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1. Elementi matematici
dE = nCv dT (1)
dE = δQ − δL (2)
In questo caso troviamo un nuovo simbolo δ (nei libri si trova spesso una “d"
barrata) che indica la presenza di un differenziale non esatto. Per quanto ci
riguarda un differenziale non esatto è riferito ad una quantità che non è
funzione di stato. Il valore funzione di stato come l’energia interna o
l’entalpia dipende solo dal punto di partenza e dal punto di arrivo. Se la
nostra quantità dipende anche dal percorso (come calore e lavoro) allora le
proprietà dei differenziali che vedremo fra poco non valgono. Si usa questa
diversa notazione per tenere conto di queste differenze. Anche i
differenziali di quantità che non sono funzione di stato dipendono dal
percorso lungo cui si fa la variazione infinitesima.
Vediamo ora alcune proprietà dei differenziali esatti. Nessuna di queste
proprietà è valida per un differenziale non esatto.
Consideriamo una generica funzione di stato F dipendente dalle variabili a
e b:
1
( ∂a ) ( ∂b )
∂F ∂F
dF = da + db (3)
b a
( ∂T )
∂U
nCv = (4)
V
∂b ( ∂a )b ∂a ( ∂b )a
∂ ∂F ∂ ∂F
= (5)
∂F ∂F
F(A, B, . . . ) = a +b + ... (7)
∂a ∂b
2
2. Differenziale dell’energia interna e diversi tipi di
lavoro
dE = δQ − δL
Ogni variazione infinitesima sia di una funzione di stato che di una quantità
che non sia funzione di stato come il calore può essere considerata
reversibile. Questo perché se una variazione è molto piccola è sempre
possibile, in via di principio tornare indietro. Una variazione “brusca" come
per esempio far cadere un oggetto da uno scalino è invece irreversibile.
Quindi possiamo scrivere:
δQ = Td S. (10)
δL = Pd V. (11)
d E = Td S − Pd V . (12)
Questo considerando solo questo tipo di lavoro. In realtà esistono vari tipi
possibili di lavoro. Per esempio il lavoro meccanico si definisce come il
prodotto fra forza e spostamento. Il differenziale del lavoro meccanico vale
3
δL = − Fd s (13)
Lavoro meccanico F s
Lavoro espansivo -P V
∑
δL = − μi d ni (14)
i=1
Dove l’ indice i corre su tutte le n sostanze coinvolte nella reazione.
Una reazione chimica presuppone il cambio del numero di moli di due o
più sostanze di cui almeno una diminuisce il suo numero di moli ed almeno
una le aumenta. Consideriamo la semplice reazione chimica di formazione
dell’acqua dagli elementi:
4
2d nH2O( g) = − 2d nH2(g) = − d nO2(g)
a A + bB → cC + d D (15)
si ha
cd nC = d d nD = − a d nA = − bd nB = d x (16)
∑
d E = Td S − Pd V + μi d ni (17)
i=1
( ∂V )
∂E
P =− (18)
S,n
5
( ∂S )
∂E
T = (19)
V,n
( ∂ni )
∂E
μi = (20)
S,P,n≠i
Dove di volta in volta tutte le variabili naturali tranne una sono mantenute
costanti. Queste derivate sono semplici. In realtà è possibile scrivere il
differenziale di una funzione di stato in funzione di altre variabili. In
questo caso le derivate possono essere più complesse.
Calcolare queste derivate ci sarà utile per poter studiare dei sistemi di
interesse chimico. Alcune di queste derivate sono misurabili con apparati
sperimentali (ne vedremo alcuni). Nella pratica sperimentale però non è
semplice misurare una derivata rispetto al volume o una derivata rispetto
all’entropia. Possiamo costruire delle funzioni di stato ausiliarie dell’energia
interna che dipendono da altre variabili naturali tramite una operazione
chiamata trasformata di Legendre. Una trasformata è una operazione che
trasforma una funzione (in questo caso in forma di differenziale) in un’altra
funzione che dipende da altre variabili ma contiene informazioni sul
sistema che descrive equivalenti. A seconda dei contesti può essere utile
avere queste informazioni in una forma o nell’altra.
