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Jaco Pastorius - Una vita infranta di A.D.

Pochi giorni dopo i componenti di The Band danno inizio al loro concerto d'addio e Joni Mitchell partecipa
all'evento, assieme a Bob Dylan,Van Morrison, Neil Young, Eric Clapton e altri artisti di spicco. Il tutto
viene registrato dall'abile cinepresa di Martin Scorsese e dopo un anno e mezzo trasformato nel celebre film-
documentario The Last Waltz. In questa occasione Joni si esibisce cantando nei cori di Helpless di Neil
Young e poi, accompagnata da The Band, suona Coyote, Shadows and Light e Furry Sings the Blues.

Hejira viene salutato come un ritorno alla lucidità da parte della Mitchell, rassicurando così critica e
pubblico. Il disco arriva alla tredicesima posizione della Billboard chart e diventa disco d'oro dopo solo tre
settimane di vendita. Nell'estate del 1977 Joni comincia a lavorare a quello che sarà il suo unico doppio
album in studio. Disposta a rischiare per portare a termine il contratto con l'Asylum, raggruppa alcune
canzoni scartate dai precedenti progetti e le rielabora con la collaborazione della band che aveva partecipato
ad Hejira (compreso Jaco Pastorius) con l'aggiunta del batterista Don Alias e il sassofonista Wayne Shorter.
Pubblicato nel dicembre 1977 col titolo Don Juan's Reckless Daughter, il lavoro è un tripudio di
sperimentalismo, improvvisazione jazz, ritmi tribali e melodie oniriche (da ricordare Paprika Plains, un
pezzo della durata di 17 minuti che ripercorre un sogno fatto dalla Mitchell). Ciononostante, il doppio LP
riuscì a raggiungere la posizione 25 della Billboard chart e divenendo disco d'oro in tre mesi.
Alcuni mesi dopo l'uscita di Don Juan's Reckless Daughter, Joni viene contattata dal grande jazzista Charles
Mingus, rimasto colpito dal suo coraggio artistico. Mingus desidera la sua collaborazione nell'interpretazione
musicale dell'opera Quattro quartetti di T.S. Eliot. Questa richiesta di Mingus porterà il decisivo
cambiamento nella musica di Joni Mitchell, segnando ancora una volta una rottura col passato e con le
aspettative del pubblico e della critica. Nel gennaio 1979, Mingus muore prima di vedere l'album completato,
anche se aveva già sentito e approvato tutti i testi scritti da Joni eccetto quello per God Must Be a Boogie
Man. Dopo aver rivisto le versioni definitive delle canzoni, Joni intraprende l'arduo compito di scegliere una
band adatta ad eseguire quel particolare tipo di musica. Alla fine scarta l'idea di una band acustica,
nonostante quello fosse il desiderio del compianto Mingus e si serve di una formazione comprendente:
Herbie Hancock alle tastiere, Wayne Shorter al sassofono, Don Alias alle percussioni, Peter Erskine alla
batteria e Jaco Pastorius al basso.

Jaco compositore arrangiatore

Il primo aprile del 1976 Jaco fa ufficialmente parte del gruppo di jazz moderno più importante degli ultimi
30 anni: i Weather Report, con Joe Zawinul alle tastiere, Airto Moreira alle percussioni, Peter Erskine alla
batteria e Wayne Shorter al sassofono. Nella sua audizione, si presentò a Zawinul e Shorter come "il più
grande bassista elettrico del mondo", e suonò "Cannonball", un omaggio di Zawinul stesso al suo primo
"datore di lavoro", Julian Cannonball Adderley (altosassofonista morto nel 1975), contribuendo anche con
una sua composizione, "Barbary Coast", che subito diventò il suo biglietto da visita. Con Heavy Weather", il
disco più famoso dei Weather Report, Jaco inventa il banco di prova di tutti i bassisti elettrici moderni, "Teen
Town", oltre a linee di basso imperdibili in "Birdland" e "Havona". Ma oltre ad inventare grooves incredibili
e contagiosi, Jaco non ha mai smesso di considerarsi un compositore: pensava, suonava e scriveva in termini
orchestrali, e questa è forse la sua caratteristica più unica. Un'estetica crossover, come si direbbe oggi. E ogni
occasione è buona per fondere generi e reinventarsi: da "Sophisticated Lady" di Duke Ellington a "Chromatic
Fantasy" di Bach, da "Blackbird" dei Beatles a "Giant Steps" di Coltrane, da "The Chicken" al reggae di "I
shot the sheriff". Da non dimenticare le favolose collaborazioni con Joni Mitchell ("Mingus" e il live
"Shadows and Light", del 1979), e le puntatine europee col trombonista Albert Mangelsdorff, nel 1980.

