Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Estratto
Carocci editore
Roma 2001
2
Premessa
59
LA CIVILTÀ DEI GRECI
zioni), il cui precipuo interesse sta nel fatto che esse sembrano addi-
tare nella semantica di polis una compresenza di valenze di ordine
insediativo e territoriale da un lato e politico dall’altro che si ritrova –
significativamente – tanto nell’immagine che la polis sembra avere di
se stessa in età classica, quanto nella riflessione aristotelica. Ma questa
compresenza di sociale e politico nella polis, su cui si insiste in tutto
il presente contributo, non si presta a essere riassunta nella formula,
infelice e fuorviante, di “città-stato” (“Città-stato?”). Dei due termini
che la compongono, entrambi inadeguati, si preferisce discutere in
questa sede soprattutto il secondo, insistendo sulla natura assoluta-
mente peculiare della statualità della polis.
Beninteso, l’accertamento delle rappresentazioni antiche non può
esaurire il compito dello storico. Una conferma della necessità della
messa a punto di un modello euristico viene dal problema delle origi-
ni della polis (Nascita della polis?). Il punto è che tanto l’invalsa no-
zione che abbiamo definito “reificata” di Polis greca, quanto la più
moderna equivalenza di “nascita della polis” e “apparizione di un’or-
ganizzazione statale” propugnata da archeologi e antropologi si rivela-
no deboli sul piano metodologico e difficilmente conciliabili con la
documentazione (La “grande trasformazione”). Solo una visione della
polis che insista sulle diverse origini delle sue molteplici componenti
formative può risultare pertinente (Prospettive interpretative).
Anche la vivace discussione odierna sulla polis “omerica” mostra
che sarebbe inadeguato limitarsi a retrodatare, collocandola nel cuore
dell’orizzonte epico, l’origine della polis tradizionalmente intesa. È
vero che dobbiamo riconoscere nei poemi omerici una significativa
equiparazione dell’insediamento nucleato con l’ambito per eccellenza
della vita civile (Spazio dell’insediamento, luogo della civiltà), mentre
d’altra parte si individuano agevolmente una rilevante dimensione co-
munitaria, una decisionalità collettiva, un qualche ordine della vita as-
sociata (Comunità omeriche). E tuttavia, fare della polis omerica un
embrione della comunità politica arcaica significherebbe trasformare
in continuità storica reale quella che davvero è solo un’analogia tra
l’immagine della polis nella tradizione epica e un’idea astratta e molto
schematica della polis classica. È invece necessario precisare – e non
annullare nell’indistinzione – il rapporto tipologico e storico tra l’im-
magine omerica della comunità e l’insieme degli sviluppi che condus-
sero alla definizione delle comunità politiche dei cittadini nel corso
dell’età arcaica (Tradizione e innovazione).
Quali questi sviluppi siano stati e quali le tendenze e le problema-
tiche sul tappeto è quanto viene sommariamente indicato nella quarta
sezione di questo testo. Attirata l’attenzione sulla delimitazione delle
60
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
La parola e le cose
UN MITO STORIOGRAFICO ?
61
LA CIVILTÀ DEI GRECI
DEFINIZIONI, RAPPRESENTAZIONI
Terminologia
62
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
63
LA CIVILTÀ DEI GRECI
sero avuto duecento navi in assetto di guerra: perché nessuno dei Greci ne
avrebbe certo potuto respingere l’attacco 11.
Qui Temistocle non sta dicendo che gli Ateniesi imbarcati sulle navi
sono la polis. Dice che la comunità (in questo caso degli armati) in
grado di autodeterminarsi politicamente ne rappresenta l’essenziale
elemento costituente, anche in quanto in grado di installarsi in un
contesto locale quale che sia. Ma si dirà che Nicia, nel discorso ai
soldati dopo l’ultima sconfitta nel porto di Siracusa (i primi di set-
tembre del 413) avrebbe proclamato che: «sono gli uomini a costitui-
re una città, non le mura e le navi prive di uomini» 12.
A ben vedere, però, Nicia non vuole negare in assoluto il rilievo
del contesto territoriale e urbanistico per la polis; egli stesso aveva
detto immediatamente prima: «riflettete, invece, sul fatto che voi,
ovunque vogliate stabilirvi, costituirete immediatamente, da soli, una
città (polis) e che in Sicilia non ne esiste un’altra che vi possa resi-
stere facilmente se deciderete di attaccarla o che vi possa scacciare
una volta che vi siate insediati da qualche parte» 13.
Insomma, la comunità che fa la polis può distinguersi dall’ambito
spaziale e insediativo cui si rapporta, ma non prescinderne in senso
assoluto.
Dopo aver prestato attenzione alla riflessione aristotelica e osser-
vato la realtà linguistica di epoca arcaica e classica, abbiamo verificato
un aspetto significativo dell’immagine che la polis sembra avere di se
stessa. In modi diversi e per il tramite di “linguaggi” specifici, la polis
risulta non semplice realtà topografica, né pura sfera politico-militare,
ma l’una e l’altra cosa insieme. Sì struttura politica in cui sono orga-
nizzati i cittadini, ma anche più ampio contesto di realtà socio-econo-
miche e territoriali in cui questi ultimi si trovano inclusi.
