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Uno sconfitto
Il critico letterario Alberto Asor Rosa, nel Febbraio del 2019, pubblicò il saggio
Machiavelli e l'Italia, Resoconto di una sconfitta, nel quale, delinea la figura di
Machiavelli come uno sconfitto, un letterato come tanti altri che è diventato un
grande solo dopo la morte. Asor Rosa, in particolare, sì chiede: "come mai colui che
viene considerato, pressoché, il fondatore della teoria politica moderna, nasce vive e
opera nel paese in cui a quel tempo era quello più politicamente più contrastato e
contraddittorio, e cioè, l'Italia? Sì potrebbe commentare: al massimo della civiltà dei
comportamenti, corrispose evidentemente il massimo della debolezza. Egli si chiede
come sia stato possibile che la società più avanzata culturalmente al mondo allora
che nello stesso momento in cui ha prodotto una società così alta sia allo stesso
tempo stata così debole rispetto alle compagini statuali, come la Francia e la Spagna
che si andavano delineando tra 300 e 400 in Europa. Tantoché, la Francia, nel 1494,
scende in Italia con Carlo VIII (24 anni) la occupa senza neanche il bisogno di
combattere, la prende "col gesso" (Machiavelli) e inaugura la stagione delle guerre in
Italia. L'aspetto che Asor Rosa sottolinea è ciò che rende più affascinò la lettura di
Machiavelli che insieme a Giucciardini è caratterizzato da questa domanda. La figura
di Machiavelli come sconfitto emerge anche nell'edizione critica del principe con
introduzione, commento e parafrasi completa in italiano moderno, di Gabriele
Pedullà pubblicata nel 2013, in occasione del Cinquecentenario della stesura del
Principe. Nell'introduzione, Pedullà ci dice: "il principe è innanzitutto l'opera di uno
sconfitto. Quando Machiavelli inizia a lavorarci, tra l'estate e l'autunno del 1513, ha
quarantaquattro anni, e nei precedenti dodici mesi ha sperimentato il tracollo della
Repubblica di Firenze, la fuga improvvisa del proprio proprio protettore politico (il
gonfaloniere di giustizia Piero Soderini) e la cancellazione della Milizia popolare alla
quale per otto anni aveva consacrato gran parte delle sue energie". Pedullà, però,
non ci dice che nel febbraio del 1513, quando da qualche mese erano tornati i
Medici e Firenze e quindi caduta la repubblica di Piero Soderini, per la quale,
Machiavelli lavorava, egli viene imprigionato e torturato perché accusato di fare parte
di una congiura anti medicina per il ripristino della Repubblica. Quando leggiamo il
principe, quindi, dobbiamo tenere presente che i pensieri che troviamo al suo interno
sono quelli di un uomo che ha subito sulla propria carne le efferatezze e la crudeltà
della politica. Egli non è un umanista del 400 che sa alla perfezione il greco e il latino
e che condensa la propria erudizione scrivendo un trattato, ma si riallaccia a quella
tradizione scrivendo il de principatibus, ma da una specula completamente diversa
da quella degli eruditissimi umanisti del 400.
Il dramma di Machiavelli è quello di aver vissuto in un'epoca in Italia politicamente
instabile e difficile, un dramma che si sviluppa attorno a 2 date fondamentali:
Seminario 13/11/2020
1. Il 1494, l'Inizio della ruina d'Italia con l'ascesa dei Francesi, due anni dopo la
morte di Lorenzo il Magnifico, che aveva garantito una politica dell'equilibrio
tra gli Stati e repubbliche italiane nella Seconda metà del 400. Data
fondamentale per la storiografia che riecheggia nella letteratura del tempo, la
data spartiacque e anno in cui si interrompe, in novembre, la stesura
dell'innamoramento de Orlando di Matteo Maria Boiardo che muore mentre i
francesi stanno oltrepassando le armi. L'ultima ottava dell'Orlando
Innamorato, suona così: "Mentre che io canto o Iddio redentore, Vedo la Italia
tutta a fiamma e foco Per questi Galli che con gran valore Vengon per disertar
non so che loco; Però vi lascio in questo vano amore De Fiordespina ardente
a poco a poco; Un'altra dista, se mi fila concesso, Raccontarvi il tutto per
espresso";
2. Il 1512, data cesura per la vita di Machiavelli da cui inizia il suo personale
tormento umano e professionale. Tra la fine del settembre e l'inizio dell'agosto
di quell'anno, i Medici, aiutati dal pontefice e dagli spagnoli, tornano a Firenze
e pongono termine non solo al loro esilio, ma anche alla parentesi
repubblicana che a Firenze era iniziata con la loro cacciata, nel 1494. Nel
1494, iniziò la repubblica teocratica di Girolamo Savonarola, un esperimento
radicale di Repubblica, nella quale, venivano portati agli estremi, i principi
religiosi, una specie di teocrazia. Girolamo Savonarola è un frate ferrarese
che nel 1490 giunse a Firenze dove si scagliò contro il lusso sfrenato della
nobiltà, contro la corruzione del clero e dei capi politici della città e pensare
che era stato probabilmente lo stesso lorenzo a chiavare Savonarola in città
su insistenza di Pico della Mirandola. Nella notte del 5 Aprile del 1942 un
fulmine si schiantò contro la cupola del duomo danneggiandola, evento che
molti interpretarono come un cattivo augurio, ed effettivamente tra giorni dopo
il Magnifico muore e poco dopo la penisola assiste impotente alla discesa sul
proprio suolo del re di Francia Carlo VIII. Tutto questo venne predetto dal
frate, i quali fautori erano chiamati Piagnoni (il nome la dice lunga sui toni
millenaristici delle loro rivendicazioni). hanno così buon gioco a imporsi sulle
altre fazioni cittadine. Divenuto il peso politico del frate un fardello troppo
ingombrante, il papa Alessandro VI (1492-1503) decise di scomunicarlo e
anche il popolino di Firenze, che aveva sempre appoggiato le sue accuse
contro l’aristocrazia, cominciò a essere intollerante verso l’intransigenza
morale di Savonarola. Nel 1498 le magistrature fiorentine, dopo averlo fatto
arrestare e torturare, condannarono il frate ferrarese al rogo per eresia.
Machiavelli, nella lettera a Riccardo Becchi, ambasciatore fiorentino presso il
papa, descrive le strategie politiche del papa che secondo lui si fondavano
sulle bugie e sullo zelo religioso. E’ questa una delle prime volte in cui
possiamo apprezzare il lucido disincanto del giudicio machiavelliano sulle
cose del mondo. Nel corso degli anni questa attitudine scettica di farà ancora
più solida, quasi che, educato agli abili infingimenti e alle consuete gabole
della politica attiva, Machiavelli sia in grado di leggere oltre i comportamenti
abituali degli uomini di potere, scoprendovi i sottotesti d’interesse e di
tornaconto personale. Nel 1498, invece, cominciò l'esperienza repubblicana
del gonfaloniere Piero Soderini, il quale, si circonderà di uomini fidati
dell'oligarchia fiorentina, tra i quali, Niccolò Machiavelli.
Seminario 13/11/2020
Tra la fine del 1512 e l'inizio del 1513, egli venne torturato e imprigionato dal
nuovo regime dei Medici e nel Marzo del 1513 viene costretto a allontanarsi
da Firenze, per almeno un anno, nella sua tenuta in campagna di Sant'Andrea
in Percussina nella località di San Casciano a una ventina di chilometri da
Firenze, sulla strada che porta a Siena ed è lì che inizia a comporre il
Principe.