Per Pastorius in particolare è un periodo intensissimo, sul lato professionale e privato: si sposa con Ingrid a
luglio, segue Joni Mitchell e la sua superband per il Mingus Tribute Tour nei due mesi successivi [37], si
esibisce in solo presso i Berlin Jazz Days ai primi di novembre [38]. Eppure secondo Ingrid, che in questi
anni lo segue regolarmente anche on the road, troppe cose cominciano a non andare: nella parte finale del
tour con Joni Mitchell, Jaco prende spesso a bere assieme agli altri membri della band e - ma questo Ingrid
non può dirlo con certezza perché non l'ha visto con i suoi occhi - sicuramente continua a tirare della coca.
Lei era già al corrente del fatto che suo marito sniffasse da qualche tempo, ma per quanto la riguardava la
cosa non aveva ancora causato particolari stranezze.

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Ad opinione di uno dei medici del Bellevue Hospital, un ospedale psichiatrico di New York che verso la
metà degli anni ottanta vedrà Jaco Pastorius ospite forzato, l'abuso di alcool e droga va interpretato a
posteriori come un sintomo di automedicazione per la sindrome maniaco-depressiva di cui soffre. È
importante ricordare che ancora alla fine degli anni settanta quella stessa manic depression che era stata
cantata da Jimi Hendrix appare una malattia semisconosciuta, per la quale medici e ricercatori non hanno
delle terapie efficaci. Oggi è risaputo che si tratta generalmente di una patologia di tipo genetico, le cui prime
avvisaglie cominciano a manifestarsi per gli uomini fra i venticinque e i trentacinque anni. Ingrid conferma
che Jaco aveva cominciato a bere all'incirca all'età di venticinque anni, forse non è un caso; la miscela con la
cocaina, seguita a ruota, comincia a causare effetti nefasti e crescenti così come la riduzione dei tempi
intercorrenti tra fasi maniacali e altre depressive, che si fanno cicliche. La parabola discendente che nessuno
avrebbe mai immaginato comincia a diventare per Pastorius un'ipotesi tutt'altro che remota [39].

Nel 1981 Jaco decide di modernizzare e recuperare la tradizione delle big bands, registrando "Word of
Mouth", un disco fresco e sorprendente, con uno strano inizio, "Crisis", una specie di "Guernica" con i suoni
al posto dei colori. Due anni dopo, "Invitation", un disco live della big band. Ottimi dischi, ma un flop di
vendita, cosa che scoraggiò molto Jaco, e segnò l'inizio della crisi. Anche il suo successivo progetto,
"Holyday for Pans", non era esattamente quello che la Warner Bros. Records si aspettava da lui: ruppero il
contratto prima che il progetto fosse finito. Di più: le registrazioni furono rubate da un "amico" di cui Jaco si
fidava, e che le vendette ad una casa discografica giapponese.

Dal 1982 le cose cominciarono ad andare male. Tournèes in tutto il mondo, Montreux, Canada, Italia… e
l'inizio della "sindrome della rockstar". Un successo mondiale ottenuto troppo in fretta, il panico di dover
superare sempre sé stesso, un'insicurezza di base che lo portò progressivamente all'uso di droghe e ad
un'aggressività intollerabile, fino alla sua Waterloo.

Jaco ed i Weather Report

(tratto on line da:http://italia.allaboutjazz.com/ di Francesco Cisternino- qui liberamente adattato)

Anche se l'intera storia dei Weather Report occupi la bellezza di circa quattordici anni, noi presteremo
attenzione solo ai dischi realizzati fra il 1976 e il 1982, vale e cioè il periodo in cui la band ha potuto
annoverare nelle sue formazioni il più grande bassista elettrico di tutti i tempi, Jaco Pastorius. Si racconterà
di come questultimo, vero protagonista della trattazione, abbia edificato una nuova estetica per il suo
strumento, come abbia inventato per esso una tecnica e una profondità inedite.

