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“L’arc
3

Indice.

Introduzione: d
biblioteca digi
obbiettivi prin
dell’umanità.
4

Introduzione.

Definizione di Biblioteca Digitale.

Scopo di questo lavoro è gettare uno sguardo su un


particolare tassello della rete di biblioteche digitali
cui stanno lavorando le università italiane. Ci
occuperemo infatti della Biblioteca Interateneo Digitale
dell’Università di Roma La Sapienza e della sua Emeroteca
Virtuale, che si propone come struttura di orientamento e
supporto per le attività scientifiche e didattiche della
più grande università italiana.

Una prima definizione di cosa sia una biblioteca digitale


ci viene data da Riccardo Ridi[1] che pone l’accento sul
carattere squisitamente “immateriale” della biblioteca in
cui vengono conservati e resi disponibili documenti
digitali ( born digital ed digitalized) gestiti e
catalogati elettronicamente. Naturalmente la biblioteca
digitale è ben lontana dall’essere una semplice
biblioteca elettronica, in quanto quest’ultima presuppone
solo l’utilizzo di strumentazione elettronica per il suo
funzionamento. A ragion di logica una biblioteca digitale
sarà quindi anche elettronica, ma non viceversa, in
quanto una biblioteca elettronica potrà anche solo
gestire materiale analogico. All’interno del panorama
biblioteconomico numerose sono le definizioni sul
concetto di biblioteca digitale, soprattutto nell’ambito
della letteratura anglo-americana. Citeremo in questa
sede due dei più autorevoli riferimenti a riguardo.
5

"Digital libraries are organizations that provide the


resources, including the specialized staff, to select,
structure, offer intellectual access to, interpret,
distribute, preserve the integrity of, and ensure the
persistence over time of collections of digital works so
that they are readily and economically available for use
by a defined community or set of communities".

Questa citazione è tratta dal sito della Digital Library


Federation[2] che riunisce un gruppo di Biblioteche
Digitali anglo-americane sotto la sua guida. La DLF è un
gruppo di supporto per le iniziative, i progetti e le
problematiche di sviluppo di ben 37 Biblioteche Digitali
sparse tra i due continenti. Nella citazione è ampiamente
sottoscritto questo patto di collaborazione tra tutte le
risorse disponibili in rete.

Questa definizione mette in evidenza l’accessibilità


della biblioteca digitale che rende disponibile non solo
ciò che possiede ma anche ciò che non possiede, di cui
può dare l’accesso sia ai propri utenti che a quelli
delle altre biblioteche che considererà come propri. Essa
assurge al compito tradizionale di mediazione tra i
bisogni d’informazione di una comunità e il sapere
prodotto dall’umanità e registrato nei documenti.

“The Digital Library is: the collection of services and


the collection of information objects that support users
in dealing with information objects and the
organization and presentation of those objects
available directly or indirectly via electronic/digital
means”.
6

La seconda definizione è tratta dal Meeting del DLib


Working Group[3] sulla Biblioteca Metrica Digitale
tenutosi alla Università di Stanford nel gennaio del
1998. Essa viene presa in considerazione dai suoi stessi
autori come semplice punto di partenza per le loro
argomentazione, e quindi suscettibile di verifiche e
sviluppi nel futuro. Qui l’accento viene posto sui
servizi che offre una biblioteca digitale; sulla loro
raccolta e sull’insieme di informazioni sugli oggetti
digitali, sull’organizzazione e sulla presentazione di
tali oggetti presenti o meno nella biblioteca digitale.

Ingredienti della biblioteca digitale.

“The Library is a growing organism.” La quinta legge di


Ranganathan[4] non si rende attuale solo per quel periodo
dove le biblioteche cosiddette tradizionali trattavano
materiale perlopiù analogico. Un organismo che cresce è
da riferirsi anche al contesto della biblioteca digitale
in quanto i materiali che si propongono oggi ai nostri
bisogni informativi sono soprattutto risorse elettroniche
che nascono digitali, oppure vengono convertite da
documenti analogici; vengono gestite e conservate in un
unico ambiente virtuale che nulla a che fare con il
vecchio prototipo di una biblioteca. Mancando la fisicità
della biblioteca non viene meno l’insieme dei servizi che
essa mette a disposizione dei propri utenti, né le
funzioni di gestione del suo patrimonio documentario.

Una biblioteca digitale tra i suoi ingredienti, come ben


li definisce Riccardo Ridi, non ha solo documenti nati
7

digitali o digitalizzati ma anche servizi che sono


integrati nell’offerta che essa propone ai propri utenti.

Tra i documenti veri e propri e quindi parliamo di vere e


proprie raccolte organizzate e gestite tramite programmi
ILS (Integrated Library System)o ERMS (Electronic
Resource Management Systems) vi sono gli e-books ed i
periodici elettronici.

Vi sono poi inclusi degli strumenti nati solo in questi


ultimi anni grazie all’affermazione del World Wide Web ed
delle risorse fruibili tramite Internet, essi sono: gli
open archive, le banche dati, gli Opac.

Tra i servizi che può mettere a disposizione una


biblioteca digitale possiamo citare tra i primi i
Virtual Reference ( o Digital) Service che corrispondono
al tradizionale servizio di Reference che possiamo
incontrare in una biblioteca, solo che in questo caso
l’utente è guidato attraverso una serie di percorsi
telematici verso le sue esigenze informative. Percorsi
telematici che possono includere l’uso di strumenti come
la Chat, gli Istant Messaging, la posta elettronica (e-
mail) ed gli Ask A Librian. Il Print on demand (POD) è un
servizio di stampa del documento dall’originale presente
in rete ed in possesso della biblioteca digitale, esso è
da preferire alla stampa di un documento effettuata con
un semplice copia/incolla, poiché in questo contesto
viene anche rispettato il diritto d’autore legato alla
risorsa elettronica. Un altro servizio è fornito dal
Document Delivery già conosciuto ed usato per documenti
analogici tramite l’invio per posta o per fax di
documenti richiesti da una biblioteca ad un'altra che li
possiede, per conto di un suo utente. In questo contesto
8

la risorsa elettronica può essere acquisita direttamente


in ambiente informatico come allegato in un’e-mail oppure
metterla temporaneamente in una directory del sito della
biblioteca digitale in modo da essere fruita dall’utente
tramite password. Ugualmente il normale prestito rientra
tra i servizi di una biblioteca digitale, anche perché,
che biblioteca potrebbe mai essere quella che non mette a
disposizione dei propri utenti il materiale che possiede
o a cui ha accesso in Rete? Una biblioteca anche se ha la
peculiarità di essere immateriale nella sua forma
essenziale, di non esistere se non virtualmente
attraverso lo schermo del proprio computer che dà la
possibilità di venir a conoscenza del patrimonio presente
in essa ma anche al di fuori di essa, resta comunque
nella sua sostanziale essenza una biblioteca e come tale
soggetta alle leggi della biblioteconomia. Ed è per
questo che troveremo anche la Desiderata tra i servizi
messi a disposizione dell’utenza. In più ci saranno quei
servizi che potremmo definire “innovativi” poiché nascono
nel contesto dell’affermazione delle tecnologie
elettroniche ed ecco che possiamo trovare aree che si
occupano dell’e-commerce dei prodotti editoriali che
fanno parte del patrimonio della biblioteca, servizi di
personalizzazione dell’interfaccia grafica che si può
presentare all’utente, servizi di aggregazioni degli
utenti, e così via. Qui possiamo ormai citare il famoso
Social Network “Facebook” che raggruppa tra i suoi utenti
anche tante biblioteche, digitali e non. L’interazione
tra utente e biblioteca è ben evidente nell’ambito del
servizio di disseminazione selettiva in cui i gusti degli
utenti vengono filtrati e gestiti in modo che ad ogni uno
di loro venga associato un profilo bibliografico con la
possibilità di inviare tramite e-mail le proposte
9

editoriali che corrispondono ai bisogni informativi di


quel tipo di utenza. Ma oltre a questo la biblioteca può
usufruire dei dati dei propri utenti relativamente ai
prestiti effettuati od alle richieste evase per misurare
l’uso delle proprie collezioni. In un futuro prossimo c’è
chi ipotizza anche la possibilità di creare caselle di
posta elettronica per gli utenti, pubblicazioni e scambio
di file, e-commerce, e-banking e tutto ciò che
corrisponde all’intera gamma di servizi comunicativi in
ambito digitale, ma a questo punto non si
comprometterebbe troppo la core misssion della
biblioteca?

Possesso ed accesso nella biblioteca digitale.

Nella relazione “Public libraries and the information


society.”, la Commissione Europea[5] sottolinea come le
biblioteche nella attuale società dell’informazione
debbano avere come finalità quella di fornire l’accesso a
ogni tipo di informazione per ognuno, in qualsiasi
momento, in qualsiasi luogo. Quindi non solo quello che è
disponibile nel patrimonio della biblioteca deve essere
messo a disposizione dell’utente tramite il proprio Opac,
ma anche ciò che non lo è. Ciò può avvenire tramite la
visualizzazione degli Opac di altre biblioteche, link a
risorse elettroniche remote, VRD di determinati settori
disciplinari, portali ampliati e quant’altro possa
corrispondere ai bisogni informativi degli utenti
10

nell’attuale società dell’informazione. Il modello di


biblioteca digitale che viene così a configurarsi è
quello di una global digital library, che sia
collaborativa, distribuita, non centralizzata, orientata
all’accesso più che al possesso, al servizio più che al
patrimonio [6].

Per realizzare tale modello lo strumento da impiegare


potrebbe essere quello di un Opac che potremo denominare
Big Opac. Un Opac arricchito ed allargato non solo alle
risorse elettroniche locali (REL) ma anche a tutte quelle
risorse elettroniche remote (RER) che rientrano nella
mission della biblioteca, come suggerito da Riccardo
Ridi. Un Opac che si orienterebbe benissimo sia
all’accesso che al possesso dei documenti di una
biblioteca digitale, in quanto questi due termini non
possono più essere considerati separatamente, ma vanno
valutati come elementi complementari di un’unica realtà.

Anche se un’unica problematica sembra mettere in crisi


quella che resta una funzione principale della
biblioteca, e cioè quella di rendere fruibile il
documento e/o la risorsa al proprio utente. Come tutelare
la legge sul copyright e rendere disponibile il documento
al lettore della biblioteca digitale? Come mettere
insieme diritto all’informazione e diritto d’autore? Si
potrebbe iniziare con lo stilare una normativa adeguata e
stringente relativa a tale ambito e iniziare ad inculcare
un’educazione civica al diritto d’autore di un documento
che non si tocca, che fisicamente non c’è ma che
legislativamente e virtualmente è stato posto in essere
da un autore e quindi ne vanno tutelati i diritti
intellettuali.
11

Gli obbiettivi principali della digitalizzazione


del patrimonio culturale.

A metà del XIX secolo la composizione chimica della carta


cambia radicalmente per rendere possibile una maggiore
produzione di libri e riviste. Le cartiere incominciano
ad fabbricare la carta con pasta di legno ed utilizzano
l’allume per migliorare la resa dell’inchiostro, ma tutto
ciò provoca una reazione chimica che porta la carta a
sbriciolarsi nel tempo ed ad essere eccessivamente
fragile. I risultati di questo cambiamento sono ben
evidenti nelle collezioni documentarie prodotte
dall’inizio dell’uso di questo tipo di carta fino ai
giorni nostri, col il paradosso che i papiri che sono
vecchi di millenni sono ancora marginalmente fruibili
all’umanità ed il patrimonio documentario più recente
rischia di essere polverizzato.

Una serie di progetti a livello mondiale sono stati


intrapresi per cercare di arginare tale problema ed alla
base della maggior parte di essi vi è la digitalizzazione
del patrimonio documentario più antico.

Uno dei primi progetti di digitalizzazione venne avviato


nel 1990 dalla Cornell University, denominato progetto
CLASS. Tale progetto ha raggiunto lo scopo di
scannerizzare tra il 1990 ed il 1993 circa 1000 libri.

Nel 1991 un altro progetto prende vita, il Project Open


Book della Yale University che digitalizza 10.000 libri
da copie microfilmate, un ulteriore accorgimento per
salvaguardare le copie originali.
12

Un altro progetto di digitalizzazione per fini


conservativi, e non solo, è il progetto JSTOR che si
occupa prevalentemente di periodici cartacei. Dal 1995
JSTOR digitalizza collezioni retrospettive di 3-5 anni di
periodici, in questo modo non solo garantisce il rispetto
dei diritti d’autore, ma assicura anche l’accesso a
quelle riviste che sono meno accessibili, più bisognose
di conservazione, con l’obbiettivo di abbattere i costi
di gestione delle raccolte cartacee delle biblioteche.
La digitalizzazione del patrimonio documentario non
garantisce solo la conservazione a lungo termine delle
collezioni ma anche la sua valorizzazione attraverso la
fruizione e l’accesso non solo ai documenti finali ma
anche alla conoscenza di tale patrimonio da parte
dell’umanità, così come i cataloghi in rete rendono
fruibile all’utente tutto ciò che una biblioteca
possiede. Vari progetti portati avanti a livello
nazionale, europeo ed internazionale hanno avuto come
obbiettivo proprio quello di portare a conoscenza
dell’umanità le varie collezioni che sono disponibili in
rete e sono accessibili all’utente. Per citarne qualcuno
possiamo menzionare in questa sede il portale
Culturaitalia ( www.cultiraitalia.it), reso on line
dall’aprile del 2008. Esso si presenta come un
aggregatore di contenuti relativi ad istituzioni come
musei, archivi e biblioteche. La sua interoperabilità,
intesa come condivisione di dati ed informazioni tra
sistemi diversi, lo rende uno strumento capace di
integrare informazioni provenienti da Istituzioni
pubbliche quali il MiBAC ( il Ministero per i beni
culturali), le varie Regioni, le Teche RAI e l’Istituto
Luce, in modo da poter accedere ad una moltitudine di
dati riguardanti diverse tipologie di collezioni
13

digitali. Il portale di Culturaitalia aderisce ad


Europeana, una biblioteca digitale europea che riunisce
contributi già digitalizzati da diverse istituzioni dei
27 paesi membri dell'Unione Europea in 23 lingue; la sua
dotazione include libri, film, dipinti, giornali, archivi
sonori, mappe, manoscritti ed archivi. Culturaitalia è
reso interoperabile anche con MICHAEL, una rete di 20
portali a livello europeo che rende visibile il
patrimonio culturale europeo digitalizzati.
Un grande progetto per la valorizzazione del patrimonio
culturale a livello mondiale è stato avviato dall’UNESCO
con la partecipazione della Library of Congress nel 2005.
Il risultato è stato la realizzazione di un sito, il
World Digital Library (www.wdl.org), reso on line
nell’aprile del 2009. Con la partecipazione di diverse
istituzioni di paesi di tutti e cinque i continenti è
stato possibile creare questo contenitore di risorse
digitali di diverse tipologie, come libri rari, mappe,
filmati sonori e visivi ect. Tutto ciò per rendere
facilmente accessibile la raccolta delle ricchezze
culturali del mondo, anche dei paesi in via di sviluppo
che restano ancora ai margini dei progetti di
digitalizzazione del proprio patrimonio culturale. Questo
progetto si lega imprescindibilmente agli obbietti
dell’UNESCO che sono quelli di promuovere con qualsiasi
mezzo la diversità culturale sul web e di favorire la
società della conoscenza.
14

Capitolo primo.