“CITTÀ-STATO” ?
64
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
65
LA CIVILTÀ DEI GRECI
66
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
LA “GRANDE TRASFORMAZIONE”
Uno sguardo d’insieme al mondo greco dell’inizio del VII secolo mo-
stra immediatamente il grande rilievo storico e strutturale delle tra-
sformazioni verificatesi. Si sono ormai definite le basi economiche
della società: la primaria importanza dell’agricoltura è stabilita, sono
praticate le principali colture, appaiono delineati i vari assetti sociali
della campagna. Si stanno profilando le varie tipologie delle forme
statali e va configurandosi il sistema delle diverse entità politiche in
cui il mondo greco continuerà a restare diviso. L’attività cultuale è
ormai organizzata sulla base di strutture destinate a non mutare per
secoli. È comparsa la scrittura alfabetica e ha conosciuto da subito
notevole radicamento sociale e ampia diversificazione funzionale. Si è
affermata un’arte figurativa e gran parte delle tecniche arcaico-classi-
che è già praticata. Organizzazione sociale, cultura materiale, forme
ideali sono in tutto diverse rispetto alla civiltà micenea, e notevole
appare il mutamento anche rispetto all’età “protogeometrica” (grosso
modo i secoli XI e X).
A partire dalla fine degli anni Settanta si è affermata un’interpre-
tazione storica di questa “grande trasformazione”. Il merito ne va
ascritto soprattutto al grande archeologo inglese Anthony Snodgrass.
67
LA CIVILTÀ DEI GRECI
68
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
69
LA CIVILTÀ DEI GRECI
PROSPETTIVE INTERPRETATIVE
70
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
rati urbani, e così via» 37. In una prospettiva del genere appare evi-
dente che lo spazio storico di questi processi si apre prima dell’VIII
secolo e si estende almeno fino al VI.
Questione connessa, e cruciale, è quale rapporto debba ricono-
scersi tra i processi di formazione dello stato e le dinamiche di for-
mazione della polis. Tenere distinte le due problematiche implica la
definitiva rinuncia alla prospettiva che era stata di Ehrenberg: non
solo la polis non è “lo stato dei Greci”, ma non si può identifi-
carne la caratteristica saliente con la sua natura statuale. Se voglia-
mo, la formazione della polis è sì un aspetto dei processi di forma-
zione dello stato in Grecia 38, ma solo nel senso – vale la pena
insistervi – che la polis tende a configurarsi come un’unità politica
distinta da un’altra, con una propria compagine territoriale. Invece
cosa diversa e meno agevolmente comparabile con altre situazioni è
il configurarsi della peculiare – e mai compiutamente strutturatasi –
statualità della polis.
In secondo luogo, pur restringendo il discorso alle origini del
modello-polis quale forma particolare di comunità politica, anch’es-
so oggi appare l’esito non di un unico processo di sviluppo, bensì
di più processi, almeno tanti quante sono le principali componenti
storiche e strutturali del modello stesso: l’integrazione territoriale,
specialmente la definizione dei limiti spaziali della comunità e la re-
alizzazione dell’unità di città e campagna; la strutturazione della co-
munità politica dei cittadini; la configurazione di una coesione co-
munitaria, con le sue basi socio-economiche e i relativi fatti di au-
tocoscienza collettiva e di identità culturale; la crescita di una di-
mensione statuale in senso politico-istituzionale formale. Ognuna di
queste componenti si va configurando nel tempo e risulta l’esito di
processi provvisti di un “ritmo” proprio e di punti di partenza e
di arrivo diversi.
Non ci è dato insomma di guardare, come in un fotogramma,
alla “nascita della polis”. E dunque una riflessione storica incentra-
ta su una nozione troppo schematica di “origini” risulta assoluta-
mente problematica. Siamo in realtà di fronte a una vicenda lunga,
plurisecolare, parte della quale probabilmente non riusciamo a ve-
dere, perché non è detto tra l’altro che abbia lasciato sufficienti
tracce archeologiche. La polis in effetti non è che l’insieme degli
esiti cui dopo più secoli perviene una serie di concrete dinamiche
storiche.
Prima di provare a identificarne le principali, converrà però ri-
volgere qualche attenzione a Omero.
71
LA CIVILTÀ DEI GRECI
72
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
COMUNITÀ OMERICHE
La dimensione comunitaria
73
LA CIVILTÀ DEI GRECI
La comunità “ordinata”
74
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Integrazione territoriale
75
LA CIVILTÀ DEI GRECI
76
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
“Patriottismo” omerico?
77
LA CIVILTÀ DEI GRECI
78
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
79
LA CIVILTÀ DEI GRECI
ISTITUZIONALIZZAZIONE
In questo modo ha deciso la polis: chi sia stato cosmo, non possa esserlo di
nuovo per dieci anni; ma se giunga ad essere cosmo, in tutti i casi in cui avrà
pronunciato un giudizio, dovrà pagare un’ammenda del doppio – il dio lo
maledica [?] – e non potrà ricoprire una carica pubblica per il resto della
sua vita e ciò che abbia fatto in qualità di cosmo non abbia valore. Giuranti:
il collegio dei cosmi, i damioi e i venti della polis 89.
