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Contemporaneità ed esperienza

Author(s): Marco Meriggi


Source: Contemporanea, Vol. 2, No. 4 (ottobre 1999), pp. 733-738
Published by: Società editrice Il Mulino S.p.A.
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/24651849
Accessed: 04-04-2020 10:19 UTC

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quella della prospettiva storiografica con ma deve essere uno dei suoi obiettivi e uno
cui li si prende in considerazione. dei suoi risultati, forse il più prezioso, per
In questo gioco di periodi scorrevoli, di date ché è quello che faciliterà la trasmissione
«rotonde» e di scale mobili (nel tempo come del sapere storico. Lo storico deve mirare a
nello spazio), le suddivisioni stabilite dalla una proposta di datazione e di periodizza
storiografia scolastica del XIX secolo paiono zione che, per ogni oggetto, renda conto
ormai scomparse. Non possiamo più pro- della sua particolarità. Ciò non impedisce
porre agli studenti una suddivisione falsa- delle periodizzazioni generali fondate sulla
mente netta in periodi di «predominio» (il sintesi del maggior numero di oggetti possi
predomonio spagnolo, poi olandese, france- bili (politici, sociali, economici, antropolo
se, inglese, tedesco), se non si colloca esplici- gici). In questo senso, la vecchia costruzio
tamente questo discorso nel contesto della ne fondata sulla formulazione di riferimen
storia diplomatica e militare. Non si può in- ti in termini di secoli e di awenimenti-car
segnare agli studenti che il XX secolo inizia dine resta valida, a condizione che tutte le
nel 1914-17 e termina nel 1989 senza preci- convenzioni che hanno portato alla sua edi
sare subito che, se la suddivisione è perti- ficazione siano percepite per quello che
nente dal punto di vista delle principali dina- sono: delle ipotesi, delle approssimazioni e
miche politiche (a condizione di fare del co- forse anche degli artifici. L'insieme di questi
munismo e delle grandi ideologie il fatto po- materiali deve essere sempre sottoposto
litico più rilevante del secolo), non lo è sul alla verifica del dibattito e a una continua
piano della storia economica e ancora meno revisione. Sarebbe certo sorprendente se gli
per la storia delle mentalità, delle credenze, strumenti e le regole di misura del tempo
della vita privata e della religione. utilizzate dagli storici fossero i soli a sottrar
La conclusione di questo discorso non deve, si all'usura della storia,
tuttavia, essere presa per una difesa del re- D'altra parte, proprio il momento in cui si
lativismo metodologico. Al contrario, porta concludono un secolo e un millennio del
a ritenere che l'esercizio della datazione e calendario cristiano può forse essere quello
della periodizzazione resta, più che mai, al in cui ci si rende conto, senza ironia né rim
centro del lavoro dello storico. Semplice- pianto, che la prospettiva di una scansione
mente, questa periodizzazione non può mai unica e universale del tempo passato non è
essere una premessa dell'indagine storica, più veramente attuale.

Marco Merìggi

Contemporaneità ed esperienza

L'anziano kosovaro. Una notìzia, fuoco (giugno 1999) mi colpisce in modo


tra le ultime giunte a proposito della guerra particolare. Tra i profughi giunti in Italia
in Kosovo pochi giorni prima del cessate il dopo aver varcato l'Adriatico c'è un uomo di

