MORALI E SCIENTIFICI SI SCONTRANO IN- TORNO ALL'ESSENZA DELLA VITA E ALLA NA- TURA DELL'ANIMA.
che cosa è possibile conoscere di chi resta ai margini della societa
o vi si affaccia solo per il tempo brevissimo di una nascita subi- to seguita dalla morte? ~esta domanda antica è qui riproposta alla luce della storia di una donna, processata per infanticidio, e di suo figlio. La ricerca ha condotto in direzioni diversissime: ac- canto a esigue tracce anagrafiche e processuali è stato necessario esplorare il vasto territorio occupato dall'infanticidio come pec- cato e come delitto, come pratica diffusa nella societa cristiana e come ossessiva proiezione mentale contro l'umanita «altra» di ebrei e streghe. Accanto alla lunga disciplina per convogliare la ripro- duzione umana nel matrimonio è emerso il peso di una intera tradizione teologica e medica nell'esplorare le forme della tra- smissione della vita nel contesto di una religione dominata da un Dio diventato uomo in un corpo di donna. Fissare l'attimo ini- ziale della vita fu il problema su cui si vennero progressivamen- te concentrando conoscenza scientifica e dottrine religiose. La vi- cenda di Lucia rimanda a quelle di moltissime donne dell'epoca sua, il suo caso si situa nel quadro delle concezioni dell'identità umana e dei rituali elaborati per fissare i confini tra i vivi e i mor- ti. La sorte sua e quella di suo figlio appaiono cosi inestricabil- mente legate al modo in cui quella cultura risolse un problema antico e ricorrente nella storia delle nostre civiltà: se esista e in che cosa consista la speciale natura dell'essere umano.
ADRIANO PROSPERI e docente di Storia dell'eta della Riforma e della
Controriforma alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
ISBN 88-06-16754-5
€ 24,00 9 14 La storia
ghie nelle dita delle mani e piedi». I chirurghi potevano afferma-
re che «la detta creatura» non solo «era un parto perfetto di nove mesi», ma anche che era nata viva e che era stata uccisa subito do- po la nascita: questo era provato dalla contrazione delle membra e dalle ferite e dal sangue, che la relazione minuziosamente de- scrisse24• A questo punto il lavoro dell' auditore del Torrone era giunto al termine. Il r6 gennaio si riuni la congregazione crimina- le, di cui facevano parte - accanto all'auditore, il romano Marco All'tonio Venturini - il cardinallegato e il vicelegato. La causa fu esaminata e fu rimessa all' auditore del Tribunale del Torrone a cui spettava emettere la sentenza.
La storia di Lucia narrata dalle carte del tribunale è tutta qui.
Molte le domande che si affollano nelleggerla. Finora abbiamo semplicemente scorso le carte del processo seguendo il lavoro del notaio del Torrone, leggendo deposizioni, dichiarazioni, confes- sioni da lui ascoltate e verbalizzate. La realtà che quelle carte han- no fatto rinascere sotto i nostri occhi è stata fissata per sempre in un punto del tempo ed è vera di quella verità che appartiene alla realtà del passato: immutabile perché niente potrà renderla diver- sa da quel che è stata, soggetta però a mutamento nella conoscen- za che siamo capaci di averne. Niente fermerà quella mano che ha impugnato il coltello la mattina del 5 dicembre del 1709 e niente potrà cambiare la sorte di Lucia che i giudici si preparavano a de- cidere. Ma un documento trascurato potrebbe svelarci qualcuna delle tante cose che non sappiamo o cambiare l'interpretazione di quelle che abbiamo letto. Noi abbiamo davanti parole fissate sul- le carte del processo. Attraverso quelle carte entriamo in contat- to con fatti, opinioni, ambienti: li ricostruiamo dentro di noi fino a farcene un'idea, come se invece delle parole avessimo davanti persone. Attraverso le parole, persone morte, da secoli si muovo- no, parlano e agiscono come se fossero vive. E inevitabile che co- si sembri. Ma è giusto ricordare che cosi non è. Su di un punto non ci sono dubbi: vorremmo capire meglio se le cose andarono veramente come le carte raccontano e perché an- darono in quel modo. Molti dettagli sono poco chiari o decisa- mente incomprensibili. Perché Caterina, la madre, fu cosi dura con la figlia da trattarla - proprio lei, la madre - col nome di «fur- fante»? Nemmeno il giudice usò mai un termine tanto aggressivo e ostile. E poi ci sono tutte quelle figure che si muovono intorno a questa storia: un prete, padre inconsapevole ed evanescente, del-
24 Processo Cremonini, cc. 33'-35r.
Dagli atti del processo 15
le vicine, tanti esperti che attraversano la scena per ispezionare
corpi e rilasciare pareri. La macchina della giustizia avvolge tutto e di tutto risponde. Ma questa giustizia tanto precisa ed efficien- te è insieme vicina e lontanissima dal nostro presente; bisogna cer- care di capire meglio il sistema mentale che la regolava. Tuttavia queste sono domande che girano intorno al problema principale: la storia che i documenti raccontano è tale da sfidare la nostra sicurezza e tranquillità di esseri umani. L'atto della ma- dre che !lccide il figlio rende sconvolgente e minacciosa questa vi- cenda. E accaduto, può ancora accadere, di fatto continua ad ac- cadere: e ogni volta che accade 1'atto rinnova reazioni profonde perché incrina il senso della continuità della vita, colpisce alla ra- dice la speranza come proiezione della specie nel futuro. Come al- tre tragiche realtà che fanno parte della storia delle società uma- ne possiamo - per il passato - relegarle nel rumore di fondo della storia e affidarle nel presente ad altre forme di conoscenza: la cri- minologia, la psicologia sociale, la sociologia. Ma la distinzione tra passato e presente è difficile da segnare: sarebbe come studiare la cresta instabile dell'onda ignorando che quelle gocce vengono dal mare e al mare ritornano. Possiamo chiederci come e perché le co- se sono andate cosi quella volta. Sarà come vuotare il mare con un cucchiaio. E forse reagiranno con un po' di fastidio tutti coloro che concepiscono la storia come una forma di conoscenza abba- stanza antica e sicura di sé da poter ignorare domande elementari come questa. Tuttavia bisogna pur chiedersi che cosa significhi studiare la storia: non in generale ma questa storia. Si tratta in pri- mo luogo di capire che cosa è realmente avvenuto. Ciò significa, intanto, che non possiamo fermarci alla narrazione del contenuto puro e semplice del fascicolo giudiziario. Quel fascicolo è nato per rispondere ad un altro genere di domande: documentare la cor- rettezza della procedura in base alle norme allora vigenti in un luo- go determinato e per precise categorie sociali, calare un atto nel disegno predisposto dalle leggi, misurarlo e punirlo. Qui non è la tipologia del reato che interessa ma la storia di quel che ha fatto, pensato e provato quella persona in quel momento della sua vita. La distanza temporale rende l'avvenimento irremissibile: rende vano il tentare di toccarlo e di cambiarlo, cosi come gli antichi im- maginavano vano il desiderio di abbracciare le ombre dell' Ade. Questo non toglie che desideriamo ugualmente abbracciare le om- bre: e comprendere è l'equivalente di quell'abbraccio. Il tentati- vo di comprendere è all' origine della storiografia come forma di conoscenza. Come sappiamo, le risposte che si dànno concreta- mente alla domanda sono sempre parziali, segnate da limitati suc-
La Divinazione. Magia e Divinazioni Arti Divinatorie e Profezia Lacc82c280c299individualitacc83c2a1 e La Personalitacc83c2a1 Umana by j. Maxwell a. Musettini z Lib.org