitivo
ETC
Confronto Tra Azioni

(Carlo Perfetti)

Teoria di riferimento dell’ETC è la teoria


cognitiva: la qualità del recupero, sia
spontaneo che guidato dagli esercizi
terapeutici, dipende dai processi cognitivi
che vengono coinvolti e dalla loro relazione
Una lesione (o un problema al sistema nervoso) può determinare un problema
motorio, sensoriale, cognitivo.

es. motorio:non riesco a muovere una parte del corpo


sensoriale: non riesco a sentire una parte del corpo
cognitivo: non riesco a rappresentare il risultato della mia azione (problemi a
memoria, linguaggio, attenzione ecc…)

In didattica della musica: l’allievo non ha deficit, ma


immaturità di struttura neurali in formazione (si formano
collegamenti tutta la vita….per apprendere cose nuove)
ETC
Perchè il paragone tra
didattica musicale e
neuroriabilitazione?

Come didatta, esattamente come fanno i riabilitatori


neurocognitivi, devo dotarmi di strumenti per valutare i tre
aspetti (motorio, sensoriale, cognitivo) che possono
essere coinvolti in maniera variabile.
Valuto per strutturare esercizi significativi per
l’apprendimento. Anche in condizioni patologiche, in
neuroriabilitazione, i terapisti parlano di recupero in
termini di ri-apprendimento.
Insegnare il gesto musicale

La premessa è che devo essere in grado di comprendere il


concetto di “azione”, che incorpora sempre il concetto di
“scopo”.
Devo differenziare il fenomeno osservato dai processi che lo
rendono possibile.

Per questo parleremo oggi di


Proprietà emergenti dei sistemi funzionali
L’azione.
L’azione

La flessione di un dito è un movimento

Raggiungere un tasto o una corda con il dito


è un atto motorio

Suonare è un’azione!

Suonare è una serie di movimenti, combinati ad una serie di atti motori,


scelti sulla base di un’ intenzione sonora e comunicativa. L’azione è il
raggiungimento di questo scopo: comunicare con il suono
Il docente osserva l’azione dell’allievo, per guidarlo e
propone nuove modalità di azione in relazione a:
• facilitare la percorribilità dello stumento
• scegliere un gesto “adeguato” a produrre un certo
suono

Osservazione guidata dell’azione:


La facciamo tramite due elementi principali tra i sistemi
funzionali:
1. la postura (sia posizione eretta, seduta ecc…)
2. la presa/manipolazione
I sistemi funzionali del movimento
Cos’è un sistema?

Definizione di sistema

Insieme organizzato il cui comportamento non


è riducibile a quello delle singole parti che lo
compongono, ma è invece caratterizzato dai
processi che mettono in relazione fra loro le
componenti stesse
Proprietà emergente vs risultante
I sistemi sono caratterizzati da due proprietà:

La proprietà emergente vs proprietà risultante

Se smontiamo un orologio nelle singole parti:


• la proprietà risultante è il peso, (il peso non cambia
distibuiendo le parti in modo diverso);
• la proprietà emergente non è delle singole parti, ma
dalla relazione tra esse (es indicare l’ora…)
L’azione musicale nasce dal sistema “musicista e strumento”
in relazione.
La musica è la proprietà emergente di questo sistema.
Non esiste una proprietà risultante, in musica!
La risultante è la somma di due cose, l’emergente ne è il
prodotto….
Cos’è una funzione?

Funzione (attività)
• di un particolare tessuto o organo

es.
secrezione della bile = funzione del fegato
percezione della luce = funzione della retina

• di un particolare processo che comprende


diverse componenti

es.
funzione digestiva, respiratoria, motoria
la funzione musicale:
capacità del cervello di produrre musica!
è data dalla compartecipazione di tante funzioni cognitive
complesse
percezione/attenzione

linguaggio
esperienza
MUSICALE memoria

controllo motorio

emozione

Effetti sulla Plasticità neurale


Sistema funzionale

Insieme di determinate manifestazioni


fisiologiche centro-periferiche connesse
con l’adempimento di una determinata
funzione

P.K. Anochin 1968


Biologia e neurofisiologia del riflesso condizionato
Luria….