BIDS: Biblioteca Interateneo Digitale de La


Sapienza.

1.1 Il sito Web delle biblioteche de La


Sapienza.

Fig.1 Home page del sito Web delle biblioteche de La Sapienza.

Attraverso la navigazione del sito Web dedicato alle


biblioteche dell’Università La Sapienza è possibile
15

accedere ad una moltitudine di informazioni utili per


usufruire dei servizi bibliotecari messi a disposizione
degli studenti, dei ricercatori e dei docenti.

Il sito Web dà la possibilità di accedere a cinque


tipologie di catalogo, ciascuno dei quali si inserisce in
un ambito informativo ben definito.

Il Catalogo collettivo de La Sapienza è un grande


“contenitore” che rende disponibile online circa
1.200.000 informazioni bibliografiche, in collaborazione
con il Servizio Bibliotecario Nazionale.

Il Catalogo dei periodici de La Sapienza fornisce


informazioni bibliografiche su oltre 35.000 riviste
possedute, tramite anche l’accesso all’ACPN, l’Archivio
Collettivo Nazionale dei Periodici.

Altri Cataloghi consultabili sono: il Catalogo de La


Sapienza e Regione Lazio, altri Cataloghi Nazionali ed
Internazionali.

Un’altra area del sito è dedicata alle risorse


elettroniche, che comprendono le Banche Dati, i periodici
elettronici, i testi elettronici, i manuali elettronici
ed il meta-motore di ricerca MetaBIDS 2005. Quest’area è
fruibile direttamente dal sito della Biblioteca
Interateneo Digitale de La Sapienza, di cui si tratterà
ampiamente nel paragrafo successivo.

Nell’area denominata “Biblioteche” troviamo due elenchi


relativi alle notizie specifiche di tutte le biblioteche
dell’Università. Vi è presente sia un elenco completo ed
esauriente di tutte le biblioteche di facoltà e sia un
elenco in cui le biblioteche vengono divise per Facoltà.
16

Seguono tre tipologie di Ricerca che possono guidare


l’utente attraverso percorsi specifici.

È possibile accedere ad un’area riservata alle persone


diversamente abili che vogliono usufruire dei servizi
informativi del sito senza difficoltà.

Il sito Web è dotato di un link ad un Virtual Reference


Desk che apre un’Area di lavoro dove è possibile
l’accesso ai singoli VRD di ciascuna Facoltà.

Tra i servizi messi a disposizione del sito delle


biblioteche troviamo il Prestito Interbibliotecario e il
Document Delivery, che possono essere fruiti sia a
livello nazionale che internazionale.

Un link all’Area delle News informa l’utente sulle


principali iniziative, congressi e avvenimenti che
possono essere d’interesse per gli studenti, i docenti ed
i ricercatori.

Subito dopo l’Area delle News vengono riportati i


principali Progetti di Infosapienza. Nello specifico
troviamo citati la BIDS (Biblioteca Interateneo Digitale
de La Sapienza), l’SBN RMS (Servizio bibliotecario de La
Sapienza), ed infine il progetto ProDigi che si occupa
della digitalizzazione del patrimonio storico e di
pregio dell’Università.

Nel sito due Relazioni scaricabili in formato PDF


informano l’utenza sui contenuti e sui servizi che
offrono le biblioteche universitarie e danno un’ampia
panoramica su quelle che sono le statistiche e le
percentuali relative all’uso di tali servizi.
17

Chiudono il sito alcune Aree specifiche indirizzate ai


Bibliotecari ed ai Professionisti dell’informazione e
della documentazione.

1.2 L’architettura della BIDS.

Con il decreto rettorale n° 580 del 14/05/98 viene


istituito un Progetto di Ateneo per l’utilizzazione delle
Banche Dati Bibliografiche in rete, di cui è responsabile
il professor Antonio Fantoni.

Il Progetto ha tre obbiettivi principali:

1) Mettere gratuitamente a disposizione di studenti e


docenti dell’Ateneo strumenti informatici per la
ricerca di informazioni bibliografiche ed anche, e
soprattutto, di articoli di riviste scientifiche;
2) Promuovere una maggiore utilizzazione delle
Biblioteche Dipartimentali di Ateneo;
3) Coordinare, tramite il Collegio dei Direttori di
Dipartimento, gli interessi di informazione
scientifica dei propri docenti e realizzare una
efficace copertura per i progetti e gli sviluppi di
ricerca di ogni area culturale presente in Ateneo.

Il Progetto della BIDS fa capo al Dipartimento del


CITICoRD (Centro Interateneo per le Tecnologie
dell’Informazione e della Comunicazione nella Ricerca e
nella Didattica), dal primo luglio 2008 esso è confluito
nell’Area Infosapienza.

La Biblioteca Interateneo Digitale de La Sapienza


aderisce come tante altre Istituzioni Universitarie al
18

CIBER (Comitato Interuniversitario Base Dati ed Editoria


in rete). Questo comitato è nato nel 1999 con lo scopo
principale di condividere le risorse elettroniche tra
diverse università. All’inizio del progetto le università
che entrano a far parte del CIBER sono le cinque
università che già facenti parte del consorzio
universitario CASPUR. Ad oggi le istituzioni
universitarie coinvolte sono arrivate ad essere 27 sparse
su tutto il territorio Nazionale. Dal 2008 il CIBER è un
organo del consorzio CASPUR.

Il CASPUR (Consorzio Interuniversitario per le


Applicazioni di supercalcolo per Università e Ricerca) è
stato istituito nel 1992 e tra i suoi scopi vanno
annoverati soprattutto quelli di essere un promotore per
l’utilizzo dei più avanzati sistemi di elaborazione
dell’informazione; di gestire un servizio di elaborazione
di elevata potenzialità e qualità e di sviluppare
ricerche per l’utilizzo più efficace ed innovativo delle
potenzialità delle tecnologie dell’informazione ed della
comunicazione. Per perseguire tali obbiettivi il CASPUR
può stipulare convezioni con altre Università non facenti
parte del proprio consorzio e con altri enti sia pubblici
che privati.
L'accesso alle risorse elettroniche della Biblioteca
Digitale della Sapienza è normalmente riservato agli
utenti che utilizzano un computer dall'interno della
rete universitaria, che sia cioè parte della rete
contrassegnata con il numero IP 151.100.
Se si vuole accedere da un computer situato al di fuori
della rete universitaria, ad esempio da casa, è possibile
farlo collegandosi
19

alla pagina <http://utenzaproxymed.citicord.uniroma1.it>


dove è possibile registrarsi al nuovo servizio proxy e
scaricare il file con le istruzioni. Per registrarsi è
necessario avere un'utenza sul sistema di posta
“uniroma1”, oppure per gli studenti, essere in regola con
il pagamento delle tasse e adoperare le credenziali
utilizzate per accedere ai servizi di InfoStud. Per
facilitare la navigazione attraverso il proxy server è
possibile scaricare e adoperare immediatamente, senza
dover cambiare alcuna configurazione il browser portatile
BIXY, alla pagina:

<http://bids.citicord.uniroma1.it/pagina.aspx?idPagina=8>
20

Fig.2 Home page della Biblioteca Interateneo de La Sapienza.

L’architettura del sito della BIDS è ampiamente


predisposta per facilitare una navigazione rapida ed una
21

ricerca semplice ma anche articolata attraverso gli


strumenti ed i servizi che essa mette a disposizione
dell’utente. Al centro possiamo visionare la divisione in
aree disciplinari per effettuare ricerche mirate, ma la
ricerca può avvenire anche direttamente con la
compilazione del campo Ricerca libera, inoltre il motore
di ricerca MetaBIDS permette di ricercare un articolo, un
libro, un autore attraverso un'unica interfaccia e di
visionare i risultati in un’unica pagina che rimandano ai
collegamenti dei siti delle biblioteche, delle banche
dati, delle singole riviste o del Servizio Bibliotecario
Nazionale da cui accedere per l’informazione
bibliografica del documento ricercato.

Gli strumenti che la BIDS mette a disposizione dei propri


utenti sono: le Banche Dati, i Periodici Elettronici, i
Testi elettronici e i Manuali Elettronici.

Le Banche Dati sono ampie collezioni ( ad accesso


gratuito o tariffato) di dati digitali strutturati che
vengono utilizzate per la consultazione attraverso
tecniche di information retrieval e solo talvolta per la
navigazione attraverso legami ipertestuali. Si
distinguono in primarie e secondarie. Le prime contengono
informazioni direttamente utilizzabili, le seconde
individuano solo i documenti che bisogna poi procurasi
per altre vie, sono per esempio da riferirsi alle varie
tipologie di Bibliografie.

Aprendo la pagina dedicata alle Banche Dati e scorrendone


la lista, possiamo visualizzarne ben 116. Tra queste
troviamo il sito Italinemo curato dal professor Michele
Santoro e dedicato alle riviste di italianistica nel
mondo, la rivista on line JCR (Journal Citation Reports)
22

dell’Istitute for scientific information di Philadelphia


che produce i Citation Index per le riviste più quotate a
livello scientifico in base alle citazioni che esse hanno
ottenuto negli studi successivi fatti sul medesimo
argomento. Inoltre possiamo citare anche il sito JSTOR
che da una decina di anni si occupa della
digitalizzazione e fruizione delle serie retrospettive
complete di alcuni periodici.
I Periodici elettronici sono riviste che abbracciano
tutte le aree disciplinari, possedute anche in carta da
alcune biblioteche de La Sapienza, disponibili in formato
elettronico e a testo completo. Sono in genere
consultabili, oltre alle annate correnti, anche molte
annate pregresse.

Fig.3 Pagina dei Periodici Elettronici.


23

L’Area relativa ai Periodici elettronici si apre con la


visualizzazione dell’Indice dei fornitori di tutti i
titoli delle riviste presenti sul sito della BIDS. Ad
oggi sono 62 gli editori che sono presenti con le loro
riviste.

Oltre alla possibilità di accedere direttamente al sito


dell’Editore è possibile anche visualizzare solo i titoli
che sono editi da un determinato Editore.

Gli altri tre campi che si scorgono accanto all’Indice


danno la possibilità all’utente di poter ricercare un
periodico per Titolo, Argomento e tramite una Ricerca
libera. È assente un’informativa riguardante
l’Istituzione Bibliotecaria universitaria che possiede la
collezione del periodico in formato cartaceo.

Sotto la nominazione di Testi elettronici si possono


trovare e-books, e-journals ed articoli di riviste in
formato full-text posseduti da altre biblioteche digitali
e da alcuni Data Base on line come Acta santorum e
Patrologia latina web.

Le biblioteche digitali alle quali si può accedere dalla


BIDS sono la Biblioteca Italiana, la Gallica,
l’Encyclopedia of Energy online e la IEL: IEEE/IEE
Electronic Library, quest’ultima dà la possibilità di
accedere ad una moltitudine di materiale di
argomentazione scientifica e tecnologica, anche se per i
testi in formato e-books è possibile solo la
visualizzazione dell’abstract e del primo capitolo. Non
è così per la Biblioteca Italiana e la Gallica che hanno
24

digitalizzato una gran parte del patrimonio librario


nazionale, rispettivamente italiano e francese, non più
coperto dai diritti di copyright, e quindi fruibile del
tutto on line.

I Manuali elettronici sono manuali di riferimento e di


guida alla ricerca e allo studio, elencati
alfabeticamente o per argomento. L’abbonamento
all’editore CRC consente, ad esempio, l’accesso a oltre
1.800 testi scientifici.

Due importanti Progetti vengono gestiti dalla Biblioteca


Digitale, il primo, denominato Padis, è un Open Archive
che si occupa dell’archiviazione delle Tesi di Dottorato,
al momento sono presenti quelle discusse nell’Ateneo
dall’anno accademico 2004-2005. Inoltre sono presenti
articoli, preprint e contributi a convegni depositati
liberamente dai loro autori per aiutare l’attività di
ricerca della Sapienza. L’altro progetto è l’Open
Journals Sapienza, un portale che si occupa delle riviste
elettroniche dell’Università. Quest’ultime sono edite
direttamente dalla Sapienza oppure sono conducibili ad
essa per la Direzione o per il Comitato editoriale. Il
Progetto è ancora in fase di digitalizzazione del
pregresso dei periodici ma l’aggiornamento agli ultimi
numeri in uscita sembra essere ad un buon punto di
arrivo. Le riviste che fanno parte del progetto OJS sono:
la Rivista di studi politici internazionali, la
Biophysics and Bioengineering Letters, il Journal of
Middle Eastern Geopolitics e il Vaseteh – Journal of the
European Socienty for Iranian Studies.

L’Home page della BIDS chiude con una piccola Area


dedicata alle News riguardanti il settore
25

Biblioteconomico e non solo. L’utente viene messo a


conoscenza anche dell’attivazione di Trial di Periodici
Elettronici oppure di Banche Dati per poterne usufruire
nel tempo massimo messo a disposizione dal prodotto in
prova. Inoltre è possibile l’accesso diretto ai VRD delle
diverse Facoltà universitarie.
26

Capitolo secondo.

