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C.T.A.

Collegio dei Tecnici dell’Acciaio


GIORNATE ITALIANE DELLA COSTRUZIONE IN ACCIAIO
Isola di San Giorgio Maggiore | Venezia: 26 | 27 | 28 Settembre 2001

IL CALCOLO A ROTTURA IN PRESENZA DI INTERAZIONE


TAGLIO_MOMENTO: I CONTROVENTI ECCENTRICI

SHEAR_MOMENT INTERACTION IN PLASTIC DESIGN:


ECCENTRICALLY BRACED FRAMES

L. Mastrandrea 1, R. Montuori 1 e V. Piluso 1

1
Facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Salerno

SOMMARIO

In questo lavoro vengono esaminate le problematiche riguardanti l’applicazione del calcolo a rottura in
presenza di interazione taglio-momento. In particolare, con riferimento a controventi eccentrici caratterizzati
da link intermedi, a partire dalla definizione del dominio di interazione taglio-momento proposto da Neal,
viene presentata una metodologia per il calcolo delle sollecitazioni ultime di link intermedi di controventi
eccentrici per un assegnato meccanismo di collasso. Tale calcolo richiede il rispetto della condizione di
plasticizzazione in corrispondenza delle estremità del link, della legge di normalità del flusso plastico, della
condizione di compatibilità cinematica discendente dal meccanismo di collasso esaminato, e, infine, della
condizione che all’effettivo meccanismo di collasso corrisponda, in accordo con il teorema cinematico del
collasso plastico, il minimo lavoro interno.
È da notare che la suddetta metodologia può essere applicata con riferimento ad una qualsiasi
configurazione di controvento eccentrico, in quanto essa influenza la sola condizione di compatibilità
cinematica, dipendente dalla geometria del cinematismo stesso.
Inoltre, attraverso la definizione di un opportuno momento equivalente, il calcolo a rottura in presenza
di interazione taglio-momento viene riportato alle usuali metodologie impiegate nel caso di cerniere plastiche
per flessione semplice.
Infine, vengono presentati i requisiti di progetto da soddisfare al fine di scongiurare la plasticizzazione
delle travi all’esterno del link e delle diagonali.

ABSTRACT

The issues regarding shear-moment interaction in plastic design are pointed out in this paper. In particular,
with reference to eccentrically braced frames with intermediate links, starting from the shear-moment
interaction diagram proposed by Neal, a procedure for calculating the ultimate shear forces and end moments
of intermediate links for a given collapse mechanism is presented. The requirements to be fulfilled are the
yielding condition, the flow rule, the kinematic compatibility condition depending on the examined collapse
mechanism and, finally, the minimization of the internal work according to the kinematic theorem of plastic
collapse.
It is worthwhile mentioning that the proposed procedure is valid for any structural configuration which
affects the kinematic compatibility condition only.
Moreover, through the definition of an equivalent moment, it is possible to account for shear-moment
interaction in plastic design by means of formulations which are formally coincident with those commonly
used for plastic hinges in simple bending.
Finally, the design requirements to be fulfilled to prevent the yielding of the beam part outside the link
and the yielding of the bracing element are provided.
1. INTRODUZIONE

