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louisvuitton.com
S O M M A R I O
Aprile 2020
Far Away So Close
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Editor’s Letter Photo Vogue Questa Non È Una Controcanto
E M A N U E L E G I OVA N N I Fotografia Di Moda A N G E L O
FA R N E T I M O N TA N A R O V I N C E A L E T T I F L AC C AV E N T O
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Far Away So Close La Nostra Il Prezzo Da Pagare Consumismo, A Brand New World Questo Non È (Solo)
Battaglia Game Over? Un Giornale Di Moda
62 64 66 68 70
Avrò Abbracci Senza Sogni Mai La Nostalgia Facciamo Rumore La Vita
Per Tutti Laser È Un’Isola
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Mai Così Vicini Tutto Si Trasforma A Che Gioco Giochiamo La Grande Vittoria Il Futuro È Adesso Sapremo Rialzarci
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Oltre La Bufera Salviamo Sognando Passato L’Estate Che Ci Aspetta
Le Idee Fresche Abiti Elettrici Presente
S O M M A R I O
(continued)
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E Se Domani Nessuno È Imperfetto
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Far Away So Close
Aprile 2020
Vogue Italia No. 836 Aprile, 2020
Milano, Italia
Bianco
Io non so se, come dicono alcuni, la ragion d’essere di Vogue è quella di intrattenere,
di regalare qualche ora di evasione a chi lo sfoglia.
So, come si legge a pagina 59, che questo giornale nella sua storia ultracentenaria
ha attraversato guerre, crisi, atti di terrorismo. E la sua tradizione più nobile (ne è
forse l’esempio più lucente Audrey Withers, che ne ha diretto l’edizione inglese sotto
le bombe naziste) è quella di non voltarsi dall’altra parte. Perché, come diceva proprio
Withers, restare inermi vuol dire farsi andare bene lo status quo.
di Emanuele Farneti
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Il Rifesso Sul Vetro
di G I O V A N N I M O N TA N A R O
Sono giorni che non esco di casa. All’inizio, stavo vesti- lulite, i capelli rossi che non riesco mai a pettinare. Non
ta, persino mi truccavo qualche volta. Presto però ho co- mi sono mai sentita così bella, come se stessi tutta qui,
minciato a togliermi le cose di dosso, come se non mi dentro il mio corpo, e invece per tutta la vita mi fossi un
servissero più, tanto nessuno doveva vedermi, nessuno po’ distratta, a cercar cose, a perdere tempo, a trascurar-
veniva a trovarmi. La casa è calda, mi trascino nel let- mi. Nessuno mi doveva vedere perché cominciassi a ve-
to, dormo, leggo, penso; se mi metto sul divano, mi av- dermi io. Sono contenta di essere una femmina, non mi
volgo in una coperta. Telefono, chatto, trovo articoli inte- piacerebbe per niente essere un maschio. Mi avvicino al-
ressanti che non mi aspettavo. Mi spavento, poi mi passa. la finestra, gli alberi sono ancora spogli, non piove mai
Ogni tanto guardo fuori dalla finestra. Il mondo mi man- quest’inverno. La luce però è forte. Provo a socchiude-
ca, ma non esco lo stesso. Per le strade non c’è nessuno, e re il vetro, sento che da fuori passa un po’ di calore. Mi
così posso stare nuda anche alla finestra, nessuno mi ve- sporgo fuori, non mi ero mai affacciata così, senza nien-
de, nessuno si ferma. È sul vetro della finestra che mi so- te indosso, c’è un signore lontano, che cammina, forse mi
no vista tutta riflessa, tutto il corpo, come in bagno non sta guardando, non mi importa, sta andando in un’al-
mi riesce. Mi sono vista bella. Senza trucco, senza vestiti; tra direzione. Fuori è caldo, la primavera sta davvero per
con quei seni che avrei voluto più grandi, quel po’ di cel- arrivare. ________________________________________
selezione a cura di A L E S S I A G L AV I A N O
Imogen Freeland, “Cressida in Morning Light”, dalla serie “The Modern Crisis of the Self, 2012”. Inglese, 32 anni, Imogen Freeland è iscritta
a PhotoVogue, la piattaforma fotografica di Vogue.it curata dai photo editor di Vogue Italia che dall’aprile del 2011 è aperta a tutti i generi,
dal reportage allo still life, dalla moda all’architettura, e che conta oggi oltre 183mila fotografi provenienti da ogni parte del mondo.
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peserico.com
FIRENZE FORTE DEI MARMI MILANO ROMA S.MARGHERITA LIGURE TORINO VERONA
Questa Non È Una Fotografia Di Moda
Quello di Stephen Shore è uno sguardo apparentemente casuale, mai superficiale.
Lo dimostra questo ritratto, che mette a fuoco un momento felice nella vita dell’artista.
di V I N C E A L E T T I
“[Untitled], 1979”, di Stephen Shore. Dalla serie “Transparencies 1971-1979”, © Stephen Shore. Courtesy 303 Gallery, New York.
Anche se alcune delle primissime fotografie di to, un linguaggio che affondasse le sue radi- Perfino in questi primi lavori, Shore guarda con
Stephen Shore, scattate nella sua tarda adole- ci in Walker Evans, nelle cartoline postali e nel- inconsueta chiarezza, ma raramente da un punto
scenza, tra il 1965 e il 1967, erano di Andy, Edie, le istantanee amatoriali. Shore, che nel 1971 di vista prevedibile. Le sue immagini danno spes-
Gerard, Nico e Lou Reed alla Factory di Warhol, aveva realizzato una serie di cartoline a colori so la sensazione di essere curiosamente “off” – un
il suo soggetto abituale non sono le persone. Sho- impossibili da distinguere da quelle che si po- po’ sbilenche, o inquadrate in modo strano. Non
re è infatti conosciuto soprattutto per le immagini trebbero trovare nell’espositore di un drugsto- hanno nulla di superfluo, eppure viene da chieder-
a colori di luoghi e oggetti tipicamente america- re, è un ottimo esempio di questo approccio. si: cosa stava guardando esattamente? Nel ritrat-
ni: incroci stradali, cittadine di provincia, tavo- L’immagine qui sopra è tratta da un nuovo libro, to qui sopra, invece, il dubbio non sorge affatto.
le calde, una colazione apparecchiata sul tavolo. di raffinata fattura, delle sue prime fotografie, Se in molte delle sue street view Shore sembra
Il suo lavoro è stato incluso, insieme a quello di Transparencies: Small Camera Works 1971-1979, stare quasi troppo lontano, qui è quasi fastidio-
Robert Adams, Nicholas Nixon e Lewis Baltz, in pubblicato da Mack. I contenuti non sono esclu- samente vicino. Ma il modo in cui il suo sog-
New Topographics: Photographs of a Man-Altered sivamente americani, ma in qualsiasi posto del getto lo guarda, con la camicetta aperta e i ca-
Landscape, la memorabile mostra del 1975 che mondo si trovi Shore è comunque fortemente at- pelli naturalmente spettinati, è senz’altro più
ha introdotto un modo apparentemente ingenuo, tratto dal quotidiano e dal banale: parcheggi, can- amichevole che sospettoso. Forse perché quan-
del tutto sottovalutato fino a quel momento, di tieri, vetrine di negozi, segnali stradali, scrivanie, do la fotografia è stata scattata, nel 1979, lui e
raffigurare il mondo in cui vivevano gli americani. una cabina telefonica, un televisore, un funerale. Ginger (il nome è citato nei ringraziamenti) vi-
T R A D U Z I O N E D I A L I C E G UA R E S C H I .
Il vocabolario visivo di grandiosità e splendo- Nel saggio conclusivo del libro, Britt Salvesen si vevano già insieme e si sarebbero sposati l’an-
re che Ansel Adams e Edward Weston avevano concentra sulla componente colloquiale del lavo- no dopo. Nel 2020 festeggiano il loro quaran-
ideato per le loro vedute del paesaggio occiden- ro di Shore, un approccio spesso descritto come tesimo anniversario di matrimonio, e Shore
tale non poteva essere applicato ai centri com- “neutro” – diretto, persino brusco, ma mai super- in un certo senso aveva già previsto questa fe-
merciali e alle case a schiera scelti da questi gio- ficiale. «Se elimini quante più convenzioni foto- lice ricorrenza quando, nell’ultima pagina di
vani fotografi come soggetto delle loro immagini. grafiche possibili», ha affermato Shore, «quello Transparencies, annota: «La nostra relazio-
Era necessario un linguaggio nuovo, più diret- che ti rimane sei tu stesso e il modo in cui guardi». ne è stata la più significativa della mia vita». _
Vince Aletti è critico fotografico e curatore. Vive e lavora a New York dal 1967. Collaboratore di “Aperture”, “Artforum”, “Apartamento” e “Photograph”, è stato co-autore
di “Avedon Fashion 1944-2000”, edito da Harry N. Abrams nel 2009, e ha firmato “Issues: A History of Photography in Fashion Magazines”, pubblicato da Phaidon.
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Controcanto
di A N G E L O F L AC C AV E N T O
Necessario È Il Superfluo
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A
B
Quality is our Business Plan
Progetti Speciali Moda e Talents Redazione Attualità Direttore Editoriale Edizioni Condé Nast S.p.A.
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A L E S S I A G L AV I A N O F E D E R I C O C H I A R A Culture Editor
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Fashion Market Contributor Reparto Artistico EMMELINE ELIANTONIO
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Fashion Market Contributor VA L E N T I N A D I F R A N C O
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Contributor ad interim ROBERTA CI A N ET T I
MANUEL SINOPOLI Hanno Collaborato/Testi:
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“In questo momento in cui siamo chiamati ISTANBUL, Yenimahalle Tayyareci Fethi
S I LVA N A S A C C H E T T I a restare a casa, possiamo tutti vivere, appieno, la nostra dimensione Sok. 28/7, Bakırkoy 34142 Istanbul, Turkey,
Segreteria di Direzione privata, circondati da ciò che ci appartiene e che più ci rappresenta. Cell. 0090-532-2614343 - Email: arin@
condenast.it
A N TON ELL A A I R AGH I Abbiamo il tempo di pensare alle esperienze vissute e alle nostre radici;
D AV I D E B U S S I ritroviamo il punto da cui siamo partiti per essere ciò che siamo. Redazione
Io, nel mio personale percorso, ritrovo Vogue Italia. Un magazine che mi 20123 MILANO
Piazzale Cadorna 5 - Tel. 0285611
ha seguito fin dall’inizio e che nel mondo della moda ha sempre rappresentato
un punto di riferimento, una voce autorevole che sostiene la creatività
e il made in Italy con originalità, profondità e convinzione. Le mie radici
e le radici di Vogue si intrecciano e tutto questo fa parte
della storia della moda italiana, che mai come oggi
dobbiamo preservare e far evolvere”.
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FA R AWAY S O C L O S E
FA R AWAY S O C L O S E
È possibile, nel mezzo della bufera, provare a immaginare che
cosa ci aspetta, dopo? Di certo il mondo, e la moda con esso,
non torneranno più quelli di prima. Ma, in mezzo a tutto questo
dolore, un nuovo panorama sta prendendo forma, fatto di nuove
vicinanze. Nelle prossime pagine proviamo a tracciarne
PAG.4
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una prima mappa con alcune delle più rilevanti voci del settore.
PAG.4 8 FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
La Nostra
Battaglia
Per orientarsi nel mondo
post-Covid, il pensiero
del filosofo Martin Hägglund
è utile quanto quel circolino rosso
che, nelle mappe all’ingresso
di un giardino sconosciuto,
indica: voi siete qui.
di M I C H E L E N E R I
dalla finitezza della vita e dalla sua necessa- razionale ed egoistica da fare. Come si
ria incertezza, scrive Hägglund; è la fragilità potrebbero portare queste idee a un livel
propria e di chi amiamo a dare il movente lo più alto di quello dei singoli individui?
e l’urgenza per fare della vita la “nostra”. La pandemia non ha fatto altro che rendere
Criticando eccessi della società capitalistica e dolorosamente chiaro un problema preesi-
ogni fede religiosa nell’eternità, mescolando stente. Da una parte, sosteniamo che solida-
il pensiero di Proust, Aristotele, Marx, Martin rietà e benessere collettivo siano i valori più
Luther King e Karl Ove Knausgard (l’auto- importanti. Dall’altra, viviamo in un sistema
re della monumentale autobiografia La mia economico, il capitalismo, in cui non è per-
battaglia), Hägglund ha scritto quattrocento messo trattare l’altro quasi fosse parte di noi,
pagine per rassicurarci, oltre che convincerci, anzi, l’economia ci costringe a considerarlo
di un fatto: i limiti dell’esistenza sono condi- alla stregua di un mezzo per produrre profit-
zione e premessa fondamentale della libertà, to. Per il capitalismo, conta che produciamo
e una vita privata della percezione del peri- e consumiamo, non che realizziamo la nostra
colo non ha senso di essere vissuta. Per im- umanità; il benessere non ha un valore eco-
maginare i cambiamenti profondi lasciati dal nomico. Già con la crisi climatica abbiamo
me generazioni perché il futuro torna a essere stenza libera e nella quale la reciproca dipen-
incerto. denza tra noi sia riconosciuta.
Quale potrebbe essere l’effetto di aver Pensa che la natura invisibile, sopranna
vissuto una pandemia? turale del virus si tradurrà in un ritorno
La pandemia rende la finitezza più palpa- alla fede?
bile ancora, ma deve ricordarci anche che In ogni crisi c’è la tentazione di cercare una
proprio l’interdipendenza e la vulnerabilità spiegazione “religiosa”: siamo stati puniti, la
sono condizioni alla base dell’esistenza. E redenzione divina potrà guarirci dai peccati,
può fare un’altra cosa, ricordarci qualcosa eccetera. This Life offre una prospettiva seco-
che in condizioni normali dimentichiamo, e lare che incoraggia a prenderci carico di que-
cioè che fragilità e interconnessione hanno sta vita condivisa e onorarla al massimo delle
bisogno di nuovi principi di giustizia sociale possibilità. Il che significa avere coscienza che
e di benessere materiale. Di colpo le doman- tutto dipende dalle nostre azioni, insieme agli
de fondamentali sulla riorganizzazione della altri e in un tempo limitato. Una prospettiva
società – come vivere e lavorare insieme – di- secolare permette di concentrarsi sulle prati-
ventano urgenti. che sociali – inclusa la risposta alla crisi crea-
Molti ritengono che la crisi stia insegnan ta dal virus – con scelte di cui noi siamo re-
do che la solidarietà è nell’interesse co sponsabili e che noi potremo correggere. Non
mune, essere altruisti è l’unica cosa date per natura o decreto soprannaturale. ___
di C H I A R A S TA N GA L I N O
intensità. Se riuscissimo in futuro ad applica- book, Google, Amazon, che tracciavano algo-
re la stessa energia e organizzazione non solo ritmi per poi vendere pubblicità mirate agli
a un’emergenza chiaramente visibile, quella inserzionisti. È stato un evento straordinario,
del coronavirus, ma a crisi più stabili, e al- cui all’inizio nessuno ha dato peso. Ma quando
trettanto pericolose, come il climate change, ci si è resi conto di ciò che stavano facendo
non avremmo sprecato una lezione. Churchill si è creato un contraccolpo enorme, e lì lo zig
I N QU E ST E PAGI N E .
diceva: «Never waste a good crisis», e questa si è velocemente trasformato in uno zag, so- Freja Beha Erichsen fotografata da Ethan James
è una crisi senza precedenti. prattutto gli intellettuali hanno preso posizio- Green (Vogue Italia, Novembre 2018).
PAG . 5 2 FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
Game Over?
nostri pensieri. Prima di tutto ciò davamo
importanza alle opinioni, ma oggi queste
sono diventate più lente del virus; fino a po-
chi mesi fa, non erano costantemente con-
. Anna Ewers ritratta davanti alle vetrine di Bergdorf Goodman, a New York, da Johnny Dufort (Vogue Italia, Ottobre 2018). traddette da fatti e dati con cui la nostra im-
Il ritorno del corpo. L’integrità. maginazione deve continuare a fare i conti.
Una nuova etica, anche nei La seconda parola chiave è “competenza”.
consumi. E nella moda, che L’importanza oggi riconosciuta alla verità
secondo il sociologo Francesco scientifica ha come ricaduta che, a qualun-
Morace parteciperà al cambio di que livello, non si potrà fare a meno dell’inte-
direzione dell’economia globale. grità da parte dei nostri interlocutori.
Conclusa l’emergenza, quali potranno
essere le conseguenze concrete sulle no-
stre abitudini?
di M I C H E L E N E R I
Ritorneremo al corpo, ora sacrificato. Per i
giovani, la riconquista di una dimensione
sportiva sarà un elemento fortissimo della ri-
La crisi del Covid-19 è un faro accecante che partenza. E in genere la cura del corpo occu-
illumina ogni aspetto della vita privata e so- perà le nostre priorità. Dall’auspicato raffor-
ciale, mostrando carenze ed errori, ma an- zamento del sistema sanitario alle abitudini
che insolite capacità di reazione di singoli e di ciascuno, che vedrà nella tutela delle pro-
comunità. Quando il virus avrà terminato la prie energie vitali il senso principale dell’esi-
propria azione dirompente, il mondo nuovo stenza. Sempre il corpo e la cura di sé saran-
avrà ben poco in comune con quello passato. no al centro di un’altra rivoluzione. Il lavoro
Competenza scientifica e altruismo – fonda- diventerà meno frenetico e le aziende, anche
mentali per superare l’emergenza sanitaria – a seguito delle responsabilità emerse durante
continueranno a esercitare il proprio effetto la pandemia, dovranno fare un grande mea
a scapito di opinioni generiche e individuali- culpa sulla gestione delle risorse umane. C’è
smo, e promuovendo un cambio di direzione poi un altro settore, legato al corpo e che ri-
a livello politico e finanziario. La crisi po- troverà slancio: la moda. Per la stessa voglia
trebbe essere l’opportunità per sanare molte di rifiorire, rinascere e ritrovare piacere.
storture del tardo-capitalismo. Negli Stati Uniti si prevede l’abbandono
Più difficile è immaginare come reagirà il di un consumismo e di una catena di ap-
singolo, quali potranno essere le conseguen- provvigionamento globalizzati, a favore
ze sulle abitudini di acquisto della popola- di un ritorno a filiere locali. È d’accordo?
zione. Dovremo per esempio rinunciare al In Italia, già da qualche anno è iniziato il ri-
consumismo di massa, passare dall’era della entro di numerose produzioni prima espor-
quantità a quella della qualità, dall’illimi- tate. Il fenomeno s’intensificherà, ma non si
A SINISTRA
tatezza dei desideri alla finitezza delle pos- trasformerà in una battaglia contro il con-
sibilità? sumismo come negli Stati Uniti. Noi siamo
Risponde qui il sociologo Francesco Morace, diversi: da noi conta di più la personalizza-
presidente del Future Concept Lab, centro zione e l’acquisto di beni legati alle passio-
studi per la previsione degli effetti delle inno- ni. A causa della pandemia, ma anche per
vazioni su marketing e società. effetto della crisi economica preesistente, si
«Io non credo al neo-pauperismo. Finita l’e- farà più attenzione a non sprecare. C’è già
pidemia, cercheremo una compensazione a un piccolo segnale: a Milano, anche se tutti
questo periodo di rinunce. Il che non signifi- sono costretti a mangiare a casa, la raccolta
ca che le scelte non saranno influenzate dalla dell’immondizia è fortemente calata. L’ocu-
pandemia, anche perché sta già avvenendo». latezza resterà.
di Mert Alas & Marcus Piggott tratta da Vogue Italia, Settembre 2019.
dello di business (per i tempi straordinari che do ha imparato di nuovo a fidarsi delle voci
viviamo). Applicare la norma del business as autorevoli». Cambiano i punti di riferimento,
N E L L E P A G I N E P R E C E D E N T I . Un’immagine
usual è quasi impossibile, ma è confortante dunque, e si fanno difficili e più lontani anche
notare i tanti cambiamenti che molti stanno quelli geografici. Il distanziamento sociale
apportando al proprio sistema per restituire colpirà inevitabilmente il business del viag-
valore alla comunità e ai soggetti più a ri- gio, lo stesso gusto per gli spostamenti lunghi.
schio». È un mondo nuovo, che è già qui, den- Fortunatamente, segnala Carla Buzasi, non
tro e fuori di noi; non il “brave new world” la curiosità. Se per le compagnie aeree «sarà
della Tempesta di Shakespeare e di Huxley, davvero difficile sopravvivere senza l’inter-
bensì un “brand new world” nel senso du- vento dei governi» e i viaggi a lungo raggio
plice di nuovo di zecca e nuovo per le stesse perderanno l’attrattiva di commodity che
aziende, a qualunque settore appartengano. avevano sviluppato negli ultimi vent’anni,
Qualcuna, come l’editoria, o l’entertainment, la speranza di questa neo-quarantenne che
a detta di Buzasi mostra rinnovate chance: sussurra nell’orecchio dei più grandi comuni-
«Le industrie creative hanno la possibilità di catori mondiali è che l’industria del turismo
rispondere rapidamente al cambio di scena- e dei viaggi, «fondamentale per educare alla
rio. La produzione di televisione o di cinema comprensione delle differenze culturali», tro-
sarà difficilissima nei prossimi mesi. Dunque, vi un nuovo equilibrio, «dove la scoperta del
mi aspetto di vedere un’impennata di auto e “lontano” sia maggiormente ponderata, cali-
piccole produzioni individuali, che potrebbe brata». Ancora una volta, rispettosa dell’Al-
addirittura stimolare una nuova generazione tro. Cosa questa che i “market makers”, i gio-
di professionisti sia davanti sia dietro la te- vani dei Paesi emergenti, hanno molto ben
lecamera». chiara. _______________________________
di C H I A R A B A R D E L L I N O N I N O
La cover del numero di “British Vogue” (Ottobre 1945) dedicato alla fine della Seconda guerra mondiale. È “The Peace and Recontructions Issue”.