“.....i sistemi funzionali complessi non si


possono localizzare in zone limitate del cervello
o in gruppi cellulari isolati, ma devono essere
organizzate in sistemi di zone che lavorano in
sincronia, ognuna delle quali svolge il proprio
ruolo e che si possono localizzare in aree
completamente differenti e spesso molto distanti
tra loro. “
1973
Uomo sistema di sistemi

La complessità di un sistema biologico non


è deducibile dalla somma di singole
componenti. Ciò che caratterizza il vivente
non sono le proprietà risultanti come
somma di elementi ma le proprietà
emergenti dall’organizzazione del sistema
Stephen M. Kosslyn Cervello Alto e Cervello Basso, Bollati e Boringhieri
2015
Il cervello multisensoriale
Il cervello è suddiviso in molte aree specializzate che non lavorano da sole!

Tutte le aree e le reti neurali concorrono nella interpretazione delle informazioni


e nella programmazione e produzione delle risposte.
la musica: un fenomeno percettivo multisensoriale

L’elaborazione della musica è distribuita in tutto il cervello.


Ippocampo
Corteccia somatosensoriale Memoria per le
Corteccia motoria Feedback tattile esperienze musicali
programma i
movimenti

Corteccia prefrontale
Aspettative e Corteccia visiva
programmazione della Leggere la musica,
risposta guardare i musicisti,
immaginare lo
spartito
Corteccia uditiva
percezione e
prima analisi dei
suoni
Amigdala Cervelletto
Nucleus accumbens Emozioni suscitate dalla Movimenti come battere
Reazioni emozionali alla musica il piede, ballare.
musica
il cervello semplifica integrando

Di fronte alla complessità il cervello non può adottare


soluzioni troppo semplici, né troppo sofisticate
ma organizza processi di semplificazione, integrando le
molteplici informazioni fornite dai sensi e sceglie in funzione
dello scopo
musica per educare

funzionamento didattica
cognitivo musicale
multisensoriale multisensoriale

Musica come unico percetto


movimento
elaborazione visiva

percezione, attenzione e
memoria

emozione e motivazione
linguaggio
Torinamo allo studio dei sistemi fuznionali del movimento…
uno dei tanti sistemi complessi e importanti nel fare musica!
Funzione motoria

Sistema funzionale della deambulazione

Sistema funzionale della presa-


manipolazione
Chiarimenti terminologici

Movimento, gesto, atto motorio, azione, ...

Es.
Cinesiologia
Neuropsicologia
Neuroscienze motorie
Cinesiologia
studio del movimento umano
Kinesis = movimento
Logos = studio

analisi dei “gesti”


Gesto = atto motorio che implica uno
spostamento nello spazio di singoli segmenti di
tutto il corpo
Boccardi 1992
Suddivisi per varie esigenze di classificazione

Obiettivi: locomozione, manipolazione, …..

Segmenti impegnati: AAII, tronco, AASS,…..

Forze agenti: muscoli, gravità, inerzia, …..


Neuropsicologia
studio delle basi neurali dei processi cognitivi

Gesto = produzione di un movimento di tipo comunicativo o


finalizzato all’uso di oggetti
Della Sala, Beschin 2006

Suddivisi per varie esigenze di classificazione

2 categorie:
1. familiari
2. sconosciuti
familiari

1. transitivi

2. Intransitivi simbolici

A) arbitrari

B) iconici

3. descrittivi
sconosciuti
Abbiamo già parlato di movimento, atto motorio e azione:

Neuroscienze
Studio del sistema nervoso
Movimento = attivazione di un limitato distretto muscolare
che produce lo spostamento nello spazio
di una o più articolazioni (es. estensione del
gomito)

Atto motorio = risultato di più movimenti contraddistinti da


uno scopo (es. raggiungere un oggetto)

Azione = sequenza programmata di atti motori con uno


scopo generale (es. scrivere per ……..)
processo attivato dal Sistema che agisce in un
determinato ambiente per determinati scopi
L. Mandolesi – Neuroscienze dell’attività motoria – Springer 2012
Esempio di azione
Immaginate di bere un caffè….
Cosa succede?