Sebbene le sollecitazioni di taglio e momento siano sempre accoppiate, nella maggior parte dei casi
di interesse tecnico il problema dell’interazione non assume rilevanza nel calcolo a rottura,
risultando una delle due sollecitazioni preponderante e dunque dominante ai fini del comportamento
ultimo dell’elemento strutturale.
L’unica tipologia di strutturale per la quale lo studio particolareggiato del meccanismo di
interazione taglio-momento è fondamentale per una corretta interpretazione del comportamento a
rottura è quella dei controventi eccentrici. In particolare, la suddetta interazione riguarda il caso dei
link definiti intermedi, ossia quelli per cui la lunghezza dell’elemento è tale da far insorgere
sollecitazioni rilevanti sia di taglio che di momento.
Il parametro che regola il comportamento inelastico del link di un controvento eccentrico è la
lunghezza e del link stesso. Infatti, al crescere della lunghezza del link varia la tipologia del
meccanismo di dissipazione coinvolgendo solo il taglio (link corti), l’interazione taglio-momento
(link intermedi), o solo il momento (link lunghi). In particolare, i link vengono usualmente
classificati come di seguito indicato:
• link corti per e ≤ 1.6 Mp/Vp;
• link intermedi per 1.6 Mp/Vp < e ≤ 3 Mp/Vp;
• link lunghi per e > 3 Mp/Vp
dove Vp è il taglio plastico ed M p è il momento plastico della sezione.
Il comportamento plastico del link, in funzione della sua lunghezza e, può essere descritto dal
dominio di interazione taglio-momento riportato in Figura 1.

V DOMINIO ESPANSO LINK CORTI


Vp
INTERPOLAZIONE
SPERIMENTALE
1.5
LINK
INTERMEDI

DOMINIO PLASTICO
A
1.0

LINK LUNGHI
B

0 M f /M p 1.0 M fu /M p 1.5
M / Mp
Figura 1: Dominio plastico di interazione taglio-momento e
confronto tra i domini in condizioni ultime

Il punto A in Figura 1, di passaggio tra il comportamento a taglio puro e quello invece in cui il
taglio stesso è ridotto per la contemporanea presenza del momento flettente (interazione taglio-
momento), è individuato dal taglio plastico Vp e dal momento Mf, che corrisponde al contributo
delle sole flange al momento plastico della sezione.
Trascurando l’incremento di resistenza a taglio per i punti a sinistra del punto A, il dominio
può analiticamente essere rappresentato dalle relazioni proposte da Neal (1961):
2 2
 M − Mf  V
  +   =1 per Mf ≤M ≤ Mp (1)
 M p − Mf   Vp 
   
V = Vp per M≤ Mf (2)
Il comportamento reale del link è significativamente influenzato dall’incrudimento. Esso è
responsabile di capacità plastiche in eccesso rispetto ai valori di piena plasticizzazione a taglio puro
Vp e a flessione pura Mp caratteristici del link stesso. Tale incremento di resistenza è, come ormai
sperimentalmente accertato, dell’ordine del 50% (Engelhardt & Popov (1989)). Questo effetto non
può essere trascurato nella progettazione di strutture sismo-resistenti basata sulla metodologia del
capacity design. Infatti, ciò significherebbe sottostimare le sollecitazioni che i link sono in grado di
trasmettere alle zone non dissipative. In altri termini, se si trascurasse l’incrudimento si potrebbe
verificare la plasticizzazione delle membrature non dissipative prima che i link stessi abbiano
sviluppato la loro resistenza ultima.
Sulla base dei valori di transizione della lunghezza del link (1.6Mp/Vp e 3Mp/Vp), gli studi di
Engelhardt & Popov (1989) hanno condotto alle seguenti relazioni di origine sperimentale per
valutare il taglio ultimo ed il momento ultimo di un link:
 Vu = 1.5Vp Mp
 per e ≤ 1.6 (link corto) (3)
M u = 0.75eVp Vp
M u = 1.5M p
 Mp
 Mp per e ≥ 3 (link lungo) (4)
 Vu = 2 V p
e
mentre nel caso di link intermedi il calcolo di Mu e Vu viene effettuato mediante interpolazione
lineare in funzione dell’effettivo valore di e. È utile osservare che, in realtà, non avrebbe senso
definire un valore del momento ultimo per i link corti, il cui comportamento è, per definizione,
governato dal solo taglio, così come non avrebbe senso definire un valore del taglio ultimo per un
link lungo che si plasticizza, al contrario, per sola flessione. Pertanto, è chiaro che i valori suddetti
sono introdotti in letteratura solo al fine della interpolazione necessaria per il calcolo della
resistenza ultima dei link intermedi, ma non hanno un chiaro significato fisico.
Un procedimento alternativo per definire un dominio che tenga conto degli effetti
dell’incrudimento del materiale consiste in un’espansione omotetica del dominio plastico. Tale
espansione può essere ottenuta pensando di amplificare del 50% la tensione di snervamento f y come
suggerito dai risultati sperimentali precedentemente citati, secondo i quali il taglio ultimo e il
momento ultimo di un link, rispettivamente corto e lungo, sono ottenuti proprio amplificando del
50% i rispettivi valori plastici. Pertanto, viene proposto l’impiego del dominio espanso espresso
dalle seguenti relazioni:
2 2
 M − M fu  V 
  +   = 1 per Mfu ≤M ≤ Mu (5)
M −M 
 u fu   Vu 
V = Vu = 1.5 Vp per M≤ Mfu (6)
dove, ovviamente, Mfu = 1.5 Mf
È facile verificare che le due tipologie di dominio presentano scarti ridotti (Figura 1). Resta
così dimostrato che la proposta di espandere omoteticamente il dominio plastico è effettivamente
valida, in quanto vicina all’evidenza sperimentale.