A DESTRA.
Poco prima della sua morte nel 1942, Con- (maschere antigas alla mano), sfidando co-
dé Montrose Nast aveva chiesto a Audrey prifuochi, razionamenti della carta, superan-
Withers quale dovesse essere, secondo lei, il do addirittura il bombardamento dei propri
ruolo di un magazine come Vogue. Withers uffici (lo staff era arrivato la mattina dopo
era diventata editor in chief di British Vogue con scopa e paletta, e quel mese Vogue era
FA R AWAY S O C L O S E
nel 1940, quando l’allora direttrice era rima- uscito con un solo giorno di ritardo). Soprat- PAG . 5 9
sta bloccata oltreoceano per l’inasprirsi del tutto, Withers (la cui storia è magnificamente
conflitto mondiale. Una volta in carica, aveva raccontata nel recente Dressed for War di Ju-
portato avanti il giornale in ristrettezze inim- lie Summers) aveva brillantemente guidato il
maginabili: editandolo da rifugi antiaerei giornale in un territorio prima inesplorato: la
guerra, l’attualità e la politica. E, a ostilità comunque un gesto politico che equivale ad
cessate, si era rifiutata di abbandonare un accettare lo status quo. E questo, certo non
terreno e una credibilità così faticosamente è Vogue.
conquistati. Quando nel 1946 la potentissi-
PAG . 6 0
ma direttrice di Vogue Edna Woolman Chase Le pagine che oggi state sfogliando sono il
rinnova la domanda di Nast, Withers rispon- risultato di una storia molto lunga e di molte
de con un memo che è quasi un manifesto, e battaglie, da quelle sanguinose combattute
dice più o meno questo: Vogue non potrà mai sul fronte a quelle culturali, meno dramma-
tiche, ma solo in apparenza. Se la moda ri-
specchia il proprio tempo, lo stesso vale per
i magazine che la raccontano. Un principio
semplice, alla base anche del nostro giorna-
le: dagli editoriali di Meisel a questo numero,
messo in piedi in poco più di una settima-
na mentre in Italia e nel mondo infuria una
pandemia che probabilmente cambierà molti
equilibri che davamo per scontati, e muterà
per sempre il nostro modo di vivere, quindi
di raccontare la moda e consumarla. E se
ancora oggi qualcuno storce il naso all’idea
che l’attualità rientri tra gli interessi di un
fashion magazine, forse vale la pena andare
alle radici di questa storia, che sono lontane
e molto profonde. Risale alla Prima guerra
mondiale il fiorire di un giornalismo di moda
più aperto, che assolve a compiti pratici e
propagandistici, ma intanto racconta come
cambia il ruolo della donna nella società. La
realtà comincia a farsi strada anche su Vo-
gue: la rubrica Smart Fashion for Limited
Incomes diventa nel ’17 Fashions On A War
F O T O J A M E S D E H O L D E N S T O N E ; P O R T E R WO O D R U F F, C A R L O S C A R A U G U S T E R I C K S O N E E R W I N B L U M E N F E L D , T U T T E C O N D É N A S T V I A G E T T Y I M AG E S ; © N E R E B R I A R OVA .
Income, e pochi anni dopo troverà un senso
ancora diverso durante la crisi del ’29 (dove
Nast perde quasi per intero la sua fortuna).
Non è un caso che, parlando del crollo del
mercato mondiale del 2008, Suzy Menkes si
sia chiesta come mai Wall Street non aves-
se tenuto d’occhio le ultime sfilate – secondo
un noto detto, gli orli delle gonne salgono e
scendono assieme alla borsa. Dopo il ’29, gli
abitini di lamé degli Anni Ruggenti lascia-
no il posto a gonne alle caviglie, e per di più
quasi sempre sui toni del bianco – un colore
scelto per esprimere purezza nel presente,
e speranza per il futuro. Vogue nel maggio
del 1930 mette in copertina un immacolato
disegno di Lepape e uno strillo che pubbli-
cizza, appunto, i consigli più chic per i por-
tafogli limitati, mentre nel ’38 – quando il
cosmopolitismo del decennio precedente ha
lasciato il posto a una difesa dei confini che
presto sarà anche fisica – inaugura il primo
“Americana Issue”, inno alla produzione e
allo stile indigeni, inconcepibile fino a poco
prima. Questa reattività al presente continua
a dettare la linea editoriale dei magazine di
moda fino ai giorni nostri: al trauma dell’11
settembre, Vogue reagisce mettendo in coper-
tina la nuova fidanzatina d’America, Britney
più essere un semplice magazine di moda. Ha Spears, sorridente davanti a una bandiera a
il dovere morale di coprire tutto quello che stelle e strisce, mentre Vogue Italia negli anni
PAG . 6 0 accade, e che influenza la vita delle donne a pubblica editoriali sulla violenza della polizia
cui si rivolge. La moda, ovviamente, rimarrà post Torri Gemelle, sulla guerra in Iraq, sul
sempre in primo piano, ma il magazine do- disastro ambientale della British Petroleum e
vrà essere apertamente progressista e impe- sulla devastante acqua alta a Venezia. Ma è
gnato. Per un semplice fatto: non dire nulla è nella Seconda guerra mondiale che il codice
genetico di Vogue muta, e permette ai diretto-
PAG.6 1
un’immensa fotografa che era stata, prima
della guerra, anche una modella: Lee Miller.
Sulle sue stesse strade lavorava, per fare solo
un nome, Robert Capa, ma fra le immagini
Avrò Abbracci tattile cui piace avere rapporti, guardare negli
occhi e ora non posso; ma dobbiamo fare così,
ti gregoriani, che ascolto mentre lavoro. Dob-
biamo tenere a mente che anche se immobili,
Questo è un estratto dell’intervista trasmessa Sente che questa pausa forzata dentro
integralmente sui social media di Vogue Italia. una vita fatta di viaggi, fretta e incontri
possa modificare anche le sue priorità
Dove e come sta trascorrendo questo pe- future? C’è qualcosa che già sa che cam-
riodo d’isolamento? È possibile svolgere bierà o inizierà a fare?
il suo lavoro a distanza? La mia vita frenetica io ho sempre cercato di
Lo sto trascorrendo nella mia casa romana renderla mia, autentica. Anche i viaggi e le oc-
con il mio compagno, cercando di occupa- casioni di stare con gli altri, ho sempre fatto
re e accogliere nella mia vita questo tempo in modo di renderli autentici, densi. Mi soffer-
prezioso in maniera gentile. Per tutti noi è merò di più sulle mie azioni, le vivrò in modo
un momento traumatico, sto cercando di più profondo ancora per sentire che le cose
attraversarlo nel modo migliore possibile. che farò siano più vere, e si depositino dentro
Ho scoperto che si può lavorare con grande di me. Mi sposterò lentamente, ascolterò di più
generosità, perché stare in casa mi permet- gli altri e me stesso. Nella mia corsa spesso non
te d’immaginare di più, pensare e poter allo mi ascolto abbastanza, ma ci tengo a dire che
stesso tempo comunicare con le persone dello lavoro con un gruppo di persone fantastiche,
studio e dell’azienda con mezzi che non avevo quello di Kering, e in un sistema che ho sem-
sfruttato prima e possono aiutare moltissimo. pre ritenuto autentico. Forse basterà prose-
Cerco anche di capire come questo tempo guire, perché la strada intrapresa era virtuosa.
possa servire per costruire un nuovo modo di
processarlo, perché questa pausa ci costringe Vivere ai tempi della pandemia potrebbe
a immaginare anche un domani che ora non avere un impatto anche sulla sua idea di
sappiamo quando sarà. Io lo sto immaginando stile?
diverso, migliore; mi sento molto cambiato. È una domanda complicata: la mia idea di
Quando ho una pausa tra appuntamenti te- stile è come un parto, prima viene concepita.
lefonici e lavorativi, cerco di ritrovare spazi È una regia che ha bisogno che le cose decan-
per me e occupare il vuoto in maniera virtuo- tino e dopo c’è l’immediatezza del metterle
sa. Sto rileggendo La montagna incantata sulla carta, in scena, e produrle. Sì, qualcosa
di Thomas Mann, un romanzo incredibile, e è in fase di gestazione: sto attraversando ter-
dove questa immobilità è raccontata in modo ritori seminando, qualcosa sta mutando e me
eccelso. Tanto tempo fa ho iniziato delle lezio- ne prendo cura in attesa di portarla alla luce.
ni di chitarra e approfitto per suonarla. E sto
facendo una cosa antica, lavorare a maglia, Dopo la crisi, avremo una comprensione
l’uncinetto: imparata a cinque, sei anni, mi più premurosa e attenta dell’altro?
aiuta, la definisco una bella preghiera. In quei Avremo una comprensione diversa di tutte le
momenti viaggio con la testa, mentre ripeto cose che ci circondano. I suoni non saranno
quel gesto che produce un intreccio che poi più gli stessi, nemmeno l’incedere sul mar-
diventerà un oggetto. Sto facendo un berretto. ciapiede, anche ascoltare l’altro sarà diverso
PHOTO COU RT ESY A L ESSA N DRO M ICH EL E.
SOPRA . Alessandro Michele (Roma, 1972), direttore creativo di Gucci, nel suo appartamento romano: «Tanto tempo fa ho iniziato delle lezioni di chitarra
e adesso ne approfitto per suonarla. È un modo per essere in connessione con l’amore di mio padre per la musica e per sentirmi più vicino alle mie radici».
PAG . 6 4 836
F O T O C O U R T E S Y VA L E N T I N O.
FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA FA R AWAY S O C L O S E
di P I E R P A O L O PI C C I O L I
Sto trascorrendo queste giornate di isolamen- Credo che sia il bisogno di manifestare un
to nella mia casa a Nettuno, insieme alla mia semplice sentimento patriottico a far sì che
famiglia e approfitto della distanza sociale ci si ritrovi: mia moglie Simona, i figli e io
per riflettere e rivedere un po’ tutto, dai va- nel giardino di casa a cantare e ballare con
lori profondi al modo con cui questi possono in sottofondo canzoni italiane; in comunione
poi essere trasmessi attraverso il mio lavoro. ideale con i balconi e i tanti appuntamenti
Ho la fortuna di essere impegnato, in questo che tengono unito il Paese.
periodo, nella progettazione delle prossime
tre collezioni: è una fase in cui conta soprat- Se provo a guardare in avanti, sono fiducioso
tutto la concentrazione e l’immaginazione, che la grave crisi del coronavirus possa pro-
per cui è relativamente facile portarla avan- vocare anche cambiamenti positivi nella mia
ti anche da casa. In questo senso, il cambio professione. La moda dovrà trovare il modo
improvviso di routine può dare un aiuto, per andare avanti e lo affermo con tutta la
perché ho più tempo per disegnare, leggere, responsabilità che sento in questo momento
documentarmi e andare alla ricerca di fonti per un’azienda. Voglio che le collezioni che
di ispirazione senza uno scopo immediato. usciranno non riflettano, ma sappiano reagi-
Questo tempo in più mette in una condizione re a questa fase: con leggerezza, poesia e con
mentale più libera. Siamo tutti costretti a re- più sogno di prima. Credo che tutti avremo
stare chiusi in casa, ma possiamo e dobbiamo bisogno di sognare. È il messaggio contenuto
sognare. nel mio mantra, che non ho mai cambiato.
È un neon appeso in ufficio, riporta l’ultima
Mi manca ovviamente l’interazione con il mio frase di una poesia di Pasolini tratta dalle
team. Ho bisogno del contatto fisico con le Lettere Luterane: «Non vogliamo essere su-
persone con cui progetto e lavoro e sto facen- bito già così senza sogni».
A SINISTRA
“ P E T E R PA N 1”, 19 9 7 @ _ M A S S I M OV I TA L I .
gusti, il destino, una vita intera. «Sono nato music che ho trasformato in stampe acide
di R A F F A E L E P A N I Z Z A
foto di M A S S I M O V I T A L I
R I T R AT T O G I OVA N N I C O R A B I C O U R T E S Y M S G M .
sulla pelle degli altri ma lo immagineremo l’economia che stenta sempre, hanno molta Qual è il suo primo ricordo delle spiagge
guardandoci da lontano. Sarà, forse, un’Ibi- più consapevolezza di noi». Nato nel 1977 a romagnole?
za senza code per il Pacha. Un Belgio senza Longiano, sulle colline di Santarcangelo di Sono cresciuto in una grande casa di campa-
Tomorrowland (la data francese di marzo è Romagna, ha lanciato la sua collezione nel gna: papà aveva una piccola impresa edile e
già saltata). Una Romagna senza aperitivi 2009 con le parole di Isabella Santacroce in mamma lavorava in un allevamento avicolo.
ammassati sotto la consolle dei deejay. Però testa: «Descrisse quegli anni nel libro Fluo: Tredici zii, di cui due con un’impresa di ri-
resta la forza della memoria (e di immagi- storie di giovani a Riccione. E non è un caso cami e stampe per Charro e Best Company,
ni come questa, scattata da Massimo Vitali), che tutti i primi capi MSGM fossero fluore- trentacinque cugini e cinquanta nipoti. Ero
felice ma avevo voglia di autonomia, così a Romagna più indie, tra Cervia e Rivabella: “Cocco” era Matteo Sorbellini, che quando
quattordici anni ho preso il motorino e sono lo Slego, il Velvet, il Flinstone e il Vida. Ci vidi per la prima volta sfoggiava un total
andato a Cesenatico a lavorare come bagni- ho visto suonare i Blur giovanissimi, un Ja- look DSquared2: del resto, i fratelli Dean e
no. Sistemavo gli ombrelloni, pulivo le passe- miroquai sconosciuto, Rufus Wainwright e i Dan, così come Marc Jacobs, erano habitué.
relle. E frequentavo gente più grande che mi Coldplay che mi hanno ispirato il lettering Avevamo i jeans di Gucci disegnati da Tom
ha fatto conoscere il mondo dei club. del marchio. Ero ossessionato dai brand dello Ford, con la grande “G” sul sedere. Le “C”
Le signore in villeggiatura le facevano il filo? streetstyle come Santa Cruz, Stüssy, Billa- di Chanel ovunque. Le felpe Lanvin col mar-
Sì, quelle coi mariti a Bologna per lavorare, bong e ho anche provato la droga, che per chio gigante in evidenza. Poi Helmut Lang,
lasciate lì da sole. Da adolescente ero etero- fortuna ho abbandonato subito. La mia edu- Carol Christian Poell e Costume National.
Per la prima volta ho visto la moda scende-
re dalle passerelle e incarnarsi: le campagne
pubblicitarie dei brand, riprodotte alla lette-
ra, prendevano vita.
E chi si era impigliato nell’incertezza, in
quella libertà sperimentava col sesso.
È stato in quella prima notte a Riccione che
ho baciato un uomo e ho trovato la mia iden-
tità. Lì potevi essere te stesso, e in mezzo a
quei corpi eri uno, nessuno e centomila. Se
. Una delle immagini delle discoteche romagnole scattate da Massimo Vitali, fotografo
omosessualità in modo aperto lo devo alla
cultura che si respirava in Romagna, a quel-
e un conoscitore della movida romagnola, le cui luci fluo ha traslato nelle sue collezioni.
che ama immortalare spiagge affollate, club e parchi, per raccontare la società italiana.
le leggerezza, energia e ottimismo. Non tutti
hanno avuto la stessa fortuna: io, lì dentro,
ci sono nato.
E a un certo punto ha anche fatto il dj.
Frequentavo il Prince, la Villa delle Rose il
venerdì, il Pascià la domenica e l’Echoes il
lunedì sera, con i red carpet all’ingresso ide-
ati dal direttore artistico Maurizio Monti.
Assorbivo musica e stili, così ho iniziato a
registrare dei cd che davo ai negozi. Poi il di-
rettore artistico del Cocoricò Loris Riccardi
mi ha chiesto di suonare nei bagni delle don-
ne: si accalcavano i gay, le trans, le ragazze
che si imboscavano con i compagni occasio-
nali. Tutto molto dangerous.
C’era più trasgressione o più cultura?
Nei privé incontravi gli intellettuali: Aldo
Nove, Aldo Busi, Enrico Ghezzi e l’intelli-
ghenzia di sinistra. Ti ritrovavi a ballare sui
tavoli con Alberta Ferretti, Sergio Rossi, Giu-
seppe Zanotti. Prima della musica, i registi
A SINISTRA
sessuale, anzi bisex direi, e in una cabina del cazione musicale, il mio amore per l’under-
mio stabilimento balneare ho fatto l’amore ground, li devo a quei giorni.
per la prima volta con una ragazza di Cesena. Finché un sabato di luglio del 1997, come
In piedi, scomodissimi, imbranati: non posso una rivelazione, è arrivato il Cocoricò.
dire sia stato bellissimo. Lavoravo in un negozio di tendenza su viale
Poi le altre prime volte: la notte, la musi- Ceccarini che si chiamava Nick & Sons, dove
ca, la moda. avevamo i marchi indispensabili per supera-
Fino ai vent’anni ho frequentato i locali della re le selezioni all’ingresso. Il selector man del
Facciamo amo chi si apre agli altri, ecco perché ho ca-
pito che i balconi si stavano trasformando in
con degli amici, qualche anno fa, a ffacciati a un balcone di avenue Montaigne a Parigi.
A S I N I S T R A . La foto che Fausto Puglisi ha postato sul suo profilo Instagram: lui
essere chiassosi, e sopra il chiasso abbiamo
fatto emergere la nostra intelligenza, capace
di vincere la battaglia». Nato a Messina nel
1976, Fausto Puglisi è il designer che insie-
me a Dolce & Gabbana e a Gianni Versace
ha maggiormente cristallizzato negli ultimi
anni il meridione nelle trame delle collezio-
ni. Tessuti che sembrano maioliche rigorose e
svolazzanti, laviche e illuminate come la sua
Sicilia. «Abbiamo tirato fuori la nostra natu-
ra fatta di lentezza e sentimenti espressi e ci
siamo trasformati in un unico grande Sud»,
s’infiamma Puglisi, dopo aver postato sul suo
profilo Instagram una foto che lo ritrae, sim-
bolicamente e con un gruppo di amici, affac-
ciato a un balconcino di avenue Montaigne a
Parigi. Sbracciandosi dai balconi usati come
palchetti di un teatro, l’Italia si è fatta com-
pagnia per settimane, suonando le pentole
F O T O N I C OL Ò C A M P O/ L I G H T RO C K ET V I A G ET T Y I M AG E S. A L E S S A N DRO GR A A S S A N I / C O N T R A S T O © T H E N EW YOR K T I M E S.
come tamburelli della taranta e intonando le
canzoni italiane e l’Inno di Mameli. Chi lo sa-
peva fare imbracciava una tromba. Chi non
sapeva far nulla schiamazzava e riprendeva
col telefono una resistenza mediterranea che
ha fatto il giro del mondo. «Da ragazzo abi-
tavo in posizione sopraelevata sullo Stretto,
vicino alla Fiera, e vedevo il mare col suo blu
strafottente che diventava di piombo se le musica, e non mi pare che registi e musicisti
nuvole incombevano. Sono cresciuto veden- facciano un film ogni due mesi, come accade
do le navi fare avanti e indietro regalando a noi. In quei giorni ho compreso che non vo-
una vertigine, l’impressione che fosse la terra glio finire soffocato da tutte queste richieste
stessa a muoversi. Siamo una penisola, e io isteriche e continue. Occorre capire dove va il
sono nato affacciato su un porto: ecco perché mondo ed essere eroici, come Ulisse.
La Milano affacciata sui balconi l’ha sor-
presa?
No, perché tutta Italia è unita dalla stessa fie-
rezza, che sa essere giocosa ma anche grave,
se necessario. Ho vissuto un anno a Istanbul
e anche lì ho visto le persone vivere sugli af-
PAG . 6 8 FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 facci: ma noi siamo più avanti. Abbiamo una
cultura carnale e mediorientale che sa unirsi
al grande pensiero occidentale, una tradizio-
ne politica che s’è emancipata dall’oppres-
sione religiosa, abbiamo l’arte e l’industria.
FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E PAG . 6 9
S O P R A . Francesco Jodice, “Capri. The Diefenbach Chronicles, #014”, 2013. N E L L A P A G I N A A C C A N T O . Gherardo Felloni al Faro delle Vaccarecce, il suo ritiro all’Isola del
Giglio. Aretino, dal 2018 alla guida creativa di Roger Vivier, dal 2009 vive a Parigi, dove ha lavorato per Dior, per poi diventare, nel 2014, direttore creativo degli accessori di Miu Miu.
