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La preistoria

1) Le origini della Terra


Secondo la teoria detta del Big Bang, l’Universo avrebbe avuto
origine circa 12 miliardi di anni fa da uno scontro di particelle av-
venuto a temperature molto elevate, che ha generato tutta la materia
che conosciamo oggi.
Il nostro Sistema Solare è nato pressappoco 4 miliardi e mezzo
di anni fa da una vasta nube di gas e polveri in rotazione su se stessa:
la nebulosa primordiale.
A causa di una perturbazione, forse l’esplosione di una super-
nova vicina, questa nube è collassata sotto il proprio peso, la sua
rotazione ha subito quindi un’accelerazione e la nube si è appiattita
sotto l’azione della forza centrifuga; grani di polveri e gas hanno
così formato un disco spesso, nel cuore del quale la pressione e la
temperatura sono giunte a livelli tali da favorire l’accensione della
nostra stella: il Sole.
Tutt’intorno, poi, si organizzava la materia: sotto l’effetto della
gravità, le polveri si agglomeravano formando dei piccoli pianeti di
alcune centinaia di metri; a loro volta questi si aggregavano tra loro e
nel giro di un centinaio di milioni di anni si formarono i pianeti come
li conosciamo oggi, tra i quali la nostra Terra, che inizialmente era un
globo di materiali incandescenti e allo stato liquido.
Dopo un miliardo e mezzo circa di anni quest’ammasso si solidifica
e si raffredda, mentre giganteschi fenomeni di evaporazione e di con-
densazione danno origine agli oceani.
Circa 3 miliardi di anni fa, in seguito a una serie di processi chimici,
sulla Terra appaiono i batteri, la prima manifestazione di vita; quindi
compaiono i primi organismi atti a compiere la fotosintesi clorofilliana
e a produrre ossigeno, le alghe cianoficee.
La storia della Terra viene suddivisa in cinque ere geologiche:
Archeozoica, Paleozoica, Mesozoica, Cenozoica, Neozoica. Ogni era
1. La preistoria

si articola in periodi e questi, a loro volta, in epoche. La storia geolo-

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I fossili: organismi animali gica della Terra viene analizzata attraverso
o vegetali conservati nella lo studio di fonti materiali come manufatti
crosta terrestre grazie a lenti e fossili.
processi di mineralizzazio-
ne (termine che indica la
forma del fossile, garantita,
dopo la distruzione dell’or- 2) Storia, storiografia e Preistoria
ganismo, dal riempimento di
sostanze minerali, rendendolo
chimicamente più stabile, La Storia (dal greco historía = indagine,
ad esempio: i vuoti delle
conchiglie dei molluschi);
ricerca) è il complesso delle vicende umane
nel loro svolgersi secondo una successione
essi rappresentano l’anello di
congiunzione nella lunga ca- cronologica e una concatenazione di cause
tena di evoluzione dei diversi
e di effetti.
gruppi di organismi.
La Storiografia è l’insieme delle opere
letterarie che mirano a valutare criticamente i fatti storici scientifica-
mente accertati.
La Preistoria, a differenza della Storia, non viene ricostruita sulla base
di fonti scritte; non si serve di testimonianze intenzionali (i documenti
con cui gli uomini intendono lasciare il ricordo di sé ai posteri); viene
ricostruita soltanto attraverso l’esame scientifico dei reperti archeologici.
Lo studio della Preistoria, a sua volta, si avvale dell’apporto dei
risultati raggiunti da alcune scienze speciali, quali:

Geologia Consente di conoscere le trasformazioni subite dalla crosta


terrestre attraverso l’analisi dei diversi strati e di stabilire
Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

l’età dei corpi e degli oggetti ritrovati


Paleontologia Cerca di individuare la fauna e la flora di epoche remote,
attraverso l’esame dei fossili, delle impronte e delle tracce
lasciate dagli esseri viventi poi scomparsi
Antropologia Studia l’origine dell’uomo, le razze esistenti sulla Terra e
quelle estinte
Paletnografia Analizza i reperti delle età più remote (armi, utensili ecc.)
Etnologia Studia le culture e le relazioni sociali di gruppi viventi
o estinti
Linguistica Cerca di stabilire l’identità dei vari popoli in base alla
conoscenza scientifica e storica della lingua