2. L’INTERAZIONE TAGLIO-MOMENTO NEL CALCOLO A ROTTURA

È da notare che la Eq. (5) definisce la superficie del dominio limite, e dunque stabilisce, per link
intermedi e lunghi, la relazione che intercorre tra il taglio e il momento nel link in condizioni
ultime. Per poter definire quantitativamente il valore di dette caratteristiche di resistenza è
necessario, però, tenere conto di ulteriori condizioni che scaturiscono dall’analisi del meccanismo
cinematico sviluppato dal controvento. In particolare, nel seguito vengono esaminate tre tipologie di
controvento eccentrico: quella a D, quella a split K e quella a V (Figura 2).
Per tutte le tipologie deve essere rispettata la condizione di compatibilità cinematica:
γ e = 2 vp + φp e (7)
nella quale vp rappresenta lo scorrimento plastico delle sezioni di estremità del link, dove viene
raggiunta la condizione di plasticizzazione, e φp è la rotazione plastica delle stesse sezioni. Inoltre,
la geometria del cinematismo impone il rispetto della condizione:
γe=θL (8)
con riferimento alle configurazione a D e a split K, e della condizione:
2γe=θL (9)
con riferimento alla configurazione a V.

vp
δ vp δ
φp
φp γe
θ γe θ
vp vp
θ θ
h e h e
θ θ

L L

vp vp δ

γe φp

θ
h e e

Figura 2: Cinematismi di controventi eccentrici con link, intermedi o lunghi, plasticizzati

Le coppie vp e φp geometricamente compatibili con il cinematismo illustrato sono infinite per


ciascuna tipologia di controvento. Per individuare le coppie (vp, φp) e (V, M) che definiscono
univocamente il cinematismo e lo stato di sollecitazione del link in condizioni ultime, è necessario
portare in conto:
• la condizione di plasticizzazione delle sezioni di estremità del link (ove le sollecitazioni sono
massime), condizione questa che esprime l’appartenenza del punto (V, M) rappresentativo
dello stato di sollecitazione interna alla frontiera del dominio di plasticizzazione espanso
(dominio ultimo) espresso dalla Eq. (5):
2 2
 M − M fu   V 
F(M, V) =   + 

