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Comune di Roma
Turismo
Foto: C. De Santis: pag. 3, 13 in basso, 23 in alto, 26, 27, 28, 29, 30 in alto, 32, 33, 36; L.
Mozzano: pag. 9; P. Soriani: pag. 12, 13 in alto, 14, 15, 24; Spazio Visivo: pag. 30 in
basso, 31; A. Vagni: pag. 35, 38; Archivio Cosmofilm: copertina, pag. 2, 10, 11, 16, 17,
18, 19, 20, 21, 23 in basso.
Stampa: GRAFICA PONTINA - Pomezia - ord. n. 6821 del 17-3-08 (c. 30.000)
L’ingresso alla basilica di S. Sabina, con la chiesa dei Ss. Bonifacio e Alessio sullo sfondo,
in una incisione settecentesca di G. Vasi
L’interno della Porta Ostiense e la Piramide di Caio Cestio in una incisione di inizio Otto-
cento di L. Rossini
Il colle della poesia
Presentazione
I
tinerari romani costituiscono una serie di percorsi per chi desi-
deri approfondire la conoscenza della Città.
Agli itinerari del grande Rinascimento romano già realizzati - Cara-
vaggio, Raffaello, Michelangelo e a quelli dell’arte barocca delle archi-
tetture di Bernini e Borromini si aggiungono, ora, altri percorsi apposita-
mente studiati per accompagnare e agevolare il visitatore alla scoperta
“metro per metro” di una Città d’arte così sintetizzata.
In tal modo in un unicum - distinto è rappresentata e “letta” la città in
un mosaico che si ricompone e si scompone secondo le esigenze del visi-
tatore, che potrà scegliere tra La Roma Monumentale (via dei Fori Impe-
riali e Colosseo), Il Colle della poesia (l’Aventino e dintorni), Tra boschi e
acquedotti (il Celio), Agli albori della Roma Cristiana (San Giovanni in La-
terano e Santa Croce in Gerusalemme), da La Suburra (Rione Monti e
Santa Maria Maggiore) a Quasi un set cinematografico (via Veneto e din-
torni), ecc.
Un’impresa difficile, pur tuttavia felicemente riuscita, anche sul piano
dell’immagine della tradizione e dell’identità culturale della nostra Città
e che, con semplicità rispetta i contenuti scientifici del patrimonio stori-
cizzato, con una narrazione che unisce l’impostazione grafica con la li-
nea editoriale dei contenuti.
Un sistema di comunicazione efficace per la comprensione del più va-
sto e incredibile patrimonio storico-artistico di Roma, che permette al
turista di individuare, immediatamente, il significato principale dell’iti-
nerario prescelto permettendogli, nel contempo, l’immediata colloca-
zione della propria posizione logistica in rapporto all’area che si deside-
ra visitare.
I percorsi così condensati e raccolti possono ben rappresentare un
simbolico “taccuino d’artista” e apparire agli occhi del visitatore come
una grande vetrata - a più specchi - sul cui sfondo vi è un orizzonte cul-
turale che non potrebbe essere più romano, suggestivo e ricco di valori
mai tramontati.
Roma ti aspetta!
L’Ufficio Turismo
del Comune di Roma 5
La pianta
3
5
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La pianta
1
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Legenda
1. Passeggiando, passeggiando...
2. Santa Sabina
3. I Santi Bonifacio e Alessio
4. Il Priorato di Malta
5. Passeggiando, passeggiando...
6. Santa Prisca
7. San Saba
8. Passeggiando, passeggiando...
9. La Piramide di Caio Cestio
10. Passeggiando, passeggiando...
11. Monte Testaccio
12. Passeggiando, passeggiando...
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4° Itinerario
…Inizia la
passeggiata...
L’Aventino
T
ra i sette colli di Roma, l’A- fuori del pomerium, la cinta sacra
ventino può essere conside- della città, forse per la presenza del
rato il colle della poesia. Sug- Tempio di Diana, sede della Confe-
gestionati dalla sua serena bellezza, derazione latina. Nel 451 a.C. la ple-
grandi poeti come D’Annunzio e be si ritirò in armi sull’Aventino do-
Carducci ne hanno cantato lo splen- po un ennesimo sopruso della cer-
dore nei loro versi; lo stesso Mazzini, chia dei decemviri, capitanati da
al quale è dedicato il monumento Appio Claudio, eletti per redigere
nella piazza oggi intitolata a Ugo La le Dodici Tavole e presto trasforma-
Malfa, affacciandosi da quello stesso tisi in oligarchi. La crisi politica si
punto verso la città, abbassò lo concluse con il suicidio di Appio
sguardo attonito, senza sorridere di Claudio, l’ottenimento dei diritti ri-
fronte a tanta magnificenza. chiesti e il rientro della plebe in
Numerose sono le interpretazioni città. L’Aventino fu anche il luogo
del nome Aventino: qualcuno lo fa dell’estrema resistenza di Caio
derivare da aves, gli uccelli scorti da Gracco e dei suoi sostenitori e, in
questo colle da Remo durante la ga- età contemporanea, furono detti
ra con il fratello Romolo per deci- “aventiniani” i deputati italiani che,
dere in quale luogo dovesse sorgere nel 1924, rifiutarono di rientrare
Roma, altri dal termine adventus, ra- nell’aula di Montecitorio per prote-
duno, per le riunioni che vi teneva- stare contro il delitto Matteotti. Du-
no i plebei in occasione delle cele- rante l’antichità il colle fu sede di
brazioni di Diana. Un’antica leg- un gran numero di templi: quelli
genda, inoltre, narra che vi sarebbe del dio Mercurio, di Iuventas e di
stato sepolto il re di Albalonga, Diana; quelli di Cerere, Libero e Li-
Aventinus, dopo che un fulmine lo bera, di Vertumnus, di Consus, della
aveva ucciso. Durante la Monarchia Luna, di Iuppiter Liber, di Libertas, di
e la Repubblica l’Aventino fu il Flora e di Summanus. Dove è ora la
quartiere della plebe di Roma, che chiesa di S. Prisca pare vi fosse un
lo abitò densamente e che qui si ri- edificio sacro a Minerva, dove è ora
tirò durante le storiche secessioni S. Sabina il Tempio di Giunone Re-
che segnarono le sue lotte per l’ot- gina, cui ad ogni primavera salivano
tenimento dei diritti politici e giuri- in processione le zitelle romane, e
dici. Sebbene le antiche mura ser- nei pressi dell’attuale S. Alessio