C'è una svolta nella carriera di Pastorius, un cambio improvviso che gli permetterà di girare il mondo e
giungere alla piena maturità artistica: è l'incontro con Joe Zawinul, che avviene alla Gusman Philharmonic
Hall di Miami una sera in cui il nostro è impegnato a dirigere la big band della Scuola di Musica
dell'Università [3]. Dopo la performance è previsto un set dei Weather Report, immensa band di jazz
elettrico di quegli anni; Jaco, che li conosce poco e li apprezza ancora meno, va via prima che comincino a
suonare e quando torna a prendersi lo strumento viene presentato al leader che, di pessimo umore, non lo sta
tanto a sentire. In ogni caso i due scambiano qualche parola, il giorno dopo Pastorius lo raggiunge in albergo
per portargli delle sue registrazioni. Zawinul ha poi modo di apprezzare la registrazione di Pastorius della
parkeriana "Donna Lee" e, scambiando il fretless per una chitarra, rimane così incuriosito da chiedergli se sia
in grado di suonare anche il basso elettrico! [Nota 4]

Ora ci spostiamo al dicembre del 1975, presso il Devonshire Sound di North Hollywood, in piena
registrazione del nuovo disco dei Weather Report Black Market. C'è il valido apporto dell'ingegnere del
suono Ron Malo, a lungo in forze alla Motown e specializzato in black music; produzione e arrangiamenti
spettano a Zawinul, la coproduzione è di Wayne Shorter. Poco prima della pausa natalizia la band ha
registrato una buona parte del materiale, manca poco per finire; ma subito dopo le vacanze il bassista
elettrico Alphonso Johnson decide di abbandonare la band per intraprendere un suo progetto con Billy
Cobham e George Duke. Zawinul mette dunque alla prova Pastorius con il brano "Cannonball", omaggio al
grande sassofonista scomparso pochi mesi prima. Il provino va benissimo, Zawinul e Shorter gli chiedono se

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vuole unirsi al gruppo; Pastorius accetta e fa anche in tempo a contribuire con un brano, "Barbary Coast", da
lui composto per il disco che adesso si può dire del tutto concluso.
Dal primo aprile del '76 Jaco è membro dellla band.

Black Market è un album molto riuscito per via di un'imprevista coerenza interna e soprattutto per le varie
personalità che riesce a mettere in luce: l'estro raffinato di Wayne Shorter, la pragmaticità di Zawinul, la
possente tempra del percussionista peruviano Alex Acuna, oltre che il raffronto fra Johnson e Pastorius e
quello più sottile fra i batteristi Chester Thompson e Narada Michael Walden. Ascoltando attentamente i
brani si riusciranno a distinguere le differenze stilistiche fra Johnson e Pastorius: il primo è più metronomico,
può vantare una sobrietà spiccata nel fraseggio, spesso costruito su brevi riff che si ripetono ciclicamente e
un uso accorto degli intervalli di ottava; il secondo segue sì come un'ombra la pulsazione del brano ma si
permette con insolenza di girargli attorno irregolarmente, simulando delle finte mediante piccole
anticipazioni e ritardi. Quella di dominare il tempo anzichè piegarvisi nella maniera succube tipica del rock è
una caratteristica dei musicisti R'n'B e Funk, fra i quali Pastorius è specificamente annoverabile. A
dimostrazione vi è anche il suono del suo strumento, sul quale comunque ritorneremo: niente effetti tipo wah
wah, fuzztone, overdrive eccetera, vale a dire tutti quei pedali utilizzati dai bassisti e dai chitarristi rock per
apportare più grinta al suono dei loro strumenti. Il sound di Jaco è il più lineare e pulito possibile. Si segnala
il digital delay MXR usato nei soli durante i concerti; in studio, l'effetto simil-phaser che di tanto in tanto si
riscontra pare che provenga da una sovraincisione dello strumento. Dal momento del suo ingresso nella band,
il basso va ad assumere un doppio ruolo di accompagnamento e solista che pregiudica l'introduzione di una
chitarra, strumento fondamentale nel filone del jazz-rock in cui i Weather Report di questo periodo vengono
inseriti con qualche difficoltà.

La band, ora quintetto con Shorter, Zawinul, Pastorius, Acuna ed il nuovo percussionista Manolo Badrena
intraprende il tour promozionale e nel luglio dello stesso anno, in occasione della partecipazione al Jazz
Festival di Montreaux, registra un disco live oggi introvabile [10] con alcuni brani dall'ultimo disco
("Gibraltar", "Cannonball", la title track "Black Market") e due spazi solistici separati per i soli di basso e di
pianoforte.

