Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Questa voce o sezione sull'argomento diritto è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali.
Ulteriori informazioni
Le cause di non punibilità, nel diritto penale italiano, sono le cause che neutralizzano o
rendono non applicabile la sanzione associata a un precetto o norma penale, previste
dall'articolo 384 del codice penale.
Dolo,
Colpa,
Preterintenzione.
Che si utilizzi la sintetica teoria della bipartizione, ovvero che si usi la analitica
quadripartizione (Marinucci-Dolcini), il risultato non cambia: le cause di non punibilità,
definite come sopra, fanno venir meno uno degli elementi adesso menzionati.
Tuttavia, l'inquadramento nelle diverse teorie è causa di dibattito per alcune fattispecie di
esclusione della punibilità che colpiscono l'elemento oggettivo (antigiuridicità, qualità
dell'agente), ma che possono atteggiarsi come negativi dell'elemento soggettivo. A titolo
d'esempio può citarsi l'art.54, da taluni ritenuto causa di esclusione della colpevolezza, da
altri causa di non giustificazione (esclusione dell'antigiuridicità).
Posto ciò, si intende per punibilità il presupposto per l'irrogazione della sanzione. Perché
sussista, può essere necessario il verificarsi di condizioni
La definizione della punibilità quale presupposto per l'irrogazione della sanzione raccoglie
consenso presso tutte le dottrine del reato, ed è punto d'incontro nelle diverse teorie
generali del reato (Teoria bipartita, Teoria tripartita, Teoria quadripartita, Teoria
quadripartita avanzata).
A partire dalla esposta duplice accezione del concetto di punibilità, problemi sorgono al
momento dell'inquadramento logico di questo elemento nella teoria generale del reato.
intervenga dopo la consumazione del reato (Cause di non punibilità in senso lato: es.
amnistia)
oppure sia
Secondo la tradizionale teoria bipartita del reato, le cause di non punibilità possono
attingere all'elemento oggettivo o all'elemento soggettivo del reato, e possono riguardare il
fatto, l'antigiuridicità, la colpevolezza. Aderendo alla teoria per la quale la punibilità è un
elemento costitutivo del reato, le cause di non punibilità sono le cause che fanno venire
meno uno degli elementi costituivi del reato, ovvero ne neutralizzano gli effetti (Cause di
non punibilità in senso stretto: es. cause di giustificazione).
Di particolare rilievo è la tendenza registrata nei periodi più recenti, per la quale il
legislatore, sull'onda dell'emergenza, tende sempre di più a fare uso della "non punibilità"
per garantire a taluni soggetti una condizione di privilegio, giustificato dal contributo
processuale o patrimoniale di soggetti altrimenti punibili (amnistie, pentitismo,
indulgenzialismo fiscale).
Sul piano delle cause di non punibilità in senso stretto troviamo la problematica della
interruzione del nesso eziologico (art.40 1ºco. c.p.) e della esclusione dello stesso.
Come noto, si intende per suitas della condotta la coscienza e volontà del fatto ex art.42 1
co. c.p., intesa nel senso di attribuibilità della stessa all'autore. La stessa può mancare ove
una forza maggiore abbia costretto l'autore od ove il caso fortuito non ne consenta la
sussistenza.
Il caso fortuito è un evento che il soggetto agente non avrebbe potuto prevedere, e che
quindi da solo è risultato idoneo a provocare il danno. Si pensi a un'auto in corsa su
un'autostrada, a velocità sostenuta. Un piccione si schianta contro il parabrezza causando
una impulsiva sterzata del conducente con lesioni al conducente di un'altra utilitaria. In
questo caso sarà praticamente logico che l'evento, di per sé esterno dalla volontà
dell'agente (il conduttore), escluderà il nesso di causalità e quindi escluderà la sua
colpevolezza.
forza maggiore;
caso fortuito;
costringimento fisico.
Tuttavia, alcuni autori inseriscono il caso fortuito nell'ambito dell'interruzione nel nesso
causale; tuttavia la dottrina più autorevole (Padovani) ascrivono il caso fortuito tra le cause
di esclusione della suitas.
Si tratta di cause che rendono il fatto non conforme alla fattispecie incriminatrice sulla
base di una valutazione che tiene conto anche dei principi che ispirano l'ordinamento. Esse
sono:
Come è reso palese dal significato delle parole, le condizioni obiettive di punibilità e le
cause di non punibilità costituiscono il presupposto per l'"an" della sanzione. La differenza
fra le due discipline si ravvisa oggi, in seguito alla novella del 1990, nel regime
d'imputazione: obiettivo per le condizioni di punibilità, soggettivo per le condizioni di non
punibilità. Infatti, qualora l'agente si rappresenti un determinato fatto non rispondente alla
realtà oggettiva, le circostanze aggravanti che potrebbero essergli addebitate
oggettivamente non gli verranno contestate. Viceversa, nel caso egli si rappresenti la
sussistenza di aggravanti, ma queste non siano effettivamente esistenti, egli non verrà
punito per la semplice cogitatio.
Note
1. ^ Bellini Federico, Considerazioni sulle cause di non punibilità, in Rivista penale, 2015
fasc. 12, pp. 1051 - 1059.
Bibliografia
Tullio Padovani, Diritto penale
Caraccioli Ivo, Riflessioni sui reati di omissione propria e sulle cause di non punibilità
suscitate dalle Sezioni Unite della Cassazione, in Rivista di diritto tributario, 2013 fasc.
11, pt. 3, pp. 253 - 267
Doneddu Guido, La Candia Ignazio, Documentazione del "transfer pricing" come causa di
non punibilità, in Corriere tributario, 2012 fasc. 7, pp. 513 - 516