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110 anni. Provo a pensare, in sequenza, agli quest'uomo è un contemporaneo e basta,
eventi locali e mondiali che hanno fin qui Eppure, ripensando alla distanza che corre
costituito lo scenario della sua vita. La sua è tra il crepuscolo della Mezza Luna e le
certamente un'esperienza non comune; bombe «intelligenti» di questa fine di mil
neanche, però, del tutto eccentrica. lennio, ci risulta ostico accettare così pacifi
Variamente distribuita nel mondo, una par- camente l'equazione,
te della sua popolazione è nata, come il ve- Se invece preferiamo un'accezione del con
gliardo kosovaro, ben prima dello scoppio temporaneo più stretta, individuando in
della prima guerra mondiale ed è tuttora esso i decenni del «secolo breve» di Hobs
viva e vegeta ben al di là del 1989. Insom- bawn, avremo di fronte agli occhi un'esi
ma, non solo il «secolo breve» (una delle stenza a dimensione triplice: infanzia, ado
definizioni di contemporaneo oggi normal- lescenza, giovinezza nella tarda età moder
mente in uso) l'ha conosciuto per intero, na, maturità e vecchiaia in quella contem
ma quell'esperienza l'ha integrata anche poranea, la vecchiaia senza fine di chi varca
con assaggi ben più che rapsodici tanto di la soglia dei cent'anni nel decennio enigma
un'epoca che - accettando l'idea del secolo fico e ancora indecifrabile successivo al
breve - potremmo ormai definire tardo- 1989.
moderna, quanto del decennio che ci siamo Qualunque sia la periodizzazione che si
appena lasciati alle spalle (un'epoca post- sceglie - e in genere credo lo si faccia più in
contemporanea?). base alle coerenze interne di un singolo
Se non sbaglio i conti, e sempre a patto che problema che in ragione dell'a
i suoi dati anagrafici siano attendibili - concetta a un punto di riferimen
cosa non del tutto probabile, alla periferia pretese generali e universalizz
dell'impero ottomano nella tarda età mo- lascierà comunque aperte ques
derna - al momento dello scoppio della pri- se e ragioni di dubbio analoghe a q
ma guerra mondiale quell'uomo aveva ven- ci consegna il caso un po' speci
ticinque anni tondi tondi; ne aveva cento, servito da spunto per aprire q
invece, al momento del crollo dell'est euro- sione.
peo comunista, una delle cui conseguenze, In ogni epoca convenzionalme
dieci anni più tardi, lo spinge ora sulle convivono tempi diversi; tempi s
sponde italiane. inerenti al percorso biografico individuale
Proviamo a capire a quale epoca appartiene di ciascuno e variamente connot
il vegliardo kosovaro, o, meglio, come la go (o, come in questo caso, dai luo
sua esperienza esistenziale si distribuisca a voli) in cui ogni singola esistenza
seconda della periodizzazione che, per un sa. Proverremmo lo stesso senso
motivo o per l'altro, decidiamo di adottare, mento temporale di fronte alla not
Se per noi l'avvio del contemporaneo, come centodecimo compleanno di una atte
suggerisce uno dei paradigmi periodizzanti signora benestante di New York?
ricordati nell'introduzione, coincide con la Sotto questo profilo mi pare che il c
rivoluzione francese, non c'è dubbio che tra il passato (in questo caso il mod

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presente (in questo caso il contemporaneo) anche nei cento anni successivi. Al di qua di
rappresenti sempre e comunque una fron- quella barriera temporale (ma anche all'in
tiera flessibile, tanto nell'elaborazione inte- terno di essa, come evanescenza) la società
riore di chi di determinate vicende è prota- per ceti, con le sue strutture (e corrispettive
gonista a pieno titolo, quanto agb occhi di percezioni e letture dell'esistente) di tipo
un eventuale osservatore esterno (nella fat- corporato-organicistico; al di là di essa (ma
tispecie, qualcuno che si occupa di storia), anche al suo interno, come epifania) la so
cietà individualistica, immersa nella costel
li presente ereditato dal pas- lazione industriale, aperta verso la demo
SatO. Questa prospettiva di riflessione è crazia; di qua il moderno (ovvero, con para
stata perseguita con grande rigore, negli ul- dosso semantico, l'antico regime), di là il
timi decenni, dagli studiosi raccolti attorno contemporaneo.
al progetto dei Geschichtliche Grundbegriffe, Roselieck, all'interno di questo quadro ge
un'opera giunta al termine recentemente, a nerale (al quale mi sento in gran parte di
oltre vent'anni dalla pubblicazione del suo aderire, pur con i retropensieri che si ver
primo volume (su quest'opera, anche in re- ranno evidenziando nello sviluppo del mio
lazione al problema della temporalità nella ragionamento), ha inoltre implicitamente
storia, che qui ci sta a cuore, si veda ora la suggerito una modalità di riflessione che a
densa ricostruzione di Luca Scuccimarra, me pare particolarmente suggestiva e che è
La Begriffsgeschichte e le sue radici intellet- perfettamente idonea a tematizzare casi
tuali, in «Storica», 10,1998). I Geschichtliche come quello da cui abbiamo qui preso le
Grundbegriffe, progettati negli anni Sessan- mosse: l'attenzione costante alla contempo
ta da Reinhart Koselleck, Werner Conze, raneità del non-contemporaneo (Gleichzei
Otto Brunner, affrontano lo studio evolutivo tigkeit der Ungleichzeitigen). Il caso da cui
(prevalentemente all'interno del mondo abbiamo tratto spunto ci evidenzia come
germanico) di alcuni lemmi-chiave del lin- ogni contemporaneo - qualunque sia la de
guaggio politico dell'Occidente, allo scopo finizione di contemporaneità prescelta - sia
di segnalarne gli scarti semantici nel tem- carico di eredità ancora palpitanti del pas
po. Ciascuno di questi ultimi è sintomatico sato.
di un mutamento profondo nella costella- Le riflessioni sin qui esposte, o, meglio,
zione culturale e sociale corrispondente. frammentariamente allineate in una se
Sulla base di questo strumento, come è quenza più rapsodica che sistematica, sem
noto, imo studioso come Koselleck ha eia- breranno probabilmente il frutto di un di
borato una sua teoria della transizione dal sperante soggettivismo, o di un gusto per il
moderno al contemporaneo, individuando paradosso portato al di là della soglia del
una lunga epoca cerniera (Sattelzeit), diste- proficuo. Provo, allora, ad applicarle a un
sa grosso modo tra la metà del Settecento e contesto diverso da quello individuato da
la metà dell'Ottocento, durante la quale s'è un caso di cronaca. Dimentichiamo per il
venuta in gran parte formalizzando la spe- momento la strabiliante esperienza di vita
cifica accezione del lessico politico in uso dell'anziano profugo e tiriamo fuori dallo