Si concentri a questo punto l'attenzione su di un particolare non secondario all'interno della storia del gruppo.
Per merito di un bassista che nei fatti si va a profilare come un frontman, i Weather Report perdono
quell'alone di mistero che soprattutto all'inizio li caratterizzava e cambiano radicalmente la propria
immagine. La presenza fisica imponente di Pastorius, i capelli neri e lunghi fino alle spalle, un abbigliamento
tendenzialmente sportivo con sprazzi hippie uniti a gesta funamboliche sul palcoscenico e atteggiamenti da
star concorrono col tempo a costruire una figura del personaggio che ha poco a che vedere con l'immaginario
collettivo del musicista di jazz di questi anni. Questo coefficiente di sex appeal misto a innegabile carisma
contribuisce alla schiera di "tutto esaurito" nei concerti e alle vendite di dischi nell'ordine di centinaia di
migliaia di copie. Così lo tratteggia il critico inglese Brian Glasser: egli portò una visual bravura (sic) alle
esibizioni dal vivo della band che ebbero l'effetto di attrarre nuove tipologie di fan, soprattutto i bianchi
americani più giovani, i quali riconobbero in Pastorius qualcosa di simile agli eroi del rock quali Jimi
Hendrix e Pete Townshend [11]. Quelli indicati da Glasser sono proprio i fan che questa band e la sua casa
discografica, la Columbia, stanno cercando da tempo e che finalmente riescono a trovare.

Heavy Weather (1977) vede approdare i Weather Report ad una nuova fase in cui sono in grado di
congiungere la propria abilità strumentale con una dimensione elettronica consapevole anche se non priva di
ingenuità, in un momento in cui una parte della vena aurea post-Davis del jazz elettrico si sta cominciando ad
esaurire, qualcuno comincia a ripetersi (i Return to Forever in particolare) e qualcun altro pensa addirittura di
convertirsi all'acustico: è il caso, ad esempio, di John McLaughlin e dei suoi Shakti. Pastorius è tra i
responsabili della svolta e nel disco è autore di due brani, "Havona" [per una trascrizione di questo brano
Allegato 1 pagg.1] e "Teen Town" [per una trascrizione di questo brano allegato 2 pagg.1-2] nel quale suona
anche la batteria; è inoltre coproduttore dell'album al fianco di Zawinul, dal quale apprende i segreti
dell'editing in post produzione entrando in sintonia con l'assunto studio-as-instrument [allegato 3 - scheda
tecnica sulle tecniche di registrazione adottate da Zawinul] che per i WR si è già concretizzato con risultati

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eccelsi.

Soffermiamoci ora su alcuni punti di forza del disco: innanzitutto si registra una prova magistrale della
sezione ritmica con Pastorius, Acuna e il nuovo percussionista Manolo Badrena al meglio della forma in una
miscela sofisticata che, come ha correttamente rilevato Vincenzo Martorella [12], allude con lucidità alla
black music. Inoltre, si registrano un paio di innovazioni importanti: da un lato l'ulteriore spinta elettronica
dovuta alle tastiere di Joe Zawinul e dall'altro dei temi molto piacevoli, facili al primo ascolto (ma non
semplici, puntualizza bene ancora Martorella) che conferiscono ai brani una sorta di 'radiogenicità'. Basti
pensare a "Birdland", brano arcinoto dedicato all'omonimo jazz club di New York nel quale Zawinul aveva
suonato pressoché tutte le sere tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio dei sessanta [13]: la melodia, briosa e
frizzante, si ferma nella mente e non va più via. Il brano diventa un vero e proprio hit, viene suonato dai dj
nei club ed entra nelle heavy rotation delle radio; aggiungiamo anche che qualche tempo dopo farà
guadagnare alla band una candidatura per il Grammy come migliore composizione strumentale. Nelle
settimane successive all'uscita nei negozi, Heavy Weather riesce a raggiungere la trentesima posizione nella
classifica stilata da Billboard: per un disco di jazz è un risultato gigantesco. Sebbene una parte della critica lo
abbia accolto con favore - basti pensare alle cinque stellette di Downbeat per opera di Neil Tesser, che
definisce l'album "un tour de force dell'arrangiamento" [14] , le opinioni negative non sono mancate. Più di
qualcuno ha parlato di compromessi col mercato, di musica commerciale: ma questi sono dettagli
scarsamente significanti. Il mezzo milione di copie vendute nel giro di pochi mesi sono un meritato successo
per la qualità della musica; in termini di vendite, i Weather Report giungono con questo disco all'apice di una
parabola in regolare ascesa fin dal primo album.

