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Di Maria Tenace
INDICE
Prefazione 1
Conclusioni.........................................................................................125
Prefazione
Il lettore alle prime armi con il simbolismo religioso si troverà a far
fronte allo scontro tra quello che si propone nel libro e immagini
profondamente condizionate da luoghi comuni e radicate da
presupposti religiosi.
Il testo si ripropone di fornire una visione più ampia e soprattutto
meno condizionata dell'argomento, non demolendo questa o quella
religione, ma partendo dall'analisi del classicismo iconografico e
letterario delle origini Bibliche, approfondendo ogni simbolo e
fornendo una chiave di lettura sia filosofico-religiosa, (analizzando le
diverse sfaccettature e confrontando i miti dal quale deriva,
incontrando una straordinaria e ricca selva di culti, dove si cercherà
di distinguere e ricercare una base comune del mito che lo ha
originato ) sia attraverso il simbolismo esoterico, il quale è stato e
continua ad essere oggetto delle più assurde illazioni, vittima della
superficialità dell'uomo contemporaneo, figlio della razionalità a tutti i
costi.
Il complesso di Gobekli Toepe risale a circa 12.500 anni fa, ben sette
millenni prima della Grande Piramide di Giza, ed è il più antico
esempio noto di architettura monumentale. Sono stati scoperti venti
settori monumentali con pilastri a forma di T, fortemente antropomorfi
che raffigurano diversi animali e sulla colonna, ad un livello superiore
quindi, un piccolo ominide tra le mani di un Dio creatore e lambito da
un serpente.
Prima della scoperta di Gobleki Toepe, gli archeologi, ( proprio
durante il periodo di costruzione del sito ricordiamo che era presente
l'Homo neanderthalensis. Ed è proprio in quel periodo che c'è stato il
"salto evolutivo" che ha portato al Sapiens), ritenevano che le prime
complesse costruzioni in pietra fossero state realizzate da gruppi di
cacciatori che stavano conoscendo e sperimentando l'agricoltura,
proprio nel periodo quando cominciò ad avere fondamentale
importanza conservare le eccedenze alimentari da fornire a gruppi di
uomini del Neolitico, liberandoli dal costante obiettivo giornaliero di
sopravvivenza. La scoperta di questo sito ha messo in discussione
molte delle certezze e delle convinzioni che si avevano.
Ma non ci sono prove certe che quegli uomini abitassero lì, poichè
non fu trovata traccia di stanziamento.
L’ archeologo Schmidt e i suoi colleghi, che stanno lavorando
attivamente allo scavo del complesso di Gobekli Toepe, stimano che
siano state necessarie dalle 500 alle 1000 persone per tagliare lastre
di pietra dalle cave locali, spostarli per più di 700 metri di distanza,
ed innalzarle. Come hanno fatto degli uomini dell’età della pietra a
raggiungere il livello di organizzazione necessaria per farlo?
È lecito ipotizzare che una élite di leader (antichi Dei?), sicuramente
più evoluto, ha sorvegliato il lavoro? A cosa potevano servire
costruzioni di quel tipo all'uomo della pietra che era solito abitare in
caverne e non coltivava ancora la terra? I cacciatori non erano
sedentari e quindi non poteva essere altro che un luogo di
adorazione permanente, e quelle costruzioni al contrario di quanto si
credesse in un primo periodo durante le prime fasi del ritrovamento,
sembravano suggerire qualcos’altro: la condivisione della storia della
loro origine o creazione , nonostante l’ appartenenza a gruppi
familiari diversi.
Il Simbolo di Enki