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CHE COS’ E’ LA LEADERSHIP NELLA CHIESA?

Un leader influenza il popolo in modo da fargli compiere la volontà di Dio. La vera leadership ha a
che fare con l’ influenza, non con la posizione.
Quando invece di lottare per diventare leader, ti impegni a valorizzare le persone intorno a te, allora
verrai considerato il loro leader.
I leader nel mondo derivano la loro autorità dalla posizione o dalla personalità, ma noi siamo
chiamati ad impostare un modello diverso
Ogni autorità per guidare viene da Dio.
Lc 7:1-10 Il centurione riconosce le autorità su di lui.
Dio ha stabilito delle autorità istituzionali: il governo civile (Rom 13:1-7 1 Pt 2:13-17) la famiglia
(Es 20:12 Ef 5:22-23 6:14) la chiesa (Eb 13:17)
Gesù è un modello di sottomissione al Padre nel suo ministero. (Gv 8:28-29)
I migliori leader sono anche buoni seguaci.
Essi seguono il loro Signore, non guidano in piena autonomia. Si rendono conto della responsabilità
che hanno, e quindi cercano la guida di Dio. Invece di affidarsi alla propria posizione, personalità,
potere, autorità; guardano a Dio che è la fonte di ogni autorità.
Un leader deve essere un umile servo.
Un leader è in primo luogo un servo. Nulla è più micidiale per lui dell’ orgoglio, che crea delle
barriere tra lui e i suoi seguaci, ed è tra le cose che Dio odia (Pr. 6:16-17)
Il leader non è colui che “regna” come un dittatore, ma colui che serve. (Fil 2:1-8)
Molti usano l’ arma dell’ intimidazione o del senso di superiorità per sottomettere, questo non è una
leader conforme ai principi biblici. (Mt 20:20-28 Gv 13:1-16 1 Pt 5:1-7)
Alcuni leader sono umili agli inizi, ma poi con l’arrivo dei successi si inorgogliscono.
Paolo più sviluppava il ministero più umile diventava.
All’ inizio si definì “il minimo tra gli apostoli” (1 Cor 15:9) in seguito “il minimo di tutti i santi”
(Ef 3:8) alla fine “il primo tra i peccatori” (1 Tim 1:15)
La leadership cristiana deve essere sviluppata con riflessione ed esercizio
La pratica della leadership cristiana va acquisita, perché va contro le nostre inclinazioni innate al
peccato.
Differenza di leadership naturale come è intesa nella società e quella cristiana.:
Leadership del mondo:
 Fiducia in se stessi
 Comprende l’ uomo
 Decisioni autonome
 Ambizioso
 Sviluppa metodi propri
 Gode nel dare ordini agli altri
 E’ motivato da considerazioni personali
 Indipendente
Leadership cristiana:
 Fiducia in Dio
 Comprende Dio e l’ uomo
 Servo
 Cerca e segue i modelli di Dio
 Si diletta nell’ obbedire a Dio
 E’ motivato dall’ amore per Dio e per l’ uomo
 Dipende da Dio
La Bibbia descrive diversi stili di leadership
Nessun leader è identico ad un altro. Vari tipi di personalità e varie circostanze aggiungono
diversità agli stili di leadership.
Giosuè si pose in modo diverso nella sua leadership da Mosè, Davide.
Uno stile di leadership non è migliore di un altro, ma in particolari occasioni può essere più utile
uno stile piuttosto che un altro.
Se devi istruire hai bisogno di un leader portato all’ insegnamento non di un evangelista, se devi
curare mandi uno con lo stile pastorale, non certo profetico.
Diversi tipi di chiamata, sfere d’interesse, funzioni.
Apostolo – la visione - pioniere
Profeta – il peccato – predicare
Evangelista – la salvezza – raggiungere quelli di fuori
Pastore – curare – aiutare quelli di dentro
Insegnante – la verità – istruire.
Nell’ A.T. i sacerdoti svolgevano il servizio per il popolo.
Nel N.T. ogni credente è sacerdote e quindi tutti dobbiamo esercitare un ministero (servizio)
Un vero leader è un agevolatore: equipaggia, coinvolge, forma altri per l’ opera del ministero.Il suo
atteggiamento dovrebbe essere: “è meglio mettere 10 uomini all’ opera, che fare il lavoro di 10
uomini”.

IL PROFILO DI UN LEADER

Deve mantenere un carattere che imita quello di Cristo.


Il ministero scaturisce dal carattere. La vittoria privata, precede quella pubblica.
Se il leader non è modellato all’ immagine di Cristo, è improbabile che altri vengano modellati per
suo mezzo.
La somiglianza a Cristo nasce dalla comprensione dell’ amore di Dio per noi e dal fatto che
abbiamo bisogno che lavori nelle nostre vite.
Il ministero sarà il risultato della grazia di Dio nella nostra vita. Nessuna altra motivazione verrà
onorata da Dio o sarà capace di farci resistere nei momenti di difficoltà.
La consapevolezza della grazia di Dio nelle nostre vite è ottenuta e mantenuta dalla meditazione
della Parola, dalla fede nelle sue promesse, dalla preghiera e dall’ adorazione.
Attraverso la comunione quotidiana con Dio focalizza le promesse e la visione che Dio ti ha dato
per il tuo ministero, e riconosci la tua dipendenza da Lui. Adoralo per ciò che ha già fatto nella tua
vita.
Deve lavorare bene con un team.
Un leader deve sempre lavorare con altri membri, mai da solo.
E’ lavorando in gruppo che il carattere viene fuori ed è modellato.
Inoltre se un ministro non riesce a lavorare con un gruppo, come può pretendere di guidare una
chiesa.
Lo Spirito Santo chiamo un team missionario: Paolo e Barnaba, e anche quando si divisero, ognuno
continuo a lavorare in gruppo.(At 13:2 15:36-41) Paolo rifiutò di andare dove aveva una porta
aperta, perché era solo. (2 Cor 2:12-13)
Un team è un gruppo di persone unito da un comune obbiettivo.
Con doni diversi, ma in un clima di comunicazione costruttiva, rispetto, incoraggiamento, lealtà
reciproca.
I membri del team non sono dipendenti del leader, ma collaboratori.
Costruire un team richiede tempo e fatica.
Deve sviluppare i doni e le capacità di altri.
Non costruire il tuo ministero sulla base della tua persona e del tuo lavoro. Dio ci chiama a
discepolare ed addestrare altri. (2 Tim 2:2)
Il compito di un leader è di aiutare altri ad identificare i loro doni perché siano efficaci nel
ministero.
Il leader deve essere un addestratore attraverso l’ esempio della sua vita, ma anche coinvolgendo nel
suo ministero i discepoli (nelle visite, visione, evangelizzazione, ecc…)
Deve sapere delegare le responsabilità.
Deve delegare, perché così facendo viene svolto molto più lavoro.
Delegare per coinvolger e dare un senso di appartenenza.
Può anche delegare responsabilità in quelle sfere di ministero dove lui è debole e altri hanno doni
maggiori.
Quando delega deve accertarsi che la persona coinvolta ha le risorse necessarie per completare il
compito.
Inoltre deve evitare di sovraccaricare le persone.
Deve stabilire delle mete, pianificare e lavorare in vista di obbiettivi specifici.
Deve stabilire mete, cercando Dio in preghiera e consultare il suo team.
I suoi piani devono essere possibili, realistici e flessibili.
Cioè deve saper modificare le priorità per meglio soddisfare le varie fasi di nascita e crescita della
chiesa.(Lc 14:28-33)
Deve formulare la sua visione in modo da ispirare gli altri.
Un leader è una persona con una visione, ma deve imparare a comunicarla nel miglior modo
possibile per coinvolgere altri.
Deve essere tenace e saper superare eventuali battute d’ arresto.
I problemi sono inevitabili. Il leader deve essere disposto a lavorare sodo e a lungo, senza mai
arrendersi.
Le sfide saranno “opportunità”, non problemi.
Un buon leader porrà un buon fondamento in anticipo, in modo che i problemi saranno più facili da
risolvere. Affronta i problemi quando sono ancora piccoli, e sotto controllo.
Anche in tempi difficili rimarrà un leader, non una vittima.
Differenza tra l’ essere leader ed il sentirsi vittima:
La vittima: dice “Non c’è nulla da fare, si focalizza sui problemi, vive nel passato, è pessimista,
aspetta che gli altri si muovano.
Il leader: dice “consideriamo le alternative”, si focalizza sulle possibilità, vive per il futuro,
ottimista, prende l’ iniziativa.
Deve guidare nell’ evangelizzazione.
Il cuore di Gesù batteva per le masse che avevano bisogno di salvezza.
Paolo invita Timoteo, a compiere l’ opera di evangelista, anche se quello non era il suo dono.
(2 Tim 4:5)
Sia l’ evangelizzazione, che l’ addestramento sono attività fondamentali della chiesa.
Il ministro deve coinvolgere i nuovi leader, è importante inoltre lavorare sempre con una persona ,
che imparerà da te.
Il modello di Gesù
Gesù non focalizzò la sua attenzione sulle moltitudini, ma passo 3 anni ad addestrare il suo gruppo,
perché loro sarebbero arrivati alle masse, in seguito.
Vissero insieme, riposarono,lavorarono, mangiavano, viaggiavano. Nel fare questo mise in pratica
le sue idee davanti ai loro occhi. Lo vedevano interagire con le persone, rispondere ai loro bisogni,
guarire, predicare.
I suoi erano uomini normali, non grandi uomini da cui aspettarsi grandi cose, nessuno di loro aveva
un carisma tipico dei grandi leader. Tutto sembrava giocare a loro sfavore.
Ma la qualifica principale era che erano stati con Lui.
Gesù non si adoperò per costruirsi una reputazione, volle piuttosto rendere capaci altri.
Non cercò la collaborazione di religiosi influenti per la sua causa.
I suoi standard erano alti, chiedeva ai suoi tutto o niente. (Mt 10:37-39)
Era per la trasformazione interna, più che per la rigida osservanza di regole.
Era contro “il troppo lavoro”, che distoglie dalle cose veramente importanti.(Lc 10:38-42)
Era sempre pronto ad affrontare le interruzioni (come i bambini, o quando mentre predicava
scoperchiarono un tetto).
Viene ricordato per le sue guarigioni, liberazioni, insegnamenti, ma poco come leader; proprio
perché ci portiamo dietro un idea sbagliata del concetto di leadership.
Amava vedere la fede nelle persone. I suoi spesso non capivano ciò che insegnava.
Gli furono fedeli quando era famoso, ma lo abbandonarono nel momento cruciale.
Di fronte alla sua scomparsa, essi furono sorpresi e delusi, non erano pronti ad essere lasciati.
Il mondo aveva rifiutato Gesù, il loro leader, ed era ben lontano dall’ essere trasformato.
Lui però l’ incaricò di portare a termine l’ opera che aveva iniziato. Lui li aveva preparati e, a
condizione che mettessero in pratica ciò che avevano imparato da Lui, avrebbero avuto un impatto
simile al Suo e anche maggiore.
Essi andarono avanti e guidarono la missione. Emersero come persone di fede, visione, zelo,
entusiasmo.
In realtà non erano soli, così era sembrato all’ inizio, ma attraverso lo Spirito Santo potevano
trovare ispirazione per il loro mandato. Trasferirono la visione ad altri.
Man mano questa visione di discepolato tra leader e seguaci, fu adombrata da istituzioni formali,
programmi e l’ impatto della missione fu perso.
Un leader che vive in ciò che crede, deve amare profondamente i suoi discepoli, con i quali
condivide uno stile di vita: questa è la leadership ottimale.