Si provi adesso a prestare attenzione ad uno dei due brani dell'album scritti da Pastorius, "Teen Town": una
breve rullata introduce l'ingresso di un riff della durata di quattro battute, suonato all'unisono da tastiere e sax
soprano ad imitare una specie di sirena; su di un tappeto costruito da lunghe note alle tastiere e dai sedicesimi
al charleston semiaperto sul levare a tempo piuttosto veloce (128), si profilano tre differenti episodi
variamente intermezzati in cui il basso è sempre protagonista assoluto [15]. Il primo è un lungo tema di
sapore bop, scorrevolissimo, incentrato nel registro medio acuto dello strumento. Si ripete due volte in
maniera pressoché identica, con al fianco rari interventi di sax soprano. Dopo il rientro del riff ed un altro
episodio in cui il basso suona delle crome su accordi di dominante che non risolvono creando alta tensione, il
picco cade a singhiozzi su di un nuovo solo quasi scarno costruito sulla base del tema precedente, poche note
disseminate in gruppi che si rarefanno sempre più fino ad un sussulto finale, che chiude di colpo il brano in
maniera imprevedibile.

Qualche nota a margine. La prima è sul Pastorius batterista, che sfoggia un linguaggio fresco, duttile, che
tradotto in colore si direbbe rosso sgargiante; il suono della cassa riecheggia come fosse un vecchio cartone
percosso senza pietà. La seconda è una piccola storia da raccontare. Teen Town era un locale di Pompano
Beach, nei pressi di Fort Lauderdale, dove Pastorius andava a ballare quando aveva tredici anni. Un giorno,
pensava, suonerò io la batteria in questo posto. In una delle rare interviste racconta che questo brano è la
rappresentazione dei suoi sentimenti da ragazzino: hai tredici anni, vuoi attaccare bottone con le ragazze,
viaggi con la fantasia in quel posto. (...) E alla fine il brano diventa quasi misterioso perché stai
cominciando a crescere... è tutto lì! [16].

Fama e successo crescono a dismisura per Pastorius, mentre al contrario la sua vita privata incorre in grossi
intoppi: dopo lunghissime assenze da casa perché in tour con Weather Report, Herbie Hancock, Joni
Mitchell il rapporto con Tracy si fa difficile. In uno dei rari passaggi a Fort Lauderdale in cui si ferma per un
concerto al Players Club con un paio di vecchi amici, viene presentato a Ingrid Hornmuller, dalle origini per
metà tedesche e per l'altra indonesiane; ne rimane affascinato, la corteggia in maniera aperta ma lei pare
tentennare al suo interessamento, essendo ben consapevole del fatto che lui sia sposato [17] .

Di un altro abbandono andiamo ora a parlare, quello del bravo batterista e percussionista Alex Acuna che
lascia i Weather Report creando un vuoto presto colmato da un giovane musicista davvero promettente, Peter
Erskine. Già membro dell'orchestra di Stan Kenton a soli diciotto anni, Erskine può vantare una formazione

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musicale rigorosa che gli ha permesso di raggiungere una preparazione tecnica solida e una lettura a vista
invidiabile, affiancata da una pronunciata versatilità d'ascolto. Dalla classica alla contemporanea, dal pop al
rock, Erskine sintetizza linguaggi diversi attraverso una personalità musicale eclettica e quasi
omnidirezionale: non c'è da meravigliarsi nel sapere che si sia cimentato anche con Ionisation di Edgard
Varèse. È Jaco Pastorius il responsabile del suo ingresso nella band, lo ha apprezzato in un locale di Miami
mentre suonava nella band di Maynard Ferguson; i Weather Report lo accolgono soddisfatti e confidano in
lui per completare quel progetto che si è in parte realizzato con le registrazioni di cui alle puntate precedenti,
vale a dire abbandonare tendenzialmente l'idea di una sezione ritmica latineggiante per spostarsi verso
un'interpretazione elettronica del bebop. L'accoglienza che i giornalisti gli riservano non è però delle più
idilliache: durante la conferenza stampa d'apertura del tour in quel di Tokyo, una domanda impertinente di un
giornalista - "Lei ha suonato con Stan Kenton e Maynard Ferguson. Ora, cosa le dà il diritto di suonare con i
Weather Report?" - rischia di metterlo in imbarazzo, ma Zawinul è abile a sufficienza per glissare [18].