viane avessero incluso il colle nella quello di Iuppiter Dolichenus, il cui
loro cerchia, esso, fino al tempo di materiale archeologico, rinvenuto
8 Claudio, venne mantenuto al di nel 1935, è oggi esposto nei Musei
Il colle della poesia
Capitolini. Trasformatosi tra la Re- propria fortezza l’imperatore del
pubblica e l’Impero in luogo di di- Sacro Romano Impero Ottone III,
more lussuose, sull’Aventino sorse- stabilitosi a Roma nello sfortunato
ro le Terme Surane, quelle Deciane tentativo di attuare la Renovatio im-
e quelle di Varo e Stilicone. Vi ebbe- perii. Trascorsa l’epoca degli Ottoni,
ro casa Lucio Licinio Sura, costrut- il castello fu occupato dalla famiglia
tore delle suddette terme e amico dei Savelli tra i quali quel Cencio
stretto di Traiano, questo stesso im- che fu eletto papa con il nome di
peratore, i poeti Nevio ed Ennio e Onorio III. Nella residenza di fami-
l’imperatore Vitellio. Per il suo lus- glia sul colle questo papa ricevette,
so fu la zona di Roma che più delle per approvarne gli ordini, sia Do-
altre soffrì il saccheggio dei Goti di menico di Guzmán che Francesco
Alarico nel 410 d.C. Dopo il sacco di Assisi. Rimasto solitario e sugge-
l’Aventino si spopolò e divenne così stivo sino alla fine dell’Ottocento,
deserto da essere preferito da mo- come testimoniano gli acquarelli di
naci e religiosi come sede di cenobi Ettore Roesler Franz, nel corso del
o eremitaggi. Nel 537 fu il rifugio di Novecento l’Aventino si trasformò
papa Silverio, accusato da Giustinia- in un esclusivo quartiere residenzia-
no di tramare con i Goti di Vitige, e le dove lussuosi immobili si mesco-
intorno all’anno Mille vi edificò la lano agli antichi affascinanti edifici.
2. Santa Sabina
S.
Pietro d’Illiria fondò la chiesa e ve miracolosamente sulla sommità
il convento di S. Sabina nel del Mausoleo di Adriano, che, a me-
425, durante il pontificato di moria del prodigio, venne ribattezza-
papa Celestino I. Secondo la tradizio- to Castel S. Angelo. Nell’824 papa
ne Sabina era una matrona di Avezza- Eugenio II la arricchì di uno splendido
no che fu decapitata nel III secolo per- ciborio d’argento, scomparso nel
ché convertita al cristianesimo dalla 1527 durante il sacco di Roma. Nel XIII
schiava Serafia, che invece morì lapi- secolo papa Onorio III diede la chiesa
data. Sotto papa Sisto III (432-440) allo spagnolo Domenico di Guzmán,
proseguirono i lavori di costruzione e S. Sabina è ancora oggi officiata dai
della chiesa, che vide la prigionia di domenicani.
papa Silverio durante il periodo di L’aspetto medievale della chiesa subì
Giustiniano, le lotte contro l’eresia una radicale trasformazione con gli
monofisita e, secondo la tradizione, interventi condotti da Domenico Fon-
l’inizio della famosa processione con- tana alla fine del Cinquecento, per
tro la pestilenza del 590, guidata da volontà di papa Sisto V: la demolizio-
papa Gregorio Magno. Durante la ce- ne della schola cantorum, dell’icono-
lebrazione l’arcangelo Michele appar- stasi, del ciborio e la costruzione di un
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Veduta dell’abside di S. Sabina
Il colle della poesia
nuovo altare maggiore con baldacchi- narie. Gli scavi archeologici ottocen-
no, la muratura di alcune finestre, l’a- teschi nell’area individuarono due pic-
sportazione dei marmi dell’abside e coli templi dell’età arcaica, tratti delle
quella del soffitto a lacunari. I restauri mura serviane, edifici d’età repubbli-
condotti nella prima metà del Nove- cana e imperiale trasformati nel II se-
cento da A. Muñoz eliminarono le so- colo d.C. in un santuario di Iside, resti
vrastrutture barocche della chiesa e la di un impianto termale e quelli di una
riportarono alle supposte forme origi- domus del III-IV secolo che qualcuno
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Sarcofago romano strigilato conservato nell’atrio raffigurante due coniugi
4° Itinerario
nosissimo, è a tre navate, divise da stano scarse tracce, mentre sulle pa-
ventiquattro colonne corinzie scana- reti laterali è un ornato floreale ad af-
late che reggono archi. Su questi cor- fresco del V secolo. Degna di atten-
re un fregio a marmi policromi d’età zione è la grande decorazione a mo-
romana. Su ogni colonna sono inse- saico policromo sulla controfacciata,
gne militari sormontate da una croce, che riporta una iscrizione metrica a
a simboleggiare la superiore autorità lettere d’oro, della quale è ritenuto
della Chiesa sul potere imperiale. Le autore s. Paolino da Nola, con la
pareti della chiesa erano in origine ri- menzione di papa Celestino I e di Pie-
vestite di tarsie marmoree, di cui re- tro d’Illiria. Ai lati dell’iscrizione stan-
15
4° Itinerario
I
n origine il titulus, elevato a diaco- Oriente per evitare un matrimonio
nia nell’VIII secolo da Leone III, era imposto dai familiari. Tornato a Ro-
intitolato al solo S. Bonifacio. Egli ma dopo vent’anni, visse come un
conduceva vita dissoluta insieme alla mendicante sotto le scale dell’atrio
madre di Alessio, Egle, e quando della sua casa e solo in punto di mor-
questa si convertì ad una vita cristia- te rivelò al papa la sua vera identità.
na lo stesso fece Bonifacio, che ar- Benedetto VII affidò la chiesa al mo-
rivò a subire il martirio per decapita- naco basiliano Sergio, che la tra-
zione. Verso la fine del primo millen- sformò in un’abbazia, da dove parti-
nio, la chiesa venne dedicata anche a vano i missionari per cristianizzare gli
S. Alessio. Secondo una leggenda ri- Slavi. Papa Onorio III, nel 1217, la ri-
salente al V secolo Alessio, giovane costruì e fece sistemare le reliquie dei
patrizio romano che aveva dedicato due santi sotto l’altare maggiore.
la sua vita ai bisognosi, fuggì in Durante i lavori del 1750, diretti da T.
