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No al razzismo

t-J All'ori§ine della schiavitù


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Nelle colonie del Sud dellAmerica setten-


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trionale, e in alcune isole delle Antille che
lfJl appartenevano all'Inghilterra, i coloni utiliz-
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tal zarono il lavoro di schiavi neri. Dapprima fu
coltivato il tabacco, ma nella seconda metà
del Seicento si scoprì la grande convenienza
della canna da zucchero, coltivazione già
praticata con successo dai Portoghesi in
Brasile. Furono proprio le grandi piantagioni
delle colonie inglesi a dare un impulso deci-
sivo alla schiavitù e alla tratta dei Neri.
Il commercio di schiavi africani, peraltro, era già stato praticato sin dal XV secolo dai
Portoghesi verso I'Europa.
Gli Africani venivano brutalmente catturati nei villaggi o nelle foreste, addirittura per mezzo di
grandi reti o di trappole. Uomini, donne e bambini venivano trasportati in catene alle navi,
mentre i villaggi africani, privi dei loro uomini più validi, erano condannati a scomparire.
I Portoghesi non provavano nessuno scrupolo nel far commercio di Neri, persuasi com'era-
no della loro inferiorità, al punto che molti non li consideravano neppure esseri umani.
Tale aberrante pregiudizio tranquillizzava le coscienze dei Portoghesi. Così, quando in
America si manifestò la necessità di schiavi per le miniere e le piantagioni, essi incomincia-
rono a importarvi migliaia di Africani: già nei primi tempi dopo la conquista, venivano
sbarcati ogni anno nelle colonie spagnole 3.000 schiavi e 4.000 in quelle portoghesi. I con-
quistatori ritenevano necessario, infatti, sostituire gli Indios - manodopera indigena ritenuta
poco adatta alle fatiche incessanti che richiedeva lo sfruttamento intensivo delle ricchezze
dellAmerica - con i più robusti schiavi africani.
Subentrando ai Portoghesi e agli Spagnoli nel dirigere la tratta degli Africani, gli Inglesi
realizzarcno guadagni favolosi. Dall'lnghilterra partivano navi cariche di armi e di tessuti,
merci che sulle coste dell'Africa venivano scambiate con schiavi neri. La tappa successiva
era lAmerica, dove il «carico umano» veniva venduto ai padroni delle piantagioni; a questo
punto le navi ripartivano verso l'Inghilterra con a bordo zucchero o altri prodotti tropicali.
Questo «triangolo economico» faceva guadagnare tutti: i mercanti, i proprietari delle pian-
tagioni e quelli delle manifatture che producevano armi e tessuti, e persino il re, che conce-
deva dietro pagamento l'autorizzazione alla tratta. Si calcola che fino all'inizio
dell'Ottocento (quando la tratta fu abolita) circa 10.000.000 di Neri siano stati trasportati in
America. Probabilmente altri 2.500.000 morirono sulle navi negriere a causa del
sovraffollamento e delle malattie.
Ma il danno più grave fu subìto dalle comunità africane. Per
catturare gli schiavi, si distruggevano famiglie e villaggi, con-
dannando quelle popolazioni a una povertà crescente.
Lo sviluppo dell'Europa condannava I'Africa al sottosviluppo.
E proprio l'Inghilterra, che aveva compiuto una rivoluzione
in nome della libertà, costruiva le sue fortune economiche
sulla schiavitù.
(S. Nicola, Il nuno I tempi e le idee, Petrini 2010)

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Competenze classe 3a

Dopo aver letto il documento, rispondi alle seguenti domande.