PAG .7 2 Mai Così Vicini FA R AWAY S O C L O S E
Queste immagini sono state scattate in quarantena. Parlano di noi, del mondo,
in attesa. Così la narrazione dell’isolamento ci unisce, rinnovando un forte
spirito di comunità a cui è dedicato – anche – il prossimo Photo Vogue Festival.
di A L E S S I A G L AV I A N O
Le immagini che compongono queste pagine mento di Photo Vogue, famiglia allargata di Lo scouting All in This Together è aperto a
sono state scattate mentre il mondo è in qua- cui fanno parte più di 180.000 artisti sparsi ogni genere fotografico, dalla moda al repor-
rantena. Un avvenimento assolutamente stra- in tutto il mondo, tenuti assieme dalla passio- tage, all’arte e via dicendo. Quest’anno la call
ordinario: è forse la prima volta infatti che ne per la fotografia, dal desiderio di aiutarsi sarà sia su Instagram che sul sito di Photo
accade qualcosa nell’era dei social media di a vicenda e di crescere insieme. Con l’intento Vogue fino alla fine di giugno. Le immagini
così universale e drammatico al tempo stesso. di tenere vivi questi sentimenti e portarli con in queste pagine sono il frutto di una selezio-
Eppure, mentre il virus si espande senza co- noi nel futuro, abbiamo deciso di dedicare ne tra quelle caricate su Instagram (hashtag
noscere barriere né confini, e ogni significa- l’open call di quest’anno all’esplorazione del #Allinthistogether), Photo Vogue e Picter.
to e senso possibile paiono naufragare, ecco concetto di comunità in ogni sua forma: All Per questa call, Vogue Italia ha infatti stabi-
moltiplicarsi da una parte all’altra del globo in This Together, e con essa lo scouting della lito una partnership con la piattaforma foto-
messaggi di solidarietà e amore. prossima edizione del Photo Vogue Festival. grafica tedesca Der Greif, che ha lanciato a
Ed è forse proprio questo amore, questo rin- Le fotografie qui pubblicate rappresentano sua volta su Picter una call intitolata When
novato spirito di comunità che può farci ritro- quindi un primo capitolo di una storia che “I” Becomes “We” dedicata alle immagini di
vare il senso della vita, aiutandoci a “riveder racconteremo insieme a novembre durante il compassione, solidarietà e speranza ai tempi
le stelle”. La community è anche il fonda- Festival. del coronavirus. _________________________
“From the series « COVID-19 diary »” (Parigi)
D M I T RY KO S T Y U KOV
«Un uomo cammina nel Champ de Mars a Parigi, con la Tour Eiffel sullo sfondo, durante l’isolamento dovuto all’emergenza Covid-19. Probabilmente stava
facendo la solita strada di sempre, aveva il passo lento e forse era un po’ sordo perché non rispondeva ai richiami della polizia. L’hanno lasciato andare».
FA R AWAY S O C L O S E
FA R AWAY S O C L O S E
«In questo tempo sospeso, cerco tra i tuoi nei il ricordo della mia infanzia. Toccarsi in un momento in cui è proibito, evadere con amore e con la curiosità
di scoprire il corpo dell’altro. Insieme al pianeta Terra godiamo di questo blocco della civiltà che le concede un profondo respiro».
VOGU E ITALIA
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PAG .7 4 FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
«Mi chiamo Yaz e vengo da Istanbul, Turchia. Il nome Yaz significa “estate” nella mia lingua. Non è una coincidenza che io ami il caldo e il sole.
È una delle ragioni per cui ho scelto di trasferirmi a Roma, qualche anno fa. L’Italia è nel mio cuore, come la vita meravigliosa che è in grado di offrire».
PAG .7 4
“That’s Me, Lying in Bed, Allowing My Feelings about The Situation, to Be There” (Berlino)
L E N A K U N Z
«Immaginavo che un sacco di persone nel mondo stessero facendo esattamente quello che stavo facendo io: starsene a letto e realizzare che bisognava chiudersi in
casa. In uno stato di crisi prima viene lo shock, poi la negazione, poi si cercano informazioni. Ho scattato questa immagine come visualizzazione dello shock».
FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E PAG .7 5
PAG .7 5
“Lili on The Floor” (Budapest)
A N D R Á S L A D O C S I
«È una fotografia che ho scattato appena si è cominciato a parlare dell’emergenza Covid-19. Attraverso i miei lavori mi piace cogliere la verità che emerge
dai movimenti e nei gesti (fisici, emotivi e psichici). Può essere una verità privata ma fa sempre riferimento, allo stesso tempo, a qualcosa di universale».
Tutto si sono inseriti con verve affabulatoria John
Galliano e con spirito assurdista Francesco
Columnist per “The Business of Fashion” e “Il Sole 24 Ore”, è editor at large di Vogue
“Mi piace far le facce con gli oggetti. Occhiali, perché senza sono perso, spilla da balia
Angelo Flaccavento non dichiara l’età ma l’anno di nascita: 1972. Scrive e disegna.
pessimismo, si può immaginare che dopo un
come oggetto infantile, la clip portasoldi termina con l’ancora e io amo il mare”.
A S I N I S T R A . Un autoritratto per oggetti dell’autore di questo articolo.
mo risorse scarse e dovremo condividere i po- 1998 al 2008 è stata direttrice della prestigiosa Design
forecaster. La sua società Trend Union offre strumenti
non solo per l’impatto in termini di inqui- tra agricoltori, produttori di fibre, industrie
namento, logoramento umano e dispersione tessili e case di moda. Bisognerà coinvolgere
economica, ma anche perché la moda stava l’intera filiera, stimolarla con fondi pubblici,
perdendo il suo stesso scopo, e la sua autore- così che siano condivisi gli interessi e i guada-
PH O T O BY T H I R Z A S C H A A P
volezza. Quanti giornalisti, modelle, designer, gni di questo rinascimento culturale. PAG .7 7
acquirenti hanno buttato via giorni e settima- Una società più felice potrebbe anche gene-
ne della loro vita solo per riunirsi intorno al vi- rare più ricchezza, perché le energie positive
tello d’oro del design. Come se tutti dovessero saranno in grado di aggirare le strutture pi-
per forza stare nello stesso luogo, in quella fol- ramidali di potere del passato. Una società
hanno l’opportunità di diventare più forti ac- gno di una comunicazione precisa e diffusa,
Vittoria
Quindi il primo paio di scarpe che comprere- errore che si possa fare.
mo, o la prima borsa, sarà la nostra vittoria Sarebbe una sorta di disfattismo?
su ciò che sta accadendo oggi. Sì. Ma dirò di più: non dobbiamo sentirci in
E come cambiano i meccanismi del no- colpa nel raccontare delle storie belle. E non
stro sistema nel Nuovo Mondo? dobbiamo sentirci in colpa se gli altri non
Opinioni/3 La comunicazione. Sono molto razionale. In questo momento ci sono fortunati come noi – fermo restando
Tutti, nella vita, hanno bisogno troviamo in un limbo, ed è difficile muoversi che occorre rispettarli e includerli. Guardan-
di qualcosa da celebrare. in un simile territorio, specialmente nel mon- do mia figlia e la sua generazione mi sono
Questa è la nostra occasione, do della moda in cui tutto era organizzato: resa conto che non erano preparati per quello
dice Emanuela Schmeidler. sapevi già quando era la tua sfilata, quando che è successo, ma che sono pronti a impa-
Passando dall’Io al Noi. era la collezione, le vendite, gli eventi... Ades- rare qualcosa di nuovo. Prima, forse, erano
so quello che devi fare è pensare giorno per annoiati da ciò che avevano. Mentre adesso
si sentono importanti, in senso buono: si sen-
di L U K E L E I T C H
tono utili. Guardano la Tv, leggono i giornali,
vogliono essere informati.
Quindi, in fin dei conti, parliamo anche
di un cambiamento positivo.
«Mia madre e mio padre vennero entrambi Sì. Fingere di non cambiare ora è impossibi-
internati nei campi di concentramento. Quin- le, perché siamo tutti cambiati. Inoltre penso
di sono nata con un forte istinto di sopravvi- che tutti vogliano una vittoria nella loro vita,
venza. La situazione ora è drammatica ed è e questa sarà una grande vittoria cui prende-
cambiata radicalmente. Ma da tutto questo re parte. Certo, per alcuni marchi sarà dura,
possiamo imparare qualcosa, dobbiamo met- per altri meno, ma penso che l’evoluzione
terci subito al lavoro». Così mi dice Emanuela da “io” a “noi” aiuterà i più piccoli e il vero
Schmeidler quando la raggiungo il 22 marzo, talento. A volte è necessario ricostruire il si-
ovviamente con una videochiamata. Schmei- stema, e questa è l’occasione. _____________
dler ha fondato l’agenzia di pubbliche rela-
zioni che porta il suo nome nel 1999, dopo
14 anni con Versace. La sua presenza accorta
e la sua solida consulenza sono state parte
integrante del successo e dell’espansione di
marchi italiani tra cui Schiaparelli e Moncler,
oltre a Vogue Italia, che insieme a L’Uomo e
ad altri titoli di Condé Nast Italia collabo-
Versace, nel 1999 ha creato l’agenzia di comunicazione che porta il suo nome. Oggi
si occupa di molte realtà del fashion system, tra cui anche Vogue Italia e L’Uomo.
A S I N I S T R A . Un ritratto di Emanuela Schmeidler. Dopo 14 anni nel team
rano da tempo con la sua agenzia. Nessuno
a Milano si trova in una posizione migliore
per delineare le sfide e le opportunità che ci
attendono nel campo della comunicazione e
della strategia della moda.
Questo “noi” come si manifesta nelle pub- Ha menzionato la narrazione. Quali sono
bliche relazioni e nella comunicazione? le storie che devono essere raccontate?
Bisogna pensare che quando usciremo di Le informazioni sono cruciali e i marchi de-
nuovo, magari per fare acquisti, significherà vono spiegare le storie che li riguardano. Due
che siamo ancora vivi e stiamo bene. Tutti i mesi fa nessuno pensava più che il lavoro del
marchi devono lavorare in questa direzione e giornalista fosse importante, ma adesso ab-
sviluppare una narrazione adeguata. Perché biamo bisogno dei giornalisti, abbiamo biso-
una nostra app, tramite la realtà aumentata: Abbiamo alle spalle chi ci sostiene. Siamo ben
È Adesso
provare su di sé i capi in catalogo. Per Mon- complicato. La Cina sta già dando segnali di
cler.com, poi, abbiamo lanciato la possibilità ripresa, a macchia di leopardo i vari mercati
di vedere come stanno ai piedi varie paia di ripartiranno. Speriamo che l’Italia sia il se-
sneakers. Non racconto il futuro, sta acca- condo a riprendersi, e toccherà poi all’Ameri-
dendo adesso. ca e all’Inghilterra. Nel quadro contempora-
Opinioni/4 La tecnologia. La cronaca insegna pure che la logistica, neo, la differenziazione geografica si rivela un
Per Federico Marchetti, così com’è, non riesce a reggere i picchi vantaggio enorme. ______________________
presidente e ad di domanda, che la filiera va ripensata
di YNAP, investimenti tech per tornare tempestiva.
e integrazione offline/online Di nuovo, la soluzione è investire in tecnolo-
rilanceranno il settore. gia. La maggior parte dell’evasione degli or-
dini nei nostri magazzini, per esempio, viene
di M A R C O M O R E L L O
University e un’esperienza di lavoro, anche, per Bain & Company, fonda Yoox nel 2000, diventato Ynap nel 2015 e acquisito dal colosso
«Una tempesta come quella che stiamo viven-
A S I N I S T R A . Federico Marchetti (Ravenna, 1969) si laurea in economia alla Bocconi di Milano. Dopo un MBA alla Columbia
del lusso Richemont nel 2018. Marchetti ha dichiarato che lascerà la carica di ad mantenendo quella di presidente del gruppo.
do adesso scatena cambiamenti inevitabili.
Ma quando l’emergenza passa, non si torna
indietro. Rimane un’onda lunga. Nella moda
andrà a coincidere con un’accelerazione degli
investimenti in tecnologia». Così immagina
lo scenario post-coronavirus Federico Mar-
chetti, presidente e amministratore delegato
di Yoox Net-A-Porter Group, gigante del lus-
so online con oltre 4,2 milioni di clienti in
180 Paesi, circa un miliardo di euro di vendi-
te annuali realizzate da smartphone, più di
un miliardo di visite l’anno sulle sue destina-
zioni digitali.
PAG .7 9
tentiamo di fare di tutto. La tecnologia straordinario?
può semplificare l’esperienza d’acquisto, Devo dire che la notte riesco ancora a dor-
portando il negozio a domicilio? mire. Facciamo parte del gruppo Richemont,
La risposta è sì. Lo abbiamo già fatto dentro uno dei più grandi colossi del lusso al mondo.
emotivo alla base della nostra scelta: voglia- dall’online. È un elemento strategico, perciò
mo lanciare un messaggio di coesione. abbiamo chiesto al Governo di sostenere chi
Sapremo
Appena possibile, tutto come prima? investe in tale direzione.
Non tutto, il valore della sostenibilità va te- Il suo auspicio è che non si perda nem-
nuto in conto. Spingerà a muoversi meno, meno un posto di lavoro. Non suona ir-
Ennio il brand Costume National, lasciandolo dopo 30 anni nelle mani del fondo
Nazionale della Moda Italiana dal 2015. Dopo aver lavorato per diverse aziende
dedicato alle aziende della moda impegnate sul tema dello sviluppo sostenibile.
del settore e aver lanciato il marchio Romeo Gigli, nel 1986 fonda con il fratello
Sequedge. Nel 2017 è tra gli ideatori del Green Carpet Fashion Awards, evento
l’uomo sia la donna sfileranno a settembre:
Oltre
moda, le direzioni che il settore sta prendendo In questa osmosi fluida tra reale e virtuale,
declinate nelle stagioni in arrivo». Un’esigen- la città da cui tutto parte, in cui la kermes-
za che si afferma superando la compresenza se si svolge, si ritaglia un ruolo specifico: «A
Stanford University, lavora come dirigente responsabile del personale di Salvatore Ferragamo spa.
Raffaello Napoleone (Roma, 1954) è amministratore delegato di Pitti Immagine
dal 1989. Dopo la laurea in legge a Roma, e corsi di executive management e marketing alla
sofferta: rimandare la fiera dedicata alla moda
Tra le altre cose è membro del consiglio di amministrazione di Ente Moda e Polimoda.
maschile. «E avvicinarsi agli altri grandi ap-
puntamenti del calendario internazionale».
Guardando avanti, si intravedono comunque
spiragli di fiducia: «In estate la situazione
sarà migliore di quella che stiamo vivendo in
queste settimane. La mia è una rassicurazio-
ne ponderata, ragionata, non strumentale. Le
nostre azioni ci consentiranno di circoscrivere
il virus. Finito il contagio, arriva la guarigione.
Supereremo la crisi». L’Italia sarà capace di
riaccendersi. Lentamente, pur trascinandosi le
sue cicatrici, come sta facendo adesso la Cina:
«Mi raccontano che ai semafori di Shanghai si
forma la fila, si va nei negozi e al ristorante,
sebbene ci si muova con mascherine e guanti.
Si prendono le contromisure necessarie, però la
vita è ripartita».
Arriverà il tempo di fare la radiografia dei dan-
ni, di certo è inevitabile intravedere prospet- disposizione uno strumento immediatamente
tive dolorose: «L’impatto del quadro attuale utilizzabile in una situazione imprevedibi-
A SINISTRA.
sarà significativo e avrà conseguenze plurime. le. Lo stiamo potenziando, ne lanceremo una
I mesi di stop, di vendite perse, difficilmente versione inedita per renderlo un elemento di
si potranno recuperare. Il 2020 sarà carat- condivisione totale di contenuti. Un luogo di
terizzato da vischiosità diffuse. L’impatto si interazione a distanza che si sviluppa in an-
sentirà sulla disponibilità delle materie prime, ticipo e durante la fiera, che nelle settimane
sulla produzione, la commercializzazione, la successive alla chiusura continua a offrire
distribuzione e l’acquisto. Il mercato subirà un opportunità di concludere accordi e stringere
ripiegamento, patirà l’impatto del minore mo- relazioni tra espositori e compratori». Di più:
vimento delle persone». attraverso una collaborazione con l’Ice, l’agen- PAG . 8 1
In uno scenario del genere, che concede rari e zia per la promozione all’estero delle imprese
faticosi spiragli di ottimismo, le fiere raddop- italiane, si mira ad allargare ancora la durata
© F O T O R AG GI .
piano di senso. Pur con un calendario stravol- e il campo d’azione della piattaforma. Il pro-
to, vanno oltre la loro logica funzionale: «Sono getto è che diventi operativa per tutto l’anno
mica. Cosa sarà di loro? Se non riceveranno A dare speranza, intanto, i venti di ripresa
aiuto, rischiamo nei prossimi mesi di assiste- che soffiano dalla Cina, dove la bufera – as-
re a un’ecatombe». Grassi sottolinea che non sicura, dati alla mano, l’imprenditore mila-
lidate hanno dato prova di grande resilienza, risvegliarsi, a crisi passata, invecchiato d’un
hanno reagito alle onde telluriche del mer- sol colpo, e incapace di fare sognare. «In un
cato flettendosi, senza mai spezzarsi. Hanno momento storico come quello attuale, in cui
infatti sufficiente potere organizzativo per l’offerta dei grandi è piuttosto omologata, i
fronteggiare le emergenze e, se richiesto, con- piccoli marchi emergenti fanno la differenza
segnare i campionari a tempo di record, lavo- a livello creativo; sono loro a iniettare linfa
rando giorno e notte». Diverso, invece, il caso vitale, con idee fresche e nuove, a un sistema
dei tanti giovani stilisti appena affacciatisi che da tempo ha grosse difficoltà a suscita-
sul mercato con piccoli marchi indipenden- re desiderio nel consumatore finale. Se, per
ti. «Tra mille difficoltà, stavano muovendo i giocare sicuro, dimentichiamo l’importanza
loro primi, timidi passi nel nostro ecosistema, delle emozioni nel nostro mondo, non solo
contando, per la loro sopravvivenza, su tanto ci diamo la zappa sui piedi: dimentichiamo
ottimismo e una normale congiuntura econo- cosa è la moda».
V O G U E I T A L I A P E R K O N T A T T O
P E R FASCINO
IRRESISTIBILE
T O
T A T
K O N
Miniabito con tripla balza e scollatura monospalla. Collezione “Flower Bomb”, P/E 2020. Kontatto.
V O G U E I T A L I A P E R K O N T A T T O
io fossi un giovane designer con un piccolo prodotto rientra nella categoria del virtuale.
budget eviterei di produrre i capi». Si sono D’altra parte, è abbastanza complicato se-
già misurati con qualcosa del genere: due gnare un confine netto tra le discipline. Lo
D E S T R A . “ Ceremonial Formality” , installazione dell’artista belga Frederik Heyman, commissionata dallo Showstudio di Nick Knight.
. Uno shooting di moda generato al computer dallo studio creativo Nda Paris, apparso su “Sport and Style Magazine”.
già succedendo. Eppure...
Model: Solann Zélie. Giacca e borsa Fendi, gonna Alexandre Blanc, neckless Zana Bayne. Stylist: Nicolas Klam.
di M A R T A GA L L I
lato il naso in questo mondo dove si maneg- Tornando ai fratelli cresciuti nutrendo-
gia una cassetta degli attrezzi, se non nuova, si di Metropolis, Dragon Ball, Nick Knight
“alternativa”. Questo immaginificio potrebbe e video-giochi, affermano: «La tecnologia
non solo cambiare la maniera in cui la moda non pone limiti alla fantasia, Dumbo può
è veicolata, ma anche prodotta. Secondo Nick volare, e questo è un bene, ma ci stiamo
Knight, celebre fotografo che non si defini- muovendo verso un’estetica più naturali- PAG . 8 5
sce più tale, fondatore di Showstudio – e per stica e personale; almeno per quel che ci
molti creativi digitali un punto di riferimen- riguarda». Perché sebbene possiamo co-
to –, «Internet ci ha cambiato come specie, pia-incollare il reale nel digitale, l’inverso,
è ovvio che stia cambiando anche la moda». per ora, lo abbiamo visto solo nei film. ___
PAG . 8 6 FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
Passato
Presente
In questi giorni di isolamento,
aprono i grandi database digitali.
Come quello di Vogue Italia,
che svela la storia della moda
e della fotografia dal ’64 a oggi.
di M I C H E L E F O S S I
Pagine tratte da Vogue Archive raccontano la storia di Vogue Italia attraverso alcuni dei suoi grandi fotografi. SOPRA . Una delle celebri cover di Steven Meisel,
PAG . 8 6 che nel 1991 già testimoniava il mito di Madonna ritratta come Marilyn Monroe. N E L L A P A G I N A A C C A N T O , D A L L ’ A L T O .
Donovan Leitch Jr e la madre Enid Karl in uno scatto di Michel Comte, Dicembre 1993. Un layout con foto (da sinistra) di Guido Mocafico e Fabrizio Ferri,
Luglio/Agosto 1989. Milla Jovovich ritratta nell’Ottobre 1997 da Paolo Roversi, uno dei maggiori fotografi italiani contemporanei. Due miti, due grandi storie
di Vogue Italia: è Peter Lindbergh l’autore, nell’Ottobre 1989, di questo ritratto di Linda Evangelista, una delle “sue” celebri modelle con Naomi Campbell,
Christy Turlington, Eva Herzigova e Cindy Crawford. I collage di parole e immagini delle “Doppie Pagine” di Anna Piaggi, Maggio 1991.
Un esempio dell’arte fotografica di Satoshi Saikusa nel numero di Novembre del 1989.