80
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
81
LA CIVILTÀ DEI GRECI
82
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
INTEGRAZIONE
Ha scritto Denis Roussel in Tribu et Cité che «la Città non è nata
dall’incontro di un potere politico e di una società preesistente ad
esso; piuttosto, la Città è una società che si è organizzata essa stes-
sa in una comunità politica» 96. Queste parole riassumono conve-
nientemente la tesi, ormai accreditata, secondo la quale il modello-
polis non risulterebbe dalla statualizzazione di una società data,
bensì dalla progressiva definizione di una società politica. In effetti,
se una società in cui manchi un’istanza politica o religiosa sovraor-
dinata è chiamata da esigenze strutturali a esprimere un potere or-
ganizzativo e decisionale, è inevitabile che tenda ad acquisire coe-
renza interna e funzionalità comunitaria. Vale a dire a raggiungere
una misura sufficiente di integrazione territoriale, politico-sociale e,
non da ultimo, etico-culturale.
E davvero l’integrazione è il problema cruciale della polis, perché
è in gioco l’esistenza stessa della comunità. Il modello-polis presuppo-
ne una koinonia di liberi che siano sullo stesso piano dal punto di
vista politico e partecipino di una comune dimensione collettiva. Non
vi sono le possibilità strutturali perché possa funzionare diversamen-
te, ad esempio per impulso di accumulazioni di potere stabili e ido-
nee a dominare la società. E anche se ciò fosse stato possibile i Greci
non avrebbero riconosciuto la polis: «non c’è polis che sia di un solo
uomo» proclama Emone nell’Antigone (v. 737).
Tuttavia non solo dell’esistenza della polis l’integrazione è presup-
posto essenziale, ma anche della sua stabilità. La comunità arcaica
agitata dal conflitto si stabilizza accentuando la solidarietà interna,
cioè integrandosi. Va interpretato in questa prospettiva il consolida-
mento di Sparta a partire dal VI secolo 97. E tutto l’operato di Solone
ad Atene può essere inteso come un tentativo di stabilizzare la polis
attraverso misure che promuovevano il potenziamento – anche sul
piano etico-politico – della dimensione comunitaria. A Clistene si do-
vrà poi l’integrazione della polis e del corpo civico su scala regionale,
in definitiva la vera e propria configurazione dell’Attica tutta come la
polis degli Ateniesi.
Quello clistenico è solo il più noto dei casi in cui un profondo
riordinamento del corpo civico comporta radicali innovazioni nel si-
stema di ripartizione della cittadinanza basato sulle tribu. Con que-
sto veniamo a una questione fondamentale: vale a dire il ruolo del-
le cosiddette unità di ripartizione della polis. Il dato essenziale è
che queste, in particolare tribu e fratrie, configurano una soluzione
83
LA CIVILTÀ DEI GRECI
84
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
85
LA CIVILTÀ DEI GRECI
sotto della quale un Ateniese libero non poteva finire. Il che contri-
buì a fare del cittadino il detentore di particolari prerogative ad altri
precluse. Dunque il membro di una comunità privilegiata. D’altro
canto, la legislazione e il riordinamento del campo politico fondavano
un nuovo ordine comunitario ispirato a un ideale di giustizia colletti-
va. In questo contesto la “cittadinanza” come «appartenenza pubbli-
camente definita a un corpo civico nell’ambito di uno spazio propria-
mente politico» 104 poteva avviarsi a diventare una vera e propria
identità attiva.
Tuttavia per la concretizzazione del ruolo partecipativo intrinseco
a questa nozione di cittadinanza si dovettero attendere la caduta della
tirannide pisistratide e la svolta clistenica. Come aveva visto già Ari-
stotele (Costituzione degli Ateniesi 20,1), Clistene restituì a tutti gli
Ateniesi il posto nella vita pubblica che loro competeva. Conferì uno
statuto politico ai villaggi, ponendo per questa via le premesse istitu-
zionali perché la campagna assumesse un’identità politica. Il ruolo es-
senziale dei demi locali nella costituzione del Consiglio dei Cinque-
cento e la riforma delle tribu consentivano il coinvolgimento nell’or-
dine politico dell’intera Attica. E l’assemblea si avviò ad acquistare
una centralità nei processi di decisione pubblica mai avuta in prece-
denza in tutto il mondo greco.