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3) Dalla scimmia all’uomo

La necessità di adattarsi all’ambiente determina una differenziazione


tra i mammiferi: si distinguono molti ordini, cioè gruppi di animali
con caratteristiche comuni. Tra questi rivestono particolare importanza
nello studio sull’origine della specie umana i primati (le cosiddette
protoscimmie), considerati gli antenati dell’uomo.
Il progenitore più antico della specie umana è il Ramapithecus,
una scimmia con caratteri umani vissuta tra i 14 e i 12 milioni di anni
fa. Di esso sono stati trovati resti fossili in Asia e Africa. Il suo diretto
discendente è l’Australopithecus africanus, i cui resti, trovati in
Sudafrica e in Africa orientale, risalgono a un periodo compreso tra i
5 e i 2 milioni di anni fa. Si tratta di un bipede che si nutre di caccia
e di raccolta e si serve degli strumenti che la natura gli offre: pietre
scheggiate, ossa, corna e denti di animali. Vive in comunità formate
da 20-30 individui e probabilmente si esprime attraverso emissioni di
suoni che preludono al linguaggio.
Dall’Australopithecus discende l’homo habilis che risale a circa 2
milioni di anni fa, come dimostrano i resti fossili rinvenuti in Tanzania.
L’homo habilis sa ricavare dalle schegge dei ciottoli rudimentali stru-
menti che gli archeologi hanno chiamato choppers (asce).
Circa 1,5 milioni anni fa compaiono strumenti più evoluti, detti
amigdale per la caratteristica forma a mandorla, opera dell’homo
erectus.
A un’età che oscilla tra i 300.000 e i 100.000 anni fa risale l’homo
sapiens. A questa fase dell’evoluzione umana appartiene l’uomo
di Neanderthal, i cui resti sono stati trovati in una località presso
Düsseldorf verso la metà del XIX secolo. Si suppone che le genti di
Neanderthal siano vissute in Europa per circa 70mila anni fino all’av-
vento dei climi più temperati e si sarebbero estinte perché incapaci di
sopportare le temperature più calde.
Tra i 50.000 e i 20.000 anni fa compare l’homo sapiens sapiens,
il diretto progenitore dell’uomo moderno. La sua presenza è testimo-
niata dal ritrovamento di utensili sempre più funzionali, che rivelano
1. La preistoria

l’evoluzione delle capacità tecniche e dell’inventiva della specie umana.

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4) Dall’età della pietra all’età dei metalli

La Preistoria è stata suddivisa dagli studiosi in tre età principali: età


della pietra, età del bronzo, età del ferro.

L’età della pietra. Durante la prima fase della Preistoria l’uomo è


soprattutto raccoglitore e cacciatore e si sposta da una regione all’altra
in cerca di cibo (nomadismo). Costruisce utensili rudimentali ricavandoli
dalla selce e dalle ossa di animali.
L’età della pietra si articola a sua volta in tre periodi: Paleolitico
(della pietra antica), Mesolitico (della pietra di mezzo), Neolitico (della
pietra nuova).
Risalgono al Paleolitico la scoperta del fuoco e le prime mani-
festazioni dell’arte rupestre. Le glaciazioni dell’età paleolitica creano
dei veri e propri «ponti continentali» sugli oceani, collegando tra loro,
temporaneamente, i continenti. Durante l’ultima glaciazione, gruppi di
asiatici, spinti dalla necessità di sopravvivere al clima glaciale, si spo-
stano dalla Siberia in Alaska attraverso lo stretto di Bering e rimangono
isolati nel nuovo continente quando i ghiacci si ritirano. Questi gruppi
sono probabilmente gli antenati delle popolazioni «indiane» incontrate
in America da Colombo e dagli altri esploratori.
Il Mesolitico, al termine dell’ultima glaciazione, è un periodo
breve di transizione, dai limiti cronologici piuttosto sfumati. In seguito
allo scioglimento dei ghiacciai la Terra si ricopre di acque e, poiché
scompare la grossa selvaggina che si ritira nelle zone meno accessibili,
Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