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Facciata della chiesa dei Ss. Bonifacio e Alessio
4° Itinerario
La navata centrale
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Particolare del soffitto
4° Itinerario
Particolare della piazza dei Cavalieri di Malta con le stele e gli emblemi dell’Ordine
colonna ritenuta quella alla quale sa- santo sotto la scala nella quale, se-
rebbe stato avvinto s. Sebastiano condo la leggenda, aveva il suo giaci-
quando venne martirizzato. Ornano glio. La leggendaria vicenda è peraltro
le pareti affreschi del XII e XIII secolo narrata nei famosi affreschi della basi-
con l’Agnello mistico, i simboli de- lica inferiore di S. Clemente.
gli evangelisti e figure di santi ed è Usciti dalla chiesa, e ripresa a destra
inoltre visibile la cattedra vescovile. via di S. Sabina, si oltrepassa l’ingres-
Nel transetto di sinistra è una cappella so al convento di S. Alessio, fondato
con la tomba del cardinale Guidi di nel X secolo e ricostruito nel Settecen-
Bagno (1641), opera di D. Guidi. Si to, oggi sede dell’Istituto di Studi Ro-
passa quindi alla cappella settecente- mani, con una biblioteca di circa
sca dedicata a S. Girolamo Emiliani, 21.000 volumi. Si raggiunge così
fondatore dei Somaschi, dove è con- piazza dei Cavalieri di Malta, rac-
servata una tela di J.F. De Troy con S. chiusa su un lato dal muro di cinta
Girolamo Emiliani che raccoman- delle proprietà dell’ordine e da mura
da gli orfani alla Vergine. Il passag- ornate da specchiature neoclassiche e
gio dal transetto alla navata di sinistra da piccoli obelischi, edicole e stele con
conserva la tomba di G. Brippio, emblemi navali e religiosi dell’ordine.
umanista del XV secolo e autore del Questo arredo urbano venne realizza-
poema La leggenda di S. Alessio. In- to tra il 1764-65 da Giovanni Battista
contriamo poi un pozzo ottagonale Piranesi, su incarico del nipote di papa
chiuso da un pesante coperchio di le- Clemente XIII, il patrizio veneto Gio-
gno ritenuto proveniente dalla casa di vanni Battista Rezzonico priore dei
s. Alessio. In fondo alla navata, all’in- Cavalieri di Malta. Sulla piazza si af-
terno di una vetrina, è la scenografia faccia il portone che immette al Prio-
barocca con S. Alessio assistito da- rato, su cui si trova il famoso buco
gli angeli al momento del trapas- della serratura dal quale è possibile
20 so, opera in legno e stucco di A. Ber- vedere la cupola di S. Pietro incorni-
gondi, che ricostruisce la morte del ciata dalle siepi del parco.
Il colle della poesia
4. Il Priorato di Malta
L
a storia del complesso dell’ordine facciata è percorsa da due coppie di
dei Cavalieri di Malta sull’Aventino lesene scanalate ornate da spade a ri-
ha inizio nel 939, quando Alberico lievo e sostenenti capitelli figurati con
II, l’aristocratico discendente della fa- al centro torri. Il portale è chiuso sulla
miglia dei Teofilatti che si era procla- sommità da un timpano su cui sta un
mato «principe e senatore di tutti i Ro- occhio incorniciato da una corona di
mani», fece trasformare il suo palazzo quercia con motivi strigilati. Nel tim-
sull’Aventino in monastero benedetti- pano è lo stemma dell’ordine tra tro-
no, affidandolo a Oddone di Cluny. Nel fei militari e panoplie. Al di sopra svet-
XII secolo il monastero passò ai Templa- ta la croce di Malta, mentre ai lati due
ri, il cui ordine era nato per la difesa dei frammenti di muro stanno a ricordare
pellegrini cristiani in Terrasanta. Quan- il fastigio distrutto dai cannoneggia-
do l’ordine fu soppresso nel 1312 da menti francesi del 1849.
papa Clemente V, il monastero passò ai L’interno della chiesa, a croce latina, è
Gerosolimitani, che lo tennero fino a a navata unica con nicchie laterali e
quando, nel Quattrocento, papa Paolo abside. La volta è ornata da stucchi
II concesse il monastero ai Cavalieri di con trofei, labari e navi e al centro è la
Malta. croce di Malta. Al di sotto della trabea-
Il complesso è visitabile solo previo zione sono medaglioni con ritratti de-
permesso da richiedere al Sovrano gli Apostoli. Nella prima nicchia di
Militare Ordine di Malta. destra è la tomba dell’umanista Bal-
Nel 1765 Giovanni Battista Piranesi fu dassarre Spinelli, costituita da un
l’autore della ristrutturazione e della sarcofago romano, databile al III secolo
nuova facciata della chiesa dell’ordine d.C., ornato sulla fronte dalla figura
intitolata a S. Maria del Priorato, del defunto che regge nella mano sini-
detta anche S. Maria Aventina. La stra il volumen, simbolo della propria
21
Il portale di accesso al complesso del Priorato di Malta
4° Itinerario
cultura, mentre dietro di lui sta Miner- bile poi il sepolcro del cardinale G.F.
va, simbolo della sapienza. La cappella Portocarrero, viceré di Sicilia, morto
seguente ospita il cenotafio di Gio- nel 1760, opera di L. Salimei, raffigu-
vanni Battista Piranesi, raffigurato rante il defunto sorretto da due putti.
