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Seminario Tesi

Prof.ssa Alessandra Molinari

23 ottobre 2017
1. Come scelgo il tema della mia tesi?

1.1. Come nasce in me la scelta?


Posso concepire la mia tesi come la mia risposta a una mia
originaria domanda nata in me osservando un oggetto/fenomeno,
risposta cui sono giunto trattando i dati di tale oggetto/fenomeno
secondo un metodo scientifico.
Più chiaramente ho formulato in me stesso questa mia domanda
originaria, più circoscritto risulterà il tema e più precisa risulterà la
mia risposta finale.
=> Durante il mio percorso di studio devo vigilare su quali
argomenti risvegliano in me più interrogativi e/o stupore (=
interesse, coinvolgimento, passione; talvolta anche la rabbia è
sintomo di interesse e coinvolgimento). Poi, fornito del mio
“pacchetto domande”, vado dal “mio” professore a chiedergli la tesi.
ERGO:

il tema lo scelgo, o almeno lo propongo, IO ( = NON IL


PROFESSORE, il quale accetta o no la TUA proposta aiutandoti a
rifinirla).
Se il professore nota che tu non hai ancora le idee ben chiare o che il
tuo tema per vari motivi - che ti deve sempre chiarire - non è adatto a
divenire l’oggetto di una tesi, talvolta ti prospetta lui un ambito di
ricerca o un tema preciso, ma di regola SOLO DOPO essersi fatto
una chiara idea di chi tu sia e di quali siano i tuoi interessi, passioni,
inclinazioni e capacità).
Se il professore intende coivolgerti in un progetto di ricerca e quindi ti
propone una tesi su un certo tema che tu non prevedevi, è
fondamentale che tale tema corrisponda in qualche modo ai tuoi
interessi e alle tue (potenziali o attuali) capacità.
1.2. Cosa NON FARE in questa fase?

1. Rimandare le mie riflessioni sulla scelta della tesi fino all’ultimo momento,
“perché tanto la faccio l’ultimo anno”: quando la chiedo al professore
potrebbe dirmi che ha già una lista d’attesa chilometrica; inoltre rischio di:

1. Presentarmi al professore privo di idee mie, o con le idee ben confuse. Il che
fa una pessima impressione.
1.3. Che cosa rischio se non comincio per tempo a riflettere sul mio
possibile tema della tesi?
Rischio all’ultimo anno, sotto la pressione del tempo, di ridurmi così:
1.4 In base a quali criteri scelgo il tema per la mia tesi?

criteri soggettivi
criteri oggettivi.
I criteri soggettivi che mi guidano nella scelta del tema sono fondamentali
almeno quanto quelli oggettivi. Eccoli:
• il tema mi deve “dare gusto” = corrispondere intimamente (= ai miei
interessi, inclinazioni, passioni e capacità) => Mi deve dare gioia e
arricchimento interiore, o almeno soddisfazione; devo percepirvi un
“senso”; almeno dopo un po’ di tempo devo sentirlo chiaramente mio, non
estraneo a me stesso. Mi ci devo sentire a casa. Mi deve piacere!;
• devo sentire che svolgere questo tema mi sta dando quella giusta
autostima e quindi la spinta interiore necessaria ad oltrepassare la
soglia esistenziale che mi si prospetta. => in sintesi: il tema
soggettivamente giusto mi proietta in avanti, anche quando sul piano
dei contenuti non è collegato al mio futuro lavoro.
• il tema mi dà la possibilità di imparare qualcosa sul piano professionale
e umano da un docente che stimo particolarmente e rispetto al quale
sento che mi può trasmettere qualcosa che magari ancora non so
chiamare con il giusto nome ma che mi corrisponde nel profondo (il
“maestro”).
Una volta trovato “il tema giusto che dà gusto”, devo passarlo al vaglio dei criteri
oggettivi:
• È ammessa una tesi su questo tema e in questa disciplina all’interno del
mio piano di studi?
• È compatibile questa tesi con il taglio che io voglio dare al mio curriculum
vitae e può aiutarmi a trovare il lavoro cui miro (es. agli occhi del mio
possibile datore di lavoro può essere un criterio preferenziale per la mia
assunzione?)
• È realisticamente fattibile sulla base delle risorse che ho a disposizione
come individuo e come studente di questo Ateneo?
Risorse: mio tempo / strumenti di ricerca, infrastrutture e servizi allo studente
formativi e tecnici del nostro Ateneo (laboratori, banche dati e altre risorse
informatiche, biblioteca, emeroteca, prestito interbibliotecario, programma
Erasmus, borse di studio ecc…) / miei soldi / mia salute psico-fisica /
accessibilità del mio relatore (mio posto in lista d’attesa laureandi presso
quel docente)
1.5 Che faccio se il professore da me scelto non è disponibile o il tema

da me scelto non è fattibile?