l’uomo inizia a praticare le prime forme di allevamento. La normalizza-


zione del clima consente la «rivoluzione agricola» alla base della civiltà.
Il Neolitico è il periodo della Preistoria più ricco di trasformazioni,
caratterizzato dall’uso della pietra non più scheggiata, ma levigata.
L’innovazione fondamentale è la nascita dell’agricoltura, che segna
il passaggio da un’economia di raccolta a una produttiva. Sorgono i
primi villaggi, le prime forme di vita sociale e una serie di attività con-
nesse all’agricoltura, tra cui la produzione della ceramica e quindi di
vasi necessari alla cottura e alla conservazione dei prodotti della terra,
la filatura e la tessitura. Viene praticato il baratto. La trasformazione
della vita umana da un sistema nomade a uno sedentario è più fre-

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quente dove le condizioni climatiche sono più favorevoli: nel bacino
del Mediterraneo e nelle fertili regioni della Mesopotamia. I villaggi
più antichi sorgono in Medio Oriente e in Anatolia.

L’età del bronzo. È definita età calcolitica (età del rame e della pie-
tra) ed è difficilmente separabile, dal punto di vista cronologico, dal
contesto neolitico. La caratteristica di questo periodo è la lavorazione
del rame, che viene utilizzato come si trova in natura, battendolo con
strumenti di pietra. Soltanto più tardi viene ricavato dai minerali che
lo contengono e fuso per imprimergli le forme desiderate. In seguito
l’uomo scopre che, aggiungendo al rame una certa quantità di stagno,
ottiene un materiale molto più resistente, il bronzo, che permette di
realizzare strumenti nuovi: martelli, seghe, scalpelli, trapani ecc.
In questa età viene introdotto il sistema di rotazione delle colture
per impedire l’impoverimento del terreno e si inizia a far uso del ca-
vallo e dell’asino.
Sorgono, inoltre, le prime grandi civiltà potamiche: in prossimità
del Nilo, in Egitto; del Tigri e dell’Eufrate, in Mesopotamia; dell’Indo,
nell’odierno Pakistan; dell’Huang-ho, nella Cina settentrionale.

L’età del ferro. La scoperta del ferro rivoluziona il mondo preistorico,


determinando radicali trasformazioni in tutti gli aspetti della vita sociale.
Il suo utilizzo è introdotto in Europa dall’Oriente, probabilmente
in occasione di guerre. Sono gli Ittiti, infatti, i primi a conoscerne le
tecniche di lavorazione e a trasmetterle agli altri popoli.
La scoperta di questo metallo consente la costruzione di armi più
perfezionate e di attrezzi più resistenti e funzionali, che danno un
nuovo impulso alla produzione agricola.
Il periodo è caratterizzato da altre significative invenzioni: la lavora-
zione del vetro; il diffondersi della ruota da vasaio, che rende più rapida
la produzione del vasellame creando la prima industria «meccanizzata»
dell’umanità; la bardatura per i cavalli; la vela.
1. La preistoria

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Tavola cronologica

Paleolitico o età della pietra antica:


• inferiore (ca. 650.000-170.000 a.C.);
• medio (ca. 170.000-35.000 a.C.);
• superiore (ca. 35.000-10.000 a.C.): si divide in Perigordiano, Aurignaziano, Solutreano e Mag-
daleniano; si sviluppano le società nomadi di cacciatori. Prime manifestazioni dell’arte rupestre;
sculture in osso, avorio o pietra.
Mesolitico (ca. 10.000-6.000 a.C.).
Neolitico o età della pietra levigata (ca. 6.000-4.000 a.C. e oltre). Accanto alle società di cacciatori,
si sviluppano culture agricole; appare la ceramica.
Eneolitico (ca. 5.000-4.000 a.C.). Inizia la lavorazione del rame.
Età del bronzo (ca. 4.000-1.000 a.C.). Si sviluppa la lavorazione dei metalli; sorgono le grandi civiltà
dell’Egitto, della Mesopotamia e dell’Egeo, mentre in Europa si sviluppa la civiltà megalitica.
Età del ferro. Con la lavorazione del ferro (ca. 1200 a.C.), si passa dall’ambito della Preistoria a
quello storico.
Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