FA R AWAY S O C L O S E PAG . 8 7
Anche Foam Magazine, la rivista trimestrale dove ci attendono 80mila film e 400mila fo-
di fotografia, offre per un mese libero acces- tografie consultabili online. Anche il Touring
so al suo archivio. Oltre cinquanta numeri, Club apre virtualmente i propri archivi: fo-
ciascuno dedicato a un tema diverso, con gli tografie, antiche cartine, mappe e cartoline
scatti dei massimi talenti della fotografia a del secolo scorso, fotogrammi rarissimi di
360°: da quella di moda a quella documen- un’altra epoca e di un’altra Italia, quella che
taristica, dalla foto d’arte al reportage natu- il Touring ha documentato nei suoi appena
ralistico. Una rara opportunità per sfogliare compiuti 125 anni di storia.
online numeri da tempo sold out e introvabili,
come “Water” (n. 50) e “Freedom of Expres- Per spezzare la routine delle giornate di qua-
sion under Surveillance” (n. 43), curato da rantena, sono infine numerose le iniziative
Ai Weiwei, e certamente “Adorned” (n. 53), culturali pensate dalle case di moda. La Fon-
dedicato alla moda. dazione Prada il 5 aprile lancia sul proprio
sito una rassegna cinematografica in strea-
L’Archivio Alinari dà accesso gratuito alla ming intitolata Perfect Failures, e inaugura
mostra online Antichi mestieri e costumi d’I- la serie di podcast Readings; la Fondazione
talia: un indimenticabile viaggio nell’Italia Vuitton ha appena presentato una nuova
dell’Ottocento attraverso una selezione di fo- piattaforma digitale, grazie alla quale sarà
tografie d’epoca provenienti dallo sterminato possibile rivivere da casa gli eventi culturali
archivio fiorentino (cinque milioni di imma- e le mostre organizzati dal 2014; Zegna, in
gini). Fotografie, ma anche libri, manoscritti collaborazione con Google Arts & Culture,
e persino affascinanti mappe antiche, posso- ha aperto l’accesso online al suo archivio:
no essere consultati gratuitamente, in questo una ricchissima collezione di foto d’epoca,
tempo di quarantena, nel non meno vasto bozzetti, progetti, taccuini e stoffe che rac-
archivio digitale della Biblioteca Mondia- contano i 110 anni di storia del marchio.
le dell’Unesco. Tra le perle contenute, oltre L’intrattenimento gratuito è la strategia di
a migliaia di volumi e filmati rari (tra cui i solidarietà digitale per cui opta anche Bot-
primissimi esperimenti di cinema in bianco tega Veneta. Si chiama “Bottega Residency”
e nero), i dieci numeri di Eleganze Femminili, il nuovo contenitore virtuale – definito dal
rivista quindicinale di moda uscita dal gen- direttore creativo Daniel Lee «un teatro di
naio al maggio 1911, con cui ci si può regala- svago spensierato» e lanciato il 23 marzo su
re un rincuorante tuffo nell’ottimismo e nelle tutte le principali piattaforme digitali – con
speranze dell’Italia giolittiana, tra sontuosi cui la griffe vicentina offrirà ai suoi follower
cappelli addobbati con fiori e piume, ombrel- interviste a scrittori, musicisti, registi e artisti,
lini e graziosi guanti in seta bianca. performance live, film, e persino lezioni di
cucina e ricette con chef stellati.
In questi giorni di isolamento domestico si
spalancano eccezionalmente anche i bastio- Il tutto a tempo indeterminato: il “marketing
ni dei grandi archivi cinematografici: come d’evasione” (come potremmo battezzare la
quelli del Dfa, The International Documen- nuova strategia comunicativa sperimentata
tary Film Festival di Amsterdam, che mette in questi giorni dai marchi del lusso e incen-
a disposizione 300 documentari gratuiti, e trata sulla condivisione di materiale d’intrat-
quello della Cineteca di Milano, che regala tenimento gratuito) manterrà intatta la sua
l’accesso in streaming a ben 500 film rari, ragion d’essere anche a emergenza pandemia
come il bel corto di Comencini Il museo dei rientrata, e – c’è da scommetterci – si ripro-
sogni. Senza dimenticare l’Archivio Luce, porrà in futuro in numerose nuove forme. ___
FA R AWAY S O C L O S E PAG . 8 7
L’Estate down towards the sea
the summer waits in olive groves and the sacred greenhouses of
The sacred ancient spires of Lombardy oversee a quiet prayer In a world that’s asks us to touch,
where jazz plays from the balconies and the birds come back to but a time that begs us to not
whisper to us may we find a way to instead take time to be touched.
their memories of the mountains. By the non physical, observation can too be a ritual.
I remember the fireflies in the hills above Alassio Praise to the portable paradises we will find
and the red chairs we sat in all that August. that we did not even peer at before.
Where our bodies are filled with empathy
The sacred ancient spires of Lombardy oversee a quiet prayer and not not just fear and finger pointing.
where the airplanes are silent now What I am saying is—
the trees run around in hysteric oxygen May we find a way of being undone
the trees rampage all night and spraypaint the buildings. in a time that asks us to stop doing.
I remember the laughter in the cafe by the railway station and Moulding a world that we want to live in
sharing cigarettes whilst we can’t actually live within it.
walking drunkenly through the streets of Brera arm in arm. Where there is enough for everyone always,
Especially those that need.
The sacred ancient spires of Lombardy oversee a quiet prayer Where greed can be stripped off down to the ankles.
where the stockmarket crashes again and again each night on A world where we restore dreams
television And recall hope, maybe finds a new thing to call it.
silent glass implosions Where we fear loneliness only
until the stockmarket doesn't matter anymore And not to be alone, or away
all that matters is to hold the ones you love and stay safe. For enough days to have enough love for the both of us.
I remember we said we all needed to stop and realign what really For the all of us.
matters. A world where there is time to think
Money is not a truth, money is a superstition. And sit but not sink because there is
Enough of us equally alone to know
Later, after this quiet prayer is held long enough to appease the gods That we can only verge on the brink of silence.
the joyous roads of Liguria will sweep again But we are all breathing, so there is in fact
Enough noise in the world. might be the same, or worse
A world where we make peace with the slow and everything is low, low,
and the slowing, slow moving or halted…
and showing and sharing but here you are, remember -
and coming to and not coming in and caring. nursing a planet body, ever-changing. You are here, just gathering
A world where we have to talk colour. Here you are, ripening. A harvester of ideas. A container for
because nothing can be taken only on proximity. possible good things. Here you are, red cells working hourly; new
Willing be, praise to all the words blood being made, a moving heart. This is rest. Step out of your way.
pushed off bottom lips.
To all the anticipated kisses and twirling Famosa soprattutto per la dettagliata analisi di temi come salute mentale, lutto, sessualità
e amore, la poetessa newyorkese Yrsa-Daley Ward ha ottenuto il plauso della critica per
ankles that are still to come. la sua prima raccolta di poesie “Bone”. L’ex modella di origini giamaicana e nigeriana si
There is still to come — concentra sull’esplorazione delle innumerevoli sfaccettature della condizione umana. In
that is what is most easy to forget. “Untitled”, Ward ricorda a ognuno di noi di usare questo periodo di isolamento forzato per
guardarsi dentro più in profondità.
I sit, watching on a gleaming screen;
the couple lean, fall into each other
live in that moment only inside the alcove of another.
Two bodies mimic two bodies
Cheek to cheek,
feet in step with feet.
A treat to watch on the largest stage of the social solar system.
Dancing in the evening in only the way Italians could
And we believe again in how a body can become home for another body,
Even more so in a time of the isolated and the aching.
May this time, gift us enough time to watch —
If nothing else.
May this time, give us time to see.
Praise to the humanity that will evolve
even under uncertainty, universal urgency,
Nervously, we exist in times of the virtue of the virtually.
We will watch it create these tender moments
That will shape history, most certainly.
Negli ultimi anni Kai-Isaiah Jamal, poeta, performer e attivista per la visibilità dei trans ha
sconvolto il panorama della letteratura. Il modello del brand di moda FENTY è stato eletto
primo poet-in-residence dell’ICA e ha lavorato con Stella McCartney, Vivienne Westwood,
Barbican, Tate e National Gallery. In questa poesia, Jamal scrive un’ode alla coppia italia-
na divenuta virale che ha ballato sullo sfondo della proiezione di “Cheek to Cheek” di Fred JEREMY REED
Astaire durante l’autoisolamento.
Sleeplessness
JAMES MASSIAH
Pray Days Change
Do It by Dizzee Rascal
And Brand New Day both come to mind
Tempman’s “Sticky Businezz” freestyle on YouTube too
There’s definitely others
Maybe Doorway by Wiley
Actually
Definitely
Doorway by Wiley
GRETA BELLAMACINA I think about other songs too
Poem for Italy Other tunes
That do what they do
When you wake in the morning salvation will find you, To me
in corners all over the world. I hope they do what they do
Come towards the window To you
let your dreams witness the century. Too
Sunlight resting on old stone, (Special mentions for Jadakiss, YMO, Dillinger, Warpaint
to be the last child of paradise, and Meridian Crew)
a new spring garden promise.
To be, in the watch of the unread light. James Massiah è un poeta della parola orale e performer che integra i codici della letteratura
con la vita notturna e la musica per andare oltre i confini e unire le persone. Avendo lavorato
con i nomi più prestigiosi, dalla Tate alla BBC, da Burberry a Dazed, Massiah è a proprio
Women who are trees lean in your soul agio nel parlare di Albert Camus come nell’animare un party fino alle 6 del mattino. In
bending like music chords to the sound of embrace. “Pray Days Change” usa i suoi versi poetici per condividere le canzoni che gli danno conforto,
nella speranza che possano fare lo stesso con voi.
The city— a saint lamp in your grace,
a new quartered stillness in ash imaginings.
P H O T O G R E TA B E L L A M AC I N A B Y A N YA H O L D S T O C K . P H O T O J A M E S M A S S I A H B Y B Y A L E X K U R U N I S .
All of your heart made into a set of spoons
filled in like a kitchen drawer,
comforting and full of the market.
Returning back to the things that hold you and intrigue you,
Dior
«L’amore è universale come tutte le lingue parlate nello studio Dior. Mai più di adesso è necessario ricordare che apparteniamo tutti allo stesso mondo».
M A R I A G R A Z I A C H I U R I , direttrice artistica donna haute couture, prêt-à-porter e accessori Dior.
FA R AWAY S O C L O S E FA R AWAY S O C L O S E PAG . 93
Prada
M I UCCI A PR A DA – utilizzando le lettere del logo come nella campagna P/E 2020 – esprime il suo pensiero di solidarietà con queste parole:
Passione, Riflessione, Ascolto, Domani, Amicizia.
PAG . 94 FA R AWAY S O C L O S E VOGUE ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
Dolce&Gabbana
D OM E N IC O D OL C E E ST E FA NO GA B BA NA omaggiano lo spirito, lo stile di vita, la tradizione italiana attraverso i suoi simboli riportati sugli abiti.
PAG . 96 VOGUE ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
N° 21 Salvatore Ferragamo
«Ho pensato a un abito semplice ed essenziale nelle forme per diverse occasioni,
con una stampa primaverile come messaggio di speranza e risorgimento». PAU L A N DR EW, direttore creativo di Salvatore Ferragamo, nel suo bozzetto
A L E S S A N D R O D E L L ’ A C Q U A , direttore creativo di N°21. raffigura una donna forte, «pronta ad affrontare qualsiasi sfida».
PAG . 98 FA R AWAY S O C L O S E VOGUE ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
PAG . 98
FA R AWAY S O C L O S E PAG . 99
Versace
«Forza Italia»: DONATELLA VERSACE nelle vesti di eroina di un fumetto omaggia l’Italia e la sua resilienza.
PA G . 1 0 0
PA G . 1 0 0
Marni Gucci
«Un talismano contro l’oscurità di questi giorni, sperando che siano anticamera di nuovi percorsi.
Sono gli eventi straordinari o spaventosi a rendere possibile la nascita di nuovi scenari». «Avremo una comprensione diversa di tutte le cose che
F R A N C E S C O R I S S O , direttore creativo di Marni. ci circondano. E forse guardarci negli occhi sarà più sincero»,
A L E S S A N D R O M I C H E L E , direttore creativo di Gucci.
FA R AWAY S O C L O S E
FA R AWAY S O C L O S E
FA R AWAY S O C L O S E VOGUE ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E PA G . 1 0 1
Valentino
Il bozzetto cita le “Lettere Luterane” di Pier Paolo Pasolini. «Voglio che le collezioni che usciranno non riflettano ma sappiano reagire a questa fase,
con leggerezza, poesia e più sogno di prima». P I E R P A O L O P I C C I O L I , direttore creativo di Valentino.
PAG. 10 2 FA R AWAY S O C L O S E VOGU E ITALIA 836 FA R AWAY S O C L O S E
Il Sistema
Migliore
Donazioni a ospedali, raccolte
fondi, progetti solidali. Così
la fashion industry mondiale
è scesa in campo per
fronteggiare l’emergenza.
di G A I A PA S S I
tà ciò che fino a ora ci ha dato», ha detto euro a titolo personale. Il gruppo Kering ha
Remo Ruffini, presidente e amministratore destinato 2 milioni di euro a Lombardia, Ve-
delegato di Moncler, annunciando il 16 mar- neto, Toscana e Lazio, le quattro aree in cui
zo una donazione record di 10 milioni di euro il virus è maggiormente radicato. Valentino
per contribuire alla costruzione di una tera- Garavani e Giancarlo Giammetti hanno of-
pia intensiva con oltre 400 posti nell’ex Fiera ferto 1 milione per la nuova terapia intensi-
di Milano. A sostegno degli ospedali milanesi va al Gemelli di Roma, ospedale supportato
sono intervenuti anche il gruppo Prada, che anche dalla Carla Fendi Foundation con una
ha donato postazioni di terapia intensiva e donazione di 100mila euro. Il Gruppo Canali
rianimazione a Buzzi, Sacco e San Raffaele; ha messo a disposizione 200mila euro all’O-
il gruppo Mayhoola (di cui fanno parte Va- spedale San Gerardo di Monza, mentre Ralph
lentino, Balmain e Pal Zileri), che ha offerto 1 Lauren ha agito a livello globale, destinando
milione di euro al Sacco e 1 milione alla Pro- 10 milioni di dollari all’Organizzazione mon-
tezione civile – sostenuta, quest’ultima, anche diale della sanità e ad altre organizzazioni.
dalla famiglia Zegna con 3 milioni di euro. Al
San Raffaele hanno guardato anche Dona- Non sono mancate le iniziative di shopping
tella e Allegra Versace (200mila euro) e Re- solidale: Sergio Rossi con “Shoes Make a
demption di Gabriele Moratti (50mila euro). Difference” ha devoluto alla lotta al virus il
100% dei ricavi delle vendite online dal 14
C’è poi chi ha scelto di sostenere la ricerca. al 20 marzo, oltre a donare 100mila euro al
Dolce&Gabbana ha finanziato uno studio Sacco. Un esempio seguito da tante imprese,
dell’Humanitas University, ed Etro una ricer- grandi e piccole, come Alberta Ferretti, Phi-
ca del Laboratorio di microbiologia e virolo- losophy di Lorenzo Serafini, Save The Duck,
gia del Sacco. Burberry ha annunciato che fi- Benedetta Bruzziches, Sara Giunti e Manila
nanzierà la ricerca dell’Università di Oxford Grace, tra gli altri. Sulla piattaforma onli-
per un vaccino monodose, in sperimenta- ne GoFundMe è anche possibile contribuire
zione sull’uomo dal mese prossimo. Già a alle raccolte fondi lanciate da Patrizia Pepe
febbraio, prima dell’arrivo del Covid-19 in (#ItalyStayStrong) ed Elisabetta Franchi
Italia, Bulgari aveva acquistato un microsco- (#sevuoipuoi).
pio all’avanguardia per il team medico dello
Spallanzani di Roma, tra i primi a isolare la Da segnalare infine un’iniziativa fuori dal
struttura del virus. «Intervenire sulla ricerca coro, destinata alle donne impegnate in pri-
significa supportare la speranza di trovare ma linea contro il Covid-19: il gruppo spa-
cure e vaccini», ha ricordato Marta Branca, gnolo Pronovias donerà un abito alle future
direttore generale dello Spallanzani. spose – medici, infermiere, ma anche addet-
te alla portineria e alla ristorazione – che in
Nella geografia delle donazioni, molte azien- queste settimane sono al lavoro negli ospe-
de hanno scelto di sostenere le realtà del pro- dali di tutto il mondo per sconfiggere la pan-
prio territorio: la famiglia Benetton ha dona- demia. La collezione – creata per l’occasione
to 3 milioni di euro all’ospedale Ca’ Foncello e disponibile fino al 31 agosto – si chiama
di Treviso, oltre che al Sacco, allo Spallanza- “The Heroes Collection”. _________________
ni e al Gemelli. Alla sanità veneta è arriva-
to anche l’aiuto di Mario ed Enrico Moretti
Polegato, presidenti di Geox e Diadora, per
l’ammontare di 1 milione di euro. Tra i bene-
fattori in Emilia-Romagna la Technogym di
Nerio Alessandri, che ha messo a disposizio-
A S I N I S T R A . Artwork di Siduations.
ne 1 milione di euro, e Marco Bizzarri, presi- Il digital artist (su Ig @siduations) crea collage surreali
dente e ceo di Gucci, che ha donato 100mila e collabora con magazine di arte e moda.
Per Cucire
in Francia, convertendo alla produzione di
FA R AWAY S O C L O S E
gel disinfettanti le unità di cosmetica e pro-
fumi dei marchi Christian Dior, Guerlain e
Givenchy, seguito da altri gruppi del settore,
come Clarins e L’Oréal. In Italia, Bulgari ha
Le filiere della moda e della donato alle strutture mediche centinaia di
cosmesi si riconvertono alla migliaia di flaconi di disinfettante per le mani
produzione di mascherine, camici,
disinfettanti, in una corsa solidale.
di G A I A PA S S I
per quelli inglesi, H&M ha dato disponibilità e Milano grazie al lavoro di 23 dipendenti
all’Unione europea per offrire supporto con volontarie. E il Gruppo Davines di Parma ha SOPRA . Lamin Seidi, 29 anni, viene dal Gambia
le sue strutture ai paesi più in difficoltà, così voluto anche lanciare un messaggio positivo ed è uno dei sarti di “Talking Hands”, laboratorio
come il gruppo Inditex e Mango che a loro con le sue 100mila unità di “Gel del buon di design (a Treviso) gestito da migranti
e richiedenti asilo che per arginare il contagio
volta hanno messo a disposizione la propria auspicio”. E solo il cielo sa quanto ce ne sia della popolazione hanno cominciato a produrre
rete di distribuzione. bisogno. _______________________________ mascherine colorate lavabili e riutilizzabili.
Sentirsi
Connessi
Tutti a casa e tutti – ancora
di più – sui social. Senza filtri
e senza mediazioni. Anche
modelle, star e influencer.
Per soddisfare un rinnovato
bisogno di condivisione.
di S A M I R A L A R O U C I
di F R A N C E S C A R AGA Z Z I
A SINISTRA . La giacca di pelle ritrovata da Patti Wilson nel suo armadio e che la stylist racconta di aver fatto indossare a Miley Cyrus.
SOPRA . Il frammento del vestito andato in fiamme, utilizzato per un servizio di Vogue Italia. N E L L A P A G I N A A C C A N T O .
La foto di Steven Klein, pubblicata sul numero di settembre 2008. A S E G U I R E . Ibrahim Kamara con il camice bianco di Maison Margiela.
Dare valore a quello che già possediamo. Non non rispondono a un bisogno reale. Vogue
per toglierci la gioia, quando tornerà a esse- Italia ha chiesto a due collaboratori che per
PAG. 10 8
re possibile, di acquistare qualcosa di nuovo. mestiere sanno riconoscere il valore degli abi- FA R AWAY S O C L O S E
Ma per imparare a fare i conti con un mondo ti, vecchi e nuovi, di scegliere un capo del loro
dove ci sarà sempre meno spazio per ciò che guardaroba, sfruttando il tempo che la qua-
non ha significato, per abiti e accessori che rantena ha messo a disposizione. E di raccon-
passano in fretta e non lasciano traccia, che tare le storie che questi portano con sé. _____
IN FIAMME fo François Nars. Dovevamo scattare Liza
«Sono sempre stata particolarmente lega- Minnelli per un libro di ritratti. Il team era
ta a questa foto che Klein ha scattato anni composto da me, François, James Kaliardos
fa per Vogue Italia», racconta Patti Wilson, per il make-up e Bill Westmoreland per i
PAG. 10 9
leggendaria stylist newyorkese. L’imma- capelli. La mattina stessa del servizio sco-
gine, riprodotta in questa pagina, è stata priamo che Liza non sarebbe arrivata. Or-
pubblicata sul numero 697 di Vogue Italia, mai eravamo già tutti sul set e discutemmo ma non avevo un soldo. Ricordo l’arrivo a
settembre 2008. «Steven mi ha persino re- tra di noi sul da farsi cercando di trovare Parigi in autobus e la fatica per trovare una
galato una stampa che ho appeso in casa una soluzione. Due ore dopo, le porte dello minuscola sistemazione. Ogni mattina dove-
e che guardo ogni giorno. Durante questa studio si spalancarono e sentimmo gridare: vo portare con me in ufficio il computer fisso
quarantena ho ritrovato, accuratamente «Se non potete avere Minnelli, chiamate... perché non possedevo un portatile», racconta
preservato e appeso in un angolo nascosto MILEY!!!». Miley Cyrus entrò nello studio Ibrahim Kamara. Che continua: «Il camice
del mio armadio, quello che è rimasto del e io non avevo assolutamente niente da far- bianco è l’uniforme che tutti i dipendenti di
vestito... in fiamme!». le indossare. D’un tratto mi venne in mente Margiela sono chiamati a indossare in ufficio,
ho capito subito l’importanza del senso di
appartenenza che rappresentava. Il mio sta-
ge era nell’ufficio stile donna. Non lavoravo
direttamente con John Galliano ma ho avuto
occasione di vederlo spesso, persona dolcis-
sima, un vero gentleman. Ero preoccupato
perché venivo da un diploma in arti visive
una giacca di pelle (nella pagina a fianco, (nella foto qui a destra, ndr) e un frammento
ndr). L’ultima volta che l’ho vista, prima di di vita di cinque anni fa. Avevo 24 anni e la
riscoprirla in questi giorni, ero a Los Ange- possibilità di un tirocinio di qualche mese a
les. Mi trovavo lì per lavorare con il fotogra- Parigi da Maison Margiela. Decisi di andare
Un Progetto A gnanti tengono le lezioni in diretta streaming
per permettere una interattività tra studenti
imprenditori capaci di sviluppare progetti di
merchandising e retail buying, attraverso la
anche nel periodo del #iorestoacasa. Tra mo- dalle parole di esperti come Colin McDowell. business, visual merchandising, comunica-
duli mini e maxi, specializzazioni peculiari e Il suo corso Fashion history for today, della zione, illustrazione, styling, textile sono le
temi generali, è facile trovare il proprio am- durata complessiva di 11 ore suddivise in 15 macro-aree all’interno delle quali sono rac-
bito di interesse. Ecco i percorsi didattici che macrotemi, prende il via con il New Look di colti i percorsi di apprendimento. Tra i più
abbiamo selezionato per chi desidera trasfor- Dior per arrivare ai robot in passerella per attuali, quello in Fashion and diversity va-
P H O T O C O U R T E S Y O F T H E N E W S C H O O L’ S PA R S O N S S C H O O L O F D E S I G N .
mare questa crisi in opportunità. Alexander McQueen, accompagnando gli stu- lorizza l’aspetto di produzione culturale e di
denti a conoscere alcuni tra i principali trend linguaggio della moda, in particolare nel suo
Central Saint Martins e protagonisti del secolo scorso in un viaggio definire e ridefinire l’identità del singolo an-
La celebre istituzione britannica, che lo che raggiunge alcuni tra i luoghi più rappre- che nel rapporto con le sue molteplici comu-
scorso anno ha festeggiato i suoi primi 30 sentativi della storia della moda. nità di riferimento. E spinge a una riflessione
anni (ma una delle due scuole che vi sono adatta al contesto odierno, più fluido che mai
confluite, la Saint Martins School of Art, è Parsons School of Design nel disegnare, promuovere sul mercato e co-
attiva dal 1854), offre un ampio programma L’istituzione newyorkese fondata nel 1896 municare un qualsiasi prodotto di moda. ___
di corsi brevi da seguire online: dal Fashion e che dal 1921 ha anche una sede a Parigi,
content marketing all’Experimental fashion prima scuola americana di arte e design nella
design, passando per ambiti molto specifici Ville Lumière, offre con l’indirizzo di studi in
come Sustainable sourcing for fashion, Body– Fashion business la possibilità di frequentare
wear and activewear design e Introduction to i corsi, della durata ciascuno di almeno 9 set-
I N A L T O . Un laboratorio/set fotografico della
tiara making. Della durata di 4-6 settimane, timane, anche online. L’obiettivo per gli stu- Parsons School of Design con studenti di moda al lavoro
prendono vita in aule virtuali in cui gli inse- denti è di raggiungere il livello di potenziali sui manichini. L’immagine è di Michael Kirby Smith.