 − 1 = 0 (10)
 u
M − M fu   Vu 
• la legge di normalità del flusso plastico, che afferma che il vettore rappresentativo della
deformazione plastica del link deve essere ortogonale al dominio espanso nel punto (V, M)
rappresentativo dello stato di sollecitazione in condizioni ultime:
∂F ∂F
v p = λ φ p = λ (11)
∂V ∂M
• la condizione che all’effettivo meccanismo di collasso corrisponda il minimo lavoro interno
del link:
Li.link(vp, φp) = 2 V vp + 2 M φp = minimo (12)
• la condizione di compatibilità cinematica espressa dalle (7)-(8) per le configurazioni di
controvento a D e a split K (γ e = θ L = 2 vp + φp e), e dalle (7)-(9) per la configurazione a V
(γ e = θ L/2= 2 vp + φp e);
Le incognite presenti in tali equazioni sono vp, φp, λ , M e V. Pertanto, il problema è costituito
da 5 equazioni in 5 incognite e può essere risolto in forma chiusa. In particolare, il modo più
conveniente di procedere consiste nello scrivere l’espressione del lavoro interno come funzione di
un solo parametro, ad esempio φp. In questo modo, la condizione di minimo lavoro interno espressa
dalla Eq. (12) si esplicita nella forma:
dLi
=0 (13)
dφ p
la quale costituisce un’equazione nella sola incognita φp, dalla quale è poi possibile ricavare tutte le
altre incognite. La risoluzione analitica del sistema, per le prime due tipologie di controvento
esaminate (controventi a D e a split K), fornisce:
 4(M u − M fu )M fu + Vu e 

4M u (M u − 2M fu ) + Vu e
2 2
φ p =  V L θ
 u (14)
4(M u − M fu ) + Vu e
2 2 2
 
 
θL − φ p e
vp = (15)
2
2(M u − M fu ) φ p
2
M= + M fu
( )
(16)
4(M u − M fu ) φ 2p + Vu2 θL − φ p e
2 2

2φ p θL − φ p e
V= Vu2
(
4(M u − M fu ) φ 2p + Vu2 θL − φ p e
2
)2 2φ p (17)

mentre, per la tipologia a V, fornisce:


 4(M u − M fu )M fu + Vu e 

4M u (M u − 2M fu ) + Vu e
2 2
φ p =  V L θ
 u (18)
8(M u − M fu ) + 2Vu e
2 2 2
 
 
θL − 2φ p e
vp = (19)
4
4(M u − M fu )2 φ p
M= + M fu
( )2
(20)
16(M u − M fu ) φ 2p + Vu2 θL − 2φ p e
2

4φ p θL − 2φ p e
V= Vu2
16(M u − M fu )
2
φ 2p + Vu2 (θL − 2φ p e) 2 4φ p (21)
3. MOMENTO EQUIVALENTE