L’Emeroteca virtuale della BIDS ed i periodici


elettronici on line.

1.1 Definizione e caratteristiche delle


pubblicazioni elettroniche. Problematiche
connesse alla gestione, alla fruizione ed
alla conservazione.

Con i termini “periodico elettronico” ed “e-journal” si


indica qualsiasi pubblicazione a carattere periodico
disponibile in formato digitale su un qualunque tipo di
supporto (Ridi).

In una biblioteca digitale si possono trovare tre tipi di


periodici elettronici:

a) digitali nativi, esistenti solo in formato


elettronico;
b) digitalizzati a priori da un editore, parallelamente
alla loro versione cartacea;
c) digitalizzati a posteriori da una biblioteca, da un
editore o da altri soggetti per creare collezioni
retrospettive online di periodici cartacei.

La maggior parte dei periodici on line è ancora molto


simile alla sua versione cartacea, con la successione in
fascicoli a cadenza periodica. Secondo Riccardo Ridi
questo atteggiamento da parte degli editori si prefigura
27

con quello che lui denomina come “crampo culturale”. Non


si comprende la ragione ultima di pubblicare on line una
serie limitata di articoli, quando si potrebbe rendere
fruibile ogni singola pubblicazione appena pronta per
essere divulgata, in questo modo si garantirebbe
quell’aggiornamento tempestivo e costante che è
caratteristico di un’informazione in rete. Solo in
quest’ultimo caso si potrebbe trasformare un e-journal in
un continuing resource, lasciando definitivamente la
veste di un serial.

Per ciò che inerisce il workflow delle risorse


elettroniche[7] si sono sviluppati a partire dagli anni
Novanta in poi appositi software per la loro gestione,
denominati Electronic Resource Management (ERM) Systems.
Questi programmi gestiscono l’intero ciclo di vita di una
RER ( Risorsa Elettronica Remota), qui quest’ultimo
termine vuole includere non solo i periodici elettronici
ma anche gli e-books, le banche dati ed il reference
work. Gli ERM Systems guidano la RER attraverso le sue
tre fasi principali che sono: la selezione e trial, la
decisione di acquisto e negoziazione della licenza d’uso
ed il mantenimento della risorsa e sua valutazione a
posteriori.

La licenza d’uso di una RER, ovviamente, è molto


differente dall’acquisto di una pubblicazione a stampa,
in quanto con essa si acquisisce il solo diritto
all’accesso per un predeterminato periodo di tempo con
modalità stabilite di volta in volta da clausole che ne
disciplinano la fruizione.

Fruizione che può essere regolata da limiti e modalità


d’accesso riguardanti gli utenti autorizzati, il prestito
28

interbibliotecario, il document delivery, la stampa ed lo


scaricamento dei dati, e così via.

Non solo la fruizione viene regolata in questo tipo di


contratto di servizio ma anche il vero e proprio possesso
della RER da parte della biblioteca. In effetti in una
licenza d’uso sono pochi gli editori che includono da
subito la possibilità di archiviazione di una copia della
risorsa elettronica, in quanto temono che la biblioteca
possa acquisire il diritto di offrirla ai propri utenti
in libera consultazione.

A volte viene anche negoziato il diritto ad accedere alle


annate precedenti ( accesso perpetuo) nel caso in cui
l’abbonamento al periodico giungesse a scadenza e non
venisse rinnovato dalla biblioteca, questo non potrebbe
accadere nel caso dei documenti analogici, dove la
decisione di interrompere un abbonamento seriale non
pregiudica le annate pregresse in possesso.

La copia d’archivio della risorsa elettronica è


importante anche per la conservazione a lungo termine
della stessa. Ed è proprio la conservazione del
patrimonio digitale che sta indirizzando in quest’ultimi
decenni molteplici forum di discussione. Molte
istituzioni stanno verificando la fragilità di tali
documenti logici, che possono volatilizzarsi
all’improvviso senza lasciare alcuna traccia del loro
passaggio. Obsolescenza tecnologica ed cambiamento
continuo degli URL delle risorse sono alcune delle cause
delle loro sparizioni. Il primo motore di ricerca full-
text, Web Crawler, ha fatto il suo debutto nel 1994 e ha
indicizzato circa 72.000 pagine. Nessuna delle
venticinque pagine principali allora elencate esiste
29

oggi. Nell’ottobre 2003, “Science” ha pubblicato i


risultati di un’indagine che ha rilevato che tre mesi
dopo la pubblicazione il 3,8% dei riferimenti a Internet
dei tre periodici medici di maggiore impatto non erano
attivi; dopo quindici mesi, tale percentuale era salita
al 10% ed è poi passata al 13% ventisette mesi dopo la
pubblicazione. In modo analogo, uno studio del 2005
pubblicato in “The Serials Librarian” ha mostrato che tre
anni dopo la pubblicazione, metà dei riferimenti a
Internet dei tre principali periodici di comunicazione
non si collegava a contenuto attivo[8].

Il problema della conservazione a lungo termine è sempre


più crescente col accrescere della domanda delle RER da
parte delle biblioteche, molto spesso unite in grandi
consorzi per contrastare lo strapotere delle grandi case
editrice. In quest’ultimi anni le biblioteche stanno
riguadagnando terreno nel campo dell’informazione in cui
padroneggiavano motori di ricerca e contenitori di una
massa senza ordine di informazioni. Ormai si parla di
abbonamenti e-only che non presuppongono più la gestione
contemporanea dei corrispettivi periodici cartacei con un
grande risparmio economico da parte delle istituzioni;
oppure di contratti big deal, che grazie alle
aggregazioni consortili danno accesso ad intere
collezioni.

Resta un punto critico già menzionato qualche rigo prima:


la conservazione a lungo termine della risorsa
elettronica. Essa resta un po’ sottovalutata nella
politica di gestione delle collezioni digitali in quanto
la maggior parte delle biblioteche guarda direttamente
più all’accesso gratuito, immediato ed completo delle RER
30

che al possesso delle stesse, il quale comunque dovrebbe


garantire l’accesso nel tempo futuro.

1.2 L’Emeroteca Virtuale della BIDS: aspetti


principali ed architettura del sito web.

L’Emeroteca Virtuale accessibile dal sito Web della


Biblioteca Interateneo Digitale de La Sapienza, ma anche
dal sito CASPUR all’indirizzo:

<http://www.caspur.it/attivitaeservizi/automazionebiblio
teche/articolifulltext/>, è un servizio di Digital
Library per l’accesso ad un insieme di testate
elettroniche multi-disciplinari pubblicate da sette
editori specializzati nell’editoria dei periodici
elettronici che permette l’accesso permanente ad oltre
3300 riviste accademico-scientifiche a testo completo
per un totale di oltre 2 milioni e 400 mila articoli in
formato pdf o html. Questo servizio è stato promosso dal
CIBER, la cui gestione tecnica è affidata al consorzio
CASPUR.
31

Fig.4 Home page dell’Emeroteca Virtuale.

Scendendo nel dettaglio della struttura dell’Home Page


del sito, si visualizza subito una schermata divisa in
tre colonne principali. Nella prima colonna è possibile
visualizzare le quattro modalità di Ricerca: Simple
Search, ricerca degli articoli per parole chiavi nel
titolo, abstract ecc; Advanced Search, si tratta di una
Ricerca Avanzata; Categorie, elenco per categorie dei
periodici elettronici; Elenco Alfabetico.

Subito dopo si trova un’Area dedicata ai Servizi Avanzati


inerente all’accesso Remoto all’Emeroteca Virtuale da
qualsiasi parte del mondo ed un servizio che permette il
deposito degli articoli di interesse dell’utente
registrato in un’apposita area senza scaricarli nel
proprio Computer, inoltre è possibile usufruire del
servizio di e-mail alert che avvisa gli utenti sulla
32

pubblicazioni di nuovi articoli sulla base delle ricerche


salvate. Chiude un modulo da compilare per accedere a
quest’area riservata.

La seconda colonna contiene l’elenco degli Editori le cui


riviste vengono visualizzate in full text direttamente
dal sito dell’Emeroteca Virtuale, secondo la metodologia
in uso si tratta in questo caso di un accesso SDOS
( Science Direct On Site)che viene distinto dall’accesso
SDOL ( Science Direct on line) direttamente dal sito
dell’Editore.

Accanto a ciascuna Casa Editrice è stato identificato il


numero di riviste edite:

• American Chemical Society ( 39 riviste)


• Blackwell Publishing ( 740 riviste)
• Cell Press (13 riviste)
• Coordinamento SIBA ( 5 riviste)
• Elsevier Science ( 2409 riviste)
• Institute of Physics (52 riviste)
• Kluwer AP/Springer Business & Media (158 riviste)
• Klumer Law International (22 riviste)
• Medknow Publications (68 riviste)
• Springer (1509 riviste)

Ciascuna Casa Editrice riporta un link “More


Information” dove si apre una scheda che informa l’utente
sulla denominazione del Prodotto, sul suo Contenuto,
sulle Modalità di accesso, sulla Durata del Contratto,
sugli Abstract & Full Text e sulle eventuali Note
33

presenti. Inoltre è possibile visionare l’elenco degli


Enti istituzionali autorizzati.

La terza colonna permette di accedere direttamente al


sito dell’Editore per visualizzare le riviste
elettroniche, accesso SDOL.

Nell’Elenco sottostante sono state incluse anche quelle


Case Editrici a cui si può accedere direttamente dal sito
dell’Emeroteca Virtuale:

• American Chemical Society (32 riviste)


• Annual Reviews (32 riviste)
• American Institute of Physics (11 riviste)
• American Physical Society (8 riviste)
• BioOne (70 riviste)
• Blackwell Publishing (672 riviste)
• Cell Press (9 riviste)
• EIO - Editoria Italiana Online (600 pubblicazioni)
• Elsevier Science ( 2000 pubblicazioni)
• Emerald Group (17 pubblicazioni)
• Institute of Physics (41 riviste)
• IOPSCIENCE ( 41 riviste)
• Kluwer Law International (20 riviste)
• Medknow Publications (68 riviste)
• Nature Group Publishing
• JSTOR (journal storage) ( 400 riviste)
• Royal Society of Chemistry (21 riviste)
• Science Magazine (1 rivista)
• Springer (+ ex-Kluwer) (1600 riviste)
34

• Wiley Interscience (447 riviste)

Sulla barra degli strumenti si possono visualizzare vari


collegamenti ad Aree riservate all’Helpdesk, ai Contatti,
un’area riservata al personale dell’Uniciber, pagine
informative sul servizio di Emeroteca Virtuale ed sui
consorzi CASPUR e CIBER che si occupano della gestione
tecnica e biblioteconomia del sito Web. Ancora è
possibile usufruire di un’Area Help Index che rimanda a
vari collegamenti utili per la navigazione nel sito.

Oltre all’area delle FAQs è presente un servizio


innovativo dal punto di vista del web-usability, il Tools
2.0 che dà la possibilità di accedere ad una moltitudine
di servizi di tipo Web 2.0. Si può personalizzare la
propria barra di Ricerca, inviare via e-mail gli articoli
localizzati, naturalmente ad altri Utenti che hanno
accesso autorizzato, attivare feed RSS per
l’aggiornamento costante sulle nuove pubblicazioni che
vengono edite dagli Editori, si possono esportare
citazioni bibliografiche ed creare un file con gli
articoli salvati e le bibliografie correlative, si
possono scaricare tools di ricerca direttamente da
browser e così via.

1.3 Elsevier Science, Springer ed Coordinamento


SIBA.
35

Analizzeremo in questo paragrafo due delle Case Editrici


a cui l’Emeroteca Virtuale ha accesso per la maggior
parte delle loro riviste online.

L’Elsevier Science si occupa di riviste che coprono


discipline scientifiche, biomediche, scienze sociali e
qualche titolo nelle scienze umane. Sono presenti 2409
riviste tra correnti e cessati dal 1995.

Fig.5 Home page dell’Editore Elsevier Science.

Aprendo il link all’Editore direttamente dal sito


dell’Emeroteca, ma è possibile anche un accesso al sito
della Casa Editrice stessa, si accede ad un’Area di
lavoro che riporta subito sulla nostra sinistra tutte le
modalità di Ricerca già presenti nell’Home Page
36

principale. Al centro dopo una serie di notizie


informative sulle riviste non più accessibili per vari
motivi, tra i quali lo scadere dello stesso abbonamento,
troviamo una lunga lista degli e-journals dell’Elsevier
Science.

Fig.6 Pagine di una rivista dell’Elsevier Science.

Aprendo il link di un qualsiasi e-journal dell’elenco


possiamo visualizzare ogni volume e numero della rivista
selezionata, cui accanto viene riportata la data di
edizione e le pagine. Accedendo al singolo numero si apre
la lista degli articoli che lo compongono. Ogni uno di
essi può essere salvato sul proprio computer, è possibile
37

l’accesso alle pagine bibliografiche ed è possibile


scaricarlo in formato pdf oppure html.

L’Editore Springer, a cui si sono aggiunte le riviste


della Casa Editrice Kluwer, si occupa di pubblicazioni
tecnico-scientifiche, scienze sociali ed in minima parte
di scienze umane. I periodici presenti attualmente sono
circa 1176.

Infine chiudiamo questo paragrafo citando gli e-journals


del Coordinamento SIBA dell’Università del Salento che
rende visibile ben 5 riviste da esso curate:

• Idee
• Note di matematica
• Psychofenia:ricerca ed analisi di psicologia
• Transitional Waters Bullettin
• Transitional Waters Monographs

Queste riviste trattano argomenti di psicologia,


matematica, scienze umane e scienze tecnico-scientifiche.
38

Fig.7 Pagine degli articoli della rivista Note di matematica


del Coordinamento SIBA.

Capitolo terzo.

Valutazioni e statistiche d’uso sull’Emeroteca


Virtuale.

1.1 Monitoraggio e valutazione dei periodici


elettronici.

La misurazione e la valutazione delle collezioni


documentarie analogiche e/o digitali ed i servizi loro
39

connesse rientrano tra i compiti principali della


biblioteconomia come facenti parte di un aspetto
essenziale del ciclo di gestione delle raccolte in
biblioteca.