Ripensare voro di 27 professori provenienti da cinque
dipartimenti dell’Università Bocconi e reso
internazionali; tutti possono poi sperimentare
dal vivo la sostenibilità in “campi esperien-
Corporate Sustainability: Understanding online permette anche agli studenti del master
and Seizing the Strategic Opportunity online, al termine del percorso formativo, di
(Università Bocconi, Milano, Italia). prolungare di un anno gli studi aggiungendo
L’obiettivo del corso, sviluppato grazie al la- un’esperienza in azienda o in organizzazioni
A Riveder Le Stelle
PAG . 112 FA R AWAY S O C L O S E
Tutto il sistema moda si interroga sul futuro: ma come
lo immaginano gli studenti delle scuole? Vogue Italia,
in collaborazione con Accademia Costume & Moda, Polimoda,
IED e Marangoni, ha chiesto loro di provare a disegnare un abito
per il mondo nuovo. Ecco che cosa hanno immaginato.
di A L B E R T O C A L A B R E S E
Polimoda
GA I A V E R O N I C A F O S S AT I K A N O N H AYATA
Il lavoro del 1997 dell’artista statunitense John Baldessari “Goya Series” Un upcycling artistico in cui gli scarti assumono un nuovo scopo.
– fotografie di oggetti comuni affiancate da una parola apparentemente Kanon Hayata interpreta il futuro attraverso un rifiuto particolarmente
insignificante – ha ispirato Gaia Veronica Fossati, che ha usato lo stesso inquinante, gli scontrini, che ripiega in modo apparentemente casuale
metodo per esprimere le sue emozioni. Ha infatti associato l’espressione per far comparire la scritta “ready-made”, preconfezionato. Così denuncia
“non abbiamo tempo” all’immagine di un mazzo di tulipani per manifestare la quantità di imballaggi superflui che, letteralmente, ci travolge.
l’odierno contrasto emotivo attraverso il binomio parola-immagine. L’unica soluzione: utilizzarli in modo nuovo.
Il mondo non tornerà quello di prima, e nem- sfida di provare a disegnare per noi gli abiti di
meno la moda. Che già prima del virus era domani. Tra i molti portfolio arrivati, ne sono
investita da interrogativi ineludibili, primo stati selezionati 14, a nostro giudizio i più in-
fra tutti quello sulla sostenibilità del sistema. teressanti per idee, ispirazioni, soluzioni, in
In questo momento di profonda disruption, una più ampia accezione di design che include
PAG . 112
come vedono il futuro i ragazzi delle scuole di l’arte e la fotografia. È un viaggio in un futu- FA R AWAY S O C L O S E
moda? Vogue Italia ne ha coinvolte quattro – ro non remoto, in cui la sensibilità per il bene
Accademia Costume & Moda, Polimoda, IED e collettivo e la preoccupazione per il futuro del
Marangoni –, i cui studenti hanno accettato la pianeta detteranno le regole del gioco. ______
DA R I A L AT I N I M A R I A E N R I C A A F F I N I TA
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Si apre così il progetto intitolato Cosa saremo, una volta liberi di uscire di nuovo? Secondo Maria Enrica
“Ab umbra lumen”, con il quale Daria Latini individua la luce che, Affinita saremo tutto ciò che ci ha circondato per giorni, ciò che abbiamo
seppur flebile, è sempre presente. La moda del futuro, carica di speranza, guardato e che, inevitabilmente, abbiamo assorbito in qualche modo.
è ricomposta con un collage di foto e disegni che mescolano sensorialità “Home Won’t Stop My Creativity” è una capsule collection carica di tutto
ed emotività: come lo studiato drappeggio e l’eruzione di un vulcano. questo, nella quale gli abiti sono fatti dei tessuti della casa, del divano,
Il viaggio, oggi travagliato, ci consentirà domani di riveder le stelle. delle tende, costruiti in un patchwork.
L O R E N A T I B E R I M A N I M A R I O C E L E N TA N O
Nel futuro i capi saranno un mezzo di espressione e condivisione di valori. L’artista futurista Thayaht, che negli anni 20 inventò la tuta con l’idea
Secondo Lorena Tiberi Mani “Il respiro, come libertà e vita” (concetto di creare un capo scevro da qualsiasi accezione sociale per un popolo
ripreso sugli abiti) è uno di questi, e con il suo progetto “Torniamo distrutto dalla guerra, è l’ispirazione del progetto di Mario Celentano.
a respirarci” esorta a rivedere le nostre priorità. Consci delle esperienze La sua tuta è pensata per un popolo che, contrariamente a quello
di oggi, saremo in grado di capire cosa potrà dirsi essenziale, e ciò del dopoguerra, ha tutto, ma che vede sfuggire la certezza della vita.
che indosseremo sarà uno strumento per rappresentarlo e ricordarlo. Un indumento che esprime la sovversione degli attuali dogmi della moda.
A L E S S I A S A S S O DAV I D E P O L O N I
Buste di plastica avvolgono una figura di donna, impedendole qualsiasi Nel futuro disegnato da Davide Poloni la materia e il corpo diventano
movimento, ammutolendola. Tutto quello che può fare è piangere fissando una cosa sola, si fondono affinché la materia diventi il corpo stesso, scivoli
chi la osserva, esprimendo, attraverso i grandi occhi, il messaggio su di esso e ne assuma l’aspetto. Una silhouette stilizzata di donna è ciò
che incombe su di lei a caratteri cubitali. La donna di Alessia Sasso si trova che compare su una carta grezza, su cui le pennellate la imprimono come
nella condizione quotidiana e abituale degli animali sul nostro pianeta, un’ombra luminosa che pare un ossimoro. Delle micro borchie si intersecano
e che adesso riguarda anche noi: Change Is Now. con il suo viso celato, come un’aureola in cerca del suo capo.
IED
C R I S T I A N R O C C O R I Z Z O B E AT R I C E B E R GA DA N O
Cosa succederebbe se gli uomini decidessero di riavvicinarsi alla natura, La “teoria dell’alga” afferma che se si inserisse un’alga tropicale
prendendone in prestito alcune caratteristiche morfologiche? Si parlerebbe in un ecosistema totalmente differente, le conseguenze potrebbero essere
di una biomorfosi umanizzata, secondo Cristian Rocco Rizzo: una modifica la sua espansione a discapito degli altri o la sua omologazione. Beatrice
della “struttura” dell’uomo grazie a una mutua simbiosi con ciò che Bergadano ritiene che la moda rappresenti questa teoria: ciclicamente,
rappresenta la natura. Un rapporto di reciproco vantaggio, quindi, fatto attinge dal passato per attualizzarsi nel futuro. La sua proposta è quindi
di scambi continui e di supporto biunivoco, per il benessere di entrambi. una collezione in cui “il futuro è il passato”.
C H I A R A L I M O N TA Y L E N I A A N N A C A L I R I
Una figura in stile vagamente fumettistico, senza volto, indossa un’evidente Le condizioni del nostro pianeta dettano l’esigenza di protezione. Questa
mascherina, e porta con sé un messaggio potente: support your local heroes. protezione però deve essere reciproca e tradursi in una moda rispettosa
In questi momenti di fragilità, veniamo aiutati da “eroi locali”, dell’ambiente. Una duplicità che ha ispirato il progetto di Ylenia Anna
che agiscono senza sosta per tamponare le difficoltà ed evitare che la nostra Caliri, che ha disegnato una proposta in cui tutto è ecologico: un corpetto
vita quotidiana venga travolta, come spesso accade a loro. fatto di un tessuto in biofibra, ottenuto da un’alga, e una gonna plissé
Chiara Limonta plaude a coloro che ci guidano verso il futuro. realizzata con ventagli e fogli di giornale, come la tomaia delle scarpe.
Marangoni
DAV I D E PA N Z E R I TA M A R A B A K A J
La forza che l’uomo è capace di esercitare sulla natura lo illude, facendogli Il futuro altamente tecnologico, ma dall’estetica quasi tribale, ci vedrà
credere di poterla dominare. La condizione nella quale si trova impegnati nella lotta per i nostri sogni. Secondo Tamara Bakaj siamo infatti
in realtà è di grande impotenza. L’uomo che Davide Panzeri ha disegnato dei “sognatori combattenti”, che affrontano nel quotidiano sfide sempre
pensa di poter raccogliere l’aria per portarla con sé, quasi più difficili. Come una grande tribù, lottiamo tutti uniti, e la forza dei nostri
come in un mito greco. Il suo completo in tartan e gabardine presenta nemici ci impone di comprendere la potenza del supporto reciproco.
dei tagli dove sono poste delle grandi tasche gonfiabili. Come sarà il mondo tra cent’anni? Dipende da noi, adesso.
V O G U E I T A L I A P E R V I C H Y
V I C
H Y
*La comunità scientifica è concorde sul tema e le ricerche pubblicate sono innumerevoli, tra cui gli studi pubblicati sul Journal of
Investigative Dermatology e lo studio della dermatologa Karen Burke riportato in “Mechanisms of Ageing and Development”
**test cosmeto-clinico su 41 donne durante 8 settimane e test cosmeto-clinico su 62 donne dopo 4 settimane
***test cosmeto-clinico su 57 donne durante 8 settimane
V O G U E I T A L I A P E R V I C H Y
V O G U E I T A L I A P E R V I C H Y
V O G U E I T A L I A P E R V I C H Y
V O G U E I T A L I A P E R Q C T E R M E
RINASCERE DALL’ACQUA P E R
T E R
M E
Q C
V O G U E I T A L I A P E R Q C T E R M E
V O G U E I T A L I A P E R Q C T E R M E
V O G U E I T A L I A P E R Q C T E R M E
zioni e viaggi. Diversificare l’approvvigionamen-
to diventerà cruciale e porterà ad affrontare la
globalizzazione attraverso soluzioni locali, più
tracciabili e sicure. Si dovranno semplificare le
PAG.12 0 BEAUTY FA R AWAY S O C L O S E BEAUTY
fasi dei vari processi di produzione, evitando
(tra le altre cose) anche imballaggi secondari. A
lungo termine tutto ciò avrà un impatto positivo
sull’ambiente, ridurrà l’inquinamento e creerà
nuove soluzioni. A causa di quarantene stringen-
ti la gente si abituerà a stare nel proprio paese,
riscoprendo tradizioni e folklore nazionale. Di
E Se
contro, però, crescerà il desiderio dell’esotico e si
andrà sempre più alla ricerca di un immaginario
Domani
Filiere più snelle, meno imballaggi
inutili, ingredienti tracciabili, boom
di attivi che rafforzino le difese.
Spiega l’esperto di beauty trend che
l’industria (e noi con lei) potremo
presto rinascere, persino migliori.
di M I C H A E L N O LT E*
di S U S A N N A M AC C H I A
F O T O D I A N T O N G O T T L O B C O U R T E S Y O F G U C C I . S F I L ATA E M P O R I O A R M A N I F O T O @ G O R U N AWAY.
sciato molto spazio per creare davvero qualcosa
di nuovo. Adesso potrebbe essere il momento». _
Pa loma Elsesser
Tyler M itchel l e
Stepha n ie Wa kn in
Fra ncesca Cisa n i Ibra h im Ka ma ra
aolo Ven tu ra Glen Luchford
P R ia n ne V
D av id Sims a n Romp
Bella Had id aey
Far Away So Close
Our Vogue Italia Community Reunites In Their Homes
Gigi Hadid
Lindsey Wixson-Young
IN QUESTA PAGINA. FOTO DI TYLER
MITCHELL. NELLA PAGINA ACCANTO.
LINDSEY WIXSON-YOUNG @ THE SO-
CIETY MANAGEMENT FOTOGRAFATA
DA TWO HAWKS YOUNG. ABITO BU-
STIER DI TESSUTO TECNICO CON CIN-
TURA IN VITA, MOSCHINO.
Tyler Mitchell
FOTO DI WILLY VANDERPERRE,
STYLING OLIVIER RIZZO. IN QUESTA
PAGINA. T-SHIRTS DI COTONE, PRA-
DA. NELLA PAGINA ACCANTO. BAN-
DIERA DI LANA, RAF SIMONS AUTUN-
NO INVERNO 1999. ENTRAMBI PEZZI
PERSONALI DEGLI ARTISTI.
Ryan McGinley
Talia Chetrit
IN QUESTE PAGINE. CAROLINE ASKEW
FOTOGRAFATA DA ROE ETHRIDGE.
BLUSA IN CRÊPE DE CHINE, MICHAEL
KORS COLLECTION.
Roe Ethridge
IN QUESTA PAGINA. AUTOSCATTO DI
BRIANNA CAPOZZI CON ABITO A PAL-
LONCINO IN POPELINE DI COTONE,
PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI.
Brianna Capozzi
Drew Vickers
IN QUESTA PAGINA. AUTOSCATTO DI
ANDREA ARTEMISIO CON GIACCA E
PANTALONI DI COTONE A STAMPA
CHECK, MARNI.
Andrea Artemisio
Gray Sorrenti
ISQUE SAGITTIS PURUS SIT AMET.
EUGIAT NIBH SED PULVINAR PROIN
GRAVIDA HENDRERIT.
Cyndia Harvey
IN QUESTA PAGINA. SUZANNE KOL-
LER FOTOGRAFA TRENCH DI COTONE
DAL SUO ARCHIVIO PERSONALE E STI-
VALI “JUMPING” DI PELLE, HERMÈS.
ASSISTANT STEFANO @ DIGITART.
Suzanne Koller
IN QUESTE PAGINE. OLIVIA GALOV
FOTOGRAFATA DA COLLIER SCHORR.
DA SINISTRA. TRENCH DI COTONE
CON DETTAGLI IN PELLE E LOAFERS DI
PELLE; MAGLIA IN JERSEY DI COTONE
A COLLO ALTO E LOAFERS. TUTTO
LOUIS VUITTON. SPECIAL THANKS
PER TAGLIO E COLORE A DEVON GON-
ZALEZ E CHRISTINA HIATT.
Collier Schorr
IN QUESTE PAGINE. AGNES DAVISON
FOTOGRAFATA DA JACK DAVISON. DA
SINISTRA. CAPPOTTO DI VISCOSA E
MAGLIA DI SETA. BLAZER DI VISCOSA.
TUTTO GIADA.
Jack Davison
IN QUESTE PAGINE. PAOLO ROVERSI
FOTOGRAFA LA FIGLIA STELLA. DA
SINISTRA. ABITO CHEMISIER DI CO-
TONE E SETA CON STAMPE PAISLEY E
MOTIVO A RIGHE, ETRO. ABITO DI
TWILL STAMPATO LAVORAZIONE
PLISSÉ, VALENTINO.
Paolo Roversi
IN QUESTA PAGINA. AUTOSCATTO DI
FRANCESCA CISANI CON JUMPSUIT E
SCIALLE DI SETA RICAMATI ALL-
OVER, GIORGIO ARMANI.
Francesca Cisani
Isamaya Ffrench
Marcus Piggott
IN QUESTA PAGINA. ABITO DI COTONE
TRAPUNTATO, FENDI; CAPPELLO, ER-
DEM, FOTOGRAFATI DA MERT ALAS.
Mert Alas
IN QUESTE PAGINE. ABITO IN DU-
CHESSE DI SETA CON MANICHE A
SBUFFO E RICAMI DI PAILLETTES DO-
RATE E OCCHIALI DA SOLE IN ACETA-
TO, GUCCI. FOTOGRAFATI E INDOSSA-
TI DA OLIVER HADLEE PEARCH ED
EMILIE KAREH, STYLING EMILIE KA-
REH. MAKE-UP VIA FACETIME DI
THOMAS DE KLUYVER @ ART PART-
NER USING GUCCI BEAUTY.
Oliver Hadlee Pearch, Emilie Kareh and Thomas De Kluyver
IN QUESTE PAGINE. MICHAEL BAI-
LEY-GATES INDOSSA ABITI PERSONA-
LI. HAIR ROB TALTY @ FORWARD ARTI-
STS USING BUMBLE AND BUMBLE.
Michael Bailey-Gates
STEVEN KLEIN FOTOGRAFATO DA
STEVEN KLEIN A WEST KILL FARM.
KLEIN MONTA RASTA, IL SUO CAVAL-
LO DI RAZZA SELLE FRANÇAIS.
STYLING DA REMOTO DI PATTI WIL-
SON. ABITO “PHYSALIA” IN ORGAN-
ZA DI SETA CON STAMPA ACQUEREL-
LO DI SHELEE CARRUTHERS, IRIS VAN
HERPEN. COLLANA, TIPPY TASTE
JEWELRY. SPECIAL THANKS TO VIC-
TOR SADARINI.
Steven Klein and Patti Wilson
IN QUESTE PAGINE. GRAY SORRENTI
FOTOGRAFATA DA SEBASTIAN FAE-
NA. A DESTRA, DALL’ALTO. ABITO DI
CHIFFON; MINIABITO DI MICRO FAIL-
LE CON MANICHE A SBUFFO, TUTTO
VALENTINO.
Sebastian Faena
IN QUESTA PAGINA. BILLY LUCHFORD,
FIGLIO DEL FOTOGRAFO GLEN LU-
CHFORD, AUTORE DI QUESTO SCATTO.
ABITI PERSONALI. NELLA PAGINA
ACCANTO. FOTO DI JOE MCKENNA.
Glen Luchford
Joe McKenna
IN QUESTA PAGINA. ARTWORK “RO-
MAN AND LAURA IN BOTTEGA” DI
LAURA NASH, FOTOGRAFATO DA
TYRONE LEBON, STYLING DI MAX PE-
ARMAIN. LAURA INDOSSA CAMICIA E
PANTALONI IN DENIM, PUMP DI NAP-
PA ARRICCIATA, BOTTEGA VENETA.
Stephanie Waknine
Paolo Ventura
IN QUESTA PAGINA. AUTOSCATTO DI
PETRA COLLINS CON TOP IN CRÊPE DI
SETA, BAJA EAST. NELLA PAGINA AC-
CANTO. PALOMA ELSESSER @ IMG
MODELS FOTOGRAFATA DA PETRA
COLLINS. TRENCH DI GABARDINE IM-
PERMEABILE, ALBERTA FERRETTI.
STYLING DEAN DICRISCIO.
Petra Collins
IN QUESTA PAGINA. CONIE VALLESE
@ VIVA FOTOGRAFATA DA JOSH
OLINS. JEANS 501, LEVI’S ®.
Josh Olins
Haley Wollens
Ibrahim Kamara
LARISSA HOFMANN E RAE SIM-
MONDS INDOSSANO SOPRABITO IN
TESSUTO TECNICO, MULE IN LYCRA E
ABITO PLISSETTATO CON STAMPA I-
RIS, TUTTO GIVENCHY. FOTO DI LARIS-
SA HOFMANN, DIREZIONE CREATIVA
DI CHRISTOPHER SIMMONDS.
Carlos Nazario
IN QUESTA PAGINA. LANA PETRUSE-
VYCH FOTOGRAFATA DA EZRA PETRO-
NIO. ABITO IN GEORGETTE DI SETA
PLISSÉ, SAINT LAURENT BY AN-
THONY VACCARELLO. DIGITAL EDI-
TING GRANON.
Ezra Petronio
Mica Argañaraz
IN QUESTA PAGINA. GEORGIA FOTO-
GRAFATA DA ARNAUD LAJEUNIE. TOP
DI POPELINE CON STAMPA ROSE, CIN-
TURA BORCHIATA DI PELLE, STIVALI
DI PELLE STAMPATA, PACO RABANNE.
ORECCHINI E ANELLO, PANCONESI.
Arnaud Lajeunie
IN QUESTE PAGINE. BELLA HADID @
IMG MODELS FOTOGRAFATA VIA FACE-
TIME DA BRIANNA CAPOZZI. DA SINI-
STRA. BOMBER IN TESSUTO DI CARTA
E SANDALI, DSQUARED2. CARDIGAN
DI LANA CON APPLICAZIONI, ABITO
IN CADY DI SETA E SANDALI, VERSA-
CE. STYLING DI HALEY WOLLENS.