SFERE DI LEADERSHIP

Una delle decisioni più difficili per un leader è l’ amministrazione del suo tempo. I bisogni sono
tanti. Cosa deve essere fatto e cosa può aspettare?
Bisogna addestrare nuovi leader, quali leader formare prima, e quanto tempo dedicare ad ognuno.
L’ esempio di Gesù.
Gesù spendeva il suo tempo con i tre(Pietro, Giacomo, Giovanni) che non a caso, divennero le
colonne della chiesa di Gerusalemme.
Con i 12, poi con gli altri discepoli che lo seguivano (70,120,500)
Infine con le folle.
Le sfere di leader nel fondare chiese.
Leader apprendista: quella persona, possono essere anche 2 o 3 con cui lavori nel modo più
intenso, per perepararli al ministero)
Team: persone con cui lavori, già attivamente nel ministero.
Potenziali leader: quelle persone che non fanno ancora parte di un team, ma in cui spiccano
caratteristiche di leader.
Altri: i credenti.

Occorre lavorare con tutte le sfere, perché non si è mai sicuri di chi diventerà un buon leader nel
futuro.

Mentre tu lavori con i più maturi, loro devono lavorare con i nuovi. (Ef 4:11-12)
I leader apprendisti probabilmente faranno parte del team, come Pietro, Giacomo, Giovanni che
facevano parte dei tre, ma erano anche nel gruppo dei dodici.

Le tue sfere di leadership.


Se non hai ancora un team ufficiale, lavora con chi ti aiuta, formerai un team in futuro.

Se c’è qualche persona che non sai in quale sfera collocare(es: potenziale leader o nel team)
Prega, osservala, sviluppa un’ attività in cui puoi renderti conto del suo grado di fedeltà.

Se non trovi il tempo per moti, non preoccuparti Gesù era l’ addestratore per eccellenza, eppure
lavorò con soltanto 3 persone a stretto contatto.
Meglio 1 ben addestrato, che tanti in modo approssimativo.

Equipaggia e delega.

INTRODUZIONE AL LAVORO DI GRUPPO

COME LAVORARE CON GLI ALTRI

I leader che lavorano da soli, credono che l’ unico modo di guidare è di usare la loro influenza
personale e il proprio carisma per motivare, convincere le masse. In questo approccio il successo è
limitato al numero di persone che si riesce ad influenzare e al grado di abilità e creatività personale.
Il lavoro di gruppo presuppone l’ esistenza di un obbiettivo concordato. I membri usano i vari doni
e talenti, insieme al tempo ed energie che ognuno può contribuire.
Ci deve essere un leader riconosciuto del team, compiti e responsabilità precisi per ogni membro.
I ruoli e l’ obbiettivo sono così, chiaramente definiti e ognuno rende conto del suo lavoro.

BASE BIBLICA PER IL LAVORO DI GRUPPO

Siamo stati fatti per “essere insieme”


Già ad Adamo, Dio disse che non era bene per l’ uomo essere solo, e gli diede un aiuto conveniente.
Salomone con tutta la sua sapienza, sapeva che abbiamo bisogno l’ uno dell’ altro.
Due valgono meglio di uno. (Eccl. 4:9-12)
Un leader non dovrebbe lavorare da solo.
Mosè era un leader fedele, eppure aveva un difetto, pur avendo uomini validi al suo fianco, come
Aronne e Giosuè, faceva tutto il lavoro da solo; ma perché il lavoro venisse svolto in modo efficace,
doveva essere alleggerito dalle sue spalle. (Es. 18:17-26 Num. 11:16-17)
Lavorare insieme è la norma nel ministero modellato nel Nuovo Testamento.
Gesù li mandò due a due. (Mr 6:7 Lc 10:1)
Pietro andò con altri cristiani ad evangelizzare Cesarea. (At 10:23)
Lo Spirito Santo mise da parte per l’ opera del ministero Paolo e Barnaba. (At 13:2)
Quando nella chiesa primitiva venivano stabiliti dei leader, veniva nominato un gruppo di anziani.
(At 14:23)
Nella moltitudine dei consigli, c’è grande saggezza. (Pr 15:22) e nessun individuo ha tutti i doni
(Ef 4 1 Cor 12). Abbiamo bisogno l’ uno dell’ altro.
Anche un piccolo gruppo di 2 o 5 persone può aumentare in modo esponenziale la crescita di una
nuova chiesa.
Quando fondi una chiesa cerca di trovare persone che hanno una visione simile alla tua e poi chiedi
loro di pregare e di unirsi a te nel ministero.

LE CARATTERISTICHE DI UN LAVORO EFFICACE DI GRUPPO

Una visione comune ed una comprensione del compito.


