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L’orchestra era in origine lo spazio centrale dei teatri antichi. Intorno alla
seconda metà del 17° secolo, quando si sviluppò una musica strumentale
autonoma (ossia senza voci), alcuni teorici chiamarono con questa parola
un insieme di musicisti più o meno ampio. Presente nei più diversi
repertori di musica classica, moderna od operistica, l’orchestra comprende
diverse famiglie di strumenti, ognuna con un proprio timbro e suddivisa in
strumenti dalle differenti estensioni, dal più acuto al più grave
Gli strumenti
Una grande orchestra moderna, di quelle che possiamo ascoltare nelle sale
da concerto o nei teatri d’opera, prevede normalmente l’impiego di diverse
famiglie di strumenti. La base è formata da un nutrito gruppo di archi, più
o meno ampio a seconda del repertorio che si esegue: vi sono due sezioni
di violini (chiamati rispettivamente violini primi e violini secondi), quindi,
in numero minore, le viole, e infine, a diminuire, i violoncelli e i
contrabbassi.
Gli strumenti a fiato sono presenti generalmente a coppie, o in numero di
tre ciascuno: per la famiglia dei legni abbiamo il flauto, l’ottavino (un flauto
di dimensioni ridotte e molto acuto), l’oboe e il corno inglese (una specie di
oboe dal suono più nasale), due o tre clarinetti, un clarinetto basso, due o
tre fagotti ed eventualmente il controfagotto (un fagotto più basso); del
gruppo degli ottoni sono presenti invece i corni (da un minimo di due a un
massimo di sei), le trombe, i tromboni e il basso tuba. Non mancano le
percussioni: dai timpani alla grancassa, dal tamburo militare ai piatti e alle
campane, dal triangolo al gong (ma ricordiamo che la famiglia delle
percussioni è numerosa). Talvolta è possibile incontrare strumenti aggiunti
secondo le indicazioni della partitura: per esempio l’arpa, il pianoforte, il
sassofono, l’organo, l’armonium, il clavicembalo.
Le origini
Verso la metà del 17° secolo prevalse il suono degli archi, che diventarono
in poco tempo la base di ogni gruppo orchestrale. Il compositore
Arcangelo Corelli, a Roma, scrisse composizioni per orchestra eseguite da
un gruppo di archi che poteva arrivare a comprendere anche cento
esecutori! In Francia, alla corte di Luigi XIV, Jean-Baptiste Lully fondò i 24
violons du roi («24 violini del re»), la prima orchestra con una disciplina
comune che egli stesso dirigeva aiutandosi con un bastone.
Al gruppo degli archi, per rinforzare il suono, si affiancarono talvolta una
coppia di strumenti a fiato e uno strumento a fiato grave. L’orchestra del
periodo barocco si ampliò e si diversificò a seconda delle necessità,
mantenendo però una distinzione tra gli strumenti melodici (violino, flauto,
oboe) e quelli cosiddetti armonici o di sostegno (clavicembalo, organo, liuto)
che, potendo suonare più note insieme, realizzavano accordi che
riempivano lo spazio tra i suoni più bassi (eseguiti dai violoni, dai
violoncelli e dai fagotti) e quelli acuti.
L’orchestra sinfonica