Scopo dell’utilizzo delle valutazioni e degli strumenti


quali statistiche d’uso e citazionali è quello di un
costante monitoraggio della soddisfazione dell’utente,
della sua risposta positiva alle nuove acquisizioni della
biblioteca, dell’aderenza alla mission della stessa e
agli scopi ed alle finalità prestabilite nella Carta
delle Collezioni, nonché per le scelte future su
incrementazioni oppure cessazioni di abbonamenti seriali.

Uno strumento che può essere utilizzato anche nell’ambito


della documentazione digitale è la cosiddetta “griglia di
Whittaker” che ben si conforma alle nuove tipologie
documentarie[9]. Quindi secondo tale griglia, i criteri
di valutazione da seguire riguarderanno le dimensioni
assolute dell’opera, l’aggiornamento della copertura
dell’argomento trattato a livello geografico, linguistico
etc., l’indicazione dei responsabili quali autore,
editore, collaboratori, la data di pubblicazione, i
riferimenti bibliografici, gli eventuali Citation Index
per la letteratura accademico-scientifica. Ulteriori
fattori specifici sono legati al documento digitale
inerenti il tipo di hardware e software utilizzati, se il
documento è Born Digital ( documenti digitali nativi)
oppure Digitalized ( documenti digitalizzati in un
momento successivo), l’accessibilità, l’usabilità e
l’amichevolezza dell’interfaccia grafica, la stabilità
del collegamento e degli indirizzi molto spesso
modificati senza neppure lasciare la traccia di una
40

scheda di rinvio. Tutti questi elementi vengono poi fatti


inseriti in un Modello specifico che riporta gli elementi
principali della valutazione effettuata secondo la
griglia di Whittaker, qui di seguito riportato:

Modulo di valutazione di un documento Web (basato sui


criteri di Whittaker).
URL e titolo della pagina

41 Data della consultazione


Lingua: italiano o altro

AUTOREVOLEZZA:
URL: Che tipo di dominio è ? it com org edu ...

Appropriato al contenuto ? altro

Pagine personali ? di ente ? presenza di ~ oppure %


nell'URL
E-mail (minimo)

Chi è l'autore delle pagine ? Altri contatti (posta,


telefono)
Indicazioni bio-
bibliografiche
Reputazione dell'autore
Curriculum
Altre responsabilità E' possibile contattarle ?
(e-mail, posta, telefono)
Sono individuabili e
distinguibili ?
PIANO:
Qual è lo scopo ? Informazione, fatti, dati

Spiegare, Persuadere,
Dimostrare

Intrattenimento

Altro:
Qual è il pubblico al quale si E' dichiarato ?
rivolge ?
Livello di divulgazione o di
ricerca ?
CONTENUTI:
L'informazione è di prima mano, Sono indicate le fonti ?
originale ? link alle fonti ?

valida ? completa ? Sono fonti autorevoli ?

Completa: si/no
42

Nelle fasi del workflow delle RER vengono evidenziati due


tipi di valutazione che vengono considerati prima e dopo
l’acquisizione della Risorsa. Una valutazione a priori
che sarà utile per gestire l’acquisto “consapevole” della
Risorsa, mentre una valutazione a posteriori sarà
necessaria per calcolare il costo effettivo della stessa
in relazione al suo utilizzo, alla sua data di
pubblicazione e così via. Tutto ciò con lo scopo precipuo
di consentirne una gestione razionale.

Nell’articolo “Statistiche d’uso delle risorse


elettroniche remote” di Maria Cassella[10] vengono messe
in evidenza alcune problematiche legate alla misurazione
dell’uso delle RER.

L’autrice sottolinea come nel panorama internazionale


dell’elaborazione statistica dei report d’uso delle RER
non esistano standard univoci. Le norme UNI EN ISO
2789:2003; ISO 11620:1998 ed lo standard NISO Z39.7 sono
le più ricorrenti ed usate dalle biblioteche che molto
spesso devono affrontare le prime difficoltà proprio
nella scelta di quale standard adottare.

La mancanza di uno standard univoco ed internazionale ha


provocato la proliferazione di molteplici linee guida,
progetti ed standard de facto. In quest’articolo ne
vengono menzionati tre tra i più diffusi.

Le linee guida dell’ICOLC ( Guidelines for statistical


measures of usage of web-based information resources)
definiscono alcune tipologie di report ed un set minimo
di indicatori per la produzione di statistiche d’uso per
consorzi bibliotecari.
43

Il progetto E-metrics dell’ARL ( Assiociation of


Reasearch Libraries) viene avviato nel 2000 ed si
articola in tre fasi principali: la prima riguardante un
censimento delle attività di misurazione d’uso delle RER
già avviate dalle biblioteche associate, la seconda
inerente l’identificazione di un set di indicatori
ricavato dall’analisi dei report di alcuni editori ed
aggregatori ed in ultimo una fase attinente l’analisi
dell’uso effettivo delle RER da parte degli utenti.

L’obbiettivo principale del progetto E-metrics è quello


di mettere in relazione le statistiche d’uso con i costi
sostenuti per l’acquisizione e la gestione della risorsa
elettronica.

Il progetto COUNTER è stato realizzato a partire dal


2002, dedicandosi principalmente alla produzione di
report per e-journal e data base. Esso si avvia a
divenire uno standard de facto per le sue caratteristiche
di semplicità d’uso, per la presenza di un glossario per
la coerenza terminologica e per la sua diffusione
crescente. Punti critici che possono essere riscontrabili
dall’adozione del codice di pratica COUNTER
riguarderebbero la concentrazione dei COUNTER compliant
sugli editori ed aggregatori piuttosto che sul prodotto,
la non obbligatorietà da parte degli editori-aggregatori
di indicare da quale data viene usato il codice e la
difficoltà di distinguere prodotti COUNTER compliant da
quelli che non lo sono.

Nell’articolo vengono citati anche dei report prodotti da


consorzi bibliotecari, si è ritenuto menzionare in questa
sede solo l’esempio del consorzio CIBER in quanto
44

fornisce tramite il CASPUR il servizio di Emeroteca


Virtuale.

I report del CIBER sono prodotti dal CASPUR per tutti i


membri del consorzio stesso. Questi vengono forniti in
formato pdf o html, fornendo per ogni editore i dati
relativi a:

– accessi agli indici delle riviste;

– accessi agli indici dei fascicoli;

– accessi agli abstract delle riviste;

– accessi agli articoli full-text (HTML + PDF) delle


riviste

distinte tra quelle in abbonamento e non in abbonamento


presso l’ente sottoscrittore.

Segue l’elenco dei titoli delle riviste scaricate, in


ordine decrescente, a partire cioè da quelle con il
maggior numero

di articoli scaricati.

Il CIBER si sta interessando in quest’ultimi anni alla


rilevazione delle statistiche d’uso delle RER ed ha
condotto a tale proposito una serie di studi e ricerche.
45

1.2 I consorzi CIBER e CASPUR, strumenti per


l’analisi sull’usabilità e l’uso
dell’Emeroteca Virtuale: alcuni contributi.

In questo paragrafo verranno esaminati alcuni studi e


ricerche sull’usabilità e l’uso dell’Emeroteca Virtuale
condotti dai consorzi CIBER e CASPUR.

Incominciamo dall’indagine esplorativa condotta nel 2003


dalla Dott.ressa Luisa Marquardt, consulente del Settore
servizi di automazione per le biblioteche del CASPUR ed
intitolata “Comportamenti e opinioni degli utenti dei
periodici elettronici nella transizione dal
cartaceo”[11].

L’indagine condotta ha avuto come obiettivi primari


quelli di conoscere il grado di apprendimento delle
modalità di ricerca e uso delle pubblicazioni
elettroniche da parte degli utenti, di raccogliere le
loro opinioni ed atteggiamenti nei confronti della
biblioteca virtuale e di misurarne gli ulteriori bisogni.

Il questionario sottoposto agli utenti era diviso in


cinque sezioni: Classificazione degli utenti; Conoscenza
dell’Emeroteca Virtuale; Modalità d’uso; Rapporto fra
versione elettronica e versione cartacea; Vantaggi e
svantaggi dei periodici elettronici. Esso è stato
somministrato in due diverse modalità: una online
sull’Home page dell’Emeroteca Virtuale e l’altra presso
alcune biblioteche, allo scopo di ottenere due diverse
indagini riguardanti gli utenti online e gli utenti di
una biblioteca tradizionale.
46

Dal questionario online è emerso che l’utente medio è un


ricercatore di età compresa tra i 31 ed i 40 anni, la
maggiore scarsità riscontrata nell’ambito degli studenti
ne mette in evidenza la minor dimestichezza con le
risorse elettronica ma anche la minor conoscenza
dell’esistenza dell’Emeroteca Virtuale. In relazione agli
ambiti disciplinare emerge che l’86% degli utenti
afferisce al settore STM ( Scienza, Tecnica e
Matematica), ciò è da imputarsi probabilmente al fatto
che in tali discipline è obbligatoria la frequentazione
dei corsi con conseguente maggior frequentazione delle
sedi di facoltà.

I bibliotecari con una quota del 35% si attestano come


principale fonte d’informazione sull’esistenza
dell’Emeroteca Virtuale, unita alla pubblicità sulle
pagine web della biblioteca stessa che rappresenta il 23%
dell’altra fonte d’informazione.

Dall’indagine emerge che l’Emeroteca virtuale viene usata


dai suoi utenti come se fosse una biblioteca
tradizionale, usando solo per 15,5% la ricerca per parole
chiavi e quindi non sfruttando al massimo le potenzialità
di tale servizio. Nell’articolo viene suggerita la
possibilità di creare dei corsi per la necessaria
competenza informativa da parte di studenti, ricercatori
e professori così come avviene da anni nei paesi
dell’area anglofona.

Per quanto attiene la transizione da versione cartacea in


versione elettronica, il 42% asserisce di preferire
quest’ultima versione. Il 63% degli utenti scorre
l’abstract prima di giungere all’articolo ed il 37%
invece va direttamente ad esso. Per quanto riguarda la
47

stampa degli articoli vi è un notevole 39% che stampa


direttamente ed un 48% che stampa dopo la lettura
dell’articolo, tutto ciò è legato all’abitudine di
stampare gli articoli e di archiviarli come se fossero
delle fotocopie tradizionali.

Interrogati sui vantaggi dei periodici elettronici il 23%


ne indica la rapidità di consultazione, il 18% la
possibilità di scaricare gli articoli sul proprio
computer; per gli svantaggi un buon 32% li lega alla
dipendenza dalla connessione, il 27% lamenta
l’incompletezza delle collezioni ed un 19% ne evidenzia
la difficoltà di lettura sullo schermo.

In un momento successivo tutti i dati sono stati


elaborati con un modello a cluster, che riconduce gli
utenti a determinati profili statistici. Da quest’analisi
sono scaturiti quattro profili-base: Tradizionalisti, Tra
tradizione e innovazione, Verso l’innovazione con alcune
esitazioni e Innovatori (Innovazione senza esitazione).

Il gruppo “Tra tradizione e innovazione” rappresenta il


25% dei rispondenti, i quali accettano il passaggio della
biblioteca dal cartaceo al digitale ma considerano
entrambi i formati come indispensabili. Il gruppo “Verso
l’innovazione con alcune esitazioni” rappresenta un altro
25% degli utenti intervistati che nonostante facciano uso
frequente delle risorse elettroniche ha un comportamento
ancora tradizionalista. Il gruppo degli “Innovatori”
rappresenta il 28% ed effettua ricerche per parole
chiavi, stampa alcune volte ma solo dopo aver letto
l’articolo ed sono utenti abituali dell’Emeroteca
Virtuale. L’ultimo gruppo è quello dei “Tradizionalisti”
che si attesta sul 22% degli intervistati. Il fattore
48

sorprendente che emerge è la loro giovane età, ciò può


essere dovuto agli stili d’insegnamento ancora troppo
obsoleti rispetto all’emergere delle nuove tecnologie
informatiche.

Il questionario somministrato in alcune biblioteche di


Atenei aderenti al CIBER ha fatto rilevare una
preponderante maggioranza di studenti tra i rispondenti,
ben l’83%. Anche qui la maggior parte afferisce alle
discipline STM. I dati raccolti mettono in evidenza che
solo il 34% conosce i servizi dell’Emeroteca Virtuale ma
solo il 26% lo ha utilizzato almeno una volta; la
scarsità delle postazioni Internet potrebbe essere tra le
cause del suo poco utilizzo. Per quanto attiene al
passaggio dalla versione cartacea a quella elettronica
qui si registra un andamento fortemente negativo nei
confronti del solo digitale. Il 57% degli intervistati
non sarebbe d’accordo se la biblioteca non possedesse più
le riviste cartacee che vengono consultate nell’Emeroteca
Virtuale.

Per andare incontro alle richieste degli utenti che hanno


risposto al questionario, sia in versione online che
tradizionale, non servono solo più postazioni Internet ma
anche maggior conoscenza del servizio tramite programmi
info-formativi, servizi bibliotecari più efficienti ed la
possibilità di accedere all’Emeroteca Virtuale anche dal
proprio computer. L’indagine è stata svolta nel 2003, ad
oggi quest’ultima problematica sembra essere stata
risolta con l’uso del software BIXY con cui si può
navigare in internet tramite il proxy-server "Proxymed"

( scaricabile su una pendrive da 256 Mb), in questo modo


si viene riconosciuti come utente della Sapienza anche da
49

postazioni esterne all’Ateneo, e quindi si è autorizzati


ad accedere ai contenuti della biblioteca digitale, e a
tutti quelli registrati sul proxy.

Durante il Seminario promosso dal CASPUR dal titolo “La


biblioteca digitale tra accesso e produzione di
conoscenza: un percorso tra le statistiche d’uso e
citazionali”, tenutosi a Milano nel mese di marzo 2008,
il professor Joseph Frank Rogani ha presentato la sua
relazione su un’indagine svolta tra gli utenti
dell’Università della Calabria, dal titolo “Consorzi di
biblioteche e servizi digitali: la percezione degli
utenti presso l’Università della Calabria”[12].

Scopo dell’indagine è stato quello di evidenziare come le


iniziative di cooperazione tra biblioteche possano
migliorare la disseminazione scientifica.