1. desiderio di bere caffè


2. ordinate il caffè (linguaggio)
3. vi viene servitò il caffè: guardate la tazzina per identificarla come oggetto
(vista ventrale)
4. localizzate la tazzina (vista…coordinate spaziali vista dorsale)
5. Portate la mano nei pressi della tazzina per raggiungerla (contrazioni
muscolari che riguardano tutto il corpo)
6. affordance e grasping….(ne parleremo dopo): prefigurate la mano in
funzione delle carattersitche della tazza e dell’uso che ne volete fare….
7. Contatto con l’oggetto: subentrano informazioni tattili e termiche
8. Bevete (movimenti coordinati di spalla, gomito, avambraccio, polso, mano,
dita ecc…ne parleremo nelle slides sulla frammentazione del gesto)
9. Si aggiungono informazioni olfattive e gustative: nel caso del suonare
saranno uditive!
Tutto questo implica sempre, in ogni passaggio:
memoria e attenzione a diversi livelli e intensità!

intenzione

guardare Identificare (forma, manico, .....)


localizzare coordinate spaziali
distanza - direzione
raggiungere contrazioni muscolari

orientamento
prendere prefigurare mano approccio
presa

afferenze somestesiche: tattili, termiche


sensazioni olfattive-gustative

memoria - attenzione previsione conseguenze


aggiustamenti posturali
Aggiustamenti posturali cche rendono possibile l’azione.
Alcuni di questi sono ANTICIPATORI. “mi preparo a….”

Il docente lavora sull’anticipazione, sul “mi preparo a”, non


solo sulla correzione del gesto una volta che l’allievo lo ha
compiuto!!
Cos’è un affordance?(Invito all'uso)

L'aspetto fisico di un oggetto permette all'utilizzatore di dedurne le


funzionalità o i meccanismi di funzionamento ma….

James Gibson, 1979


L’affordance è una propretà emergente!
Non sta nell’oggetto, non sta nel soggetto, ma nasce nella
relazione tra i due.
(Gibson 1979)

devo avere una rappresentazione interna dello scopo dell’azione

oppure
Più alta è l'affordance, più sarà automatico ed
intuitivo l'utilizzo di un dispositivo o di uno
strumento.

Ad esempio, l'aspetto di una maniglia dovrebbe far


intuire al meglio e automaticamente come la porta vada
aperta: se tirata, spinta, o fatta scorrere
Immaginare affordance conosciute aiuta a organizzare
il rapporto fisico da instaurare con lo strumento
musicale nuovo

rapporto fisico=intendo propretà emergente


Scelta dei materiali e delle esperienze: esempio

metafora e descrizione

materiali e esperienze adeguate


bicordi DO5
scale fino alla 5
brani sulle 5 note
lettura voce/body percussion,
poi strumenti propedeutici
non mostrare lo spartito intero
Il suono può influenzare l’affordance
(per un meccanismo crossmodale implicito)

PERCEZIONE MULTISENSORIALE
Il suono può influenzare l’affordance
(per un meccanismo crossmodale implicito)

esempio: lavori di Grasping

Per afferrare, approcciate l’oggetto analizzando le


caratteristiche visive e recuperando in memoria le vostre
conoscenze sull’oggetto: programmate quindi lo
spostamento della mano e la conformazione delle dita in
modo congruente all’aspettiva sulle caratteristivche
dell’oggetto (es. peso, grandezza)
I giudizi e le ipotesi di grandezza e peso, tendono ad
essere condizionati da stimoli crossmodali.