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2. L’Egitto e le civiltà mesopotamiche

1) La civiltà egizia

Nel 3000 a.C., nella valle del Nilo, nacque e si sviluppò la prima
grande civiltà del Mediterraneo: quella egiziana, che incrementò la
coltivazione dell’orzo, del grano, in virtù della fertilità del suolo, lavo-
rando, inoltre, i metalli e diversificando i mestieri. Gli egiziani, per
evitare lo straripamento del Nilo, impararono a costruire dighe, canali
e bacini artificiali, per garantire la distribuzione dell’acqua, che conte-
neva il limo, sostanza fertilizzante, che si diffondeva su tutto il territo-
rio a vantaggio dell’agricoltura. La popolazione si distribuì nel Basso
Egitto e l’Alto Egitto, dando vita a una civil-
La Stele di Rosetta è un tà salda, rigogliosa e di lunga durata rispet-
testo trilingue, espresso at-
traverso tre tipi di scrittura, to ad altre civiltà, la cui conoscenza fu do-
che esprimono concetti con vuta ad una scoperta fortuita: durante la
disegni: scrittura geroglifica, campagna bellica di Napoleone Bonaparte
che rappresenta esseri e/o
oggetti con più disegni (da
nel 1799 nei pressi di Rosetta fu rinvenuto
sinistra verso destra); scrittu- un blocco di basalto nero inciso da una
ra ieratica (da destra verso lunga iscrizione, analizzato successivamen-
sinistra) è molto semplificata te dallo studioso francese Jean-Louis Cham-
come caratteri ed è usata dai
sacerdoti; scrittura demotica pollion, che riuscì a rintracciare su tale
(da destra verso sinistra) è del stele una dedica al faraone Tolomeo V, che
tutto semplificata ed è usata esprimeva gratitudine per alcuni benefici
soprattutto dal popolo.
ricevuti. Tale documento sacerdotale, stu-
diato e decifrato, ha consentito la conoscenza di tutti i segreti lingui-
stici e storici dell’antica popolazione.
Nella seconda metà del IV millennio il Paese è diviso in due Stati
2. L’Egitto e le civiltà mesopotamiche

monarchici: l’Alto Egitto a sud e il Basso Egitto a nord, fino al delta del
Nilo. L’unificazione dei due regni viene attuata intorno al 3000 a.C. dal
faraone Narmer (o Menes in greco).

Dall’Antico al Nuovo Regno. Viene chiamato Antico Regno il periodo


compreso tra il 2689 a.C. al 2181 a.C. È ricordato anche come l’«età

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delle piramidi», perché le più imponenti piramidi egiziane vengono
erette dai faraoni della IV dinastia, Cheope, Chefren e Micerino.
Alla fine dell’Antico Regno, l’Egitto attraversa un periodo di decli-
no. Il largo impiego nelle opere pubbliche di manodopera sottratta
all’agricoltura contribuisce ad aggravare una crisi economica dovuta alle
insufficienti inondazioni del Nilo, mentre nelle province lo strapotere
di alcuni governatori determina una situazione di anarchia feudale.
Alla situazione di disordine mettono fine i principi di Tebe, che ri-
stabiliscono gradualmente un’unica sovranità su tutto il Regno: ha così
inizio il Medio Regno, collocabile tra il 1991 a.C. al 1786 a.C. circa,
che segna una fase di ripresa economica e politica. Si importano dai
Paesi del Vicino Oriente generi di lusso, come il legname di cedro dal
Libano o l’oro dalla Nubia. Il faraone Sesostris I promuove anche una
riforma amministrativa che risana il bilancio statale.
Nell’ultima fase del Medio Regno si assiste alla decadenza del potere
centrale e alla costituzione di vari regni indipendenti. La crisi contribu-
isce a favorire l’invasione delle potenti tribù asiatiche degli Hyksos.
Sono ancora una volta i principi di Tebe i fautori della ripresa egi-
ziana: avviano un periodo di espansione (Nuovo Regno: 1567 al 1186
a.C.) con l’assoggettamento della Fenicia, della Palestina e della Siria
ad opera del faraone Tutmosi III. Vengono erette in questo periodo le
monumentali costruzioni funerarie della Valle dei re.