Un gruppo di persone non può muoversi insieme se non vanno nella stessa direzione.
La visione, l’ obbiettivo per cui si sta lavorando deve essere chiaro, questo mantiene l’ unità all’
interno del gruppo.
Parlarne fa emergere anche passioni, desideri dei membri e occorre riflettere sul modo in cui
possono essere incorporati nella visione globale.
Spesso si scopre che Dio ha portato insieme “una combinazione” giusta di doni e di abilità per
portare avanti la missione.
Quando invece, si scopre che le persone che dovrebbero lavorare insieme hanno approcci
incompatibili e obbiettivi conflittuali, i membri devono saper rinunciare a desideri particolari,
oppure formare team separati, come Paolo e Barnaba. (At 15:36-41)
Ripeti spesso al gruppo la visione e gli obbiettivi preposti.
Un tempo passato insieme nella preghiera e nella programmazione.
Le persone devono poter comunicare l’ uno all’ altro in modo appropriato le loro idee, bisogni,
desideri. Ciò si realizza quando ci si incontra per:
Pregare insieme (nulla lega le persone insieme nell’ unità come la preghiera).
Discutere il ministero di ciascuno (resoconti di ciò che ognuno sta facendo, edifica lo spirito di
squadra e forma idee più precisi su aspetti precisi del ministero).
Programmare insieme.
Quando il gruppo è ancora immaturo il leader programma e comunica ciò che si deve fare. Ma
quando è cresciuto deve essere coinvolto nella programmazione.
Le persone tendono ad essere più consacrati alle cose in cui hanno contribuito personalmente.
La programmazione può comportare le seguenti cose:
-Riflettere sul compito comune.
-Determinare cosa il gruppo deve fare per raggiungere il suo obbiettivo.
-Identificare le risorse necessarie al ministero.
-Sviluppare strategie per il raggiungimento degli obbiettivi.
Edificarsi ed equipaggiarsi a vicenda (quando c’è ne bisogno)
Un buon leader deve dedicare del tempo al team per aiutarli ad essere più efficaci nella
predicazione, evangelizzazione, cura dei malati,ecc..

RAPPORTI CARATTERIZZATI DALL’ AMORE

I membri del gruppo devono essere disposti ad aprirsi l’ uno con l’ altro.
L’ intimità è uno stato che si conquista tramite l ‘accettazione reciproca, l’ esperienze condivise e il
tempo.
Il rispetto reciproco, la comprensione, l’incoraggiamento e l’ enfasi sul lavoro vicendevole sono tra
gli elementi chiave al lavoro di gruppo.
Per giungere a questo, bisogna fondare i rapporti del gruppo sull’ amore di Dio.
Un amore che non ama l’ altro in virtù della personalità, aspetto, abilità, intelligenza. (! Tes. 5:11)
Gesù è il modello per chi vuole imparare a considerare gli altri migliori di noi stessi. (Fil 2:1-8)
Una delle prove dell’amore è la capacità di gestire il conflitto.
Il conflitto è una cosa normale, ma bisogna saper riconoscere e discutere i punti di disaccordo.
RUOLI CHIARI E DIVERSIFICATI
Spesso i fondatori di chiese cercano come collaboratori delle fotocopie di sé stessi. Questo è un
grosso sbaglio.
Un corpo ha molte parti, con doni diversi. (1 Cor 12:12-31)
Un gruppo differenziato può affrontare lavori complessi con maggior efficacia.
Si può aver bisogno di persone responsabili in questi ruoli:
-nell’ evangelizzare
-nel discepolare
-adorazione
-finanze
-assimilazione di nuovi membri
-cellule
-addestramento per il ministero
-cura dei malati
-ospitalità

Ognuno deve conoscere il suo ruolo.

UNA COMUNICAZIONE ONESTA E APERTA TRA I MEMBRI DEL GRUPPO

Una barriera principale che ostacola la buona comunicazione è la tendenza a valutare e giudicare
senza aver veramente ascoltato.
Nel gruppo ci si deve comprendere, prima di dare consigli e opinioni.
Questo mostra amore e rispetto.
Quando sorgono problemi:
Bisogna fare domande per chiarire i pensieri.
Riconoscere e ammettere i propri desideri, intenzioni, ambizioni.
Mantenere un’ accettazione incondizionata anche quando non si è d’ accordo.

Se si tratta di una situazione di conflitti interpersonali ricorda:


Parla solo con chi è coinvolto nella situazione. (Mt 18:19)
Non cadere nella maldicenza o pettegolezzo (2 Cor 12:20)
Fai attenzione alle parole dette (Gm 3:1-12 )
Benedici e non maledire (Rom 12:14)

SVILUPPARE UN TEAM

Per molti versi il successo di un team dipende dal leader. E’ vero che il gruppo deve lavorare
insieme per decisioni, scopi, obbiettivi; ma ci deve essere una persona, “il leader” , responsabile di
aiutare tutti a tenere presente la visione e gli obbiettivi posti.

COME FORMARE UN TEAM


Nel mettere insieme un team cerca persone:
consacrate al compito di fondare chiese.
Che hanno un carattere che si armonizza con i requisiti scritturali.
Sono d’ accordo nell’ usare al massimo le doti di ognuno, stabilendo chiari compiti e ruoli.

E’ auspicabile, ma non essenziale, che i potenziali membri del team abbiano tali caratteristiche. E’
possibile che crescano in essi, mentre si sta lavorando, in questo caso il ruolo del leader è di vitale
importanza. Dovrai prendere atto delle debolezze di queste persone e incoraggiarli regolarmente a
crescere.
Gesù non ha scelto uomini perfetti per essere suoi discepoli, ma è anche vero che ha passato tre anni
a cambiare le loro vite , prima che fosero pronti.
E’ importante prima di prendere decisioni, che tu valuti con cautela in preghiera sia la forza che le
debolezze di ogni potenziale membro.
La presenza di membri immaturi potrebbe causare danni con azioni o atteggiamenti errati.
Se hai già un team con membri mancanti in queste tre caratteristiche menzionate, devi avere come
priorità quella di aiutarli a maturare. Se ciò dovesse fallire, devi considerare di chiedere loro di
lasciare il team.
Consacrare al compito di fondare una chiesa.
L’ importanza di avere un obbedienza comune è da sottolineare con forza.
Es. In una squadra di calcio, i giocatori possono anche non sopportarsi, ma ciò che li aiuta a
superare le differenze è l’ obbiettivo comune di vincere la partita e di lavorare insieme per poterlo
fare.
La consacrazione alla visione, porterà comprensione e flessibilità nei rapporti. Come leader devi
insegnare ad avere questo tipo di consacrazione e a mantenerla.
Un carattere secondo la scrittura.
Quando scegli le persone, valuta il carattere.
Paolo scrive a Timoteo di scegliere persone fedeli (pistos) e capaci. (2 Tm 2:2)
Capaci: il termine greco è “ikanos” (spesso reso come capace, ma in realtà la traduzione migliore
sarebbe “degno”)
Giovanni usa la stessa parola: “non sono degno(ikanos) di sciogliere…”
Giovanni era capace di sciogliere i calzari a Gesù, ma non ne era degno.
Questo non vuol dire che l’ addestramento, capacità, esperienza, non hanno valore, ma che
paragonati ad una vita ripiena dello Spirito Santo, cadono tutti in secondo piano.(At 6:3)
Un accordo nell’ usare al massimo le doti di ognuno, stabilendo chiari ruoli.
Il team deve essere una miniatura della chiesa che il leader mira a fondare. Con capacità e doni
diversi. E’ opportuno che ci sia diversità di genere (uomini e donne), di età e di persone.
Considera questa diversità come un vantaggio, non una debolezza, perché questa porta equilibrio.
La diversità ha valore solo se guidata da un obbiettivo comune. L’ enfasi per il leader deve essere di
guidare i membri ad avere un ministero verso di loro, piuttosto che di “signoreggiare” su di loro.
Questo “essere capo” dovrebbe essere funzionale e non posizionale.