Es
1. il profumo di una fragola mentre afferro l’arancia (Tubaldi, 2008).
2.oggetti verdi vengono giudicati più piccoli degli oggetti rossi (Warden e
Flynn 1926)
L’ascolto di suoni gravi o acuti modula la presa dell’oggetto!
Le caratteristiche di un suono influenzano le affordances

Rinaldi, L., Lega, C., Cattaneo, Z., Girelli, L., & Bernardi, N. F. (2016). Grasping the sound:
Auditory pitch influences size processing in motor planning. Journal of Experimental
Psychology: Human Perception and Performance, 42(1), 11.
Lavorare sulla rappresentazione del suono nella mente del nostro
allievo, prima di provare a produrre un suono sullo strumento!

Come?

Con il linguaggio, con il disegno, con le metafore…


Lo sfrozo cognitivo richiesto dalla lettura porta rigidità
errori posturali: suonando uno strumento questo aspetto
assume grande rilevanza!

all’inizio è necessaria una costante attenzione volontaria:


alla postura e alla lettura: doppio compito

lavorare sull’improvvisazione senza leggere e con


immagini mentali! togliere il visivo!
lavorare sull’improvvisazione senza leggere e con
immagini mentali! togliere il visivo!

Contrastare la tendenza ad associazione degli stimoli:


l’estinzione della risposta condizionata richiede sforzo e
ripetizione!
Non dobbiamo innescare la memoria associativa.
Il fisiologo russo Ivan Pavlov mostrò negli anni ’70 che
due eventi possono essere associati in memoria e legati
a seguito di contiua presentazione combinata
Contrastare la tendenza ad associazione degli stimoli:
l’estinzione della risposta condizionata richiede sforzo e
ripetizione!

Chiuque abbia fatto fisioterapia correttiva per una postura


scorretta sa quanto sia difficile dimenticare le vecchie
abitudini!
lettura vs improvvisazione
presentare note su pentagramma ha dei vantaggi
sull’apprendimento, ma inibisce lo sviluppo del
gesto naturale

i bambini e i
genitori hanno
delle aspettive
sulla
performance, ma
non brucaimo le
tappe!
Sfruttiamo al meglio il periodo in cui i bambini sono
ancora tabula rasa nel loro approccio motorio allo
sturmento e nella loro relazione con le note scritte!

Programmare i movimenti senza che ce ne siano altri


reclutati inefficacemente
“Oblio: una spugna che non si trova mai quando se ne ha
bisogno.”
L’azione è resa possibile anche dalla capacità di

PREVISIONE DELLE CONSEGUENZE e dei RISULTATI

La previsione è un programma parallelo che il


cervello effettua e organizza e che usa sia per
realizzare la propria intenzione che per verificare
che il risultato

Previsione= Rappresentazione uditiva


Come insegnanti, non osserviamo solo l’atto del bere il caffè
(fenomeno), ma analizziamo tutte le componenti dell’azione in
relazione tra loro

OSSERVIAMO IL SISTEMA
Come didatta, non faccio attenzione solo al fatto che lo scopo sia
raggiunto “suona correttamente”, ma a tutti i passaggi precedenti qui
illustrati, perchè ad ogni livello può sussistere un problema.
es. c’è un problema di intenzione? Non ho una immagine uditiva del
suono che voglio produrre? C’è un problema di coordinazione
motoria?
C’è un problema di scorretta lettura dello stimolo grafico? ecc…

intenzione

Insegnare: Far MATURARE guardare Identificare (forma, manico, .....)


localizzare coordinate spaziali

tutte le componenti del raggiungere contrazioni muscolari


distanza - direzione

sistma che rende possibile orientamento


prendere prefigurare mano approccio
l’azione! presa

afferenze somestesiche: tattili, termiche


sensazioni olfattive-gustative

memoria - attenzione previsione conseguenze


aggiustamenti posturali
Il linguaggio nella relazione didattica

Il linguaggio per osservare

La modalità linguistica è una delle modalità con cui si


osserva l’allievo.

Viene esplicitata attraverso il dialogo

Il dialogo ha due scopi:

1. raccogliere dati soggettivi


2. instaurare una relazione pedagogica
Esame dei dati soggettivi:
es.
Cosa percepisce l’allievo del suo corpo in movimento?
Come immagina e descrive il suono che vuole produrre?