La struttura sociale. In Egitto il potere assoluto è nelle mani del


faraone, che lo esercita nelle province, attraverso i governatori, con
Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

un’organizzazione fortemente accentrata.


Non esiste la proprietà privata ed è lo Stato a incamerare e ridi-
stribuire i prodotti del suolo e a reperire la manodopera per le grandi
costruzioni pubbliche. Contadini, operai, soldati e schiavi non perce-
piscono salario: lo Stato provvede direttamente al loro sostentamento
attraverso i funzionari distribuiti nelle varie province. Gli agricoltori
non possono disporre del raccolto, poiché le terre che lavorano sono
di proprietà del faraone o della casta sacerdotale.
La società egiziana, di tipo piramidale, è rigidamente suddivisa in
caste chiuse, tra le quali gode di grande prestigio quella dei sacer-
doti, che provengono dalle famiglie più nobili. La classe militare ha,

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invece, minor rilevanza, a differenza di quanto avviene presso altri
popoli antichi. L’Egitto, protetto dai suoi confini naturali (il mare e il
deserto), raramente è costretto a guerre di difesa. I soldati sono per
lo più mercenari stranieri, mentre gli ufficiali sono egiziani e vengono
scelti tra i governatori delle province. Grande importanza nel sistema
sociale rivestono gli scribi.

La religione. La religione degli Egizi ha carattere teriomorfico


(dal greco terion, bestia), cioè conserva, accanto agli dèi che hanno
sembianze umane, divinità animali (il bue Api e la vacca Athor). La
divinizzazione dei fenomeni naturali viene personificata nella figura di
Osiri che simboleggia la fertilità della Terra. Il faraone è considerato
appunto il figlio di Osiri e della sua sorella-sposa, Isi. Egli si identifica
però anche con Ra, la divinità che rappresenta il Sole. Nel faraone
si riconosce l’intera comunità: il suo Ka (fluido vitale) diventa il Ka
dell’Egitto.
A partire dalla XII dinastia viene introdotto il culto di Ammon
che rappresenta la fase più evoluta della religiosità neolitica, in quan-
to si tratta di una specie di semimonoteismo. Pur conservando i culti
teriomorfici e naturalistici, gli Egizi pongono Ammon al punto più alto
della gerarchia religiosa ufficiale.

L’arte. Gli Egizi primeggiano soprattutto nelle opere architettoniche


con la costruzione delle piramidi. Molte delle imponenti costruzioni
tombali dei faraoni si possono ancora ammirare nella valle del Nilo.
Le più antiche hanno una struttura a gradoni che ricorda le Ziqqurat
mesopotamiche. Nella fase considerata «classica» della civiltà egiziana,
tra la IV e la V dinastia, vengono erette le piramidi più grandiose:
quella di Cheope, a Gaza, la più alta, raggiunge i 146 metri. La forma
2. L’Egitto e le civiltà mesopotamiche

di questi edifici funebri, tendente verso l’alto, e la loro ubicazione,


orientata secondo i quattro punti cardinali, rispecchiano il carattere
divino attribuito al faraone e la tendenza a contrapporre la regalità
della tomba del sovrano alla semplicità dei sudditi.

