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NOTIZIARIO

Settore Tecnico
del

Anno 2017, n°1

TRA
LE
LINEE
IL GIOCO DEI TREQUARTISTI
NOTIZIARIO DEL SETTORE TECNICO Anno 2017 n°1
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Firenze il 20 maggio 1968 n°1911 SOMMARIO
Consultabile esclusivamente in versione digitale

DIRETTORE RESPONSABILE
Paolo Corbi

COORDINAMENTO REDAZIONALE
Paolo Serena
Scuola Allenatori
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO IL GIOCO DEI TREQUARTISTI
Felice Accame, Davide Cangini, Francesco D’Arrigo, Ettore Donati, Hernan Marcelo Patanè, ANALISI DELL’INTERPRETAZIONE DI QUESTO RUOLO AGLI ULTIMI EUROPEI 4
Gaetano Petrelli, Alessandro Porro, Marco Scarpa, Attilio Sorbi e Renzo Ulivieri di Marco Scarpa

FOTOGRAFIE Scuola Allenatori


Getty Images e Paolo Serena LO SCOUTING DI NUOVA GENERAZIONE
VANTAGGI E SVANTAGGI NELL’UTILIZZO DEI VIDEO PER SCOVARE GIOCATORI 16
PROGETTO GRAFICO di Davide Cangini
Paolo Serena
Scuola Allenatori
RADDOPPI E CAMBI DI MARCATURA
LA FASE DIFENSIVA NEL FUTSAL 28
TUTTO IL MATERIALE INVIATO di Hernan Marcelo Patanè
NON VERRÀ RESTITUITO.
LA RIPRODUZIONE DI ARTICOLI
Curiosità
O DI IMMAGINI
DALLA COREA A PALERMO PER IMPARARE
È AUTORIZZATA
A PATTO CHE LA STORIA DI SORI MOON, ALLENATRICE ASIATICA DI PORTIERI 44
NE VENGA CITATA LA FONTE a cura della Redazione

Idee per l’allenamento


IN COPERTINA ESERCITARE LA DIFESA CONTRO I LANCI LUNGHI
Federico Bernardeschi in azione, durante la sfida contro l’Irlanda agli ultimi Europei di Francia UNA PROPOSTA DEL CORSO TERRITORIALE UEFA B 46
IL GIOCO
SCUOLA ALLENATORI

N
ei “team studio” che ho effettuato insieme al Coordinatore delle nazionali giovanili,
Maurizio Viscidi, ed al Match analyst della Nazionale maggiore, Antonio Gagliardi, dal
vivo ed in video, agli ultimi Europei del 2016 in Francia, abbiamo potuto analizzare un

TREQUARTISTI
aspetto tattico di Spagna e Germania che riteniamo molto interessante e che riguarda

dei
l’utilizzo della zona di rifinitura. Abbiamo constatato che le squadre migliori di alto livello cercano
sempre la via della rete attraverso il gioco, che parta da dietro con il portiere e con i difensori e che
arrivi manovrato, passando per il centrocampo e per la zona di rifinitura, fino all’area avversaria.

La manovra si può riassumere in sequenza in questi 4 momenti:


• costruzione;
• manovra – sviluppo;
• rifinitura;
• attacco all’ultima linea difensiva e finalizzazione.

Spagna e Germania, che si distinguono per capacità e qualità nello sviluppare questa sequenza di
gioco, sono le squadre che sanno esaltare al meglio la zona di rifinitura, amplificando proprio lì le
qualità tecniche di alcuni dei loro migliori giocatori.
Per “zona di rifinitura” si intende quella zona di campo nella quale l’azione viene “rifinita”, ov-
vero completata con un passaggio decisivo. Non ha uno spazio preciso né ben definito, ma si può
localizzare alle spalle dei centrocampisti e davanti alla linea di difensori avversari; può situarsi a
ridosso dei 16 metri ma anche più indietro, in base a come sono posizionati difesa e centrocampo
avversari (vedi le immagini 1 e 2 nella pagina seguente).

Questa zona è affascinante e complessa al tempo stesso e - se utilizzata bene - rappresenta il mi-
glior “trampolino” per attaccare l’ultima linea di difesa avversaria.
In fase difensiva quasi tutte le squadre ormai hanno come obiettivo il restringimento degli spazi
e la densità in zona palla, per cui attaccare due o tre linee difensive rappresenta un problema se
non si ricorre al lancio lungo. Avere più giocatori che possano ricevere palla nella zona di rifini-
tura e che poi sappiano entrare o servire il compagno oltre l’ultima linea, può essere la soluzione
migliore per creare difficoltà alle difese.

Per anni abbiamo pensato che il ruolo del trequartista dovesse essere riservato ad un solo gioca-
tore, il più fantasioso, dotato della possibilità di giocate sopraffine: il classico numero dieci, tutto
estro e fantasia, magari meno dotato fisicamente e atleticamente e anche un po’ indolente, ma a
cui era concesso un po’ tutto, purché poi determinasse la giocata decisiva. Oggi, nel calcio moder-
no di alto livello, questa figura di calciatore non può più esistere.
Lo studio e le strategie degli allenatori sono sempre differenti (devo dire che noi italiani su questo
siamo sempre all’avanguardia) e hanno portato a pensare che questa tipologia di giocatore debba
essere modellata e anche esaltata per il tipo di calcio attuale.

di Marco Scarpa * * L’autore dell’articolo, Marco Scarpa, è uno degli Osservatori della Nazionale A

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CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEI TREQUARTISTI MODERNI:

• tecnica;
• conoscenza e interpretazione del gioco di squadra;
• resistenza organica.

Nolito
I trequartisti devono avere talento tecnico, perché in quella zona di campo dovranno saper de-
terminare ed essere pericolosi con assist, conclusioni, smarcamenti nel corridoio, ultimi passaggi,
uno-due, eccetera… ma, soprattutto, dovranno avere intelligenza calcistica.
Silva
Diventa necessario perciò che il trequartista moderno sappia aggiungere, al talento tecnico, la ca-
pacità tattica di sapersi coordinare insieme ai movimenti dei compagni e che abbia conoscenza del
Morata gioco di squadra. È necessario inoltre che abbia una buona capacità fisico-atletica, perché questo
ruolo richiede continuo movimento e dinamismo (resistenza).
Solo attraverso queste capacità, integrate a quelle dei compagni, il singolo potrà esaltare le sue
Busquets
qualità e non viceversa (giocatore al servizio della squadra e non viceversa).

QUALI SONO LE ORIGINALITÀ E LE DIFFERENZE RISPETTO AL PASSATO?

La differenza sostanziale è che il trequartista, o i trequartisti, non solo cercano lo spazio libero
IMMAGINE 1 - La zona di rifinitura della Spagna è quella tratteggiata in giallo.
nella zona di rifinitura, ma se lo devono creare attraverso movimenti continui e combinati. Non ci
In questa azione si può notare come Busquets abbia tre soluzioni di passaggio
sarà più più un unico giocatore deputato a quel tipo di movimento in quella zona, ma più giocato-
ri: ecco spiegata perché la scelta di alcune squadre di avere due o anche tre trequartisti.
L’originalità sta anche nel fatto che, squadre come Germania e Spagna, utilizzano sempre il prin-
cipio di occupare la zona di rifinitura con due otre giocatori, ma non è detto che siano sempre i
trequartisti di ruolo ad occuparla; a volte ci vanno giocatori di altri reparti che si interscambiano
nel corso dell’azione stessa (vedi l’immagine 3). Questo principio dell’interscambiabilità di ruolo si
sta già vedendo da un po’ di tempo anche nei club ed è una prospettiva molto interessante che sta
prendendo il calcio attuale.

Morata “Nel calcio moderno il ruolo non è più una posizione, ma una funzione” (Antonio Gagliardi)

Fabregas
Ozil

Khedira Muller

Draxler

IMMAGINE 2 - Fabregas rifinisce per Morata IMMAGINE 3 - Muller e Khedira si sono scambiati la posizione

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PUÒ UNA SQUADRA SCHIERARE PIÙ TREQUARTISTI? Alcuni smarcamenti del trequartista prevedono anche la finta di muoversi incontro verso il por-
tatore di palla, per poi smarcarsi con un movimento all’indietro-diagonale e ricevere con una
Sicuramente, nella composizione di una squadra è necessario che l’allenatore conosca le qualità postura “aperta” verso la porta (contro movimento all’indietro).
dei propri giocatori e - secondo la nuova tipologia descritta di trequartista - diviene più semplice Alcuni giocatori ricercano la marcatura del difensore per poi ricevere palla sul piede non antici-
poterli scegliere e collocare, purché vengano assegnati loro i compiti in modo preciso. pabile dal difensore, per fare “perno” e poi potersi girare.
In questo ruolo si possono avere:
· esterni / ali che giocano dentro; Inoltre, alcuni giocatori evoluti non hanno problemi a ricevere palla di spalle, perché sono bravi
· seconde punte; ad impedire l’anticipo del difensore (immagine 5); bisogna sfatare un po’ il concetto che la rice-
· trequartisti puri; zione sui piedi o di spalle è sbagliata: anche questa può essere una giocata utile, soprattutto negli
· centrocampisti con attitudine offensiva. spazi ridotti, perché serve per mantenere il possesso della palla in attesa che si apra una giocata
Distribuire i compiti e assemblare trequartisti con uguali o differenti abilità, diventa la sfida at- migliore, come nelle tipiche giocate del calcio a 5.
tuale per gli allenatori. L’importante però, in qualsiasi tipo di ricezione, è sempre eseguire il controllo in modo rapido e
tecnico senza “scoprire” la palla.