Così la cittadinanza acquisì un senso inedito. Sul piano formale,
la registrazione dei cittadini nelle liste dei demi secondo procedure
fisse, uguali per tutta l’Attica e giuridicamente tutelate, istituiva per
la prima volta un sistema omogeneo che sanciva l’appartenenza le-
gale alla comunità politica degli Ateniesi. Sul piano sostanziale di-
venne più forte e tangibile il rapporto tra la polis e ognuno dei
suoi membri. E prese gradualmente forma un sistema idoneo a va-
lorizzare sul piano politico ampie cerchie del plethos civico e so-
prattutto a incentivarne la partecipazione ai processi decisionali. La
specificità della condizione di cittadino poteva così assumere un
posto centrale nel modo in cui era vissuta l’appartenenza alla co-
munità, perché tutti i membri del corpo civico, al di là di ogni
altra differenza, venivano a collocarsi sullo stesso piano nella di-
mensione politica.
Date queste premesse, nel corso del V secolo il progressivo dispie-
garsi dell’uguaglianza politica nel concreto contesto delle istituzioni
non poté non ripercuotersi sull’intensità dell’identità civica. Si è volu-
to sostenere che gli Ateniesi abbiano potuto cominciare a sentirsi
«cittadini nella misura più intensa, perché solo grazie a questa specifi-
cità potevano essere uguali» 105.
86
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
I cittadini [...] ricevevano porzioni di carne nei giorni delle grandi feste, par-
tecipavano della bellezza, della grazia dei riti e dei santuari, ottenevano talo-
ra la loro quota parte dei doni fatti alla città [...], potevano partecipare a
certi banchetti pubblici. [...] Potremmo aggiungere a questo quadro somma-
rio la divisione del bottino tra i cittadini-soldati e la stessa costruzione di
santuari che spesso è finanziata con prede di guerra, e per finire con la de-
mocrazia ateniese, gli stessi µισϑοί, le paghe o indennità pubbliche 107.
87
LA CIVILTÀ DEI GRECI
questa era esperita soprattutto sul piano della partecipazione alla vita
pubblica.
L’identificazione tra appartenenza alla comunità e la coscienza di
essere membri attivi dell’ordine politico collettivo dovette arrivare a
coinvolgere, nella democrazia ateniese degli ultimi decenni del V se-
colo, ceti minuti che nel mondo antico mai erano stati, o sarebbero
diventati, protagonisti sul piano politico. Ed è solo in questo contesto
che poté affermarsi quell’ideologia democratica della partecipazione
pubblica documentata dalla famosa affermazione periclea in Tucidi-
de: «siamo i soli a considerare un cittadino che non prende parte agli
affari pubblici, più che inattivo, inutile» (2,40, trad. it. di G. Doni-
ni).
Con ciò veniamo a un punto cruciale. Perché questa valutazione
dell’impegno civico non implica necessariamente che il cittadino de-
mocratico fosse una sorta di individuo totus politicus, per il quale la
politica era la dimensione esistenziale predominante. Non si dovrà
sottovalutare, in altri termini, il carattere ideologico della svalutazione
periclea del disimpegno. Significherebbe soggiacere ancora una volta
al fascino del mito storiografico della Polis 108. Inoltre va dato spazio
a un differente ordine di considerazioni. Ad Atene negli ultimi de-
cenni del V secolo avevano corso, anche se non erano “egemoni”, po-
sizioni che ammettevano ci si potesse astenere dall’impegno civico
pur restando membri della comunità. L’inattività politica (apragmosy-
ne) non era unanimemente condannata 109. Né mancano idealizzazio-
ni, certo non disinteressate, dell’agricoltore attico alieno dalla scena
pubblica 110. Nella democrazia di IV secolo acquista rilievo una posi-
zione non dissimile, e si arriva ad ammettere una distinzione tra go-
vernanti e governati, un certo grado di “professionismo” nei politici e
una certa misura di “disimpegno” politico nei cittadini 111.
Del resto, se ci spostiamo sul piano della realtà concreta della
partecipazione civica, siamo costretti a riconoscere una situazione che
non può essere vista certo come l’esatto corrispettivo delle parole di
Pericle. Nelle riunioni dell’assemblea il quorum di 6.000 cittadini era
richiesto solo in pochi casi e la grande maggioranza delle sedute era
meno frequentata. E nel IV secolo, più di 7.000 cittadini non poteva-
no nemmeno fisicamente trovarsi riuniti nella Pnice 112. Ma il punto
essenziale è un altro. Si va oggi affermando una revisione della tesi
invalsa secondo la quale il possesso di alcuni schiavi anche da parte
dei medi e piccoli agricoltori attici consentiva loro di disporre delle
possibilità economiche e del tempo necessario di prendere parte attiva
ai processi decisionali pubblici sulla scena politica dell’asty 113. In
realtà, la scarsa disponibilità di personale servile, nonché le difficoltà
88
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
89
LA CIVILTÀ DEI GRECI
90
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
91
LA CIVILTÀ DEI GRECI
92
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
Note
93
LA CIVILTÀ DEI GRECI
94
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
40. Su Troia e più in generale sulla “città” omerica è essenziale Scully, 1990 (di-
scusso bene da W. Donlan, in “Arion”, III, s. 5, 1, 1997, pp. 242-52). Su Itaca cfr.
Raaflaub, 1993, p. 49, ma la migliore discussione è Olson, 1995, pp. 189-99.