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2) La Mesopotamia

Nella Mesopotamia (che significa «terra tra i fiumi»), corrisponden-


te più o meno all’odierno Iraq, nascono alcune tra le più significative
civiltà del Mediterraneo. Fin dai tempi più antichi si alternano nella
regione popoli diversi, provenienti soprattutto dalle zone desertiche
dell’Arabia e dell’Altopiano iranico. Le cause di questo continuo stan-
ziamento di popoli vanno ricercate principalmente nella fertilità del
suolo, dovuta alle periodiche piene del Tigri e dell’Eufrate.
Anticamente, il territorio compreso tra l’odierna capitale dell’Iraq,
Baghdad, e il Golfo Persico comprendeva la Terra di Sumer e la Terra
di Accad. Più tardi la Bassa Mesopotamia viene indicata con il nome
di Caldea o Babilonia.
Nella valle del Tigri, invece, gli Assiri fondano la loro capitale, Assur.
Alle vicende storiche della Mesopotamia contribuisce l’immigrazio-
ne di altre tribù dai deserti occidentali, come gli Aborriti, i Gutei e gli
Elamiti. Questi popoli semiti, che hanno in comune l’etnia, la lingua
e la religione, fondano le loro civiltà adottando le forme organizzative
dei Sumeri, i primi abitatori della regione mesopotamica che abbiano
dato origine a una civiltà urbana.

3) Sumeri, Accadi e Babilonesi

La cultura dei Sumeri. I Sumeri sviluppano, nel terzo millennio a.C.,


Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

una civiltà caratterizzata da un sistema di idee religiose molto rigide.


Essi ritengono che le arti e i mestieri siano doni degli dèi e pertanto
li considerano immutabili. Ogni cosa, per avere esistenza, deve avere
un nome: conoscerlo significa acquistare potere su di essa. Antichi
documenti sumeri sono costituiti da elenchi di pietre, di animali, di
piante, classificati in base alle proprie qualità esterne.
Dalle necessità della vita economica e associata nasce l’aritmetica,
fondata sulle unità decimali e su quelle sessagesimali (sessanta elemen-
ti), che poi saranno usate in astronomia. Verso il primo millennio a.C.
i Sumeri formulano il concetto di una numerazione fondata sul valore
della posizione della cifra, che è alla base del nostro sistema decimale.

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La geometria viene inventata per il bisogno di misurare i campi
e gli edifici. L’anno solare è diviso in dodici mesi lunari (28 giorni),
con un mese supplementare inserito ogni tre anni circa. Per costruire
edifici, templi e case vengono usati mattoni di fango e di cotto, dando
origine a un’architettura massiccia.

La religione sumera. La civiltà sumera è fortemente improntata al


pensiero religioso, cui tutto è subordinato.
An (cielo) è la divinità principale; Enlil è la forza attiva della natura
che presiede ai temporali; Niu-Khursag, la dea della terra, ed Enki,
dio delle acque, della fertilità e delle attività intellettuali, completano il
quadrilatero dei creatori. Ad essi si aggiunge un pantheon di cinquanta
dèi e numerosi demoni.

Gli Accadi. L’unificazione del Paese, che le città-Stato dei Sumeri


tentano più volte senza mai realizzarla, viene realizzata nel corso del
terzo millennio a.C. da Sargon, re degli Accadi. Le sue imprese saranno
rese famose dall’epopea mesopotamica, quando il dominio di questo
sovrano si estenderà dall’Assiria alla costa mediterranea della Siria.
Sargon è il coppiere del re sumero di Kish. Verso il 2350, appoggiato
da una comunità accadica che vive a Sumer, depone il re, rovescia la
dinastia regnante, inizia una serie di fortunate imprese militari e fonda
una nuova capitale: Accad.
La dinastia sargonide dura quattro generazioni e costituisce il primo
esempio di uno Stato organizzato su una burocrazia centralizzata e su
quello che verrà poi definito «dispotismo orientale». Tuttavia, si sviluppa
nell’Asia occidentale un movimento di popoli che provoca la pressione
delle tribù confinanti con l’impero. Nel territorio dello Stato fondato
da Sargon entrano Morrei, Churiti, Elamiti, Gutei, provocando una
2. L’Egitto e le civiltà mesopotamiche

serie di disordini di cui si avvantaggiano i re sumeri di Lagash e di Ur.


La rinascenza sumera ha però breve durata. Verso il 2000 a.C. Ur
viene distrutta dagli Elamiti, mentre i Morrei hanno il sopravvento sugli
altri popoli e stabiliscono a Babil (Babilonia) la loro capitale.

