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Il valore di tale limite in generale dipende dall’angolo θ fissato. Quando questo effetti-
vamente accade, cioè `(θ) varia al variare di θ, allora il limite globale lim f (x, y)
(x,y)→(x0 ,y0 )
non esiste, perché dipende dalla restrizione.
xy
Esempio 1. Il limite lim non esiste, infatti
(x,y)→(0,0) x2 + y2
ρ2 cos θ sin θ
lim f (ρ cos θ, ρ sin θ) = lim = cos θ sin θ,
ρ→0 ρ→0 ρ2
dipendente da θ.
Tuttavia tale condizione non è sufficiente, cioè il fatto che il valore del limite sia lo
stesso per ogni θ ∈ [0, 2π] non implica che il limite globale esista, come mostra il seguente
esempio.
x2 y
Esempio 2. Data f (x, y) = 4 , si ha
x + y2
1
Considerando la definizione di limite, dalla (1) segue che ∀ε > 0 e ∀θ ∈ [0, 2π] esiste
δ = δ(ε, θ) tale che per ogni P ∈ A, appartenente alla semiretta uscente da P0 che forma
un angolo θ con il semiasse positivo delle x, con kP − P0 k < δ, si ha |f (P ) − f (P0 )| < ε.
Il fatto che il raggio δ dipenda anche da θ, oltre che da ε, non garantisce che si possa
trovare un unico valore δ̃, indipendente dall’angolo θ, raggio di un intorno circolare di P0
in cui valga |f (P ) − f (P0 )| < ε, come richiesto dalla definizione di limite per f .
La definizione di limite per f risulta soddisfatta se il limite in (1) è uniforme rispetto
a θ, cioè se, oltre ad assumere lo stesso valore ` per ogni θ, esiste anche un unico raggio
δ per cui è verificata la definizione di limite, indipendente dall’angolo θ.
Forniamo ora un criterio di uniformità del limite.
è ben definita in (0, r) (perché l’estremo superiore è minore di 1, quindi è finito) e soddisfa
la (3). Inoltre, dalla (4) si deduce che
(parte sufficiente) Dato che lim+ g(ρ) = 0, si ha che ∀ε > 0 ∃δ = δε > 0 tale che ∀ρ ∈ (0, δ)
ρ→0
si ha g(ρ) ≤ ε, quindi per la (3) otteniamo che
∀ε > 0 ∃δ = δε > 0 : ∀P = (x, y) ∈ A con 0 < kP −P0 k < δ si ha |f (x, y)−`| ≤ g(ρ) < ε.
e quindi la tesi.
(x − 1)y 2
Esempio 3. lim = 0. Infatti, passando in coordinate polari centrate
(x,y)→(1,0) (x − 1)2 + 2y 2
nel punto (1, 0), si ha
2
cos θ sin2 θ
Inoltre, ponendo M := max < +∞ (tale massimo esiste per il Teorema di
θ∈[0,2π] 1 + sin θ
2
Weierstrass), si ha
cos θ sin2 θ
ρ
1 + sin2 θ ≤ M ρ, ∀θ ∈ [0, 2π].
Allora la funzione g(ρ) := M ρ soddisfa le ipotesi (2) e (3) del teorema precedente, quindi
(x − 1)y 2
il limite per ρ → 0+ è uniforme rispetto a θ, ed esiste il lim = 0.
(x,y)→(1,0) (x − 1)2 + 2y 2
In modo analogo al Teorema 1 si possono dimostrare i seguenti criteri per tutte le altre
tipologie di limite.
Per applicare il metodo appena descritto ai limiti per (x, y) → ∞ occorre richiedere
che ∞ sia interno ad A, cioè esista un intorno di ∞ (l’esterno di un cerchio centrato
nell’origine) tutto contenuto in A, ovvero
lim g(ρ) = 0
ρ→+∞
3
x+y
Esempio 4. lim = 0. Infatti, osserviamo inizialmente che la funzione è
(x,y)→∞ x2+ y 2 + xy
definita in R2 \{(0, 0)} e che il denominatore assume valori positivi per ogni (x, y) 6= (0, 0).
Passando in coordinate polari si ha
cos θ + sin θ
Inoltre, posto M := max < +∞, si ha
θ∈[0,2π] (1 + sin θ cos θ)
1 cos θ + sin θ M
ρ (1 + sin θ cos θ) ≤ ρ , ∀θ ∈ [0, 2π].
M M
Dato che lim = 0, la funzione g(ρ) := ρ
, definita per ρ > 0, soddisfa tutte le ipotesi
ρ→+∞ ρ
x+y
del Teorema 3, quindi esiste il lim = 0.
(x,y)→∞ x2 + y 2 + xy
dato che cos4 θ + sin4 θ > 0 ∀θ ∈ [0, 2π]. Inoltre, posto m := min (cos4 θ + sin4 θ) > 0,
θ∈[0,2π]
si ha
ρ4 (cos4 θ + sin4 θ) − 2ρ2 + 4ρ2 sin θ cos θ = ρ4 (cos4 θ + sin4 θ) − 2ρ2 + 2ρ2 sin(2θ) ≥