Nel seguito le grandezze relative ai diversi schemi di controvento vengono identificate mediante le
lettere D, K, e V, rispettivamente per controventi a D, split K e V, riportate in apice.
Un link che si plasticizza a taglio puro (φp = 0) è impegnato in tutta la sua lunghezza e il
lavoro compiuto dalla azione tagliante si ricava integrando su tutta l’estensione dell’elemento.
Ricordando che per effetto delle sole forze sismiche il taglio nel link è costante, con riferimento alla
Figura 3a, il lavoro compiuto da un link corto è dato da:
e
L(iD.link
)
= L(iK.link
) L
= ∫ V γ dz = Vu γ e = Vu θ e = Vu θ L (22)
0 e
e
(V ) L L
Li.link = ∫ V γ dz = Vu γ e = Vu θ e = Vu θ (23)
0 2e 2
dove, al fine di tener conto del fenomeno dell’incrudimento, il lavoro viene calcolato considerando
il valore ultimo del taglio.
Nel caso di un link che si plasticizza a flessione (vp = 0) la deformazione si concentra alle
estremità e il lavoro virtuale interno diventa:
L(iD.link
) = L(K ) = 2 M γ = 2 M θ L
i.link u u (24)
e
L(iV.link
) =2M γ=2M θ L =M θ L
u u u (25)
2e e
dove Mu rappresenta il momento ultimo del link, ossia il momento plastico amplificato per tener
conto dell’incrudimento.
Nei link intermedi, il comportamento è caratterizzato dalla contemporanea presenza di taglio e
momento; pertanto entrambe le azioni interne compiono lavoro per la rispettiva deformazione
plastica. La plasticizzazione è concentrata solo alle estremità, ove sia la sollecitazione tagliante,
costante lungo tutto lo sviluppo dell’elemento, sia quella flettente, variabile linearmente, attingono
il valore massimo. Le deformazioni plastiche sono espresse dalle (14)-(15) e dalle (18)-(19), e per
esse compiono lavoro le caratteristiche della sollecitazione determinate secondo le (16)-(17) e (20)-
(21), rispettivamente. Pertanto, il lavoro interno di singoli link intermedi si scrive come:
L(iD.link
)
= L(iK.link
)
= L(iV.link
)
= 2 M φp + 2 V vp (26)
Da quanto detto si evince che il lavoro interno del link cambia espressione in funzione della
sua lunghezza meccanica. Per superare, almeno da un punto di vista formale, questa difficoltà, si
può pensare di modellare il link con un elemento che si plasticizza per sola flesione, ma che è
caratterizzato da un momento equivalente ottenuto imponendo l’uguaglianza tra il lavoro da esso
compiuto ed il lavoro del link reale. In altre parole, il momento equivalente viene ottenuto
imponendo le seguenti uguaglianze:
L(iD.link
) = L(K ) = 2 M γ L
i.link eq ⇒ 2 Meq θ = 2 M φp + 2 V vp (27)
e
L(iV.link
) L L
= 2 Meq γ = 2 Meq θ ⇒ Meq θ = 2 M φp + 2 V vp (28)
2e e
Introducendo nelle (27)-(28) le espressioni del taglio V e del momento M, in condizioni
ultime, dati dalle (16)-(17) e dalle (20)-(21), si ottengono le seguenti relazioni per la determinazione
del momento equivalente:
M (eqD ) = M (eqK ) = M (eqV ) = u
Ve
• per link corti: (29)
2
• per link intermedi a D e a split K:
(K ) = e  4(M − M )2 β 2 + V 2 (L − β e )2 + 2β M 
M (eqD ) = M eq
(30)
 1 fu 
2L  
u fu 1 u 1
• per link intermedi a V:
e 
M (eqV ) =  16(M u − M fu ) β 2 + Vu (L − 2β 2 e ) + 4β 2 M fu 
2 2 2 2 (31)
2L  
(D ) (K ) (V )
• per link lunghi: M eq = M eq = M eq = Mu (32)
dove i parametri β1 e β2 sono dati da:
 4(M u − M fu )M fu + Vu e 

4M u (M u − 2M fu ) + Vu e
2 2
β1 = Vu L 
 (33)
4(M u − M fu ) + Vu e
2 2 2
 
 
 4(M u − M fu )M fu + Vu e 

4M u (M u − 2M fu ) + Vu e
2 2
β 2 = Vu L 
 (34)
8(M u − M fu ) + 2Vu e
2 2 2
 
 

4. CONTROLLO DEL MECCANISMO DI COLLASSO PER SCHEMI MONOPIANO

La Figura 3a illustra i meccanismi di collasso per le diverse tipologie di portale con controvento
eccentrico a link plasticizzato (meccanismo tipo A). In realtà, cinematismi vengono attivati anche
quando si plasticizzano, in luogo del link, la trave esterna al link e la diagonale nel loro nodo di
confluenza (Figura 3b). Questi meccanismi (tipo B) sono da evitare perché ad essi è associata una
duttilità, e quindi una capacità di dissipazione dell’energia sismica in ingresso, più bassa rispetto a
quella relativa al caso in cui le deformazioni inelastiche sono concentrate nel link, che è un
elemento progettato appositamente per assolvere al compito di zona dissipativa.

