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FOCUS SUL PADRE PROVINCIALE

Leggendo le quattro opinioni di critici letterari proposte mi trovo d’accordo con la tesi di Eugenio Donadoni,
infatti lui crede che il padre provinciale riconosce l’ingiustizia fatta ma decide di ignorarla e piegarsi senza
opporsi al volere dei potenti. Secondo me quindi il padre provinciale è colpevole quanto il conte zio poiché si
rende non solo complice ma anche carnefice di un’ingiustizia verso una persona che lui sa essere innocente;
avrebbe potuto mantenere la sua integrità morale di religioso e di persona invece ha deciso di restare in
silenzio difronte a un’ingiustizia.

Fin dall’inizio della conversazione con il conte zio, il padre provinciale capisce lo scopo della conversazione e
capisce che il motivo per il quale si trovano a fare quella conversazione non è una ragione valida e
preoccupante ma una semplice controversia dovuta al puntiglio e all’orgoglio di un nobile potente. Quindi
capendo che si stava rendendo complice di un’ingiustizia, il padre provinciale si sarebbe dovuto opporre fin
dall’inizio in modo deciso e sicuro alla piega che stava prendendo la situazione invece lui continua ad
ascoltare il conte zio e le poche volte che prova a difendere Padre Cristoforo durante la conversazione lo fa in
modo labile e poco convincente. Quando quindi il conte zio comunica al padre provinciale delle controversie
fra Padre Cristoforo e Don Rodrigo, il padre provinciale è ancora più sicuro che si tratti di una questione di
puntiglio ma anche se fermo nelle proprie idee secondo le quali il Padre Cristoforo non solo è “innocente” ma
è anche un ottimo religioso, concorda addirittura con il conte zio e dice di avere già avuto dei sospetti sulla
condotta del cappuccino, allora il conte zio ancora più sicuro delle sue tesi continua a ripetere al padre
provinciale che seguendo le sue indicazioni egli avrebbe potuto evitare molti problemi, infine il padre
provinciale decide di darla vinta al conte zio e di far allontanare l’innocente Padre Cristoforo.
Tutte le situazioni nel mondo non sono mai del tutto bianche o del tutto nere ma molto più spesso sono
grigie e questa consapevolezza mi porta ad analizzare i motivi per cui il padre provinciale ha deciso di far
ottenere al conte zio ciò che voleva anche se ciò comportava fare un’ingiustizia a una persona innocente
infatti, il padre provinciale ovviamente non concorda con il conte zio e non cede al suo volere solamente
perché lui glielo chiede “come amico”, oppure perché vuole rendersi complice di questi potenti per fare
un’ingiustizia a un monaco innocente, invece lo fa perché durante tutto il discorso il conte ha minacciato in
modo velato sia la condizione dell’intero ordine dei cappuccini nel confronto con le autorità spagnole che di
avvisare la Santa Sede affinché intervenga a risolvere quella faccenda, e quindi gettando in cattiva luce la sua
autorità ed efficienza.
Dal mio punto di vista durante la conversazione ci sono stati molti momenti nei quali il padre provinciale
avrebbe potuto cambiare l’esito della conversazione invece ha scelto di essere codardo e di prendere la strada
più facile, quella sbagliata, e di fare le scelte che avrebbero potuto portare guadagno a lui personalmente, non
possiamo credere che il padre provinciale ignori il fatto che le sue scelte siano sbagliate infatti quando cede al
volere del conte zio si preoccupa che la questione rimanga privata e non faccia scalpore, che sia chiaro che il
padre provinciale non sta facendo un favore a Don Rodrigo ma soprattutto che l’allontanamento da
Pescarenico non è una punizione per Padre Cristoforo, infatti il padre provinciale sa che il monaco non ha
fatto nulla di male.

Probabilmente anche se il padre provinciale si fosse opposto, oppure avrebbe portato avanti la difesa di
Padre Cristoforo, in un modo o nell’altro il conte zio lo avrebbe fatto allontanare ma questa consapevolezza
non discolpa il padre provinciale infatti giudico il suo comportamento verso la situazione imperdonabile,
completamente sbagliato e un perfetto esempio di omertà.

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