QUALI SONO I COMPITI CHE DEVONO AVERE I TREQUARTISTI? IMMAGINE 5


In questo fermo immagine
· Avere tempi corretti per smarcarsi e ricevere; si può notare come, durante la partita
Germania-Irlanda del Nord,
· liberare, attraverso il movimento combinato, uno spazio per i compagni;
Goetze riceva di spalle
· avere rapidità nel controllo e precisione nella giocata successiva;
sul piede non anticipabile,
· effettuare continui movimenti in direzioni sempre differenti; decidendo di non provare a girarsi,
· attaccare lo spazio; perché potrebbe non avere
· inter-scambiarsi le posizioni con altri giocatori; Ozil lo spazio necessario,
e
· mantenere distanze omogenee tra giocatori (per non “pestarsi i piedi”). G oetz essendoci un altro difensore vicino.
Quindi sceglie di appoggiarsi
Kroos sul terzino Hector, fuori riquadro.
TEMPI DEI MOVIMENTI Hector Ozil è libero in zona rifinitura.

Per giocare in questo modo vanno stabilite alcune semplici regole sui tempi dei movimenti, per TIPOLOGIE DI RICEZIONE:
poter poi riuscire ad interconnettere nel modo migliore i trequartisti.
Il tempo della giocata lo detta sempre il centrocampista in possesso di palla; con palla aperta, il · sulla figura, con il corpo orientato verso la porta;
primo movimento lo fa il trequartista più vicino alla palla, dettando la direzione del potenziale · sulla “corsa” nello spazio, con il corpo orientato verso la porta;
passaggio, poi gli altri si adeguano e si muovono di conseguenza in spazi diversi e dettando anche · spalle alla porta, sul piede non marcabile (per poi girarsi);
loro direzioni utili per eventuali passaggi. · spalle alla porta, sul piede marcato (per poi appoggiarsi).

COME IL TREQUARTISTA RICEVE PALLA E L’AMPIEZZA?

Il trequartista, visti gli spazi ristretti in cui ope- Giocare con più trequartisti può comportare la poca occupazione delle fasce laterali.
ra, può ricevere palla in tutti i modi, sia “sulla La Germania e la Spagna ad esempio occupano le corsie esterne con un solo giocatore per fascia
figura” che “sulla corsa”, ma il modo migliore è che è il terzino (immagine 6 nella pagina seguente); il Bayern Monaco di Guardiola - altro esempio
quello di essere orientato bene con il corpo, in virtuoso di questo tipo di calcio - invece la occupava solo con le ali offensive tenendo i terzini
modo da poter “vedere” il compagno che passa Goetze dentro.
la palla e anche la giocata successiva (sempli- Avere un solo giocatore per fascia e otto giocatori dentro il campo è una soluzione innovativa e
ficando: con una spalla rivolta al passatore e l’altra alla porta – vedi l’immagine 4 di Goetze sopra). fruttuosa.

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E IN FASE DI NON POSSESSO?

Jordi Alba L’equilibrio difensivo e il saper difendere in ri-aggressione è la “conditio sine qua non” per poter
Nolito IMMAGINE 6 avere squadre con molti giocatori offensivi e quindi con trequartisti.
In questa azione della Spagna
L’equilibrio difensivo con i trequartisti si ottiene attraverso la loro predisposizione alla fase di-
contro la Croazia,
l’ampiezza del gioco
fensiva: se questa manca può saltare tutto… I trequartisti devono essere costantemente attivi e
è garantita dai due terzini coordinati con i compagni, capire bene quali siano i loro compiti che, ad esempio, possono preve-
Fabregas
(Juanfran a destra dere pressing, scalate laterali, uscite in pressione sui difensori o sui mediani avversari, sempre a
e Jordi Alba a sinistra) seconda della strategia difensiva scelta dall’allenatore.
e dai due trequartisti
Silva tra le linee
(Fabregas e Nolito)

an IMMAGINE 8
Juanfr
Questo fermo immagine
esemplifica la ri-aggressione
Goetze immediata della Germania:
La mobilità del trequartista non preclude movimenti di apertura sull’esterno, soprattutto se il Muller
giocatore deputato ad occupare la fascia dovesse trovarsi basso (vedi l’immagine 7 qui sotto). due giocatori
Khedira
(Goetze e Muller)
sono sulla palla
Gomez Kroos e altri tre compagni di squadra
(Gomez-Kroos-Khedira)
sono sugli appoggi vicini.
Gomez

Ozil COME STRUTTURARE UNA SQUADRA CON TRE TREQUARTISTI


Muller
Ovviamente avere molti trequartisti può comportare un minor utilizzo di punte classiche, ad
esempio nel classico 4-2-3-1 o nel 3-3-3-1 si può avere una sola punta; oppure si possono avere
anche due punte nei più complessi e audaci 3-2-3-2 con tre trequartisti o nei 3-3-2-2 o 4-2-2-2 con
Kimmich due trequartisti.

La Germania, quasi sempre schierata all’europeo con il 4-2-3-1 di base - che diventava 2-2-5-1 in
IMMAGINE 7 - Il terzino destro tedesco, Kimmich, è basso; Ozil si apre sull’esterno
fase di possesso - aveva sempre 3 giocatori in zona rifinitura; contro l’Italia invece si è schierata
con il 3-4-2-1 di base, che diventava 3-2-4-1 in fase di possesso e che prevedeva due giocatori (Ozil
E LA PUNTA (O LE PUNTE)? e Muller) in rifinitura, ai quali talvolta si aggiungeva anche uno dei due mediani (Khedira e poi
Schweinsteiger).
Devono saper aspettare il momento opportuno per muoversi.
Devono saper allungare le difese avversarie occupandosi della profondità e non devono intasare La Spagna schierata invece con il 4-3-3 di base, che diventava 3-4-3 in fase di possesso, portava le
gli spazi ai compagni trequartisti; devono essere utili come vertici per gli scambi stretti e saper due ali (Silva e Nolito) sempre dentro a fare i trequartisti e a loro aggiungeva spesso anche una
anche sfilare tra i difensori con movimenti fuori linea prima di attaccare la profondità. mezzala (Iniesta o Fabregas) facendoli diventare così tre.

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SVILUPPI DI GIOCO

L’innesco del giocatore in rifinitura presuppone, nello sviluppo del gioco, molta pazienza da parte
dei centrocampisti, che devono trovare un buon momento di palla aperta per poter servire con
precisione i trequartisti.
Un buon fraseggio tra centrocampisti per eludere la pressione avversaria - e un avanzamento
senza fretta nella conduzione della palla libera - porta a trovare i giusti tempi dell’imbucata per
un trequartista.

Arrivata palla al trequartista, scatta la fase decisiva dell’azione, che vede queste giocate:
· palle filtranti per i compagni che attaccano lo spazio;
· ricerca dell’1-2 per entrare;
· giocate “a muro” (anche con la punta) per la ricerca del tiro o del filtrante per il terzo giocatore;
IMMAGINE 9C - Zona rifinitura: il primo tentativo (non riuscito) di rifinitura da parte di Fabregas
· aperture sull’ala;
· passaggi morbidi per l’attacco dell’ultima linea;
· cross dalla trequarti.

Nelle immagini di seguito (9 A-B-C-D-E), la sequenza del magnifico gol dell’1-0 della Spagna contro
la Croazia all’ultimo europeo, che racchiude in una singola azione la filosofia di calcio spagnola:
considerare i trequartisti gli elementi chiave del gioco.

Iniesta
Ramos

Busquets
IMMAGINE 9D - Zona rifinitura: il secondo tentativo (riuscito) di rifinitura da parte di Silva.
Attacco all’ultima linea da parte di Fabregas

IMMAGINE 9A
La costruzione

Busqu
ets
Fabregas

IMMAGINE 9B
IMMAGINE 9E - Attacco all’ultima linea da parte di Fabregas;
Lo sviluppo: il passaggio al trequartista in zona rifinitura
finalizzazione sull’asse Fabregas-Morata

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COME ALLENARE I TREQUARTISTI CON UN GIOCO-PARTITA A TEMA REGOLE


Partita 11 vs 8 a settori, con una zona di rifinitura. · Nella zona di rifinitura possono entrare solo i tre trequartisti;
· durante lo sviluppo del gioco offensivo della squadra blu, nei settori laterali può entrare solo un
giocatore blu per settore;
· se i blu perdono palla, i rossi possono entrare anche sui settori laterali per fare gol nelle porticine.

VARIANTI
· I trequartisti, ricevuta palla, devono utilizzare obbligatoriamente la punta centrale;
· i giocatori laterali possono entrare anche nel settore centrale.

