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La verifica di resistenza
La progettazione di un componente strutturale richiede necessariamente una
fase di verifica nel corso della quale ci si accerta che le azioni esterne cui è
presumibilmente soggetto durante il suo funzionamento non ne causino il
cedimento
cedimento
in generale non indica solo la rottura dell’elemento in questione ma comprende
tutte quelle situazioni che ne compromettono il corretto funzionamento
verifica di resistenza
verifica rispetto a varie situazioni di malfunzionamento
Operativamente....
Saper verificare/dimensionare una struttura sottoposta a
sollecitazioni SEMPLICI
Come si esegue una verifica di resistenza?
Approccio Sperimentale
sottopongo il pezzo (cioè un campione preso
Aumento progressivamente i carichi
dal lotto a cui appartiene il pezzo) che si mantenendo invariate le altre condizioni, fino a
vuole verificare ad una prova di carico e ne portare al cedimento l’elemento o la struttura
osservo il comportamento
In un procedimento puramente sperimentale occorre eseguire una prova per ogni elemento, per ogni
materiale, per ogni condizione di funzionamento. Il tutto è estremamente costoso e giustificabile solo per
strutture di notevole rilevanza (es. protesi)
Come si esegue una verifica di resistenza?
Carico
Condizioni al contorno
Vincolo
Come si esegue una verifica di resistenza?
Approccio Teorico
Si impiegano tecniche derivate dalla scienza Determino le sollecitazioni massime
delle costruzioni, o approcci numerici (ad es. Alle quali il componente può essere sottoposto
sulla base dei compiti che ad esso sono
FEM)
affidati
Carico
Vincolo
Come si esegue una verifica di resistenza?
Nell’approccio teorico l’ipotesi fondamentale è che il cedimento sia legato allo stato locale
della sollecitazione e non al complesso dei carichi applicati
Secondo questa logica, il cedimento avviene quando le forze presenti sulle facce di un
elemento infinitesimo del componente, scambiate con il materiale circostante, non vengono
più sopportate dalle forze di resistenza allo scorrimento e di coesione molecolare
Quindi la verifica di resistenza si concretizza nel controllare che in nessun punto del
sistema vengano raggiunti stati di sollecitazione prossimi a quelli limite dei materiali
che lo costituiscono (che risulterebbero non sopportabili dalle forze di coesione e di
resistenza allo scorrimento)
La Scienza delle Costruzioni ci aiuta a calcolare la distribuzione delle sollecitazioni
applicate (nominali) così da individuare le zone più sollecitate e tracciare una sorta di
“mappa del rischio di cedimento”
Il fattore di concentrazione
delle tensioni è funzione
del rapporto tra diametro
del foro e larghezza della
piastra
Fattore di concentrazione delle tensioni
Trazione
Fattore di concentrazione delle tensioni
Flessione
Fattore di concentrazione delle tensioni
Trazione
Il coefficiente di sicurezza
Cst = coefficiente di collaborazione
indica in quale misura le fibre interne collaborano alla resistenza alla flessione,
sino alla completa plasticizzazione del corpo. Cioè, in sostanza, rende conto di
eventuali allontanamenti del comportamento dei materiali usati dalla legge
lineare di Hooke
Questa riserva di resistenza del corpo non è presente nei corpi soggetti a
sforzo normale, poiché lo snervamento raggiunge contemporaneamente tutti i
punti della sezione, quindi non ha senso introdurlo nelle verifiche a trazione o
compressione semplice
4 3
M " = σ sn ( R2 − R13 )
3
R1
π R24 − R14
M ' = σ sn
4 R2
R2
16 1 − α 3 R1
Cf = α=
3π 1 − α 4 R2
Il coefficiente di sicurezza
η = fattori di incertezza
η = η 1• η 2 • η 3• η 4
η1 → eventuali difetti del materiale e valori non precisi delle sue caratteristiche
(assume valori compresi tra 1 e 1.15)
η2 → incertezze nella determinazione dei carichi agenti (molto importante in
biomeccanica), con particolare riferimento ai carichi impulsivi e agli urti. Assume
valori diversi per i materiali fragili (tra 1.5 e 2) e i materiali duttili (tra 1.1 e 1.3)
η3 → errori dovuti alle semplificazioni di calcolo degli sforzi, per esempio nella
schematizzazione ideale dei vincoli (assenza di attrito) può variare tra 1 e 1.5
(materiali fragili) e 1÷1.1 (materiali duttili)
η4 = margine di sicurezza effettivo introdotto per mantenere il sistema
sufficientemente lontano dalle condizioni di cedimento. Il suo valore dipende
dall’importanza che ha il componente in esame: sarà tanto più elevato quanto più
è vitale evitare il suo cedimento (per esempio attacchi di funivie, ponti, ascensori,
protesi biomeccaniche,…). Normalmente il valore varia tra 1.1 e 1.5.
Il coefficiente di sicurezza
A titolo orientativo si può ritenere che η assuma globalmente i seguenti valori :
per materiali duttili: η = 1.3 ÷ 2
per materiali fragili: η = 2 ÷ 4
La differenza è giustificata dal fatto che nei materiali fragili il collasso avviene
direttamente con la rottura del pezzo (cedimento di schianto) e ciò rende
necessaria l’adozione di coefficienti di sicurezza più elevati
I materiali duttili esibiscono una sorta di “fase di rinforzo” a seguito dell’esistenza
dello snervamento. Questo fenomeno, che sostanzialmente si configura come un
avvisaglia di pericolo permette, teoricamente, interventi precoci prima che la
struttura ceda. Dunque possono essere impiegati coefficienti di sicurezza più
bassi
Incertezza sui carichi
FORMA
della Sezione
DIMENSIONI
della Sezione
MATERIALE
del componente
La verifica di resistenza
coincide con la
determinazione della sezione
MINIMA
Dimensionamento di un componente
In pratica il processo di dimensionamento si concretizza nella ricerca delle
dimensioni MINIME della sezione che soddisfino la verifica di resistenza
σ lim S y Su
σ max ≤ = =
ξ ξ ξ
Lo sforzo limite è rappresentato (nel caso dei materiali duttili) dal limite di
snervamento, mentre il valore del coefficiente di sicurezza è generalmente
imposto dalla normativa tecnica in funzione del campo di impiego del
componente
M⋅y
σ Mf =
I
nel caso in esame
π ⋅ D4 y=
D
I =
64 2
Esempio
E dunque:
32M S y
σ Mf = 3
≤
π ⋅D ξ
32 ⋅ M f ⋅ ξ 32 ⋅ 50 ⋅ 2
D≥3 =3 6
=10.8 mm
π ⋅σ y π ⋅ 790 ⋅10