Brianna Capozzi and Haley Wollens with Bella Hadid
IN QUESTA PAGINA. AUTOSCATTO DI
CHARLOTTE WALES CON MAGLIA DI
MOHAIR GARZATO E ABITO DI LANA
COMPACT, MIU MIU.
Charlotte Wales
Thank You
MICHAEL BAILEY-GATES
«È UN AUTORITRATTO CON RA- TALIA CHETRIT ALLATTA SUO «IL TEMPO SI È FERMATO, MA I «PALOMA ED IO CI SIAMO DI- «L’ARTISTA RAFFIGURATO «LA PERSONA NELLE FOTOGRA-
STA, IL MIO SELLE FRANÇAIS », FIGLIO ROMAN, UPSTATE NEW NOSTRI CUORI CONTINUANO A VERTITE MOLTO CON QUESTE NELLA FOTO È MARC ARMITA- FIE È LA MIA FIDANZATA CARO-
DICE STEVEN KLEIN. «IN BOC- YORK, MARZO 2020. BATTERE, MENTRE QUESTA IMMAGINI. È STATA L’UNICA NO DOMINGO. CERAMISTA, LINE ASKEW. ABBIAMO SCAT-
CA HO LA CODA INTRECCIATA SENSAZIONE DI CALORE SI FA COSA CHE CI HA DATO UN PO’ FONDATORE DI BOTTICELLI TATO NEL MIO SALOTTO, L’HO
DI UNO DEI MIEI CAVALLI, MOR- LARGO DIETRO L’ANGOLO. MA- DI LUCE IN QUESTI GIORNI TRI- CERAMICS E MUSICISTA BA- USATO PER VARI PROGETTI
TO RECENTEMENTE. MI INCHI- DRE NATURA NON SMETTE DI STI. NORMALMENTE NON HO ROCCO. MARC SUONA LA VIO- NEGLI ULTIMI ANNI. È STRANO
NO DAVANTI ALL’UMANITÀ E SORPRENDERCI. ASPETTIAMO, MODO DI ESPRIMERMI COSÌ LI- LA DA GAMBA E IL PARDES- DA DIRE, MA LA QUARANTENA
PRENDO ATTO DEL DANNO CHE PIENI DI EMOZIONI, FINO A CHE BERAMENTE E SPERIMENTARE SUS DE VIOLE, VERSIONE PIC- NON È POI COSÌ DIVERSA DA
ABBIAMO FATTO AL PIANETA. NON SARÀ PRONTA A DARCI COLLAGE QUINDI È STATO EC- COLA DELLO STESSO STRU- UNA GIORNATA IN STUDIO DA
OGGI GLI ANIMALI SONO LIBE- UN BACIO. ASCOLTIAMO IL SI- CITANTE POTER FARE QUALCO- MENTO. È A NEW YORK CITY SOLO. IN UN CERTO SENSO, PER
RI E GLI ESSERE UMANI STAN- LENZIO». SA DI DIVERSO DAL SOLITO.». CHE CREA MANUALMENTE LE GLI ARTISTI L’ISOLAMENTO FA
NO CHIUSI IN CASA COME BE- GRAY SORRENTI SUE CERAMICHE, ISPIRATE AL- PARTE DEL LAVORO. MA ADES-
STIE IN GABBIA». CAMPAGNA DEL CONNECTICUT, LE PORCELLANE INGLESI. DA SO FUORI È TUTTO MOLTO PIÙ
1° APRILE 2020. QUANDO È INIZIATA LA QUA- SILENZIOSO».
RANTENA, STIAMO INSIEME,
A CASA, E FACCIAMO ARTE».
COLLIER SCHORR
«QUESTO PROGETTO È DIVEN- «UNA COMMEDIA ROMANTICA «QUESTI SONO I MIEI BOOTS «IN QUESTO MOMENTO DIFFI- «SE NON PUOI USCIRE, PORTA «È DA TEMPO CHE VOLEVO
TATO UN MODO PER ESPLORA- SUL RIMANERE BLOCCATI IN PREFERITI, LI HO SEMPRE CON CILE PER TUTTI, HO PENSATO A LA GIUNGLA DENTRO». SCATTARE QUESTA FOTOGRA-
RE LE POSSIBILITÀ DI COSA SI CASA. ECCO LA PLAYLIST PER ME E CI CAMMINO OVUNQUE, UN’IMMAGINE CHE POTESSE FIA, OSSERVANDO CONIE OGNI
PUÒ FARE IN UNO SPAZIO UNA FESTA CON ME STESSA: GLI ANIMALI DI PELUCHE SONO FAR SORRIDERE CHIUNQUE LA GIORNO CAMMINARE ATTRA-
CHIUSO CHE SI È TRASFORMA- DANCING WITH MYSELF, GENE- QUELLI CHE MIO FIGLIO PORTA GUARDASSE. ALLO STESSO VERSO QUESTO BELLISSIMO
TO NEL NOSTRO UNICO QUOTI- RATION X; MR. ME TOO, CLIPSE; CON SE OVUNQUE VADA O AN- TEMPO, HO VOLUTO MANDARE RAGGIO DI LUCE NELLA NO-
DIANO: LA CASA. C’È STATO WHO AM I, BEENIE MAN; THE DIAMO INSIEME, ERA IL MIX UN MESSAGGIO ALLE PERSONE STRA CAMERA DA LETTO. L’IM-
QUALCOSA DI LIBERATORIO HA DANCE, MASTERS AT WOR- PERFETTO PER LA SITUAZIONE DI CUI SENTO LA MANCANZA. MAGINE MI GIRAVA IN TESTA
NEL PROCESSO, UNA SENSA- K; CYANIRIS (ANATOLIAN WE- IN CUI SIAMO, AL BALCONE, A- ED È ANCHE IL MIO PRIMO AU- MA ERA RIMASTA LÌ, ASSIEME
ZIONE DI SPENSIERATEZZA IN APONS 6 A.M. ETERNAL), ANA- SPETTANDO, INSIEME AD AL- TORITRATTO». AD ALTRE IDEE PASSEGGERE.
QUESTI TEMPI TORMENTATI IN TOLIAN WEAPON; LUCRETIA TRI MILIONI DI PERSONE». ADESSO CHE ABBIAMO IL TEM-
VIA DI RIDEFINIZIONE». MY REFLECTION, SISTERS OF PO DI FARE UNA PAUSA E RI-
MERCY; HYPNOTIC TANGO, MY FLETTERE, DI PENSARE E DARE
MINE; MOOD SWINGS, KA- VALORE A CIÒ CHE È IMPOR-
MAIYAH; OOPS (OH MY) FEAT. TANTE, DI RALLENTARE, TRO-
MISSY ELLIOTT, TWEET; IMO- VIAMO ANCHE SPAZIO PER
GEN HEAP, HIDE AND SEEK». QUESTE PICCOLE COSE, DI CUI
PARLIAMO SEMPRE MA CHE
NON FACCIAMO MAI».
TYLER MITCHELL
«HO RIPENSATO MOLTO A UNA SOMERSET, INGHILTERRA, «AMMIRO LA VOSTRA ABNEGA- «DOVREMMO SEMPRE GUAR- «ERO IN CUCINA A TARDA NOT- «YO ME QUEDO EN CASA».
POESIA, "IL CORVO" DI EDGAR 25 MARZO 2020. ZIONE, IL VOGUE FATTO IN CA- DARE AL CIELO E CERCARE IL TE E HO PENSATO: IMMAGINA
ALLAN POE. PARLA DELLA SO- SA È UNA BELLA NOVITÀ, SI FA LATO POSITIVO DELLE COSE, SE DOVESSI VEDERE UNA DON-
LITUDINE E DEL FARE I CONTI DI NECESSITÀ VIRTÙ. PARTECI- ANCHE NEI MOMENTI BUI. DA NA VESTITA DI TUTTO PUNTO
CON ESSA. FORTUNATAMENTE PO CON PIACERE», HA SCRITTO QUANDO SIAMO TUTTI IN QUA- CAMMINARE IN GIARDINO,
SONO CON LA MIA FAMIGLIA IL GRANDE FOTOGRAFO AL DI- RANTENA, IL NOSTRO PIANETA SAREBBE VERAMENTE STRA-
(IL FIGLIO BILLY LUCHFORD È RETTORE DI VOGUE ITALIA. RESPIRA MEGLIO». NO. ED ECCOLA QUI».
RITRATTO NELLA FOTO, NDR),
QUINDI IL MIO PENSIERO VA
SOPRATTUTTO AD AMICI E FA-
MIGLIARI MENO FORTUNATI
DI ME».
Kalyani era lì controvoglia. Di malumore. Trascinata a forza dai suoi «Serve aiuto?», chiese una commessa, picchiettando con le unghie
due migliori amici gay, ossessionati da negozietti malmessi di roba lunghe e dipinte sul bancone. Vorticavano e rilucevano, dieci splen-
usata come questo. Era il quinto dove erano stati oggi oppure il sesto? dide piccole opere d’arte viventi. Che ci faceva una con un accessorio
Aveva perso il conto. Almeno questo non puzzava come un seminter- tech così costoso in un negozio tanto orribile? Anche il suo maglione
rato ammuffito o una soffitta polverosa, e però... Però aveva un odore era vivo: una tigre in bianco e nero si aggirava in una giungla a mez-
sbagliato. Come l’interno di un armadio: cedro e palline di naftalina, zanotte.
lenzuola pulite e cuoio vecchio, con qualcos’altro in sottofondo, cham- «No, grazie mille», disse Kalyani.
pagne sversato e chiodi di garofano e spiagge lontane, il residuo ol- L’impianto mandibolare ronzava, rispondendo alla tecnologia sepolta
fattivo di centomila notti selvagge. Si sentiva a disagio, come se stesse nei vestiti che sfiorava con la punta delle dita. Immagini si aprivano
guardando uno sconosciuto nudo. davanti ai suoi occhi: draghi e astronavi e spiagge e città vuote, invi-
tandola. Offrendo accesso.
«I negozi dell’usato di Milano sono i migliori al mondo», disse il suo Ignorò le richieste. Chi può dire che razza di strano software può na-
amico. «Per una ossessionata dalla moda come te, questo è un para- scondersi lì in mezzo? Una volta che hai lasciato entrare qualcosa del
diso». genere, impossibile sapere cosa può combinare.
Un inferno, piuttosto. La città era bellissima, sì, ma pioveva da quan-
do erano arrivati e gli atelier erano tutti chiusi. In realtà la maggior Un grido dalla strada: era un giovane che correva. Vestito di verde. Un
parte delle aziende lo erano. Il governo aveva stretto la morsa su colore pericoloso in tutto il mondo, poiché le milizie di estrema destra
chiunque – una settimana gli immigrati, quella successiva i gay – e avevano deciso che l’ambientalismo era la minaccia numero uno per
l’intera nazione sembrava ritirarsi in se stessa come una tartaruga l’ordine pubblico. A casa, aveva visto persone picchiate da teppisti o
nel suo guscio. Kalyani provò un po’ di conforto nel sapere che il suo spruzzate di rosso dai droni solo per aver indossato quel colore.
Paese non era l’unico a essere diventato totalmente fascista. L’Italia Ma il crimine di questo ragazzo non era solo nei vestiti che indossava.
era piena della stessa paura che brillava negli occhi di tutti. No, un segnale potente stava violando l’accesso ai muri cui passa-
Era presente solo in parte. Aveva la visiera Westwood calata sugli oc- va vicino, sostituendo i cartelloni pro-governo con graffiti infuocati e
chi, a irradiare un flusso costante di cose belle. Uomini sexy, tramonti messaggi che sembravano davvero vivi, in cui uomini e donne martiri
meravigliosi, nuove collezioni e trailer di film e dipinti del Louvre... esortavano tutti a rialzarsi e combattere.
il suo intero social feed che scorreva in risposta a comandi subvocali «Stupido», sussurrò, ma il suo cuore sobbalzò mentre lo vedeva al-
catturati dal chip incorporato nell’angolo superiore della mandibola. lontanarsi, e pregò che gli sbirri che gli stavano alle calcagna non lo
Il mondo era così brutto: la bellezza era una medicina necessaria per raggiungessero mai.
sopravvivere in tempi così orribili. Era passato tanto tempo da quando aveva visto una roba del gene-
re. La gente era troppo spaventata per provare ancora qualcosa. La
«Almeno stai cercando?», chiese l’altro suo amico. «O stai guardando tecnologia americana per il controllo sociale era la più implacabile e
qualcosa su quel tuo stupido visore?». aveva invaso tutto il mondo.
«Non è un visore, è una visiera», disse Kalyani, sollevandola fino a Cosa stava usando? Doveva essere davvero speciale, per superare così
poggiarla sulla fronte. E si mise a scorrere gli abiti sull’espositore, tanti sistemi diversi.
lanciando di tanto in tanto esclamazioni con un entusiasmo talmente
finto che il suo amico roteò gli occhi e se ne andò. Quel che potrei fare con un codice del genere...
Il flusso di immagini continuava, anche senza la visiera Westwood. Il
mese scorso si era regalata degli impianti retinici. Una spesa frivola in Stupida, anche solo a pensarlo. Cercare di cambiare il mondo aveva
tempi così spaventosi, con la carenza di generi essenziali all’ordine del fatto rinchiudere a vita la sua migliore amica senza nemmeno un pro-
giorno, ma si disse che meritava di prendersi cura di se stessa. cesso, e Kalyani era quasi rimasta uccisa.
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Sam J. Miller
Il Vestito E La Rivoluzione
Per cui… Meglio lasciar perdere l’hacktivismo. Non era mai stato il Qualunque tecnologia fosse nascosta in quel vestito, era scivolata al
suo forte, in ogni caso. Concentrarsi su tutti i modi per cui il mondo è di là dei solerti firewall americani, il che significava che poteva ab-
brutto ti farà solo sentire brutto dentro. battere qualsiasi cosa.
E poi... lo vide.
Un vestito che le tolse il respiro. Kalyani si tolse il vestito e vide che stava tremando.
Rosso scuro. Sei fasce sulle spalle. Fodera di tartan. Velluto liscio e a Cosa non potrei fare, con un vestito come questo?
coste intrecciati nell’orlo. La costruzione bella e frastagliata come un Lo rimise sulla gruccia.
enorme origami aperto. Quasi un’armatura realizzata da Alexander Cosa, esattamente? Che cosa vuoi fare? Farti ammazzare? Diventa-
McQueen o un abito indossato dalle amazzoni quando cavalcavano re una stupida rivoluzionaria suicida come quel ragazzo per strada,
in battaglia. trasmettere un software contagioso fino a quando non ti arrestano?
Una donna che indossava un abito del genere poteva conquistare il No. Doveva pensare con lucidità. La moda doveva essere una via di
mondo. fuga. Un posto sicuro.
Quasi senza pensarci, lo prese dall’appendiabiti. Il suo peso la sor- Rimise il vestito sull’appendiabiti dove l’aveva trovato. Si diresse ver-
prese. Così come il prezzo, che era sorprendentemente basso. E non so il fronte del negozio, con l’intenzione di uscire e aspettare che i suoi
c’era da meravigliarsi: una scansione dell’etichetta le disse che aveva amici avessero finalmente finito.
vent’anni, di una linea di abbigliamento che era stata bandita da al- Una donna molto anziana con occhiali da sole giganti le passò vicino,
lora. Senza pensare alle cimici, alle pulci o ai terribili nanobot anti- fumando una sigaretta e conversando con il suo cane, indossava il
polvere che tutti adesso indossavano e che potevano scatenare orribili più elegante soprabito ricamato che Kalyani avesse mai visto. Doveva
reazioni allergiche, si diresse verso il retro. essere qualcuno, di sicuro. Una editor famosa, o forse una fotografa.
Da sola, nell’intimità del camerino, si sentì improvvisamente imba- Le sue scelte avevano stabilito tendenze, cancellato carriere, scatenato
razzata. Inadeguata. Si spogliò rapidamente, come si farebbe davanti manie. Il suo tempo era passato, ma poteva ancora inviare piccole
a un amante la prima volta. onde d’urto nell’aria semplicemente camminando per la strada. Sor-
Le sussurrò quando lo tolse dalla gruccia. Cercò di mostrarle delle risi che ispirano, come quello che spuntò sulle labbra di Kalyani in
cose. Rifiutò le richieste, come faceva sempre con le decine di migliaia quel momento.
di dispositivi intelligenti che cercavano di attirare la sua attenzione
ogni giorno. La moda non era mai stata una via di fuga. Era solo un modo diverso
di combattere. Poteva portarsi quel vestito a casa; diffondere qualsiasi
Ma a quel punto avvenne. contagio fosse tessuto nelle sue fibre.
Kalyani si voltò. Prese il vestito. Si avvicinò alla cassa.
Erano connessi. L’abito aveva avuto accesso alle sue protesi senza che I suoi amici la guardarono, sbalorditi.
lei lo consentisse. Lo posò sul bancone delicatamente, con rispetto. Guardò l’impiegata
Questo non avrebbe dovuto essere possibile. Un software così sofisti- negli occhi – era la sua immaginazione, o il sorriso della donna lascia-
cato era senza dubbio illegale: sarebbe dovuta scappare via urlando. va intendere che conosceva il potere di quel vestito? Come se anche
Ma Kalyani non poteva distogliere lo sguardo. lei ne fosse stata contagiata; come se anche lei avesse dentro di sé i
Forme e colori sfilano davanti ai suoi occhi, prendendo lentamente germi del cambiamento.
forme più specifiche. Si lasciò scivolare dentro le immagini. Kalyani fece un respiro profondo, e poi parlò:
«Lo prendo». _______________________________________________
Musica in un giardino vuoto; il gusto delle fragoline di bosco; bambini
che si arrampicano sugli alberi. Crepuscolo nebbioso e umido fuori da
un vecchio monastero. Spiagge dove delle coppie ballano. Gente che si
tiene per mano, cantando canzoni mentre marcia insieme.
Ricordi. Del tempo passato.
T R A D U Z I O N E D I G I U S E P P E G U L L O.
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Christopher Bollen
Una Notte A Capri
Un giovane artista senza un quattrino nella piscina dell’hotel più elegante dell’isola.
Una ricca signora, un gruppo di ballerini russi. Un furto milionario. Intrighi e macchinazioni,
forse, si sveleranno dopo il tramonto. Ma non tutto è come sembra in questo
racconto giallo, seducente come l’estate e brillante come una spilla preziosa.
Non aveva mai rubato nulla prima d’ora. Sì, certo, crescendo lon- Nel tardo pomeriggio la folla si era assottigliata, liberando la visuale
tano da tutto, nelle basi militari d’Europa e d’Asia, gli era capitato su un’anziana, robusta signora con indosso un accappatoio largo e
di mettersi in tasca delle cosette insignificanti. Come tutti i bambini, pesante, stesa su una sdraio. Un gruppetto di giovani muscolosi tutti
giusto per vedere se l’avrebbe passata liscia – un set di dadi, un dvd, in costume Speedo verde lime erano accovacciati intorno a lei come
la fotografia del bel fratello maggiore di un amico. È pure vero che cagnolini.
mentre frequentava la scuola d’arte a Londra, occasionalmente aveva Alex scelse una sdraio dalla parte opposta della piscina.
rubato cibo all’alimentari, unico modo per fare tre pasti al giorno. I capelli della donna erano viola metallico, perfettamente acconciati.
Sempre all’epoca in cui era studente, forse in qualche occasione era Alle dita aveva diamanti talmente vistosi e scintillanti che facevano
anche scappato da un ristorante senza pagare il conto. E okay, c’è venire mal di testa e portava occhiali da sole rivestiti di smeraldi. Gli
stata poi quella volta in cui, ubriaco, durante un matrimonio, si ficcò uomini che la circondavano erano talmente abbronzati che a fatica si
nella tasca dei pantaloni lo stiletto di cristallo usato come centrotavo- distinguevano i loro lineamenti, parlavano un inglese smozzicato con
la e abbandonò la cerimonia con grande cautela. Ma questi erano furti accento russo e anche se scoppiavano a ridere ogni due o tre frasi la
perdonabili, la storia criminale di un ragazzino. Alex Falconer non era donna non rideva mai, anzi, la bocca rimaneva corrucciata con visto-
un ladro. All’età di 29 anni era un rispettabile, anche se decisamente se rughe che andavano dal labbro superiore al naso.
povero, pittore astrattista. Alex camminò fino al bordo della piscina e scivolò nell’acqua tiepida.
Galleggiare gli sembrò la cosa più naturale al mondo, poi si immerse
E allora cosa ci faceva, a giugno, in una stanza dell’hotel più elegante fino a toccare il fondo con i palmi e con qualche sgambata tornò in
di Capri? Il suo gallerista di New York gli aveva girato l’invito di una superficie. La donna e il suo harem lo accolsero con sguardo truce.
ricca coppia italiana con una villa nascosta da qualche parte lungo «Non schizzarci!», urlò il più grosso e alto di loro.
quella costa incantevole. La coppia aveva acquistato due quadri di Alex nuotò verso la scaletta con bracciate calme.
Alex alla fiera d’arte di Shanghai e i due si erano talmente innamorati
del suo lavoro da invitarlo a vedere i quadri che avevano appeso alle Una volta tornato al suo lettino lo avvicinò un cameriere in livrea
loro pareti. Alex, che era un po’ troppo pallido anche nelle estati più bianca. «Ho un messaggio da parte dei suoi amici», gli disse porgen-
infuocate, aveva subito approfittato di quel viaggio gratuito. Non era dogli un biglietto con l’intestazione dell’hotel. E rimase lì in piedi a
mai stato a Capri. Sia il volo da Londra a Napoli che la successiva fargli ombra perché potesse leggere. «Ci dispiace molto Eric» – pecca-
traversata in traghetto con il mare mosso lo avevano eccitato ma an- to che si chiamasse Alex – «ma siamo a Sorrento in barca e siamo stati
che sfinito. Così aveva dormito tredici ore svegliandosi non al canto trattenuti. Forse è meglio rimandare. Speriamo di vederci la prossima
degli uccellini ma con i fischi degli ospiti che dalla piscina cercavano estate». Alex alzò lo sguardo verso il cameriere che, con un sorriso
di attirare l’attenzione dei camerieri. dispiaciuto, disse: «Temo che non pagheranno un’altra notte».