PREPARAZIONE
Campo suddiviso in settori longitudinali e trasversali, come nella rappresentazione sopra. Thomas Muller contrastato da Bonucci
Due porticine vengono posizionate nei settori laterali. durante l’ultima amichevole Italia-Germania
giocata a San Siro
OBIETTIVO PRINCIPALE
Fare gol passando per i giocatori presenti nella zona di rifinitura (nell’immagine, la Z.R. disegnata in
bianco).

OBIETTIVO SECONDARIO
Ri-aggressione immediata in caso di perdita della palla.
CONCLUSIONI
SVOLGIMENTO
Inizia sempre il gioco il portiere dei blu, giocando una palla corta con i piedi verso i compagni Questo articolo è per provare a spiegare, nella maniera migliore possibile, come si possano esal-
difensori; questi, in una situazione di superiorità numerica (5 vs 4 considerando il portiere) do- tare le caratteristiche di determinati giocatori, attraverso lo sviluppo della manovra nella zona di
vranno far pervenire la palla ai tre “trequartisti” presenti nella zona di rifinitura. rifinitura.
Ricevuta la palla, i trequartisti dovranno attaccare la linea difensiva (4 vs 3), cercando di variare i Certo, nel calcio non esisterà mai la tattica perfetta: ogni allenatore farà sempre le proprie scelte
tipi di entrata (palle filtranti, 1-2, aperture sugli esterni per il cross, eccetera). dettate dai propri punti di vista e da molti fattori.
Se i rossi invece dovessero recuperare palla, devono cercare di far gol al portiere dei blu o nelle Esistono squadre che giocano bene usando i trequartisti e altre, come l’Italia di Conte all’ultimo
due porticine laterali (così i blu si allenano sulla transizione e sulla ri-aggressione su spazi più europeo o la nostra nuova Italia del Ct Ventura, che sono altrettanto efficaci pur non schierando-
aperti). ne alcuno.

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LO SCOUTING
DI NUOVA GENERAZIONE

Vantaggi e svantaggi
nell’utilizzo dei video
per scovare calciatori
*

di Davide Cangini

* Estratto della tesi finale,


al corso per Direttore Sportivo 2016,
dal titolo “Analisi e valutazione video di un calciatore”

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E
rano i primi anni del nuovo millennio quando cominciò a cambiare qualcosa nel modo di VIDEO SÌ O VIDEO NO
interpretare lo scouting.
Prendendo spunto da altri sport - specialmente oltreoceano, come il basket o il football Questa “rivoluzione culturale”, come tutti i cambiamenti, ha dato vita a dei dibattiti vivi tuttora.
americano - in alcuni paesi si incominciò lo studio delle partite e dei singoli giocatori con Modi differenti di concepire i nuovi strumenti, vecchia e nuova generazione a confronto, conser-
il supporto incrociato video e statistico. vatori e riformisti che si sfidano come Guelfi e Ghibellini.
“Scout 7” nacque attorno al 2002 in Inghilterra e poco più avanti (2004), anche in Italia, una picco- Per la “vecchia” generazione, l’assioma principale è: “i giocatori bisogna vederli dal vivo” e mal
la azienda di Chiavari muoverà i primi passi in questa direzione, puntando il proprio core business sopportano l’idea di mettersi davanti ad un video per ore alla ricerca di nuovi talenti. Vogliono
più che altro sui video. sentire l’odore dell’erba.
Dall’altra parte della barricata, un’ondata di giovani, “nativi digitali”, figli delle nuove tecnologie,
Matteo Campodonico, ideatore di “Wyscout”, racconta che fu quasi casuale l’idea che lo spinse ad che smanettano PC e che possono stare attaccati allo schermo da mattina a sera.
andare in questa direzione. Si trovava davanti ad un direttore sportivo che ricevette una chiamata
durante le ultime ore frenetiche di calciomercato. Gli veniva proposto un giocatore. Il direttore Ora, come in tutte le cose, si tratta di avere un pizzico di buon senso. Personalmente sono scettico
rovistò confusamente nella sua scrivania alla ricerca di un vecchio VHS di quel giocatore, ma non nei confronti di coloro che mi dicono bruscamente: “non si può vedere un giocatore dai video!”.
trovò nessuna videocassetta. L’affare sfumò per questo particolare e Matteo Campodonico prese Ad uno di loro, che qualche anno fa mi fece questa obiezione, gli ribattei: “Ma tu, Lewandowski,
spunto da questo “vuoto”, pensando che fosse utile un sistema che permettesse di archiviare tutti quante volte l’hai visto dal vivo?”. Lui aspettò qualche secondo riflettendo sul senso della mia
i video dei giocatori sparsi per il mondo. Un sistema autonomo, perché - fino ad allora - i video domanda e rispose: “Mai”. Lo incalzai: “allora mi vorresti dire che tu, Lewandowski, non lo pren-
erano montati in maniera tale da raccogliere 10 minuti di azioni, solo positive ovviamente, del deresti, perché non lo hai mai visto dal vivo?”. Fu una provocazione ovviamente.
giocatore in questione: un montaggio fuorviante, che spesso traeva in inganno gli operatori di
mercato. Con l’evoluzione di queste due piattaforme - più “Instascout” ed altre ancora - che for-
niscono un supporto a 360 gradi, è cambiato il modo di fare scouting.

L’Udinese fu probabilmente la prima in Italia che capì l’importanza di queste nuove tecnologie
ed i risultati ottenuti negli anni sono la logica conseguenza di fiuto, programmazione e coraggio.
Allo stesso tempo, uno dei dirigenti più illuminati degli ultimi anni, quale Walter Sabatini, ha più
volte rimarcato come i giocatori li selezioni spesso tramite video, in alcuni casi senza vederli dal
vivo. Se penso a Lamela o Marquinhos - per non citarne altri - non mi sembra abbia scelto male…

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Il video ci permette di essere “presenti” in ogni posto, in tempo quasi-reale. Se dall’altra parte del
pianeta fa l’esordio un giovane brasiliano stanotte, probabilmente nel giro di qualche ora saremo
in grado di vedere segnalato il suo esordio (sui supporti statistici) e di visionare la sua prestazione
immediatamente. Vent’anni fa, in un caso del genere, un osservatore sarebbe partito col primo
aereo per il Brasile. Probabilmente avrebbe trovato ad attenderlo all’aeroporto degli agenti del
posto che lo avrebbero accompagnato in tutto il suo itinerario. Succede lo stesso oggi. Questi viag-
gi guidati sono consigliati perché certi luoghi possono essere pericolosi. Logico attendersi però,
da questi agenti, una sponsorizzazione spesso martellante dei loro assistiti, quindi anche la scelta
dei viaggi spesso rischia di essere condizionata da queste forzature.

Oggi invece un giocatore, prima di partire e di andarlo a vedere dal vivo, lo possiamo già averlo
inquadrato grazie ai video. Quando arriviamo sul posto, sappiamo già chi ci troviamo davanti.

Il video ci può dare diversi vantaggi e ci permette di controllare una serie di variabili che dal vivo
non saremmo in grado governare.

Ipotizzando di vedere un giocatore in un arco di 5 partite, per conoscerlo meglio, ecco i punti forti
da sfruttare con l’analisi video:
· vederlo in periodi della stagione diversi - In questa maniera scongiureremo picchi (sia positivi
che negativi) di forma e saremo in grado di fare una media ponderata finale.
· Vederlo in casa e fuori casa - Permette di notare dei cambi di atteggiamento, suo o della squa-
dra. Vediamo se è più remissivo o più coraggioso, se bada solo a fare la fase difensiva in una partita
e se è più spavaldo in un’altra.
· Cambio ruolo - Spesso un giocatore viene impiegato in diversi ruoli, per necessità o perché mo-
stra un buon adattamento. Se cerchiamo un ruolo specifico e andiamo a vedere quel giocatore, che
magari sta giocando fuori ruolo, rischiamo di giudicarlo impropriamente.
· Infortuni - Può capitare di vedere quel calciatore spento, poco propositivo, ci sembra timoroso,
non va bene nei contrasti, non spinge con forza quando scatta. Rischiamo di bocciare un giocato-
re, solo perché magari la notte precedente è stato male, oppure perché ha rimediato una distor-
Ritengo che a volte ci sia pigrizia o testardaggine nel non voler cambiare le proprie convinzioni. Ci sione alla caviglia il giorno precedente, nella rifinitura.
si sente più sicuri a fare le stesse cose, o forse conviene mantenere lo status quo. Un osservatore · Clima diverso - Vedere un giocatore ad Agosto e rivedere lo stesso a febbraio, può cambiare
vecchio stampo, che era abituato a partire per il Sudamerica per20 giorni, per seguire un torneo o l’ottica. Il clima è diverso. Ci sono giocatori poi, soprattutto i brevilinei, che necessitano di poco
solo per assistere a 4-5 partite, probabilmente aveva molto tempo libero per stare in hotel a bordo tempo per entrare in forma. Al contrario, i “pesi massimi” raggiungono lo stato di forma ideale
piscina, godendosi cibo e quant’altro di buono potessero offrire a quelle latitudini. Ovvio, in que- più tardi.
sto caso, schierarsi coi conservatori (scherzo, naturalmente…). · Contro la prima e contro l’ultima - Visionare lo stesso giocatore in contesti di gara e livelli
differenti. Vederlo impegnato contro la prima in classifica o contro l’ultima - oppure mentre af-
Dalla sponda opposta bisogna fare invece attenzione alle manie del “so tutto io”. I giovani hanno fronta un’avversaria media - ci può trasmettere tanti input. Contro la prima possiamo vedere se
entusiasmo, sono brucianti e spesso vogliono prevaricare chi hanno davanti. Parlano velocemen- regge l’impatto fisico o i duelli in velocità; se ha lo stesso coraggio nel tentare un dribbling. La per-
te, hanno fretta. Coi video si possono vedere partite giorno e notte, ma se non si ha l’occhio clinico sonalità mostrata in un caso o in un altro spesso non è la stessa. Contro l’ultima possiamo notare
nel saper giudicare correttamente un giocatore, l’utilità di questo strumento è vicina allo zero. se ha la tendenza ad abbassare l’intensità, a prendere sotto gamba la gara (i campioni non lo fan-
no). Ovvio che in questo caso dovremo fare attenzione nel tarare bene la visione di queste partite,
Senza essere estremisti, come se essere pro o contro diventasse una religione, credo che il video rendendole utili al nostro lavoro. Ad esempio, se voglio vedere un attaccante della squadra ultima
sia uno strumento molto utile, che ci permette di organizzare il lavoro in maniera più redditizia in classifica in Francia e lo guardo contro il PSG, certamente lo vedrò per 90 minuti “ballare” tra
ed efficace. i 2 centrali parigini senza prendere mai il pallone. A fine gara avrò scoperto poco sul suo conto.