41. Interessante riferimento alla fondazione mitica di Tebe e delle sue mura in
Od. 11,262-5.
42. Ad es. la mal nota Feia (7,135); ma cfr. anche 9,552, 573-4 (Calidone); 2,559,
646 (Tirinto e Gortina).
43. Van Wees, 1992, p. 29 e p. 323, n. 10.
44. A Pilo, Troia, Itaca e Scheria (Van Wees, 1992, p. 29 e p. 323, n. 11), ma
persino presso i Lestrigoni (Od. 10,114); cfr., in generale, Hölkeskamp, 1997.
45. A Scheria (Od. 6,10,266), Troia (Il. 5,446; 6,297-303; 7,83); ad Atene (Il.
2,549-51); a Delfi (Il. 9,404-5; Od. 79-80); per gli altari, cfr. Crielaard, 1995, pp. 247
ss.
46. Una fontana pubblica, come a Itaca (Od. 17,205-11), nonché una lesche, am-
biente coperto che fungeva da luogo di incontro e di ricovero per chi ne avesse biso-
gno (18,329); infine, pare concepibile un demios oikos (20,264-5).
47. Mele, 1978, pp. 42-3 e note 108-12; ora anche Lévy, 1983, pp. 59-60; essen-
ziale però Cole, 1976.
48. La tendenza in questione pare adombrata, soprattutto nell’Odissea, dall’equi-
valenza delle espressioni kata ptolin e kata demon (documentazione in Mele, 1978, p.
43, n. 115).
49. Meyer, 1937, p. 307.
50. Scully, 1990.
51. Cfr. al riguardo Schnapp, 1996, pp. 122-9 (La città degli scudi).
52. Od. 2,30-2 (trad. di G. A. Privitera).
53. Cfr. Il. 3,204-24; 11,122-42 per l’ambasceria e 3,309 per l’assemblea troiana.
54. Come ha sostenuto con validi argomenti Sale, 1994, pp. 62-80.
55. Il. 6,113 ss.; 15,721 ss. Analogamente, sono il basileus e i gerontes a inviare il
giovane Odisseo a chiedere conto ai Messeni di un raid da essi compiuto contro Itaca
(Od. 21,11-21); al riguardo cfr. Raaflaub, 1997.
56. In un contesto complessivo in cui predominano i legami di amicizia e ospita-
lità reciproca su base personale e familiare, troviamo gli Itacesi e i Tesproti legati da
relazioni privilegiate che vengono rappresentate come particolarmente care all’intero
demos (Od. 21,11-21); al riguardo cfr. Raaflaub, 1997.
57. Come ha scritto con bella sintesi Alfonso Mele, «il capo che con la sua azio-
ne mette in pericolo la comunità si trova esposto al malumore e alla critica dei suoi
[...]. V’è perfino la possibilità dell’interdizione per chi, basileus, insiste in un atteggia-
mento lesivo della comunità; e v’è il pericolo di una reazione violenta, come quella
[...] attuata dagli Itacesi contro il padre del basileus Antinoo, reo di lesa alleanza con
i Tesproti» (Mele, 1968, pp. 79-80, con documentazione alle note 67-74).
58. Carlier, 1998.
59. Cfr. al riguardo Flaig, 1994, importante sull’assemblea omerica in generale;
cfr. da ultimo Flaig, 1997.
60. Cfr. ad es. Od. 2,68-9.
61. Sulle regole dell’adunanza e, più in generale, l’ordine comunitario in Omero
cfr. ora Hölkeskamp, 1997, pp. 11-4.
62. Se è vero che il basileus non è un big-man melanesiano, non direi che il mo-
dello di una big-men society proposto a suo tempo (Quiller, 1981) sia inutile a com-
prendere il mondo omerico, come troppo schematicamente si sostiene in Carlier,
1996; cfr., viceversa, le considerazioni in Mossé, Schnapp-Gourbeillon, 1997, pp.
119-23.
95
LA CIVILTÀ DEI GRECI
63. Cfr. Mele, 1968, pp. 40-60 (CAP. VIII, Themis e la società iliadica), in part. pp.
41 e 52; Mele, 1978, pp. 57-61.
64. Ad es. chi «si compiace di guerra intestina» è athemistos (nonché aphretor e
anestios): Il. 9,63-4.
65. Calhoun, 1962, pp. 432-3.
66. Od. 9,149-56; 291-8: i sette ptoliethra offerti ad Achille.
67. Od. 24,355 e 376-8; cfr. Il. 2,630-7; anche Syrie è un’entità unitaria che com-
prende due poleis (Od. 15,412-4).
68. Cfr. Il. 2,591-602 e 11,670-761, in part. II, 711. van Wees, 1992, pp. 36-41
documenta bene, ma appare troppo sbrigativo nel conclamare una (non meglio defini-
ta) natura statale di queste entità che vanno «beyond the town».