L’obbiettivo primario resta quello di determinare il


grado di soddisfazione degli utenti in relazione alla
qualità ed all’utilità della biblioteca digitale
dell’Università della Calabria, ed al servizio di
Emeroteca Virtuale fornito dal CASPUR.

La metodologia che si è seguita per innescare


quest’analisi si può ben riassumere in quattro punti:

1) Definizione di chi fossero gli utenti ed che livello


di familiarità avessero con il sito web del Sistema
Bibliotecario.
2) Preparazione di un questionario ed programmazione di
alcune interviste successive agli utenti.
3) Valutazione dell’uso dell’Emeroteca Virtuale.
50

4) Programmazione di un test di usabilità ed


preparazione successiva di un questionario post-
test.

Al questionario hanno risposto 560 persone su un campione


di 1.350 utenti, per una percentuale del 41,48%.

Dall’indagine svolta emerge che la maggior parte degli


utenti intervistati sono studenti con età compresa tra i
18 ed i 24 anni afferenti per lo più all’ambito
disciplinare Tecnico-scientifico.

Il 43% degli utenti ha abbastanza familiarità con il sito


web del Sistema Bibliotecario ed il 45% è risultato
essere abbastanza esperto nell’uso dell’Emeroteca
Virtuale, va non trascurata una percentuale del 38% degli
intervistati che ha sostenuto di non aver mai usato tale
servizio.

Dal grafico sotto riportato emerge che una buona fetta di


utenti (64%) non ha mai utilizzato il servizio di
Emeroteca Virtuale:

Uso dell'Emeroteca Virtuale


Si
No
No
64% Si
36%
51

Alla domanda “Con quale frequenza usa il servizio di


Emeroteca Virtuale?”, il 24% degli intervistati ha
risposto che lo usa uno o due volte a settimana, il 22%
uno o due volte al mese, il 13% una volta a settimana ed
solo l’8% lo usa più di una volta a settimana. Una
cospicua percentuale del 33% ha risposto Altro. L’opzione
“altro” includeva anche uno spazio bianco che poteva dare
la possibilità all’utente di inserire proprie motivazioni
relative all’uso del servizio. Dalle risposte esaminate
in quest’area emerge che la maggior parte degli utenti
non ha conoscenza dell’esistenza e dell’uso
dell’Emeroteca Virtuale.

Nel grafico sotto riportato vengono messi in evidenza i


vantaggi e gli svantaggi nell’uso dell’Emeroteca, resta
anche qui da evidenziare un notevole 32% di utenti che
non conosce il servizio:
52

Per quanto attiene alle problematiche legate all’uso


dell’Emeroteca Virtuale, il 24% degli utenti ha risposto
che preferisce la versione cartacea, il 28% sostiene che
il numero delle riviste elettroniche presenti nel proprio
campo disciplinare è piuttosto scarso ed il 17% lamenta
l’impossibilità di accedere a tale servizio dal computer
di casa propria.

Un altro grafico qui riportato mette in evidenzia il


grado di soddisfazione degli utenti in relazione alla
disponibilità delle collezioni pregresse:
53

Dopo il questionario esplorativo é stato predisposto un


test di usabilità dell’Emeroteca Virtuale chiedendo agli
utenti di effettuare delle semplice operazioni inerenti
le modalità di ricerca, una semplice e l’altra avanzata,
ed di registrarsi al servizio. E’ emerso che la maggior
parte di loro non ha trovato grandi difficoltà nelle
modalità di ricerca ma ha trovato piuttosto difficile la
registrazione.

Le conclusioni di quest’indagine vengono qui riassunte in


quattro punti essenziali:

1) La maggior parte degli utenti è soddisfatta.


2) La cooperazione tra biblioteche resta importante per
una maggiore disseminazione scientifica.
3) Bisogna garantire l’accesso remoto agli utenti ed
implementare nuovi servizi personalizzati.
4) Per gli utenti occorre un’istruzione all’uso del
servizio.

Il seminario “Evoluzione nell’utilizzo delle risorse


elettroniche da parte degli utenti della Biblioteca”
tenutosi presso la Biblioteca Centrale G. Marconi del CNR
di Roma nel giugno del 2008, ha prodotto la relazione
della Dott.ressa Donatella Sforzini, intitolata “Ricerca
54

e consultazione come modi d’uso dell’Emeroteca Virtuale e


specchio del comportamento dell’utente del world wide
web”[13]. In questo contesto viene messo in evidenza
come con il trascorrere del tempo gli utenti delle
biblioteche virtuali diminuiscono le “ricerche” sulle
opere presenti ed aumentano la semplice consultazione. I
motivi di questa trasformazione possono essere
riscontrabili nel fenomeno ormai ben noto
dell’Information overload, ma anche nella poco efficienza
dei motori di ricerca e nella loro scarsa conoscenza da
parte degli utenti.

La relazione è frutto di un’indagine condotta su 2553


utenti per un totale di interazioni pari a 6.361.424 di
dati.

Nell’indagine svolta viene messo in evidenza come il 40%


degli utenti che iniziano una ricerca nell’Emeroteca
Virtuale parte con una ricerca semplice, ma durante la
navigazione preferisce servirsi della ricerca tramite
browsing .

Gli utenti man mano che diventano esperti preferiscono il


browsing come punto di partenza per le loro ricerche ed
per tutta la navigazione successiva. Quelli più esperti
tendono ad utilizzare con più frequenza e per più tempo
il sistema, inoltre acquisiscono un metodo di lettura
online ed un linguaggio appropriato per l’uso del motore
di ricerca con la conseguenza di visualizzare molte più
pagine di ricerca.

Comportamenti medi nel periodo.


55

Dall’indagine emerge anche che gli utenti più esperti per


visualizzare un articolo impiegano col tempo meno passi
dall’inizio della ricerca, leggono immediatamente
l’articolo trovato ed approfondiscono le loro ricerche.

Comportamenti medi nel periodo.

Le conclusioni a cui giunge la Dott.ressa Donatella


Sforzini sono che l’utente medio ha bisogno di un certo
tempo per apprezzare il sistema dell’Emeroteca Virtuale,
56

ma una volta conosciuto lo usa molto spesso ed in modo


particolare come fonte d’aggiornamento.

L’Emeroteca Virtuale considerata inizialmente come un


motore di ricerca alla stregua di un Google dei
periodici scientifici diventa così una fonte
d’informazione e di aggiornamento.

Dal Seminario Autunnale del CIBER svoltosi nel mese di


novembre 2008 abbiamo estrapolato un interessante
contributo sul comportamento dei lettori e l’uso delle
risorse elettroniche.

Tale contributo dal titolo “How readers navigate to


scholarly content”[14], è relativo ad un’indagine svolta
dai due consulenti editoriali Simon Inger della Simon
Inger Consulting e Tracy Gardner della Tracy Gardner
Marketing.

La metodologia seguita è quella dell’invio via email ai


lettori di riviste elettroniche quali Annual Reviews,
Nature e PNAS. Essa è relativa ad un arco di tempo
compreso tra il 2005 ed il 2008. Nel 2005 ha prodotto 481
risposte, mentre nel 2008 sono state 782.

L’indagine prende in considerazione tre aspetti


principali: come gli utenti navigano nel contesto
accademico, il ruolo del bibliotecario e quello
dell’Editore.

Durante l’indagine emerge che i ricercatori vogliono


reperire velocemente l’articolo che cercano in formato
full text oppure il suo abstract. Le modalità di ricerca
57

possono riguardare la ricerca per citazione, la ricerca


per rivista e la ricerca per soggetto. I punti di
partenza per tali ricerche possono essere i databases, il
catalogo on line della biblioteca, i siti disciplinari,
le riviste on line di dipartimento, il sistema di email-
alert, il sito dell’Editore, il sito della rivista, le
piattaforme degli aggregatori ed i motori di ricerca.

Nell’arco di tempo considerato (2005-2008) gli starting


points ( i punti di partenza per le ricerche
scientifiche) variano, tali variazioni sono considerate
in base alle modalità di ricerca adottata dall’utente.

In questa sede viene ribadito il ruolo del bibliotecario


che in questa crescente società dell’informazione deve
essere in grado di organizzare le risorse e saperle
presentare sul sito della biblioteca, deve orientare gli
utenti nella ricerca e fruizione delle risorse
elettroniche disponibili e deve assisterli nell’uso dei
nuovi tools messi a disposizione. Gli Editori dal canto
loro dovranno conoscere i bisogni informativi dei lettori
per adeguare le loro offerte alla reale domanda, dovranno
collaborare con i bibliotecari e promuovere i loro
prodotti sul Web in modo facilmente accessibile.

L’interazione fra i protagonisti dell’Informazione


Editori/Bibliotecari/Informatici si rende Indispensabile.
58

Conclusioni.

In quest’ultimo capitolo si analizzeranno le politiche di


digitalizzazione dell’Università della Sapienza,
confrontandole con quelle dell’Università del Salento.

Si è scelta l’Università del Salento perché


l’architettura del suo Sistema bibliotecario di Ateneo,
denominata Coordinamento SIBA, si poteva ben confrontare
con il Sistema bibliotecario della Sapienza, così da
metterli davanti ad un ulteriore raffronto per
verificarne la rispondenza alle principali linee guida
della CRUI, la Conferenza dei Rettori Universitari
Italiani.

Il progetto di digitalizzazione del patrimonio storico e


di pregio della Sapienza, denominato ProDigi, nasce nel
settembre del 2006 con lo scopo di conservare e rendere
accessibile testi ed informazione scientifica.

ProDigi è coordinato dal CITICoRD con la collaborazione


del Servizio Nazionale Civile per quanto riguarda il
reclutamento di risorse umane.

Le fasi di realizzazione del progetto riguardano


l’identificazione, la raccolta, l’analisi del materiale;
la successiva digitalizzazione del materiale cartaceo
( acquisizione in formato TIFF a 600, 300 ppi di ogni
pagina tramite scanner o fotocamera digitale con software
di elaborazione e trasformazione dei file in formati
adatti alla consultazione, tipo JPEG e PDF);
l’archiviazione del materiale e la sua messa a
59

disposizione in rete per la consultazione da parte degli


Utenti.

Al momento vengono coinvolte nel progetto 11 biblioteche


universitarie, ma dal sito del progetto ProDigi è
possibile visionare il materiale digitalizzato di sole 5
di esse. Il progetto di digitalizzazione è in fase di
pieno sviluppo anche se ogni tanto sembra arenarsi per
problemi di reperimento di risorse umane e di
attrezzature.

Il progetto ProDigi si occupa anche di alimentare con la


digitalizzazione delle tesi di dottorato, l’archivio
corrente di PADIS, l’Open Archive istituzionale de La
Sapienza.

Per questo progetto sono stati utilizzati fin dall’inizio


solo standard internazionali, per favorire
l’interoperabilità tra tutti i sistemi operativi.

Il Coordinamento SIBA ( Servizi Informatici Bibliotecari


di Ateneo) è la struttura dell'Università del Salento
che coordina lo sviluppo del Sistema Informativo
Telematico per la Ricerca e la Didattica,
dell'informatizzazione delle biblioteche dell'Ateneo e
dei rapporti con altre Università ed Enti di ricerca
italiani e stranieri per la realizzazione di sistemi
informativi e di altri progetti comuni.
Il Coordinamento SIBA offre all'utenza scientifica ed
agli studenti la possibilità di accedere a un Sistema
coordinato di risorse elettroniche, bibliografiche,
documentarie, full-text e multimediali.
Offre inoltre servizi di reference e document delivery,
di elaborazione elettronica dell'informazione, di
60

elaborazione digitale di immagini e modelli


tridimensionali, di georeferenziazione di dati, di
authoring di CD-ROM, di consulenza e formazione
professionale.
Il Coordinamento SIBA coordina numerose attività e
progetti nazionali ed internazionali per il recupero e la
fruizione su supporto elettronico di materiale librario e
documentario di alta pregnanza storica e di elevata
rarità archivistica, di reperti archeologici, ambienti e
strutture architettoniche.
E’ impegnato nello sviluppo di servizi finalizzati alla
riproduzione digitale, alla conservazione, al restauro
virtuale ed alla fruizione del patrimonio storico,
scientifico e culturale dell'Università e di metodologie
per l'applicazione della tecnologia digitale, 2D, 3D e
GIS nel campo dei Beni Culturali e Ambientali, mediante
l'utilizzo di sistemi tecnologici ed informatici
innovativi.
Dall’Home Page del sito è possibile accedere ad una
moltitudine di servizi e strumenti di ricerca, qui di
seguito elenchiamo i link visionati:
• Biblioteche e centri informativi.
• Cataloghi.
• Risorse elettroniche.
• Metasearch.
• University publishing ESE ( Editoria Scientifica
Elettronica).
• E-learning centre.
• Centro Patlib ( Patent Library è una rete europea di
Centri di Informazione Brevettuale che diffonde la
conoscenza dei brevetti europei ed internazionale).
61