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Dopo aver valutato tutte queste variabili, credo che potremo avere un’idea molto più precisa del COME E COSA GUARDARE
giocatore in questione.
Se in precedenza ho affermato che l’analisi statistica può essere vista come la cornice del quadro, Come in tutte le cose, non esiste il sistema infallibile. Così come nell’organizzazione e nell’archi-
l’analisi video potrebbe delinearne i contorni, il profilo, il ritratto stesso. Logico che per le sfuma- viazione, anche nella metodologia con cui si guarda una partita in video, ognuno ha la propria.
ture ci affideremo al campo. L’importante è che sia efficace e, possibilmente, efficiente.
Efficiente affinché, in tempi rapidi, si riescano a trasmettere le proprie sensazioni a chi, sopra
L’ausilio di queste piattaforme moderne ci permette anche di controllare - e di conseguenza fil- di noi, è chiamato a decidere. Noi dell’area scouting siamo quelli che fanno il cosiddetto lavoro
trare - le segnalazioni. Chiunque, dagli agenti all’amico del bar, propone e suggerisce giocatori; “sporco”: un centrocampista che recupera palla e che la deve passare a chi deve finalizzare il gio-
tutti sono convinti di aver scovato il nuovo Cristiano Ronaldo. Ti ricordano di averti segnalato co, come cantava Ligabue.
quel potenziale campione solo quando magari arriva a giocare a certi livelli, dimenticandosi dei
tanti nomi suggeriti e che non hanno ottenuto il medesimo successo. Si tratta di uno scouting sui Nel modo di vedere una partita, la prima cosa da sapere è: cosa vogliamo vedere. Un conto infatti è
segnalatori questo: nel tempo saremo più propensi a dare credito a colui che ha una percentuale dover seguire tutti e 22 giocatori in campo, un altro osservarne 5 o 6; una cosa è seguire solamente
maggiore, tra giocatori buoni e meno buoni, segnalati rispetto ad un altro. Se si cerca un ruolo una squadra ed un’altra ancora sarà focalizzarsi su un singolo giocatore. In base a queste necessi-
specifico, può capitare che ti venga proposto un giocatore abituato ad agire dalla parte opposta. tà, imposteremo la nostra attenzione, lo “zoom” dei nostri occhi.
Quando gli si fa notare questo piccolo particolare, il livello della risposta del suggeritore è: “Sì, è
un terzino sinistro, ma si adatta e qualche volta ha giocato anche a destra…”. Dobbiamo seguire tutti i 22 protagonisti? Modalità grandangolo. Dobbiamo allargare la panorami-
ca a tutto il campo. Quella che ne verrà fuori è come una foto di gruppo, dove cercheremo le carat-
teristiche principali dei giocatori, senza avere la pretesa di conoscere i dettagli. Possiamo dire che
è una conoscenza “superficiale” di ognuno di loro. Le cose principali da riconoscere e codificare
in questa situazione saranno: struttura (approssimativamente altezza e peso), ruolo (inserito in
quale sistema di gioco), piede preferito, caratteristiche principali (veloce o lento, tecnica buona
o scarsa, nel caso di un attaccante esterno se bravo o meno nell’ 1 contro 1, ecc). Ovviamente,
mentre seguiamo la partita, ci appunteremo di volta in volta alcuni dati, quando di ogni giocatore
risultano evidenti queste peculiarità. Ogni azione ci può suggerire uno spunto, per un giocatore o
per un altro della squadra opposta. Uno bravo nel dribbling, che supera a sua volta un difensore
poco agile o che affronta in maniera sbagliata quel duello, per esempio. Alla fine del match avre-
mo scritto due righe di appunti su ognuno e allora il compito sarà terminato.

Dobbiamo restringere il campo di ricerca e seguire solamente alcuni dei protagonisti? Ipotizzando
di aver già effettuato una prima scrematura, magari avendo individuato solo i giocatori di una cer-
ta fascia di età o avendoli preventivamente selezionati sempre grazie ai video, se vogliamo foca-
lizzare la nostra attenzione su 5-6 giocatori della stessa partita, possiamo restringere e zoomare la
nostra visuale. Possono essere giocatori dello stesso reparto ed allora sarà più semplice seguirne i
movimenti individuali ma anche collettivi. L’analisi tattica in questo caso sarà più mirata. Nell’an-
dare a specificare le caratteristiche dei singoli, saremo più attenti ai particolari.

Nel caso in cui si debba seguire un singolo protagonista, la messa a fuoco sarà ancora più accen-
tuata. Come nel caso della valutazione live, se dobbiamo analizzare solo un giocatore, lo possiamo
seguire in qualsiasi momento (quando presente nell’occhio della telecamera, ovviamente). Il pri-
mo impatto ci darà un’idea sulla struttura: per alcuni ruoli - portiere o difensore centrale su tutti
- l’altezza è un valore fondamentale.
Già dagli schieramenti iniziali siamo in grado di valutare approssimativamente altezza e struttura
di un giocatore, anche comparandolo con i compagni a lui vicini.
Poi analizzeremo gli altri aspetti: come si muove in relazione ai compagni e, in ogni situazione,