«Ma...», provò a ribattere lui rendendosi subito conto dell’inutilità di
Si rese conto che non aveva nemmeno il numero dei suoi ospiti, quindi qualsiasi rimostranza. Cosa avrebbe potuto dire a un cameriere per-
immaginò di dover aspettare nei paraggi che lo chiamassero. Alle tre, ché convincesse la direzione di un costoso hotel cinque stelle a farlo
non avendo sentito nulla, si mise il costume, un paio di modesti pan- rimanere senza pagare? I suoi ospiti avevano furbescamente mandato
taloncini al ginocchio a righe rosse. Aveva un corpo sottile e perfetta- solo una nota, se gli avessero scritto una mail o telefonato avrebbero
mente definito, ma mancava di quella fiducia in se stesso necessaria dovuto fare i conto con la sua rabbia.
per un costume più aderente e audace. Si legò un morbido asciugama-
no viola intorno alla vita e passando dalla hall si diresse verso la pi- In quel momento dall’altra parte della piscina si alzarono le grida del-
scina che aveva una superba vista sul mare. Era un esagono turchese la donna: «Dov’è? Avete visto tutti che lo avevo quando sono arrivata
circondato da sette colonne in marmo, e sembrava un omaggio all’e- in piscina!». Si tastò freneticamente il petto e l’accappatoio. I ragazzi
poca in cui l’imperatore romano Tiberio, in vacanza a Capri, gettava sciamarono via come mosche verso le sedie vicine. La donna urlava in
dalla roccia i suoi ragazzini, dopo averli usati per il proprio piacere. un inglese con forte accento americano: «La mia spilla! Era nel mio
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Christopher Bollen
Una Notte A Capri
accappatoio. Dov’è finita? Chiamate il direttore, l’ho persa, l’hanno filò velocemente la spilla nel costume. Tornò lentamente e cautamente
rubata! Chiamate immediatamente il fottutissimo direttore!». verso la sdraio temendo di pungersi ad ogni passo. Oltre la piscina, il
direttore dell’hotel era affiancato da un poliziotto che stava interro-
Alex cercò di distogliere l’attenzione da quell’attacco isterico e di pen- gando il ragazzo, mentre la donna osservava con le lacrime agli occhi.
sare a come sgattaiolare fuori dall’hotel la mattina presto senza pa-
gare la seconda notte. Gli italiani erano molto attenti, lo staff avrebbe Per tutta la sera Alex ascoltò dalla sua stanza la polizia perquisire
fatto in modo di tenerlo d’occhio finché non avesse saldato. Ma era quelle dei ballerini russi in fondo al corridoio, minacciarli di mandarli
troppo distratto dalle grida per pensare con lucidità, così si alzò per in prigione se fossero stati trovati in possesso della spilla. Mancava
cercare il bagno. Passando vicino a una fila ombreggiata di cipres- poco alle dieci, quindi si alzò e iniziò a guardare la valigia. Cosa si
si si sentì afferrare una spalla. Si girò di scatto e vide un ragazzo dovrebbe indossare a un incontro clandestino sotto un albero di li-
dell’entourage della donna nascosto tra gli alberi, cercava di sorridere moni per scambiare un gioiello rubato con un mucchio di soldi? Alla
ma si vedeva che era nervoso, gocce di sudore miste a crema solare fine decise per una camicia blu e una giacca di lino bianca, mise nel
gli scendevano sulle guance. «Ecco!», bisbigliò lanciando ad Alex un taschino un fazzoletto di seta giallo. Pettinò i capelli all’indietro e
fagotto di stoffa verde lime. Alex riconobbe il tessuto sintetico e capì si passò sul collo un po’ di profumo. Si rendeva conto che poteva
che aveva in mano uno dei costumi indossati dal gruppo. Sentì qual- sembrare un playboy truffaldino, ma aveva portato quei vestiti da
cosa di duro, come una piccola pietra nascosta lì dentro. Prima che Londra per fare buona impressione. E quella sarebbe stata l’unica
il russo potesse fermarlo aprì l’involucro e si ritrovò in mano la spilla occasione per indossarli. Eccezionalmente pulì anche i mocassini con
con l’enorme rubino. Anche all’ombra la pietra rossa emanava il suo il kit da scarpe dell’hotel. Anche se non si sentiva pronto mise la spilla
sfolgorante luccichio. in tasca e imboccò le scale verso la piscina. La hall era piena di turisti
«Tienila al sicuro!», si raccomandò il ragazzo. abbrustoliti dal sole e gente del posto un po’ brilla. Una bambina
«Ma non posso tenerla!», protestò Alex sottovoce. «È rubata! La si- dormiva su uno dei divani ancora avvolta nel morbido asciugamano
gnora sa che è scomparsa e sta già chiamando...». viola dell’ultimo bagno in piscina.
«È un mostro», sibilò. «Ci deve dei soldi. Eravamo ballerini all’inizio,
poi animatori su una nave da crociera. È lì che l’abbiamo conosciuta Fuori l’aria era calda e profumava di pino marittimo. Alex immaginò
e poi seguita qui. Ci ha fatto mille promesse e ora invece non ci vuole il ricettatore come un losco figuro vestito di pelle nera e con una ci-
dare nulla!». catrice sulla guancia, oppure un tipo con l’aria del vecchio professore
Alex provò un po’ di pena per lui, così scosso e visibilmente spaventa- circondato da enormi guardie del corpo. Chiunque fosse il ricettatore,
to, intrappolato in quel lusso. Alex era sollevato all’idea di liberarsi della spilla. Gli passò anche per
«Ti prego», implorò. «Ci perquisirà. Tienila al sicuro. Vale milioni. È la testa la possibilità che essere arrestato per furto avrebbe in effetti
la nostra unica speranza, se lo fai ti daremo la tua parte quando la avuto un impatto negativo sulla sua carriera di artista. La piscina era
vendiamo.» deserta. La pianta di limoni si trovava in una cavità laterale, i frutti
«Cosa dovrei fare?», chiese Alex mentre riponeva velocemente la spilla sporgenti tra le foglie a forma di freccia. Alex avvertì del movimento
dentro il costume. dietro l’albero sottile. Il ricettatore lo stava aspettando. Raccolse tutto
T R A DUZION E DI MON ICA BA RON I.
«Questa sera alle dieci, in piscina, sotto l’albero di limoni. Incontrerai il suo coraggio e tossì annunciando la sua presenza.
il ricettatore». Alex cercò di interromperlo ma il russo lo interruppe:
«Alle dieci, puntuale!». E sfrecciò via sulle sue gambe muscolose, fa- Lei uscì dall’ombra, non indossava più l’accappatoio. I capelli viola
cendo un giro largo, come un ballerino che entri sul palco da dietro le adesso erano raccolti in una crocchia elaborata. Non passava inosser-
quinte. Alex rimase bloccato per un secondo, rigirandosi tra le dita il vata con quel tubino Pucci pieno di svolazzi verdi e rosa. Era la pro-
rubino dal taglio perfetto. Era di un rosso profondo, un colore impos- prietaria della spilla che lui aveva in tasca e teneva in mano una busta
sibile da riprodurre in pittura. Sentì qualcuno uscire dal bagno e si in- in cui si intuiva, nonostante il buio, una spessa mazzetta di denaro.
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Christopher Bollen
Una Notte A Capri
«Dammela», sussurrò, le labbra sempre corrugate. «Qui ci sono cin- «Ti abbiamo scelto perché sapevamo che eri povero e solo. Con quel
quemila euro, te ne vai e dimentichi questa faccenda». costume che indossavi oggi».
Alex non riusciva a capire. «Sapevi che era stato il tuo amico ma non «Infatti sono povero e solo», ammise con una risata. «Quarantamila».
lo hai detto alla polizia?». «Trenta», concesse lei infine. «E non un euro di più!».
«Non sono qui per rispondere alle tue domande». Sbatacchiò la busta «Settanta».
come se i soldi fossero l’unico suono che tutti possono comprendere. «Non mi farò certo ricattare!», disse piangendo e balzando in avanti,
«Dammela!». le mani tremanti, provò a colpirlo con il suo pugno pieno di diamanti.
«Niente risposte, niente pietra», la contraddisse, soddisfatto di come Ma Alex aveva la giovinezza dalla sua. Si scansò evitando il pugno. E
gli fosse uscita bene la battuta. mentre lei cadeva in avanti lui se ne andò verso la hall.
Per la prima volta lei sorrise. «E va bene», disse. «La spilla è assicu- Avrebbe aumentato il debito sulla sua carta di credito per pagare il
rata per un sacco di soldi. Se un ospite la ruba ci va di mezzo l’hotel. conto e per rifarsi avrebbe venduto più quadri in autunno.
Se sporgo denuncia me ne vado con i soldi dell’assicurazione. Non Mentre passava accanto alla bambina che dormiva sul divano, ve-
coinvolgo la stampa, l’hotel me ne è molto grato e non mi fa pagare locemente prese la spilla e la attaccò al suo asciugamano. Lei non si
le camere per me e i miei amici. Tutti sono felici!». Una risatina le mosse. Salì nella sua stanza e si mise il costume Speedo verde lime che
scosse le spalle. gli aveva dato il ballerino russo. Poi tornò alla piscina, e si concesse
«Ma vedi, non mi piace perdere i miei gioielli preferiti. Si dà il caso che una nuotata di mezzanotte sotto i limoni e le stelle del Tirreno. ______
quello sia un cimelio di famiglia. Adesso me lo dai?».
«Il tuo amico ha detto che vale milioni, non credo che cinquemila euro
siano sufficienti».
Lei brontolò. «Non avrebbe dovuto dirti che valeva milioni. E comun-
que ha torto, ti assicuro che vale molto meno».
«Forse dovrei chiedere un secondo parere».
«Sembra che tu non stia afferrando il concetto», ringhiò. «Fino a pro-
va contraria sei tu il ladro ora, se avviso la sicurezza sarai arrestato tu.
Lascia che ti aiuti a uscire da questo casino. Dammi il rubino». Christopher Bollen (1975) è nato negli Stati Uniti e vive a New York. Giornalista e scrittore,
«Diecimila!». ha da poco dato alle stampe il suo quarto romanzo, un giallo intitolato “A Beautiful Crime”
Lei si irrigidì, chiaramente non era abituata a contrattare con un altro (Harper) ambientato a Venezia. In Italia i suoi libri sono pubblicati da Bollati Boringhieri.
artista della truffa. «No». I N A P E R T U R A . Il mare Mediterraneo che brilla al crepuscolo, in un servizio firmato
«Ventimila». Karim Sadli e pubblicato sul numero di Aprile 2019 di Vogue Italia.
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Lila Azam Zanganeh
Una Sirena A Manhattan
Cosa ci fa una figura mitologica, simbolo al tempo stesso del desiderio e del pericolo, in questa
New York ai confini del sogno? E perché, attorno al suo abito azzurro mare, un uomo, una donna,
il fiume con i suoi ponti, un’isola forse immaginaria, sembrano danzare tra magia e realtà?
Qualche anno fa mi sposai con un abito insolito. Sembrava un Jean ledizione. Sono come i sogni in cui abbiamo voluto essere signori e
Paul Gaultier degli anni Ottanta incrociato con un abito nuziale. Di- padroni dei mari, delle rocce e delle isole, e di ogni altro mondo. Ma è
versi mesi dopo, divorziai, dopo una luna di miele a Bora-Bora (pic- questo sogno di dominio che torna a perseguitarci e ucciderci. Chiesi:
nic, fulmini; mi innamorai dell’istruttore di immersioni). L’inverno c’è un modo per essere risparmiati dalle sirene? Non so, disse, sup-
seguente, tinsi il mio vestito di un vivido blu mare per il matrimonio pongo rimanendo sordi al loro canto, rinunciando alla nostra brama
di una cara amica. Per essere chiari: strappai la parte superiore (velo di dominio di questa terra, e alla sazietà di tutti i nostri bisogni. Ma
e pizzo) e tinsi l’abito in un negozio di costumi usato principalmente come? chiesi confusa. Essendo più vicini alla piccolezza delle cose,
da attori teatrali in cerca di soluzioni a buon mercato. alla natura di ogni essere, una sorta di... empatia, se vuoi. Poi, incon-
sapevolmente, feci girare il vestito su me stessa e, quando lo vide di
Mi presentai al matrimonio incerta della mia scelta. Il vestito era trop- nuovo, perse il filo del discorso. Mi disse di nuovo che dovevo cono-
po lungo, era chiaro che lo avevo riciclato. Il matrimonio era di quelli scere Sino, il suo amico. Che era famoso per il suo amore per le sirene
glamour, tutti indossavano abiti eleganti e dal taglio perfetto. Io al e per le canzoni antiche, e che possedeva poteri magici. Aggiunse, in
contrario sembravo una delle rose di Alice nel Paese delle Meraviglie: un sussurro, che per combinazione era anche lo scapolo più ambito in
dipinta di un altro colore da una mano stravagante. Mentre passeg- città, ovviamente. Fui incuriosita, pensando che l’abito pseudo-Gaul-
giavo tra i tavoli, sentendomi insicura, notai che tutti mi fissavano. tier mi avesse spinta in braccio al mio destino.
All’inizio volevo solo correre a nascondermi. Poi mi resi conto che gli
uomini volevano starmi vicini e le donne mi guardavano attentamen-
te. Una giovane donna si avvicinò e mi disse che sembravo una sirena.
Mi disse che dovevo proprio incontrare un suo amico ossessionato La donna mi mise in contatto con Sino e scomparve. Incontrai l’ap-
dalle sirene. Perché? Le chiesi. Perché le sirene sono terrificanti, disse. passionato di sirene nella hall di un hotel alla moda di Manhattan.
Sono ciò che desideriamo di più e tuttavia sono ciò che ci ucciderà. Non indossavo quell’abito, ma avevo una collana con un ciondolo a
Cosa desideriamo di più? Chiesi. forma di sirena che lui notò mentre si sedeva. Aveva gli occhi più verdi
che avessi mai visto e sembrava lui stesso un po’ simile a un pesce (era
Avere o essere tutto, saziarsi di ogni conoscenza e piacere, disse. Rab- gentile, ma con qualcosa di misterioso e sottomarino sul viso). Parlò
brividii – è per questo che possono ucciderci, come una malattia? della sua infanzia vicino al mare e del suo amore per gli incantesimi.
Suppongo di sì, disse. Sono come un talismano, o una specie di ma- Mi raccontò storie di sirene e canzoni di sirene. Mi parlò dell’Odissea
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T R A D U Z I O N E D I G I U S E P P E G U L L O.
Lila Azam Zanganeh
Una Sirena A Manhattan
di Omero e di quella di Derek Walcott. Rimasi impressionata dai suoi i miei poteri di seduzione svanivano. Avrebbe potuto rendersi conto
lineamenti cangianti e dalla sua conoscenza di questi testi. Non ave- che il mio falso Gaultier non era una pinna di sirena. Quasi annegai,
vo mai sentito parlare dell’Odissea di Derek Walcott. Gli chiesi delle forse lui lo lasciò succedere, e tutto quello che seppi dopo fu di essere
canzoni, ma lui esitò, e fece un sorriso sornione. Un poco dopo mez- nell’East River, sotto il Manhattan Bridge Overpass. Un passante mi
zanotte, disse: se vuoi saperne di più, o vedere di più, incontriamoci vide, chiamò il 911, e finii nell’unità suicidi del Mount Sinai Hospital.
domani sera sotto il Manhattan Bridge Overpass.
Quando convinsi i medici che ero caduta in acqua per sbaglio e che
La sera successiva, indossai l’abito e mi presentai al luogo stabilito non volevo uccidermi, mi lasciarono andare. Gli mandai un messag-
per l’incontro. Mi vide e sembrò elettrizzato, mi fece sedere su una gio: vuoi vedermi nel mio vestito ancora una volta? Subito dopo, ero
panchina e sollevò le mani davanti a me come di fronte a un altare o nel suo appartamento, un loft quasi vuoto sulla 23ma strada, avvolta
una divinità. La sua voce era alterata, dell’uomo sicuro di sé, quasi nella mia sirena Gaultier rattoppata e stirata in tutta fretta. In un se-
impudente, che avevo incontrato la sera prima, non restava che il condo, mi fece sedere su un divano letto e mi guardò con i suoi occhi
ricordo: sembrava stupito, senza fiato e tremante di paura o desiderio. marini. Mi tenne per mano e la sua voce sembrava distante, incantata.
Feci per parlare, e disse, per favore stai attenta a quello che dici, per- Mi supplicò: canta per me, per favore... cantami dei tuoi poteri. Que-
ché tutto ciò che dirai cambierà la mia vita. Non riuscii a reprimere sta volta, cantai forte solo delle note a caso con voce acuta. E Sino
una risata. Mi guardò beato mentre ridevo. Disse: una risata da sire- mormorò: oh, avere tutto, saziarsi di tutto il mondo, di ogni piacere
na! Per favore, amore mio, mia bellezza, mio sogno, che sa tutto ciò che puoi donare al genere umano. Continuò: mio talismano, mio amo-
che è accaduto in ogni momento ovunque su questa terra, tutto ciò re, mio sogno. Rendimi Signore e Padrone dei mari, delle rocce e delle
che accadrà in ogni momento... Restituiscimi alla mia gloria, alle mie isole di questa terra. Mentre annuivo, pronunciò una nuova formula
imprese, alla mia natura segreta, esaudisci i desideri del mio cuore. magica: boobifoom, boomboom, koomshoom!
Volevo ridere di lui, e fare sesso con lui su quella panchina. Sembrava
leggermente fuori o fatto di funghi allucinogeni, ma era attraente e gli Eravamo di nuovo sull’isola delle sirene. Questa volta, lo feci mio
occhi gli brillavano sotto la falce di luna. Disse, canta per me, amore prima che il mio vestito iniziasse ad avvizzire nell’acqua. Dopo, men-
mio, ora canta per me e soddisfa i desideri del mio cuore! Mi spremetti tre lo tenevo abbracciato, dissi: potrei ucciderti in questo momento,
il cervello per trovare una canzone e mi ricordai solo Killer Queen, strangolarti a mani nude o con un suono acuto che non riusciresti a
di Freddie Mercury. Iniziai: She’s a killer queen, gunpowder, gelatin, sopportare. Te lo meriti, con la tua bramosia senza fine, il tuo biso-
dynamite, with a laser beam, guaranteed to blow your mind... Disse, gno di possedere e dominare tutto, me compresa. Sei contaminato da
mia Regina, e pronunciò qualcosa come una formula magica: babor questo desiderio, come un morbo. Sembrava spaventato, capiva che
babakar babaloom kadoom! dicevo sul serio ed ero pronta a farlo fuori con l’incantesimo che lui
stesso aveva fatto. Balbettò: per favore, no... cosa posso fare? Sorrisi
All’improvviso mi trovai su un’isola deserta. Fu, possiamo dirlo, un’i- come un angelo e gli accarezzai i capelli. Mi guardò negli occhi con la
nattesa svolta degli eventi. Mi aspettavo un appuntamento insolito, più profonda speranza. Puoi amarmi, tornati sulla terra, e dimentica-
con un po’ di magia e meraviglia, forse, ma non un viaggio fuori cit- re quella fottuta canzone? Puoi rinunciare ai tuoi sogni di grandezza?
tà. Indossavo ancora il mio abito da sirena e cantavo stonata Killer Andare appena più vicino alla piccolezza delle cose? Cosa intendi con
Queen. Sino non era legato a un albero, ma era sdraiato su una barca piccolezza? Amare ciò che è qui, proprio davanti ai tuoi occhi, me o
che scivolava accanto alla mia isola e implorava che io continuassi a un pesce d’argento. Sino disse: non so proprio da dove cominciare.
cantare, e più forte. Chiese, con la voce che rimbombava, uno sguardo Così lo presi per mano e tornati nel suo appartamento gli feci un
di follia sul volto, se era vero che la mia isola era coperta di ossa, e io bagno. Poi mi tirò dentro, e mi trasformò in una sirena. ___________
dissi di no. Sono tutte voci, dicerie, vieni a vedere di persona: niente
ossa sull’isola delle sirene, dissi... Non ero sicura del motivo per cui
parlavo in quel modo, sembrava che quest’isola su cui mi trovavo e
tutto quello che c’era intorno fossero il prodotto dei suoi poteri magici,
o piuttosto un frutto della sua immaginazione. Sembravo... una sorta
di oggetto nel suo sogno. Parlavo come un sonnambulo: sappiamo
tutto ciò che è accaduto ogni momento ovunque su questa terra, tutto
ciò che accadrà in ogni momento... Conosciamo tutti i tuoi desideri, ti
offriamo la bellezza e i piaceri di questo mondo... La verità è: anche in Lila Azam Zanganeh, nata a Parigi da genitori iraniani, è l’autrice del libro “Un incantevole
questa nuova ambientazione lo desideravo moltissimo, e la mia voce sogno di felicità” (L’ancora del Mediterraneo) e sta per pubblicare il suo nuovo romanzo,
era flautata, supplichevole, convincente. Ero sdraiata su una roccia e una riflessione sul desiderio come primo motore nel rapporto tra maschile e femminile, dal
il mio vestito era bagnato e il blu stava cominciando a sbiadire. Mi titolo “Of Lovers and Other Madmen”.
accorsi che la forma di sirena aveva iniziato a perdere le sue pieghe e I N A PE RT U R A E N E L L A PAGI NA AC C A N T O. Creature impossibili, oniriche,
curve. Sembrava dissolversi nell’acqua, e mentre si dissolveva, anche frutto dell'immaginazione del fotografo Steven Klein, e tratte da Vogue Italia, Marzo 2004.
