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DELLA COMMISSIONE
INTERNAZIONALE
DIOperazioni
STORIA MILITARE
Interforze e Multinazionali
di Ada Fichera
e Pier Vittorio Romano
T legazioni,
duecento-
trenta partecipan-
ti, ottantatre rela-
zioni in quattro
giorni. Gli ele-
menti c’erano tut-
ti per decretare un
successo… e così è
stato!
Dall’1 al 6 settem-
bre 2013, Torino
ha ospitato il
XXXIX Congres-
so della Commis-
sione Internazio-
nale di Storia Mili-
tare (CIHM), or-
ganizzato dalla
Commissione Ita-
liana di Storia Mi-
litare (CISM) del-
lo Stato Maggiore
della Difesa.
Il tema scelto per
l’edizione di que-
st’anno è stato “Le
operazioni interforze
e multinazionali Intervento del Sen Prof Mario Mauro Ministro della Difesa
nella storia milita-
re”: un tema di ri-
levanza storica ma anche di estrema attualità.
Ben quindici Università hanno dato il loro patrocinio e la loro collabora-
zione di natura scientifica all’evento, che è stato costituito da quattro gior-
ni intensi di lavori presso il Centro “Torino Incontra” della Camera di
Commercio del capoluogo piemontese e da una giornata di visita cultura-
le esterna, svoltasi a La Spezia presso il Museo Tecnico-Navale e a bordo
del cacciatorpediniere lanciamissili di nuova generazione “Caio Duilio”.
Il Congresso è stato presentato lo scorso 29 agosto 2013, durante una con-
ferenza stampa tenutasi presso il Palazzo Città di Torino, nel corso della
quale l’Assessore alle Politiche per la Sicurezza, Dott.ssa Giuliana Tede-
sco, delegata dal Sindaco Fassino per rendere gli onori di casa, ha affer-
ché siano orientate al diritto e alla pace. In modo da rendere più agevole la storia
intera dell’umanità. Noi vorremmo cercare di essere attraverso i lavori di questo
convegno degni del sacrificio di quegli uomini. E se è vero che una delle principa-
li battaglie della storia è stata la battaglia aerea d’Inghilterra, salutata da Win-
ston Churchill con le parole Mai così tanti dovettero così tanto a così pochi, io cre-
do che forse ancor di più potremmo dover disporre nei confronti del lavoro degli
storici perché se il lavoro degli storici e degli storici militari saprà evidenziare le
ragioni e lo scopo della politica nei confronti di ciò che giorno per giorno è la re-
sponsabilità dei governi, credo che avremmo fatto qualcosa di molto utili e per i
nostri popoli”.
L’On. Piero Fassino, nel suo intervento, ha voluto evidenziare che il te-
ma del convegno “è di enorme rilievo: non si tratta soltanto di condurre una
riflessione storica che pure è importante, ma una riflessione storica che sia capa-
ce di illuminare il presente. […] In realtà la costruzione di coalizioni interforze
e di coalizioni che vedessero la partecipazione di contingenti militari di quei Pae-
si è una costante della storia: lo strumento militare è stato nei secoli il principale
strumento attraverso cui ogni Paese ha costruito la propria identità nazionale
quando ha ritenuto la propria politica di potenza, la propria politica estera. […
] Negli ultimi cinquant’anni in ogni continente sono cresciute le istituzioni
multilaterali, e accanto alle istituzioni multilaterali politiche sono cresciute via
via sempre di più le istituzioni multilaterali militari. […] Dopo la caduta del
muro di Berlino tutto questo è cresciuto ancora di più, perché è cambiato radical-
mente lo scenario: dagli accordi di Jalta alla caduta del muro di Berlino noi ab-
biamo vissuto in un’Europa e in un mondo che affidava la propria sicurezza al-
le due principali grandi potenze di questo pianeta. Due grandi potenze avevano
la responsabilità di produrre la sicurezza e tutti noi la consumavamo. […]
Ogni qualvolta un nostro soldato, italiano o di un altro Paese, muore in Afgha-
nistan, o in Iraq, o in qualche altro teatro nel quale si realizzano missioni di pa-
ce, viene spontanea una domanda amplificata dal sistema mediatico, se vale la
pena morire per Kabul?”. Io penso che a questa domanda si può dare una rispo-
sta soltanto se abbiamo la consapevolezza che morire per Kabul in realtà è morire
per New York, è morire per Roma, è morire per Parigi, è morire per Madrid, è mo-
rire per la sicurezza del mondo intero, e la sicurezza non è divisibile. […] Il ter-
rorismo internazionale nel momento in cui colpisce, colpisce in un luogo deter-
minando l’instabilità e l’insicurezza dell’intero pianeta. Costruire le condizioni
per una sicurezza comune è dunque per questo una responsabilità comune, e per
questo il tema che oggi è al centro del vostro Congresso è di particolare attualità
e rilievo.”