22 NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO 23


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studieremo il suo comportamento. Per un difensore, se scappa al momento giusto, se copre la pro- Questa mania della proiezione - oltrechè nella contestualizzazione di squadra - credo valga molto
fondità, se aggredisce, se la postura del corpo è corretta, se è a suo agio nella gestione della palla nella valutazione dei calciatori. Secondo me il bravo osservatore non è colui che vede le cose che
in fase di possesso, ecc. Per un centrocampista, se rende facile quello che può sembrare difficile, vedono un po’ tutti, ma colui che intuisce quello che un giocatore (giovane) diventerà tra 2-3 o più
la sua visione del gioco, se è svelto col pensiero, come tocca la palla, ecc. anni. Oggi sbocciano talenti a raffica, con una frequenza impressionante e quando arrivano a fare
Ognuno di noi ha i propri parametri ed in base a quelli sarà portato alle sue conclusioni. Vederlo l’esordio con la prima squadra spesso è già troppo tardi. La scorsa stagione mi è capitato di segui-
in più occasioni ci deve far giungere ad un giudizio molto vicino a quello definitivo. re dal vivo le partite di esordio di due talenti cristallini come Dembele e Bailey, entrambi nati nel
‘97, rispettivamente col Rennes e col Genk. Dopo venti minuti fu troppo facile segnalarli entrambi
Quando seguiamo un singolo specifico, non possiamo essere superficiali; dobbiamo analizzare più con una lettera A (da prendere): ma eravamo ormai oltre il tempo massimo. Vicino a me, in quegli
fattori possibili. Non solo ciò che vediamo in quello schermo, ma dobbiamo proiettare mental- stadi, erano seduti almeno una decina di colleghi, provenienti dall’Inghilterra o dalla Germania,
mente quel giocatore nel nostro stadio, nel nostro centro sportivo per gli allenamenti: contestua- che non potevano e non volevano girarsi ovviamente dall’altra parte e che non potevano negare
lizzarlo è determinante. Sarebbe sbagliato forzare l’acquisto di un giocatore solamente perché ci la sfacciata bravura, da predestinati, di quei due campioncini.
piace. Se non è adatto al nostro contesto, ecco che l’allenatore difficilmente lo schiererà in campo
e rischieremo di far spendere soldi alla società vanamente. Un bel guaio. Arrivo a dire che dovre- Trovare giovani pronti è utopia. Soprattutto se rappresentiamo un club piccolo o di medio livello,
mo persino immaginarci l’azione ideale della nostra squadra e pensare se quel calciatore potrebbe dovremo essere bravi nel cogliere il potenziale di un giovane che oggi ha magari dei difetti, ma
emulare bene ciò che gli attuali giocatori in rosa fanno già con i giusti sincronismi. che, con la necessaria cultura del lavoro, un allenatore bravo nel farlo migliorare ed una società
disposta ad investire ed aspettarlo, può raggiungere una graduale maturazione.
Ad esempio, se a Sassuolo provo a pensare a Consigli, che è il portiere con la palla nelle mani, mi
immagino i due centrali di difesa che si aprono per iniziare l’azione; i terzini che si allungano fin Con i giovani in special modo, serve occhio ma anche coraggio. È un lavoro, quello dello scout,
sopra la metà campo, Lirola che riceve, conduce qualche metro e si ferma; palla verso il centro elettrizzante ma frustrante allo stesso tempo. Molto si traduce in: “Quanti giocatori abbiamo pre-
a Magnanelli, il quale - di prima intenzione - la verticalizza per Defrel che, nel frattempo, dopo so sfruttando il lavoro dello scouting?”. Migliaia di giocatori seguiti, relazioni compilate e poi, se
un contromovimento, è venuto incontro. Scarico dietro per Berardi che, coi tempi giusti, ha ef- ti va bene, magari arriva un solo giocatore che abbiamo segnalato. Inutile dire che in quel caso
fettuato un taglio dentro il campo; rifinitura di quest’ultimo per il taglio dell’esterno della parte quel giocatore sarà letteralmente adottato da noi. Soffriamo ogni volta che entra in campo, parte-
opposta (Politano). Azione da manuale: ma il giocatore che stiamo visionando potrebbe ricalcarla cipiamo emotivamente, fino a sudare come se la stessimo giocando noi quella partita. L’adrenalina
(nel proprio ruolo specifico) dopo qualche tempo di normale adattamento? è a mille. È la nostra creatura e se sbaglia lui, sbagliamo noi. Se sbaglia una diagonale, avvertiamo
un pizzico nella pancia; se manca un intervento, ci allunghiamo con le gambe, come se dovessimo
fare una scivolata; se l’avversario è lanciato in contropiede, vorremmo essere traslati dal divano e
materializzarci al suo posto, per recuperare quella palla; se sbaglia un passaggio, vorremmo met-
tere indietro il film di quell’azione e fargliela ripetere, fino a quando non la farà bene.

Sul tema di “cosa vedere” con i video, invece, direi che di opzioni ne abbiamo diverse. A parte l’ar-
chivio storico, che ci permette di andare a vedere anche partite di alcuni anni indietro, possiamo
seguire dei tornei che vengono disputati durante le nostre pause. Mentre i calciatori italiani sono
a Formentera o Miami per le meritate vacanze, infatti, campionati come quelli scandinavi o in
Brasile - per citare due esempi - sono nel pieno dell’attività.

Potremmo già iniziare a fare una prima scrematura di queste competizioni. Se ipotizziamo che
una giornata intera di campionato è composta da 9 o 10 partite, con una media di 5 gare visionate
in un giorno, in un paio di giorni avremo visionato l’intera giornata. È facile ricavare che, con que-
sto ritmo, potremo in una settimana aver visto almeno 3 giornate intere di campionato (magari la
li prima, la quarta e la sesta per alternare fuori casa - in casa). Ovvio che questa frequenza si potrà
ei vi de o, gi à da ll e immagini inizia tenere solo nel caso in cui ci occupassimo esclusivamente di video e non saremo impegnati in al-
N
ti,
degli schieramen p ir e la struttura fisica cune trasferte. Credo che, dopo aver visionato 3 giornate intere di campionato, avremo già filtrato
ad o d i ca
siamo in gr dei dati che ci potranno tornare utili in seguito.
di un giocatore

24 NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO 25


SCUOLA ALLENATORI SCUOLA ALLENATORI

Bisogna dire che ci sono alcuni campionati dove la qualità dei video è realmente scadente. Penso CONCLUSIONI
alla stessa Ligue 2 francese, un campionato che offre sempre dei buoni giocatori ma che utilizza
una sola telecamera fissa – ad eccezione dei posticipi - per riprendere la partita: i giocatori sono Ho voluto raccontare una storia semplice, fatta di studio, esperienza sul campo, aggiornamento,
molto distanti e solo per vedere il numero di maglia dell’esterno che gioca dalla parte opposta ascolto, confronto e, soprattutto, passione. Fare della propria passione un lavoro credo sia un
siamo costretti ad aspettare il secondo tempo. grande privilegio.
Ho puntato il dito e cercato di approfondire una parte del lavoro di scouting: l’analisi video, che
Altro vantaggio incontestabile del video è che, se mentre dal vivo mi posso perdere un gesto tec- ritengo molto importante ai giorni nostri. Ed avendo cominciato questo percorso proprio grazie
nico - un episodio magari confuso - col video invece posso vedermi e rivedermi la stessa azione ai video, non poteva che essere altrimenti…
anche 10 volte. Se mi sfugge chi ha giocato quella bella palla filtrante, ecco che dopo tre secondi Mi guardo bene però dal non ritenere, nella stessa misura, altrettanto rilevanti le altre fasi, come
la rivedrò; se mi perdo chi ha subito un blocco su un calcio d’angolo, potrò rivederlo, anche col l’analisi statistica e la valutazione dal vivo.
replay magari. Credo che per dare vita ad un buon lavoro ci sia bisogno di una giusta integrazione tra queste tre
Spesso inoltre - in Italia in particolar modo - chi assiste ad una partita dal vivo è seduto a 40 metri, fasi principali e che la differenza alla lunga la faccia un mix calibrato di competenza, serietà, tanto
non dal campo (magari!) ma dalla pista di atletica. Ovvio che molti particolari possano sfuggire. lavoro, con la collaborazione di uno staff all’altezza.
Col video possiamo vedere tutti i tornei giovanili – anche quelli non ufficiali - e seguirli anche pa-
rallelamente, visto che molti si giocano negli stessi periodi.
Penso alle squadre minori che non hanno mezzi economici per pagarsi le lunghe trasferte, che ci
L’AUTORE
si dovrebbe sobbarcare per vedere partite dal vivo a distanza siderale: beh, tramite video, si può
tranquillamente essere “presenti” e seguire campionati importanti come la Lega Pro o la Prima- Appesi gli scarpini al chiodo, Davide Cangini ha iniziato la propria carriera nel settore scouting
vera, che sforna sempre qualche giocatore che a distanza di tempo verrà fuori. durante la stagione 2012/2013 come collaboratore di Guido Angelozzi, allora DS del Bari.
Come raccontato anche nella sua stessa tesi, la sua passione per i video e per scovare giovani talenti
Una funzione interessante, uscita negli ultimi anni, è quella che rende possibile la visione della o calciatori interessanti era in realtà già iniziata quando giocava:
partita con velocità raddoppiata o triplicata. Spesso la telecamera è dalla parte opposta rispetto calciatore in Eccellenza con la Lupa Frascati e “osservatore assiduo” di video in ogni momento libero.
al giocatore che stiamo seguendo; possiamo ottimizzare il tempo ed accelerare fino a quando non Attualmente Davide Cangini lavora nell’area scouting del Sassuolo.
verrà inquadrato il nostro prescelto. Si è abilitato come Direttore Sportivo al corso di Coverciano del 2016.

Davide Cangini a Coverciano durante la discussione della tesi

26 NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO 27


RADDOPPI
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e
L
’obiettivo di questa tesi è cercare di spiegare la mia visione su due aspetti della fase di non
possesso: i cambi di marcatura ed i raddoppi.

CAMBI DI MARCATURA
Logicamente, fa riferimento alla mia esperienza personale e perciò deve essere visto e in-
terpretato come tale.
Prima di iniziare, conviene però definire alcuni concetti generali fondamentali per capire la fase
di non possesso.

Tattica difensiva: movimento coordinato di due o più giocatori, o di un’intera squadra, con il
chiaro obiettivo di raggiungere uno scopo determinato in precedenza. Gli elementi chiavi sono :lo
scopo predeterminato ed il movimento coordinato. Vuol dire sapere sempre come comportarsi
tatticamente, individualmente e collettivamente.

Organizzazione di gioco: è riuscire a capire le stesse cose nella stessa situazione, rispettando le
richieste stabilite dall’allenatore.

Tecnica applicata: è la tecnica in situazione, dove la tecnica pura può esprimersi nella forma red-
ditizia in relazione allo sviluppo del gioco.

LA TATTICA DIFENSIVA DI SQUADRA

Queste di seguito sono le tipologie di difesa che esistono.


· Individuale: in questo tipo di difesa, la responsabilità degli attaccanti è individuale (1 Attaccante
- 1 Difensore), ma non vuol dire che non si debbano realizzare comunque azioni di tattica colletti-
va. Questa responsabilità individuale sarà più forte nei difendenti sul portatore di palla.

· Difesa a zona: i giocatori hanno una responsabilità su uno spazio di gioco in base alla posizione
del pallone. Il difensore ha la responsabilità degli attaccanti che passano per quella zona e delle
linee di passaggio esistente su quello spazio.