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Chiara Moscardelli
Il Body Del Reato
Chi non ha il vizio di rimandare, magari un appuntamento galante? Perché nessuno
ci obbliga a uscire dalle zone di comfort fino a quando non succede l’inevitabile – per
esempio, il lockdown – e allora è il momento di farli, certi passi. Con conseguenze
surreali: come quelle che capitano alla protagonista di questa storia.
Sono Chiara Moscardelli, per gli amici Mosca, e ho, da sempre, un se- più stato lo stesso e il tempo che credevamo di avere a disposizione ci
rio problema di autostima, ma ci sto lavorando. Per questo, e per mille sarebbe stato improvvisamente tolto.
altre ragioni, da quando vivo a Milano vado in analisi. E sono ormai
più o meno dieci anni. Con ottimi risultati. Si fa per dire. Lui stava continuando a parlare e io mi ero distratta.
Ebbene, la mia ultima seduta, ultima per cause di forza maggiore, «Riprenda contatto con la sua femminilità!».
risale ormai a più di un mese fa, perché nessuno, tanto meno me, si «Come? La mia femminilità? Io non ce l’ho una femminilità!».
sarebbe mai aspettato ciò che poi sarebbe successo. Ragione per cui «Non dica sciocchezze, tutte le donne ce l’hanno. La sua deve essere
l’avevo presa un po’ sottogamba, come d’altra parte facevo con la ancora scoperta».
maggior parte delle mie sedute. Non tutti sanno che la mancanza di «Ma lei ha idea delle mutande che indosso?».
autostima si porta dietro un’altra conseguenza, ancora più seria, che «Per fortuna, non ho mai avuto questo privilegio».
è quella della propensione a rimandare. Rimandi le decisioni impor- «Mi arrivano qui», e così dicendo mi ero alzata e avevo indicato la vita.
tanti e quelle meno importanti al classico momento in cui ti sentirai «Ha chiamato Paolo?».
meglio, in cui ti amerai di più (e sarai dimagrita), ma quel benedetto «Chi? L’avvocato? L’ho conosciuto la settimana scorsa e siamo usciti
momento sembra non arrivare mai. Comunque credi di avere molto una sola volta. Lo farò più avanti quando mi sentirò più sicura...».
tempo per crescere, per cambiare, per cominciare a prenderti cura di «La smetta di rimandare. Lo ha fatto per gran parte della sua vita.
te, per uscire a comprarti quel vestito che hai visto in vetrina giorni Chiami quest’uomo...».
prima o quel completino intimo che ti farebbe sentire così sexy. Hai «Per dirgli cosa?».
tempo, ti dici, e rimandi la crescita, i cambiamenti, la cura di te stessa. «Sono uno psicologo, non un centralinista erotico. Senta, Chiara, è
arrivato il momento di prendere in mano le redini della sua vita».
«Lei ha a disposizione una sola vita», mi aveva detto lo psicologo du- «Non saprei da che parte cominciare».
rante quella seduta. «Cominci dalle mutande!».
E aveva anche rincarato la dose. «Intendevo dire che lei ha quasi
cinquant’anni e la parte più importante della sua vita l’ha già vissuta. La faceva facile lui. La mia vita andava bene come andava, non ave-
Male, se vuole la verità. Allora la mia domanda è questa: come pensa va bisogno di scossoni. Avevo la mia zona di conforto e temevo che
di vivere l’altra metà?». uscirne sarebbe stato deleterio. E poi che fretta c’era? Avevo tutta la
«E che ne so? Me lo dica lei, vengo qui apposta!». vita per comprare completi intimi e chiamare Paolo. Che per inciso
«Inverta la rotta». era pure un cretino.
«Mica sono un pirata». Credo molto all’opinione secondo la quale nulla capita per caso, e
«La smetta di posticipare. Vada in palestra, si compri un bel vestito, si proprio mentre stavo facendo quelle considerazioni ero stata attratta
tinga i capelli...». dalla vetrina di una boutique. Era uno di quei negozi di lingerie un po’
particolari dove un paio di mutande in pizzo alla Cinquanta sfumatu-
Questo accadeva un mese fa, più o meno. Lo sottolineo perché è un re costavano quanto l’affitto di un appartamento. Belle, per carità, le
dato importante. Il mondo, un paio di settimane dopo, non sarebbe mutande dico, ma una come me non poteva certo permettersele. Altro
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Chiara Moscardelli
Il Body Del Reato
che prendersi cura di sé. Che poi, avrei voluto farvi vedere il body che da duecento euro, due vibratori colorati e delle palline che non avrei
era sul manichino. E il manichino. Ovvio che lo stesso body addosso mai saputo utilizzare.
a me non avrebbe mai potuto fare lo stesso effetto. E cosa erano tutti
quei lacci, laccetti, ganci, pizzi, merletti, brillantini, incroci? Occorre- Una settimana dopo il folle acquisto, mentre ancora mi stavo ramma-
va un tutorial per indossarlo. Per non parlare di uno stranissimo set ricando di non avere sostituito prima le mie mutande ascellari con un
di palline che giaceva accanto al manichino. body di pizzo, un virus sconosciuto aveva invaso la Terra e tutti noi
eravamo stati invitati a rinchiuderci nelle nostre case e a non uscirne,
Attratta da quelle incredibili novità, ero entrata, dando il via alla gior- se non in casi di estrema necessità. No, non era un romanzo di Philip
nata più assurda che avessi mai vissuto negli ultimi tempi (ma solo K. Dick, né un film di fantascienza. Il coronavirus era dappertutto e
perché doveva ancora succedere ciò che di lì a breve sarebbe succes- io non avevo chiamato Paolo. Mai come in quei giorni maledissi la
so, s’intende). Mi ero divertita. C’era stato solo un attimo di smarri- mia pigrizia, la mia mancanza di autostima, le mie paure del cambia-
mento, all’inizio, quando la commessa mi aveva domandato che cosa mento. Perché, perché avevo rimandato tutto? Mi aggiravo come un
mi piacesse. Vuoto totale. Che cosa mi piaceva? Mai saputo. Stessa leone in gabbia nei miei cinquanta metri quadrati di casa, in pigiama.
sensazione di inadeguatezza provata a vent’anni, durante l’esame di Solo dopo tre giorni decisi di lavarmi, e non lo feci certo per me, ma
estetica. Il professore mi aveva chiesto Essere e tempo di Heidegger. per la mia amica Elisa che non riusciva più a sostenere le nostre vi-
Anche lì, vuoto totale. Ecco, cercare di rispondere alla domanda della deochiamate.
ragazza mi aveva fatto sentire esattamente come quando, all’epoca,
non avevo saputo parlare dell’inconoscibilità dell’essere. Ma mi ero «Mosca, sei indecente».
ripresa quasi subito e su suggerimento della commessa avevo provato «Che campo a fare?».
proprio il body che era in vetrina, il più costoso di tutti, il più bello, «Me lo domando spesso anche io, in effetti».
il più sexy: elasticizzato, in pizzo trasparente, con incroci di lacci e «Non ho combinato niente nella vita, non mi sono iscritta in palestra,
ganci che terminavano con un collarino chiuso da una catena d’oro. non mi sono messa a dieta, non ho chiamato Paolo e ho pure speso un
Lo specchio aveva rimandato l’immagine di una donna! Ero davvero sacco di soldi per un body di pizzo che non indosserò mai».
io quella che mi stava di fronte? Senza un attimo di esitazione avevo «E perché?».
tirato fuori la carta di credito ed ero uscita da lì con il body, un set di «Perché, cosa?».
palline per gli esercizi di Kegel, un apparecchio a telecomando e un «Perché dici che non potrai indossarlo? Chiama questo Paolo e diver-
vibratore blu. Queste ulteriori spese non erano previste, ma la ragazza titevi!».
a un certo punto mi aveva chiesto: «Ti prendi cura del tuo pavimento «In che senso?».
pelvico?», e per evitare lo smarrimento dell’inconoscibilità dell’essere «Ti devo fare un disegnino?».
avevo ceduto subito. Non mi sentivo più la donna di prima e, anche «Uh, ma sei matta? Mi ci vedi combinata in quel modo durante una
se ancora non potevo saperlo, il mondo stesso sarebbe cambiato e videochiamata? Quando potremmo rivederci...».
presto mi sarei ritrovata chiusa in casa, da sola, con un body di pizzo «Mosca, forse non hai capito, ma non credo che usciremo presto da
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Chiara Moscardelli
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questa situazione. Quindi, che cosa pensi di fare? Rimandare tutto a vedevo nulla, non sapevo dove posizionare il telefono, mi facevano
dopo il coronavirus?». male i glutei per lo sforzo di tenermi in una posizione che permettesse
«Be’, sì». almeno a lui di guardare qualcosa. Ma lui non riusciva a capire cosa
«Ottimo, così il body non ti starà più perché sarai grassa e vecchia». stessi facendo e si innervosiva. Dopo quindici minuti di quello strazio,
«Infatti, resto in pigiama». lo mandai a quel paese e chiusi la telefonata. Distesa sul letto, sola,
«Come ti pare, ma almeno lavati!». scoppiai a ridere e mi feci una promessa. Se fossi uscita indenne da
quella pandemia, non avrei mai più rimandato niente, anzi, già da
E così avevo fatto, mi ero lavata. E, incredibile a dirsi, avevo preso l’a- quella sera, per me, tutte le sere sarebbero state un body di pizzo. Ma
bitudine si farlo tutte le mattine. La cattività mi aveva resa spavalda. senza Paolo. _______________________________________________
La mattina mi truccavo, cosa che non era mai accaduta in precedenza,
mi vestivo e affrontavo la giornata a testa alta. Cioè, passavo dal sog-
giorno alla cucina e viceversa. Stare sola con me stessa, senza impegni,
senza alcuna possibilità di riempire le ore con attività che fino a quel
momento mi avevano allontanata da tutto ciò che riguardava la cura
della mia persona, mi aveva costretta a riflettere. Adesso, sentivo il
bisogno di fare tutto, persino indossare quel body. E fu così che grazie
al coronavirus telefonai a Paolo e ritrovai me stessa.
Lo indossai, una sera. Non per lui, per me. E mi sentii bella come non
ero mai stata. Certo, metterlo non fu facile come aveva voluto farmi
credere la commessa del negozio. Dopo una serie di contorsioni e ripe-
Chiara Moscardelli (1973), romana, vive a Milano. Il suo romanzo d’esordio “Volevo essere
tuti tentativi di arrotolarmi intorno quei lacci, mi resi conto di avere una gatta morta” (Einaudi, 2011) è ormai un cult della comicità al femminile. Nel 2013
sbagliato tutto e ricominciai daccapo almeno tre volte. Nella prima è uscito “La vita non è un film” (Einaudi), a cui sono seguiti “Quando meno te lo aspetti”
sembravo l’arrosto ripieno di mia madre, quello con lo spago, nella (Giunti 2015) e “Volevo solo andare a letto presto” (Giunti 2016). Il suo ultimo libro è “Ex-
seconda mancò poco che mi strangolassi, nella terza tutto filò liscio. travergine” (Solferino, 2019), prequel dell’omonima serie tv.
Indossai delle scarpe con il tacco che non ricordavo neanche di avere, IN APERTURA. Una foto di Steven Meisel, tratta da un servizio che aveva come prota-
mi truccai e mi preparai alla videochiamata. Che fu disastrosa. Non gonista Eva Mendes, e pubblicata sul numero di Maggio 2008 di Vogue Italia .
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Crucimoda
© G E T T Y I M AG E S .
ORIZZONTALI: 1. Così si definiscono le collezioni inter-season - 7. Un rudimentale materasso - 16.
Severi e intransigenti - 18. La direzione opposta a SO - 19. Lo ha sempre con sé la stylist - 20. La “France” Anagramma
che decolla da Parigi - 21. Razza tedesca di cani da guardia - 24. Sensazionale esclusiva giornalistica -
26. Poco oliato - 27. L’antico nome di Tokyo - 28. Lo era mademoiselle Chanel agli esordi - 32. Paolo,
fotografo celebre per le sue sfumature di luce - 36. Indossava il Moncler e le Timberland - 37. Uno dei capi
Intruso
genderless per eccellenza - 42. Poeticamente posto in profondità - 43. Città belga dove si sono formati I termini qui elencati sono anagrammi di al-
i “famosi 6” - 44. Interrompe un circuito elettrico - 45. La Varda regista di Senza tetto né legge - 47. tre parole appartenenti tutti a una stessa ca-
Espediente, stratagemma - 49. Convoglio con i vagoni - 50. Altro nome delle orecchiette cardiache - 51. tegoria, tranne uno. Riuscite a trovare l’unico
Non chiusi - 52. Il Bergman che diresse Il settimo sigillo (iniz.) - 53. Il musicista Ughi - 55. Misure per anagramma che appartiene a una categoria
cereali - 56. Sono pari nei punti - 57. Il “King” Cole del jazz - 59. Ex scuderia britannica di Formula diversa rispetto agli altri sei?
1 - 62. Mezzo buco - 63. Sigla per notiziari tv - 64. Hugo, il “papà” di Corto Maltese - 66. La popolare
Zanicchi - 68. Fiume che scorre nell’Engadina - 69. Un abito elegante maschile... adattato - 71. La città BASTO
del panforte - 72. Chris che canta Josephine - 74. A Roma c’è quella “Pacis” - 76. Le ultime in pista - 77.
Fa provincia con Carrara - 78. È composta da più metalli - 81. Una Vittoria top model (foto in alto) - 84.
Patti, una delle fashion editor più note al mondo - 85. La Beatriz Barros testimonial brasiliana - 86. Il
cane di Marc Jacobs - 87. Razzolano nel pollaio - 88. Antonio, filosofo italiano dell’800 - 90. Tra le pagine MASSONICO
di questo numero trovate quello originale di vari stilisti - 91. Fabbricanti di armi bianche - 92. L’arsenico
sulle targhette dei laboratori chimici - 93. Rischio che si corre - 94. In fondo ai corridoi.
VERTICALI: 1. La piazza meneghina su cui si affaccia la redazione di Vogue - 2. La parte sostenuta OPERA
dall’attore - 3. Una “chiavetta” per il computer - 4. Precedeva il “Missa est” - 5. Titolo per notai di
altri tempi - 6. Il dio greco con il petaso - 8. La Radcliffe autrice de I misteri di Udolpho - 9. In testa
ai gendarmi - 10. La fine di Diabolik - 11. Estremi... agli estremi - 12. Il manzoniano promesso sposo
(iniz.) - 13. Ingrediente per la cioccolata - 14. Organizza i giochi olimpici (sigla) - 15. Mendicava a Itaca PALUDE
- 17. Le sette figlie di Atlante - 22. Un secco rifiuto - 23. Istituti per studenti - 24. Bizzarra, stravagante
- 25. Gwyneth di Shakespeare in Love (foto in basso) - 28. Pratica meditativa induista - 29. Il numero
di Maradona - 30. La scritta sulla Croce - 31. Si lanciano con la fionda - 33. Oggetto o abito del passato,
spesso unico e di pregio - 34. Arbusti cespugliosi con fiori gialli e legumi pendenti - 35. Consumati... RIFONDATI
da un roditore - 36. Jean-Paul Gaultier, purtroppo, non ce l’ha! - 37. Benjamin, il protagonista di una
pellicola di David Fincher - 38. Seminava zizzania sull’Olimpo - 39. Fascia di terra - 40. Fu amata da
Leandro - 41. Roma ne ebbe sette - 46. I migliori amici di Grace Coddington - 47. Accudisce bambini - 48.
Ascoli Piceno per l’Aci - 53. Raccoglie i voti degli elettori - 54. Relativo alla pelle - 56. Vi nacque Abramo SPRECONA
A CU R A DI ST U DIOGIOCH I.
- 58. La Caracciolo di Castagneto che sposò Gianni Agnelli - 60. Funzioni liturgiche - 61. Ricoveri per il
bestiame - 62. Ruminanti delle praterie americane - 64. Il “Grand” dove sfila Chanel - 65. Nel mezzo -
67. Multiforme, eterogeneo - 70. Pavimento di tavole - 73. Alberi dal legno bianco - 75. Il primo missile
intercontinentale Usa - 77. Organo sotto il diaframma - 79. Euronight in orario - 80. A maggio è famoso VELISTA
quello del Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute - 82. Periodi storici - 83. Bevanda gustata
calda o fredda - 84. Una app di navigazione stradale - 86. Associa i professionisti del basket statunitense
(sigla) - 87. Manda in visibilio i tifosi - 89. Amministratore Delegato - 90. La bambina le ha uguali.
Crittopuzzle Le 5
Risolvete il crucipuzzle a tema “vestiaire” trovan-
do e cancellando nello schema tutte le parole elen-
cate; queste possono essere scritte in orizzontale,
BALCONCINO
BALLERINE
Differenze
verticale, diagonale e in tutti i versi possibili. BERRET TO Osservate questa copertina di Vogue Italia disegnata da Milo Ma-
Le lettere restanti formeranno la parola di parten- nara, qui riprodotta due volte. Nella seconda immagine sono stati
za da inserire nelle caselle evidenziate del critto- BR ACCIALE cambiati 5 particolari rispetto alla prima: riuscite a vederli tutti?
grafato sottostante, dove a numero uguale corri- CALZE
sponde lettera uguale.
CAMICIA
FRANCESINE
GAMBALETTI
GIACCA
GILET
GUANTI
LODEN
MANICOT TO
OVERSIZE
P A N TA L O N E
PIGIAMA
POCHETTE
PRENDISOLE
TA I L L E U R
TOP
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Marte in Aquario, Venere in Gemelli. In questa difficile primavera si presenta l’elemento Aria, si attenua la durezza della Terra.
Si mantiene viva l’attenzione sul reale, è favorita la qualità della comunicazione, di studi e letture, idee e nuovi progetti.
Senso di rinascita pro Anche voi, pur in fase di Marte a favore. L’e In alta montagna, dove Non vi negate, con il L’aria di primavera ge
babile. Postura a testa evoluzione, potete ave nergia non vi manca l’aria rarefatta pulisce positivo transito di Ve nera sensazioni friz
alta. Si attenuano al re momenti di indeci mai, ma adesso cresce. la mente dall’inflazione nere per tutto il mese, il zanti. Non limitatevi a
cune quadrature, mese sione. Marte è in aspet Si unisce al bisogno dei pensieri, le parole ritorno al piacere della portare a termine i so
migliore del precedente to critico. Rallentare di spazio per poterla servono poco. Impor conversazione con idee liti compiti. Basta con
con rare eccezioni. Sa non è cosa gravissima, liberare. Le difficoltà tanti sono l’energia e sempre più ricche in la routine. Il terreno
turno concede tregua. come non lo è muoversi non vi fanno paura. In l’attenzione nel salire, diversi ambiti, con sti dell’amore riprende i
Il bisogno di armonia è in modo meno diretto, amore la primavera piuttosto che il perdersi le e qualità differenti. suoi colori, con mag
voglia di creare mondi anche nei rapporti sen può conquistare tonali in chiacchiere. Passo da Oltre ad aggiornarvi, vi gior delicatezza, sen
nuovi. Anche qualche timentali. Tattica ela tà vive, inedite. Venere trekking. Metafora del apre a nuove curiosità za grossolanità. Come
capriccio è concesso. stica, oscillante, di len opposta consiglia però la montagna con pas e forme d’espressione. il panno di un biliar
Essere impeccabili non to aggiramento. Per le maggiore attenzione a saggi di quarto e quin Con il vostro amore do dove dare il meglio.
è una costrizione ine nate in ottobre la prima imprudenze nelle pa to grado ben superati. dialogare e comuni Nei giochi del cuore
luttabile. L’amore non parte del mese richiede role. Fate in modo che Anche aggrappandovi care possono avere la siete abili. Come una
sfugge alla presa ferma concentrazione e tran l’impulsività non vi in alle dolci ferrate di un stessa importanza di grande giocatrice, non
ma vellutata. quillità. duca a qualche errore. amore che non delude. un bacio appassionato. sbagliate un colpo.
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One Last Thing
Immaginare oltre: è l’essenza di ogni processo creativo, moda compresa.
Lo ha fatto la famiglia allargata di Vogue Italia nel grande portfolio
“a domicilio” di questo numero. Ecco com’è andata.
di F R A N C E S C A R AG A Z Z I
Sia la modella sia il brand sono infatti olandesi. Rianne Van Rompaey @ DNA Models Management.
Questo autoscatto, parte del portfolio di Vogue Italia, rispetta la regola di prossimità geografica.
Nuovi problemi determinano nuovi orizzonti, nuovi orizzonti impongono nuove chiavi di lettura e dove non arriva la realtà sensibile arriva
l’idea. Reinventarsi diventa un’opportunità. Così, senza poter produrre servizi fotografici convenzionali, questo mese la community di Vogue
Italia si è adattata alla situazione contingente credendo in un’impresa unica nel suo genere: scattare sì, ma a domicilio. Un’istantanea, in presa
diretta, dello spirito del tempo. Niente set, niente luci, niente produzioni. Solo la propria casa, e i mezzi e le persone che essa mette a disposizione.
Fatta eccezione, quando possibile, ovviamente nel rispetto delle direttive internazionali, per l’utilizzo dei vestiti della stagione in corso P/E 2020.
Un solo abito per artista. Regola della prossimità geografica. Affinità reciproche. Spedizioni limitate al minimo indispensabile. L’entusiasmo
con cui fotografi, modelle, editors, direttori creativi, stilisti, uffici stampa (in primis) hanno aderito all’appello facendo fronte comune e creando
una catena di solidarietà creativa senza precedenti è stato prodigioso. Reagire rapidamente, guardare avanti, continuare a lavorare. La moda è
anche questo, un insieme di persone che uniscono le loro idee per immaginare oltre, sognare in grande.