CONSIGLIO: QUANDO RIFLETTETE SUL TEMA DA SCEGLIERE,

FORMULATE, IN BASE AI SUDDETTI CRITERI SOGGETTIVI E OGGETTIVI,

UN’OPZIONE “A” E UN’OPZIONE “B” (= un tema di “riserva”, ma che

comunque vi dia gusto, nel caso che il vostro progetto-tesi preferito non sia

fattibile).
1.6 In quali tentazioni non devo cadere in questa fase?
Nella tentazione di scegliere un tema soltanto perché me l’ha proposto
un professore che mi “ha fatto colpo” o perché “con questo è più facile
poi trovare lavoro”. SCEGLIERE UNA COSA CHE NON CI INTERESSA
CI SPEGNE OGNI MOTIVAZIONE, ed è poi difficile REGGERE le
fatiche della stesura della tesi:
1.7 Che tipo di tesi scegliere?

Ho due possibilità:

• tesi compilativa – una tesi che esponga in maniera critica i risultati di un


determinato status quaestionis (‘stato della questione’) fino a quel
momento nella comunità scientifica. “In maniera critica” = io sono in grado di
riconoscere le differenti argomentazioni soggiacenti alle diverse posizioni della
comunità scientifica, dare loro una valutazione comparativa e dimostrare in
questo modo di avere una mia idea della questione;

• tesi sperimentale – una tesi in cui io, sulla base di un modello teorico
elaborato da altri o da me stesso, applico tale modello a dei dati sensibili non
ancora considerati dalla comunità scientifica. Se applico il modello a dati già
testati, lo faccio per criticare il modello o/e evidenziare una nuova quaestio.
1.8 Cosa NON fare in questa fase?

Scegliere una tesi sperimentale su un certo argomento solo perché ce lo

propone il professore. Una tesi sperimentale comporta:

• passione per quell’argomento

• conoscenza dell’argomento o disponibilità ad approfondirlo seriamente

• risorse mentali e materiali (disciplina, costanza, tempo, infrastrutture e fondi

disponibili).
2. La gestione del tempo (time management)
2.1 Che tipo di studente sei?
2.2. Lo… „sregolato“…
2.2…. O il „precisino“?
2.4. Come si suddivide il tuo tempo?
Tempo dedicato a...

Altri impegni Tesi di laurea

2° trim.
Tempo libero
2.5 Esercizio: a quale delle tre categorie attribuisci le tue
singole attività quotidiane?
2.6. Urgente o importante?
Matrice di Adenhauer

URGENTE NON URGENTE


IMPORTANTE Eseguire subito o Cominciare o
molto presto eseguire presto,
non differire,
inserire in
pianificazione a
lungo termine
NON Svolgere in un Cestinare, lasciar
IMPORTANTE secondo momento o perdere, rifiutare, o
delegare ad altri fare per ultimo
2.7 Nell‘arte dell‘autoboicottaggio siamo tutti maestri

2.8. … Invece di fronte al „foglio bianco“ ci sentiamo
tutti un po‘ persi

http://www.mn.uio.no/ifi/studier/aktuelt/arrangementer/masteruken/jan17.html
3. Come mi preparo al “grande giorno”?

Premessa: la mia presentazione orale serve ad esporre con chiarezza e in


modo conciso, convincente e avvincente l’oggetto della mia ricerca e il senso
ultimo della stessa.
=> La mia presentazione deve contenere, in un tempo solitamente di circa 5-10
minuti (= UN TEMPO MOLTO BREVE):
• una breve introduzione all’oggetto della tesi;
• perché l’ho scelto (= quali interrogativi ha fatto sorgere in me e perché
rispondere agli stessi è rilevante per meglio comprendere l’oggetto stesso e
quindi per la comunità scientifica),
• il metodo (= percorso di analisi) che ho scelto per rispondervi e perché ho
scelto proprio quel metodo;
• la risposta o le risposte che ne sono emerse (= conclusioni), nonché eventuali
domande cui non è stato possibile rispondere o che sono emerse assieme ai
risultati della ricerca.
3.1 Come costruisco il mio discorso? Come argomento correttamente?