L’intervista semistrutturata è tasversale a tutta la condatta


pedagogica ogni lezione

F.Benedetti – Il cervello del paziente – Fioriti ed. 2012

Allievo – fiducia, speranza, aspettativa e anticipazione della riduzione di un sintomo


Insegante – empatia, comprensione, condivisione
Il dialogo didattico modifica
la struttura neurofunzionale dell’allievo

L’insegnante

attraverso la comunicazione verbale e non verbale (parole, rituali, simboli,


significati) agisce sulla mente dell’allievo attivando o inibendo sinapsi,
alterando la quantità di neurotrasmettitori in specifiche aree del cervello,
inducendo cambiamenti nell’attività neurale che si ripercuotono sulle
funzioni psicologiche e corporee.
Il dialogo per educare o ri-educare
mediante l’analisi dell'esperienza cosciente narrata
dall’allievo (aspetto fenomenologico) e dell’esame
oggettivo (aspetto fenomenico)

Implicazioni didattiche

Competenza comunicativa

1. Analisi in 1^ persona –l’allievo racconta l’esperienza cosciente (es. il


vissuto di ciò che accade “…mentre suono ho male qui…oppure “non
controllo il dito…”)

2. Analisi in 3^ persona – l’insegnante effettua un esame oggettivo


es.analisi del fenomeno (“mette male la mano”)

3. Mediazione in 2^ persona – l’insegnante favorisce l’accesso


all’esperienza, guida per rendere comunicabile e condivisibile il vissuto
MEDIAZIONE

1. Raccolta delle descrizioni



2. Relazione tra analisi in 3^ e 1^ persona

1. Raccolta delle descrizioni

Interazione verbale: caratteristiche

•Identificare il tema

•Domande semplici, rilevanti per il tema

•Evitare domande che contengano già la risposta o la suggeriscano

•Evitare domande che obblighino ad una scelta tra due alternative



•Evitare di fornire elementi di interpretazione

•Evitare di interferire e alterare i contenuti

•Attenzione agli aspetti non verbali (pause, silenzi, toni, stupore,
perplessità, ...)
Linguaggio come strumento per insegnare

Direttivo = provocare (o distogliere da) un'azione,


comandare, richiedere

Istruttivo = comunicare informazioni, affermando o


negando

Cognitivo = guidare i processi di conoscenza, facilitare


o rendere complesso
per quanto detto fin’ora, in didattica

il dialogo è una delle forme di osservazione

“L’osservato dipende dalla cultura


dell’osservatore” C. Perfetti
L’insegnante: osservatore competente!
La “lettura” di questo quadro, dipende dalla tua teoria di
riferimento a riguardo….
senza esperienza di pittura i termini possono essere mi
piace/ non mi piace
Se ti interessi di arte contemporanea vai oltre gli aspetti visivi
e il valore passa atraverso la storicizzazione del dipinto
(autore, perchè lo ha realizzato, quando…
“L’osservato dipende dalla cultura
dell’osservatore”
C.Perfetti
Approfondire le caratteristiche
della neurocognzione umana,
per il didatta equivale a
approfondire la qualità della sua
osservazione dell’allievo: se non
ho saperi, vedo meno cose!
Vedo ciò che so!
Mahoning (1956), Franz Kline (1910-1962)
Osservare non è sinonimo di guardare!

TIPI DI OSSERVAZIONE: fenomeno vs strategia

SISTEMICA
CLASSICA
Descrive le relazioni tra
Descrive il i diversi elementi (copresa
comportamento del la relazione soggetto-
bambino dal punto di ambiente)
vista di ciò che non è considerando i processi
ancora cognitivi e percettivi
in grado di fare che vengono
coinvolti
COSA OSSERVARE
•FENOMENO = tutto ciò che è fisicamente visibile

•STRATEGIA = capacità di organizzare le varie componenti del sistema

COME OSSERVARE

•Saper interpretare, selezionare le relazioni tra gli elementi del sistema

•Identificare gli elementi chiave per comprendere le strategie

•Interrogarsi sul perché di ciò che accade

DARE SIGNIFICATO EDUCATIVO A CIO‘CHE SI OSSERVA


COMPETENZA OSSERVATIVA
Modalità di osservazione:

