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MATRIMONI CRISTIANI

Tra il 300 e il 400 sposarsi implicava una sequenza di atti dilatati nel tempo che potevano anche durare anni e che
permettevano alla comunità di accettare, in maniera graduale, il cambiamento che ne conseguiva.
È opportuno fare una distinzione tra:
• I RITI NUZIALI D'ELITE
1. I sensali valutavano le opportunità del mercato matrimoniale e fanno circolare queste informazioni fra
gli ipotetici interessati.
2. Fase dell'accordo: dopo che tramite amici comuni o persone autorevoli del mondo cittadino (mezzani)
si entrava in contatto con la famiglia prescelta, si giungeva ad un accordo che veniva confermato con la
stretta di mano chiamata anche 'impalpamento' e con le messa per iscritto.
3. L'atto diventava solenne nella fase delle giure, ovvero la cerimonia successiva a cui partecipavano solo
lo sposo, il padre della sposa e i parenti, dove i primi due davano pubblicamente il loro assenso per le
nozze e un notaio redigeva l'atto.
4. Successivamente c'è la cerimonia informale e il banchetto pubblico, solitamente tenute in uno spazio
neutro in modo che le due famiglie si trovassero in una situazione di assolutà parità.
5. Il dì dell'anello: a questa scena partecipa per la prima volta anche la donna, è il giorno in cui i partner, in
maniera privata, esprimono il loro consenso al matrimonio con la messa dell'anello. Segue in genere un
banchetto offerto alla famiglia della sposa.
6. A conferire una dimensione pubblica al contratto matrimoniale era il corteo nuziale, momento in cui la
donna in sella a un cavallo ed insieme a tutti i doni ricevuti dal marito, attraversa le vie della città fino a
raggiungere la casa del marito, dove ad attenderla c'è un banchetto.
7. Per concludere il matrimonio entro una settimana la sposa doveva far rientro nella casa del padre in
modo da sottolineare la persistenza dei suoi legami con la propria famiglia (ritornata).
• I RITI NUZIALI POPOLARI: di questi abbiamo notizie solo grazie ai fascicoli processuali che ci sono
pervenuti dai tribunali ecclesiastici dove le donne e gli uomini andavano per risolvere i loro conflitti
matrimoniali. È da questi che sappiamo che il rito nuziale popolare si differenzia dal precedente solo per
il fatto che potevano sposarsi ovunque (casa, campi o anche letto se colta in flagrante), da soli o alla
presenza di amici e parenti, con l'anello o viste le possibile sicuramente inferiori, il bacio, il tocco della
mano o la rottura del bicchiere con cui i partner brindavano.

La complessa elaborazione dottrinale che stava dietro il matrimonio, finì naturalmente per favorire i
MATRIMONI CLANDESTINI, quelli contratti in privato, senza che fra le famiglie vi sia stata stabilita
un'alleanza e senza alcuna forma di pubblicità ma che erano considerati validi proprio perchè bastava il consenso
dei due giovani. Questi costituivano un problema non indifferente in quanto nel momento in cui veniva riciesto il
riconoscimento o l'annullamento dell'unione ad esempio per abbandono del tetto coniugale, era indispensabile
riconoscerne la validità con le testimonianze di coloro che li conoscevano.

ASPETTO RELIGIOSO. Nonostante il matrimonio venisse già dall'XI secolo considerato simbolo dell'unione di
Cristo con la chiesa, in generale i riti nuziali non prevedevano nessuna cerimonia religiosa, infatti non era
necessario né sposarsi in chiesa né alla presenza di un sacerdote, e nei casi in cui questo era presente la sua
funzione non era celebrare o somministrare un sacramento bensì semplicemente assistervi.
Affinchè il matrimonio fosse valido infatti bastava il consenso degli sposi.
Sarà solo con il Concilio Lateranense che le coppie dovranno annunciare pubblicamente in chiesa la loro
intenzione di sposarsi, e con il Concilio di Trento che verrà imposta una forma solenne della cerimonia.

SESSUALITA E SEDUZIONE. Dal momento in cui i partner davano il consenso, era permesso loro di
comportarsi con familiarità e intimità in quanto la loro unione era già considerata legittima.
Accadeva spesso che dal consenso al completamento del matrimonio trascorresse un tempo più o meno lungo in
cui il promesso, per motivi di guerra, per cercare lavoro o altro, si stabilisse provvisoriamente altrove.
Durante questo periodo le donne promesse non contenevano del tutto i loro desideri sessuali e si accontentavano
spesso di toccamenti e maneggiamenti.
Ancora più libertà dal punto di vista sessuale veniva data alle ragazze del ceto popolare, a patto che poi si
giungesse a nozze, altrimenti la vergine sedotta, onesta, poteva rivolgersi alla giustizia poiché questo tipo di
seduzione era definita stupro.