La trasforma di Legendre di un differenziale di una funzione di stato si
ottiene sommando a destra e sinistra il differenziale del prodotto di una
quantità intensiva e di una quantità estensiva. Per esempio sommando alla
(17) il differenziale del prodotto PV otteniamo:
∑
d E + d(PV ) = d E + Pd V + Vd P = Td S − Pd V + Pd V + Vd P + μi d ni
i=1
Semplificando:
∑
d E + d(PV ) = Td S + Vd P + μi d ni = d H (21)
i=1
∑
d H − d(TS ) = Td S − Td S − SdT + Vd P + μi d ni
i=1
Semplificando:
N
∑
d H − d(TS ) = − SdT + Vd P + μi d ni = dG (22)
i=1
∑
d E − d(TS ) = − SdT − Pd V + μi d ni = d A (23)
i=1
∑
d E = Td S − Pd V + μi d ni
i=1
7
N
∑
d H = Td S + Vd P + μi d ni
i=1
∑
d A = − SdT − Pd V + μi d ni
i=1
∑
dG = − SdT + Vd P + μi d ni
i=1
∑
dG = μi d ni (24)
i=1
Ovvero l’energia libera di Gibbs dipende solo dai potenziali chimici e dalla
variazione del numero di moli. In un recipiente aperto e tenuto a
temperatura costante l’energia libera di Gibbs è la funzione di stato più
adatta a descrivere un sistema dal punto di vista chimico Allo stesso modo,
un recipiente ermetico e rigido (una bomba di Mahler o una bombola)
tenuto a temperatura costante è ben descritto dall’energia libera di
Helmholtz.
Esiste un trucco per memorizzare le espressioni di questo differenziali noto
come “quadrato termodinamico”:
8
-S E V
H A
-P G T
Ogni funzione di stato è compresa fra le sue variabili naturali (quindi sono
quelle che vanno precedute dal segno di differenziale esatto d). Queste
vanno moltiplicate per le grandezze che sono diametralmente opposte. In
alto sono poste le grandezze estensive (S e V) ed in basso quelle intensive (P
e T). S e P (che sono sulla sinistra) hanno segno negativo. Se per andare
dalla quantità estensiva a quella intensiva vado da sinistra verso destra il
segno è quello risultante dalla moltiplicazione. Altrimenti il segno va
invertito.
Prima di passare allo studio delle proprietà della funzione energia libera di
Gibbs vediamo alcune proprietà delle derivate delle funzioni di stato che ci
possono essere utili.
Per esempio prendiamo il differenziale dell’energia interna (eq.17):
∑
d E = Td S − Pd V + μi d ni
i=1
( ∂V ) ( ∂V )
∂E ∂S
=T − P (25)
T T
∑
d A = − SdT − Pd V + μi d ni
i=1
( ∂V )
∂A
P =− (26)
T
( ∂T )
∂A
S=− (27)
V
∂T ( ∂V )T ∂V ( ∂T )V
∂ ∂A ∂ ∂A
= (28)
∂ ∂
(−P) = (−S ) (29)
∂T ∂V
10
( ∂V ) ( ∂T )
∂S ∂P
= (30)
T V
( ∂V ) ( ∂T )
∂E ∂P
=T − P (31)
T V
( ∂V )
∂E
Possiamo usare questa equazione per calcolare per un gas ideale.
T
Dall’equazione di stato PV=nRT ricaviamo facilmente che P=nRT/V e che
( ∂T ) ( ) ( ∂T )
∂P ∂(n RT /V ) ∂T nR
= = n R /V =
V
∂T V V
V
( ∂V )
∂E nR
= T − P = P − P = 0 (32)
T
V
( V )
a n2
P + 2 (V − b) = n RT (33)
n RT a n2
P= − 2 (34)
V−b V
11
Da cui:
( ∂T )
∂P nR
= (35)
V
V − b
( ∂V ) (V − b V )
∂E nR nR n RT a n2 a n2
= T−P = T− − 2 = 2 (36)
T
V−b V−b V
Quindi per un gas di van der Waals l’energia interna dipende dal volume.
Se aumentiamo il volume, a numero di moli costante, il termine
diminuisce.
Infatti ci avviciniamo alle condizioni di gas ideale dove gli urti fra le
molecole di gas sono meno probabili.