L’impero di Hammurabi. Intorno al 1700 a.C., il re di Babilonia Ham-


murabi mira a ricostruire un impero in Mesopotamia, favorendo una

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coalizione tra le città situate lungo il Tigri e l’Eufrate, per fronteggiare
gli attacchi dei popoli nomadi. Sovrano illuminato, egli riesce in questo
tentativo e unifica sotto il proprio dominio le regioni già appartenute
all’impero di Sargon; non si limita però a un’azione di conquista, in
quanto realizza l’unificazione dell’impero anche sotto il profilo giuridico
e amministrativo. Porta infatti il suo nome il più antico corpo di leggi
della storia (Codice di Hammurabi), che comprende norme di diritto
penale, civile, commerciale e può essere considerato una sintesi tra
la più evoluta legislazione sumera e le consuetudini tribali dei Semiti.

4) Gli Assiri

Mentre nella Mesopotamia meridionale si alternano le civiltà dei


Sumeri, degli Accadi e poi dei Babilonesi, nell’alta valle del Tigri ha
inizio l’ascesa economica degli Assiri. In origine essi sono mercanti
che scambiano il rame e lo stagno dell’Anatolia con i prodotti della
Mesopotamia. In seguito fondano la capitale Assur. Dopo il 2000 a.C.
intraprendono una politica espansionistica e verso il 1800 il re di
Assur controlla già l’alta Mesopotamia.
La società assira ha un carattere militare. La classe dei contadini è
dominata da una casta formata da dignitari dell’esercito e da sacerdoti, al
vertice dei quali sta un re, considerato l’ «agente» del dio Assur sulla Terra.
Per far fronte alle necessità del loro Stato gli Assiri impongono
tributi a tutti i popoli conquistati. Poiché le guerre di conquista sot-
Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

traggono manodopera al Paese, i sovrani assiri risolvono il problema


deportando i popoli vinti.
L’espansione assira è opera di quattro re, Scialmanassar III, Tigla-
tpileser III, Assarhaddon e Assurbanipal, e inizia con il controllo delle
vie commerciali tra la Mesopotamia e il Mediterraneo per poi estendersi
alle città fenicie e all’Egitto. Intorno al 700 a.C. viene fondata Ninive,
la nuova capitale e la più grande città del tempo.
La spietata energia, che è uno dei fattori peculiari dell’impero assi-
ro, ne costituisce anche il principale limite, perché provoca continue
ribellioni nelle popolazioni sottomesse. L’impero si avvia verso una
rapida decadenza alla fine del VII secolo a.C.: nel 612 i Caldei, insieme

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con i Medi, una popolazione delle steppe dell’Asia centrale che si è
stanziata sull’Altipiano iranico, distruggono Ninive.

5) Il secondo impero babilonese

Sulle rovine dell’impero assiro si sviluppa nuovamente la potenza


di Babilonia, che giunge all’apice della sua grandezza durante il regno
di Nabucodonosor (604-562 a.C.). Questo sovrano riesce per un breve
periodo a riunificare la Mesopotamia, assoggettare la Siria e distruggere
Gerusalemme, deportandone gli abitanti a Babilonia: è questa la nota
«cattività babilonese» degli Ebrei.
Nabucodonosor realizza imponenti opere pubbliche, fra le quali
sono celebri i giardini pensili e il palazzo reale di Babilonia; ripristina,
inoltre, gli antichi culti, come quello del dio Marduk, dopo il periodo
che aveva visto diffondersi il culto di Assur, introdotto dagli Assiri.
La casta sacerdotale del dio Marduk diviene molto potente e tende
a ottenere la supremazia sul re: ciò contribuisce a indebolire lo Stato,
che soccombe definitivamente nel 538 a.C. alla potenza persiana, quan-
do il re Ciro riduce la Mesopotamia a una provincia del suo impero.

6) La civiltà di Ebla

Tra il 1964 e il 1976 una missione archeologica italiana impegnata


in Siria settentrionale scopre una città le cui rovine testimoniano una
civiltà luminosa. È la città di Ebla, situata a una cinquantina di chilo-
metri a sud di Aleppo. Nel punto in cui sorgeva il palazzo reale sono
2. L’Egitto e le civiltà mesopotamiche

state riportate alla luce tavolette contenenti documenti che costituivano


l’archivio dello Stato. La scrittura è quella cuneiforme, usata dai popoli
mesopotamici, ma la lingua risulta simile al fenicio e all’ebraico.
Ebla era il centro di un regno molto esteso già nel 2400 a.C.,
cinquant’anni prima, cioè, che Sargon fondasse l’impero accadico in
Mesopotamia. Probabilmente fu proprio Sargon a sottomettere lo Stato
eblaita, mentre uno dei suoi successori distrusse più tardi la città.