COMA GUIDARE IL TUO TEAM

Le responsabilità di un leader:
Sviluppa il rapporto del team con Dio.
Devi essere innanzi tutto il loro pastore, offrirgli sostegno spirituale, quando sono spiritualmente
bisognosi. Passa del tempo con loro, domanda loro cose che riguardano il loro cammino con il
Signore e le lotte che stanno affrontando.
La loro salute e crescita spirituale dipende dalla conoscenza della parola e dalla loro capacità di
applicarla alla vita di ogni giorno.
Prega per loro, aiutali ad avere disciplina nello studio e nella preghiera, a sviluppare i loro doni, e
cerca di provvedere loro l’ opportunità di esercitarli.
Sviluppa il rapporto dei membri del team l’uno con l’altro.
Il lavoro di gruppo richiede comprensione e fiducia reciproca. Se ci sono problemi di rapporti, il
ministero ne soffrirà.
Aiuta i membri a comprendere i propri temperamenti.
A comprendere le loro aree di forza e di debolezza.
A sviluppare atteggiamenti positivi verso le differenze.
Identifica aree di tensioni nei rapporti.
Sviluppa la visione per il ministero.
Anche se la visione è chiara si tende a perderla di vista, ricordala sempre.
Ci sono momenti di pausa, in questi casi il team deve vedere del progresso o si scoraggerà.
Sfidali a pensare in termini ambiziosi, senza accontentarsi e rimanere a un punto fermo.
Sviluppa nei membri del team le capacità al ministero.
La maggior parte delle persone evita il ministero, in quanto non sente di avere le capacità richieste.
Tu devi essere disposto a prendere del tempo per migliorare le capacità di cui il tuo team avrà
bisogno.
Quando si preparano persone al ministero non prendere per scontato che un buon esempio o delle
istruzioni generali siano sufficienti, ci sono persone che hanno bisogno di un contatto diretto e
personale. (1 Tes 5:14).
Nell’ insegnare le capacità di ministero ricorda:
Prima di consigliare, prepara il tuo cuore e la tua mente.
Passa del tempo in preghiera chiedendo a Dio di darti saggezza, metti insieme un piano concreto, e
pensa alle cose che ti hanno aiutato mentre imparavi.
Cerca i tempi di apertura all’ insegnamento.
Pr. 25:11 Una parola detta al tempo giusto.
E’ tempo d’ insegnare quando: le persone non si sentono minacciate, tu non sei arrabbiato o
frustrato, l ‘altra persona riconosce il suo bisogno di essere aiutata.

Come capire il tuo team.


Il team non funziona immediatamente e automaticamente come tu desideri, ha un processo di
crescita e di maturazione.

IL SERVO

Il bisogno nella fondazione di chiese, è di una leadership biblicamente motivata.


La chiesa non deve importare i modelli del modo, perché ciò genera leader spinti dalla voglia di
potere e controllo.
L’ esempio di Gesù è di donare se stessi per i discepoli.
La leadership nel mondo.
C’è la tendenza a pensare alla leadership in termini di autorità. Alcuni pensano che l’ autorità, dà il
diritto di guidare dominando sugli altri, questo genera leader deviati che servono se stessi.
Il leader servo.
Gesù parlò dello stile di leadership nel mondo (Mt 20:25-28) e disse “non sia così, tra di voi”.
Il servo e la leadership possono esistere simultaneamente.
Come leader: ha iniziativa, influenza, motiva, ha creatività
Come servo: è sottomesso, unisce, edifica, incoraggia, aiuta.
I principi cristiani riguardanti la motivazione e la
leadership.
-Le persone sono fatte ad immagine di Dio e quindi hanno valore.
-Motivare le persone riconoscendo che tutto viene fatto per la gloria di Dio (Col 3:23)
-Le persone non crescono se non gli viene data fiducia e libertà di aver successo o di fallire.
-Un leader è chiamato da Dio, ed ha autorità da Dio. (Rom 13:1)
-Un leader di successo considera gli altri amici, non subordinati, e interagisce con loro con uno
spirito aperto e umile. (Gv 15:15)
L’ insegnamento del N.T. sul servo e la leadership.
L’ esempio e insegnamento di Gesù.
Gesù chiama i suoi discepoli amici e definisce se stesso servo. (Gv 15:15 Mt 20:15-28 Gv 13:1-16
Fil 2:1-11 Mt 11:28-30)
Lui che è il Signore non mirò a farsi servire, ma ad essere servo fino a dare la sua vita per i suoi.
L’ esempio e l’ insegnamento di Paolo.
Forse il miglior esempio di servo si trova nella prima lettera ai Tessalonicesi 2:6-9. Paolo sentiva
che la sua posizione di apostolo lo portava a servire, piuttosto che ad essere servito. (Rom 15:1
1 Tes. 5:14 Gal. 6:1-2)
L’ esempio e insegnamento di Pietro.
Scrive ai leader di essere servi (1 Pt 5:1-4) fa appello agli insegnamenti di Gesù e scrive di non
“signoreggiare” su coloro che sono stati loro affidati.
Applicazione.
Essere un leader e un servo significa mettere il benessere dei discepoli al primo posto.
L’ intimidazione, la superiorità, la forza non dovrebbero mai caratterizzare un leader cristiano.
Il leader non è “un regnante”, ma “un servo”.
Qualità e caratteristiche di un leader servo.
-mantiene e costruisce unità (Ef 4:3)
-non è minacciato dalle capacità e successo degli altri, ma li usa per raggiungere gli obbiettivi.
-edifica, incoraggia, innalza le vittorie degli altri.
-è attivo nel portare avanti i propositi, ma mantiene uno spirito di mitezza e considerazione per gli
altri.
-parla bene degli altri
-cerca di costruire altri leader per guidare insieme
-usa l’ autorità in modo corretto
-non attinge il suo valore dalla posizione che ha.
-non prende decisioni a danno di coloro che sta servendo
-è consacrato al progresso dei suoi discepoli
-sviluppa e fa emergere altri.

“Il successo di un leader si misura dal successo nella vita di chi lo segue”
Egli sa che la sua autorità viene da Dio, non è libero di usarla come meglio crede, ma come servo di
coloro che guida.

DINAMICHE DI LEADERSHIP

La leadership comporta il rapporto tra tre fattori:


-la caratteristica del leader
-la caratteristica del gruppo
-la natura della missione.
Se il leader deve guidare con successo il suo gruppo, questo tre fattori devono lavorare insieme.
Il leader deve saper guidare il suo gruppo, il gruppo deve essere capace di completare la missione e
disposto a seguire il leader. Il gruppo che s’ impegna deve essere ben preparato per la missione.
Le caratteristiche del leader.
Abbiamo già visto che deve essere umile, saper lavorare con il gruppo, sviluppare doni e capacità
negli altri, delegare, ispirare, essere tenace.
Il modo in cui si relaziona con il gruppo.
Lo stile di leadership deve essere incentrato sul gruppo.
Questi sono 5 stili di leadership:
Prescrivere
Identifica i problemi, le soluzioni, dice al gruppo cosa fare, può prendere in considerazione le loro
opinioni; ma non partecipano attivamente nelle decisioni.
Convincere
Presenta delle decisioni e tenta di persuadere il gruppo ad accettarle, perché ne trarrà beneficio.
Consultare
Presenta i problemi e fornisce le informazioni necessarie.In vita poi il gruppo a suggerire possibili
soluzioni, e seleziona quella più promettente.
Partecipa
Partecipa alla discussione come uno dei membri del gruppo, si giunge ad una decisione presa
dall’ intero team.
Delega
Definisce i confini entro i quali risolvere i problemi e lascia le cose nelle mani del gruppo per
trovare soluzioni e portare avanti il lavoro.

Nessuno di questi stili è giusto o sbagliato.


Ma normalmente il leader deve consultare le persone con le quali sta lavorando.
Ogni leader ha uno stile che gli è più appropriato, ma deve essere capace di usare anche gli altri tipi
di stili quando è necessario.
Esempio: se sei un leader che consulta e fa decidere al gruppo, sicuramente non puoi farlo se il
gruppo è nascente, perché è immaturo, dovrai allora decidere tu e quando saranno in grado adotterai
il tuo stile di leadership.

“Un leader che non è disposto ad imparare raramente sarà capace di guidare con successo il suo
gruppo”

Le caratteristiche del gruppo.


Il gruppo che fonda una chiesa deve vivere una vita coerente di discepolato ed essere capace di
svolgere funzioni basilari quali: evangelizzazione, discepolato, sviluppare rapporti interpersonali.
Le abilità e capacità dei membri del team.
Se il team ha poca esperienza in tutto questo, avrà bisogno di maggior addestramento.
Il grado di consacrazione alla missione.
Il team può essere caratterizzato da molti talenti, ma impegnati in altre attività. Forse hanno l’ idea
di fondare una chiesa, ma le loro idee di chiesa che vogliono fondare sono diverse, aspettative
diverse sugli stili appropriati di ministero.
Se il gruppo non ha elaborato un piano chiaro, ci saranno problemi, che renderanno difficile il
programma in quanto non si ha una meta comune.
I rapporti tra i membri.
Una gran parte del ministero riguarda l ‘arte del saperci fare con gli altri.
Ci deve essere accordo tra i membri, non invidia, contese, per la posizione.
In molti casi per evitare problemi e migliorare il senso d’ armonia tra i membri, o di un membro con
il leader, basta passare un po’ di tempo con la persona “turbata”, dando l’ opportunità di aprirsi e
rassicurarla. A volte sotto certi atteggiamenti ci sono persone ferite, timori, questioni interpersonali.
La natura della missione.
La missione è lo scopo per il quale il gruppo esiste, è importante che essa sia chiara ad ogni
membro. Evitare due estremi:
Venir meno nel tener alto il profilo della missione (porta a realizzare tanti tipi di attività all’ interno
della chiesa, spesso poco importanti, al punto da dimenticare i perduti)
Oppure enfatizzare troppo la missione a costo dei rapporti del gruppo (questo tende al contrario ad
enfatizzare troppo il ruolo verso i perduti, mentre si curano poco rapporti feriti e ci si ritrova con
una comunità poco modellata).
STILI DI INTERAZIONE