· Difesa Mista: difesa combinata tra a zona e individuale, dovendo difendere alcuni giocatori a
zona ed altri a uomo. Questa difesa si utilizza quando vogliamo annullare le qualità di un giocatore
di Hernan Marcelo Patanè rivale che consideriamo determinante. È frequentemente utilizzata nelle giocate a palla ferma.

· Difesa con cambi: si tratta di una difesa individuale in cui si realizzano cambi in base ai principi
*Tesi finale al corso 2016 per “Allenatore di calcio a 5 di primo livello” che l’allenatore propone alla sua squadra. È fondamentale la comunicazione tra i giocatori (ver-
bale o visuale), per realizzare le azioni in comune che comportano il cambio dell’avversario da
marcare.
Un lavoro che analizza aspetti precisi della fase difensiva nel futsal,
Questa tipologia ha dei vantaggi che derivano dalla difesa a zona e altri che provengono da quella
ma che possono essere estrapolati e ripresi, su più larga scala,
a zona: è però la più complessa di tutte nella sua assimilazione ed esecuzione .
anche da parte degli allenatori di calcio a 11

28 NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO


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DEFINIZIONI DELLA DIFESA A SECONDA DELL’ALTEZZA DELLA LINEA I CAMBI DI MARCATURA SULLA RIMESSA DEL PORTIERE

· Difesa alta: si parte a difendere a 12-13 metri dalla porta avversaria, cercando così di tenere il Difesa Alta
più lontano possibile il pallone dalla nostra porta. In questa maniera, abbiamo più metri e tempo Esempio di cambio di marcatura su un avversario che non ha il possesso di palla
a disposizione per recuperare su un eventuale errore. Questa è l’altezza idonea per realizzare più Difesa contro un attacco schierato 3-1, con l’utilizzo del pivot
cambi di marcatura.
Come principio difensivo, sulla ri-
· Difesa metà campo: si parte a difendere a 20 metri dalla nostra porta ed i principi sono gli stessi messa effettuata dal portiere, si deve
della difesa alta, ma cercando di rischiare di meno sulle linee di passaggio, perche sono più vicino chiudere il centro, evitando così il
alla mia porta. I cambi di marcatura in questa zona saranno meno frequenti perché la palla non lancio dell’estremo difensore ver-
sarà sempre pressata. so il pivot. Si deve quindi arretrare
la prima linea difensiva, per fare in
· Difesa bassa o schierata: si parte da 12-13 metri dalla nostra porta ed in questa zona cerco di modo che il portiere debba scaricare
non fare cambi, perché ci sono meno coperture ed ogni errore difensivo può portare ad un tiro la palla sui giocatori 1, 2 o 3.
avversario verso la nostra porta. La nostra difesa assume un posizio-
namento 1-2-1, creando 3 linee di-
fensive; ovviamente il nostro portie-
I CAMBI DI MARCATURA re è una quarta linea difensiva.
Una volta effettuata la rimessa dal
Per effettuare i cambi di marcatura, la pressione sulla palla è fondamentale. Senza pressione sulla portiere, B effettuerà una forte pressione sulla palla, cercando di coprire la fascia, evitando così
palla, bisogna rientrare fino ad avere un campo visivo ampio, adatto per decidere il cambio. che il giocatore 2 possa scaricare la palla lungolinea.
È fondamentale avere fiducia nella propria organizzazione difensiva.
Contemporaneamente, il difendente opposto alla palla, in questo caso il giocatore C, coprirà il
I cambi di marcatura si basano: o sulla comunicazione visuale, attraverso l’analisi del gioco; o sulla centro del campo creando una seconda linea difensiva e, contemporaneamente, farà una copertu-
comunicazione verbale, grazie alle indicazioni date o ricevute dal compagno. ra ai giocatore A e B.
L’ultimo uomo (D) cercherà di giocare in anticipo sul suo marcatore ed il portiere giocherà più
Il cambio di marcatura avviene: avanzato, 6-7 metri dalla propria porta.
· quando la palla è fortemente pressata; Quello che cerco in difesa col difendente B, coprendo la fascia ed effettuando pressione sulla palla,
· quando ho la copertura alle mie spalle; è che il giocatore 2 si senta nell’obbligo di giocare la palla orizzontalmente, evitando così che si
· quando l’attaccante, sul quale sto per cambiare la marcatura, entra nel mio campo visivo. rompano due linee difensive con un passaggio verticale. La creazione di almeno tre linee difensive
ci permette in questo caso di valutare il cambio di marcatura tra il giocatore A e C.
Il cambio di marcatura viene effettuato sicuramente non per correre di meno nè per risparmiare
energia, ma sarà fatto principalmente per aumentare la probabilità di intercettare il pallone du- Se il giocatore 1 fa un taglio senza
rante il possesso avversario. palla, sia davanti che dietro, il di-
In questa maniera, la squadra garantirà più coperture mantenendo ben salde le sue linee difensive Copertura del fendente A - ma solo se c’è una forte
ed i giocatori saranno posizionati in zone del campo più adatte alle proprie caratteristiche. pressione sulla palla - può valutare
lato opposto.
Dominio dello spazio

se cambiare marcatura (in questo


Personalmente, preferisco che il cambio di marcatura avvenga con una comunicazione visiva e caso A cambierà marcatura, pren-
non verbale. Sarà quindi il giocatore della linea più avanzata a valutare e decidere se realizzare il dendo il giocatore 3, e C prenderà il
Lettura della pressione
sulla palla:
valuta possibile cambio
di marcatura

cambio: in questo modo sarà molto più complesso ma anche più efficace. taglio del giocatore 1).
Il giocatore A rimarrà sulla linea di
Chiusura della fascia e
forte pressione
passaggio per cercare di intercettare
la palla.
sulla palla

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CAMBI DI MARCATURA SULLA RIMESSA DEL PORTIERE CAMBI DI MARCATURA CON LA DIFESA A METÀ CAMPO

Difesa Alta Esempio di cambio di marcatura sulla linea di passaggio


Esempio di cambio di marcatura su un avversario che non ha il possesso di palla Difesa contro un attacco schierato 3-1
Difesa contro un attacco schierato 4-0
Nella figura 6 a sinistra
In questo esempio, contro un attac- vediamo una situazione
co posizionato come nella figura 3, di scarico palla e taglio,
diventa più difficile creare tre linee contro una difesa a metà
difensive quando la palla non è an- campo.
cora in gioco. Durante questo passaggio
Se il portiere ha la palla in mano, tutti i difensori dovranno
questa non sarà mai pressata; quin- spostarsi. Saranno fonda-
di, come regola, per qualsiasi taglio mentali gli spostamenti
senza palla si segue il proprio uomo. insieme alla traiettoria
A seconda del livello della propria del pallone per la riuscita
squadra, si possono però valutare al- della pressione.
cuni cambi di marcatura. Il giocatore C, al momento
dello scarico del giocato-
Ad esempio, se il giocatore della prima linea (B) ha nel proprio campo visivo due giocatori (2 e 4), re 3, valuterà la possibili-
può decidere di cambiare marcatura. In questa maniera possiamo evitare di portare tre giocatori tà di cambiare marcatura.
sulla stessa linea di difesa. Il giocatore (D) riesce così a dare copertura alla linea più avanzata.

Nella Fig. 7 vediamo la ri-


uscita della pressione del
Una volta scaricata la palla dal portiere, il giocatore (A) sul giocato-
giocatore (B) cercherà di pressare la palla il re (1).
più possibile, cercando di chiudere la zona Il giocatore (C), sicuro
centrale della nostra difesa; favorirà così la della copertura del gio-
possibilità di scegliere di cambiare marcatu- catore (D) e della forte
ra al giocatore (A) con il giocatore (C). pressione del giocatore
(A), rimarrà sulla linea di
passaggio e poi recupe-
rerà verso l’avversario.
Nella figura 5 qui accanto, vediamo che il di- Il giocatore (B) leggerà
fensore (B) pressa in maniera forte la palla l’orientamento fisico che
ed il giocatore (C) scende per fare copertura avrà il giocatore (1).
sul lato opposto. In questo modo si creano le
3 linee difensive.
Il giocatore (A), quando il giocatore (1) ta- Dobbiamo avere presente che, in questo cambio di marcatura, si presenta una situazione di fuori
glia, cambia marcatura con il giocatore (C), linea del giocatore (C) con il giocatore (4): si tratta di un contesto molto rischioso, se non avviene
rimanendo sulla linea di passaggio dell’av- molta pressione sulla palla.
versario (3).