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scaffale della biblioteca un libro che sicura- tare che i continui tranelli semantici dei

mente gran parte di coloro che si occupano concetti che adoperiamo ingenerino equi
di storia contemporanea hanno già letto. voci, in questo caso: della contemporanei
Ormai quasi venti anni fa, uno studio di tà). Ora, a distanza di quasi vent'anni, mi
Arno Mayer programmaticamente dedicato pare che la formula coniata da Mayer abbia
alla persistenza dell'antico regime fino alla sostanzialmente smussato la propria origi
prima guerra mondiale aveva offerto all'in- naria efficacia euristica: non perché gli ele
tera comunità scientifica l'occasione per un menti messi in luce dallo studioso america
ripensamento radicale della periodizzazio- no non abbiano effettivamente caratterizza
ne relativa agli ultimi secoli. Per Mayer il to (ovviamente insieme ad altri, rimasti nel
contemporaneo sostanzialmente non co- la sua sintesi relativamente in ombra) la
minciava prima del 1914 (un'idea che storia delle società europee tra Otto e Nove
Hobsbawn mi pare abbia implicitamente cento; ma semmai perché, almeno a deter
accolto e rilanciato, nel momento in cui ha minati livelli problematici, neppure l'epoca
proposto la sua visione del Novecento come successiva alla prima guerra mondiale può
secolo breve). essere letta alla stregua di una epocale e
Non che le riflessioni esposte dallo studioso unilaterale linea di fuga vers
americano fossero del tutto nuove. Al con- raneità. Il non contempor
trario, l'opportunità di formalizzare una gerisce Koselleck, permane
proposta interpretativa del genere, raffor- come nel «lungo» Ottocento,
zandone la carica nei toni perentori dello «secolo breve». E, del resto
slogan, derivava proprio dalla valorizzazio- ra credere alle «magnifiche so
ne dei risultati di una lunga stagione di ri- sive» come dato qualifican
cerca che negli anni precedenti aveva spar- raneo?
samente evidenziato gli elementi di mimesi Democrazia e società di m
aristocratica presenti anche nell'Ottocento eclissi di quella di élite);
maturo, ben al di là delle soglie temporali di scienze e della capacità di do
discrimine tra moderno e contemporaneo seri umani sulla natura; se
di cui alcune tradizioni storiografiche (a emancipazione individuale
mio parere, oltre a quelle francese e italia- zione e liberazione dai bis
na, anche la tedesca) si erano sin lì avvalse, zione di fondo del contempor
Il libro fece a lungo molto discutere; e, in a questi auspici ha ispirat
particolare, contribuì in modo rilevante al- una sorta di presupposto
l'allestimento di uno dei cantieri più fertili riografia dell'ultimo dop
che la riflessione sui nessi tra Otto e Nove- essa mi pare se ne sia ven
cento abbia formalizzato negli ultimi de- man mano un'altra, meno
cenni: quello relativo al Sonderweg tedesco, te ideologica e più disinc
alla supposta riluttanza della Germania a alla registrazione degli scart
sposare con convinzione i paradigmi della e realtà.
modernità politico-sociale (ovvero, per evi- È evidente, ad esempio, che p