in una statua con la toga romana, Segue il sepolcro dell’ammiraglio
opera del 1780 di G. Angelini. Per ri- Giorgio Seripando, morto nel 1465,
cordare che l’originaria sede dell’ordi- la cui effigie sta sul coperchio.
ne di Malta si trovava nella chiesa di S. Al secondo piano della villa, ristruttu-
Basilio al Foro di Augusto, presso l’al- rata da Piranesi, sono conservati tutti i
tare maggiore è la Gloria di S. ritratti dei gran maestri nella suc-
Basilio, gruppo ideato da Piranesi e cessione cronologica. In una sala è
realizzato da T. Righi. A destra del pre- conservata, inoltre, la tela dipinta da
sbiterio è il quattrocentesco sepolcro A. Sacchi rappresentante La Vergine
del priore Bartolomeo Carafa. Sulla col Bambino e S. Basilio, che una
sinistra è la tomba di Riccardo Ca- volta si trovava sull’altare maggiore
racciolo, altro gran maestro, in un della chiesa.
sarcofago romano scanalato con pro- Il giardino conserva ancora l’aspetto
tomi leonine. Nella parete di sinistra è ideato dal Piranesi, ornato da una ve-
un altare medievale in cui, durante i ra da pozzo, che reca incisa la data
restauri del 1765, fu rinvenuta un’ur- del 1244 e il nome di Pietro da Geno-
na d’argento con sacre reliquie. È visi- va, gran maestro dei Templari d’Italia.
5.
Passeggiando,
P
rendendo per alla chiesa, progetta-
via di Porta ta in stile neo-roma-
Lavernale si ri- passeggiando... nico dall’abate Ilde-
sale ora fino a piazza S. brando di Hemptinne
Anselmo passando accan- e realizzata da F. Vespi-
to al muro di cinta del giardino del- gnani. S. Anselmo (1033-1109) en-
la chiesa. È questo il proseguimen- trò nell’ordine benedettino dopo
to dell’antico vicus Armilustri, che essere fuggito di casa. Teologo di
conduceva all’Armilustrium, il luogo chiara fama, divenne arcivescovo di
dove l’esercito romano, rientrato Canterbury e fu tra i fondatori della
dalle campagne militari, provvede- filosofia scolastica.
va alla purificazione delle armi. Si La facciata della chiesa è ornata da
giunge così alla chiesa di S. Ansel- tre monofore su finta galleria, men-
mo, dove ha sede il collegio bene- tre l’interno, di sobria imitazione pa-
dettino internazionale e che è resi- leocristiana, è diviso in tre navate da
denza dell’abate primate dell’ordi- colonne di granito. Il soffitto è a ca-
ne. Il complesso sorge su un’area priate lignee. Nelle absidi stanno mo-
donata nel 1892 dal Sovrano Milita- saici raffiguranti angeli, opera di P.
re Ordine di Malta, su esplicita ri- Radbodus Commandeur. Sotto l’alta-
chiesta di papa Leone XIII. Un via- re maggiore sono conservate le reli-
letto, che conduce a un quadripor- quie di S. Anselmo, mentre la cripta è
tico, al centro del quale è una mo- ornata da sedici altari. Il 21 aprile, du-
22 derna statua di S. Anselmo, porta rante la funzione religiosa per l’anni-
Il colle della poesia
Mosaico romano, nel complesso di S. Anselmo, raffigurante Orfeo che, con la sua mu-
sica e il suo canto, soggioga il mondo animale
versario del santo, i monaci intonano lizzata dai Sangallo sotto il pontifica-
canti gregoriani, di cui tramandano to di Paolo III (1534-49).
l’insegnamento. Nell’atrio del mona- Lasciata la chiesa di S. Anselmo, si
stero è inserito nel pavimento un an- può prendere a destra la via omoni-
tico mosaico romano di II-III secolo ma e girare a sinistra all’incrocio
raffigurante Orfeo, mentre nei sot- con via S. Melania. Proseguendo su
terranei della chiesa si possono visita- questa via, e dopo aver superato
re i resti della domus romana di Luci- piazza del Tempio di Diana, conti-
lia Pactumeia. Nei retrostanti giardi- nuiamo a destra sulla via dallo stes-
ni del monastero, nei quali non sono so nome e, svoltando a destra giun-
ammessi i visitatori, si erge il bastione giamo a piazza S. Prisca. Qui sorge
della Colonnella, fortificazione rea- la chiesa omonima.
23
4° Itinerario
6. Santa Prisca
L
a chiesa ricorda la giovane roma- sacerdoti furono sempre presenti ai
na, figlia di Aquila e Priscilla, de- concili romani. Fino all’XI secolo S. Pri-
capitata sotto l’imperatore Clau- sca fu officiata dai monaci basiliani di
dio (41-54 d.C.). Nella casa di Aquila e S. Maria in Cosmedin, passando quin-
Priscilla, che secondo la tradizione di ai benedettini. Nel Medioevo fu
sorgeva nello stesso luogo della chie- elevata al grado di abbazia romana e
sa attuale, fu ospitato S. Pietro, il qua- a quel tempo fu particolarmente de-
le vi fece opera di conversione. Vi fu vastata dalle incursioni normanne.
ospitato anche S. Paolo che, nella Epi- Nel 1414 passò ai francescani e, nel
stola ai Romani, dice come nella casa 1455, ai domenicani. Nel Seicento, in-
di Aquila esistesse una ecclesia dome- fine, fu affidata agli agostiniani, che
stica, cioè un luogo di preghiera priva- ancora la officiano. I primi scavi ar-
to, tipico del periodo in cui i cristiani cheologici condotti al livello delle fon-
non erano autorizzati a praticare pub- dazioni, cui si è già accennato, porta-
blicamente. I resti della santa furono rono al rinvenimento di una preziosa
rinvenuti nel III secolo da papa Euti- tabula bronzea che il popolo di Clu-
chio e trasferiti nella chiesa che da lei nia, in Spagna, aveva offerto nel 222
prese nome. Si vuole addirittura che la a.C. a Caio Mario Pudente Cornelia-
chiesa fosse, prima che a Prisca, dedi- no per la sua opera di governatore.