schema a D

schema a
split K

schema a V

(a) (b)
Figura 3: Cinematismi possibili per schemi monopiano

È possibile stabilire un criterio che consenta di escludere a priori, in maniera molto semplice, i
meccanismi di tipo B. Questo criterio, ricavato per il portale controventato, può poi essere
agevolmente esteso al caso di controventi multipiano, per i quali le configurazioni A e B possono
alternarsi in qualsiasi modo tra i diversi livelli, dando vita a configurazioni di tipo misto. In accordo
con il teorema cinematico del collasso plastico, il criterio di progetto suddetto viene ricavato
imponendo che il moltiplicatore cinematicamente ammissibile delle azioni sismiche corrispondente
alla tipologia A di meccanismo sia inferiore a quello corrispondente alla tipologia B.
Ricorrendo al concetto di momento equivalente precedentemente introdotto, il lavoro virtuale
interno per gli schemi di Figura 3a può essere scritto come:
(D ) L
• per schemi a D: L(iD ) = 2 Mc θ + Md θ + 2 M eq θ (35)
e
(K ) L
• per schemi a split K: L(iK ) = 2 Mc θ + 2 Md θ + 2 M eq θ (36)
e
(V ) L
• per schemi a V: L(iV ) = 2 Mc θ + 2 Md θ + 4 M eq θ (37)
2e
avendo indicato con Mc ed Md il momento plastico, ridotto per la presenza dello sforzo normale,
rispettivamente delle colonne e delle diagonali.
Il lavoro virtuale esterno è quello che viene speso dai carichi esterni, sia quelli orizzontali che
verticali. L’aliquota relativa ai carichi verticali, supposti uniformemente distribuiti, è nulla, data la
emisimmetria, per le configurazioni a split K e a V, mentre è fornita dall’espressione:
(D ) =
L
L(L − e )
L e.q ∫ qv(z)dz = q θ (38)
0 2
per la configurazione a D (Figura 4).

Controvento a D Controvento a split-K


q q

e e
L L

Controvento a V
q

e e
L

Figura 4: Diagrammi degli spostamenti verticali per le tre tipologie di


controvento

Per quanto riguarda il contributo della forza orizzontale, amplificata del moltiplicatore α,
risulta:
Le = α F δ = α F θ h (39)
per tutte le tipologie esaminate.
Pertanto, l’applicazione del principio dei lavori virtuali, con riferimento al meccanismo di
collasso di tipo A, fornisce:
(D ) L L(L − e )
• per schemi a D: 2 Mc θ + Md θ + 2 M eq θ = α (D ) F h θ + q θ (40)
e 2
2 Mc θ + 2 Md θ + 2 M (eqK ) θ = α (K ) F h θ
L
• per schemi a K: (41)
e
(V )
θ = α (V ) F h θ
L
• per schemi a V: 2 Mc θ + 2 Md θ + 2 M eq (42)
e
da cui:
2M c + M d + 2M (eqD ) L
α (D )
= e − qL(L - e ) (43)
Fh 2Fh
2M c + 2M d + 2M eq(K ) L
(
α =K) e (44)
Fh
2M c + 2M d + 2M eq(V ) L
(
α =V) e (45)
Fh
Le equazioni (43)-(45) rappresentano i moltiplicatori cinematicamente ammissibili dell’azione
sismica corrispondente ai meccanismi di collasso considerati.
Lo stesso procedimento può essere seguito per la seconda tipologia di meccanismo di collasso
(tipo B), al fine di confrontare tra di loro i moltiplicatori ottenuti. Dalla Figura 3b, detto Mb il
momento di plasticizzazione della trave, ridotto per la presenza dello sforzo normale, risulta:
• per schemi a D: L(iD ) = 2 Mc θ + Md θ + Md γ + Mb γ + Mu γ =

(
= 2 M c θ + Md 1 + L θ + Mb
e
)L
e
θ + Mu
L
e
θ
(46)