69. Cfr. Mele, 1978, p. 49.
70. Cfr. ad es. Donlan, 1989, p. 15: «quite clearly, the epic poet and his listeners
identified the word-concepts “land/people” with a central place, the principal settle-
ment of the land»; in Crielaard, 1995, p. 246 si può leggere che «there are passages
in Homer in which the word polis connotes a political, more than a topographical, defi-
nition of state, encompassing both city and countryside. This points at a conception
of the polis not unlike that of the Classical period».
71. Il. 3,50; 24,706; cfr. anche Mele, 1978, p. 42 e n. 108.
72. Cfr. ad es. Raaflaub, 1993, pp. 55-8.
73. Il. 12,243; 15,494-9.
74. Il. 6,327-31.
75. Il. 15,556-8; 3,48-50; 6,327-31; cfr. Metz, 1990; alcune sfumature esigono le
pur acute considerazioni di Walter, 1993, p. 73 sulla Polisgesinnung dell’eroe omeri-
co.
76. Ad es. nella paradigmatica storia di Meleagro che Fenice propone ad Achille
renitente a combattere (Il. 9,527-99) o in una similitudine oddissiaca (Od. 8,523-5).
77. Cfr. Il. 15,494-9 («chi dovesse tra voi / [...] incontrare la morte e il suo fato, /
muoia! Non sarà vergogna per lui restare ucciso / combattendo per la patria (patre);
ma sarà salva la moglie ed i figli, / intatti i beni e la casa (oikos kai kleros), se fi-
nalmente gli Achei / con le navi faranno ritorno alla loro terra nativa» (trad. di G.
Cerri) e 8,55-8 («Per tutta la città si armavano dall’altro lato i Troiani, / ed erano in
meno; ma tuttavia bramavano battersi, / per necessità assoluta, per i figli e per le
donne»). Ancora fondamentale Leimbach, 1978, che deve servire a sfumare Raaflaub,
1993, pp. 57-8.
78. Polis coincide, in senso materiale e topografico, con l’asty (Il. 6, 327-31), ov-
vero è distinta da demos e vale perciò “centro abitato”: non “collettività”, né tantome-
no “unità statale” (Il. 15, 556-8).
79. Come vide acutamente Wilhelm Hoffmann (1956, p. 160).
80. Donlan, 1989, p. 28.
81. Crielaard, 1995, p. 246; cfr. anche Raaflaub, 1993, p. 54 («la connessione,
tipica della polis sviluppata, tra proprietà della terra, capacità bellica e cittadinanza,
ovvero diritti politici, dev’essere esistita in questa polis omerica, per quanto in manie-
ra informale e poco sviluppata»).
82. Mele, 1968, p. 53.
83. Murray, 1993a, p. 47.
84. Con i Pentilidi di Mitilene, a proposito dei quali si parla esplicitamente di
basilike dynasteia (Arist. Pol. 1311b 26 ss.).
85. Con i Basilidi di Eritre ed Efeso, forse anche di Chio: cfr. Arist. Pol. 1305b
18 ss.
96
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
97
LA CIVILTÀ DEI GRECI
cittadini») e 54, note 97-8 (il polites come «l’individuo completo dell’antichità»; i Gre-
ci quali il «popolo nel cui ambito chi solo avesse potuto si formava e viveva per la
totalità, non per un interesse particolare»).
109. Cfr. in generale, Carter, 1986.
110. Il Trigeo della Pace di Aristofane non era «amante dell’attività politica» (v.
191) e nei Georgoi un contadino è pronto a pagare pur di non ricoprire cariche pub-
bliche (fr. 102 Kassel-Austin). Nel dibattito delle Supplici euripidee Teseo non con-
traddice l’araldo tebano quando questi sottolinea le difficoltà che l’agricoltore non be-
nestante incontra nell’interessarsi degli affari pubblici (vv. 420-2), mentre nell’Oreste
l’autourgos, pur frequentando raramente l’asty e l’agora, svolge comunque un ruolo
essenziale per la comunità (vv. 917-30).
111. Demostene, ad es., che pure propugnava l’ideale della partecipazione “mili-
tante” non esitava a concedere che era possibile per la maggioranza dei suoi concitta-
dini «vivere tranquillamente senza esser ingiusti e senza nuocere alla città» (Sulla coro-
na, 308).
112. Cfr. Hansen, 1996c.
113. I termini della questione e la bibliografia relativa possono essere desunti da
Meiksins Wood, 1988 e Ameling, 1998.
114. Pol. 1318b 11-6 (trad. mia); cfr. anche, nello stesso senso, 1319a 32-8.
115. Veyne, 1988, p. 89.
116. Murray, 1993a, p. 101.
117. Ivi, p. XIV.
118. Cartledge, 1996, p. 45, con un rimando a Berent, 1994.
119. Berent, 1996, in part. p. 44.
120. Cfr. ad es. Blickle, 1998, p. 1, sulla base di Conze, 1990, p. 2.
121. Molto bene Osborne, 1985, p. 7.
122. Musti, 1985; cfr. anche Hansen, 1989, pp. 17-21, in generale un contributo
importante, di cui però non si condivide la rigida impostazione “separatista” in riferi-
mento al rapporto tra “stato” e “società”, per cui la polis sarebbe «uno stato, non una
fusione di stato e società» (ivi, p. 21).