cata ai suoi genitori, Aquila e Priscilla. La chiesa presenta una semplice ma
In verità la chiesa di S. Prisca fu titulus elegante facciata barocca, opera di
fin dal V secolo e dal 499 al 595 i suoi Carlo Lambardi, percorsa da due cop-
pie di lesene in laterizio su plinti e con
capitelli ionici in travertino. Tra le lese-
ne è l’elegante portale, affiancato da
due antiche colonne di granito su cui
s’apre l’occhio delineato da una cor-
nice marmorea. Nei capitelli delle co-
lonne del portale, sono volti di cheru-
bini; sovrasta il tutto un timpano
triangolare. Il campanile, a vela, è
opera di G. Monaco (1961). L’inter-
no, diviso in tre navate fu, nel Seicen-
to, privato di ben tre campate. Le an-
tiche colonne ioniche, che dividono le
navate, sono inserite nei pilastri ba-
rocchi, il cui ventaglio è ornato da fi-
gure di santi, apostoli e angeli. Sul-
la parete di fondo, durante i lavori
24 eseguiti per la costruzione della sa-
La facciata di S. Prisca crestia, sono venute alla luce le arcate
Il colle della poesia
della chiesa originaria che, pur aven-
do subito gravi danni nell’incendio
dei primi del Quattrocento, ancora
conservano frammenti di affreschi
dell’VIII secolo. Da ammirare, inoltre, è
un settecentesco affresco di G. Odaz-
zi raffigurante La Madonna con An-
geli. Nella cappella battesimale il
fonte è ricavato da un capitello com-
posito della fine del II secolo d.C., or-
nato da foglie lanceolate, ovoli, roset-
te e foglie d’acanto. Nonostante l’evi-
dente contrasto cronologico, la tradi-
zione vuole che in questo fonte S. Pie-
tro abbia battezzato sia S. Prisca che i Particolare della testa di Helios-Sol, dal
suoi genitori Aquila e Priscilla. Gli af- mitreo di S. Prisca
freschi del presbiterio, raffiguranti il mi del V secolo forse ad opera degli
Martirio di S. Prisca, sono opera del stessi cristiani. Dal ninfeo si accede al-
Fontebuoni (1580-1626). Nell’abside la cripta della chiesa, con pianta a T
sono degli angeli sostenenti meda- datata tra il IX e il X secolo, che il Fon-
glioni e la pala d’altare con S. Pietro tebuoni affrescò nel 1600 con Scene
che battezza S. Prisca dipinta, nel della vita di S. Pietro. L’altare baroc-
1600, dal Passignano. Sull’arco trion- co conserva le reliquie di Aquila, Pri-
fale è lo stemma di papa Clemente XII. scilla e Prisca. Si raggiunge così il ve-
Nella navata sinistra abbiamo i resti di stibolo del mitreo, dove si trovava
un affresco con l’Annunciazione, ri- l’angolo per i sacrifici rituali. La cella
tenuto opera di scuola di Benozzo dove venivano conservate le immagi-
Gozzoli. ni sacre, e che doveva simbolicamen-
Dalla navata destra della chiesa si può te rappresentare la grotta nella quale
accedere alla zona degli scavi archeo- era nato il dio, era detta spelaeum. Al-
logici condotti vicino ad un tratto del- l’ingresso, in due nicchie erano poste
l’antico Clivus Publicius nel periodo le statue di Cautes e Cautopates, di
1934-66. Si ipotizza che parte delle cui resta la prima trasformata in Mer-
emergenze riguardi i resti della casa di curio. Nella nicchia di fondo dello spe-
Licinio Sura, del I secolo d.C., costituiti laeum è collocata invece un’edicola
da un quadriportico trasformato in con un grande rilievo raffigurante Sa-
abitazione nel secolo successivo e da turno giacente e il giovane dio Mi-
un grande ninfeo absidato d’epoca tra che uccide il toro. A sinistra di
traianea, nel quale è conservato inte- questa nicchia un graffito consente di
ressante materiale di scavo. Sono stati ricostruire la data dell’inaugurazione
anche recuperati i resti di un edificio a del tempio: 18 novembre 202 d.C. Tra
due navate del II secolo, identificato le immagini ad affresco che ornano le
come l’antico titulus di S. Prisca, sorto pareti del mitreo si distinguono delle
sull’ecclesia domestica di Aquila e Pri- raffigurazioni simboliche dei sette
scilla. Il rinvenimento più interessante gradi della gerarchia iniziatica mitrai-
è quello di un mitreo, che conserva le ca collegati ai pianeti. Sulla parete op- 25
tracce di una distruzione subita ai pri- posta troviamo le figure di sei iniziati,
4° Itinerario
indicati con il grado di leones, e i ri- chia, erano un tempo visibili sette
spettivi nomi; essi recano un cratere e concentrici cerchi azzurri con intorno i
gli animali del sacrificio: un toro, un segni dello Zodiaco. L’ultimo degli
gallo, un montone e un maiale. Segue ambienti è la stanza delle iniziazioni,
infine la raffigurazione di una grotta quella dove il neofita veniva irrorato
dove il dio Mitra e il dio Sole banchet- con il sangue della vittima sacrificale.
tano assistiti da due persone che in- Usciti dal complesso di S. Prisca, si
dossano una maschera a testa di cor- può discendere sulla sinistra la via
vo. Oltre la cella si aprono altri locali, omonima. Al termine della via, sulla
tra cui la stanza degli arredi sacri, det- destra, si incontra piazza Albania ol-
ta apparatorium, contenente resti di trepassando la quale si prosegue per
anfore, e il Coelus, una sorta di batti- via di S. Saba, che in breve ci conduce
stero, nel quale, all’interno di una nic- alla basilica omonima.