La leadership è un processo sociale. I leader hanno a che fare con le persone e i rapporti
interpersonali incidono molto sull’ efficacia del ministero.
Come fondatore di chiesa la tua efficacia sarà grandemente influenzata dalla tua capacità di capire
e di relazionarti con gli altri.
Dio ci ha fatti diversi l’ uno dall’ altro e ci chiama a svolgere compiti diversi.Ciò significa che non
tutti sono come te. Quando pretendiamo che tutti si comportino come noi, ci riduciamo ad avere
rapporti solo con persone che sono come noi. Il nostro fallimento si evidenzia nel non apprezzare
gli altri e spesso ci troviamo in situazioni di conflitto.
E’ importante guardare noi stessi in modo obbiettivo per capire il modo in cui influenziamo gli altri.
Forse siamo offensivi senza saperlo. Forse ci sentiamo incapaci di motivare gli altri e non sappiamo
perché.
Quando scopri il tuo stile di interazione puoi iniziare a fare i cambiamenti necessari per realizzare
gli aspetti positivi della tua persona e minimizzare quelli negativi. Questo può ridurre il conflitto
con gli altri e aiutarti ad essere più efficace.
Ci sono 4 stili principali di interazione:
Il facitore
“Prende il comando e affronta la sfida di cambiare le cose e di rendere più efficace il ministero”
Sono persone capaci, d’ azione, che non temono le sfide.
Chi è simile a te ti vede: decisivo, indipendente, efficace, pratico,determinato.
Chi è diverso da te può vederti: duro, aggressivo,autoritario,severo,rigoroso.
-impara ad ascoltare e ad essere paziente
-controlla meno gli altri
-sviluppa premura
-sii flessibile e sorreggi gli altri
-spiega perché le cose sono in un certo modo.
Lo stimolatore.
“Provvede agli altri la motivazione e li influenza in modo da farli lavorare insieme per ottenere
risultati importanti”
Sono perse ottimiste ed entusiaste, buoni comunicatori, sanno spiegare le idee e opportunità in un
modo che ispira gli altri a coinvolgersi.
La loro tendenza ad entusiasmarsi per cose nuove può creare problemi quando devono portare
avanti compiti lunghi.
Chi è simile a te ti vede: estroverso, alla mano.
Chi è diverso può vederti:reazionario,manipolativo,chiacchierone.
-meno impulsivo,valuta le idee
-orientati di più verso i risultati
-controlla le tue azioni ed emozioni
-focalizza di più sui dettagli e sui fatti
-rallenta,ascolta e parla di meno.
Il compagno di squadra.
“Collabora prontamente con altri per portare avanti la visione e i piani”
Grandi sostenitori,leali,sensibili,si può contare su di loro per il completamento di un lavoro
affidatogli.Non offenderanno nessuno con cui hanno preso un impegno.
Non lavorano bene da soli, mancano d’ iniziativa personale.
Chi è simile ti vede:di grande sostegno, disponibile, affidabile, conciliante.
Chi è diverso ti vede: conformista, dipendente ad altri, lento, reticente.
-si meno sensibile a ciò che gli altri pensano
-sii più diretto
-preoccupati di più con il compito stesso
-impara a dire di no
-fai più cose per promuovere l’ azione
Il pensatore.
“E’ motivato a perseguire visioni e piani con eccellenza e con attenzione ai dettagli”
Coscienzioso e ordinato. Sono logorati per i cambiamenti inattesi e l’ ambiguità.
Chi è simile ti vede: esauriente,persistente,serio,industrioso.
Chi è diverso ti vede:critico,noioso,cavilloso,indeciso,moralista
-focalizza sul fare le cose giuste,non solo sul modo di farle
-reagisci con più prontezza
-inizia a fidarti del tuo intuito e orientati meno sui fatti
-sii disposto a rischiare di più
-sii aperto e sensibile
-non aver paura di sviluppare rapporti.

CERCASI LEADER

“Senza leader non ci sarà futuro, ci sarà solo la ripetizione del presente”
L’ affermazione che la chiesa ha bisogno di leader trova tutti d’ accordo, ma spesso si trovano due
presupposti sbagliati.
Il primo è che i leader possono essere addestrati solo grazie a programmi specifici (scuole bibliche,
seminari).
Secondo, quando si parla di leadership si pensa a dei “pastori”.
Questo limita le opzioni e ostacola il reperimento di leader necessari.
Dio non ha mai inteso che il pastore sia l’ unico a portare avanti il ministero. Per adempiere il
grande mandato occorrono molti tipi di leader, oltre al pastore.
La leadership influenza gli altri a crescere in Cristo. Questo ci mostra l ‘importanza di un
addestramento ampio e generale, piuttosto che selezionare solo “alcuni eletti”.
Tenendo presente che non tutti hanno le stesse capacità e impatto.
Leader di piccoli gruppi o di cellule – i soldati.
Questi leader hanno il contatto più diretto con i perduti, i nuovi credenti e quelli più maturi.
La maggior parte del ministero della chiesa primitiva era svolto in piccoli gruppi sotto la guida di
questo tipo di leader (At 2:46,47).
I livelli più alti di leader esistono in realtà per addestrare, mobilitare, comunicare una visione a
questo gruppo.
Questo è un buon livello di ministero per credenti meno maturi, sarà per loro un’ esperienza che lì
aiuterà a crescere, nel maturare potranno ricevere ulteriori incarichi di responsabilità.
I leader di chiese locali – gli equipaggiatori.
I leader di chiese locali hanno la responsabilità di equipaggiare e di guidare tutta la congregazione
locale nel ministero.
Devono essere selezionati con cura, solo coloro che hanno un carattere provato e che vivono vite
coerenti dovrebbero essere considerati per questo livello di leadership ( anziani,pastori,diaconi).
I leader di chiese regionali – i mobilitatori.
Far parte di questo livello significa dedicare la maggior parte del tempo a motivare altri a fare
l’opera del ministero. In questo modo possono moltiplicare i loro sforzi e contribuire, con la loro
esperienza, a produrre il maggior impatto possibile (vescovo, sovrintendente..)
Questo livello presta maggiormente il fianco al peccato di orgoglio e quindi va considerato con
cautela.
I leader di chiese nazionali – i visionari.
Sono le persone in grado di aiutare altri a vedere il proprio potenziale.Passano il tempo a chiarire l’
obiettivo delle attività svolte dagli altri. Guidano verso l’ obiettivo di portare il vangelo ad ogni
nazione.
L’ unità e la collaborazione tra credenti è la chiave per adempiere il mandato. Gesù ha pregato che l
‘unità fosse la testimonianza al mondo del fatto che è stato mandato dal Padre e che ci ama (Gv
17:23). Ma il lavoro di mantenere quell’ unione senza compromettere la verità del vangelo è un
compito imponente. Pochi hanno la saggezza necessaria per adempiere questo ruolo di leadership.

Queste categorie rappresentano le funzioni primarie di ogni livello di leadership. In effetti, anche se
in misura minore, tutti dovrebbero assolvere anche gli altri ruoli.
Il pastore deve saper comunicare la visione, il leader di una cellule deve saper equipaggiare, ecc…
Per soddisfare il bisogno nei vari settori di leadership, c’è bisogno di una varietà di persone. In
molte situazioni serviranno uomini qualificati, in altre donne o giovani, in alcuni uomini e donne
non sposati avranno più occasione di dedicare tempo ed energie per espandere il movimento.
Questo fu il caso di Paolo che il Signore ha usato grandemente, come uomo allora solo. Non
sposato.

Un ministero s’ innalzerà o crollerà in funzione della leadership.