Quelli che seguono sono mesi molto impegnativi per tutta la band, che dopo cinque settimane passate nel
Paese del Sol Levante - sei serate delle quali solo nella capitale, dove riscuotono regolarmente un successo
incredibile - arrivano in Australia, poi alle Hawaii. Trascorrono gran parte del tempo insieme, inclusi quei
momenti pochi momenti liberi in cui fanno i turisti e girano le città; il gruppo accentua quella forte identità e
sicurezza di sè che lo contraddistingue, non sempre positivamente. Erskine raggiunge una buona intesa
personale con Pastorius, pur con tutti i limiti di quest'ultimo. Il suo umorismo e gli scherzi sono spesso
piuttosto grevi, specie quando è in compagnia del milord mancato Zawinul; non ci vuole molto perché
Erskine cominci a notare che il suo comportamento si fa davvero molto strano. Forse vuole superare in
millanterie e ubriacature varie Zawinul, fatto sta che quel modo di fare che inizialmente può apparire
divertente comincia a farlo riflettere. Il troppo bere ha un effetto nefasto su di lui, gli fa perdere la lucidità
che tutti avevano conosciuto. In Jaco Pastorius non è di certo mai mancata una componente tesa all'eccesso,
in abbinamento ad un ego straripante; però all'inizio, racconta Erskine, questi suoi momenti di esagerazione
erano sempre seguiti da un "rimpicciolimento", per così dire, come se volesse far capire agli altri dell'essersi
reso conto di quanto faceva. Ma presto, le linee di confine fra i diversi momenti cominciano a confondersi
[19].

Alan Howarth, che per tanti anni ha seguito la band in studio e in tour in qualità di tecnico delle tastiere,
descrive come paterna la figura di Zawinul nei confronti di Pastorius, sebbene quest'ultimo non l'abbia mai
ammesso apertamente. A suo dire, molta della parte più sfrenata di Jaco veniva tenuta sotto controllo dal
leader del gruppo[20]. C'è chi dice che sia stato proprio Zawinul ad introdurlo alla sua prima rovina, l'alcool.
Molti anni dopo la giornalista Anil Prasad ha posto al presunto responsabile questa domanda, il quale ha
risposto stizzito che offrire un drink a qualcuno (per giunta quasi astemio, aggiungiamo noi) non vuol dire
indurlo all'etilismo [21]. Non sappiamo se Zawinul possa avere delle responsabilità superiori a quella che
ammette; di certo vi è che la confidenza con l'alcool da parte di Pastorius andrà ad aumentare in
preoccupante continuazione così come quella con la cocaina, che prende a sniffare spesso e volentieri.

A fine agosto dello stesso anno arrivano dieci giorni di meritata pausa durante la quale Zawinul e Pastorius
mixano le tracce dell'ultima fatica discografica del gruppo, Mr. Gone, riuscendo a ultimare i lavori in tempo
utile. Subito dopo sono nuovamente pronti per cominciare il tour europeo. La data di apertura è prevista per
il 14 settembre ad Amsterdam, ma già cinque giorni prima il gruppo arriva con lo staff tecnico per sistemare
al meglio ogni cosa. Poco dopo arriva anche Ingrid, che seguirà Jaco e la band nel corso del tour Seguono
altre settimane di date [22], per poi ritornare negli USA dove li aspetta un'altra, brevissima settimana libera
che precede ancora sette settimane filate di promozione del disco in giro per gli States, poi forse qualche data
a Cuba... Durante il tour, Chris Albertson ha modo di vedere la band in un concerto a New York e però
rimane disgustato dal protagonismo di Pastorius, che manda in visibilio il pubblico con movenze a suo dire
quasi clownesche. "Non ho mai avuto una gran considerazione del Pastorius bassista, e ancora meno del
Pastorius pagliaccio, ma il pubblico lo divorava dimostrando, credo, che la marijuana (si sentiva
abbondantemente nell'aria) sia la migliore amica del musicista mediocre. Più Pastorius balzava qui e lì, più
il pubblico applaudiva e quando ha sbattuto il suo basso per terra saltandoci sopra, ho pensato che l'intero
palazzo venisse giù" [23]. Jaco mima un pò Jimi Hendrix, un pò John Belushi senza trascurare movenze da
teatro kabuki. Il suo strano ancheggiare manda in delirio il pubblico, ma fa inorridire i critici e non ci vuol
molto perchè questo modo di fare diventi per lui una costante.

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