7. San Saba
L
a tradizione narra che s. Silvia, risalire al VII secolo, quando alcuni mo-
madre di s. Gregorio Magno, naci della comunità fondata da s. Sa-
avrebbe avuto qui una casa con ba presso Gerusalemme, fuggiti dalle
annesso oratorio e che qui si trovasse invasioni arabe, giunsero a Roma e vi
il primo monastero dedicato a s. Saba, fondarono alcuni monasteri orientali.
capo del monachesimo orientale. Il La prima notizia certa riguardo al ce-
primo impianto della chiesa sembra nobio paleocristiano risale al 768,
quando vi fu imprigionato il falso pa-
pa Costantino. Durante l’VIII secolo S.
Saba viene ancora menzionato, poi-
ché gli abati del monastero tenevano
contatti diplomatici fra il papa e l’O-
riente e nel IX secolo viene ricordato
come il più importante convento di
Roma. Nel X secolo è probabile che il
monastero fosse tenuto dai benedet-
tini di Montecassino, i quali avrebbero
infine costruito la prima chiesa al di
sopra dell’oratorio. Il complesso pas-
sò ai cluniacensi nel XIII secolo, poi ai
canonici regolari, quindi ai cistercensi.
Infine, nel 1573, papa Gregorio XIII
26 (1572-85) lo affidò al Collegio Ger-
Ingresso al monastero di S. Saba manico Ungarico, retto dai gesuiti.
Il colle della poesia
Il portico
Nel 1909 la chiesa di S. Saba divenne perti archeologici e medievali, tra cui
vice-parrocchia legata a S. Maria Libe- un piccolo sarcofago strigilato con la
ratrice del rione XX Testaccio e, dal 5 raffigurazione della dextrarum iunc-
dicembre 1931, è parrocchia del rione tio e un rilievo dell’VIII secolo con un
XXI S. Saba, che da essa prende nome. Cavaliere con falcone. Il portale re-
Si accede alla chiesa dal suggestivo ca una bella cornice cosmatesca, con
protiro del XIII secolo, posto in cima decorazione a mosaico e un’iscrizione
ad una scalinata, sulla curva della stra- che riporta il nome di Giacomo, figlio
da, tra il verde degli alberi. Dal protiro, di Lorenzo e padre di Cosma, il gran-
sostenuto da colonne con capitelli io- de artista marmorario. L’interno, di
nici sormontati da mensole, si entra in austera semplicità, è a tre navate, divi-
un piazzale, sul quale prospetta la se da 14 colonne di spoglio e termi-
facciata, preceduta da un portico a nanti in tre absidi. Lo splendido pavi-
sei pilastri in laterizio con piattabanda mento cosmatesco, del XIII secolo, è
in travertino, sopra i quali si trova una ornato da cinque grandi dischi di mar-
compatta struttura, anch’essa in late- mi diversi ed è stato ricollocato in situ
rizio, con cinque piccole finestre. La dopo un restauro di inizio Novecento.
facciata è chiusa in alto da un loggia- Durante questi interventi si ricostrui-
to ad archi a tutto sesto, sostenuti da rono, con pezzi antichi, il ciborio, l’al-
colonnine; al di sopra del breve tetto tare maggiore e la cattedra episcopa-
spiovente, si intravede la retrostante le; quest’ultima è decorata da un
parte sommitale del timpano della grande disco con mosaici cosmate-
facciata originaria, con il tozzo cam- schi, ed è sovrastata da una Crocifis-
panile a due piani di bifore. Il portico e sione, dipinta nel XIV secolo. Gli affre-
il sovrastante loggiato, realizzati nel schi dell’abside, eseguiti per il giubi-
1463 dal cardinale Francesco Piccolo- leo del 1575, riprendono i soggetti
mini, vennero ampiamente rimaneg- della precedente decorazione a mo-
giati sotto Pio VI (1775-99). Sotto il saico e rappresentano Cristo tra i Ss. 27
portico sono conservati numerosi re- Andrea e Saba e, scendendo, L’A-
4° Itinerario
La Porta Ostiense
30
Il colle della poesia
9. La Piramide di Caio Cestio
L
a Piramide Cestia appare ora isola- una piccola camera sepolcrale, aperta
ta, ma anticamente era stata in- alla fine di un lungo corridoio. Essa,
clusa, quasi una sorta di baluardo, ornata di affreschi ormai poco leggibi-
nel percorso della cinta difensiva volu- li, risulta suddivisa in riquadri da alti
ta dall’imperatore Aureliano e costrui- candelabri dipinti poggianti su un alto
ta tra il 272 e il 275 d.C. La piramide, il zoccolo, anch’esso affrescato tutto in-
cui livello antico è a quattro metri di torno alla stanza. Agli angoli sono
profondità rispetto al piano delle mu- quattro figure alate, mentre figure
ra, fu costruita per volere di C. Cestio femminili stanti o sedute occupano i
Epulone, pretore, tribuno della plebe riquadri in alternanza a recipienti lu-
e, secondo quanto dice l’iscrizione che strali. Il soffitto, coperto da una volta a
si legge su uno dei lati della piramide, botte, presentava anch’esso dei riqua-
membro del Collegio dei septemviri dri e forse in quello centrale doveva
epulones. Questo singolare monu- essere l’effige di Caio Cestio. Ai quat-
mento funerario, sintomatico dello tro angoli esterni della piramide erano
spirito egittizzante succeduto alla vit- situate colonne scanalate disposte su
toria di Azio del 31 a.C., fu innalzato plinti. Il testamento di Caio Cestio da-
intorno al 20 a.C. in 330 giorni, come va disposizioni affinché l’interno del
viene indicato nell’iscrizione, se- suo sepolcro fosse ornato di og-
condo le disposizioni testamenta- getti preziosi e stoffe pregiate.