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CAMBI DI MARCATURA CON VARIAZIONE DEL DOMINIO DELLO SPAZIO Nella figura 10, vedia-
mo un’altra situazione
Difesa Bassa di cambio di marcatu-
Cambio di marcatura sul giocatore che ha effettuato un passaggio ra, quando il pivot viene
Difesa contro un attacco schierato 3-1 servito con un passaggio
orizzontale.
In questo esempio vediamo una situazione in cui gli avversari si sono schierati 3-1 con pivot sulla Il cambio è molto simi-
fascia, con scarico in verticale e sovrapposizione del giocatore (3). le alla figura precedente
(Fig.9), ma qui, anche se
non sono in ritardo, cer-
co sempre di cambiare la
Nella mia difesa, in que- marcatura: la pericolosità
sta situazione (Fig.8), il del tiro in porta, in questa
giocatore (C) dovrebbe zona di campo, è infatti
seguire (3) senza effettua- più elevata.
re il cambio di marcatura.
Possiamo però valutare
di cambiarla solo quando
(C) è in leggero ritardo ri-
spetto al taglio del gioca-
tore (3).

Il cambio, a questa altezza


di campo (vedi Fig.9), ha
un pericolo in più: il tiro
in porta. Quindi e molto
importante mantenere il
più possibile la pressione
sul pallone nel momento
del cambio.

Cioè, il giocatore (D)


aspetterà che (C) alme-
no copra la palla, che è
in possesso del giocatore
(4), per effettuare il cam- Aida Xhaxho
tro la Slovacchia
bio di marcatura. in azione con

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CAMBI DI MARCATURA CON VARIAZIONE DEL DOMINIO DELLO SPAZIO I RADDOPPI DI MARCATURA

Difesa Alta Il raddoppio consiste nell’aiutare un proprio compagno, che sta marcando, durante un’azione di-
”Salto” o cambio di marcatura sul giocatore che ha effettuato un passaggio fensiva, il possessore di palla.
Difesa contro un attacco schierato 4-0 Questa azione ha lo scopo di mettere in inferiorità numerica chi è in possesso di palla, per non
fargli guadagnare campo e con il fine di rubargli la sfera.
Nella Fig.11 accanto, ve- Possiamo anche dire che lo scopo è quello di limitare lo spazio e accorciare il tempo per un’even-
diamo una situazione di tuale giocata dell’avversario, collaborando con il proprio compagno. In questa situazione la nostra
“salto”: per salto inten- squadra sta assumendo un rischio, dovuto al fatto che, per creare la superiorità numerica del rad-
do quando un difensore doppio, si lascia un’inferiorità in un altro settore del campo.
cambia il suo avversario
diretto senza pallone da I raddoppi possono essere differenziati in: verticali, orizzontali (in questi due casi dipende dalla
marcare, “saltando” ap- traiettoria del passaggio) o sulla conduzione di palla. Scopriamoli meglio:
punto sul possessore del- · Raddoppio Verticale: quando un giocatore decide di effettuare un raddoppio su chi ha ricevuto
la palla, con l’intenzione un passaggio verticale. In precedenza, veniva marcato chi ha effettuato il passaggio.
di rubare la sfera o pres- · Raddoppio Orizzontale: quando un giocatore decide di effettuare un raddoppio su chi ha rice-
sare forte la palla. vuto un passaggio orizzontale. Come nel caso del “Raddoppio Verticale”, la marcatura di partenza
Colui, che era il difenso- è sempre sul passatore, per poi effettuare il raddoppio sul ricevente.
re sul possessore di pal- · Raddoppio su conduzione palla: quando un giocatore decide di effettuare un raddoppio di mar-
la, prende in consegna la catura su un gioatore già in possesso di palla.
marcatura del difensore
che salta.
Come effettuare un raddoppio di marcatura:
Dopo la conduzione del giocatore (2), questo effettua un tocco con la suola della scarpa all’ indie- · chi decide di raddoppiare, lo farà chiudendo la linea di passaggio dell’avversario diretto;
tro, verso il giocatore (4), e taglia. · chi difende sul possessore di palla, dovrà effettuare una forte pressione, senza consentirgli uno
Il Giocatore (D) in questo caso non segue il suo uomo, per non entrare sulla stessa linea difensiva spostamento del possesso della sfera o uno scarico facile;
di (A) e (B), mantenendo invece la zona di copertura. · il difensore che raddoppia, deve farlo con velocità e decisione;
· il terzo difensore (uomo di copertura) deve creare un triangolo difensivo.

È per questo motivo che, Quando effettuare un raddoppio di marcatura:


dopo la “suolata del gio- · quando, contro una difesa alta, non viene effettuato lo scarico sul portiere;
catore (2) verso” il gioca- · quando la distanza, tra il difensore e l’avversario da raddoppiare, è corta;
tore (4), il giocatore (B) fa · quando c’è un controllo di palla non preciso da parte dell’attaccante;
un salto di marcatura sul · quando l’attaccante non effettua un taglio dopo aver effettuato un passaggio verticale.
giocatore (4).

Il salto viene effettua- Perché faccio un raddoppio di marcatura:


to quando il passaggio è · per creare una superiorità numerica rispetto al possessore di palla, nel tentativo di recuperare
corto, all’indietro o sulla sfera;
stessa linea del pallone. · per rendere più difficile, se non impossibile, lo sviluppo di una manovra di attacco da parte degli
avversari.

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ESEMPIO DI RADDOPPIO DI MARCATURA ESEMPIO DI RADDOPPIO DI MARCATURA


Dopo un passaggio orizzontale Sulla conduzione della palla

Nella figura 13 accanto, Proseguendo nella nostra


vediamo come il giocato- spiegazione, vediamo
re (B), dopo il passaggio adesso un caso di rad-
orizzontale del giocato- doppio che avvenga sulla
re (2) verso il giocatore conduzione della palla:
(1), decida - valutando la decidiamo di effettuarlo
pressione del compagno in caso di ricezione non
(A) - di effettuare il rad- ottimale, quando siamo
doppio, chiudendo così la vicini al portatore (Vedi
linea di passaggio. la fig.15 qui accanto).

In questo caso, il raddoppio viene effettuato perché il passaggio è molto corto, non c’è scarico sul
portiere e c’è in contemporanea la copertura difensiva del giocatore (C). Il giocatore (B) dovrà pressare il possessore di palla e, una volta che lo stesso (2) avrà avuto una
È molto importante che la pressione del giocatore (A) sia aggressiva, senza permettere così al at- ricezione non perfetta, il difendente (A) deciderà di raddoppiare la marcatura su (2), per recupe-
taccante di ragionare. rare il possesso della sfera o contrastando l’avversario per impedirgli di scaricare palla.
(D) formerà il triangolo difensivo ed effettuerà la copertura sulla seconda linea difensiva.

ESEMPIO DI RADDOPPIO DI MARCATURA


Dopo un passaggio verticale

In questo esempio della fi-


gura 14, vediamo un pas-
saggio verticale dell’at-
taccante (1). Il difensore
(A) decide di effettuare
un raddoppio.

Anche se in questo caso


c’è una distanza lunga tra
il difensore e l’avversario
da raddoppiare, possia-
mo valutare di effettuar-
lo perché l’attaccante (1),
che esegue il passaggio,
non fa un taglio offensivo.

38 NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO NOTIZIARIO del SETTORE TECNICO 39


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ESERCITAZIONI PER ALLENARE I CAMBI DI MARCATURA ED I RADDOPPI ESERCIZIO NUMERO 3

ESERCIZIO NUMERO 1 Obiettivi: Raddoppio - Riorganizzazione difensiva


Campo: 40x20
Obiettivi: Difesa sulla prima linea- Cambio di marcatura Giocatori: 4vs4, 5vs5, + 2 sponde dentro l’area + 2 giocatori dentro la base
Campo: 20x20 Tempo: 2 blocchi di 6’ l’uno
Giocatori: 3vs3 + Portieri Regole del punteggio: 10 passaggi = 1 gol
Tempo: 1’ / 1’15’’

Iniziamo sempre con la rimessa dal por-


tiere. Non ci sono nè rimesse laterali, nè
angoli.
Io utilizzo molto questo lavoro perché
credo che sia l’esercizio base per riuscire
ad allenare i cambi di marcatura in pri-
ma linea con le coperture; ciò è dovuto
al fatto che in questa maniera riusciamo
a ricreare le situazioni che avverranno
poi in partita.

ESERCIZIO NUMERO 2

Obiettivi: Difesa sulla prima linea - Cambio di marcatura - Raddoppi - Temporeggiamento


Campo: 40x20
Giocatori: 4vs3 + successivo inserimento del quarto difensore
Tempo: 2 possessi per squadra

Si parte dalla rimessa dal portiere senza


l’obbligo di fare uscire la palla dall’area. Possesso palla a 2 tocchi, senza poter entrare in area (che corrisponde alla zona dove sono previ-
Si gioca un 4vs3 in 15 metri senza limi- ste le sponde).
ti di tocchi. 4 passaggi obbligatori nella I 2 giocatori dentro la base a metà campo avranno ciascuno una palla in mano (i palloni in campo
zona delimitata, per poter attaccare la saranno quindi tre, compreso quello inizialmente in gioco) e saranno attivi solo quando un loro
porta avversaria. Il quarto difensore po- compagno di squadra prenderà la sfera con le mani: a questo punto il compagno nella base dovrà
trà attivarsi quando il pallone supererà uscire con la palla al piede, continuando il possesso, mentre chi avrà preso la sfera con le mani
questa zona. andrà al suo posto nella base.
Con questo esercizio la prima linea (che
è in inferiorità numerica) farà diversi In questo esercizio posso lavorare su diverse situazioni come: il possesso palla, le prese di decisio-
adeguamenti difensivi e cambi di mar- ne e la riorganizzazione difensiva.
catura, valutando come effettuare la Personalmente lo propongo spesso per valutare i possibili raddoppi. In questo esercizio, diventa
pressione sulla palla. Possiamo valutaredi effettuare i possibili raddoppi verticali, vista la corta fondamentale la forte pressione sulla palla, per la quantità di opzioni che ha a disposizione il pos-
distanza tra gli attaccanti. sessore.