Ciò significa che prima che una chiesa possa raggiungere nuovi membri, deve allargare la sua base
di leadership. I leader devono essere identificati e addestrati.
Se addestri nuovi leader la tua chiesa potrà crescere in salute e numericamente. Se la tua chiesa non
sta crescendo, è possibile che non ci siano leader sufficienti.
Gli esperti di leadership hanno detto che è necessario che il 10-15% del gruppo sia coinvolto in
posizioni di leadership.
Questo garantisce che il gruppo abbia una rete di comunicazione adeguata, una supervisione
sufficiente, e un livello d’ interazione necessaria per raggiungere il suo obbiettivo.
In altre parole ci dovrebbero essere un leader per ogni 7-10 persone.
Se usiamo il metodo suggerito da Ietro a Mosè, per ogni 1000 persone,occorrono 131 leader.
Dovremmo osservare coloro che sono fedeli in ruoli minori per dare loro maggiore responsabilità.
(Mt 25:14-30 in particolare i versi 21 e 23).
Il successo e la fedeltà ai livelli più bassi è sempre stato il requisito per progredire verso i livelli più
alti.
Il bisogno crescente di leader sarà realizzato, discepolando nuovi credenti e addestrandoli per essere
leader. Non saranno subito pronti a servire, e la Bibbia avverte contro un ‘ indebita fretta in questo
processo (1 Tim 3:16). Ma questo non allontana da noi la responsabilità di addestrare per un
possibile servizio nel futuro. Dobbiamo sviluppare in loro fedeltà, carattere giusto, atteggiamento al
servizio. Non possiamo pretendere che i leader emergano da istituzioni accademiche per soddisfare
le nostre richieste, sono i leader delle chiese locali che devono prendere l’ iniziativa.

QUALIFICHE DA INCORAGGIARE IN UN NUOVO LEADER

I. obiettivi generali per l’addestramento di leader


I seguenti obiettivi sono necessari per leader a ogni livello:
 Sta costruendo un rapporto intimo con Dio.
 Evidenzia i frutti dello Spirito.
 Usa i suoi doni spirituali nel ministero.
 Ha un amore crescente per Dio e per gli altri.
 Evidenzia integrità morale.
 Sostiene l’autorità della chiesa locale.
 Mostra amore e interesse per coloro che sono nella sua comunità.
 Si rapporta bene ad altri gruppi di credenti.
 Applica i principi biblici nella sfera dei rapporti.
 Gestisce bene il conflitto interpersonale.
 Ascolta gli altri e risponde in modo appropriato.
 E’ convinto che la Bibbia sia la parola di Dio.
 Ha una conoscenza funzionale dell’Antico e del Nuovo Testamento.
 Studia e applica la Bibbia.

II. OBIETTIVI PER L’ADDESTRAMENTO DI LEADER DI PICCOLI GRUPPI


I leader di piccoli gruppi dovrebbero inoltre evidenziare le seguenti abilità e aspetti caratteriali:
 Dimostra una passione per le anime
 Esercita l’evangelizzazione personale.
 Si rapporta bene con i perduti.
 Sa presentare il vangelo con chiarezza.
 Sa dare una chiara testimonianza personale.
 E’ stato discepolato.
 Mostra sensibilità verso i nuovi credenti.
 Mostra amore per coloro che sta discepolando.
 Sa guidare discussioni di studio biblico induttivo.
 Capisce il bisogno di avere delle cellule come fondamento per una sana crescita.
 E’ capace di guidare in modo efficace un incontro di una cellula.
III. obiettivi di addestramento per leader locali
Un leader al livello locale deve anche essere caratterizzato da quanto segue:
 E’ un discepolo modello che vale la pena imitare.
 Comprende che la chiesa è lo strumento di Dio per l’evangelizzazione del mondo.
 Conosce la base biblica per fondare chiese e per la missione.
 E’ capace di usare vari metodi e varie tecniche di evangelizzazione.
 Sa come svolgere una ricerca basilare ai fini della fondazione e della crescita della chiesa.
 Sa come guidare l’adorazione collettiva.
 Insegna la Bibbia in modo efficace sia in un gruppo sia a tu per tu.
 Identifica e sviluppa leader potenziali per le cellule.
 Sa organizzare i credenti per diventare una congregazione che si governa da sé, si nutre da sé ed è
orientata alla missione.
 Comprende come applicare funzioni bibliche a forme culturalmente pertinenti.
 Costruisce un team e ci lavora bene.
 Sa come delegare la responsabilità.
 Stabilisce obiettivi, fa piani e stabilisce dei passi per realizzarli.
 Sviluppa i doni e le capacità degli altri.
 E’ attivo e prende iniziative.
IV. obiettivi di addestramento per leader regionali e nazionali
Leader regionali e nazionali dovrebbero raggiungere uno standard ancora più elevato di carattere e di
capacità.
 Sa predicare ed insegnare.
 Sa dare guida e consiglio spirituale in molti tipi diversi di situazioni.
 Ha una comprensione dettagliata della Bibbia e della teologia.
 Sa addestrare operai nelle chiese per l’evangelizzazione, per il discepolato, per la guida nelle cellule, per
dare finanziariamente, per guidare la lode e per altre aree di ministero che potrebbero essere
necessarie.
 Edifica e usa le cellule per saturare una comunità e per mobilitare il corpo di Cristo.
 Dimostra una mentalità orientata alla crescita.
 Dimostra di essere sensibile alle persone nuove e le sa immettere nel gruppo.
 Sa amministrare il battesimo e la cena del Signore.
 Comunica una visione che ispira gli altri.
Per gli altri a scoprire i loro doni e ad applicarli al ministero.

ADDESTRARE NUOVI LEADER

Come fondatore di chiese devi moltiplicare te stesso, sviluppare altri leader.


Esempi di moltiplicazione di leader:
Mosè e Giosuè
Sin dall’ inizio Giosuè fu al suo fianco come combattente, con lui sul monte per ricevere le leggi,
alla tenda di convegno, evidenziò la sua fede con il resoconto dell’ esplorazione nella terra di
Canaan. (Es 17:9-14 , 24:12-13, 33:7-11 Num 14:6-9)
Ad un certo punto Mosè , come tutti i leader fanno, si chiede chi lo avrebbe sostituito e Dio indica
come successore Giosuè(Num 27:15-22 Deut 1:37-38 , 31:7, 34:9).
Mosè è un esempio di leader servo che cerca la soluzione migliore per il popolo e l’ opera di Dio e
non per la propria gloria.
Gesù.
Egli iniziò a selezionare i suoi prima di debuttare nel ministero pubblico (Gv 1:35-51).
Appena lo ritenne opportuno gli offrì la possibilità di partecipare al ministero mandandoli a due a
due come missionari.(Mt 10).Quando il loro ministero non aveva successo, Gesù dava loro
istruzioni tempestive per correggere i problemi(Mt 17:14-21)
Lì preparò in modo che potessero proseguire da soli, senza la sua presenza fisica.
Nella maturazione di leader dobbiamo essere focalizzati sull’ addestramento di sostituti, piuttosto
che sul semplice reperimento di assistenti.
Il nostro desiderio deve essere che i nostri apprendisti raggiungano e anche superino il nostro livello
di successo nel ministero.
Paolo.
2 Timoteo 2:2 “ Le cose che hai udite da me, in presenza di molti testimoni “
Sia Gesù che Paolo addestravano piccoli gruppi, piuttosto che in privato a tu per tu.
In questo modo gli altri osservavano i modo pratico come sviluppare leader.
Il discepolato non ha tanto a che fare con l’ insegnamento, quanto con l‘ osservazione e l’
imitazione.

Paolo oltre a Timoteo aveva addestrato altri. Leggiamo di Sila, Giovanni Marco, Aquila e Priscilla,
Apollo, i quali tutti in qualche modo frequentarono la scuola di Paolo. L’ ultimo suo viaggio fu di
addestramento e discepolato ,con lui c’ erano sette persone (At 20:4).
Nella lettera ai romani, Paolo saluta 27 persone, molte delle quali avevano lavorato con lui o erano
stati addestrati da lui.
Anche tu dovresti usare il suo modello coinvolgendo per un periodo i potenziali leader in tutto ciò
che fai: incontri di gruppo, visite ai perduti, consulenze, preghiera, insegnamento.
Pur avendo una visione chiara dei bisogni di leadership dobbiamo fare attenzione a non imporre
ruoli mal abbinati. Quando troviamo persone fedeli che hanno capacità di leadership, non dobbiamo
addestrarli con un programma rigido e inflessibile.
Ogni potenziale leader ha una sua personalità, le sue capacità, dono spirituale, esperienze; che
devono essere prese in considerazione.