rie di Caio Cestio. È in opera ce- Dal momento che una legge
mentizia con rivestimento in romana del 18 a.C. vietava
lastre di marmo lunense e, che fossero sepolte stoffe
con una base di 29,50 e oggetti di lusso, gli
metri, si erge per un’al- eredi, per soddisfare
tezza di 36,40 metri. in qualche modo le
All’interno è situata disposizioni testa-
31
La Piramide di Caio Cestio
4° Itinerario
mentarie del defunto, vendettero gli più grande, che fino al Cinquecento
oggetti preziosi e con il ricavato acqui- esisteva presso S. Pietro. Nel 1656 pa-
starono due statue bronzee, che prov- pa Alessandro VII Chigi, come è ricor-
videro a far sistemare ai lati della pira- dato in un’iscrizione apposta sulla fac-
mide stessa. Di esse, che dovevano ciata ovest della Piramide, sotto quella
trovarsi sul lato orientale del monu- antica, provvide al suo restauro e fu in
mento, sono rimasti soltanto i basa- quella occasione che vennero rialzate
menti, conservati presso i Musei Capi- sui plinti, agli angoli della costruzione,
tolini. Accanto alla Piramide è ancora le colonne che giacevano interrate. Fu
visibile parte di una pavimentazione a anche in tale occasione che si entrò
basolato: si tratta di quanto resta del- nella camera sepolcrale e furono de-
l’antica via Ostiensis, ortogonale al scritti in una accurata relazione al pon-
tracciato delle mura. A partire dal Me- tefice gli affreschi, già allora poco con-
dioevo la piramide venne ricordata servati, della cella sepolcrale. Copie di
con l’epiteto di meta Remi, in contrap- queste pitture, realizzate nel XVIII seco-
posizione con la meta Romuli, nome lo, si trovano nel summenzionato Mu-
che veniva dato a un’altra piramide, seo della via Ostiense.
10.
Passeggiando,
T
ornati su via parte superiore, con
Marmorata, rafforzamenti a in-
prendiamo a passeggiando... tervalli regolari, a so-
sinistra per via Caio miglianza delle vicine
Cestio e ci dirigiamo ver- mura aureliane, cinge il
so l’ingresso al Cimitero acattolico cimitero e si interrompe in corri-
per stranieri, tradizionalmente co- spondenza del cancello. Il portale,
nosciuto come Cimitero degli Ingle- in stile neo-gotico, si apre entro una
si. Un alto muro chiuso inferior- muratura in peperino, la cui som-
mente e aperto a intervalli nella mità è a somiglianza di una torre
merlata. Sopra è la scritta: RESURREC-
TURIS. È possibile accedervi pagan-
do il biglietto d’ingresso. Le origini
di questo cimitero risalgono agli ini-
zi del Settecento, allorquando gli
stranieri residenti a Roma acquista-
rono un terreno presso il sepolcro
di Caio Cestio per dare sepoltura ai
defunti appartenenti a confessioni
diverse dalla cattolica che, al tempo,
non potevano essere sepolti entro le
mura della città. La sepoltura più
antica rinvenuta durante i lavori di
scavo intorno alla piramide nel
1928 risale al 1738, come si legge
sulla pietra tombale, che ricorda un
giovane studente di Oxford morto a
32 Il portale di accesso al Cimitero acattolico soli venticinque anni. Questa tomba
Il colle della poesia
amico fraterno, che vegliò gli ultimi
La tomba di
Percy Bysshe Shelley giorni di vita del giovane poeta. Qui
è anche sepolto, in un diverso setto-
re, il figlio di Goethe, morto a qua-
rant’anni nel 1830 e la cui tomba si
trova in corrispondenza della pe-
nultima torre, chiusa da una recin-
zione in ferro e ornata dal ritratto
scolpito da Thorvaldsen. Quindi è
apparteneva alla parte più antica la tomba della scrittrice Malwida
del cimitero, che fino al 1824 rimase von Meysenburg, amica di Mazzini,
privo di recinzione, poiché questa Wagner e Nietzsche. Andando verso
avrebbe impedito la vista della Pira- l’ultima torre vediamo la tomba di
mide. Fu durante il papato di Leone un altro grande poeta inglese, Percy
XII che si permise la costruzione di Bysshe Shelley, che morì in un nau-
un fossato per proteggere il cimite- fragio a La Spezia l’8 luglio 1822.
ro dalle profanazioni. La concessio- Nella stessa cavità della torre è an-
ne di una parte di terreno recintato che la lapide che indica la sepoltura
a fianco della Piramide Cestia e del- dell’amico di Shelley, E.J. Trelawny.
le mura fu ufficialmente ratificata È da notare quindi la tomba di Jef-
dal cardinal Consalvi, allora segreta- ferson Page, ornata dalla scultura di
rio di Stato, nel 1821, ma si dovette Ximenes (1899), e quella del figlio-
attendere il 1870 perché fosse rea- letto del poeta Shelley, morto nel
lizzato il muro di recinzione. Le ese- 1819 all’età di tre anni. Percorren-
quie si svolgevano quasi sempre not- do il viale che costeggia le mura ver-
tetempo, con il pretesto che la vista so la cappella vediamo anche la
di apparati rituali diversi da quelli tomba del famoso pittore della
cattolici avrebbe potuto destare l’ira Campagna Romana E. Coleman e
del popolino. Numerose sono le la- dietro alla sua tomba
pidi che ricordano quelle di tre aviato-
illustri personaggi ri inglesi segnate
del mondo lettera- da croci fatte ad
rio che vissero a elica. Qui sono se-
Roma e furono se- polti anche Anto-
polti in questo ci- nio Labriola e An-
mitero. Fra questi tonio Gramsci.