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La civiltà di Ebla presenta aspetti culturali e sociali che non si ri-
trovano presso altri popoli dell’antichità. Il suo rapido sviluppo deriva
dall’eccellente posizione geografica (all’incrocio delle più importanti
vie che uniscono la Mesopotamia al litorale della Terra di Canaan),
dalla florida agricoltura e dall’artigianato sviluppato soprattutto nel
settore tessile. Le stoffe prodotte a Ebla raggiungono i mercati della
Mesopotamia, della Siria e dell’Egitto. Il prestigio economico si riflette
anche nell’organizzazione sociale: la donna gode di una considera-
zione insolita nelle società di questo periodo e la regina affianca il re
nell’amministrazione dello Stato.

Spazio di approfondimento

Dalla scrittura pittografica ai caratteri cuneiformi


La scrittura nasce con la città. La società urbana, che basa la sua esistenza sugli
scambi rende necessaria una forma di comunicazione più duratura del linguaggio
verbale e in grado di essere trasmissibile in luoghi che non sono raggiungibili con
la voce.
Tra le prime forme di scrittura vi sono quelle pittografiche, delle quali si trovano
tracce in Mesopotamia. I sacerdoti sumeri registrano su tavolette di argilla le merci
consegnate al tempio, tracciando con una canna appuntita dei segni analogici.
Una testa di animale, seguita da uno o più cerchietti, indica il numero dei capi di
bestiame; una spiga indica il grano ecc. Questo sistema di registrazione richiede
però l’introduzione di numerosi segni e presenta, inoltre, l’inconveniente di non
Parte I. Dalla preistoria al crollo dell’Impero d’Occidente

poter rappresentare i concetti astratti.


L’evoluzione delle forme politiche e sociali, gli aspetti magico-religiosi del culto,
le prime scoperte scientifiche rendono necessaria, invece, la codificazione scritta
di concetti astratti.
Dalla scrittura pittografica si passa così alla scrittura logografica, formata cioè da
simboli che esprimono parole e non più cose. In questo modo si riduce il numero
di simboli da utilizzare perché basta variare la combinazione degli elementi per
ottenere significati diversi.
Dalla scrittura di parole si arriva, verso il 2500 a.C., alla scrittura sillabica, la quale
riduce ulteriormente il numero dei simboli che lo scriba deve conoscere, imparare a
memoria e saper tracciare. Si semplifica anche la grafia: ogni sillaba viene indicata
con un piccolo segno a forma di cuneo, che si può ripetere e disporre in modi

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diversi per rappresentare una grande varietà di concetti. Nasce quindi la scrittura
cuneiforme, anello di congiunzione tra gli antichi pittogrammi e l’alfabeto
introdotto più tardi dai Fenici.

Tavola cronologica

3500 a.C. Prime notizie storiche sui Sumeri.


ca.  3200 a.C. Formazione dei due regni dell’Alto e Basso Egitto.
ca.  3000 a.C. Unificazione dell’Alto e Basso Egitto.
ca.  3000 - 2200 a.C. Regno Antico in Egitto.
2500 a.C. Primo impero sumerico.
2400 - 2150 a.C. Impero accadico.
2400 a.C. Apogeo di Ebla.
2250 a.C. Distruzione di Ebla.
ca.  2050 - 1750 a.C. Regno Medio in Egitto.
1950 - 1850 a.C. Secondo impero sumerico.
1700 a.C. Primo impero babilonese.
ca.  1570 - 1085 a.C. Regno Nuovo in Egitto.
1500 a.C. Fine del primo impero babilonese.
1100 a.C. Gli Assiri invadono la Mesopotamia.

2. L’Egitto e le civiltà mesopotamiche

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