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SCUOLA ALLENATORI

CONCLUSIONI

Nella mia carriera da giocatore, sono cresciuto in Argentina giocando a futsal in una scuola dove
era quasi un “insulto” tentare di fare un cambio di marcatura: ogni giocatore aveva il suo uomo
su cui difendere, su tutto il campo 40 x 20, e se quello faceva gol - o ti saltava - era puramente
ed esclusivamente colpa tua. Insomma, il calcio a 5 era diventato uno sport dove la fase di non
possesso non era un gioco di squadra; non si parlava mai della qualità dell’avversario, ma solo di
errori individuali.

Poi sono arrivato in Italia e con diversi allenatori abbiamo affrontato la fase di non possesso a
zona, efficace nelle basse categorie, ma di difficile esecuzione nelle serie di primo livello.
Con la difesa a zona c’era sempre un motivo per dare la colpa ad un altro compagno: non era mai
un mio errore!

Negli ultimi anni, ho giocato in un sistema difensivo dove era prevista la marcatura individuale,
ma con possibili cambi difensivi. Devo dire che è stata questa la soluzione che mi è piaciuta di più,
sia per il bene della squadra che per lo spettacolo offerto in campo: ne derivano infatti dei rischi
che prendiamo, soprattutto nella zona alta del campo avversario, dove però una palla rubata o un
suo intercetto ti mette nella condizione, praticamente, di finalizzare l’azione.

Come è stato più volte sottolineato durante il corso per “Allenatore di calcio a 5 di primo livello”
di Coverciano, tutti i sistemi sono validi, hanno i loro pregi ed i loro difetti. La Nazionale femminile Under 16, contro le pari età norvegesi, durante l’amichevole disputata a Coverciano
È una discussione infinita, dove tutti e nessuno possono avere ragione, perché c’è chi ha vinto
difendendo a zona e chi ha trionfato con le marcature individuali, e chi, infine, ha avuto successo
proponendo i cambi di marcatura.
Se devo però pensare alla mia squadra, unendo risultati e spettacolo, sono sicuro allora di prefe-
rire quest’ultima strategia.

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CURIOSITÀ CURIOSITÀ

Niente di più stimolante per una giovane ragazza con il sogno nel cassetto di divulgare le pro-
prie conoscenze e diventare allenatrice dei portieri: così Sori Moon, affascinata dalle lezioni della
scuola italiana, ha iniziato a desiderare l’abilitazione come allenatrice degli estremi difensori, da
elli ottenere nella patria dei Numeri uno, in Italia. Un anno e mezzo dopo, l’ex portiere della nazionale
Petr femminile coreana under 21 - attaccati i guantoni al chiodo, ma con la grande voglia di proseguire
no la propria avventura nel mondo del calcio - era a Palermo, a seguire in prima fila le lezioni pro-
eta
Ga prio di Gaetano Petrelli, Coordinatore del corso per diventare allenatore di portieri e docente di
“Tecnica dei portieri”.

Una storia che ci insegna - al di là della voglia di imparare e di rimettersi sempre in gioco - quan-
to, in un calcio sempre più globalizzato, la Scuola Allenatori italiana sia sempre considerata un
punto di riferimento per le sue metodologie di insegnamento e di allenamento.

DALLA COREA A PALERMO Gaetano Petrelli,


Coordinatore del corso tenuto a Palermo
per diventare “Allenatore di portieri

PER IMPARARE DIRETTAMENTE per Dilettanti e Settore Giovanile”,


è docente della Scuola Allenatori

DALLA SCUOLA ITALIANA del Settore Tecnico.


Dal 1° gennaio 2017
è il preparatore dei portieri del Kryliya Sovetov,
La storia di Sori Moon, una ragazza asiatica che in Sicilia squadra della città di Samara
che milita nella massima divisione
ha conseguito l’abilitazione come allenatrice di portieri del campionato russo.

U
a cura della Redazione
n’allieva particolare, quantomeno nella provenienza.
Perché il corso per “Allenatore di portieri per dilettanti e settore giovanile”, organiz-
zato dalla FIGC e che si è tenuto a Palermo, dallo scorso 17 ottobre fino al 5 novembre
2016, ha visto la partecipazione anche di Sori Moon: ragazza coreana, ex portiere della
nazionale asiatica femminile under 21 e con la grande voglia di diventare preparatrice degli estre-
mi difensori, volendo imparare direttamente dalla scuola italiana. Una scuola rinomata – appunto
- in tutto il mondo.

Ma andiamo con ordine. Ripartiamo da circa due anni fa, dall’aprile del 2015, quando una dele-
gazione del Settore Tecnico della FIGC era andata in Corea del Sud per tenere delle lezioni tecni-
co-tattiche agli allenatori asiatici delle nazionali giovanili e aiutandoli direttamente sul campo
nelle metodologie di allenamento, rinsaldando così lo stretto rapporto di collaborazione tra la
federazione italiana e quella locale. La delegazione, nella sua duplice funzione di allenamenti sul
campo – per i giovani calciatori – e lezioni in aula – per gli allenatori della federazione coreana
– era così suddivisa: il Direttore della Scuola Allenatori, Renzo Ulivieri, e Vanni Sartini intenti a
spiegare tecnica e tattica, mentre Gaetano Petrelli aveva il compito di diffondere la metodologia Gaetano Petrelli mentre spiega agli allievi del corso di Palermo.
italiana di allenamento per i portieri. In prima fila, a destra, la ragazza coreana Sori Moon

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IDEE PER L’ALLENAMENTO IDEE PER L’ALLENAMENTO

andare in rete e i difensori che dovranno impedirlo, applicando una corretta lettura della palla e
attuando le necessarie diagonali difensive per assorbire l’inserimento degli attaccanti.
L’azione termina con la conclusione degli attaccanti o il recupero della palla da parte dei difensori.

IDEE PER
L’ALLENAMENTO

UNA PROPOSTA DI ESERCITAZIONE DEL CORSO TERRITORIALE UEFA B DI FIRENZE

CATEGORIA: prima squadra

OBIETTIVI: lettura della palla (coperta/scoperta), elastico difensivo, diagonali difensive, postura
del corpo, trasmissione della palla, smarcamento, colpo di testa. NECESSITA DI: 10 giocatori, 1 pallone, casacche di 3 colori.

DESCRIZIONE: l’esercitazione è finalizzata principalmente ad allenare la fase di non possesso del IN QUALE MOMENTO DELLA SEDUTA DI ALLENAMENTO È COLLOCATA: l’esercitazione può
reparto difensivo; in particolar modo, la lettura della palla (coperta/scoperta) e l’esecuzione delle essere proposta in qualsiasi momento dopo la fase di riscaldamento.
opportune diagonali preventive sulle palle alte alla ricerca degli attaccanti e dei loro inserimenti.
QUANTE VOLTE A SETTIMANA: su tre allenamenti settimanali, questa esercitazione viene svolta
L’esercitazione si svolge su tre quarti di campo e interessa un totale di 10 giocatori: almeno una volta a settimana, fino a quando certi automatismi non vengono assimilati.
· squadra difendente - 1 portiere e 4 difensori; Successivamente viene proposta qualora le caratteristiche di gioco della squadra avversaria ri-
· squadra attaccante - 2 centrocampisti e 3 attaccanti. chiedano particolare attenzione a tali situazioni di gioco.

L’azione parte sempre dal portiere che rinvia la palla con la difesa che sale. VARIANTI:
· qualora i difensori riescano a recuperare palla, si passerà ad effettuare un possesso palla 7 (por-
I centrocampisti, una volta messa palla a terra, iniziano a condurla e a trasmettersela, consentendo tiere + 4 difensori + 2 centrocampisti) contro 3 (attaccanti) nella metà campo;
alla difesa di alzarsi o abbassarsi, a seconda della corretta lettura della palla (coperta o scoperta). · qualora i difensori riescano a recuperare palla, si passerà ad effettuare un possesso palla 7 (por-
I difensori dovranno alzarsi, abbassarsi o temporeggiare, prestando particolare attenzione alla tiere + 4 difensori + 2 centrocampisti) contro 3 (attaccanti) nella metà campo, con l’obiettivo - per i
postura del corpo. possessori - di portare la palla in meta oltre la metà campo, dopo aver fatto un giro palla completo,
I centrocampisti di volta in volta provvederanno a calciare una palla lunga alla ricerca degli attac- e per i difendenti di recuperare palla ed andare al tiro prima possibile, creando una situazione di
canti; a questo punto, l’esercitazione diventerà attiva, con gli attaccanti che dovranno cercare di 1 contro 1.

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Patrick Cutrone

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