123. Meier, 1969, p. 324.
124. Cartledge, 1996, pp. 47 ss.
125. Per un’analisi in questa prospettiva del rapporto tra mondo privato della
famiglia e dell’oikos da un lato e ambito civico dall’altro cfr. ora Patterson, 1988.
126. Cfr. Ober, 1989, in part. pp. 199-202 e 1993, pp. 145 ss.
127. Cfr. per la definizione Polignac, 1995, ma una distinzione analoga è in Mur-
ray, 1993b (a proposito di “polis necessaria” e “polis naturale”), nonché in Ober,
1993, in cui si ricorre ai termini di “politico-polis” e “geo-polis”.
Riferimenti bibliografici
98
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
ID. (1996), Il sistema della polis. Elementi costitutivi e origini della città greca,
in S. Settis (a cura di), I Greci. Storia, Cultura, Arte, Società, 2, Una sto-
ria greca, I, Formazione, Torino, pp. 297-342.
ASSMANN J. (1997), La memoria culturale. Scrittura, ricordo e identità politica
nelle grandi civiltà antiche, Torino (ed. or. München 1992).
BERENT M. (1994), The Stateless Polis. Towards a Re-Evaluation of the Classi-
cal Greek Political Community, diss., Cambridge.
ID. (1996), Hobbes and the “Greek Tongues”, in “History of Political
Thought”, 17, pp. 36-59.
BINTLIFF J. (1994), Territorial Behaviour and the Natural History of the Greek
Polis, in E. Olshausen, H. Sonnabend (Hrsg.), Stuttgarter Colloquium zur
historischen Geographie des Altertums, 4 (1990), Amsterdam, pp.
207-49.
BLICKLE P. (1998), Einführung. Mit den Gemeinden Staat machen, in Id.
(Hrsg.), Gemeinde und Staat im alten Europa, München (in “Historische
Zeitschrift”, Beihefte Band 25), pp. 1-20.
BOURRIOT F. (1976), Recherches sur la nature du génos. Études d’histoire sociale
Athénienne. Périodes archaïque et classique, Paris.
BRAVO B. (1996), Una società legata alla terra, in S. Settis (a cura di), I Greci.
Storia, Cultura, Arte, Società, 2, Una storia greca, I, Formazione, Torino,
pp. 527-60.
CALHOUN G. M. (1962), Polity and Society, in A. J. B. Wace, F. H. Stubbings
(eds.), A Companion to Homer, London, pp. 431 ss.
CARLIER P. (1996), Les “basileis” homériques sont-ils des rois?, in “Ktema”, 21,
pp. 5-22.
ID. (1998), Observations sur la décision politique en Grèce, de l’époque mycé-
nienne à l’époque archaïque, in W. Schuller (Hrsg.), Politische Theorie
und Praxis im Altertum, Darmstadt, pp. 1-18.
CARTER L. B. (1986), The Quiet Athenian, Oxford.
CARTLEDGE P. (1996), La nascita degli opliti e l’organizzazione militare, in S.
Settis (a cura di), I Greci. Storia, Cultura, Arte, Società, 2, Una storia gre-
ca, I, Formazione, Torino, pp. 39-72.
COHEN R., SERVICE E. R. (eds.) (1978), Origins of States, Philadelphia.
COLE D. R. (1976), Asty and polis: “City” in Early Greek, Ph. Diss., Stanford.
CONZE W. (1990), Staat und Souveränität, I, in O. Brunner, W. Conze, R.
Koselleck (Hrsg.), Geschichtliche Grundbegriffe, IV, Stuttgart.
CRIELAARD J. P. (1995), Homer, History and Archaeology: Some Remarks on
the Date of the Homeric World, in Id. (ed.), Homeric Questions, Amster-
dam, pp. 201-88.
DAVIES J. K. (1977-78), Athenian Citizenship: The Descent-Groups and the Al-
ternatives, in “CJ”, 73, pp. 105-21.
ID. (1996), Strutture e suddivisioni delle polesi arcaiche. Le ripartizioni minori,
in S. Settis (a cura di), I Greci. Storia, Cultura, Arte, Società, 2, Una sto-
ria greca, I, Formazione, Torino, pp. 559-651.
ID. (1997), The “Origins of the Greek Polis”. Where Should We Be Looking?,
in Mitchell, Rhodes, 1997, pp. 24-38.
99
LA CIVILTÀ DEI GRECI
100
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
101
LA CIVILTÀ DEI GRECI
102
2. ALLA RICERCA DELLA POLIS
città, Atti del Convegno Internazionale, 14-19 marzo 1988, Roma, pp.
15-33.
NAFISSI M. (1991), La nascita del kosmos. Studi sulla storia e la società di Spar-
ta, Napoli.
OBER J. (1989), Mass and Elite in Democratic Athens: Rhetoric, Ideology, and
the Power of the People, Princeton.
ID. (1993), The Polis as Society, in Hansen (ed.) (1993a), pp. 129-60.