SCELTA DEL PARTNER. La scelta del patner non era libera, era la ragione degli adulti a guidare le scelte e
mentre i figli maschi avevano il diritto di espimere il loro parere, dalle figlie ci si aspettava una completa
sottomissione alle decisioni familiari.
MATRIMONI PROTESTANTI E MATRIMONI CATTOLICI
A partire dal 500 si verifica una profonda trasformazione che segnerà la religiosità dei secoli successivi: il
passaggio dal cristianesimo tradizionale a un cristianesimo che privilegia, sia tra i protestanti sia tra i cattolici, la
dimensione sacra e sradica le credenza tradizionali in favore di una maggiore disciplina dei comportamenti
matrimoniali e sessuali.

PARTE PROTESTANTE PARTE CATTOLICA


-negazione matrimonio come sacramento in quanto -matrimonio stato della perfezione e luogo privilegiato
non conferisce la grazia della formazione morale e religiosa
-imposizione forma pubblica e sacra di celebrazione che prevede l'attribuzione di un ruolo di primo piano al
parroco, e che impone comportamenti sobri e austeri per cui proibizione di rompere il bicchiere, cantare, ballare..
-abuso clandesitinità matrimoni, più controlli, registrazioni
-giurisdizione dei matrimoni affidata ai tribunali del matrimonio composti da magistratici e ecclesiastici:
i magistrati giudicavano secondo la legge di Dio
-tribunali inquisitori per superstizione, abuso di sacramento, comportamenti sessuali irregolari
-approcci sessuali, amoreggiamenti, danze popolari, prima della conclusione del matrimonio rifiutati
-favorisce il celibato e il concubinato in quanto -contro celibato e concubinato
sostiene l'impraticabilità della castità e della
continennza
-concessione divorzio e possibilità di risposarsi -In determinate situazioni (adulterio e servizie)
al coniuge innocente: il rifiuto di considerare il ammeteva la separazione dei coniugi ma senza
matrimonio un sacramento consentiva di rompere la possibilità di risposarsi
con il principio dell'indissolubilità
-matrimonio della donna sedotta non più favorito, si pensa che per lei il rapporto sessuale era una via per giungere
a nozze
MATRIMONI BORGHESI
Si inizia a parlare di matrimonio civile e quindi di un matrimonio separato da quello religioso dal 1789 con la
Rivoluzione.
Il matrimonio resta la base dell'ordine sociale, deve svolgersi alla presenza di un pubblico ufficiale e quattro
testimoni e deve essere preceduto da pubblicazionbi da affiggere alla sede del Comune.
Si parla di un matrimonio rivoluzionario basato sulla nuova sensibilità romantica che cessa di essere un patto di
famiglia indissolubile per diventare un contratto fondato sull'amore e sulla felicità di coppia. Questo matrimonio
ammette il divorzio anche per mutuo consenso e incompatibilità caratteriale, in quanto visto come contributo alla
moralizzazione dei costumi e quindi alla riduzione dell'adulterio. Alla base di questa libera scelta c'era la nuova
sensibilità romantica
Lo sforzo legislativo compiuto dai rivoluzionari interessò anche i rapporti tra i genitori e i figli. I genitori
cominciano a rivolgere ai figli un'attenzione tutta nuova rivolta alla cura dei loro corpi, alla salute e
all'educazione. Quest'attenzione favorisce l'affermarsi di un nuovo modo di intendere soprattutto la maternità:
fondamentale diventa la figura della madre biologica all'interno dello spazio domestico in termini non solo di
nutrimento e quindi di allattamento materno ma anche per la funzione educatrice che assume.
La valorizzazione del ruolo materno attribuisce maggiore responsabilità alle donne e maggiore riconoscimento
delle sue qualità.
Un maggior controllo sul matrimonio viene fatto in epoca napoleonica. Questo controllo si traduceva:
-nella reintroduzione della separazione legale,
-nella limitazione del divorzio, considerato troppo facile da ottenere,
-nella resituzione dell'autorità ai padri di famiglia,
-nell'uguaglianza di tutti i figli, maschi e femmine, nella successione legittima.
Dal punto di vista dell'idea di donna, vi è in questo periodo una profonda divaricazione tra la donna coniugata e
quella nubile in quanto paradossalmente quest'ultima esercitava molti più diritti che però perdeva nel momento in
cui si sposava.
Il modello ottocentesco è definito modello di stato interventista ed è strettamente legato alla volonta delle elite di
governo di affermare il principio di separazione tra Stato e Chiesa.

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