• SINM ( Sistema Informativo Nazionale per la


Matematica).
• Piano coordinato delle Università di Catania e
Lecce.
• Progetti.
Dal link “Progetti” possiamo entrare nell’area relativa
ai vari progetti di digitalizzazione che vengono portati
avanti dall’Università del Salento.
Incominciamo con l’evidenziare il link che permette di
collegarsi direttamente al sito del CIBER, da cui è
possibile accedere all’Emeroteca Virtuale. L’Università
del Salento fa parte del consorzio universitario del
CASPUR.
La Digital library Angelo Rizzo è una piccola biblioteca
digitale che si occupa della digitalizzazione del
patrimonio culturale, storico e artistico del Comune di
Scorrano, dove è nato il professor Angelo Rizzo, docente
del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione, alla cui
memoria è stata dedicata la biblioteca digitale.
Il progetto FAIS si occupa dell’acquisizione,
elaborazione digitale, ricostruzione tridimensionale e
georeferenziale di reperti, strutture architettoniche,
ambienti ed aree archeologiche della regione del Fayyum,
regione settentrionale dell’Egitto.
Nell’ambito di tale progetto, il Coordinamento SIBA ha
realizzato, mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali
2D, 3D e GIS, un Sistema integrato di archivi, di
informazioni multimediali georeferenziate e di
ricostruzioni tridimensionali, interrogabile via Web a
vari livelli, secondo le esigenze e la tipologia
dell’utente.
L’Archivio elettronico FAIS contiene descrizioni,
62

immagini digitali, modelli 3D, ricostruzioni virtuali e


link a informazioni georeferenziate di strutture
architettoniche, unità stratigrafiche e reperti
riguardanti i siti archeologici del Fayyum, in
particolare Dime (Soknopaiou Nesos), oggetto di scavo da
parte del Centro di Studi Papirologici dell’Università di
Lecce.
Gli Archivi geografici FAIS riguardanti i siti di scavo
consentono di visualizzare la distribuzione spaziale e
temporale delle strutture architettoniche, delle unità
stratigrafiche e dei reperti archeologici e di accedere
alle relative informazioni contenute nell’Archivio
elettronico FAIS.
FIR (Fototeca digitale dell’Iconografia Rupestre della
regione Puglia) è uno dei progetti sviluppati dal
Coordinamento SIBA dell’Università di Lecce, che
attraverso l’utilizzo di tecnologie GIS, 2D e 3D rende
disponibile via Web un Sistema integrato di archivi, di
informazioni multimediali georeferenziate e di
ricostruzioni tridimensionali, interrogabile a vari
livelli, secondo le esigenze e la tipologia dell’utente.
Tale Sistema consente di visualizzare la distribuzione
spaziale degli insediamenti rupestri delle province di
Lecce e Taranto, tra cui numerose chiese rupestri e
cripte bizantine di notevole valore storico e artistico,
e di accedere alle relative schede informative, corredate
di immagini, planimetrie e di altre risorse
bibliografiche e documentarie. Consente inoltre di
accedere ad altre risorse elettroniche correlate, a
modelli tridimensionali e ricostruzioni virtuali. Il
Sistema FIR è infatti integrato con alcuni prodotti del
progetto 3D Database, sviluppato dallo stesso
Coordinamento SIBA nell’ambito del Piano coordinato delle
63

Università di Catania e Lecce, che prevede, tra l’altro,


l’acquisizione digitale e la costruzione di modelli
tridimensionali di strutture e ambienti di chiese
bizantine sotterranee e subdivo della Penisola Salentina.
L’Archivio elettronico della Fototeca dell’Iconografia
Rupestre, realizzato dal Coordinamento SIBA, contiene le
immagini digitali delle diapositive e delle planimetrie,
con le relative descrizioni, presenti nella stessa
Fototeca.
Contiene inoltre numerose immagini digitali di altre
cripte, schede informative sugli insediamenti rupestri,
link a risorse bibliografiche, documentali e
multimediali, a modelli tridimensionali e ricostruzioni
virtuali realizzati dallo stesso Coordinamento SIBA
nell’ambito del progetto 3D Database.
L’archivio è basato su tecnologie standard e aperte
(MySQL, PHP e JavaScript), sull’utilizzo di formati
standard per l’accesso e la distribuzione dei documenti e
di protocolli standard di comunicazione.
LAND-LAB (Laboratorio multimediale di ricerca, formazione
e comunicazione sui paesaggi archeologici) è un Progetto
avviato dall’Università degli Studi di Lecce nel febbraio
2003, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del
Programma Operativo Nazionale 2000-2006 “Ricerca
Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione”.
Il Progetto LAND-LAB ha come obiettivo la valorizzazione
e fruizione del Patrimonio culturale, storico-artistico e
archeologico di due regioni italiane, la Puglia e la
Sicilia, mediante l’utilizzo delle tecnologie avanzate.
Prevede la ricostruzione virtuale nel tempo e nello
spazio di una realtà storico-archeologica ed ambientale
del Mezzogiorno d’Italia, nonché la realizzazione di un
64

Sistema Informativo multimediale multitarget, accessibile


da parte di un’utenza diversificata.
Il progetto Terra d'Otranto Data Base mira al recupero e
alla fruizione su supporto elettronico di documenti di
elevata rarità archivistica e di alta pregnanza storica
presenti nelle biblioteche dell'Università di Lecce e nel
territorio talentino.
Itinerari Bizantini Puglia-Albania è un progetto avviato
nel 2007 dal Coordinamento SIBA dell’Università del
Salento, nell’ambito del Programma Interreg IIIA Italia-
Albania - Progetto VALT (Valorization of Art, Language
and Tourism), finanziato dall’Unione Europea, per la
conoscenza, la valorizzazione e fruizione dei luoghi di
culto bizantino e del patrimonio storico-artistico della
Puglia e dell’Albania.
Nell’ambito di tale progetto, il Coordinamento SIBA ha
realizzato, mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali
2D, 3D e GIS, il Sistema Itinerari Bizantini Puglia-
Albania, un sistema integrato di archivi, di informazioni
multimediali georeferenziate e di ricostruzioni
tridimensionali, interrogabile via Web a vari livelli,
secondo le esigenze e la tipologia dell’utente, in due
lingue, italiano e albanese .
Tale Sistema consente di visualizzare la distribuzione
spaziale degli itinerari bizantini, dei luoghi di culto e
di interesse storico-artistico bizantino della regione
Puglia e dell’Albania e di accedere alle relative schede
informative, corredate di immagini e planimetrie, a
modelli tridimensionali e ricostruzioni virtuali ed ad
altre risorse elettroniche bibliografiche, documentarie e
multimediali correlate.
Consente a qualsiasi utente collegato alla rete Internet
la consultazione integrata degli Archivi multimediali e
65

geografici, sia in italiano che in albanese. Dalla


ricerca di un determinato sito, italiano o albanese,
nell’Archivio multimediale degli Itinerari Bizantini
Puglia-Albania, l’utente può passare alla visualizzazione
dell’area geografica interessata dal sito e, viceversa,
dalle informazioni georeferenziate e visualizzate
attraverso il sistema WebGIS, può accedere alle relative
informazioni bibliografiche, documentarie, full-text e
multimediali.
3D Database è uno dei progetti realizzati dal
Coordinamento SIBA dell'Università degli Studi di Lecce
per la valorizzazione e fruizione dei Beni Culturali
mediante l'utilizzo di sistemi tecnologici informatici
avanzati.
Esso prevede l'acquisizione digitale, l'elaborazione, il
restauro virtuale e la ricostruzione tridimensionale di
reperti archeologici, ambienti, strutture architettoniche
e oggetti di particolare pregio, nonché la loro
conservazione, valorizzazione e più ampia fruizione.
Tra i due sistemi universitari quello dell’Università del
Salento ha creato più occasioni di coinvolgimento
didattico al digitale. I vari progetti nati dalla spinta
innovativa del Coordinamento SIBA non trattano solo di
documentazione cartacea, ma anche di mappe, foto,
documentari, itinerari storici e geografici. Multimediale
e digitale collaborano in stretta connessione per far
nascere nuove occasioni di condivisione in rete. Ma quale
sono le rispondenze con le direttive della CRUI?
Incominceremo coll’analizzare la nascita del Sistema
Bibliotecario Accademico Italiano ed la sua importanza
come punto di partenza per la nascita di una nuova
condivisione ed un reale coordinamento tra tutti gli
Atenei universitari.
66

La CRUI nel febbraio del 2008 pubblica “Le linee guida


per la costituzione del sistema bibliotecario accademico
italiano (SBAi).
Il documento è frutto del lavoro svolto dal Gruppo “Linee
guida per le politiche bibliotecarie del sistema
universitario” costituito nell’ambito della Commissione
biblioteche della CRUI, con il compito di definire il
sistema bibliotecario delle università e i relativi
orientamenti.
La CRUI in questo modo intende contribuire a potenziare
la qualità e lo sviluppo dei servizi bibliotecari delle
università. In questo senso vanno le iniziative della
Commissione biblioteche, tra le quali l’azione promossa
per una contrattazione nazionale dei sistemi bibliotecari
degli atenei con gli editori per l’acquisizione delle
risorse informative elettroniche, il sostegno alle
politiche di open access, l’attenzione alle problematiche
sul copyright e sul diritto di autore, l’elaborazione di
linee guida per le politiche bibliotecarie del sistema
universitario.
Come indicano i dati relativi a dimensioni, spese e
attività, gli investimenti che gli atenei riservano ai
servizi bibliotecari sono consistenti e il patrimonio
bibliografico e documentario delle università italiane
costituisce uno straordinario bacino di risorse
informative.
Sistemi bibliotecari e biblioteche rappresentano negli
atenei uno strumento essenziale per la didattica e la
ricerca e, per rispondere adeguatamente alle esigenze di
utenti che operano nell’alta formazione e interagiscono
con la comunità scientifica internazionale, necessitano
di un cospicuo e continuo impegno finanziario e
progettuale per poter mettere a disposizione una vasta
67

quantità di informazioni specialistiche ed aggiornate,


nonché servizi di alto livello qualitativo e
tecnologicamente avanzati.
Lo sviluppo dell’information and communication
technology (ITC) con la produzione delle risorse digitali
e l’accesso in rete degli OPAC, presenti in oltre il 90%
delle università, ha incrementato la visibilità e
l’accessibilità del patrimonio informativo degli atenei
oltre il mondo accademico ed ha favorito numerose buone
pratiche di cooperazione tra i sistemi bibliotecari di
ateneo e quelli territoriali e degli enti di ricerca.
Il documento propone di realizzare il Sistema
Bibliotecario
Accademico italiano (SBAi) attraverso le seguenti linee
guida raggruppate in cinque punti essenziali:
1) Valori.
Il Sistema Bibliotecario Accademico italiano intende
ispirarsi ai seguenti valori
• diffusione della cultura e dei saperi scientifici,
• accesso all'informazione,
• cooperazione,
• sviluppo delle professionalità,
• pluralismo.
2) Visione.
Il Sistema Bibliotecario Accademico italiano è costituito
dall’insieme coordinato delle biblioteche rappresentate
dai sistemi bibliotecari di ateneo. E’ uno strumento di
riferimento e supporto per gli atenei che vogliano
promuovere ed assicurare in forma organica servizi
informativi qualificati all’educazione superiore, post
lauream e permanente, alla ricerca pura ed applicata.
Il Sistema Bibliotecario Accademico italiano
contribuisce, nell’ambito dei compiti istituzionali delle
68

università, a garantire il diritto primario dei cittadini


a fruire di un servizio di informazione e documentazione
efficiente ed efficace
realizzando le condizioni per il libero accesso alla
conoscenza, al pensiero, alla cultura, all’informazione e
alla diffusione del sapere scientifico.
3) Missione.
Il Sistema Bibliotecario Accademico italiano, in quanto
infrastruttura integrata dei sistemi accademici, nel
rispetto dell’autonomia delle università:
• elabora le linee di indirizzo per l’organizzazione e
l’innovazione dei sistemi bibliotecari di ateneo e dei
relativi servizi anche fornendo supporto informativo per
l’introduzione di
modelli organizzativi, buone pratiche e standard
nazionali ed internazionali del settore;
• promuove la razionalizzazione e il coordinamento dei
servizi, la cooperazione a livello di ateneo,
territoriale, interateneo, nazionale e internazionale;
• promuove la valorizzazione, la disseminazione e la
conservazione della documentazione e dei prodotti della
ricerca scientifica italiana, anche attraverso iniziative
di editoria elettronica,
di archivi istituzionali e di accesso aperto alla
letteratura scientifica;
• incoraggia l’integrazione con altri sistemi all’interno
dello stesso ateneo, in particolare il sistema
archivistico e quello museale;
I sistemi bibliotecari e le biblioteche degli atenei sono
il punto di riferimento per le esigenze
informative della comunità accademica e si adoperano per
assolvere ai compiti di:
69

• selezione, acquisizione, organizzazione, diffusione e


fruibilità dell’informazione tecnicoscientifica in ogni
formato con tempestività e qualità;
• promozione dell'utilizzo ottimale delle risorse
informative e dei servizi connessi.
4) Organizzazione.
Il Sistema Bibliotecario Accademico italiano è coordinato
dalla Commissione dei delegati rettorali per le
biblioteche (Commissione biblioteche), istituita
nell’ambito della CRUI.
Tale Commissione ha il compito di:
• definire le linee strategiche per il Sistema
Bibliotecario Accademico italiano;
• favorire lo sviluppo armonico dei progetti di
biblioteca digitale delle università italiane e il loro
raccordo con analoghi progetti nazionali ed europei;
• individuare gli standard per la piena interoperabilità
tra i diversi sistemi di automazione a garanzia di una
reale integrazione dell’informazione almeno a livello
nazionale;
• favorire la diffusione di modelli innovativi di
comunicazione scientifica e lo sviluppo di iniziative
coordinate di e.publishing;
• supportare le negoziazioni nazionali per l’acquisizione
di risorse elettroniche d’interesse generale.
5) Raccomandazioni per gli atenei.
Per una efficace realizzazione del Sistema Bibliotecario
Accademico Italiano le università assumono e sostengono,
come strumento di sviluppo dei servizi bibliotecari, la
creazione di una rete coordinata di servizi all’interno
di ciascun ateneo. Si adoperano per realizzare e
consolidare l’ambiente informativo mediante:
• il coordinamento degli interventi,
70

• l’ottimizzazione dell’uso delle risorse economiche ed


umane,
• la condivisione di strumenti e know how tecnologici,
• l’armonizzazione dei servizi,
• l’integrazione10 funzionale e gestionale delle
strutture,
• la definizione di standard minimi di funzionamento da
garantirsi anche mediante l’adozione di carte dei
servizi,
• la promozione delle attività di valorizzazione del
Sistema Bibliotecario Accademico italiano.
I punti di raccordo principali che possiamo evidenziare
tra i due sistemi universitari e le linee guida per la
realizzazione del Sistema Bibliotecario Accademico sono:
• Interoperabilità, entrambi i Sistemi bibliotecari di
Ateneo adottano Standard condivisi a livello
internazionale, quale Dublin Core, XML ect.
• Condivisione delle risorse elettroniche e degli
strumenti tecnologici tra tutte le istituzioni
universitarie coinvolte nel Sistema Bibliotecario di
Ateneo. La Biblioteca Interateneo Digitale de La
Sapienza dà accesso a ben cinque riviste
digitalizzate dal Coordinamento SIBA.
• Cooperazione tra le due Università, entrambe unite
nel consorzio CIBER.
71

Note.