Si può ricavare, in modo del tutto analogo, una formula per la dipendenza
dell’entalpia dalla pressione:
( ∂P ) ( ∂T )
∂H ∂V
=−T + V (37)
T P
( ∂P )
∂H
≃ b (38)
T
[( ∂V )T ] ( ∂T )P
∂E ∂V
Cp − Cv = +P (39)
12
Non è possibile scrivere una espressione di Cp e Cv in funzione di derivate
come quella sopra. Serve sempre un modello microscopico come la teoria
cinetica dei gas o il modello ad oscillatori di Dulong e Petit.
Nel caso di un gas ideale abbiamo:
( ∂V )
∂E
=0
T
( ∂T )
∂V nR
=
P
P
quindi
nR
Cp − Cv = P = n R (40)
P
In altri casi la relazione può essere molto più complicata. Però si possono
fare alcune considerazioni:
( ∂V )
∂E
1. > 0 sempre. Infatti a temperatura costante per aumentare il
T
volume di qualsiasi sostanza bisogna sempre fornire energia. Nessuna
porzione di materia cede energia aumentando il volume.
( ∂T )
∂V
2. > 0 sempre. A pressione costante per aumentare il volume
P
bisogna aumentare la temperatura. Qualunque gas, solido, liquido
aumenta di volume con la temperatura.
Cp − Cv > 0 (41)
13
5. Il potenziale chimico
∑
d E = Td S − Pd V + μi d ni
i=1
ricavando:
∑
E = TS − PV + μi ni (42)
i=1
N N
∑ ∑
d E = Td S + SdT − Pd V − Vdp + μi d ni + ni dμi (43)
i=1 i=1
N N N
∑ ∑ ∑
Td S + SdT − Pd V − Vdp + μi d ni + ni dμi = Td S − Pd V + μi d ni
i=1 i=1 i=1
∑
SdT − Vdp + ni dμi = 0 (44)
i=1
14
Questa equazione è nota come equazione di Gibbs-Duhem. Essa contiene
come variabili naturali solo quantità intensive: T, P, μ. Determinando tutte
eccetto una di queste quantità possiamo ricavare quella mancante. La cosa
più importante è che essa contiene il differenziale del potenziale chimico.
Consideriamo la (44) per un sistema con un solo componente:
SdT − Vdp + n dμ = 0
−Vdp + n dμ = 0
n RT
Esplicitando dμ e utilizzando l’equazione di stato dei gas ideali (V = )
P
otteniamo:
V n RT dp
dμ = dp = dp = RT
n np p
Integrando questa espressione si ottiene:
p p
dp
∫p ∫p
μ dμ = RT = μ0 + RT ln (P/P0) (45)
0 0
p
∑
dG = − SdT + Vd P + μi d ni
i=1
N
∑
d A = − SdT − Pd V + μi d ni
i=1
15
N
∑
dGP,T = μi d ni (46)
i=1
∑
dGP,T = μi Ni d x (47)
i=1
( ∂x )
N
∂G
∑ i i
= μ N (48)
P,T i=1
( ∂x )
N
∂G
∑ i i
= μ N = 0 (49)
P,T i=1
16
G
A
∆G E
x
Figura: In una reazione chimica (a P, T costanti) l’energia libera di
Gibbs è funzione solo della coordinata di reazione x. Perché il
sistema passi spontaneamente da un valore di x ad un altro l’energia
libera di Gibbs deve diminuire. Quando sono al minimo di G mi
trovo all’equilibrio.
( ∂x )
N N
∂G
∑ 0i i ∑ i
= μ N + RT N ln Pi = 0 (50)
P,T i=1 i=1
∑
ΔG0 = μ0i Ni (51)
i=1
17
KP = P1N1 ⋅ . . . P1Nn (52)
N
KP = P1N1 ⋅ . . . PnNn =
∑
Ni ln Pi (53)
i=1
a A + bB → cC + d D
Si ha
PCc PDd
KP = (54)
PAa PBb
ΔG0 + RT ln KP = 0 (55)
ΔG0 = − RT ln KP (56)
18
μ = μ0 + RT ln[C ] (57)
[C ]c[D]d
KC = (58)
[A]a[B]b
19