Nell’ addestramento tieni in mente i seguenti fattori:


I doni spirituali
Le persone saranno attratte e troveranno soddisfazione nelle forme di ministero che sfruttano il loro
dono spirituale. Bisogna collocare i leader che stanno maturando nel loro giusto posto, non
semplicemente, in qualunque posto.
Le capacità
Tutti hanno dei talenti naturali, che possono essere utili.
Dobbiamo fare attenzione a non obbligare i leader a svolgere ministeri che “sono in grado di fare”,
ma per i quali non hanno un dono spirituale.
La situazione ideale è di trovare un ministero calzante che usa sia i doni che le capacità naturali del
leader.
I bisogni del ministero
I doni vengono evidenziati nel contesto del servizio.
Il leader deve essere addestrato verso un ministero in cui è evidente il suo dono.
E’ altresì vero che spesso deve imparare a coprire ruoli necessari per portare avanti il ministero.
Timoteo ad esempio doveva svolgere l’ opera di evangelista, anche se era quello il suo dono.
L’ esperienza
L’ esperienza passata del leader deve essere valutata in quanto può influenzare positivamente o
negativamente.
Se è positiva, se sono già state imparate lezioni difficili sulla leadership, allora il processo di
addestramento può essere accelerato.
Se è negativo, se hanno insegnato o rinsaldato stili autoritari o non biblici, può rendere più
difficoltoso il lavoro.
A volte ciò che appare come abilità, è semplicemente frutto dell‘esperienza.
E la poca esperienza potrebbe far pensare che non c’è abilità.
La personalità
I fattori coinvolti nel campo della personalità sono numerosi.
Un potenziale leader, per esempio, potrebbe essere capace di interagire facilmente con le persone
oppure no . Un leader potrebbe deprimersi facilmente e avere costante bisogno di incoraggiamento,
mentre un altro è sempre allegro e positivo.
Nel selezionare e addestrare è importante tenere presente questo tipo di fattore.
Occorre saggezza e sensibilità per sviluppare il potenziale di un nuovo leader, senza trascurare i
bisogni della chiesa.
Bisogna mantenere equilibrio tra i bisogni del nuovo leader (doni,capacità,esperienza,personalità) e
i bisogni del ministero (compiti, tempismo,urgenza).
Osserva le aree in cui sono mancanti, e aiutali a crescere.
Se uno, ad esempio, è scadente nella predicazione, puoi mostrargli come prepari i tuoi sermoni. Se
non ha capacità di cura, fagli studiare le epistole pastorali (1-2 Timoteo, Tito) con il metodo
induttivo.
Se deve ampliare la conoscenza biblica, fagli fare un corso biblico, ecc…
COME ADDESTRARE LEADER

Le cellule offrono il miglior metodo di addestramento. Provvedono l‘ opportunità di addestrare “sul


campo”. Operando sul principio che il miglior metodo di insegnamento è di fare.
Le persone ricordano il 10% di ciò che ascoltano, il 50% di ciò che vedono, il 70% di ciò che
dicono, il 90% di ciò che fanno.

5 PASSI PER AIUTARE UN POTENZIALE LEADER

Lo faccio io.
Prima regola è di essere il tipo di leader che vuoi gli altri imitino.
Bisogna modellare il ministero, prima di richiederlo. Guidare con il proprio esempio.
Il discepolo deve vederti vivere quello che gli insegni.
Io lo faccio, tu guarda.
In questa fase il discepolo, è al corrente che tu lo stai preparando.
E’ importante che gli spieghi le tue azioni, i principi ministeriali che ti guidano.

Facciamolo insieme.
Dopo averli modellati, dai loro l’ occasione di esercitarsi, guidati da te per vedere e imparare dai
loro sbagli nel contesto di un ambiente sicuro.
La tua presenza dà loro fiducia, sanno che li aiuterai se hanno problemi.
Tu lo fai, io guardo.
Osserva il leader mentre svolge un ministero, non intervenire, permetti a lui di avere successo o di
fallire. In seguito e in privato, indica obbiettivamente i lati positivi e le debolezze che hai osservato.
Fallo tu.
Appena ritieni siano pronti, affida il compito interamente a loro.
Non avere fretta. Rimani come amico, tratta il leader come tuo pari.
Il processo non è finito, ora devi incoraggiarlo a iniziare a moltiplicare se stesso nella vita degli
altri.
Esempio: spesso a un giovane leader viene chiesto di predicare un sermone, senza aver mai avuto
un addestramento necessario. Egli prepara un sermone poco chiaro e tutti incluso se stesso, pensano
che non ha il dono di predicare.
In effetti aveva bisogno di osservare di più e di ricevere maggiore guida nel come preparare
sermoni.

DISPENSARE E METTERE LEADER IN CIRCOLAZIONE

Dispensare significa che gli permettiamo di funzionare come leader senza il nostro controllo.
Prendono decisioni e progettano le loro attività. In altre parole significa che gli diamo il permesso di
portare avanti il ministero in modo autonomo, non più per “aiutare” il nostro ministero.
Come fondatori di chiese l’ obiettivo non è centrare il ministero intorno a sé, ma a discepolare ed
addestrare altri, con l’ obiettivo finale che svolgano un ministero autonomo.
L’ esempio di Giovanni Battista.
Egli ebbe un folto gruppo di seguaci (Mr 1:5) ebbe il privilegio di indirizzare i primi discepoli a
Gesù (Gv 1:35-36).
Quando Gesù iniziò a battezzare e la gente accorreva a lui, alcuni discepoli si preoccupavano ed
erano gelosi, parlarono a Giovanni. Ma lui riconosceva la sua posizione inferiore a quella di Cristo e
disse che doveva diminuire, mentre Cristo crescere (Gv 3:22-30).
La reazione di Giovanni è diversa dall’ atteggiamento normale di leader cristiani quando vedono e
sentono che il ministero di qualcuno sta superando il proprio.
Giovanni era entusiasta del successo di Gesù, perché sapeva che non avrebbe commesso errori.
Ma quando noi dispensiamo qualcuno al ministero, abbiamo sempre la preoccupazione che non
faccia un lavoro “perfetto” come il nostro.
L’ esempio di Paolo.
Il Nuovo Testamento contiene una lunga lista di nomi di persone che avevano imparato da Paolo e
che poi avevano continuato l’opera della chiesa.
Paolo passava poco tempo nelle chiese che fondava: da un minimo di una settimana a un massimo
di due anni.
Com’ era possibile che in così breve tempo lasciasse l’ opera nelle loro mani? Non si preoccupava
di eventuali problemi? Certo, infatti i problemi non mancarono, basta pensare alla chiesa di Corinto.
Ma cerano due fattori che sembravano aiutare Paolo a gestire i suoi timori.
La priorità di raggiungere le nazioni con il vangelo.
Per lui era più importante raggiungere il mondo con il vangelo, che preoccuparsi che altri leader
non sarebbero stati in grado di fare le cose nel modo che lui preferiva.
Filippesi 1:15-18 Non si sta dicendo che è legittimo predicare con motivi sbagliati, Paolo non dice
questo, anzi ai galati rende chiaro che si deve predicare il vangelo di salvezza per grazia e non un
falso vangelo. Agli occhi di Paolo, altre questioni erano secondarie all’ importanza di predicare il
vangelo.
La chiesa appartiene al Signore.
La chiesa appartiene a Lui, ed Egli ha promesso di edificarla (Mt 16:18).
Noi non abbiamo la responsabilità finale per la crescita della chiesa.
1 Corinzi 3:5-7 Dio può usare varie persone per portare la chiesa alla maturità.
Questa fiducia non ci esonera dal fare il nostro meglio come leader fedeli, ma ci assolve dalla
responsabilità di giudicare il ministero degli altri(1 Cor 4:5).
Questo fatto deve permetterci di dispensare coloro che abbiamo addestrato per il ministero, e poi
riposare nel fatto che il Signore li guiderà e li userà come Lui vuole.