1. Quale situazione diede un impulso decisivo alla schiavitù e alla tratta dei Neri?

2. Quale aberrante pregiudizio giustificava la schiavitù?

3. Perché gli lndios furono sostituiti con gli schiavi africani?

4. Da quali nazioni e per quale motivo fu praticata la tratta degli schiavi?

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Gli schiavi, che vivevano in condizioni penose,
avevano contatti minimi con la società dei bian-
chi: il trasporto verso i campi, la partecipazione a
qualche cerimonia religiosa e la comunicazione
delle cose da fare durante il lavoro. Così, con il
passare del tempo, la loro cultura africana era
sempre più sfumata e soprawiveva solo nei rac-
conti: qualche parola, pochi canti ascoltati maga*
ri da qualche anziano e qualche danza. Quando
intonavano dei canti, in genere imparati in chie-
sa, le melodie erano trasformate e rese quasi irri-
conoscibili. Il ritmo era sempre molto marcato e
spesso la melodia veniva intonata prima da un
solista e poi ripresa da tutti gli altri. Questi canti,
essendo solitamente abbinati a momenti di pre-
ghiera o di lavoro, presero il nome di spmTuals (canti spirituali) e di utorh songs (canti dila-
voro).
Con la fine della Guerra civile americana (1861-1865) la schiavitù venne finalmente abolita,
cosa che però paradossalmente peggiorò la loro situazione: cacciati dai padroni erano co-
stretti avagare per le campagne e per le città alla ricerca di lavoro. La loro triste condizio-
ne di vita vagabonda veniva raccontata attraverso canti che presero il nome di blun, un ge-
nere musicale dal carattere malinconico e caratterizzato dalle cosiddette blue notes (laterza
e la settima nota della scala abbassate di un semitono).
Per suonare i musicisti neri :utilizzavano gli strumenti comprati a basso costo nei mercatini;
questi strumenti provenivano spesso dalle bande musicali militari sciolte dopo la fine della
Guerra civile. Suonavano i canti che conoscevano semplicemente, senza che nessun mae-
No a! razzismo

r;I
lol stro li istruisse, imitando le in-
lft flessioni della voce con un
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lol timbro rauco e una tecnica
lEl
l=l un po' imprecisa. La melo-
lol
tol dia, come nei canti, veniva
l"l suonata prima da tutti e poi

tl ripetuta da ogni singolo mu-


sicista che, con un assolo, la
eseguiva "improwisando",
variandola cioè a suo piace-
re, aggiungendo o toglien-
do note e cambiando un
po'il ritmo. Questo modo
di suonare, detto improv-
visazione, rimarrà una del-
le caratteristiche principali *-ìI--" -.-- -
della musica jazz.
Sul finire dell'Ottocento nacquero
nella città di New Orleans le prime bands, gruppi di strumentisti che
si esibiscono nelle situazioni più svariate: un matrimonio, una festa, un funerale o sempli-
cemente una sfilata per strada. La presenza di molti strumenti a fiato dai timbri molto di-
versi rendeva la musica molto varia e "scintillante", con sonorità che cambiavano conti-
nuamente.
Questa musica, apprezzata anche dai bianchi, iniziò a uscire dai quartieri neri con una afl
fermazione crescente che la portò in breve tempo ad avere un grande successo prima in
tutti gli Stati Uniti e successivamente anche in Europa.
Negli anni tenta orchestre di grandi dimensioni (arricchite di nuovi strumenti quali la bat-
teria, il contrabbasso e il pianoforte) ,le big bands, ai quali partecipavano anche musicisti
bianchi, suonavano lo ruting un genere di facile ascolto, un po' commerciale e ttilizzato
anche per la danza.
Questo nuovo genere fu però destinato a finire nell'arco di pochi decenni e dopo la
Seconda guerra mondiale, si awiò velocemente al tramonto. Il suo contenuto leggero e un
po' superficiale non era più condiviso dai musicisti neri che sentivano tradite le origine del-
la loro musica.
Rifacendosi allatradizione blues iniziarono a sperimentare ritmi irregolari e sonorità meno
orecchiabili. Si esibivano in piccole formazione per lo più composte da tromba, sassofono,
pianoforte, contrabbasso e batteria. Era nato il jazz moderno che, rispetto a quello delle
origini, perdeva la sua immediata piacevolezza e allegria diventando una musica di diffìcile
ascolto, seguito da una ristretta cerchia di estimatori.
(da Tiltto musica, De&gostini 2009)

Dopo aver letto il documento, rispondi alle seguenti domande.

1. Come si chiamano e che origine hanno i primi canti dei Neri?

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