[1] Riccardo Ridi, La biblioteca digitale: definizioni,


ingredienti e problematiche, «Bollettino AIB», 44 (2004),
n. 3, P. 273-344.

[2] Digital Library Federation, A working definition of


digital library, 1998,

<http://www.dlib.org/about/dldefinition.htm>.

[3] DLib working group on digital library metrics, The


scope og the digital library, draft prepared by Barry M.
Leiner, 1998,

<http://www.dlib.org/metrics/public/papers/dig-lib-
scope.html>.

[4] Shiyali Ramamrita Ranganathan, The five laws of


library science, Madras, The Madras library association,
1931.

[5] Public and the information society, The European


commission, 1997.
72

[6] Giovanni Solimine, La biblioteca. Scenari, culture,


pratiche di servizio, Laterza, Roma-Bari, 2004, p.16.

[7] Maria Cassella – Paola Gargiulo. Il workflow delle


risorse elettroniche remote, «Biblioteche oggi», 24
(2006), n.6, p. 46-58,

<http://www.bibliotecheoggi.it/2006/20060604601.pdf>.

[8] Amy Kirchhoff, Archiviazione di periodici


elettronici, «Biblioteche oggi», 25 (2007), n.9, p. 7-15,
<http://www.bibliotecheoggi.it/2007/20070900701.pdf>.

[9] Rossana Morriello, Gestire le raccolte elettroniche


in biblioteca: problemi e prospettive, «Bibliotime», 5
(2002), n.3,

<http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-v-
3/morriell.htm>.

[10] Maria Cassella, Statistiche d’uso delle risorse


elettroniche remote, «Biblioteche oggi», 24 (2006), n.1,
p. 48-61,

<http://www.bibliotecheoggi.it/2006/20060104801.pdf>.
73

[11] Luisa Marquardt, Comportamenti e opinioni degli


utenti dei periodici elettronici nella transizione dal
cartaceo, «Biblioteche oggi», 22 (2004), n.1, p. 47-61,

< http://www.bibliotecheoggi.it/2004/20040104701.pdf>.

[12] Joseph Frank Rogani, Consorzi di biblioteche e


servizi digitali: la percezione degli utenti presso
l’Università della Calabria, in La biblioteca digitale
tra accesso e produzione di conoscenza: un percorso tra
le statistiche d’uso e citazionali, Seminario CASPUR,
Milano, (marzo 2008).

[13] Donatella Sforzini, Ricerca e consultazione come


modi d’uso dell’Emeroteca Virtuale e specchio del
comportamento dell’utente del world wide web, in
Evoluzione nell’utilizzo delle risorse elettroniche da
parte degli utenti della Biblioteca, Seminario CASPUR,
Roma, (giugno 2008).

[14] Simon Inger - Tracy Gardner, How readers navigate


to scholarly content, Seminario Autunnale CIBER, Roma,
(novembre 2008).

[15] Tim O’Really, The Architecture of Partecipation,


2003,

<http://www.oreillynet.com/pub/wlg/3017>.
74

[16] Ian Davis, Talis, web 2.0 and All That, “Internet
Alchemy”, 2005,
<http://internetalchemy.org/2005/07/talis-web-20-and-all-
that>.
75

Appendice.

Il CIBER ed il CASPUR.

Il CIBER ( Comitato interuniversitario Base dati ed


editoria in rete) coopera con le Università al fine di
condividere risorse elettroniche, bibliografiche e
documentarie per fornire ai propri utenti un servizio
migliore razionalizzando le risorse e applicando economie
di scala. Istituito nel 1999 dalle 5 Università allora
facenti parte del consorzio interuniversitario Caspur, si
è rapidamente sviluppato ed oggi conta 27 Università
partecipanti.
Agli inizi del 2008 CIBER diventa organo del consorzio
CASPUR; gli atenei hanno deciso di darsi un nuovo
assetto.
CIBER è una struttura consolidata, in continua evoluzione
e sempre attenta all’innovazione tecnologica. Negli anni
si è sviluppata una comunità, formata da un gruppo di
persone unite da valori, prospettive e interessi comuni.
In tal senso lo scopo di CIBER è di continuare a
stimolare la partecipazione di tutti i membri e
consolidare l’identità raggiunta negli anni.
L'esperienza consortile ha dimostrato che le Università
negli anni hanno potuto confrontarsi producendo ottimi
risultati.

Ciber è membro di:

• CARE – Coordinamento per l’Accesso alle Risorse


elettroniche
• ICOLC – International Coalition of Library Consortia
• SELL – Southern European Libraries
76

Il CIBER affianca le Università nelle scelte in ambito di


acquisizione e gestione delle risorse elettroniche; segue
le trattative con gli editori e con i fornitori mettendo
le professionalità dei singoli negoziatori a disposizione
degli atenei; promuove la nascita e lo sviluppo di
biblioteche digitali nei vari Atenei partecipanti;
partecipa a vari incontri nazionali e internazionali,
cercando di stimolare il dibattito culturale in materia
di risorse elettroniche e loro gestione; contribuisce
alla crescita professionale del personale tecnico-
bibliotecario attraverso corsi e seminari e sostiene il
movimento dell' Open Access.

I 27 Atenei aderenti al Ciber sono:

• Università degli Studi dell’Aquila


• Università degli Studi Chieti - Pescara
• Università degli Studi di Teramo
• Università degli Studi della Basilicata
• Università degli Studi di Reggio Calabria
• Università della Calabria
• Università degli Studi Napoli Parthenope
• Università degli Studi di Salerno
• Scuola Internazionale Superiore di Studia Avanzati
• Università degli Studi di Roma “Foro Italico”
• Università Campus Biomedico
• Lumsa
• La Sapienza Università di Roma
• Università degli Studi di Roma TorVergata
• Università degli Studi Roma Tre
• Università degli Studi di Cassino
77

• Università degli Studi della Tuscia


• Università degli Studi di Camerino
• Università degli Studi di Macerata
• Università degli Studi del Molise
• Università degli Studi di Bari
• Università degli Studi di Foggia
• Università degli Studi del Salento
• Politecnico di Bari
• Università degli Studi di Messina
• Università degli Studi di Palermo
• Università degli Studi di Perugia
Il Ciber dà accesso ad alcune banche dati, periodici
elettronici, per gli e-books non sono stati stipulati
ancora nessun tipo di contratto consortile.

Le banche dati che il Ciber ha acquisito consortilmente


sono:

• Cambridge Sciences Collections


• Current Contents
• Journal Citation Reports Web
• Web of Science
• MLA
• Ulrich's

I periodici elettronici a testo completo a cui hanno


accesso, grazie alle politiche conosortili, gli atenei
CIBER sono oltre 5500 dei quali 4600 disponibili
attraverso il servizio di Emeroteca Virtuale.
Sul sito dell'Emeroteca si trova non solo i full text
degli articoli ma anche informazioni generali sugli
editori.
78

E' inoltre attivo il servizio di accesso remoto per gli


utenti autorizzati ovvero studenti, ricercatori, docenti,
personale tecnico/amministrativo afferenti agli atenei
che hanno sottoscritto il contratto con uno o più editori
presenti sulla piattaforma dell'Emeroteca Virtuale;
questi possono accedere solo alle riviste degli editori
per i quali il proprio ateneo ha firmato un contratto.
Sono disponibili a testo completo sul server
dell'Emeroteca Virtuale le riviste dei seguenti editori:

• Cell Press
• Elsevier Science
• Institute Of Physics Publishing
• Kluwer Law International
• Sprinter

Sono disponibili solo sul sito dell'editore le riviste


dei seguenti editori:

• Annual Reviews
• BioOne
• EIO- Editoria Elettronica Italiana
• JSTOR
• Nature Publishing
• Royal Society of Chemistry
• Science
• American Chemical Society
• Annual Reviews
• BioONe
• Blackwell Publishing
• Cell Press
• EIO- Editoria Elettronica Italiana
• Elsevier Science
79

• JSTOR
• Institute of Physics
• Kluwer Law International
• Nature Publishing
• Science
• Springer
• Royal Society of Chemistry
• Wiley Interscience

Il 5 giugno del 1992 è stato istituito un Consorzio


interuniversitario denominato “Consorzio
Interuniversitario per le Applicazioni di Supercalcolo
per Università e Ricerca – CASPUR”.
Il Consorzio, finanziato dal MIUR e dalle Università
consorziate, si propone di:
 gestire un centro che, con le proprie strutture e
con collegamenti opportuni assicuri un servizio di
elaborazione di elevata potenzialità e qualità, con
la priorità alle Università consorziate e al
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, ma
accessibile da tutta la comunità scientifica
nazionale, con particolare attenzione verso le
istituzioni di ricerca dell’Italia centro
meridionale;
 promuovere l’utilizzo dei più avanzati sistemi di
elaborazione dell’informazione a favore della
ricerca scientifica e tecnologica, pubblica e
privata;
 divenire un centro di competenza a disposizione del
sistema nazionale universitario e di ricerca e del
MIUR al fine anche di divulgare didatticamente la
cultura della tecnologi dell’informazione e della
comunicazione delle sue applicazioni;
80

 sviluppare ricerche per l’utilizzo più efficace ed


innovativo delle potenzialità delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione anche in
collaborazione con altri enti e imprese;
 realizzare iniziative anche per terzi, quando la
relativa attività sia necessaria e utile per il
conseguimento delle finalità consortili.
Al fine di realizzare i propri scopi, il Consorzio può
stipulare convenzioni con Università, CNR, ENEA, INFN,
Accademie Scientifiche, con altri Enti o Organi pubblici
o privati, Fondazioni, Società, Organismi nazionali e
internazionali che operino in settori interessati alle
attività del Consorzio. Al momento sono attive
convenzioni tra il CASPUR e l’Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare (INFN), l’Ente per le Nuove Tecnologie,
l’Energia e l’Ambiente (ENEA), l’Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Istituto per le
Applicazioni del Calcolo ( IAC – CNR), l’Istituto per lo
Studio dei Materiali Nanostrutturati ( ISMN – CNR) e vari
centri e dipartimenti universitari.
Le attività svolte dal CASPUR riguardano:
 Calcolo scientifico ed elaborazione dati:
il Settore Applicazioni mette a disposizione di
Università e Istituti di ricerca le più evolute tecniche
computazionali.
Il settore applicazioni partecipa attivamente al Forum
OpenMP e tiene lezioni sul calcolo parallelo e altri
argomenti collegati alle scienze computazionali presso il
CASPUR e varie Università e Istituti di ricerca.
Le attività del settore applicazioni si dividono in
cinque aree: Chimica computazionale e Bioinformatica,
Fisica computazionale, Matematica computazionale e
81

Applicazioni, scienza dei materiali, Analisi dati e


metodologie statistiche.
 Automazione delle biblioteche:
questo servizio si occupa dell’insieme delle attività e
degli strumenti informatici volti a razionalizzare i
processi gestionali e produttivi propri di una
biblioteca.
Il CASPUR fornisce servizi sistemistici e applicativi al
Polo delle biblioteche pubbliche statali di Roma ( RML –
Biblioroma) e al Polo RMS, cui afferiscono la maggior
parte delle biblioteche dell’Università di Roma La
Sapienza e della Regione Lazio. Inoltre provvede al
supporto del Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA)
dell’Università di Roma Tre, e fornisce accesso a
numerose banche dati. Le attività comprendono: servizi di
automazione per i Poli SBN – RMS e SBN – RML
(Biblioroma), servizi di automazione per l’Università
Roma Tre, accesso alle banche dati su CD-ROM, servizio di
Emeroteca Virtuale - articoli fulltext, servizi OPAC e
Open Access.
 Reti:
il gruppo Reti si occupa di tutte le tematiche che
riguardano l’interconnessione tra calcolatori, sia in
ambito locale che in ambito geografico. Tali
problematiche abbracciano tutti gli aspetti legati alla
progettazione, realizzazione e gestione di una
infrastruttura di rete e delle relative problematiche
legate alla sicurezza (Network Security).
Il gruppo ha il compito di assicurare il corretto
funzionamento di tutta l’infrastruttura di rete del
Consorzio e di pianificare la crescita in armonia con le
nuove esigenze e lo sviluppo tecnologico; fornisce
82

attività di consulenza a tutte le università consorziate


e agli enti consorziati che ne facciano richiesta. Oltre
alla gestione istituzionale, compito degli amministratori
di rete è la pianificazione e lo sviluppo delle attività
sulla rete InRoma, la rete di accesso a Internet –
completamente distinta dalla rete di ricerca ( GARR) –
che il CASPUR offre alla propria clientela non
scientifica. All’interno del progetto InRoma Caspur
ospita e gestisce il punto di interscambio tra Internet
Service Provider NaMex.
Le attività comprendono: supporto al calcolo scientifico,
network security, attività di consulenza e
sperimentazione, InRoma e NaMex.
 Servizi di base:
compito del gruppo è progettare, realizzare e gestire i
servizi di maggior utilizzo della rete Internet, quali ad
esempio web, posta elettronica, DNS.
L’attività di progettazione e supporto ai servizi di base
viene erogata sia nei confronti di tutti i gruppi di
lavoro presenti al CASPUR, sia verso università
consorziate, sia verso clienti esterni.
Il gruppo assicura il corretto funzionamento di tutti i
servizi di rete di base del Consorzio, mantenendo
costantemente aggiornati gli standard tecnologici al fine
di garantire la piena efficienza. Per tutte le
problematiche riguardanti l’esercizio di questi servizi,
il Caspur fornisce un supporto di secondo livello al
servizio di helpdesk svolto dai propri operatori.
Unitamente alla gestione dei servizi del Consorzio, il
Caspur sviluppa e dà supporto ai clienti della rete
InRoma, la rete di accesso a Internet, che esso offre ai
propri clienti mediante servizi di connettività su linea
83

dedicata, ADSL, dial-up, InRoma, posta elettronica e


Documentazione.
 Progetti e collaborazioni:
il Caspur partecipa a diversi progetti di ricerca
scientifica e tecnologica, articolati in varie
discipline, in collaborazione con Università e Istituti
di ricerca italiani ed esteri:
1. Biblioteche nelle scuole.
2. Applicazioni distribuite su scala WAN.
3. Supporto tecnologico per simulazioni di chimica
computazionale.
4. Diffusione di strumenti e basi dati di interesse
biomedico.
5. Tecniche numeriche per la simulazione
dell’interazione suolo-radiazione sismica.
6. Progetto HPC-Europa.
7. SLACS HPC Cluster.
8. Analisi fine della materia attraverso simulazioni
atomistiche.
9. Simulazione da principi primi delle proprietà
strutturali ed elettroniche di materiali complessi.
10. Progetto InRoma.
11. Sperimentazione Multicast.
12. Sperimentazione IPv6.