OLSON S. D. (1995), Blood and Iron. Stories and Storytelling in Homer’s Odys-
sey, Leiden-New York-Köln.
OSBORNE R. (1985), Demos: The Discovery of Classical Attika, Cambridge.
ID. (1996), Greece in the Making, 1200-479 BC, London-New York.
PATTERSON C. B. (1998), The Family in Greek History, Cambridge (Mass.).
POLIGNAC F. DE (1995a), Cults, Territory, and the Origins of the Greek City-
State, Chicago-London.
ID. (1995b), Repenser la “Cité”? Rituels et société en Grèce archaïque, in Han-
sen, Raaflaub (eds.) (1995), pp. 7-19.
QUILLER B. (1981), The Dynamics of the Homeric Society, in “SO”, 56, pp.
109-55.
RAAFLAUB K. A. (1993), From Homer to Solon. The Rise of the Polis. The
Written Sources, in Hansen (ed.) (1993a), pp. 41-106.
ID. (1996), Solone, la nuova Atene e l’emergere della politica, in S. Settis (a
cura di), I Greci. Storia, Cultura, Arte, Società, 2, Una storia greca, I, For-
mazione, Torino, pp. 1.035-81.
ID. (1997a), Politics and Interstate Relations in the World of Early Greek Po-
leis: Homer and Beyond, in “Antichthon”, 31, pp. 1-27.
ID. (1997b), A Historian’s Headache: How to Read “Homeric Society”, in N.
Fisher, H. van Wees (eds.), Archaic Greece: New Approaches and New
Evidence, Cardiff-London, pp. 169-93.
RICH J., WALLACE HADRILL A. (eds.) (1991), City and Country in the Ancient
World, London-New York.
ROUSSEL D. (1976), Tribu et Cité. Études sur les groupes sociaux dans les cités
grecques aux époques archaïque et classique, Paris.
RUNCIMAN W. G. (1982), Origins of States: The Case of Archaic Greece, in
“Comparative Studies in Society and History”, 24, pp. 351-77.
RUZÉ F. (1997), Déliberation et puvoir dans la cité grecque de Nestor à So-
crate, Paris.
SALE W. M. (1994), The Government of Troy: Politics in the Iliad, in “GRBS”,
35, pp. 5-102.
SCHNAPP A. (1996), Città e campagna. L’immagine della “polis” da Omero al-
l’età classica, in S. Settis (a cura di), I Greci. Storia, Cultura, Arte, Società,
1, Noi e i Greci, Torino, pp. 117-63.
SCULLY S. (1990), Homer and the Sacred City, Ithaca-London.
SERVICE E. R. (1975), Origins of the State and Civilization: The Process of Cul-
tural Evolution, New York.
SINCLAIR R. K. (1988), Democracy and Participation in Athens, Cambridge.
SNODGRASS A. M. (1971), The Dark Age of Greece, Edinburgh.
103
LA CIVILTÀ DEI GRECI
ID. (1977), Archaeology and the Rise of the Greek State, Cambridge.
ID. (1980), Archaic Greece: The Age of Experiment, London.
ID. (1991), Archaeology and the Rise of the Greek City, in Rich, Wallace-Ha-
drill (eds.) (1991), pp. 1-23.
ID. (1993), The Rise of the Polis. The Archaeological Evidence, in Hansen
(ed.) (1993a), pp. 30-40.
SOURVINOU INWOOD C. (1993), Early Sanctuaries, the Eighth Century, and Ri-
tual Space: Fragments of a Discourse, in N. Marinatos, R. Hägg (eds.),
Greek Sanctuaries: New Approaches, London, pp. 1-17.
STAHL M. (1992), Solon F 3D. Die Geburtsstunde des demokratischen Gedan-
kens, in “Gymnasium”, 99, pp. 385-408.
TODD S. C. (1993), The Shape of Athenian Law, Oxford.
VATIN C. (1984), Citoyens et non-citoyens dans le monde grec, Paris.
VEYNE P. (1988), I Greci hanno conosciuto la democrazia?, in C. Meier, P.
Veyne, L’identità del cittadino e la democrazia, Bologna, pp. 73-107.
WALTER U. (1993), An der Polis teilhaben: Bürgerstaat und Zugehörigkeit im
archaischen Griechenland, Stuttgart.
WEES H. VAN (1992), Status Warriors: War, Violence and Society in Homer
and History, Amsterdam.
WELWEI K.-W. (1988), La polis greca, Bologna (ed. or. Die griechische Polis,
Stuttgart-Berlin-Köln-Mainz 1983).
WHITEHEAD D. (1991), Norms of Citizenship in Ancient Greece, in A. Mohlo,
K. Raaflaub, J. Emlen (eds.), City-States in Classical Antiquity and Medie-
val Italy, Stuttgart, pp. 135-54.
ID. (ed.) (1994), From Political Architecture to Stephanus Byzantius. Sources
for the Ancient Greek Polis, Stuttgart.
WHITLEY J. (1991), Style and Society in Dark Age Greece: The Changing Face
of a Pre-Literate Society, 1100-700 B.C., Cambridge.
104