Sei sulla pagina 1di 3

Paolo Stiz Fortunato De Donno

Nato a Urbino da una famiglia bellunese il 16 luglio del 1891 Allo scoppio della Nato a Maglie il 14 aprile 1887, collaborò a varie riviste con lo
Grande Guerra, col grado di tenente comanda il Gruppo "Belluno”. Nei primi pseudonimo “Spartacus”. Nell’aprile 1916 fu assegnato al 30°
giorni di aprile del 1916, per appoggiare l'attacco al Passo della Sentinella, il regimento fanteria e partì in zona di guerra. Dal suo memoriale si
tenente Paolo Stiz prepara e poi dirige le operazioni di trasporto di un pezzo da può ricostruire la giornata di un soldato nella guerra di trincea, a
65 della 23ª Batteria nei pressi di Cima Undici alla quota di 3000 metri. Egli S. Martino del Carso.
stesso, nel 1934, descriverà, in un diario di memorie, questa azione.
La sera la tromba chiama a raccolta. Ci si arma fino ai denti portando
Il terreno percorso da questo eccezionale trasporto, non solo era completamente in con se una maschera per il gas asfissiante. Ci si mette in marcia sotto la
vista delle posizioni avversarie e quindi soggetto ai tiri frontali del nemico, ma era pioggia, si passa l’Isonzo per andare in linea a dare il cambio di vedetta
anche costituito da un ghiaione ripidissimo e franabile sul quale, ben a stento, due ai nostri compagni. Arriviamo sul bosco del cappuccio nella vallata del
uomini, con carico sulle spalle, potevano mantenersi in equilibrio: e più grave fu il Carso a pochi metri dal nemico. Gruppi di soldati trasportano filo
cammino della risalita, ove la neve ed il gelo ostacolavano ogni movimento. Ma gli spinoso, sacchi e pietre per rafforzare la linea.
artiglieri vinsero ogni ostacolo ed il cannone fu appostato pronto all'azione.
Nella notte il nemico si fa sentire con l’artiglieria, si resiste, si muore ma
Il mattino del 16 aprile, mentre l’artiglieria investiva col fuoco le posizioni nemiche non si abbandonano le linee. Io faccio da vedetta.
il pezzo da 65 sul Cima Undici interveniva rapido nell'azione fra lo stupore del
nemico che, preso dal panico, cercò protezione nelle spaccature della roccia. Nel All’alba si calma, si mangia e dopo si passa all’attacco. Il nemico fa uso
mentre un gruppo di alpini piombarono come valanga, piantandovi il tricolore di gas asfissiante che porta alla morte. Inizia un fuggi fuggi, grida di
d'Italia e garantendo il pieno possesso di quella posizione. spavento. Si passa all’offensiva e si conquista la linea facendo prigionieri
i tedeschi.
Promosso capitano per meriti eccezionali, nel novembre dello stesso anno Stiz, Scendo dal Monte Cappuccio e presso Sdraussina cado a terra. Quando
al comando del Gruppo "Belluno" organizza la copertura delle truppe che, rinvengo sono all’ospedale da campo.
dopo le giornate di Caporetto, stanno arretrando sulla linea del Piave.
Essi compresero l’amaro destino e, col ciglio bagnato dalle lacrime, col cuore Intossicato da gas asfissiante è ricoverato
affranto dal dolore, iniziarono quella marcia. Gli artiglieri si mossero in rigida nell’ospedale di Palmanova. Dopo la convalescenza,
disciplina, muti, obbedienti, zaino in spalla per risparmiare il mulo, impazienti De Donno rientra sul fronte dove il suo regimento è
solo di attaccare battaglia per difendere la Patria. pronto all’attacco. L’artiglieria colpisce e distrugge.
Si occupano le trincee nemiche, San Martino del
Nel primo pomeriggio dell’11 novembre gli artiglieri del "Belluno" contribuiscono Carso e San Michele sono conquistati.
a bloccare i tentativi nemici di attraversare il Piave.
Nella notte del 12 novembre, i nemici avevano gettato nel Piave due barconi nel Piango di contentezza ma mi assale il malincuore pensando che
tentativo del passaggio del fiume. non posso scrivere alla mia famiglia. Non ho carta, il fucile
Il 13 novembre il pezzo fu messo allo scoperto sulla riva del Piave e, al primo sempre impugnato, non si dorme e non si mangia, alle calcagna
albore, una scarica violenta di fuoco affondò i barconi mettendo in fuga il nemico. del nemico in fuga.
In trincea, contro il nemico, il Sud incontra il Nord. Le trincee furono la
"casa" dei soldati, il luogo dove i militari impegnati al fronte vissero tra
una battaglia e l'altra che rese tutti uguali, indipendentemente dal luogo
di provenienza o dall’estrazione sociale. Questa tremenda esperienza
creò un grande senso di fratellanza e di spirito di gruppo, di
solidarietà tra i soldati che provavano paura ma anche, in alcuni casi,
desiderio di dimostrare il proprio coraggio. I soldati mantennero il loro
impegno sul fronte per amore della Patria.

Potrebbero piacerti anche