 Formazione.
 Scuola estiva di Calcolo Avanzato.
 Corsi HPC.
84

Appendice.

Breve resoconto sul Seminario Primaverile 2009


del CIBER.

Presso il Palazzo Chiaramente Steri nella città di


Palermo si è tenuto il consueto Seminario Primaverile del
CIBER dell’anno 2009[1]. Esso rappresenta ormai una
consuetudine per gli atenei aderenti al consorzio, per un
aggiornamento professionale ed uno scambio attivo di
esperienze maturate nei singoli istituti universitari.

I temi che sono stati affrontati durante il seminario


riguardano: gli Open Access, la Digitalizzazione, il Web
2.0, gli e-Books, gli ERMS ed alcune implementazioni
effettuate da parte del CASPUR per gli atenei del CIBER.
Tutti temi che fanno parte degli “ingredienti” di una
biblioteca digitale.

Per quanto attiene alla tematica degli Open Access è


stato riaffermato il ruolo centrale che tali
strumentazioni hanno per la disseminazione dei risultati
della ricerca scientifica.

Due importanti progetti sono stati presentati in


quest’ambito: l’archivio digitale DspaceISS afferente
all’Istituto Superiore di Sanità[2] ed il sistema di
Editoria Scientifica Elettronica (ESE), un Open Archive
per la pubblicazione e la consultazione in rete di
riviste, monografie, tesi, materiale didattico
dell’Università del Salento[3].
85

Altro tema importante ampliamente discusso è la


Digitalizzazione. Prima di tutto si è ribadito
l’importanza della conservazione a lungo termine dei
materiali digitali, soprattutto per quelle biblioteche
che operano in ambito accademico. L’importanza di
individuare depositi digitali affidabili che abbiano
anche la responsabilità della conservazione a lungo
termine è stata messa in primo piano dalla Dott.ressa
Angela di Iorio dell’Università degli Studi La
Sapienza[4].

Un altro aspetto rilevante per la Digitalizzazione è


quello legato al diritto d’autore, argomento approfondito
con studi e progetti dall’Unione Europea.

La Dottoressa Rosa Maiello dell’Università degli Studi di


Napoli con il suo intervento dal titolo “Diritti &
rovesci nel mercato della digitalizzazione: Google
settlement e altre storie”[5] cita il caso di Google Book
Search che ha digitalizzato già ben sette milioni di
libri in 430 lingue. Già dalla sua prima apparizione
sulla rete nel 2005 questo progetto è stato oggetto di
una forte azione legale da parte delle associazione degli
editori e degli autori che ne rivendicavano i diritti per
la violazione della legislazione vigente in materia di
copyright. L’accordo raggiunto ha messo in luce alcune
problematiche legate allo strapotere degli editori,
all’egemonia culturale americana ed al possibile potere
di censura che Google potrebbe esercitare sul proprio
patrimonio digitalizzato, decidendo se mettere in rete o
meno determinate opere.

Altro tema principale è quello del Web 2.0 che sta


rivestendo un notevole ruolo per l’avvicinamento da parte
86

delle biblioteche agli spazi di condivisione con gli


utenti. Sotto quest’aspetto due importanti interventi
sono da approfondire in questa sede in quanto chiariscono
le dinamiche di questo sviluppo tecnologico e culturale.

Il primo intervento è quello del professor Ezio Tarantino


dell’Università degli Studi La Sapienza dal titolo “Web
2.0: tra Fortezza Bastiani e Facebook: il caso
Italia”[6]. In esso viene discusso il tema delle
applicazioni derivate dal diffondersi del Web 2.0 alle
biblioteche. Quest’ultime tendono ad integrare nei loro
siti i servizi derivati dal social networking, dal
lifestreaming e dal microblogging. Una biblioteca può
creare un proprio blog per interagire con i propri
utenti, servirsi di un Social Tagging, depositare foto
relative alla sua struttura ed alla sua comunità su
Flickr, aprire uno spazio su Facebook, creare feed RSS,
servirsi di piattaforme WIKI per scrivere e gestire
documenti collettivi con la partecipazione dei propri
utenti, creare uno spazio virtuale dove l’utente può
entrare e prendere un libro per leggerlo. Tutto questo
per istaurare con l’utente una relazione ed una
conversazione che sia istantanea e reciproca, facendo in
modo di far interagire anche gli utenti tra loro stessi e
con il sistema della biblioteca. Una “architettura della
partecipazione”[15] dove si trova il pieno coinvolgimento
degli utenti nell’organizzazione del contenuto della
rete, dove vi è un flusso bidirezionale delle
informazioni così che: “Web 1.0 took people to
information, Web 2.0 will take information to the
people”[16].
87

L’altro intervento sulla stessa tematica lancia uno


sguardo in un futuro che ormai con l’avanzare delle
tecnologie informatiche ed il loro affermarsi in tempi
sempre più stretti si può ben confermare non sia più
tanto prossimo quanto in questo momento rappresenta già
una realtà attuale. Si sta parlando del passaggio dal Web
2.0 al Web 3.0.

Il professor Vincenzo D’Aguanno dell’Università degli


Studi di Cassino nella sua relazione dal titolo “From the
social to the real time web”[7] incomincia con lo
stabilire che nel Web 1.0 i contenuti erano statici,
determinati dal webmaster e fruibili dagli utenti in
percorsi prefissati. Nel Web 2.0 le pagine vengono
inseriti dati tratti da database ed informazioni
personalizzate, in questo modo il web diviene dinamico e
sociale, le applicazioni permettono un’interazione tra
sito ed utente che diviene anche “produttore”
dell’informazione, non solo consumatore passivo dei
contenuti predeterminati.

I siti web divengono assemblatori di informazioni.


Vengono così a crearsi una moltitudine di siti dove
l’utente può gestire, condividere, cancellare e
modificare le proprie informazioni personali. Siti come
YouTube permettono la pubblicazione di video, come Flickr
che consente la pubblicazione di foto, e social networks
che consentono la condivisione di informazioni personali,
e così via.

La categorizzazione delle informazioni diviene possibile


attraverso l’uso di tags, “taggare” significa reperire in
modo istantaneo qualsiasi informazione in rete.
88

In prospettiva si sta già preparando un fertile terreno


per l’avvento del Web 3.0, con connessioni sempre più
veloci e disponibili “H24”, hard - disk che permettono
sempre più maggior spazio per l’archiviazione, documenti
prodotti su personal computer divengono con appositi
programmi pagine web per essere pubblicati in tempo
reale, il tagging diviene sempre più facile da applicare
grazie a software che permettono di taggare in automatico
un documento, l’accesso alla rete ormai non avviene più
solo da una localizzazione fissa ma diviene possibile
anche in mobilità tramite l’uso di personal computer
portabili, cellulari, palmari.

L’autore a questo punto introduce la definizione di “Real


Time Web” per il Web 3.0 che incarnerebbe il web di
terza generazione, ma i punti essenziali per fissarne una
precisa ed univoca definizione restano per il momento
ancora da precisare. A tutt’oggi possiamo identificare il
“Real Time Web” con il web delle conversazioni, che
possono avvenire tramite servizi di social networking
(Facebook), di lifestreaming (Storyth, FriendFeed) o di
microblogging ( Twitter, Beemond, Jaik).

Eclatante resta l’episodio dell’ammaraggio nel fiume


Hudson del Boeing A320 avvenuto il 17 gennaio 2009 negli
Stati Uniti, la notizia è stata fruita dagli stessi media
senza il filtraggio dei media tradizionali ( quali i
telegiornali). Tramite Twitter i passeggeri hanno
trasmesso commenti, notizie ed immagini in tempo reale.
Questo sta a significare che d’ora in poi i motori di
ricerca per indicizzare le informazioni dovranno
integrare opzioni particolari per la ricerca in questi
micro-mondi.
89

Un’altra tematica toccata durante il seminario ci porta


nel mondo degli e-books. Con l’affermarsi dei computer
palmari, la nascita di standard internazionali per le
pubblicazioni elettroniche, lo sviluppo di dispositivi
hardware e software per la lettura dell’e-book e
l’affermarsi di nuove tecnologie per la protezione del
copyright, tutto ciò ci porta verso la crescita
esponenziale della richiesta di e-books da parte dei
lettori.

Molteplici sono i vantaggi legati alla scelta del libro


elettronico: risparmio di spazio, inserimento di un
quantitativo di testi piuttosto elevato, disponibilità
immediata ed “H24”, maneggevolezza, possibilità di
“ascoltare” il libro, di modificarne i caratteri ed il
layout, e così via.

In Giappone gli e-books da cellulare, gli m-books


( mobile-books) sono già una realtà ed il mercato
occidentale si sta avvicinando man mano a questa nuova
filosofia editoriale.

In America è sempre più crescente la produzione degli e-


books, ed il fenomeno del POD (Print On Demand) sembra
essere destinato a ricoprire il ruolo di principale
modalità di pubblicazione.

In Italia lo sviluppo degli e-books resta ancora molto


racchiuso in un fenomeno di nicchia ma se vogliamo
incominciare a mutare le cose la parola “cambiamento”
deve risuonare forte e chiara soprattutto ed
inizialmente negli ambiti accademici e su questa scia
sembra inserirsi la nuova circolare del ministro
dell’istruzione pubblica, Dott.ressa Gelmini, che ha
90

consigliato vivamente per l’avvio dell’anno scolastico


2011-20012 l’uso di libri per la didattica scaricabili on
line.

Con l’intervento del Dottor Ugo Contini del Servizio di


Automazione per le Biblioteche del CASPUR, dal titolo
“Stato dell’arte del progetto sulla nuova Emeroteca
Virtuale”[8] veniamo immessi in quelle che sono le
innovazioni apportate al servizio introdotte già
dall’anno 2008.

Relativamente alle Sezioni introdotte ex-novo per gli


utenti troviamo le Pagine di Simple & Advanced Search, le
Pagine con i risultati di una ricerca, le Pagine per
l’autentificazione degli utenti e le Pagine personali
degli utenti registrati.

Un nuovo Hardware è stato implementato ed un nuovo motore


di ricerca è stato realizzato già dalla fine del 2008.

Per il futuro è prevista una rivisitazione dell’home page


del sito; un’integrazione con Shibboleth, quest’ultimo è
un software che permette l’autenticazione e
l’autorizzazione ad accedere alle risorse protette
tramite il rilascio di attributi, due sono i vantaggi
riscontrabili dal suo uso: riduzione del numero delle
credenziali per gli utenti e riduzione del carico
amministrativo delle organizzazioni e dei fornitori di
servizi; in ultimo si prevede anche un’integrazione con
programmi di assessment del posseduto per permettere
l’archiviazione permanente dei documenti digitali per la
loro accessibilità, preservazione ed autenticità.

Non ci resta che augurarCi Buon Lavoro!


91
92

Note.

[1] Resoconto del Seminario, a cura di Benedetta Alosi e


Cettina Cosenza, Seminario CIBER [Online], (24 maggio
2009),
<http://www.uniciber.it/fileadmin/doc_imm/Seminario_prima
verile_2009/2CIBER_Palermo_REPORT.pdf>.

[2] Corrado Di Benedetto. "DSpace ISS: l'archivio aperto


della letteratura scientifica prodotta dagli istituti di
ricerca nel settore della sanità pubblica", Seminario
CIBER [Online], (25 maggio 2009),
<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/8/2>.

[3] Virginia Valzano, Rosita Ingrosso, Walter Stefano,


"ESE: l'Editoria Scientifica Elettronica open access
dell'Università del Salento", Seminario CIBER [Online],
(23 giugno 2009),
<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/16/38>.

[4] Angela Di Iorio, "Garanzie a lungo termine per i


materiali digitali: metadati di conservazione e
identificatori persistenti", Seminario CIBER [Online], (8
giugno 2009),
<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/19/11>.

[5] Rosa Maiello, "Diritti & rovesci nel mercato della


digitalizzazione: Google settlement e altre storie",
Seminario CIBER [Online], (8 giugno 2009),
93

<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/18/18>.

[6] Ezio Tarantino, "Web 2.0: tra Fortezza Bastiani e


Facebook: il caso Italia", Seminario CIBER [Online], (8
giugno 2009),
<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/20/12>.

[7] Vincenzo D'Aguanno, "From the social to the real


time web", Seminario CIBER [Online], (9 giugno 2009),
<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/24/26>.

[8] Ugo Contino, "Stato dell'arte del progetto della


nuova Emeroteca Virtuale (EV)", Seminario CIBER [Online],
(1 giugno 2009),
<http://bib03.caspur.it/ocs/index.php/ciber/pri2009/paper
/view/9/8>.
94

Bibliografia.

Giorgio Montecchi – Fabio Venuda, Manuale di


Biblioteconomia. Terza edizione, Milano,Editrice
Bibliografica, 2005.

Giovanni Solimine, Le raccolte delle biblioteche.


Progetto e gestione, Milano, Editrice Bibliografica,
2007.

Chiara Rabitti, L’identità della biblioteca: obiettivi e


servizi, in Biblioteconomia: principi e questioni, Roma,
Carocci, 2007, p. 61-80.
95

Paul Gabriele Weston, La gestione elettronica delle


biblioteche, in Biblioteconomia: principi e questioni,
Roma, Carocci, 2007, p. 221-256.

Gianfranco Crupi, La biblioteca digitale, in


Biblioteconomia: principi e questioni, Roma, Carocci,
2007, p. 327-350.

Maria Guercio, La conservazione delle memorie digitali,


in Biblioteconomia: principi e questioni, Roma, Carocci,
2007, p.395-412.

Commissione dei delegati rettorali per le biblioteche,


Linee guida per la costituzione del sistema
bibliotecario accademico italiano (SBAi), Roma, (Febbraio
2008),

<http://www.crui.it/download.aspx?
catalogo=&folder=allegati&file=linee_guida.pdf>.

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