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non abbiamo mai cessato di vivere all'inter- consistam nazionale percepito come attuale
no di società corporate (e la tendenza, nel ed emotivamente coinvolgente. Oggi, vice
corso del Novecento, s'è certamente accen- versa, è arduo sostenere che l'epica del
tuata, piuttosto che regredire); non per que- l'unificazione nazionale italiana ottocente
sto non si è dato e non si dà un sentimento sca susciti ancora emozione (altro, invece, è
del contemporaneo, che è - in ogni momen- il discorso relativo agli attuali problemi di
to in cui ci si sforzi di coglierlo e in ragione di unità/disunità nazionale, che mi paiono de
rma miscela che resta diversa da luogo a luo- clinarsi lungo uno scenario per praticare
go, anche in un'epoca a proposito della quale attivamente il quale il richiamo passionale
si evoca così volentieri il mito del villaggio all'«eroismo» risorgimentale può valere tut
globale - il risultato eternamente prowiso- t'al più come risorsa retorica, non certo
rio dell'intreccio tra stratificazioni temporali come efficace strumento di persuasione),
continuamente in movimento; come quello Ciò equivale probabilmente a dire che essa
che determina il destino attuale del vegliar- al nostro contemporaneo non appartiene
do kosovaro, il quale - se accettiamo ciò che più. Un fenomeno analogo - anche se certa
risulta da una contaminazione delle perio- mente almeno per il momento non altret
dizzazioni di Mayer, da un lato, di Hobs- tanto profilato e comunque tutt'altro che pa
bawn, dall'altro - s'è trovato a vivere, e ad cificamente accettato - pare manifestarsi da
essere di volta in volta rispetto ad esse con- qualche anno anche per il nodo relativo alla
temporaneo, tanto nella storia tardo-moder- Resistenza, che, pure, si situa storicamente
na, quanto in quella contemporanea, quanto in un'epoca tanto più vicina a quella in cui
nella nebulosa incerta e per il momento ma- viviamo, al punto che non pochi di coloro
lamente definibile degli ultimi dieci anni. che ne furono protagonisti sono tuttora vivi.
Soprattutto nel caso del Risorgimento
L'emozione della contempo- (senz'altro più problematico mi pare, per il
raneità. Su un altro elemento della per- momento, argomentare in tal senso per
cezione epocale, ancora, vorrei spendere quanto attiene alla Resistenza) la drastica
qualche considerazione: è quello relativo al attenuazione degli approcci emotivamente
legame tra emozione e contemporaneità, partecipati ha favorito il prender forma di
Nell'ambito di ricerca che più ho praticato - un revisionismo storiografico, che si misu
quello della storia italiana ottocentesca an- ra come tale non perché esso imprime una
teriore all'unificazione nazionale - si è assi- lettura di segno opposto a una interpreta
stito negli ultimi lustri a un radicale muta- zione-emozione consolidata, ma perché se
mento di prospettive. Per gli storici italiani ne distacca integralmente, suggerendo coe
- annota persuasivamente l'introduzione a renze e rilevanze tematiche che nulla più
questo dibattito - sino a qualche tempo fa hanno a che fare con la dimensione emo
l'età contemporanea iniziava convenzionai- zionale. Le letture emotivamente neutre di
mente con il Risorgimento, cioè - aggiungo un tema - quale che sia - celano spesso,
io - con un evento nel quale era possibile credo, la sua già precipitata o imminente
riconoscere il momento d'avvio di un ubi eclissi dall'orizzonte della contemporanei

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tà, o comunque da uno dei piani strutturan- avverto una cogente esigenza. Non mi sena
ti di quest'ultima. bra, comunque, che spostare in avanti o al
Insomma, se dovessi azzardare una conclu- l'indietro di qualche decennio una ipotetica
sione che tiri le fila dei punti di riflessione linea di confine aiuti di per sé a fare buona
sommariamente delineati, mi verrebbe da ricerca storica. Al contrario: credo che spes
dire che il contemporaneo è da valutare e so quell'operazione nasconda ima certa de
da percepire, paradossalmente, più in ra- bolezza di strumentari concettuali, un desi
gione delle molte e variegate turbative che derio di ridurre la complessità di problemi
ne percorrono la supposta (da taluni) eoe- che solcano diacronicamente le epoche, co
renza interna che in base a secche formule munque si decida di organizzarne la se
periodizzanti di cui, personalmente, non quenza nel tempo.

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