ALCUNI PROBLEMI NEL DISPENSARE NUOVI LEADER

Nelle fasi di delegazione, mentre il leader lavorava, tu lo valutavi e lo guidavi: tuttavia il controllo
della maggior parte delle cose rimaneva a te.
Dispensare è il passo successivo al delegare. Premesso che abbia dimostrato fedeltà e capacità, e
giunto il tempo di abituarlo a trovare il “suo” ministero.
Quando dispensi un nuovo leader, può succedere che gli affidi semplicemente una parte del
ministero che era tuo. Solo che, in contrasto con la fase di delegazione, ora egli è responsabile per
quel ministero davanti a Dio, e non deve più rendere conto a te.
Il processo di dispensare non è facile. Affidare l’opera nella vita delle persone a Dio, va contro la
natura umana e offre due gravi sfide per ogni leader.
Il timore che il nuovo leader non lavorerà bene.
A volte gli allievi possono evidenziare doni e talenti maggiori del leader, oppure acquisiscono una
comprensione più profonda della visione e vogliono apportare dei cambiamenti.
Questa perdita di controllo può rappresentare una minaccia per il leader che teme per la sua
reputazione, o per la posizione.
Egli deve rimuovere questa pietra d’ intoppo sia per amor della crescita spirituale, sia per la crescita
della chiesa. Questa può essere rimossa solo con la fede in Dio.Un leader che è sicuro della sua
identità in Cristo può confidare che, così come Dio opera nella sua vita, lo fa anche nelle vite di
coloro che guida. Deve riposare nel fatto che cammina in obbedienza equipaggiando altri. Le
ansietà, per la propria reputazione e posizione vanno affidati al Signore (Fil 4:6-7 , 1 Pt 5:7).
La nostra ambizione come cristiani non deve essere per noi stessi, ma che Dio venga glorificato
nelle nostre vite, ministeri, e nel mondo. Piuttosto che essere invidiosi, i leader devono gioire che
Dio chiama persone a far progredire la sua causa in modo più ampio di quanto non possono fare da
soli.
Barnaba è un ottimo esempio di leader sicuro della sua identità. Quando era ad Antiochia, si rese
conto che i doni di Paolo potevano essere utili per la chiesa, poteva tacere e non fare nulla. Invece si
recò a Tarso per condurre con sé Paolo (At 11:25-26).
A Barnaba non interessava proteggere il “suo territorio”, ma rischiò nell’ includere Paolo al suo
fianco. Infatti successivamente Paolo lo superò in termini di fama nel ministero, ma tutto contribuì
alla gloria maggiore di Dio e al progresso del suo regno.
Il timore che il nuovo leader commetterà degli errori.
E’ anche vero che persone dispensate nel ministero possono essere meno competenti del leader e
non fare le cose nel modo che ci si aspettava. Ma il fallimento è una parte necessaria nell’ imparare
e crescere.
Esempio: il bambino cadrà diverse volte prima di riuscire a camminare da solo. Quando cade il
genitore lo rialza, incoraggia e gli fornisce una nuova occasione di provare.
Quando Gesù addestrò i discepoli, spesso usava i loro fallimenti come un’ opportunità per
insegnargli qualcosa.
Nel processo di addestramento, Dio si è servito di te per correggere ed incoraggiare il futuro leader.
Il Signore continuerà a lavorare in lui, con o senza la tua partecipazione.Devi confidare che il
Signore completerà l’ opera che ha iniziato (Fil 1:6).

PRINCIPI PER DISPENSARE LEADER

Sviluppa e mantieni un rapporto profondo.


Quando è stato stabilito un rapporto di fiducia, anche l’ atto di dispensare un nuovo leader diventa
una cosa naturale.
Gesù viaggiava, mangiava, rideva con i suoi.Nel frattempo creava dei rapporti di intimità. Quando li
dispensò era fiducioso che avrebbero ottemperato all’ incarico, perché erano stati “con Lui”
(Mr 3:14-15). Paolo descrive Timoteo come suo “figlio” dice che aveva seguito da vicino : il suo
insegnamento, condotta, fede, amore, costanza, pazienza (2 Tm 3:10).
Devi stabilire rapporti intimi con le persone che vuoi dispensare in futuro.
Accertati che continuino a perseguire la visione come se fosse la loro.
Molti leader danno per scontato che gli altri abbiano la stessa visione. Chiariscila, ribadiscila. Se la
visione brucia nel loro cuore come nel tuo, puoi essere entusiasta dei risultati che produrranno.
Non aspettare troppo.
Le persone imparano praticando. Quanto prima i nuovi leader si inseriscono nel ministero, prima
raggiungeranno il loro pieno potenziale.
La Bibbia ci avverte contro lo stabilire anziani troppo presto (1 Tm 3:6)., ma c’è anche il pericolo
contrario.
Il re Saul provocò il disastro per sé e la sua famiglia, nel tentativo di impedire a Davide l’ ascesa al
ruolo che Dio aveva preparato per lui.
Preventiva gli errori.
Quando le persone rischiano, spesso falliscono. Se il fallimento è preventivato e inteso, tutti saranno
più disposti a rischiare cose nuove.
Quando le persone sbagliano, devono essere rassicurate della tua fiducia in loro.Usa quell’ errore
come opportunità d’ insegnamento.
Esempio: quando i discepoli non riuscivano a cacciare dei demoni, Gesù insegnò loro, l’ importanza
della fede nel ministero di liberazione (Mt 17:19-21)
In quel momento erano ricettivi a quell’ insegnamento specifico, perché era strettamente collegato a
colmare il loro recente fallimento, e fu motivo di grande attenzione.
Abbi fiducia nell’ opera di Dio attraverso gli altri.
Dio può lavorare attraverso gli altri, così come ha fatto con te, devi comunicare questo fatto a
coloro che stai addestrando.
Se le persone non percepiscono che credi in loro, non rischieranno mai e non cresceranno. Gesù
aveva fiducia nei suoi al punto di dire che avrebbero fatto opere maggiori delle sue (Gv 14:12)
Devi aspettarti di vedere crescere il ministero attraverso la guida degli altri.
Evita la dipendenza.
Addestra e poi dispensa, in modo che gli altri non dipendano costantemente da te come leader.
Paolo sapeva quando mettersi da parte. Sapeva che c’erano dei meccanismi connessi con la
presenza di un “gran leader” che ostacolava la formazione di “buoni” leader.
Pensa se si fosse fermato a lungo a Listra. Chi avrebbe osato predicato fin quando c’ era lui?
Avrebbe predicato lui soltanto, e nessuno avrebbe sviluppato il dono della predicazione.
Se non programmi di affidare il tuo ministero ad altri, le persone che addestri dipenderanno
eternamente da te.

MANTIENI IL CONTATTO CON COLORO CHE HAI DISPENSATO

Si deve mantenere il contatto per dare loro ispirazione e qualcuno a cui rendere conto. Continua con
loro un rapporto permanente che duri nel tempo con incontri settimanali o mensili.
Durante i quali:
-discutono le capacità, nozioni, questioni caratteriali con le quali lottano attualmente.
-riesamina con loro i rapporti significativi(famiglia,ministero)
-discuti cosa è successo nel ministero dal vostro ultimo incontro
-come sta andando il ministero e qual è la visione del gruppo che guidano
-chiedi se c’è qualcosa che puoi fare per aiutarlo a raggiungere la visione.
Quindi non li controlli più, ma devono sapere che ci sei, se hanno bisogno di te.

LA LEADERSHIP NEL MOVIMENTO

Anche se tutti operano in modi diversi e a livelli differenti, hanno una cosa in comune: sono
strumenti di Dio, che usano l’ influenza datagli da Dio per mobilitare la chiesa verso l’
adempimento del grande mandato.

Un movimento ha bisogno di un tipo speciale di leadership .

I leader di un movimento comunicano una visione.

Sono mobilitatori.
Portano le persone ad essere pronti all’ azione in base alle loro abilità e in vista di una causa
comune. Per mobilitare chiese c’è bisogno di persone spirituali.Per saper cosa Dio vuole, bisogna
conoscere Dio.
Un leader di movimenti sa discernere i tempi e sentire la guida dello Spirito in modo da sapere cosa
la chiesa deve fare. Per sviluppare questa maturità spirituale, passano tempo nello studio della
Parola, in preghiera, digiuni, comunione; con l’ edificatore della chiesa, il numero uno del
movimento: il Signore Gesù.

Aiutano altri nell’ opera.


Incoraggiano ed equipaggiano altri ad usare i propri doni. Ispirano altri a lavorare in modo
strategico. Uno dei segni del successo di chi aiuta altri nell’opera è il ministero moltiplicato negli
altri.
Il leader di movimenti è come un contadino che semina, coltiva, innaffia, ma non ha alcun potere di
far crescere il seme. Il suo compito è di curare ciò che ha piantato rimovendo gli ostacoli alla
crescita e fornire l ‘ambiente più idoneo possibile al progresso.
Gesù visse come servo, amò profondamente i suoi discepoli e lì addestrò a portare avanti la visione.
Questo è il miglio modello di leadrship.
Questo è il Leader del Grande Movimento, che ancora oggi tocca le vite e trasforma il mondo.

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