Visivo – guardare (fenomeno)


interpretare (relazioni)

Manuale – caratteristiche del contatto


e informazioni derivanti

Linguistico – linguaggio dell’operatore (valore direttivo,


istruttivo, cognitivo)
- linguaggio del bambino (cosa e come esprime)

Emotivo-relazionale – simpatia, empatia


un esempio: osservare una mano!
La mano
specchio del cervello
Movimento delle dita (aspetti tecnici e di manipolazione)

La mano che agisce


Può dirigersi verso il mondo esterno e i suoi oggetti
con lo scopo di modificarne la conformazione, la
posizione o i rapporti tra loro (azioni di tipo transitivo)
Il gesto allo strumento per produrre un suono espressivo

La mano che esprime


Può dirigersi con i suoi movimenti verso altri
esseri viventi per esprimere sensazioni, emozioni,
comandi. (agire di tipo comunicativo)
La mano che percorre lo strumento “trovando il suono” nello
spazio (pensiamo alla corda del violino)

La mano che conosce


Può fare ricorso al suo movimento per conoscere
gli oggetti, non solo, ma anche il proprio corpo e il
corpo degli altri (costruzione di informazioni)
La mano che organizza un gesto in relazione ai segni
(staccati, legature, ampiezza dei salti…) ma anche la mano
che informa le orecchie del suono di ogni parte dello
strumento

la mano che interpreta

Quali sono le informazioni di cui la mano


consente la costruzione ?

È possibile individuare all’interno della motricità


della mano un certo numero di meccanismi che
possono essere definiti “meccanismi informativi
di base”
es. Suonare senza guardare le proprie mani

1. Esplorazione avvolgente

La percezione somestesica della mano può, a


differenza ad esempio della vista, estendere le
capacità percettive anche “dietro l’angolo” (nascoste)
Posso allargare le dita e le braccia per raggiungere una
porzione più ampia di spazio: la mano esplora lo spazio peri-
personale, porta davanti a noi ciò che non è realmente vicino
la mano si prolunga nell’oggetto (es. bacchetta,
archetto…)

2. Variazione dell’estensione della superficie


esplorante

Consente vantaggi dal punto di vista meccanico


e attentivo
articolazione fine delle dita: movimenti sempre nuovi,
combinatori

3. Il frazionamento

che deriva dalle relazioni che possono essere instaurate tra una
serie di elementi relativamente indipendenti, che si combinano
tra loro in modo variabile. Le dita della mano sono in grado di
modificare il rapporto tra di loro in maniera innovativa anche di
fronte allo stesso oggetto e allo stesso compito
il palmo della mano può modificare la presa, la felssione
delle dita, cambiando la capacità di movimento e anche
di percezione

4. L’importanza del palmo della mano

Può essere in grado di svolgere sia un lavoro


comune nei confronti di tutte le dita, sia un
lavoro differenziato, svolgendo un ruolo
importante dal punto di vista percettivo
5. La modificabilità del polpastrello

La forma di cono gli concede la possibilità di essere facilmente


modificato da qualsiasi tipo di pressione (entità e direzione).
La cute è particolarmente ricca di recettori e terminazioni
nervose specifiche per definire caratteristiche e consistenza
degli oggetti
braccio, spalle, gomito, polso, tronco….pensate a quanti
elementi si possono descrivere
Non solo: respirazione, fasci musolari addominali dorsali e intercostali che regolano la
respirazione (canto e strumenti a fiato…) per sostegno e appoggio

6. Arto superiore (corpo) integrale informativo

La corretta motilità della mano richiede la collaborazione


di spalla, gomito e polso, organizzati specificamente nei
confronti dei meccanismi sopra citati
Anche il gesto strumentale deve passare attraverso la libera scoperta: la lettura
della musica non può inibire questa parte esplorativa importantissima

Impariamo a osservare
e modulare il gesto dell’allievo con:
tatto, metafore linguistiche, intervista
semistrutturata, esperienze strumentali
non mediate dallo spartito

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