(K )
• per schemi a K: L i = 2 M c θ + 2 M d θ + 2 Md γ + 2 Mb γ =
(
= 2 M c θ + 2 M d 1 + L θ + 2 Mb L θ
e
) e
(47)

• per schemi a V: ( V)
L i = 2 M c θ + 2 M d θ + 2 Md γ + 2 Mb γ + 2 Mu γ =
= 2 Mc θ + 2 M d 1 + L
2e
( )
θ + 2 M b L θ + 2 Mu L θ
2e 2e
(48)

Le espressioni del lavoro virtuale esterno restano invece inalterate. Pertanto, l’applicazione
del principio dei lavori virtuali ai meccanismi di collasso tipo B conduce alle seguenti espressioni
dei moltiplicatori cinematicamente ammissibili:

(D )
α =
( e
)
2M c + M d 1 + L + M b L + M u L
e e − qL(L - e ) (49)
Fh 2Fh
(K )
α = e
(
2M c + 2M d 1 + L + 2M b L )e (50)
Fh

α (V ) =
( 2e
)
2M c + 2M d 1 + L + 2M b L + 2M u L
2e 2e (51)
Fh
Dal confronto delle (43)-(45) con le (49)-(51) rispettivamente, è immediato stabilire la
condizione che permette di evitare la tipologia B di meccanismo, meno efficace in termini
dissipativi, imponendo, per ciascuna tipologia, la condizione:
α (A ) < α (B ) (52)
che conduce ai seguemti requisiti di progetto:
Md + Mb + Mu
• per schemi a D: M (eqD ) < (53)
2
(K )
• per schemi a K: M eq < Mb + Md (54)
Md + Mb + Mu
• per schemi a V: M (eqV ) < (55)
2
Come anticipato, le condizioni espresse dalle (53)-(55) possono essere estese anche al caso di
controventi multipiano, al fine di escludere la plasticizzazione della trave all’esterno del link. Infatti,
per evitare le tipologie miste, caratterizzate in corrispondenza di uno o più livelli dall’attivazione
del meccanismo tipo B, è sufficiente verificare, a valle del dimensionamento degli elementi
strutturali, che la condizione relativa allo schema di controvento esaminato sia soddisfatta ad ogni
piano del controvento stesso.
La problematica del controllo del meccanismo di collasso nel caso di controventi eccentrici
multipiano, finalizzata al conseguimento di un meccanismo di tipo globale, viene esaminata in un
parallelo lavoro (Mastrandrea et al. (2001)).

5. CONCLUSIONI

Lo studio condotto consente di superare le difficoltà che intervengono nel calcolo a rottura in
presenza di interazione taglio-momento per controventi eccentrici.
La procedura esposta permette, infatti, di individuare, in modo rigoroso e univoco, le
sollecitazioni che competono ai link intermedi dei controventi eccentrici in condizioni ultime.
Questo risultato è particolarmente interessante se si pensa che la letteratura classica concernente i
controventi eccentrici non si sofferma in modo esaustivo su questo aspetto, limitandosi a formulare
leggi analitiche che possano rappresentare in modo corretto il dominio di plasticizzazione in
presenza di interazione taglio-momento.
Inoltre, il momento equivalente introdotto costituisce, proprio ai fini dell’applicazione del
calcolo a rottura, un utilissimo strumento poiché consente, nella formulazione del lavoro interno, la
scrittura di relazioni formalmente identiche a quelle che si scriverebbero nel caso di cerniere
plastiche per flessione pura.
Si è visto, infine, come l’introduzione del concetto di momento equivalente permetta di
ricavare facilmente i requisiti di progetto da soddisfare per evitare la plasticizzazione della parte di
trave esterna al link e delle diagonali, ossia lo sviluppo di meccanismi di collasso poco dissipativi.
Questo rappresenta un risultato molto importante nell’ottica della progettazione delle strutture
sismo-resistenti, in quanto in linea con i principi della filosofia di progettazione del capacity design.

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