ricordiamo il poe- Usciti dal cimitero
ta John Keats, degli Inglesi ri-
morto a Roma in prendiamo a sini-
giovane età, nel stra il percorso si-
1821, dopo una no in fondo a via
permanenza nella Caio Cestio. Attra-
città di soli quattro versiamo quindi
mesi. Vicino a que- via Nicola Zabaglia
sta tomba c’è quel- per portarci nell’a-
la del pittore Jo- rea di monte Te-
seph Severn, suo La tomba di John Keats staccio. 33
4° Itinerario
P
iù che di un vero e proprio mon- dro IV. Fino al pontificato di papa Pao-
te, si tratta in realtà di una collina lo II Barbo (1464-71), vi si correva un
artificiale, che nel pianoro più al- palio carnevalesco (Mons de Palio), fi-
to misura circa 49 metri di altezza e no a quando questo non venne spo-
circa 45 in quello inferiore; il suo peri- stato sulla via del Corso, divenendo la
metro è molto irregolare e va da circa famosa Corsa dei Barberi. L’area con-
250 metri per i lati più lunghi (quelli a tinuò, comunque, ad essere teatro di
est e ovest) a 180 metri per quello a altri spettacoli, che radunavano un
nord. La superficie complessiva è di gran numero di persone. Sul monte
22.000 mq. Il monte si è formato inte- Testaccio, durante le celebrazioni del-
ramente con i frammenti delle anfore la Settimana Santa, avveniva la con-
(testae) che venivano svuotate duran- clusione della “Rappresentazione”,
te le operazioni di scarico delle merci che aveva inizio nel vicino Foro Boa-
nel vicino Emporium e che si sono ac- rio, si dirigeva alla Casa dei Crescenzi,
cumulati qui per un periodo che va detta “casa di Pilato”, seguiva il per-
dal I alla metà del III secolo d.C. I fram- corso sulla via Dolorosa, passando da-
menti appartengono, in gran parte, vanti alla chiesa di S. Maria in Cosme-
ad anfore olearie della Betica, l’odier- din e si dirigeva al monte Testaccio
na Andalusia, grandi anfore cioè del- dopo avere oltrepassato l’Arco di S.
l’altezza di circa 75 cm e di circa 55 Lazzaro. Sul colle si rappresentava la
cm di diametro. Le anfore vuote, che crocifissione e la sepoltura di Gesù; a
a quanto pare venivano utilizzate per ricordo di questa antica usanza, una
un unico trasporto, erano caricate su croce è ancor oggi visibile in cima al
carri che salivano mediante sentieri e monte. Agli inizi del Seicento gli arti-
rampe sul grande cumulo. Molti di glieri di Castel S. Angelo scelsero la
questi frammenti recano i timbri di zona come luogo per le loro esercita-
fabbricazione impressi sulle anse, al- zioni: la postazione di tiro era situata
tre invece conservano i cosiddetti Ti- vicino alla Piramide Cestia, mentre il
tuli picti, che erano vergati con cala- bersaglio veniva sistemato sulla colli-
mo o pennello, con atramentum nero netta.
o con minio rosso, e riportano la data Durante il Seicento il monte Testaccio
consolare, la tipologia del contenuto, finì per divenire una sorta di frigorife-
il nome dell’esportatore, talvolta la ro cittadino e, su regolare concessio-
destinazione. In un’iscrizione dell’VIII ne da parte degli amministratori citta-
secolo, che è collocata nel portico del- dini ai privati, vennero scavate alla ba-
la chiesa di S. Maria in Cosmedin, se del monte delle cantine, le cosid-
compare per la prima volta il toponi- dette “grotte” per la conservazione
mo “Testaccio”. Nel 1256 si ha noti- del vino. Queste grotte erano dispo-
zia di “ludi testacei”, che si tenevano ste lungo tutto il perimetro del colle e
34 qui nella seconda metà del Duecento, la pianta del Nolli mostra come, già
durante il pontificato di papa Alessan- nel 1748, la situazione fosse simile a
Il colle della poesia
lenti al I secolo d.C., forse sistemati a dado in blocchi di tufo con corni-
per proteggere le strutture dalle ce in travertino e iscrizione dedica-
piene del Tevere: la loro presenza toria fiancheggiata da fasci littori.
ha dato origine alla denominazione Gli Horrea Lolliana furono invece
di “ripa marmorata” poi passata alla costruiti probabilmente nel 71 a.C.
via che collega Porta S. Paolo con la da M. Lollius Palicanus; alla morte
riva del fiume. di Lollia Paolina, seconda consorte
In quella che anticamente era la re- dell’imperatore Caligola, tutti i be-
gio XIII, Aventinus, presso lo scalo flu- ni della nobildonna, compresi i ma-
viale, è inoltre ricordata la presenza gazzini, furono confiscati da Clau-
di ben trenta horrea, parola che sta a dio e passarono sotto l’amministra-
significare magazzino, luogo di de- zione imperiale. Questo grande
posito. La presenza di magazzini complesso, di cui non restano trac-
privati presso il porto risale al tem- ce visibili, era situato nella zona sul-
po della seconda guerra punica. l’attuale area dell’ex Mattatoio; at-
Fra i più vasti e importanti ricordia- traversato da strade che lo divideva-
mo gli Horrea Lolliana e gli Horrea no in varie zone, esso era dotato di
Galbana. Di questi ultimi, costruiti tabernae e attrezzato con un molo
proprio dietro il complesso della fluviale per il carico e lo scarico del-
Porticus Aemilia, e che rimasero di le merci. Alle pendici dell’Aventino
proprietà privata fino all’epoca del- era probabilmente il sito di un altro
l’imperatore Galba, sono stati rin- complesso di horrea privati, quelli
venuti resti costituiti da ambienti Aniciana o Anicetiana, mentre a ove-
dall’impianto regolare affacciati su st della Porticus Aemilia si trovavano
tre grandi cortili e corredati dai co- gli Horrea Seiana, che entrarono a
siddetti ergastula, cioè abitazioni far parte del demanio imperiale
per il personale responsabile dello sotto il principato di Traiano. I resti
stoccaggio delle merci. Presso i ma- della Porticus Aemilia e dell’Empo-
gazzini era situata la tomba di Ser- rium sono visitabili inoltrando ri-
gio Sulpicio Galba, scoperta nel chiesta alla Soprintendenza Ar-
38 1885 in via G. Branca: una struttura cheologica di Roma.
Come arrivare a…
Piazza Albania:
3 - 60 - 75 - 118 - 175 - 271 - 673 - 715
Legenda:
I numeri in neretto indicano i capolinea (es. 70)
quelli sottolineati indicano i tram (es. 3)
quelli in verde le linee solo feriali (es. 30)
quelli in rosso le linee solo festive (es. 130)
Comune di Roma
Turismo
Via Leopardi 24
00185 Roma
www.comune.roma.it