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Jaco Pastorius - Una vita infranta di A.D.

immanenti al tessuto sonoro che con lui non guastano affatto.

Il 1979 si rivela quindi un anno irripetibile per i Weather Report, culminato in un Grammy Award per 8:30
nella categoria "Miglior Album Jazz-Rock".

Torniamo ora ai fatti del 1979. Qualche mese prima Pastorius ne aveva combinata una piuttosto grossa che ci
constringe a fare un passo indietro, alla fine di febbraio.

Un trio composto da Tony Williams, John McLaughlin e Jaco Pastorius è a New York, intento in prove dagli
esiti soddisfacenti. Stanno registrando un brano per Mingus, ma nel disco non comparirà per volere della
Mitchell. Il guitar hero McLaughlin aveva già avuto modo di instaurare un buon affiatamento con Pastorius
sin dai tempi di un tour di fine '76 che aveva visto gli Shakti al fianco dei Weather Report; durante le prove
le due band interagivano spesso, dando luogo a curiose fusioni che lo stesso McLaughlin ricorda
positivamente a distanza di anni. E dunque il Trio of Doom, questo il nome della formazione, ha una buona
opportunità per un concerto al Karl Marx Theatre di Havana (Cuba), in occasione di una specie di festival
previsto per i giorni 2, 3 e 4 del mese successivo; tra i vari ospiti figurano anche gli stessi Weather Report.
La band ha in scaletta tre brani, ciascuno dei quali porta la firma di uno dei componenti. Il supertrio desta in
tutti i presenti molta curiosità e interesse. La performance comincia con "Dark Prince", un blues veloce in Do
minore ricco di accordi alterati composto da McLaughlin; ma poco dopo l'attacco del brano, arrivano i guai:
Jaco abbassa improvvisamente il volume degli altri strumenti per alzare a dismisura il suo e comincia a
suonare in La maggiore uscendo dai binari, mentre gli altri due membri del gruppo si guardano attoniti senza
capire la ragione del gesto. Eppure alle prove era andato tutto magnificamente. La stessa cosa avviene per il
brano di Williams, "Para Oriente": Jaco fa uno show tutto suo dimenticandosi dei colleghi, che ormai si
ritrovano in alto mare. Come è facile immaginare, la band dà una pessima prova di sè, purtroppo
documentata anche su disco [40]; Williams e McLaughlin si sentono profondamente amareggiati,
quest'ultimo ha successivamente un pesante diverbio con Pastorius che è letteralmente fuori di testa. Il
batterista della band, che subito dopo il concerto era riuscito a contenere la rabbia in un brutto silenzio, esce
dalla sala infuriato dopo aver mandato in pezzi la batteria. A quel punto McLaughlin si rende ben conto che
il fallimento della serata dipende solo dalla mente di Jaco, ormai incontrollabile. Lo aveva già visto in
condizioni scioccanti almeno un anno prima, in un club al Seventh Avenue South di New York.
Completamente ubriaco, con gli occhi da pazzo scatenato: un'altra persona [41].

Nell'estate di quell'anno i Weather Report presentano molti brani inediti in tantissime serate, tra le quali i
prestigiosi festival jazz di Berkeley (fine maggio), Montreaux (metà giugno), Playboy a Hollywood Bowl
[42] assieme ad un nuovo acquisto su segnalazione dello scopritore di talenti Pastorius: è Robert Thomas Jr.,
un percussionista ventitreenne afroamericano di Miami quantomeno atipico. Stanco di insegnare karate,
costui aveva tentato di trasferire le tecniche della disciplina alle percussioni, dando luogo ad un approccio
originale che aveva sperimentato al fianco di musicisti quali Zoot Sims, Art Blakey, Ahmad Jamal, Roland
Hanna. Il suo linguaggio risulta essere antitetico rispetto a quello dei classici percussionisti latinoamericani,
visto che Thomas mette da parte qualsiasi clave per concentrarsi su ritmiche bebop che sviluppa avendo cura
di non scadere nella banalità nè tantomeno nella pervasività.

All'interno dell'economia del gruppo riesce a fornire un supporto efficacissimo tanto alle intricate ritmiche
escogitate da Zawinul quanto all'intenso lavoro di Erskine, con il quale sviluppa presto un'intesa brillante.

Vista la buona accoglienza del pubblico riservata ai brani nuovi, al management viene l'idea di inserirli nel
nuovo album sotto forma di registrazioni dal vivo: in due serate da due set ciascuna la band si esibisce al
Complex di Los Angeles, ma gravi carenze organizzative concorrono al mezzo fiasco dei quattro concerti.
Sala in parte vuota, una performance non tra le più brillanti; pessimi presupposti per un disco, tant'è che i
relativi materiali avranno alla fine provenienza eterogenea: una delle tracce di Joe Zawinul, "Madagascar", è
tratta da un concerto ad Osaka, la title-track "Night Passage" è invece frutto di un complicatissimo taglia e
incolla da varie take in studio [43].

Cinque brani su otto del nuovo album portano la firma di Zawinul, inclusi i due appena indicati; uno a testa
per Shorter con "Port of Entry"] e per Pastorius con "Three Views of a Secret". Ancora una volta, Zawinul e

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