Per argomentare in modo corretto, anche oralmente, devo aver appreso in


modo almeno sommario le tecniche d’argomentazione e la terminologia
tipiche della mia disciplina (si apprendono leggendo con un po’ di
attenzione almeno due-tre articoli scientifici di quell’area. Rintracciare le
finalità concrete di ogni articolo, i singoli passi dell’argomentazione e quali
nessi logici concatenano tali passi).
In sede di discussione:
• Posso di seguire punto per punto l’ordine d’argomentazione adottato nel
mio elaborato (di solito però dura troppo);
• Oppure seleziono un “filone” della mia ricerca o un aspetto particolare della
stessa e presento solo quello ma trattandolo come pars pro toto;
NB a seconda della natura della mia tesi mi consiglio eventualmente con il
mio relatore sui punti da mettere in risalto.
NB2: spesso in sede di discussione non è possibile rispettare l’ordine
preparato a casa.
3.2 Come mi preparo al discorso e alla discussione? Con quale stile
espongo?

Premessa:
Per le tecniche e lo stile d’esposizione orale, e per la preparazione alla stessa,
valgano i seguenti suggerimenti generali:
• informatevi preventivamente sulla durata prevista per l’ esposizione della tesi
nella vostra Facoltà (quanto può durare al massimo il vostro discorso);
• date le premesse di cui sopra sul contenuto della mia presentazione, deve
emergere chiaramente il vostro interesse personale per ciò che avete fatto.
Quindi:
siate naturali. Dato che la naturalezza emerge solo se autentica,
trovate il modo di placare ansie eccessive e timori.
3.3 Come placare ansie e timori?

• Fate leggere la vostra tesi, PRIMA DELLA DISCUSSIONE, a due persone:


una che non sappia nulla dell’argomento e una che lo conosca, anche solo a
grandi linee.
• Poi esponete i tratti essenziali della vostra tesi a entrambe le persone, in
due momenti distinti. Fatevi fare delle domande da queste due persone e
formulate per tali domande delle risposte chiare.
• Poi preparate il discorso che presenterete alla Commissione di tesi e fatelo e
rifatelo ad alta voce verificando che stia nei 5-10 minuti consentiti. MA NON
A MACCHINETTA.
• Se volete, mentre fate il discorso di prova immaginate i possibili volti dei singoli
commissari e le possibili domande e obiezioni e rispondete alle loro domande e
smontate le loro obiezioni immaginarie. Il tutto meglio se ad alta voce,
soprattutto le vostre risposte agli ipotetici membri della commissione.
3.4 Che senso ha simulare il discorso e la discussione della tesi?

• Fare il discorso di prova ad alta voce, da soli o di fronte ad altre persone


(anche immaginarie), vi consente di entrare sempre più nel merito del vostro
argomento, dimenticando voi stessi e le vostre autosuggestioni (“Che
cosa penseranno di me? E se non so rispondere a una domanda? E se come
correlatore mi mettono quel fetido del prof XY?” E se il PowerPoint non
parte?”) per concentrarvi solo sulla vostra tesi, vera protagonista
dell’evento;
• arrivare alla discussione perfettamente allenati e padroni della situazione,
come se l’aveste già vissuta.

=> Da qui nascerà la vostra autenticità e naturalezza in sede di


discussione tesi.
3.5 Quali rischi corro se non mi esercito nell’esposizione prima del
grande giorno?

Questo:
… UN ULTIMO CONSIGLIO ...

Quando infine vi sedete davanti alla commissione e cominciate a parlare,


guardate di quando in quando, con naturalezza, le persone negli occhi, un po’
l’uno un po’ l’altro. Rivolgetevi davvero a loro. Questo “costringe” i commissari
all’attenzione e di fatto comunica loro la vostra padronanza della situazione e il
vostro interesse per ciò che state loro dicendo.
Ricordate: la qualità della vostra presentazione orale influisce sull’esito finale.
Quindi arrivateci allenati …

…E BUONA TESI!

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